SIRAP Bilancio di sostenibilità 2019 - Sirap Group
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SIRAP GROUP Bilancio di sostenibilità 2019 Sirap Gema SPA via Industriale 1/3, 25028 Verolanuova (BS), Italy www.sirapgroup.com morethanpackaging@sirapgroup.com Documento redatto con il supporto scientifico di:
Cari lettori, è con grande piacere e orgoglio che presento il primo “Bilancio di Sostenibilità” del gruppo Sirap, un lavoro che ho voluto personalmente per descrivere nel modo più trasparente il nostro profilo e l’impegno del nostro percorso quadriennale 2020-2023 per uno sviluppo sostenibile, a beneficio dei nostri dipendenti e dei nostri stakeholders. L’etica professionale e la responsabilità sociale hanno da sempre contraddistinto il nostro gruppo, e oggi, in un momento storico in cui l’umanità si trova di fronte alle grandi sfide dettate dai cambiamenti climatici, noi vogliamo essere protagonisti nella transizione del nostro settore verso l’Economia Circolare. E lo vogliamo te- stimoniare con uno strumento concreto e di alto valore, che abbiamo realizzato con l’importante contributo del team ALTIS, “Alta Scuola di Impresa e Società” dell’Università Cattolica del Sacro Cuore (Milano). Il biennio 2018-2019 è stato segnato da importanti eventi politici e fenomeni macroscopici con cui il nostro settore ha dovuto confrontarsi, e i cui effetti plasmeranno sostanzialmente gli scenari in cui dovremo operare in futuro. Gli ambiziosi obiettivi di riciclo degli imballaggi in plastica introdotti dalla Commissione Europea per il 2030 e le politiche sull’Economia Circolare (“EU Plastics Strategy in a Circular Economy”, 2018) hanno stimolato le nostre attività di ricerca e innovazione sulla riciclabilità dei nostri imballaggi, e ci hanno permesso di indagare nuovi materiali e nuovi approcci alla progettazione e agli utilizzi dei nostri prodotti (Ecodesign). D’altra parte riteniamo che la transizione all’Economia Circolare non possa avvenire per mezzo di divieti (“Sin- gle Use Plastics Directive”, 2018) o tassazioni indiscriminate di intere categorie di prodotti, ma con una strate- gia sistemica a lungo termine per una gestione più efficiente dei rifiuti, l’educazione e la sensibilizzazione dei cittadini e la promozione di pratiche sostenibili per le imprese. Crediamo che la collaborazione lungo la filiera sia alla base della realizzazione pratica di obiettivi così com- plessi: per questo motivo abbiamo rafforzato la nostra presenza internazionale nelle associazioni europee e nei gruppi tecnici di categoria. In particolare, nel 2019 siamo stati tra i membri fondatori dell’associazione in- dustriale italiana “ProFood”, che unisce i principali produttori di imballaggi in plastica per alimenti freschi, con l’obiettivo comune di certificare le caratteristiche ambientali dei nostri prodotti tramite analisi del ciclo di vita (LCA, Life Cycle Assessment) e di garantire che essi siano correttamente riciclati, attraverso progetti innovativi insieme al mondo del riciclo. In questo scenario complesso, nel corso del 2019 abbiamo proseguito il processo di razionalizzazione e semplificato la struttura della nostra società, aumentandone la redditività per generare capitali necessari a far fronte ai grandi investimenti che queste sfide richiedono. Nel 2019 è stata adottata la nuova Politica Aziendale di “Sostenibilità, Qualità, Salute, Sicurezza e Ambiente” che si basa su un Sistema di Gestione Integrato HSE (Health, Safety and Environment) certificato secondo gli standard UNI ISO 14001 e OHSAS 18001, e proseguendo così con il nostro approccio di miglioramento conti- nuo nella riduzione degli impatti ambientali dei nostri processi produttivi. Anche la scelta dei nostri materiali è direzionata da logiche di sostenibilità, con un interesse sempre crescente verso le plastiche riciclate post-consumo (rPET), bioplastiche prodotte da fonti rinnovabili (PLA, Mater-Bi®) e un impegno costante nelle tecnologie di espansione, che permettono di ridurre il consumo di materie prime (XPS). Come abbiamo sempre fatto, accettiamo le sfide del presente e procediamo con sicurezza, con la forza della nostra cultura pluriennale e la certezza di poter realizzare un futuro sostenibile per noi e per la società tutta. L’amministratore Delegato (Stefano Lazzari)
SOMMARIO Capitolo 1. Sirap Sustainability served 5 1.1 Chi siamo 6 La Politica Aziendale del Gruppo Sirap 7 Il team di sostenibilità 8 1.2 La nostra strategia 8 I 4 pilastri del Piano Strategico di Sostenibilità 10 Capitolo 2. L'innovazione nel nostro dna 15 2.1 Il packaging: perché è così importante 16 Il packaging in plastica, un alleato nella lotta contro lo spreco alimentare 17 2.2 Le materie plastiche 19 PET: il polimero dalle mille applicazioni 20 XPS: la frontiera dell’innovazione 22 PLA e MATER-BI®: le bioplastiche 23 2.3 L’Ecodesign per l’economia circolare 25 Capitolo 3. Gli impatti ambientali 31 3.1 Risorse idriche 33 3.2 Energia ed emissioni 34 3.3 Rifiuti 36 Capitolo 4. Le nostre persone 37 4.1 Il processo di selezione 39 4.2 I nostri benefit 41 4.3 L'engagement dei dipendenti 42 4.4 Formazione 43 4.5 La salute e la sicurezza al centro 44 Obiettivo zero infortuni 45 Identificazione, valutazione e gestione dei rischi di salute e sicurezza 46
Capitolo 5. I nostri stakeholders 47 5.1 Orientati al cliente e alla sicurezza del consumatore 48 5.2 La catena di fornitura 51 5.3 I rapporti con il territorio 52 Capitolo 6. La struttura di governance 53 6.1 Etica e integrità di business 55 6.2 Il risk management 58 Capitolo 7. Il valore economico distribuito 61 7.1 Il valore economico direttamente generato e distribuito 62 Nota metodologica 63 Perimetro, scopo e contenuti del Bilancio di Sostenibilità 63 L'analisi di materialità 63 Glossario67 Annex70 GRI content index 77
CAPITOLO SIRAP 1 SUSTAINABILITY SERVED 1.1 Chi siamo La politica aziendale del gruppo sirap Il team di sostenibilità 1.2 La nostra strategia I 4 pilastri del piano strategico di sostenibilità 5
1.1 CHI SIAMO Produrre packaging per alimenti è la nostra passione da sessant’anni. Sirap – Società Italiana Ricerca Applicazioni Plastiche – nasce nel 1960 a Verolanuova (Brescia) e nel 1990 diventa parte di Italmobiliare Group. Nel 2019 Sirap-Gema SpA è una società per azioni controllata al 100% da Italmobiliare SpA, società per azioni quotata alla Borsa Valori di Milano. Oggi, grazie alle nostre gamme di prodotti e alla presenza in 18 Paesi, siamo uno dei più qualifi- cati produttori di contenitori per alimenti freschi in Europa. Una crescita e un successo ottenuti perseguendo soluzioni innovative per ogni tipologia di packaging alimentare, con l’obiettivo di essere un sinonimo di eccellenza per i nostri clienti e partner. Il rispetto per il cibo è l’ispirazione che ci guida. Elaboriamo nuove soluzioni per tutte le esi- genze di packaging per alimenti freschi: contenitori in XPS (polistirolo espanso), PET (Polieti- lentereftalato) e PP (Polipropilene) per ogni tipo di applicazione. Siamo in grado di fornire una vasta gamma di prodotti dedicati all’industria del fresco e alla Grande Distribuzione alimentare. I NUMERI 49.000 t 19 Società 11 Stabilimenti di produzione di materiali processati 18 Paesi Europei 1384 Dipendenti 269,3 MLN € Ricavi netti 11.000 t di PET proveniente da riciclo (R-pet) 6
LA POLITICA AZIENDALE DEL GRUPPO SIRAP Produrre packaging con responsabilità e promuoverne un utilizzo consapevole per noi signifi- ca declinare nel nostro lavoro l’amore per l’ambiente. Ecco perché le attività del nostro Gruppo si ispirano ai principi di una Politica Aziendale Integrata, che è stata rinnovata e aggiornata nel 2019. I principi cardine del nostro operato hanno come obiettivo la sostenibilità dei prodotti, dei processi e dei comportamenti, unita ai valori etici di affidabilità e trasparenza. La sostenibilità, innanzitutto: del prodotto, favorendo soluzioni riciclabili e a minore impatto ambientale. Ma anche dei processi, ottimizzando e riducendo l’impiego di risorse e la produ- zione di scarti e rifiuti. Senza dimenticare la sostenibilità dei comportamenti, sensibilizzando gli attori della filiera e i consumatori tramite operazioni di comunicazione e formazione congiunta. Per aiutarli a gestire correttamente il recupero dei prodotti, favorendone il riciclo ed evitandone la dispersione nell’ambiente. L’impegno per l’innovazione e il miglioramento continuo ci consente di anticipare i bisogni del mercato, analizzando le tendenze e investendo in ricerca e sviluppo. Realizziamo prodotti che garantiscono la massima affidabilità con il minore impatto ambientale possibile, attraverso le linee guida dell’Ecodesign: una metodologia di progettazione particolarmente attenta al ri- spetto per l’ambiente (v. par 2.3 L’Ecodesign per l’economia circolare). L’etica ci guida in tutte le nostre attività: tuteliamo la parità di genere e le diversità tra colleghi, assicurando a tutti un luogo di lavoro sicuro e positivo con eguali opportunità di crescita profes- sionale. Grazie all’orientamento al cliente, forniamo prodotti a elevati standard prestazionali e di sicurezza alimentare, creati con le migliori tecnologie e a tutela dei consumatori. Ispirandoci a valori di affidabilità e trasparenza, condividiamo con i fornitori, i clienti, gli enti esterni e le comunità locali informazioni basate su evidenze scientifiche. I PRINCIPI CARDINE DELLA NOSTRA POLITICA AZIENDALE SOSTENIBILITÀ INNOVAZIONE E MIGLIORAMENTO CONTINUO ETICA ORIENTAMENTO AL CLIENTE AFFIDABILITÀ E TRASPARENZA 7
1.2 LA NOSTRA STRATEGIA Produrre in modo sostenibile non ci basta. Vogliamo condividere questo impegno anche con i nostri portatori d’interesse: il nostro obiettivo è essere riconosciuti dal mer- cato come leader nella progettazione e sviluppo di prodotti sostenibili. Per questo investiamo nel miglioramento continuo per la gestione sostenibile delle nostre attività: dalla scelta delle materie prime ai processi, alla progettazione dei prodotti pensando anche al loro fine vita, e ai rapporti con i nostri stakeholder. Il nostro Team di Sostenibilità sostiene e realizza un piano triennale di azioni strategiche con obiettivi di ampia portata. IL TEAM DI SOSTENIBILITÀ Il cuore dell’impegno per la sosteni- bilità non può essere che le persone. Nel 2019 abbiamo istituito un Team di Sostenibilità coordinato dal Sustai- nability Manager, che opera a livello Gruppo con il compito di diffondere le linee guida del nostro Piano Strategico. Il Team di Sostenibilità si compone di due gruppi specifici: i Sustainability Account, collettori delle esigenze del mercato e dei clienti sui temi della sostenibilità e promotori delle soluzioni messe a punto da Sirap verso l'e- sterno, e i Sustainability Technician, che mettono a disposizione il proprio know-how tecnico e lo applica- no ai prodotti e ai processi sulla base delle indicazioni del piano di sostenibilità. Il team lavora in stretta sinergia al fine di implementare le azioni del piano strategico e raggiungere gli obiettivi che ci siamo posti per il prossimo triennio. 8
LA SOSTENIBILITÀ è il nostro impegno globale Processi sostenibili Importanti investimenti vengono fatti ogni anno con l’obiettivo di ottimizza- re i consumi di acqua ed energia e, di conseguenza, ridurre le emissioni di CO2. Materiali sostenibili Oltre a contenere alte percentuali di materie prime riciclate, i materiali Sirap sono progettati per garantire le massime prestazioni e la sicurez- za alimentare col minor quantitativo possibile di materia prima. Prodotti sostenibili Ogni nuovo packaging è progettato uti- lizzando il processo di eco-design, segue le linee guida della Plastic Strategy Euro- pea e viene valutato con test LCA (Life Cycle Assessment) Sostenibilità sociale Le crescita delle persone, la loro salute e sicurezza e l’impegno verso la parità di genere a tutti i livelli sono va- lori fondamentali in Sirap. 9
I 4 PILASTRI DEL PIANO STRATEGICO DI SOSTENIBILITÀ La nostra strategia di sostenibilità 2020-2023 è basata su quattro pilastri, declinati in obiettivi raggiungibili attraverso un piano dettagliato di azioni coordinate a livello di Gruppo. 1 Vogliamo rendere circolari tutte le nostre soluzioni e promuovere la circolarità in tutta la supply chain L’innovazione è il cardine della nostra mission: ci impegniamo per implementare le nostre linee guida per l’Ecodesign a livello di Gruppo, sviluppando nuovi prodot- ti sempre più circolari e sostenibili. Affinché la circolarità dei prodotti possa essere efficace, sosteniamo il networking con le autorità di regolamentazione, che hanno un ruolo chiave per rendere sostenibile la filiera della plastica. 2 Vogliamo agire all’origine del problema dei rifiuti in mare Il problema della plastica nei mari ci riguarda direttamente: per questo parteci- piamo attivamente ad eventi di raccolta rifiuti che organizziamo per le spiagge del Mediterraneo, le rive dei fiumi e nell’ambiente in generale. Vogliamo evitare la diffusione di rifiuti plastici nei mari, in particolare nei Paesi più a rischio, e facilitare la raccolta dei rifiuti attualmente presenti, attivando partenariati con fornitori di rPET provenienti anche da Paesi asiatici, africani e del Medio Oriente. 10
3 Vogliamo ridurre la nostra impronta ambientale Per prendere consapevolezza dei risultati ottenuti nei processi di efficientamento ambientale dei prodotti, e poterli migliorare sempre di più, abbiamo commissio- nato e realizziamo studi di Life Cycle Assessment (LCA) per misurare l’impatto dei nostri prodotti in tutto il ciclo di vita. Anche per quanto riguarda tutti i nostri processi, ci impegniamo a produrre in misura crescente energia da fonti rinno- vabili e più efficienti, monitorando e migliorando le performance dei principali indicatori di performance ambientale (KPI, v. par. CAP.3 - Gli impatti ambientali). 4 RECYCLE Vogliamo generare un impatto sociale positivo Il settore dell'imballaggio alimentare in plastica, di cui siamo tra i maggiori rap- presentanti, si trova al momento sotto attenta osservazione da parte dell’opinione pubblica. Attraverso un piano di comunicazione specifico, vogliamo diffondere al pubblico le informazioni e gli studi più recenti. Il nostro obiettivo è la trasparenza: nella nostra comunicazione non c’è posto per il greenwashing – le generiche affer- mazioni pro-ambiente, non sorrette da dati – ma solo per informazioni basate su dati scientifici e oggettivi. Per diffondere la cultura della sostenibilità è necessario che le persone siano infor- mate, per sentirsi coinvolte e passare all’azione. Con la newsletter recentemente attivata, vogliamo ingaggiare in particolare i collaboratori al nostro interno e ren- derli sempre aggiornati su queste tematiche. Non solo. Se la sostenibilità è un circolo virtuoso, un’azienda sostenibile attira partner altrettanto sostenibili. Noi ci impegniamo a instaurare rapporti di fornitura con aziende virtuose e a promuo- verne la transizione verso un impatto ambientale ancora minore. 11
IL NOSTRO NETWORK DI ASSOCIAZIONI A livello Europeo: In Francia: • Circular Plastics Alliance (CPA) • Federation Plasturgie • European Plastics Converters (EUPC) In Spagna: • Petcore Europe • Cicloplast In Italia: In Germania: • Confindustria • Industrievereinigung Kunststoffver- • Federazione Gomma Plastica che si packungen (IK) compone di Assogomma e Unionplast; In Polonia: nell’ambito di Unionplast, aderiamo al • Polish Union of Plastics Converter Gruppo merceologico Profood • Corepla In Unionplast siamo coordinatori del gruppo Pro-XPS a livello Europeo, per attivare processi di recupero e riciclo con i principali attori della filiera del polistirolo espanso estruso: dai produtto- ri di materie prime ai riciclatori sino al coinvolgimento di Corepla, di Styrenics Circular Solution (SCS) e dei clienti confezionatori. Per maggiori dettagli sulle associazioni a cui aderiamo si veda il Glossario. 12
Siamo allineati alla Strategia europea sulla plastica EU PLASTICS STRATEGY | COMMISSIONE EUROPEA Obiettivi per il packaging in plastica (entro il 2030) (Fonte: EU PLASTICS STRATEGY, European Commission) 100% 55%
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CAPITOLO L'INNOVAZIONE 2 NEL NOSTRO DNA 2.1 Il packaging: perché è così importante Il packaging in plastica, un alleato nella lotta contro lo spreco alimentare 2.2 Le materie plastiche PET: il polimero dalle mille applicazioni XPS: la frontiera dell’innovazione PLA e MATER-BI®: Le bioplastiche 2.3 L’ecodesign per l’economia circolare 15
Siamo nati dalla passione per il cibo. Dal desiderio di proteggerlo in tutta la sua qualità, integrità e freschezza. Per questo investiamo e continueremo a investire nello sviluppo di prodotti innovativi, in un’ottica di economia circo- lare, cogliendo le nuove sfide del mercato e condividendo la sensibilità crescente dei consuma- tori per la sostenibilità ambientale. Le azioni strategiche che adottiamo sono basate su quattro pilastri (v. par. 1.2, La nostra strategia), declinati in un piano d’azione che si svilupperà nell’arco del prossimo triennio. Tra le più importanti vi è l’Ecodesign: una metodologia sostenibile per la progettazione dei prodotti (v. par. 2.3, L’Ecodesign per l’Economia Circolare) che analizza tutta la filiera – dalla materia prima al fine vita – lavorando sulla riduzione delle quantità di materia prima utilizzata e la semplificazione strutturale, per favorire il recupero e il riciclo. 2.1 IL PACKAGING: PERCHÉ È COSÌ IMPORTANTE Gli imballaggi in plastica rivestono un ruolo fonda- mentale per la conservazione degli alimenti. Ol- tre a proteggere, contenere e conservare in modo efficace, il packaging in plastica contribuisce a ren- dere più efficiente la logistica, contenendo l’impat- to ambientale del trasporto. I contenitori in plastica salvaguardano gli alimenti lungo tutto il processo di distribuzione, fino al con- sumo finale: proteggono dagli urti e preservano i profili organolettici degli alimenti, ovvero le loro proprietà chimico fisiche che li rendono gradevoli e appetibili. Prevengono inoltre le contaminazioni microbio- logiche e chimiche, e soddisfano la legislazione vi- gente in termini di idoneità al contatto alimentare. 16
IL PACKAGING IN PLASTICA, UN ALLEATO NELLA LOTTA CONTRO LO SPRECO ALIMENTARE Durante il ciclo di vita di un alimento, una parte rilevante viene persa durante i processi produt- tivi o scartata dai consumatori finali. In Europa, la percentuale di cibo scartato dai consumatori sul totale dello spreco di cibo è più della metà del totale, il 53%, equivalente a 90 milioni di tonnellate di CO2 1. Un impatto già molto elevato, che sarebbe ancora più rilevante in assenza del packaging. Mediamente l'imbal- laggio in plastica prolunga la durata degli alimenti di due volte e mezza 2. Consideriamo per esempio che per produrre una bistecca di manzo da 250 g vengono emessi mediamente 3.400 g di CO2 3, mentre per produrre il vassoio che la contiene soltanto 45 g circa. 4. Se la carne viene sprecata, i grammi di CO2 emessi per produrla saranno stati immessi nell’ambiente senza in cambio alcun vantaggio per il consumatore. Mantenendo fresca la carne e prolungando la data di scadenza, invece, il packaging in plastica riduce questa probabilità. 90 milioni t di CO 2 3400 g di CO 2 53% Per la produzione di 250 g di manzo 45 g di CO CIBO SCARTATO sul totale di Food waste 2 in Europa Per la produzione di un vassoio in plastica Shelf life x2.5 1 Food waste: the problem in the EU in numbers [infographic], European Parliament, 15-05-2017 https://www.europarl.europa.eu/news/en/headlines/society/20170505STO73528/food-waste-the-problem-in-the-eu- in-numbers-infographic; 2 Elaborazione sulla base dei dati di “FPA (Flexible Packaging Association), «Value of Flexible Packaging in Extending Shelf Life and Reducing Food Waste Report», 2016.” 3 http://qui-impresa.ilsole24ore.com/barillacfn/food-for-ustgrowth/ConcentrazioneCO2CombatteTavola%20.php?uui- d=7b6ff17c-c862-11de-b5de-9c13d4ba2bbd&DocRulesView=Libero 4 Vassoio in XPS, Sirap, Indagine interna, 2016 17
MARINE LITTER: DI COSA SI TRATTA? La dispersione della plastica nell’ambiente è un problema di natura infrastrutturale. Ma soprattutto di cultura e comportamenti. Potenzialmente, la plastica si può riciclare un numero illimitato di volte all’interno di un circu- ito chiuso. Ma, per poter essere riciclata, deve essere innanzitutto raccolta e separata in modo corretto. In molte aree del mondo non esistono ancora i sistemi di raccolta né le infrastrutture per farlo in modo efficiente. A causa di comportamenti poco responsabili, inoltre, una parte dei rifiuti, tra questi anche quelli in plastica, viene abbandonata illegalmente nell’ambiente. Marine litter: il termine identifica qualsiasi materiale solido che si accumula in modo diretto o indiretto – da fiumi, scarichi d’acqua, piogge, onde, venti – in ambienti costieri e marini 5. L’80% dei prodotti abitualmente raccolti sulle spiagge è costituito da tutto ciò che non si scio- glie o non affonda. I rifiuti di plastica sono una parte del marine litter, in percentuale variabile secondo le diverse aree del mondo. È però difficile stimare la composizione dei rifiuti in mare aperto, a causa dei diversi comportamenti di galleggiamento o affondamento dei materiali. Nonostante nell’Unione Europea la gestione dei rifiuti sia in genere più sviluppata rispetto ad altre aree del mondo, la natura chiusa del Mar Mediterraneo tende a favorire l’accumulo dei rifiuti dispersi (tra i quali quelli in plastica). È quindi responsabilità di noi tutti evitare la dispersione di contenitori nell’ambiente: perché sono soprattutto le cattive abitudini, oltre alle inefficienze del sistema, la causa del Marine litter (e non la natura del materiale). 5 Programma ambientale delle Nazioni Unite - UNEP, 2012 18
2.2 LE MATERIE PLASTICHE Nella vita quotidiana entriamo in contatto con molti oggetti che identifichiamo come “fatti di plastica”. È evidente, però, come le loro caratteristiche fisiche siano molto diverse. La plastica di una bottiglia d’acqua, ad esempio, è diversa da quella di un sacchetto della spesa. Per questo motivo è più corretto parlare di “materie plastiche”: una varietà di polimeri, ognuno con pro- prie caratteristiche, proprietà e campi di applicazione. Il nostro essere innovativi consiste nella ricerca di polimeri le cui applicazioni possano essere sempre più funzionali a rispondere alle esigenze di sostenibilità. +8% +220 t DI PET DA RICICLO NEL 2019 DI BIOPLASTICHE rispetto al 2018 rispetto al 2018 Che cos’è un polimero? E perché è così importante nell’industria? Il termine “polimero” viene da una parola greca che significa “composto da molte parti”: un polimero, infatti, è una macromolecola, cioè una molecola composta da un elevato numero di parti più piccole, dette anche monomeri, che possono essere uguali o diverse tra loro e sono unite a catena tramite legami chimici. Questo tipo di macromolecole esiste anche in natura (ad esempio, le proteine) ma, nel linguaggio comune, il termine viene utilizzato soprattutto per macromolecole di sintesi e in particolare materie plastiche, gomme sintetiche e fibre tessili (ad esempio il nylon). I polimeri di sintesi possono essere di tanti tipi differenti e presentare caratteristiche molto diverse tra loro, ma sono accomunati da proprietà che li rendono ideali per moltissimi utilizzi: dalla resistenza meccanica allo sforzo e alla deformazione, fino alla facilità con cui possono essere configurati in strutture amorfe o cristalline, con diversi gradi di rigidità, trasparenza, permeabilità agli aeriformi e resistenza termica.. 19
PET: IL POLIMERO DALLE MILLE APPLICAZIONI Il PET (polietilentereftalato) fa parte della famiglia dei poliesteri ed è una resina termoplastica adatta al contatto alimentare, tenace, flessibile e resistente. In funzione dei processi produttivi e dei processi termici cui viene sottoposto può esistere in forma trasparente (amorfa) o bianca e opaca (semi-cristallina). Viene utilizzato in numerose applicazioni anche per le sue proprietà elettriche, la resistenza chimica, le prestazioni alle alte temperature se cristallizzato, la rapidità di stampaggio e l’autoestinguenza (la capacità, durante un incendio, di non far propagare le fiamme). È un materiale sicuro al contatto alimentare e riciclabile al 100%: non perde le sue proprietà fondamentali durante il processo di recupero e può essere riutilizzato per dare vita a nuovi prodotti. Il PET riciclato diventa rPET: l’utilizzo di rPET permette di abbassare soprattutto i valori dell’impronta di CO2 legata ai prodotti, aumentandone la sostenibilità ambientale. In Sirap, riguardo al riciclo del PET, abbiamo intrapreso un percorso di riduzione dell’uso di ma- teria prima vergine con l’introduzione di nuovi prodotti ad alto contenuto di plastica riciclata (v. box “Il nostro PET e i due tipi di riciclaggio”). Con l’utilizzo di PET riciclato (rispetto al vergine) si riduce il riscaldamento climatico globale grazie alla riduzione delle emissioni di CO2. L'acquisto di rPET promuove e favorisce lo sviluppo dell'industria del riciclo, con il beneficio per l'ambiente rPET e per l'intera filiera. La chiusura del cerchio: una delle più grandi sfi- de per la realizzazione del closed-loop della pla- 100% RECYCLABLE stica è la raccolta post-consumo del materiale. Per raccogliere e riciclare i prodotti al termine del loro ciclo di vita abbiamo potenziato la comuni- cazione sul packaging sulle corrette modalità di smaltimento. Inoltre, abbiamo attivato iniziative di sensibilizzazione tramite i gruppi di categoria e collaborazioni con gli stakeholder dell’industria del riciclo, tra cui Corepla (Consorzio Recupero Plastica), per individuare soluzioni che rendano i CONTAINS RECYCLED PLASTIC prodotti finiti 100% riciclabili dopo l’utilizzo da parte del consumatore. 20
“IL NOSTRO PET E I DUE TIPI DI RICICLAGGIO” I nostri prodotti in PET sono costituiti da foglie coestruse di tre strati (A/B/A). Lo strato interno conta per l’85% del totale ed è composto da PET riciclato post-consumo e da sfridi di termo- formatura, cioè da “cascami” di materiale recuperati dal processo di stampa a caldo. Lo strato esterno invece costituisce il restante 15% ed è composto da PET vergine al 100%, come richiesto per rispettare la normativa EN 10/2011 relativa al contatto alimentare. I prodotti ottenuti con PET riciclato hanno importanti benefici ambientali: 11 mila tonnellate di rPET permettono il recu- pero di 730 milioni di bottiglie e il risparmio di 27 mila tonnellate di CO2 equivalente l’anno 6. Il PET può essere riciclato in due modi: Nel riciclaggio meccanico, il PET viene prelavato con acqua calda, e con l’idrossido di sodio ven- gono rimosse colla ed etichette. Attraverso una tecnologia a raggi infrarossi (NIR Sorter – Near Infrared) vengono rimosse tutte le contaminazioni. Un selezionatore ottico suddivide i colori principali dai colori secondari, mentre il selezionatore ECS (Eddy Current Separator) rimuove alluminio, ferro e acciaio. In seguito si opera un'ulteriore selezione manuale e il materiale così ottenuto (PET) viene tritato e mandato in un serbatoio, dove i vari polimeri vengono differenziati sulla base della densità. Infine, la plastica selezionata viene asciugata, ne viene rimossa la polve- re, per poi venire riutilizzata per nuovi packaging. Riciclaggio chimico: detto anche depolimerizzazione, è il processo che usa una reazione in- versa (idrolisi, glicolisi, metanolisi) per separare il PET nei suoi monomeri iniziali (MEG = glicole etilenico, PTA = acido tereftalico). I monomeri ottenuti, opportunamente purificati e cristallizza- ti, possono essere ripolimerizzati per produrre nuovo PET vergine, adatto al contatto con i cibi. 6 Analisi interna, Sirap, 2019 21
XPS: LA FRONTIERA DELL’INNOVAZIONE L’XPS, o polistirolo espanso estruso, è composto al 95% di aria e al 5% di polistirene. I granuli di polistirene vengono immessi in un estrusore a vite senza fine dove vengono fusi. Si inietta poi del gas in pressione, e il polimero fuso fuoriesce dalla trafila anulare posta in testa all’e- strusore, espandendo e generando la caratteristica struttura cellulare. La densità media che si raggiunge è di circa 35 kg/m3 ed è possibile raggiungere densità ancora inferiori. Paragonato al PET e ad altri materiali, permette di risparmiare tra il 45 e il 55% nel consumo di materia prima. 35 kg/m3 95% 5% 45-55 % DENSITÀ ARIA POLISTIROLO RISPARMIO DI MATERIA PRIMA media rispetto al PET "Il progetto Pro-XPS: la via del riciclo passa attraverso le partnership" La nostra azienda coordina in Unionplast il gruppo Pro-XPS a livello europeo, con l’obiettivo di attivare processi di recupero e riciclo con i principali attori della filiera del polistirolo espanso (dai produttori di materie prime ai riciclatori sino al coinvolgimento dei clienti confezionatori). Abbiamo inoltre attivato un partenariato con aziende leader nella produzione di materiali plastici stirenici, per sviluppare soluzioni di packaging basate su poli- stirene riciclato meccanicamente e chimicamente. Le soluzioni mirano a raggiungere la circolarità per il po- listirene riducendo gli sprechi post-consumo, rispar- miando risorse preziose e riducendo, di conseguenza, l’impatto ambientale del prodotto. 22
PLA E MATER-BI®: LE BIOPLASTICHE Dal 2018 abbiamo introdotto la gamma di prodotti Earth’s® realizzata in bioplastiche biode- gradabili e compostabili, certificate con il marchio Compostabile CIC sviluppato dal Consorzio Italiano Compostatori e con il marchio OK Compost Industrial di TUV Austria secondo la nor- mativa europea EN 13432. I prodotti compostabili certificati sono adatti ai processi di compostaggio industriale, nei quali vengono trattatati gli scarti organici domestici della cucina e il verde del giardino e dei parchi pubblici (v. box “I tipi di compostaggio per il packaging compostabile”). In questi impianti, in speciali condizioni di temperatura, umidità e presenza di microorganismi, i prodotti compostabili si frammentano e biodegradano in acqua, anidride carbonica e humus – risorsa fondamentale, quest’ultima, per riequilibrare la componente organica dei suoli agricoli, inariditi sempre di più da pratiche produttive eccessivamente intensive. La linea MQ BIO, certificata Compostabile CIC e OK Compost TUV Austria 23
I prodotti della gamma Earth’s® sono ottenuti da due diverse biopla- stiche. Il PLA, o Acido Polilattico, è una bioplastica biodegradabile e compostabile prodotta da fonti rinnovabili, partendo dalla fer- mentazione degli zuccheri presenti nell’amido di mais. È un polime- ro ad alta trasparenza, con elevate caratteristiche meccaniche, che permettono di ridurre il peso dei contenitori e il consumo di materia prima, mantenendo le stesse performance dei polimeri da sintesi. Il PLA tuttavia ha due limiti tecnologici considerevoli: una bassa re- sistenza termica (rammollisce a 55°C), che ne compromette l’utilizzo in alcune applicazioni e comporta un’attenzione particolare alle modalità di stoccaggio e trasporto, e un’alta perme- abilità ai gas, che ne esclude l’utilizzo in molte applicazioni di confezionamento in atmosfera modificata. Il MATER-BI® è una bioplastica sviluppata e brevettata da Novamont SpA, azienda italiana lea- der del settore e portavoce europea della bioeconomia e dell’economia circolare. Il MATER-BI® è prodotto quasi totalmente da fonti rinnovabili, attraverso una filiera di approvvigionamento e trasformazione integrata, sviluppata interamente in Italia. Il materiale ha un aspetto bianco perlato, una texture particolarmente piacevole al tatto e ottime caratteristiche meccaniche e di resistenza ai gas, che lo rendono ideale anche per applicazioni in atmosfera modificata. Per noi di Sirap è fondamentale garantire che esista un sistema di trattamento adeguato per il fine vita dei nostri prodotti. Per questo suggeriamo la linea Earth’s® laddove esistano già im- pianti di compostaggio industriale adeguati. Il packaging compostabile può essere una valida alternativa al packaging difficile da riciclare (ad esempio prodotti molto sporchi o multilayer) e per i sistemi closed-loop (ristorazione, fiere ed eventi, aeroporti, ecc.) I tipi di compostaggio per il packaging compostabile Compostaggio industriale: è un processo industriale di compostaggio del rifiuto organico (scarti alimentari, verde da giardinaggio, privato o pubblico, ecc.) con condizioni costanti di lavorazione (temperature, umidità, composizio- ne), alto tasso di disintegrazione, standard internazionali di riferimento (normativa EN13432). Questo tipo di compostaggio è adatto ai nostri prodotti, per spessori massimi certificati. Compostaggio domestico: processo di compostaggio domestico con bidone specifico, condizioni variabili (dipendenti anche dall’area geografica), bassi tassi di disintegrazione, assenza di una normativa di riferimento internazionale. Non è adatto ai prodotti ad alto spessore (ad esempio vaschette in bioplastica) 24
2.3 L’ECODESIGN PER L’ECONOMIA CIRCOLARE I nostri nuovi prodotti vengono sviluppati con i criteri dell’Ecodesign, un metodo che prevede di progettare e sviluppare prodotti con l’obiettivo principale di ridurne l’impatto ambientale. Il risultato si può ottenere operando sotto diversi fronti: • composizione del prodotto, ottimizzando il peso e il volume; • utilizzo di PET riciclato post consumo, riducendo le quantità di materiale necessarie. Si possono inoltre limitare le plastiche miste e multistrato, prediligendo plastiche trasparen- ti o semitrasparenti anziché colorate o metallizzate. Utilizzando colle solubili ed etichette piccole e riciclabili si possono creare inoltre prodotti più facilmente gestibili e, dunque, più sostenibili. Per alleggerire la pressione sull’industria del riciclo, si può inoltre optare per mate- riali alternativi, come le bioplastiche compostabili purché avviate in modo corretto ai centri di compostaggio industriale. È possibile anche intervenire sulle forme: la loro riprogettazione permette di ridurre lo spessore (tra il 10 e il 15% in meno). In particolare, lo studio dell’inclinazione delle pareti e l’ottimizza- zione del numero di pezzi per scatola e per pallet possono ridurre l’impatto specifico del pack secondario e terziario, con l’aumento del numero di prodotti trasportati per unità di vendita e conseguente riduzione dell’impatto ambientale specifico del trasporto. Si può infine intervenire sui processi: la riduzione del consumo energetico, la transizione verso energie rinnovabili, la riduzione di emissioni e dei rifiuti sono tutti aspetti che influiscono sull’impronta ecologica di un prodotto e che, pertanto, monitoriamo attentamente per miglio- rare sempre sotto il profilo dell’efficienza. Consideriamo che all’interno del ciclo di vita di un prodotto l’impatto ambientale degli imballaggi in plastica è in genere pari a qualche punto percentuale dell’impatto totale del prodotto che viene imballato (v. par. 2.1, "Il packaging in plastica, un alleato nella lotta contro lo spreco alimentare"). 25
PERCHÉ UNA TRANSIZIONE VERSO L'ECONOMIA CIRCOLARE? In Europa il 60% dei rifiuti di plastica proviene da imballaggi. Il più comune fine vita dei rifiuti di imballaggio post-consumo è il riciclaggio (circa il 41%), ma non è ancora una percentuale sufficiente a raggiungere gli obiettivi della strategia dell’Unione Europea sulla plastica: 55% entro il 2030. Finora gran parte di questi rifiuti da imballaggio è stata riciclata al di fuori dell’UE, principalmente in Cina. Il nuovo divieto cinese sulle importazioni di rifiuti in plastica ha recentemente spinto l'Europa a guardare a nuovi obiettivi di riciclaggio sempre più ambiziosi. Ancora oggi, troppi rifiuti di im- ballaggi in plastica vengono smaltiti in discarica (20%): la strategia per la plastica mira a ridurli sotto il 10% entro il 2030 7. Per poter raggiungere questi ambiziosi obiettivi, l’Unione Europea richiede una transizione da un modello economico lineare, in cui le risorse vengono estratte, trasformate in prodotti, utiliz- zate e smaltite, a un modello circolare, nel quale la vita utile dei materiali e dei prodotti viene aumentata tramite riuso, riparazione e riciclo. ECONOMIA LINEARE ECONOMIA CIRCOLARE ESTRAZIONE DI MATERIE PRIME INDUSTRIA DEL (non rinnovabili o rinnovabili) RICICLO PRODUZIONE RIUSO DISTRIBUZIONE RIPARAZIONE PRODUZIONE RICICLO CONSUMO SMALTIMENTO CONSUMO DISTRIBUZIONE 7 Fonte: PlasticsEurope, 2017 26
Le performance dei nuovi prodotti vengono valutate con un set di analisi di laboratorio, di veri- fiche di impatto ambientale (Life Cycle Assessment, v. box) e attraverso un’analisi dei risultati di vendita con l’aiuto di un software di gestione dei nuovi prodotti. Ci siamo dotati di competenze e strumenti per la misurazione dell’LCA, che forniscono informa- zioni utili sugli impatti ambientali sia per monitorare e migliorare l’impatto dei nostri prodotti sia per aiutare i nostri clienti a comunicare la sostenibilità dei loro prodotti. LIFE CYCLE ASSESSMENT (LCA) E ENVIRONMENTAL PRODUCT DECLARATION (EPD). IL VALORE DEGLI IMPATTI LCA – L’analisi del ciclo di vita (Life Cycle Assessment) è un metodo strutturato e standardizzato a livello internazionale che permette di quantificare i potenziali impatti sull’ambiente e sulla salute umana associati a un bene o servizio, a partire dal rispettivo consumo di risorse e dalle emissioni. Nella sua concezione tradizionale, considera l’intero ciclo di vita del sistema oggetto di analisi a partire dall’acquisizione delle materie prime sino alla gestione al termine della vita utile includendo le fasi di fabbricazione, distribuzione e utilizzo. Misurazione dell'impatto ambientale associato a tutte le fasi del ciclo di vita di un prodotto (estrazione/produzione della materia prima, trasporto, realizzazione del prodotto, utilizzo e smaltimento). Gli impatti sono espressi con una serie definita di indicatori ambientali (es. global warming potential, consumo di risorse, acidifi- cazione delle acque, ecc.). PRODOTTO RISORSE EMISSIONI PROCESSO INDUSTRIALE RIFIUTI MATERIE PRIME RESIDUI DI PRODUZIONE PROCESSO DI MACINAZIONE EPD – Dichiarazione ambientale di prodotto è definita dall’International Organization for Standardization (ISO) 14025 come una dichiarazione di Tipo III che “quantifica le informazioni ambientali sul ciclo di vita di un prodotto per consentire confronti tra prodotti che svolgono la stessa funzione”. La metodologia EPD si basa sullo strumento Life Cycle Assessment. 27
LA TECNOLOGIA BREVETTATA D.EDGE® L’emblema del nostro processo di innovazione continuo dei prodotti in ottica circolare è D.edge®, una tecnologia brevettata che mira a ridurre l’impatto ambientale in tutto il ciclo di vita, dalla progettazione del pack, ai trasporti e alla gestione del riciclo post consumo. La particolarità di D.edge® risiede nella sua forma: gli spigoli “a diamante” sono stati progettati seguendo i criteri dell’Ecodesign per permettere una riduzione del 10% nell’utilizzo di materia prima, mantenendo alte performance nella capacità di carico e nella resistenza meccanica. Il contenitore è inoltre realizzato in PET riciclato ed è completamente riciclabile. Rispetto a una confezione in PET 100% vergine, un imballaggio D.edge® (contenente un minimo del 50% di rPET proveniente da post-consumo) riduce del 35% l’emissione di gas a effetto serra che contribuiscono al riscaldamento globale, per un ammontare di 23g di CO2 equivalente ri- sparmiata per ogni contenitore prodotto (dato medio di riferimento: SD0500, peso 18.8g). Si sta lavorando alla realizzazione dell'EPD – Dichiarazione Ambientale di Prodotto – dell'intera gamma D.edge®, a conferma dell’impegno ad orientare la produzione nel rispetto dell’ambiente. 28
MITI E FATTI SULLA PLASTICA 1 Mito: gli imballaggi si possono evitare? Fatto: Il packaging alimentare in plastica ha un ruolo centrale per conservare il cibo, evitandone lo spreco. 8 2 Mito: la plastica inquina? Fatto: considerando la produzione, il confezionamento e il consumo di un ham- burger, la percentuale di CO2 equivalente prodotta dal packaging è di circa il 2%, mentre l’allevamento dell’animale ammonta al 76%. La plastica inquina se disper- sa nell’ambiente, ma questo problema è di tipo infrastrutturale, sociale e culturale, non legato al materiale in sé. 9 3 Mito: la plastica non ha futuro? Fatto: se tutto il petrolio e il gas prodotti fossero destinati a produrre plastica, l’esaurimento delle risorse per la sua produzione sarebbe un problema lontanissi- mo; meno del 4% di petrolio e gas estratti oggi sono destinati alla produzione di plastica. 10 4 Mito: gli imballaggi in plastica si possono facilmente sostituire con altri? Fatto: le caratteristiche fisiche della plastica la rendono, ad oggi, insostituibile. È economica, efficiente, versatile e mantiene i prodotti freschi e al sicuro per giorni. Sostituire gli imballaggi in plastica con altri materiali richiederebbe un uso mag- giore di risorse naturali. Questo si tradurrebbe in maggiori emissioni di CO2 e mag- giori costi per i consumatori. 11 29
5 Mito: la plastica può essere sostituita dalla bioplastica? Fatto: da qui al 2023 la produzione di bioplastica per imballaggi potrà sostituire meno del 10% di quelli realizzati con plastiche “tradizionali”. 12 6 Mito: È l’Europa con la sua nuova direttiva a chiederci di eliminare gli imballaggi monouso in plastica e sostituirli con quelli compostabili? 13 Fatto: sono messe al bando dalla direttiva solo alcune categorie di prodotti mo- nouso. La stessa direttiva equipara peraltro totalmente le attuali bioplastiche alle plastiche tradizionali. 7 Mito: tutta la plastica è riciclabile? Gli imballaggi in plastica hanno un problema di gestione del fine vita. Fatto: tutte le plastiche sono riciclabili e possono esserlo all’infinito. La sfida è pas- sare da “riciclabile” a “riciclato” 8 Mito: Le attuali politiche europee e nazionali bastano per risolvere il problema dell’abbandono dei rifiuti negli oceani? Fatto: il 90% dei rifiuti plastici è portato negli oceani dai fiumi e il 90% di questo è attribuibile a 10 grandi fiumi, tutti extraeuropei. Il problema da risolvere è la ge- stione dei rifiuti e aumentare i tassi di riciclo a livello mondiale. 14 8 Università Bologna Dipartimento Scienze e Tecnologie Alimentari 9 www.environdec.com 10 PWC Scenario Evaluation no data at global scale 11 Denkstatt/PlasticsEurope 12 European Bioplastics nova-Institute (2018) 13 Direttiva del parlamento europeo e del consiglio sulla riduzione dell’incidenza di determinati prodotti di plastica sull’ambiente 14 “Export of Plastic Debris by Rivers into the Sea”, Christian Schmidt, Tobias Krauth e Stephan Wagner, Environmental Science Technology 2017 30
CAPITOLO GLI IMPATTI 3 AMBIENTALI 3.1 Risorse idriche 3.2 Energia ed emissioni 3.3 Rifiuti 31
La tutela dell’ambiente passa attraverso il monitoraggio continuo e la riduzione dei consumi. Negli ultimi anni abbiamo dedicato un’attenzione crescente all’impatto ambientale della no- stra attività, adottando nel 2019 la nuova Politica Aziendale di “Sostenibilità, Qualità, Salute, Sicurezza e Ambiente” che riassume i principi che ci guidano nell’adozione del Sistema di Gestione Integrato HSE (Health, Safety and Environment) certificato secondo gli standard UNI ISO 14001 e OHSAS 18001. Grazie al Sistema di Gestione Integrato HSE, che estendiamo progressivamente agli impianti di recente acquisizione, il nostro impegno si spinge oltre alla conformità verso le normative ambientali dei territori in cui operiamo. Le nostre attività produt- tive sono sottoposte a continue analisi tecniche e amministrative per individuare, in maniera preventiva, gli impatti ambientali dei nostri stabilimenti sul territorio e monitorare in modo puntuale i nostri consumi per l’uso sostenibile delle risorse e dei materiali utilizzati. Per tutte le Società del Gruppo analizziamo i processi di produzione garantendo che non vi siano rischi per le comunità locali e per l’ambiente, rispettando le soglie ambientali stabilite secondo i parametri normativi nazionali dei diversi Paesi in cui operiamo. Nel corso dell’ultimo biennio, nell’ambito del Sistema di Gestione Integrato HSE abbiamo intro- dotto per ogni stabilimento un set di indicatori ambientali dedicati ai principali input e output di produzione. Ci siamo posti l’obiettivo di individuare degli indicatori KPI (Key Performance Indicators) comuni e confrontabili per tutti i siti, analizzando i requisiti di legge previsti da ogni sito e formando un panel minimo di parametri qualitativi e quantitativi comuni da estendere progressivamente e misurare con cadenza periodica prefissata. Questo processo di standardizzare e diffondere costituisce la nostra base per studiare e im- plementare le strategie di miglioramento continuo delle nostre performance ambientali e di riduzione dei nostri impatti. I principali indicatori ambientali che abbiamo individuato sono riportati nella tabella seguente: Area Indicatore KPI su kg di materiali processati (Kg) Rifiuti totali prodotti Rifiuti (Kg) Rifiuti pericolosi (Kg) Rifiuti non pericolosi Energia elettrica (MWh) Energia elettrica consumata Acqua (L) acqua prelevata (m3) gas metano Gas (Kg) gas tecnologico Oltre ad analizzare gli impatti ambientali dei nostri stabilimenti produttivi, stiamo sviluppando una unit interna dedicata all’analisi degli impatti ambientali dell’intero ciclo di vita dei nostri prodotti secondo il metodo LCA (Life Cycle Assessment). Questo importante investimento ci consentirà la misurazione secondo un metodo scientifico degli impatti sull’ambiente dell’in- tera filiera di creazione dei nostri prodotti, a partire dalla fase di estrazione delle materie prime dei nostri fornitori fino allo smaltimento dei prodotti da parte del consumatore finale. 32
3.1 RISORSE IDRICHE Nei nostri siti produttivi miriamo a sviluppare sistemi che favoriscano l’ottimizzazione dei con- sumi idrici massimizzando il recupero dell’acqua utilizzata nei processi di produzione. L’acqua utilizzata proviene per il 96% del totale da pozzi e per il 4% da acquedotto. Nella maggior parte degli stabilimenti è presente un sistema a ciclo chiuso che ha lo scopo di riutilizzare l’acqua e consentire il raffreddamento. Dove sono presenti i sistemi a ciclo chiuso, preleviamo solamente la quantità di acqua necessaria per il reintegro del circuito in seguito a perdite o evaporazione. La parte restante circola in maniera continua per raffreddare i mac- chinari e, a sua volta, viene raffreddata tramite torri evaporative o impianti di refrigerazione con scambiatore di calore chiuso. Nei siti in cui non è prevista la presenza di un impianto a circuito chiuso vengono rispettati i parametri di legge previsti per lo scarico delle acque dalla normativa locale. 33
3.2 ENERGIA ED EMISSIONI Con lo scopo di raggiungere una maggiore efficienza dal punto di vista energetico riducendo gli sprechi e il conseguente impatto ambientale, dal 2012 abbiamo attivato per i siti italiani il pro- getto “Energy Saving”. Il monitoraggio continuo dei consumi energetici ci consente di valutare le soluzioni tecniche più efficienti e ci fornisce un mezzo a supporto per coinvolgere e sensibiliz- zare il personale rispetto a un minor consumo di risorse. Il progetto Energy Saving è stato lanciato in seguito a un audit energetico nel sito di Castiglion Fiorentino (Arezzo) ed è stato progressivamente esteso a tutti gli stabilimenti italiani del Gruppo (creazione dell' “Energy Team”). Gli sprechi vengono ridotti agendo su diverse aree d’azione: • comportamenti; • ottimizzazione dei processi; • manutenzioni degli impianti; • gestione dell’illuminazione; • investimenti e gestione dell’aria compressa. Negli stabilimenti italiani del Gruppo effettuiamo la rilevazione e l’analisi delle informazioni tra- mite sistemi puntuali installati sugli impianti che monitorano le singole apparecchiature. I dati relativi ai consumi dei principali macchinari vengono inviati a un server e possono essere control- lati da remoto in tempo reale. Periodicamente l’Energy Team del sito organizza un meeting in cui analizziamo le nuove proposte di efficientamento e ci scambiamo feedback riguardo le azio- ni intraprese. L’andamento viene valutato attraverso l’indicatore di performance energetico KEI (Key Energy Indicator), ottenuto dal rapporto fra kWh utilizzati e tonnellate di materia prima pro- cessata. Per migliorare le nostre performance, coinvolgiamo i nostri dipendenti e li incentiviamo a collaborare segnalando azioni correttive, che vengono prontamente prese in considerazione. Tra gli obiettivi del prossimo triennio, prevediamo di uniformare la misurazione puntuale del KEI in tutti gli stabilimenti del Gruppo. La progressiva estensione degli indicatori ambientali pre- visti dal Sistema di Gestione Integrato HSE a tutte le realtà produttive del Gruppo ci permetterà di svolgere analisi approfondite delle performance energetiche di ciascun stabilimento, per av- viare azioni correttive e di miglioramento continuo dei consumi. Gli effetti positivi delle politiche di ottimizzazione energetica sui prodotti avranno un impatto misurabile attraverso il Life Cycle Assessment per il ciclo di vita dei prodotti. Tra la fine del 2020 e l'inizio del 2021 installeremo inoltre presso lo stabilimento italiano di Ca- stelbelforte (Mantova), un impianto di trigenerazione in grado di produrre energia elettrica, calore e energia frigorifera a partire da gas metano, garantendo una maggiore efficienza dei consumi del sito produttivo. 34
-17% EMISSIONI DIRETTE DI GAS A EFFETTO SERRA rispetto al 2018 -6% CONSUMI DI ENERGIA ELETTRICA rispetto al 2018 -36% GAS METANO UTILIZZATO rispetto al 2018 -11% CONSUMO TOTALE ENERGIA PER GLI IMPIANTI rispetto al 2018 35
3.3 RIFIUTI Per la gestione dei rifiuti, verifichiamo l’efficacia dell’applicazione della nostra politica aziendale tramite il Sistema di Gestione Integrato HSE che verrà gradualmente esteso anche ai siti di re- cente acquisizione. Il sistema prevede un audit annuale interno di verifica legislativa e procedurale, associato a un audit effettuato a campione da ente di certificazione esterno qualificato. La gestione dei rifiuti è demandata ai singoli siti, che conferiscono le differenti tipologie di rifiuti mediante appositi contenitori etichettati con il codice CER, stoccati temporaneamente in apposite aree interne ai siti, le “isole ecologiche”, e infine inviati a centri esterni autorizzati al recupero, stoccaggio o smaltimento. Per migliorare il nostro impatto abbiamo definito tre obiettivi ambiziosi: • ridurre la produzione totale dei nostri rifiuti, a partire dalla misurazione attraverso KPI dedicati comuni in tutti i siti che ci permetteranno di individuare le politiche più efficaci; • ridurre la quantità di rifiuti destinati a smaltimento in discarica, individuando ove pos- sibile opportunità di recupero dei rifiuti attraverso una prima analisi approfondita degli attuali gestori del servizio; • sviluppare iniziative di riciclo closed-loop coinvolgendo i nostri clienti nel recupero dei nostri prodotti nella fase post-consumo. 80% dei rifiuti totali del Gruppo sono stati inviati a recupero nel 2019 36
CAPITOLO LE NOSTRE 4 PERSONE 4.1 Il processo di selezione 4.2 I nostri benefit 4.3 L'engagement dei dipendenti 4.4 Formazione 4.5 La salute e la sicurezza al centro Obiettivo zero infortuni Identificazione, valutazione e gestione dei rischi di salute e sicurezza 37
Siamo una grande realtà votata all’innovazione e all’eccellenza che basa il proprio valore sulla crescita delle persone. L’etica guida lo svolgimento di tutte le nostre attività: tuteliamo la parità di genere e le diversità tra colleghi, assicurando a tutti un luogo di lavoro sicuro e positivo con eguali opportunità di crescita professionale. Nel 2019 il Gruppo Sirap conta 1.384 dipendenti, di cui 31% donne e 69% uomini, assunti per il 91% con un contratto a tempo indeterminato. 69% uomini 31% donne 1384 DIPENDENTI DIPENDENTI DEL GRUPPO SIRAP per fascia d'età e genere 236 159 562 33 286 106 Under 30 Tra 30 e 50 Over 50 DIPENDENTI DEL GRUPPO SIRAP per categoria e genere 225 7 197 673 28 252 Manager Impiegati Addetti alla amministrativi produzione 38
4.1 IL PROCESSO DI SELEZIONE Attraverso la diffusione e applicazione del Codice Etico di Gruppo garantiamo che nel processo di selezione vengano date le stesse opportunità ai candidati, indipendentemente da sesso, età, etnia, religione, orientamento politico. In Sirap Gema, per il processo di recruiting, selezione, inserimento seguiamo una procedura interna che si applica a tutto l’organico delle sedi italiane. Per i nuovi dipendenti organizziamo una giornata di informazione e di scambio con i dipendenti di altre sedi, con lavori di gruppo, brainstorming di nuove idee da proporre al Gruppo e suggerimenti recepiti dal management. In tema di attrazione dei talenti, nel quadriennio 2016-2019 abbiamo attivato soluzioni di scouting diretto presso Università italiane quali il Politecnico di Milano, l’Università del Salen- to, l’Università Cattolica e l’Università di Torino, ricorrendo a convenzioni e progetti di inseri- mento su misura per la nostra realtà. Il focus ha riguardato giovani laureati o laureandi dai 23 ai 29 anni, con votazioni e profilo eccellenti, forte motivazione e interesse verso il Gruppo Sirap, provenienti dalle facoltà di Ingegneria, Design, o Economia. 39
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