SIl potere del sacro - c3dem
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S studio del mese La teologia di fronte alle violenze sessuali Il potere del sacro Perché la questione degli abusi e delle violenze (in primis su minori) nella Chiesa costituisce una sfida per la teologia? Perché, soprattutto in ambito tedesco, si parla di esse come di un «complesso sistemico»? Che relazione c’è tra la crisi innescata dalla pedofilia e la liturgia? Gli studi che sono stati effettuati prima negli USA e soprattutto in Germania hanno messo in luce il fatto che la pedofilia nella Chiesa è resa possibile grazie a un complesso insieme di fattori – «il modo di gestire il potere, la maniera di comprendere la sessualità, le forme di vita sacerdotale» – agiti dai singoli soggetti colpevoli. Per questo fine è stato avviato il Cammino sinodale tedesco e per questo motivo lo studio che qui presentiamo analizza «le dinamiche specifiche del potere sacralizzato». E lo fa puntando all’ambito liturgico, perché qui si rende particolarmente visibile il «potere» vissuto nella Chiesa, i suoi codici, le sue pratiche, le sue logiche, la sua estetica. Il rischio maggiore, quello dell’«autoreferenzialità», è quello di diventare come un corpo con «una grande testa» ma quasi privo di membra, cioè una liturgia clericale priva della teologia battesimale che dà forma alla comunità che celebra. Il Regno - at t ua l i t à 14/2021 461
A p. 461: © Josh Applegate tudio del mese D a dieci anni la Chiesa cattolica in tedeschi (fondato nel 1848) è l’associazione dei rap- Germania è scossa dallo scandalo presentanti dei consigli diocesani e delle associazioni degli abusi e delle violenze sessuali. cattoliche, nonché delle istituzioni di rappresentanza Esso è stato innescato da una lette- dei laici e di altre personalità della Chiesa e della so- S ra con cui il gesuita Klaus Mertes, cietà in Germania. in qualità di rettore del collegio Ca- La relazione tra la ricerca delle cause degli abusi e nisius di Berlino, si rivolgeva agli ex delle violenze e il programma cattolico di riforme ri- alunni per informarli sugli abusi e le violenze sessuali sulta da quel punto di contatto costituito dalla preva- avvenuti nella sua scuola e per chiedere perdono alle lenza di preti – coperti dalle gerarchie – tra i colpevoli. vittime. All’epoca Mertes parlava di «aggressioni siste- Le dinamiche specifiche del potere sacralizzato s’in- matiche». tensificano nelle forme di vita in cui questo potere Con il cosiddetto Studio MHG del 2018, su Violen- comprende i soggetti coinvolti (non da ultimo attraver- za sessuale su minori da parte di sacerdoti cattolici, so lo stile di vita celibatario) e ha accesso alla vita delle diaconi e religiosi maschi appartenenti agli ordini reli- persone nel segno della cura pastorale e della guida giosi nell’area della Conferenza episcopale tedesca, ab- parrocchiale. biamo ora cifre affidabili sull’estensione e sulla porta- ta della violenza sessuale, soprattutto da parte dei In persona Christi. preti.1 Questo permette di determinare le modalità di Con quali conseguenze? funzionamento e i motivi di un complesso sistemico Questo potere è riferito a Gesù Cristo. Quindi al- di abusi e di violenze. meno teoricamente risulta relativizzato, ma proprio Ciò quindi costituisce una sfida per la teologia cat- perché è legato all’autorità della sostituzione vicaria, tolica, dal momento che le forme di pensiero teologico in esso è inscritta una tendenza pratica all’uso illimita- e i modelli d’azione ecclesiali sono portatori di un siste- to dei poteri. L’ufficio ministeriale nella Chiesa è cristo- ma che ha permesso l’abuso sessuale, soprattutto su logicamente vincolato e apostolicamente autonomo. minori, ma anche su religiose. La violenza sessuale e Questo rende assai precario sia distinguere i confini tra l’abuso spirituale devono essere distinti, ma nella for- autorità e abuso di potere nel singolo evento, sia poterli ma istituzionale in cui si verificano formano un’unica valutare in un processo – soprattutto quando il potere cosa che si realizza grazie alla sacralizzazione di quel di controllo è esercitato da chi detiene anche il potere potere che consente di agire su soggetti protetti o su legislativo. persone affidate in custodia alla Chiesa. Qui s’intrecciano motivazioni dogmatiche e norme Lo shock causato dalla pubblicazione dello Studio canoniche. La tutela dei colpevoli è basata su argo- MHG non è dovuto solo ai dati emersi. Studi simili menti persuasivi, che si fondano sugli obblighi di fedel- erano già disponibili, per esempio, negli Stati Uniti. tà alla santa madre Chiesa. L’obbedienza di fede che la Più chiaramente di prima, però, in Germania da un Chiesa cattolica esige dai fedeli (CIC can. 212 § 1) in- lato si è percepita la conferma di un fenomeno mon- clude il «rispetto verso i pastori» (§ 3), che agiscono «in diale, ma dall’altro, grazie all’impostazione di metodo quanto rappresentano Cristo» (§ 1). dello studio, è diventato tangibile il funzionamento si- Ufficio e ministri sono così sacralizzati nella mo- stemico del complesso dell’abuso e delle violenze in dalità della repraesentatio Christi. Essi comunicano la ambito cattolico. salvezza che mediano. Quest’aura del sacro si tra- La Conferenza episcopale tedesca (DBK) ha reagi- smette ai ministri soprattutto in quegli atti liturgici to allo Studio MHG con una giornata di studio, che ha che non potrebbero aver luogo senza i chierici. Ciò identificato questa situazione come una «cesura» e ha che agisce psico-socialmente a livello di esperienza affrontato le questioni che emergono in stretta correla- religiosa viene inculcato come comportamento dal zione con il complesso sistemico dell’abuso: ossia il diritto canonico. La portata dell’obbedienza ecclesia- modo di gestire il potere, la maniera di comprendere la stica abituale appare dimostrata dall’ovvietà con cui il sessualità, le forme di vita sacerdotale. legislatore ecclesiastico concede ai fedeli dei diritti, La discussione su questi temi e la ricerca delle con- che essi possono «difendere legittimamente» (CIC seguenze hanno portato alla decisione nell’assemblea can. 221 § 1), ma solo nella misura in cui «l’esercizio primaverile della Conferenza episcopale, nel marzo dei diritti» a sua volta sia regolato dall’«autorità eccle- 2019 a Lingen, insieme al Comitato centrale dei cat- siastica» (CIC can. 223 § 2). tolici tedeschi (ZdK), d’avviare un processo di rifles- Se, in questo contesto, i fedeli sono tenuti a prestare sione e di riforma, che ha stabilito il Cammino sinoda- attenzione al «bene comune della Chiesa» (CIC can. le della Chiesa cattolica in Germania, aperto nel di- 223 § 1), appare evidente perché il sistema di protezio- cembre 2019, attraverso il lavoro preliminare di alcu- ne ecclesiastica dei colpevoli abbia potuto prevalere ni forum tematici.2 Il Comitato centrale dei cattolici così a lungo sui diritti delle vittime. E perché sia rima- Il Regno - at t ua l i t à 14/2021 462
sto formalmente invisibile ciò che avveniva sotto il (Amt), che è esso stesso sacramentale. È allo stesso mantello della sacralità ecclesiastica. tempo legato al potere (Macht) gerarchico: include Per questo è necessario uno sguardo analitico sullo formalmente tutte le forme di vita nella Chiesa. La spazio in cui la sacralizzazione della Chiesa si compie presidenza della liturgia, in cui Cristo è rappresentato visibilmente per tutti i soggetti ecclesiali: ovvero sulla sacerdotalmente come capo del corpo di Cristo, si liturgia. Qui il potere del sacro diventa visibile ed espe- collega, anche lungo questa linea, con quella del go- ribile. Qui il codice di sacralizzazione ecclesiastico si verno della Chiesa. afferma, ma allo stesso tempo si ritrae. Parlando sul Per la dinamica performativa di questo processo piano sistematico, questo codice si unisce all’intreccio semiotico considerato come culto è necessaria un’istitu- tra visibile e invisibile, specialmente nell’eucaristia. La zione ecclesiale articolata: (1) attraverso Gesù Cristo, celebrazione eucaristica comunica ciò che accade nel- la tradizione della Cena del Signore (2) fondata sul la fede, ma si sottrae all’osservazione esterna: è contat- canone della Scrittura esiste e quindi (3) è legittimata to con il santissimo Sacramento. ecclesialmente come autentica e (4) è riattualizzata La Chiesa vive di questa irruzione del trascendente ogni volta nella liturgia della Chiesa. La comunica- nello spazio dell’esperienza religiosa – ossia nell’euca- zione liturgica dell’eucaristia dipende quindi dalla ristia –. Essa trae così le sue risorse da una sacralizza- condivisione di segni ecclesiali, che a sua volta, teolo- zione che la istituisce come comunità e che quindi può gicamente e nella forma di un’autorità sacramentale, rivolgere a sé stessa. La centralità liturgica del ministe- viene stabilita (1) e come tale garantita (2) e sempre di ro sacerdotale nella celebrazione dell’eucaristia porta nuovo attuata (3). alla valorizzazione di tutto ciò. Questa autorità è teologicamente fondata, liturgi- Questo contesto richiede una riflessione teologico- camente celebrata e dotata di competenze giuridiche fondamentale: l’analisi e la determinazione del reci- (cf. CIC cann. 840-848). L’attribuzione e la riserva di proco influsso tra ufficio (Amt) e potere (Macht). Essi ruoli specifici per il clero e la comunità, i modelli sacra- hanno luogo nella liturgia come spazio determinante mentali d’inclusione ed esclusione, tutto ciò definisce i per la vita della Chiesa. La liturgia fornisce lo spazio confini della Chiesa come comunità di fede in cui «la primario di percezione del potere vissuto nella Chiesa: vita di Cristo si diffonde nei credenti» (Lumen gentium, dei suoi codici, delle sue pratiche, delle sue logiche. n. 7; EV 1/297). Qui, il potere sacro del cattolicesimo viene messo in La Chiesa è santificata da Gesù Cristo, il quale co- azione – con i suoi alti versanti espressivi così come me «pontefice assunto di mezzo agli uomini (…) fece con le sue problematiche messe in scena –. del nuovo popolo “un regno e sacerdoti per il Dio e il Padre suo” (Ap 1,6; cf. 5,9s)» (Lumen gentium, n. 10; Che cosa comunica la liturgia? EV 1/311). In questo modo la Chiesa sacralizza se stes- La celebrazione dell’eucaristia fornisce materiale sa: nella forma della sua dottrina magisteriale e con la per comprendere tutto ciò. Da un punto di vista teolo- sua determinazione ecclesiologica di communio san- gico l’eucaristia ha un carattere fondativo, perché in ctorum, come, ad esempio, nel Credo degli apostoli e essa si costituisce sempre di nuovo il corpo di Cristo. nel Catechismo (nn. 946-962). Questo avviene nella forma di un’azione rappresenta- Questo a sua volta avviene nel testo e come testo, tiva, che impone chiaramente una distribuzione di cioè performativamente: con il Codice di diritto canoni- ruoli: con la performance rappresentativa del ministro co che guida il funzionamento della Chiesa e la sua ordinato, che agisce nella persona di Gesù Cristo come struttura istituzionale. Esso costituisce la comunità del- soggetto effettivo dell’azione, ma che allo stesso tempo la Chiesa attraverso la partecipazione di tutti al- valorizza il ministro per il ruolo che esercita. l’«ufficio sacerdotale, profetico e regale di Cristo» (Lu- Si tratta di un sistema semiotico complesso, che ri- men gentium, n. 31; EV 1/362). Allo stesso tempo, la vela il funzionamento di quel potere ecclesiastico che è differenzia gerarchicamente, attraverso il ruolo asse- così decisivo per la costituzione della Chiesa cattolica. gnato ai chierici e ai laici, specialmente nell’eucaristia. Essa intende sé stessa come sacramento (cf. Lumen gentium, n. 1), mentre l’«amministrazione» dei sacra- Sacra potestas menti è legata in modo non esclusivo, ma determinan- «Il sacerdote ministeriale, con la potestà sacra di te, ai suoi vescovi, presbiteri e diaconi. Questo potere è cui è investito, forma e regge il popolo sacerdotale, reale perché con esso avviene un passaggio articolato: compie il sacrificio eucaristico nel ruolo di Cristo e lo dalla «assemblea visibile» alla «comunità spirituale», offre a Dio a nome di tutto il popolo; i fedeli, in virtù dalla «Chiesa terrestre» alla «Chiesa arricchita di beni del loro regale sacerdozio, concorrono all’offerta celesti» (Lumen gentium 8; EV 1/304). dell’eucaristia, ed esercitano il loro sacerdozio col ri- La congiunzione d’immanenza e trascendenza at- cevere i sacramenti, con la preghiera e il ringrazia- traversa la disposizione sacramentale dell’ufficio mento, con la testimonianza di una vita santa, con Il Regno - at t ua l i t à 14/2021 463
tudio del mese C h i e s a – T e o lo g i a , liturgia, violenze Un libro per chiarire S I l volume, di cui qui accanto vengono presentati co- parti, ciascuna composta da 6 saggi corposi, può essere uti- me Studio del mese alcuni contenuti fondamentali le a offrire il quadro complessivo del testo e a chiarire la am- rielaborati da parte dei tre curatori, fin dal titolo illu- piezza della sua riflessione. stra il quadro delle gravi questioni cui tenta di dare ri- sposta: Amt – Macht – Liturgie. Theologische Zwischenru- Estetica del potere – fe für eine Kirche auf dem Synodalen Weg, a cura di Gregor nell’ambito della liturgia Maria Hoff, Julia Knop e Benedikt Kranemann, («QD La I parte del volume offre una lettura dello spazio rituale 308», Herder Freiburg im Br. 2020). In traduzione italiana come delicata correlazione tra «ufficio» e «potere». I primi può suonare: Ufficio ministeriale, potere e liturgia. Com- due saggi studiano in che modo si materializzano i rapporti menti teologici per una Chiesa in cammino sinodale. tra ministero e potere nella pratica liturgica: Albert Gerhards Dal titolo, a dire il vero, emerge solo parzialmente il – «Le Chiese come specchio della autocoscienza ecclesiale. vero motivo del testo, ossia la necessità d’offrire una ri- Riflessioni sulla messa in scena dello spazio rituale della Chie- sposta urgente al «dramma degli abusi e delle violenze» sa dal punto di vista del potere clericale» (18-40) – e Benedikt che ha profondamente scosso la coscienza ecclesiale Kranemann – «L’abito fa il monaco. Vesti liturgiche, potere e cattolica, non solo tedesca, e che l’ha indotta ad affron- liturgia comunitaria» (41-56), che si chiude con 4 tesi sui ri- tare il Cammino sinodale, come riflessione profonda sul- schi e sulle opportunità nello studio di queste relazioni –. la correlazione di tre voci del vocabolario ecclesiale, sul- Seguono altri 4 studi di taglio diverso: Peter Ebenbauer le cui relazioni interne si soffermano i 18 saggi del libro e Isabella Bruckner – «“Troni e dominazioni, principati e po- (scritti da 12 teologi e 8 teologhe). testà”? La questione della messa in scena estetica dei rap- La Prefazione chiarisce che, senza affrontare sul pia- porti di potere nella liturgia» (57-70) –; Joerg Mueller e Nico- no della teologia fondamentale, della storia, della dog- le Schockhoff – «“Ci hai costituito testimoni…” Liturgie lai- matica e della liturgia la relazione tra «ministero», «po- cali – Elementi essenziali della ecclesiologia conciliare» (71- tere» e «culto rituale», non si potrà mai venire a capo né 86) –; Lea Lerch – «Desiderio di personalizzazione? Laici e del dramma degli abusi e delle violenze, né della riforma clero nella prospettiva del Movimento liturgico» (87-105) –; della Chiesa. Stephan Knops – «Il dibattito sulla predica dei laici: provo- Anzi la prospettiva di ricerca che guida il volume – cazioni teologiche e speranza di nuovi approcci sulla via di della prestigiosa collana Quaestiones disputatae – studia una liturgia comunitaria» (106-121) –. esattamente questo incrocio: «La relazione tra ufficio Com’è evidente dai titoli, approcci liturgici, storici e dog- ecclesiale e potere, nel modo in cui si configura in litur- matici dissodano con competenza soprattutto la storia re- gia, come determinante spazio di vita ecclesiale» (11). La cente e gli effetti del Movimento liturgico e della riforma li- struttura del testo divide i contributi in tre campi, che turgica sugli equilibri tra esercizio del ministero apostolico ruotano intorno al tema del potere: il primo è dedicato ed esperienza di autorità. all’«Estetica del potere – nell’ambito della liturgia» (17- 121); il secondo alla «Pragmatica del potere – ordina- Pragmatica del potere – menti liturgici» (123-214); il terzo alla «Logica del potere ordinamenti liturgici – nell’orizzonte delle disposizioni teologico-ecclesiali» La II parte del testo riflette invece sulla esigenza di rifor- (215-317). La semplice elencazione dei titoli delle tre ma ecclesiale, che la forma liturgica allo stesso tempo solle- l’abnegazione e la carità operosa» (Lumen gentium, In lui, con lui e attraverso di lui si realizza l’im- n. 10; EV 1/312). mensa potenza vitale e creativa di Dio. Con la qualità Il «sacerdote ministeriale» ha una «potestà sacra», metaforica dell’annuncio del regno di Dio da parte di la sacra potestas (Lumen gentium, n. 10; ivi). Essa di- Gesù, nelle parabole, nelle azioni di Gesù, fino al suo pende dalla repraesentatio Christi, cioè dal rendere pre- riferirsi a Dio come Padre, i Vangeli – ognuno di essi sente la persona di Gesù Cristo. Essa accade eucaristi- con un disegno diverso – presentano Gesù come figu- camente nei segni che Gesù ha posto. In essi si comuni- ra centrale della rivelazione. In lui il Dio invisibile di- ca la realtà del regno di Dio. La Chiesa realizza ciò che venta visibile (cf. Gv 1,18). La teologia giovannea rappresenta. In essa si comunica la salvezza, che Gesù dell’immagine esprime ciò con coerenza quando at- Cristo rappresenta nella sua vita e nel suo messaggio, tribuisce a Gesù l’affermazione che chi vede lui vede nella sua morte e nell’autotestimonianza di Crocifisso il Padre (cf. Gv 14,9). risorto. Il dispositivo dell’immagine cristologica si fa tra- Il Regno - at t ua l i t à 14/2021 464
cita e attende. S’inizia con un testo di carattere biblico di zione di Sacrosantum concilium 7, tra evidenze teologi- Marlis Gielen – «Liturgia – orientata alla comunità o incen- che e normative giuridiche. trata sull’ufficio ministeriale? Una visione neotestamenta- Così Gregor Maria Hoff – «La trappola della sacraliz- ria» (126-136) – cui segue una riflessione fondamentale, di zazione. Sull’estetica del potere nella Chiesa cattolica» carattere liturgico, sull’azione del ministro ordinato nella (267-284) – mette in rilievo i rischi di sacralizzazione dei celebrazione liturgica di Alexander Zerfass – «Culto divino e sacramenti, mentre Thomas Schueller – «La liturgia tra gerarchia. Sull’agire liturgico del prete “in persona Christi ca- le catene del diritto canonico» (285-296) – rileva le que- pitis”» (137-150) –. stioni di comprensione giuridica di un nuovo modello di Uno sguardo sistematico studia poi la relazione tra Chie- liturgia e di Chiesa, e, infine, Thomas Stubenrauch – «Chi sa, ministero e culto con Julia Knop – «Uno scisma clericale comanda nel culto divino? Annotazioni giuridiche e ri- nel culto divino? Una rilettura critica delle prescrizioni ec- flessioni pratiche sull’autorità interpretativa e normati- clesiali sull’ufficio ministeriale e la liturgia» (151-168) –; va in liturgia» (297-317) – studia in conclusione com’è mentre i rapporti tra liturgia e potere vengono correlati alla cambiato, con il Vaticano II, il modo di gestire l’autorità crisi ecclesiale con Birgit Jeggle-Merz – «Liturgia e potere. in campo liturgico. Riflessioni di fronte alla crisi ecclesiale» (169-184) –. Ciò che desta maggiore interesse, e forse qualche Si dedica infine attenzione al linguaggio liturgico sulla sorpresa – almeno per il lettore italiano – è che tutti que- presidenza laicale delle celebrazioni con Judith Hahn – sti saggi, spesso corredati di un apparato iper-scientifico «Guide, coadiutori/coadiutrici, incaricati/e. La terminologia di note e di rimandi, sono chiaramente orientati a offrire della presidenza liturgica da parte di laici/laiche», (185- materiale prezioso per la riflessione del Cammino sino- 199) – e alla problematica della contraccezione in rapporto dale in corso nella Chiesa tedesca. Una logica di comu- a eucaristia e confessione con Regina Heider – «Contracce- nione che non di rado può essere interpretata esatta- zione, eucaristia e asimmetrie di potere del clericalismo» mente al contrario, quasi come una presa di distanza, (200-214) –. quando non di separazione. Ristabilire il valore di servizio ecclesiale della più au- Logica del potere – nell’orizzonte dace riflessione teologica e il bisogno che la Chiesa loca- delle disposizioni teologico-ecclesiali le e universale hanno, entrambe, di un tale servizio d’in- Nella III parte del volume si affrontano le relazioni tra telligenza della fede è forse la motivazione più urgente potere e liturgia anzitutto sul piano storico: in primo luogo che spinge alla presentazione e alla positiva considera- Hubertus Lutterbach – «Sante messe, santi altari e santi sa- zione di questo importante volume. cerdoti. Ricostruzione storica di una correlazione di grande Una Chiesa che decida di muoversi con stile sinodale impatto» (216-236) – indaga sulle trasposizioni che il rituale – a Nord o a Sud, a Est o a Ovest del mondo tedesco – do- ha introdotto nella percezione della Chiesa e del potere, vrà necessariamente affrontare tutti gli snodi e i problemi mentre Karl Gabriel – «Potere e liturgia nella Chiesa cattoli- che questo volume affronta con parresia, con grande co- ca dei chierici. Genesi storica e crisi attuale» (237-252) – stu- raggio e con notevole lucidità. Quanto più grave viene dia le origini della comprensione clericale della Chiesa. percepito il problema – sia quello degli abusi e delle vio- Su di un piano più sistematico Michael Seewald – «Rap- lenze sia quello della riforma della Chiesa, tanto più gran- presentazione multipolare. Sul potere della liturgia e la pre- di debbono essere le risorse d’immaginazione e di rifles- senza di Cristo» (253-266) – indaga la nozione di «presen- sione che vengono giustamente ritenute irrinunciabili. za», mettendo in correlazione il sapere antropologico e il sapere teologico e considerando così la problematica rece- Andrea Grillo smissione diretta nella recezione dei testi della Scrittu- logico-rappresentativa in cui – secondo la definizione di ra, nell’attuazione liturgica dei segni di Gesù e nella Calcedonia – la realtà umana e divina di Gesù Cristo tradizione del Vangelo. Così viene formalmente attua- vengono unite, senza separazione e senza confusione (cf. lizzato. Così la storia della vita di Gesù continua nella Denz. 302). Nel rendere presente Gesù Cristo attraver- imitatio Christi, con cui viene resa visibile sul piano so i segni, si valorizza la dimensione personale della biografico. La Chiesa è proprio questo: è il processo sua azione – negli esseri umani, ossia nel ministro ordi- che dona a tutti l’immagine di Cristo. Si tratta di un nato, che «compie il sacrificio eucaristico nel ruolo di processo strettamente rappresentativo, che ha luogo Cristo» (Lumen gentium, n. 10; EV 1/312). permanentemente nella produzione ecclesiale di se- Su questa base si è sviluppato un complesso pro- gni. Su questo poggia la comprensione sacramentale cesso di rappresentazione, che consiste nella ricombi- della Chiesa nella tradizione cattolica. nazione di segni astratti (segni linguistici della realtà Così tale comprensione risulta legata a una forma del regno di Dio), il cui significato si rivela nel compi- Il Regno - at t ua l i t à 14/2021 465
tudio del mese mento delle azioni, e di segni concreti, che diventano ciò che è sottratto, tra visibile e invisibile, organizza il evidenti nella rappresentazione personale del signifi- sistema semiotico di quella rappresentazione cristo- cante (nel corpo del ministro ordinato) e del significa- logica, che si condensa nella liturgia. Infatti sia nella to (Gesù Cristo). proclamazione della parola di Dio, sia nell’eucari- S In questa combinazione di segni consiste la forma stia, la forma della presenza con cui Gesù Cristo co- di rimando sacramentale della Chiesa. Essa reclama il munica se stesso è legata ai segni, e quindi anche a potere (potestas) rappresentativo della mediazione sa- coloro che mediano questi segni sul piano della rap- cramentale e in questo modo assume essa stessa una presentazione. dimensione sacramentale. Senza la sacra potestas, la L’estetica del potere rappresentativo nello spazio ec- significazione ecclesiale diventerebbe priva di riferi- clesiale si sviluppa a partire da questo contesto semio- mento cristologico. Non avrebbe l’autorità di una rea- tico di rinvio significativo. La sacra potestas consiste in le, cioè effettiva, repraesentatio Christi. una qualità performativa della rappresentazione, cioè Ma questo assunto si rivela ambivalente in termini nel farsi presente di un evento che si realizza sacra- di teoria dell’immagine. Da un lato, si tratta del potere mentalmente. La Chiesa determina il contesto che po- di rappresentazione di una produzione vincolata della ne le immagini in questo processo di rappresentazione, presenza sacra. La Chiesa pone dei segni che non ha a introducendo il codice che garantisce al processo sa- disposizione, perché si riferiscono a colui nel cui nome cramentale il rimando alla realtà: agisce e che solo le permette di compierli. Agisce come – nel senso dell’incarico ai ministri ordinati da par- segno dello Spirito di Gesù Cristo. te della Chiesa; – nella forma della loro iscrizione nella significazio- Tra il già e il non ancora ne sacramentale attraverso la sacramentalizzazione del- D’altra parte, nella sua forma sacramentale di la loro funzione (con la ordinazione come codice); rappresentazione, la Chiesa realizza qualcosa che de- – nella salvaguardia istituzionale del loro ruolo, ve essere sperimentato e fatto proprio di nuovo che protegge dall’accesso non autorizzato (l’ordo co- nell’eucaristia. Si tratta della forma metaforica di una me stato); scomparsa permanente della presenza reale, del sacro – ma garantisce anche la validità della significazio- stesso (Heilige), che a sua volta si rende continuamen- ne sacramentale (ex opere operato) rispetto all’indegnità te presente nella celebrazione sacramentale ripetuta dei ministri. dell’eucaristia. Ciò che assicura la legittimità e la validità della me- Da esso «deriva in noi, come da sorgente, la grazia, diazione sacramentale della salvezza, stabilendo così e si ottiene con la massima efficacia quella santificazio- allo stesso tempo istituzionalmente il marchio di au- ne degli uomini nel Cristo e quella glorificazione di tenticità vigente di una traditio Christi, può essere in- Dio, alla quale tendono, come a loro fine, tutte le altre terpretato – dal punto di vista interno al sistema segni- attività della Chiesa» (Sacrosantum concilium, n. 10). co ecclesiale – come autocomunicazione dello Spirito La forma di presenza, che la costituzione sulla liturgia di Gesù Cristo. del concilio Vaticano II afferma sul piano eucaristico e Invece – dal punto di vista esterno, secondo teologico, non solo corrisponde alla nota teologica del- un’interpretazione logico-funzionale – questa codi- la presenza reale, ma la ricollega nell’evento liturgico al ficazione sacramentale rappresenta un’auto-orga- momento processuale, che non conclude l’agire della nizzazione sistemica. L’interpretazione secondo la Chiesa in sé stesso, ma lo orienta verso la meta di un ul- teoria dei sistemi minaccia così l’auto-interpretazio- teriore compimento escatologico. ne ecclesiale nel suo punto più delicato, ossia nella Il dato è ciò che viene sottratto – solo in questa pretesa di derivare da una istituzione da parte di forma d’indisponibilità può, ma anche deve, essere Gesù Cristo stesso. Si tratta allora di una semplice rappresentato –. Questo codice determina l’organiz- pretesa autoreferenziale con cui la Chiesa attribui- zazione del potere rappresentativo nello spazio della sce potere a sé stessa? Chiesa. Esso autorizza il ministro ordinato ad agire in persona Christi, non per conto proprio, però, ma Il rischio dell’autoreferenzialità clericale nella forma esistenziale del rinvio. Nella celebrazio- Per contestare questa obiezione, la Chiesa deve ne dell’eucaristia e su questa linea nelle sue funzioni rendere comprensibile ciò che afferma: che in tutto ciò ufficiali, il ministro ordinato occupa il posto che, da che fa è guidata dal Vangelo, cioè che si lascia anche un lato, rimane aperto in vista del Signore che è sot- relativizzare da esso. Il potere diventa una cosa a sé tratto e deve venire, ma che, dall’altro lato, deve esse- quando trae sia la validità sia la legittimità dalle risorse re attualizzato nella recezione delle azioni simboli- che esso stesso controlla. Nella Chiesa cattolica questo che di Gesù Cristo. riguarda la forma delle sue argomentazioni teologiche, Questa complessa relazione tra ciò che è dato e quando esse perdono la loro connessione con le com- Il Regno - at t ua l i t à 14/2021 466
petenze scientifiche, ma anche quando trattano con ci che ne sono privi? Nelle due edizioni dell’introdu- sufficienza il sensus fidelium come luogo di contatto zione ufficiale al Messale romano (Ordinamento gene- con la vita e con il mondo. rale del Messale romano [OGMR] 1970 e 2002), ven- Sul piano della teologia fondamentale ciò significa: gono normati il significato, la struttura, la distribuzio- se l’autorità risulta solo dalla valutazione ecclesiastica ne dei compiti, la progettazione dello spazio della dei loci theologici proprii, la Chiesa può di per sé di- Chiesa, così come i singoli elementi e le sequenze sporre di tutto e tutto legittimare. Al di là dell’attacca- della celebrazione dell’eucaristia, cioè di quella cele- mento dei preti all’ambiente clericale, questa è la teo- brazione che come nessun’altra deve dare forma all’i- logia di una società chiusa in sé stessa, che tutto può dentità ecclesiale. risistemare nella normale coscienza ecclesiale – secon- In queste norme liturgiche il ruolo del prete è sot- do la logica della societas perfecta – ivi compresi coloro tolineato in modo particolare. Proprio all’inizio, que- che commettono crimini di abuso e violenza. sti testi descrivono «La natura del sacerdozio ministe- Questa logica può essere compresa sulla scia del- riale». «È posta in luce, nella forma stessa del rito, dal le confessioni rese da Werner Thissen, arcivescovo posto eminente del sacerdote e dalla sua funzione» (n. emerito di Amburgo. Durante il periodo in cui svol- 4). Particolarmente ricchi di informazioni sulla que- se la funzione di capo del personale della diocesi di stione della rappresentazione estetica delle relazioni Münster, Thissen aveva ripetutamente trasferito ad nel culto, e dell’ecclesiologia che in esso si esprime, altre sedi i preti condannati o accusati di abusi e vio- sono il capitolo V (OGMR 1970) e il VII (OGMR lenze. 2002), dove viene presentata la disposizione dello spa- «Gli accusati erano, dopo tutto, preti che lui e i suoi zio della Chiesa e della disposizione simbolica della colleghi conoscevano bene, ha detto l’arcivescovo assemblea. emerito. “L’effetto della compassione s’impone molto Programmaticamente, l’ordine gerarchico della rapidamente. In una riunione del personale qualcuno assemblea riunita è dichiarato come il criterio decisi- ha chiesto: Il colpevole non deve forse essere punito? vo della sua azione di culto: «Il popolo di Dio, che si L’opinione unanime era: Si è già punito abbastanza raduna per la messa, ha una struttura organica e ge- con il suo delitto”. Secondo questa logica, il pubblico rarchica, che si esprime nei vari compiti (o ministeri) e ministero non aveva nemmeno bisogno d’essere chia- nel diverso comportamento secondo le singole parti mato in causa».3 della celebrazione. Pertanto è necessario che la dispo- Per poter dissolvere il sospetto di autoreferenzialità sizione generale del luogo sacro sia tale da presentare sistemica, la Chiesa deve rompere i suoi eccessi di po- in certo modo l’immagine dell’assemblea riunita, tere proprio nel culto, se non vuole pervertire la litur- consentire l’ordinata e organica partecipazione di gia. Perché nella liturgia la Chiesa non celebra sé stes- tutti e favorire il regolare svolgimento dei compiti di sa. Ciò esige che venga ben definito il suo potere sacra- ciascuno» (OGMR 1970, n. 257; EV 3/2321; cf. mentale di rappresentazione in quanto tale. La cele- OGMR 2002, n. 294). brazione eucaristica riguarda il potere, il potere della Secondo questa «partecipazione ordinata» vengo- vita sulla morte, la riabilitazione di uomini e donne nel no poi distribuite le singole zone dello spazio di culto. segno del Crocifisso. Così il clero, sia esso celebrante, concelebrante o sacer- Lo scambio semantico di potere e impotenza, rego- dote presente in abito corale senza funzione liturgica lato dalla teologia della croce e da una spiritualità del (OGMR 2002, n. 294; 310), è costantemente enfatizza- sacrificio, intreccia a sua volta il ruolo del prete con la to nello spazio in modo simbolico: Il seggio di presi- sua esistenza. Il suo potere deriva da Gesù Cristo e denza e la zona dell’altare sono riservati al ministro s’afferma come vera e propria impotenza. Questa logi- ordinato (o ai ministri ordinati), che così occupano ca ha il suo buon fondamento, ma storicamente si è «quella parte della Chiesa che manifesta il loro mini- anche dimostrata incline all’ideologia. L’argomenta- stero» (OGMR 1970, n. 257; EV 3/2322). zione teologica che gioca sull’impotenza nasconde con «Per gli altri ministri le sedi siano disposte in modo eccessiva disinvoltura il fatto che dietro di essa si cela che si distinguano dalle sedi del clero» (OGMR 2002, un potere reale. n. 310). La disposizione stabile dei posti a sedere e la visibilità costante (cf. OGMR 1970, nn. 271; 273; Chi (e come) occupa OGMR 2002, n. 311) dei sedili e dell’altare (elevato, tutto lo spazio liturgico? posto in evidenza e in vista, OGMR 1970, n. 262; I rapporti di potere nella Chiesa si riflettono nei OGMR 2002, n. 295) costringono alla giustapposizio- concetti e negli atteggiamenti, nella teologia e nella ne di prete e assemblea. liturgia. Di particolare interesse qui è la disposizione Oltre a queste linee guida della Chiesa universale dello spazio di culto. Come si collocano nello spazio per la celebrazione dell’eucaristia, vale la pena dare liturgico quelli che hanno un ruolo liturgico e i chieri- un’occhiata a due lettere che sono esplicitamente de- Il Regno - at t ua l i t à 14/2021 467
tudio del mese dicate al rapporto tra i chierici e i cosiddetti «laici» confusione di funzioni, di ruoli e di titoli tra laici e chie- nella liturgia. rici. Occorreva che fosse sempre evitata «l’apparenza di confusione che può sorgere da comportamenti litur- Non c’era abbastanza differenza gicamente anomali» (Ecclesiae de mysterio, art. 6 § 2; EV S tra chierici e laici 16/722). Nel 1997 fu promulgata l’istruzione su alcune que- A tal fine, la celebrazione nel suo insieme doveva stioni circa la collaborazione dei fedeli laici al ministe- essere chiaramente differenziata quanto a denomina- ro dei sacerdoti (Ecclesiae de mysterio).4 I vescovi tede- zione, presidenza, percentuale di partecipazione laica- schi due anni dopo pubblicarono la lettera Zum ge- le ai ministeri, ambiti riservati ai chierici (sermone, ge- meinsamen Dienst berufen (GDb; Chiamati al servizio sti, formule), paramenti dei soggetti, e molto altro an- comune), che applica le linee guida romane alle condi- cora. L’eccezione, cioè il ruolo liturgico o pastorale dei zioni della Germania.5 laici in funzioni ecclesiastiche di responsabilità, non Tuttavia, già di per sé l’istruzione romana era stata doveva mai diventare la regola, o essere percepita co- scritta in risposta a una pratica che si era sviluppata me regola dai cattolici più sprovveduti. principalmente nel mondo di lingua tedesca e che, L’istruzione romana regolava perciò in modo estre- secondo Roma, aveva troppo attenuato la differenza mamente restrittivo il servizio della omelia e della di- tra chierici e laici.6 Il peso e l’autorità della lettera di stribuzione della comunione, la cura pastorale dei ma- 30 pagine, firmata da non meno di 8 dicasteri roma- lati e le esequie, funzioni che a quel tempo erano (e so- ni,7 vengono sottolineati in modo particolare nella no ancora) regolarmente svolte in molte comunità da Premessa. parte soggetti non ordinati, a tempo pieno o volontari. Il suo contenuto riguarda l’interrelazione tra mi- L’amministrazione del battesimo e del matrimonio da nisteri liturgici ordinati e non ordinati. La priorità parte dei laici, che si sta sviluppando solo gradualmen- più urgente è quella di enfatizzare le azioni liturgiche te nel mondo di lingua tedesca, risultava limitata nel dei chierici rispetto a quelle dei laici e di distinguere 1997 a titolo precauzionale.10 nettamente le une dalle altre. Il Concilio aveva sotto- Una concessione ordinaria di questa autorità era lineato che la partecipazione dei fedeli all’apostolato ritenuta come cosa da evitare (cf. Ecclesiae de mysterio, ministeriale non doveva in alcun modo emarginare art. 11). L’impiego dei laici doveva essere inteso in li- «la necessaria facoltà [in virtù del loro battesimo] di nea di principio solo come un’eccezione e in alcun agire di propria iniziativa» (Apostolicam actuosita- modo come una «autentica promozione del laicato» tem, n. 24; EV 1/1005) per riempire di vita l’apostola- (Ecclesiae de mysterio, art. 2 § 4).11 to ecclesiale. Nel 1997 a Roma la preoccupazione appare di- L’Ecclesiae de mysterio in Germania versa: le azioni liturgiche dei laici devono essere deli- Un anno e mezzo dopo, i vescovi tedeschi appli- mitate, affinché il primato del ministero non venga ri- carono queste linee guida romane all’area della Con- dotto. Di conseguenza, il bene da proteggere non è la ferenza episcopale tedesca. La loro lettera, tuttavia, è partecipazione dei fedeli, ma il protagonismo del cle- molto più dettagliata. Le diverse forme di culto – e ro.8 Se i laici assumono una responsabilità liturgica, si questo è «sintomatico dell’attuale stato della discus- tratta sempre di una soluzione d’emergenza per il sione» –12 venivano ordinate e regolate secondo il lo- servizio ecclesiastico e in linea di principio è da limi- ro orientamento: se a presiedere il servizio sono ve- tare nel tempo. scovi o sacerdoti (GDb 8-10), diaconi (GDb 11-16), Se per consentire un’attività eccezionale dei laici laici senza (GDb 17-25) o laici con (GDb 26-30) un in- deve esserci «necessità o utilità» (Ecclesia de mysterio, n. carico esplicito. 4; EV 16/695), ossia una esigenza liturgica o pastorale, I titoli indicano che nel 1999 i vescovi tedeschi han- i chierici (esterni alla comunità) – a patto che possano no ritenuto necessario un chiarimento soprattutto per provare il loro status sacerdotale – sono «accolti volen- quanto riguarda la missione e la responsabilità nel pre- tieri nella concelebrazione eucaristica» (OGMR 2002). siedere le azioni liturgiche. La meticolosa elencazione Di conseguenza, il coinvolgimento clericale nella litur- delle forme di culto, nella seconda metà del documen- gia è deciso dallo status del singolo soggetto cristiano, to, indicava che i vescovi tedeschi miravano qui a una non dal bisogno o dall’interesse della comunità di cul- completezza esaustiva, per regolamentare in modo to. Si afferma inequivocabilmente: «Non è il compito completo la materia, invece di elencare esemplarmen- a costituire il ministero, bensì l’ordinazione sacramen- te alcuni principi (GDb 31-59). tale» (Ecclesiae de mysterio, «Principi teologici», n. 2; I vescovi sentivano anche la necessità di una regola- EV 16/689).9 mentazione dei compiti, dei gesti e delle formule che i Alla fine dello scorso millennio, le autorità di curia diversi responsabili del culto potevano svolgere o im- hanno voluto escludere in modo incondizionato ogni piegare.13 Venivano indicati i differenti posti per le ce- Il Regno - at t ua l i t à 14/2021 468
lebrazioni liturgiche e distribuite le diverse aree dello Secondo i documenti appena citati, colui che, come spazio liturgico. In tutto era sottolineata la natura ec- chierico o laico, elude o contraddice questa estetica li- cezionale dei ministeri liturgici laicali. I compiti e le turgica della differenza, mette a rischio l’ortodossia responsabilità liturgiche esercitate dai chierici risulta- della immagine di Chiesa. La struttura gerarchica del- vano distinte da quelle dei laici a ogni livello. la liturgia diventa il criterio della cattolicità. Questa prospettiva, condivisa allo stesso tempo dal- In Sacrosanctum concilium, i padri conciliari aveva- le autorità romane e dalla Conferenza episcopale tede- no ancora posto con chiarezza gli accenti in modo di- sca alla fine degli anni Novanta, guida anche la rece- verso. La riforma liturgica doveva realizzarsi a condi- zione delle dichiarazioni conciliari sul ministero e sulla zione di rivedere i riti in modo tale che il principio del- liturgia. Il principio formulato nella costituzione sulla la partecipazione attiva fosse osservato. Non si parlava liturgia, secondo cui «nelle celebrazioni liturgiche cia- affatto di ruoli liturgici legati ai gradi, anzi: «Le bene- scuno, ministro o semplice fedele, svolgendo il proprio dizioni riservate siano pochissime e solo a favore dei ufficio si limita a compiere tutto e soltanto ciò che, se- vescovi o degli ordinari» (Sacrosanctum concilium, n. condo la natura del rito e le norme liturgiche» (Sacro- 79; EV 1/137). sanctum concilium, n. 28; EV 1/46), viene interpretato Pertanto, qui non si tratta di decidere di riserve di dai vescovi tedeschi, nel 1999, nel senso che il sacerdo- status per la presidenza di azioni liturgiche, ma del te, in virtù della sua ordinazione, è il naturale presiden- simbolismo ecclesiale dell’ufficio episcopale. «Si prov- te di tutte le celebrazioni di culto. veda che alcuni sacramentali (...) possano essere ammi- «Il sacerdote non può affidare questo ufficio di pre- nistrati da laici dotati delle qualità convenienti» (ivi). sidenza per tutta la durata o per alcune parti della cele- Invece di un rafforzamento attivo delle capacità e brazione a un diacono o a un laico, quando egli è pre- delle iniziative dei laici – che potrebbero tener conto sente» (GDb 10). Si deve quindi rinunciare alla guida delle possibilità e delle competenze che si aprono a li- liturgica da parte dei laici non appena sia presente una vello locale, promuovendo i carismi e facendo vivere le persona ordinata che sia in uno stato di salute tale da realtà liturgiche – alcuni decenni dopo il Concilio la poter presiedere la celebrazione, indipendentemente vita liturgica locale viene ordinata e subordinata al dal fatto che sia conosciuta e riconosciuta nella assem- vecchio codice binario «clero o laici». L’unico corpo di blea, che ne conosca o meno la cultura e la lingua. molte membra (cf. 1Cor 12,12-30), che la Chiesa do- Questo vale anche per le liturgie non eucaristiche, per vrebbe rappresentare nella liturgia e nella vita quoti- la Liturgia delle ore e per le celebrazioni di benedizio- diana, degenera in una grande testa senza corpo (ma ne, che «possono di per sé essere eseguite anche da un «se poi tutto fosse un membro solo, dove sarebbe il diacono o da un laico incaricato» (GDb 11). corpo?» 1Cor 12,19); la liturgia della Chiesa regredi- Attraverso questa riserva formale della liturgia ai sce (di nuovo) a liturgia clericale.14 soggetti ordinati, con frequente esasperazione della differenza di status, viene alimentata una monocultu- Che cosa comunicano ra clericale, che, a fronte del numero rapidamente de- i paramenti liturgici? crescente di sacerdoti attivi, prosciuga sul piano litur- Quando si tratta di rapporti di potere, visibili nella gico gli spazi pastorali sempre più grandi, da coprire liturgia o strutturati attraverso la liturgia, si tratta di mediante questo numero sempre più piccolo. eventi linguistici, di azioni attraverso segni – per esem- pio, benedizioni che sono riservate solo al clero –, di Un corpo sgraziato competenze di presidenza, di disposizioni spaziali, di Viene completamente trascurato il fatto che è cosa differenze di genere. Anche l’abbigliamento liturgico e molto diversa se i volontari laici di tanto in tanto assu- le insegne possono giocare un ruolo importante. mono i servizi liturgici, o se i pastori a tempo pieno Già lo scrittore svizzero Gottfried Keller (1819- svolgono il loro compito per il quale sono stati qualifi- 1890) sapeva che «gli abiti fanno le persone». La sua cati e assunti. Ciò che conta è solo la differenza mar- novella mostra come l’abbigliamento può portare a cata dall’ordinazione; la qualificazione e la compe- malintesi sui ruoli, può simulare relazioni che non tenza degli operatori pastorali e parrocchiali non so- corrispondono alla realtà, può persino danneggiare no fattori decisivi. chi lo indossa, e quanta fatica sarà necessaria per ri- Ecclesiologicamente continuano a essere conside- portare ruoli e abbigliamento a una relazione ap- rati come «laici». La rappresentanza ministeriale di propriata! Cristo acquista così un significato assoluto, indipen- Questo vale anche per i paramenti liturgici, che dente, staccato dalla struttura, dalla composizione e non sono semplici tessuti e stoffe, ma narrazioni che dalla dinamica della celebrazione, anche rispetto alla comunicano programmi e valori molto differenziati. fede nella presenza ecclesiale (assemblea), verbale Fino al 1962, il Missale romanum prevedeva delle pre- (proclamazione) e sacramentale (eucaristia) di Cristo. ghiere che venivano dette mentre il sacerdote si vestiva Il Regno - at t ua l i t à 14/2021 469
tudio del mese per celebrare la messa. Non solo descrivevano il sacer- essere collocato in diverse categorie. È un codice tessile dote come un combattente per la causa di Dio, ma con qualità di memoria e fa parte del linguaggio del sottolineavano anche la purezza morale con cui dove- corpo, che è così importante nel culto.16 va avvicinarsi all’altare. Identificarsi con ciò che viene espresso col corpo S Il sacerdote era strettamente ed esclusivamente as- soprattutto per il culto è cosa di grande importanza. sociato a Gesù Cristo. Veniva così realizzato un chiaro L’essere umano parla con il corpo: non solo ha un riferimento alla Passione. I paramenti e le preghiere corpo, ma è corpo. L’abito lo ri-copre e lo tra-veste, erano in grado di produrre un’aura di santità e di pre- offre protezione e designa i ruoli. Crea uno spazio che destinazione. La figura del sacerdote veniva esaltata può segnare limiti, ma può anche permettere la co- sul piano sacrale. Si tracciava un confine tra il sacerdo- municazione. Abito ed espressione corporea sono te e gli altri fedeli. Il sacerdote, differenziato nello spa- strettamente legati. zio dai suoi paramenti e dall’agire rituale, non aveva I paramenti incidono sulla percezione visiva del- bisogno degli altri fedeli per le sue azioni. lo spazio. Attraverso ciò che appare e ciò che si vede, I manuali di liturgia del XIX secolo sottolineano si realizza la comunicazione nella liturgia. Questo che i paramenti liturgici devono marcare la differenza non è mai disgiunto dalla personalità di chi indossa tra prete e laici. Le vesti mostrano, secondo Valentin il paramento, né dal testo, né dal rito, né dallo spa- Thalhofer nel suo influente Handbuch der katholischen zio, né dalla assemblea, in altre parole, da tutta l’a- Liturgik (Manuale di liturgia cattolica, 1883), che il zione di culto. sacerdote sta al di sopra dei laici (è «innalzato» sopra i I paramenti appartengono perciò al linguaggio so- laici). L’abito liturgico è inteso qui come un segno di ciale. Attraverso la differenziazione delle forme tessili distinzione. Vengono tracciate delle opposizioni tra si riconoscono i diversi soggetti che agiscono in diverse l’ordinato e il non ordinato, tra la sacralità e la profani- zone dello spazio liturgico. I paramenti possono rende- tà, tra la perfezione e l’imperfezione. Si può notare re visibili le gerarchie nello spazio, per esempio quan- uno scarto nella liturgia, quando il sacerdote agisce do soltanto i chierici e il loro entourage indossano abiti come se si fosse allontanato dal mondo. Egli viene in- liturgici. Le vesti sono un mezzo di distinzione, sia corporato negli eventi oggettivi della liturgia ed è vir- all’interno del clero, sia tra chi appartiene al clero e chi tualmente assorbito in essi. no. Non da ultimo, segnano le differenze nello spazio La liturgia all’inizio del XXI secolo, secondo la teo- per quanto riguarda l’autorità nell’agire. logia, segue chiaramente delle leggi diverse da quelle A seconda della posizione nello spazio e della di- del XIX secolo. Il movimento liturgico e il concilio stribuzione dei ruoli, i paramenti possono avere effetti Vaticano II hanno cambiato le caratteristiche cruciali diversi. Per esempio, se i ministri ordinati e gli altri del culto e hanno apportato cambiamenti decisivi so- soggetti sono riuniti intorno all’altare, cioè se la as- prattutto nella teologia liturgica. La liturgia è presenta- semblea può essere percepita come presente e raccol- ta dal Concilio come una celebrazione alla quale par- ta, i paramenti hanno un effetto diverso rispetto a tecipa tutta la Chiesa. quando il sacerdote sta da solo in abiti liturgici nello Sacrosanctum concilium al n. 7 descrive la liturgia «spazio dell’altare». come opera di Cristo e della Chiesa, in quanto comu- Se il ministro ordinato guida la celebrazione come nità dei battezzati. Tutto ciò deve riflettersi nella litur- colui che presiede, con altri ruoli legati alla Parola e ai gia: nella partecipazione dei battezzati alla liturgia, segni distribuiti a persone diverse, la veste significa nella distribuzione dei ruoli, in ciò che accade nell’au- presidenza e solennità all’interno dell’assemblea. Se la, nella partecipazione dei sessi e anche nel modo in tutto questo non c’è, la veste liturgica più semplice può cui si fa uso dell’abbigliamento liturgico. trasformare il prete nel soggetto principale di un Il teologo berlinese Georg Essen ha recentemente «evento pubblico clericale» (Reinhard Messner). sottolineato che i processi di formazione e di struttura- Ecco perché l’abito liturgico provoca periodica- zione dell’identità del ministero ordinato del XIX se- mente discussioni nella Chiesa e nella teologia. Una colo si ripresentano oggi e contribuiscono agli attuali tale discussione è necessaria anche oggi, in nuove cir- problemi sistemici della Chiesa.15 Cosa significa que- costanze. I paramenti liturgici restano ancor oggi tra i sto per la liturgia e per la veste liturgica? mezzi di comunicazione della liturgia, anche quando si tratta di uffici, di ruoli e di potere. Memoria e corpo Non se ne dovrebbe fare a meno nel culto, perché I paramenti liturgici sono anche oggi parte di un costituiscono dei mezzi per l’estetica del culto. Sono complesso linguaggio di segni con cui la celebrazione espressione della complessità dell’azione liturgica e dell’evento della fede può essere vissuta sul piano sensi- quindi di un rito religioso. Appartengono alla cultura bile. Tra i diversi linguaggi (parola, corpo, suono, og- materiale di tali rituali, sono oggetti su cui e con cui si getti e relazioni sociali), l’abbigliamento liturgico può eseguono i rituali. I paramenti sono importanti per la Il Regno - at t ua l i t à 14/2021 470
liturgia per la loro multidimensionalità e per i loro di- Piuttosto, i paramenti, nell’interazione tra lo spazio e versi livelli di significato. il rituale, dirigono lo sguardo interamente sulla figura In qualsiasi celebrazione si possano incontrare, il del ministro ordinato. loro uso e la loro interpretazione dicono qualcosa sulla Così la materialità nella liturgia e il modo di trattar- comprensione della liturgia e delle persone coinvolte, la possono promuovere una sacralizzazione del mini- sulla possibile idealizzazione e sacralizzazione, sulla stro ordinato. Questo è ulteriormente accentuato presidenza e il potere nell’azione di culto, e infine an- quando, come nel XIX secolo, si esagera con l’idea che che sull’immagine di Dio e dell’umanità che sta sullo il ministro ordinato agisca in persona Christi. L’abbi- sfondo. Ciò che è decisivo è se i paramenti hanno un gliamento agisce quindi come un marchio di distinzio- effetto esclusivo o inclusivo, se invitano alla celebrazio- ne a livello tessile. Questo pericolo non è stato superato ne e all’impegno nella liturgia o meno. oggi, come si può vedere quando delle forme antiquate di vesti liturgiche sono spacciate per attuali, e una giu- I paramenti e la crisi: stapposizione tra diversi stili può essere letta come quale comunicazione? competizione tra diverse immagini di Chiesa o a que- I paramenti liturgici sono aperti a sempre nuove sto scopo viene messa in scena. interpretazioni e devono essere letti oggi in conformità Le vesti, lo spazio, le persone che le indossano e il con il contesto nuovo della liturgia comunitaria, che il resto della assemblea devono agire insieme nelle cele- Concilio ha delineato programmaticamente, ma che brazioni liturgiche e devono sempre essere considerati non è ancora praticata con tutta la coerenza necessa- nella loro interazione. A un primo e superficiale sguar- ria. I paramenti liturgici di oggi sono paramenti con do, i paramenti liturgici possono sembrare secondari una lunga tradizione storica. Il materiale, in parte il nella liturgia. Ma hanno un effetto immenso semplice- taglio, più raramente la decorazione, sono rimasti gli mente in virtù del loro colore, del loro design e del fatto stessi per lunghi periodi di tempo. di essere riservati a persone specifiche. Ma l’interpretazione continua a svilupparsi. I para- Così, quando si considera quanta energia viene menti vengono reinterpretati continuamente in conte- spesa per la loro interpretazione, come si esalta la per- sti liturgici ed ecclesiastici che mutano, assicurando sona che indossa tali paramenti, e come i paramenti così la loro pertinenza rispetto alla liturgia, per l’auto- (possono) influenzare lo spazio così come l’evento nel comprensione e l’attribuzione del ruolo ecclesiastico al suo complesso, ci si rende conto che non sono affatto prete e agli altri soggetti, per la comprensione della li- un elemento secondario. L’effetto estetico è incompa- turgia da parte dei fedeli, sempre che non si tratti di rabilmente maggiore del peso teologico. puro anacronismo. Tutto ciò deve essere considerato quando si inter- L’ermeneutica scaturisce dalla liturgia (e dalla teo- preta un rituale religioso come un evento performati- logia liturgica) di ogni tempo. Il paradigma ermeneuti- vo. Una classificazione significativa dei paramenti oggi co del presente è la liturgia vissuta da tutti i battezzati. può essere fatta solo in relazione al paradigma della Questo deve essere sottolineato al massimo nell’attuale «liturgia celebrata da una comunità». Ogni altra inter- crisi della Chiesa. Questo tratto di teologia battesimale pretazione contribuisce a perpetuare i problemi siste- della comunione liturgica deve caratterizzare in modo mici della Chiesa. Allo stesso tempo, non bisogna sot- fondamentale e sempre di più ogni azione liturgica. tovalutare l’effetto specifico dei rituali. È, per così dire, il DNA della liturgia cattolica di È proprio un evento rituale come la liturgia, così oggi! Nulla nella liturgia è mera esteriorità o semplice ricco di emozioni e per buoni motivi non sempre com- accessorio. L’estetica della liturgia non è qualcosa di prensibile fino in fondo, a formare non solo le persone, secondario. Il modo in cui si celebra rivela che cosa si ma anche la pratica religiosa e persino le istituzioni. sta celebrando. E mostra chi sta celebrando e con qua- «Gli abiti fanno le persone», ma allo stesso tempo pos- le comprensione di sé. I paramenti liturgici devono sono danneggiarle. Per quanto riguarda la veste litur- quindi essere compresi coerentemente in termini di li- gica, questa sapienza deve diventare consapevole. Allo turgia celebrata comunitariamente. In questo modo stesso tempo si deve tener conto di questo: le vesti litur- possono assumere un nuovo significato o almeno una giche sono solo un esempio di una complessa estetica variazione di significato. della liturgia, che deve essere costantemente oggetto di In passato la veste serviva soprattutto all’identità riflessione critica, per valutarne l’impatto sul pensiero del clero, mentre oggi il suo significato per l‘assem- teologico. blea viene considerato ancora troppo poco. Sono po- chi i documenti ecclesiastici in cui si stabilisce la rela- Trasformare i rapporti di potere zione tra i paramenti e la promozione dei fedeli. Il Cammino sinodale in Germania è lungi dall’es- Quando i paramenti vengono messi a tema, la litur- sere compiuto. Le discussioni sul potere nella Chiesa si gia dell’assemblea non viene presa in considerazione. sviluppano oggi con grande veemenza. Incontrano Il Regno - at t ua l i t à 14/2021 471
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