SCENARI GLOBALI SANDRO BICOCCHI, DIRECTOR UFFICIO STUDI PWC
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Le incertezze critiche del capitale economico Integrazione e Globalismo vs Protezionismo e Sovranismo 3
La crescita del Paese è sostenuta dall’export Nello scenario di incertezza globale una certezza è che il Contributi alla crescita del PIL, 2010-2017 percorso di crescita post-crisi è stato trainato in (indice 2010=100, var. %) maniera preponderante dalle esportazioni. Tra i fattori che contribuiscono alla crescita del PIL, le esportazioni sono state l’unica voce a crescere nel periodo che va dal 2010 al 2017. Tuttavia, l’acuirsi delle tensioni a livello internazionale e l’innalzamento di nuove barriere protezioniste da parte delle principali economie del pianeta rappresentano un grosso fattore di incertezza per il futuro. Fonte: SACE, Rapporto Export 2018. 4
Le barriere tariffarie minacciano infatti l’equilibrio attuale, ma gli effetti sul breve periodo possono essere positivi per l’Italia Variazioni nell’export in seguito all’imposizioni dei dazi fra USA e CINA Calo del commercio globale da qui -0,6% al 2021 generato dai dazi as is + $ 71 Mld Impatto sul PIL globale al 2021. A -0,2% pagare il prezzo più alto saranno Cina (-0,6%) e USA (-0,4%) + $ 24 Mld + $ 14 Mld + $ 11 Mld + $ 8 Mld Percentuale degli scambi tra USA 80% e Cina interessati dalle tariffe che sarà ridiretto verso altri Stati - $ 94 Mld - $ 205 Mld Fonti: OCSE, Economic Outlook, Volume 2018 Issue 2, November 2018 Giappone e Vietnam hanno recentemente stretto accordi commerciali con l’UE Conferenza delle Nazioni Uniti sul commercio e lo sviluppo, 2019 5
La Nuova via della Seta può conferire una nuova centralità al Mediterraneo e dunque all’Italia Helsinki Mosca Rotterdam Silk Road Economic Belt Kiev Maritime Silk Road Initiative Lisbon-Kiev corridor Bishkek Venezia Istanbul Scandinavian-Mediterranean corridor Lisbona Xi’an Atene Palermo Mar Mediterraneo: Teheran Fuzhou $ 3.500 miliardi di Calcutta commercio l’anno Mar Cinese Meridionale: $ 3.370 miliardi di commercio l’anno; Kuala Lumpur 15 milioni di barili di petrolio al giorno. Colombo Nairobi Fonte: ISPI Giacarta 6
Il livello di export è però influenzato dal gap infrastrutturale e logistico I principali esportatori europei Logistic Performance Index – World Bank Valori in miliardi di euro e in percentuale sul totale export EU28, 2018 4,3 1° 1.321 24% 463 9% 4,2 611 11% 409 8% 3° 6° 4,1 492 9% 392 7% 4 16° Fonte: Elaborazione PwC su dati Ministero dello Sviluppo Economico 3,9 19° Produzione industriale per Paese Valori in miliardi di euro e in percentuale sul totale della produzione EU28, 2018 3,8 1.158 28% 360 9% 3,7 3,6 693 16% 332 8% 3,5 Germania Belgio Paesi Bassi Francia Italia 510 12% 195 5% Fonte: Elaborazione PwC su dati Eurostat 2017 Fonte: Elaborazione PwC su Logistic Performance Index - World Bank 2018 7
L’export è rilevante in numerosi regioni, ma è guidato dalle grandi imprese Esportazioni dell‘Italia suddivise Rapporto fra valore dell’export e PIL Aziende esportatrici, per classe dimensionale per regione (quota su imprese attive) per regione di provenienza 0-9 addetti 1,8% 10-49 addetti 21,6% 50-29 addetti 43,8% Oltre 250 addetti 50,9% Fonte: Elaborazione PwC su dati ICE, Rapporto ICE 2018-2019 Contributo all’export delle imprese italiane, per classe dimensionale 100% 80% Oltre 250 addetti 60% ITALIA ITALIA 40% 50-249 addetti €463 MILIARDI 26,4% 20% 10-49 addetti 0%-10% 10%-25% > 25% 0%-10% 10%-25% > 25% 0% 0-9 addetti Italia Fonte: Elaborazione PwC su dati Osservatorio Economico MISE, Istat – 2018 Fonte: Elaborazione PwC su dati Istat - 2017 Fonte: Elaborazione PwC su dati OCSE. Indicatore «Export by business size» (2018) 8
Le incertezze critiche del capitale umano Il rapporto tra uomo e tecnologie 9
Correlazione tra sostituibilità dei posti di lavoro e titolo di studio Previsione posti di lavoro sostituiti dalle Percentuale di lavoratori potenzialmente sostituibili dall’automazione nuove tecnologie - mondo Valori in milioni, dati 2018-2022 44% Nel mondo 36% 30% 23% 19% 19% +58 3% 3% 3% 10% 11% 1% + 133 2020/2025 Totale 2025/2030 Licenza media Diploma 2030/2035 Laurea 45% 43% In Italia 39% 29% -75 23% 19% 16% 16% 7% 4% 3% 1% Lavori Persi Lavori Creati 2020/2025 2025/2030 2030/2035 Fonte: PwC, Will robots steal our jobs?, 2018 Fonte: Elaborazione PwC su dati World Economic Forum, The future of jobs – report 2018 10
Senza adeguati investimenti in formazione e digitalizzazione, l’Italia rischia di spostarsi verso il basso nelle catene globali del valore Variazione (in punti percentuali) della ripartizione di posti di lavoro in base alle competenze, sul totale (2006-2016) 5,1 8,1% -4 -1 -3,3 Gli italiani, in età da lavoro, impegnati in un percorso di -4,3 7,6 «apprendimento permanente» 0,8 -6,2 5,5 2,4 40% -6,2 3,8 0,9 Le aziende sopra i 10 addetti che non offrono nessun programma -5,9 di formazione professionale 5 0,1 -5,3 5,1 Lavori a basse competenze Lavori a medie competenze Lavori ad alte competenze Fonte: Elaborazione PwC su dati Istat, La formazione nelle imprese in Fonte: Elaborazioni PwC su dati OCSE, Employment Outlook, 2019 Italia, 2017 11
Oltre alle infrastrutture, l’Italia ha un grosso problema di digitalizzazione e innovazione Percentuale di famiglie con connessione a banda larga ITALIA 53,8% Il Digital Economy and Society Index (DESI) • Grandi città – 61,3 % • Comuni > 50k ab. – 53,1% • Comuni 10k - 50k ab. – 51,8% • Comuni 2k - 10k ab. – 51% • Comuni
Le PMI sono in ritardo sui temi dell’innovazione e faticano a colmare il gap di investimenti con le grandi imprese Imprese per livello di digitalizzazione e classe di addetti Imprese che hanno effettuato investimenti in tecnologie 4.0 nel biennio (Indicatore di digitalizzazione DII, 2018). 2016-2017 e imprese che programmato investimenti in tecnologie 4.0 per il biennio 2018-2019 1,0% 2,9% 4,7% 9,2% 100% 51% 11,2% 47% 18,1% 24,3% 80% 30,8% 34,8% 34% 33% 60% 35,7% 38,3% 23% 24% 40% 35,5% 12% 11% 57,0% 20% 43,3% 32,7% 20,5% 0% Aziende che hanno investito in tecnologie 4.0 Aziende che hanno in programma investimenti (%) in tecnologie 4.0 (%) 10-49 50-99 100-249 250 e più 10-49 addetti 50-99 addetti 100-249 addetti Oltre 250 addetti Livello di digitalizzazione molto alto Livello di digitalizzazione alto Livello di digitalizzazione basso Livello di digitalizzazione molto basso Fonte: elaborazione PwC su dati Istat – Report 2018 cittadini, imprese e ICT Fonte: elaborazione PwC su dati Istat – Report 2018 cittadini, imprese e ICT 13
Le aziende più piccole faticano ad investire in attività di formazione Percentuale di imprese italiane che hanno realizzato attività formative e dedicato specifico budget alla formazione (% per classe dimensionale) 8,1% 98,2% 95,4% 91,0% 86,8% Gli italiani, in età da lavoro, impegnati in 82,0% un percorso di «apprendimento 73,6% permanente» 65,4% 62,6% 60,2% 53,5% 37,1% 39,8% 40% 18,9% 17,2% 11,9% Le aziende sopra i 10 addetti hanno realizzato nessun programma di formazione professionale 10-49 20-49 50-249 250-499 500-999 1.000 e oltre Totale Imprese che hanno realizzato attività formative (%) Imprese con specifico budget per la formazione (%) Fonte: Elaborazione PwC su dati Istat, La formazione nelle imprese in Italia, 2017 14
L’Italia fatica anche sul terreno di competenze linguistiche e informatiche Percentuale di adulti (16-65 anni) con competenze linguistiche e/o Percentuale di adulti (16-65 anni) che hanno dichiarato di non avere matematiche insufficienti (pari o inferiore al livello 1) nei test PIAAC precedente esperienza informatica, in occasione dei test PIAAC dati 2015 dati 2015 39,0% 24,4% 35,7% 17,0% 31,5% 10,5% 22,6% 7,9% 26,3% 10,0% Fonte: Elaborazione PwC su dati OCSE 15
Sono necessari maggiori investimenti in formazione e innovazione soprattutto al Sud Adulti che partecipano all’apprendimento permanente Tasso di innovazione del sistema produttivo* (% sul totale; 2018) (2016) - 39% Il divario tra Nord e Mezzogiorno nella percentuale di adulti che partecipano all’apprendimento permanente - 34 % ITALIA ITALIA 8,1% 35,7% Il divario tra Nord e Mezzogiorno nella percentuale di aziende che introducono innovazioni tecnologiche 0%-7% 7%-10% > 10% 0%-30% 30%-40% > 40% * Imprese con almeno 10 addetti che hanno introdotto innovazioni tecnologiche Fonte: Elaborazione PwC su dati Istat (di prodotto e processo), nel triennio precedente, in percentuale sul totale delle imprese con almeno 10 addetti Fonte: Elaborazione PwC su dati Istat 16
Proposta di legge: Capitale umano 4.0 L’obiettivo di questa proposta di legge è quello di incentivare le imprese a formare i dipendenti con qualifiche di alto livello attraverso master e percorsi di specializzazione e perfezionamento sia in Italia che all’estero, con lo scopo di valorizzare il fattore umano nelle imprese rendendo il nostro Paese sempre più competitivo. • Maggiorazione del 100% del costo fiscale di acquisizione delle spese in attività di formazione professionale • Relativo a formazione per conoscenza delle tecnologie previste dal Piano nazionale Industria 4.0 • È esclusa la formazione ordinaria o periodica già resa obbligatoria dalla normativa italiana • Possibili beneficiari sono tutti i soggetti titolari di reddito di imprese (comprese le imprese individuali con sede fiscale in Italia e incluse le stabili organizzazioni di imprese residenti all’estero) • Accesso ai benefici in maniera automatica in fase di redazione di bilancio e tramite autocertificazione • Importo massimo di 30.000 € per ciascun beneficiario 17
Proposta di legge: contrasto alla povertà educativa e alla dispersione scolastica La legge ha l’obiettivo di avviare una sperimentazione triennale volta a consentire, alle scuole medie di tutto il territorio del sistema nazionale di istruzione, l’introduzione delle non-cognitive skills, su base sperimentale e volontaria, all'interno della didattica della scuola secondaria di primo grado e di secondo grado. • Piano triennale per introduzione di non-cognitive skills all'interno della didattica della scuola secondaria di primo grado e di secondo grado. • Esempio di non-cognitive skills sono: amicalità, coscienziosità, stabilità emotiva e apertura mentale • L’introduzione delle non-cognitive skills avverrà in maniera intedisciplinare, rispettando l’autonomia decisionali di istituti scolastici e docenti • Obiettivo è sviluppare negli studenti abilità e competenze quali flessibilità, creatività, attitudine al problem-solving, capacità di giudizio, capacità di argomentazione e di interazione • È prevista una valutazione finale della sperimentazione, con un costante monitoraggio in itinere e misurazione dei risultati degli studenti al termine della scuola secondaria di secondo grado e al termine del primo anno di università 18
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