Salute e Invecchiamento Attivo nella Regione Sicilia
←
→
Trascrizione del contenuto della pagina
Se il tuo browser non visualizza correttamente la pagina, ti preghiamo di leggere il contenuto della pagina quaggiù
ASSESSORATO DELLA SALUTE Dipartimento per le Attività Sanitarie e Osservatorio Epidemiologico ASSESSORATO REGIONALE DELLA FAMIGLIA, DELLE POLITICHE SOCIALI E DEL LAVORO Dipartimento della Famiglia e Delle Politiche Sociali Salute e Invecchiamento Attivo nella Regione Sicilia Risultati della sorveglianza della popolazione con 65 anni e più “PASSI d’Argento” Indagine 2017-2020
Rapporto a cura di: Salvatore Scondotto, Patrizia Miceli, Maria Paola Ferro Hanno contribuito alla realizzazione dell’indagine - a livello nazionale: Maria Masocco (Responsabile Scientifico), Nicoletta Bertozzi, Stefano Campostrini, Giuliano Carrozzi,Benedetta Contoli, Marco Cristofori, Angelo D’Argenzio, Amalia Maria Carmela De Luca, Pirous Fateh-Moghadam, Valentina Minardi, Mauro Ramigni, Massimo Oddone Trinito, Stefania Vasselli (Membri del Gruppo tecnico) - a livello regionale: Assessorato Regionale della Salute Ruggero Razza - Assessore Regionale della Salute Dipartimento Attività Sanitarie ed Osservatorio Epidemiologico Francesco Bevere - Dirigente Generale Referenti regionali: Salvatore Scondotto Coordinatori regionali : Maria Paola Ferro, Patrizia Miceli Coordinatori aziendali:Domenico Alaimo, Gabriella Sacchi, Maria Antonietta Campo, Gabriella Scalia,Maristella Fardella; Mario Cuccia, Franco Belbruno, Adriana Ferruccio,Rosanna Cusimano, Claudio Calogero Pace, Enza D’antoni, Ranieri Candura Intervistatori aziendali: Schembri Gabriella, Simeone Samanta, Natala Corio, Patrizia Restuccia, Maria Antonietta Campo, Valentina Palermo, Laura Andretti, Lucilla Amato; Alecci Rosella;Balsamo Francesca,Anna Romano,Graziella Patanè,Stefania Rotella,M. Grazia Grasso,Domenica Volo,Rosa Saitta, Felicia Pugliese, Francesco Muschio, Giuseppa Sorbera, Domenica Auditore, Maria Giarraffa, Rosangela Musiano, Sonia De Francesco, Tindaro Saporito, Patrizia Merlo, Luisa Stracquadario, Daniela Giacoppo, Antonella Saccà, Anna Sciliberto, Michele Assenza , Maddalena Rabbito , Giuseppina Tusa,Marine Castaing Adriana Marchingiglio, Anna Barbera, Geny La Francesca, Angileri Giovanna, Ingoglia Vita Maria, Livigni Maria Rosa, Falco Giovanna, Simone Vitalba, Incarbona Anna, Biondo Francesco, Triolo Giuseppa, Bruno Loredana Assessorato Regionale della Famiglia, delle Politiche Sociali e del Lavoro Antonio Scavone - Assessore Regionale della Famiglia, delle Politiche Sociali e del Lavoro Dipartimento della Famiglia e delle Politiche Sociali Rosolino Greco - Dirigente Generale Referenti regionali: Felicia Guastella Coordinatori regionali : Rita Costanzo, Duilio Messana Coordinatori locali/intervistatori: assistenti sociali dei Distretti socio-sanitari della Regione Siciliana Università degli Studi di Palermo – Policlinico Universitario Scuola di Specializzaizone in Igiene e Medicina Preventiva Referente: Prof. Francesco Vitale Scuola di Specializzaizone in Geriatria Referente: Prof. Mario Barbagallo, Prof. Lijia Dominguez Intervistatori: Scuola di Specializzazione in Igiene e Medicina Preventiva – Università di Palermo: Fabio Campisi, Valerio Gaglio, Dario Favaro, Francesca Caracci, Enrico Alagna Scuola di Specializzazione in Geriatria – Università degli Studi di Palermo: Vittoria Martinelli,Mario Farruggia,Eleonora Baiamonte,Concetta Costa, Federica Belluzzo Vincenza Beneduce, Piersalvo Bongiorno Registro Tumori di Palermo e Provincia – Azienda Universitaria Ospedaliera Policlinico “P. Giaccone” di Palermo: Rosalia Valenti Corso di laurea in Assistenza Sanitaria – Dipartimento di scienze per la promozione della salute “G. D’alessandro”: Cosimo Mondello
Un ringraziamento a tutte le persone con 65 anni e più che hanno partecipato all’indagine. Grazie a loro è stato possibile conoscere da vicino le esigenze di questa fascia di popolazione all’interno della nostra Regione. Si ringraziano anche tutte le persone che hanno fornito aiuto e supporto durante le interviste e i Medici di Medicina Generale per la preziosa collaborazione fornita.
Sommario La sorveglianza di popolazione PASSI d’Argento Impatto sulla salute Risultati 2017-2020 I risultati a colpo d’occhio Caratteristiche socio-demografiche Fragilità e Disabilità Percezione dello stato di salute Insoddisfazione per la propria vita Stili di vita Attività fisica Stato nutrizionale Consumo di frutta e verdura Consumo di alcol Abitudine al fumo Patologie croniche Problemi di vista, udito e masticazione Cadute Sintomi di depressione Isolamento sociale Sicurezza nell’uso dei farmaci Vaccinazione antiinfluenzale Partecipazione sociale Tutela e sicurezza Accessibilità ai servizi Abitazione Quartiere Ondate di calore Modulo Covid
La sorveglianza di popolazione PASSI d’Argento L’invecchiamento è un processo che interessa tutti gli individui. Il modo in cui ciascuno di noi invecchia dipende da caratteristiche individuali e fattori genetici, ma è fortemente influenzato anche da fattori sociali, dagli stili di vita e più in generale dalle opportunità di salute offerte dal proprio contesto di vita. Nel nostro Paese il gruppo di persone ultra64enni cresce in continuazione. Oggi rappresenta circa il 21% della popolazione, ma fra 20 anni arriverà a più del 30%. È un cambiamento profondo per la nostra società che deve cominciare a considerare queste persone non come “anziani” oggetto di assistenza ma come risorsa, per se stessi, per le famiglie e per la società intera. Il sistema PASSI d’Argento fa riferimento al modello dell’OMS (dal 2002 in poi) dell’ healthy and active ageing, che sollecita lo sviluppo di politiche e interventi nell’ambito dei tre pilastri dell’invecchiamento attivo: salute, partecipazione e sicurezza. Con Passi d’Argento si “misura” anche il contributo che gli anziani offrono alla società, fornendo sostegno all’interno del proprio contesto familiare e della comunità, per i quali sono aspetti centrali la partecipazione e il benessere psicologico e sociale della persona. Sperimentato nel 2009, realizzato nel 2012 come indagine trasversale, Passi d’Argento è avviato come raccolta in continuo dal 2016. Per la realizzazione dell’indagine PASSI d’Argento in diversi contesti si è rivelata essenziale la collaborazione tra enti e istituzioni del settore sanitario e sociale a tutti i livelli (nazionale, regionale e locale). In una prospettiva rivolta a tutte le fasi della vita, “Rimanere in buona salute” è un obiettivo essenziale che coinvolge i servizi sociali e sanitari e tutti i settori della società civile, oggi più che mai, chiamati a costruire un ambiente sicuro e “salutare” in una società realmente “age-friendly”. Obiettivi del sistema di sorveglianza La sorveglianza è orientata ad una duplice finalità: - descrivere i problemi e gli aspetti di salute della popolazione con 65 anni e più; - monitorare gli interventi messi in atto e promuovere azioni e strategie d’intervento efficaci. Promuove condizioni di vita favorevoli e di buona salute negli anziani, ciò costituirà un beneficio per gli anziani stessi e per la società, in quanto migliori condizioni di salute si associano a minori costi economici socio-sanitari ma anche a maggiori risorse per le famiglie e la comunità. Campionamentoed interviste La popolazione in studio è costituita da persone con 65 anni e più che possiedono un telefono e che non hanno gravi problematiche psico-fisiche. Sono definite non eleggibili le persone che al momento della rilevazione erano domiciliate fuori del comune di residenza, ospitate in Strutture Sanitarie Assistite, ricoverate in ospedale o residenti in carcere. In ogni regione partecipante è stato estratto un campione rappresentativo (con campionamento casuale semplice stratificato). Il campionamento viene effettuato sulle liste delle anagrafi sanitarie delle ASL
aderenti. Si formano 6 strati: per ciascuno dei due sessi vengono considerate le classi di età 65-74 anni, 75- 84 e 85 e più anni. La rappresentatività è sempre garantita a livello regionale, in alcuni casi anche a livello aziendale. Per la raccolta dei dati è stato utilizzato un questionario standardizzato, diviso in 6 sezioni. La somministrazione del questionario può essere fatta attraverso una duplice modalità: per intervista telefonica o faccia a faccia. In alcuni casi, come previsto dal protocollo dell’indagine, le interviste sono state realizzate grazie ad un familiare o persona di fiducia (proxy) che ha sostenuto e aiutato la persona durante l’intervista. L' intervistatore effettua l’intervista attraverso CATI (computer assisted telephone interview) o questionari cartacei con successiva immissione dei dati su un personal computer. Etica e privacy È stata chiesta una valutazione sull’indagine PASSI d’Argento al Comitato Etico dell’Istituto Superiore di Sanità che ha formulato un parere favorevole sotto il profilo etico. Le operazioni previste dall’indagine PASSI d’Argento in cui sono trattati dati personali sono effettuate nel rispetto della normativa sulla privacy (Decreto Legislativo 30 giugno 2003, n. 196 - Codice in materia di protezione dei dati personali). Le persone selezionate per l’intervista sono state informate per lettera sugli obiettivi e le modalità di realizzazione dell’indagine e sulle modalità adottate dallo studio per garantire privacy e confidenzialità degli intervistati. Gli intervistatori hanno contattato direttamente per telefono le persone selezionate per chiedere il consenso all’intervista e presentare gli obiettivi e i metodi dello studio. Prima dell’intervista, sia faccia a faccia sia telefonica, l’intervistatore ha indicato nuovamente gli obiettivi dello studio e le misure adottate per garantire la privacy. Dopo l’intervista i dati nominativi delle persone selezionate sono stati conservati per alcuni giorni in un luogo sicuro sotto la responsabilità del coordinatore regionale dell’indagine e quindi distrutti dopo la validazione del questionario. Nessun dato nominativo è rintracciabile nel supporto informatico della base di dati e quindi non è possibile in alcun modo risalire all’intervistato. Alcuni indicatori di monitoraggio Dal totale delle persone selezionate nel corso dell’indagine 2017-2020, 205 persone hanno rifiutato di fare l’intervista, 66 non sono state reperibili, 236 sono state escluse dal campione in quanto “non eleggibili”, ovvero non rispondenti ai criteri di selezione per l’indagine perché: domiciliate fuori del comune di residenza (53 casi), decedute (93 casi), ricoverate in ospedale al momento dell’indagine (6 casi), ospitate in RSA (3 casi), anziani senza telefono, telefono non rintracciabile (80 casi) , non conoscenza lingua italiana (1 caso).
Impatto sulla salute Fragilità e disabilità L’autonomia nello svolgimento delle attività della vita quotidiana assume una particolare importanza per il benessere dell’individuo, anche in relazione alle necessità assistenziali che si accompagnano alla sua perdita. Il livello dell’autonomia dell’anziano viene individuato utilizzando la scala delle Adl (Activity of Daily Living) e la scala delle Iadl (Instrumental Activity of Daily Living) che indagano rispettivamente la capacità dei soggetti anziani di compiere funzioni fondamentali della vita quotidiana (mangiare, vestirsi, lavarsi, spostarsi da una stanza all’altra, essere continenti, usare i servizi per fare i propri bisogni) e le funzioni complesse (come ad esempio, preparare i pasti, effettuare lavori domestici, assumere farmaci, andare in giro, gestirsi economicamente, utilizzare un telefono) che consentono a una persona di vivere da sola in maniera autonoma. Percezione dello stato di salute La percezione del proprio stato di salute è una dimensione importante della qualità della vita. Nelle persone con 65 anni e più, indicatori negativi sulla percezione del proprio stato di salute sono correlati ad un rischio aumentato di declino complessivo delle funzioni fisiche, indipendentemente dalla severità delle patologie presenti. Nelle sorveglianze PASSI e PASSI d’Argento la salute percepita viene valutata col metodo dei “giorni in salute” (Healthy Days), che misura la percezione del proprio stato di salute e benessere attraverso quattro domande: lo stato di salute auto-riferito, il numero di giorni nell’ultimo mese in cui l’intervistato non si è sentito bene per motivi fisici, il numero di giorni in cui non si è sentito bene per motivi psicologici ed il numero di giorni in cui ha avuto limitazioni nelle attività abituali. Dagli anni ’80 questo pacchetto di misure standard della “qualità della vita relativa alla salute” (Health Related Quality Of Life – HRQOL) è stato gradualmente inglobato in diversi sistemi di sorveglianza e di survey di popolazione grazie alla sua associazione con gli effetti della presenza negli individui di patologie croniche o degli stessi determinanti e fattori di rischio di malattia. PASSI d’Argento indaga anche la variazione della salute percepita rispetto all’anno precedente, informazione che assume particolare interesse nelle persone di età avanzata. Insoddisfazione per la propria vita Così come la qualità della vita, anche la felicità, intesa come soddisfazione complessiva della propria vita, può essere misurate unicamente su dati riferiti dai singoli individui. Negli ultimi anni, è stata attribuita grande importanza alle misure soggettive di felicità e soddisfazione per la propria vita. Le percezioni e le valutazioni soggettive influenzano, infatti, il modo in cui le persone affrontano la vita e per questo motivo possiedono un elevato valore informativo. La felicità nell’accezione originale è intesa e misurata, da alcuni decenni, come “soddisfazione della vita”. PASSI d’Argento l’ha rilevata come soddisfazione complessiva della vita condotta da un individuo ricorrendo ad una sola domanda
con 4 possibili risposte. In particolare si definiscono insoddisfatti della propria vita gli ultra 65enni che, alla domanda «Quanto è soddisfatto/a per la vita che conduce?» rispondono “poco” oppure “per niente”. In Passi d’Argento la domanda sulla soddisfazione per la propria vita viene raccolta solo fra le persone che sostengono l’intervista in modo autonomo senza ricorrere all’aiuto di un familiare o persona di fiducia (proxy). Stili di vita Un invecchiamento attivo e in buona salute è frutto di diversi fattori che agiscono durante tutto il corso della vita e che, in base alle indicazioni dell’OMS, possono essere distinti in: determinanti trasversali: genere e cultura; determinanti legati al sistema dei servizi sanitari e sociali (ad esempio le attività di promozione della salute e prevenzione delle malattie); determinanti comportamentali (ad esempio attività fisica e fumo); determinanti legati a fattori individuali (ad esempio fattori biologici e psicologici); determinanti economici (ad esempio reddito e sistemi di previdenza sociale). Promuovere stili di vita salutari è una sfida importante per il sistema socio-sanitario, soprattutto se si considera l’attuale quadro epidemiologico caratterizzato dall’alta prevalenza delle malattie cronico- degenerative. Alla base delle principali malattie croniche ci sono fattori di rischio comuni e modificabili, come alimentazione poco sana, consumo di tabacco, abuso di alcol, mancanza di attività fisica che, insieme a fattori non modificabili (ereditarietà, sesso, età), danno origine a fattori di rischio intermedi (l’ipertensione, la glicemia elevata, l’eccesso di colesterolo e l’obesità). Per questo motivo, la promozione di stili di vita salutari, a tutte le età, è importante per prevenire e migliorare il trattamento e la gestione delle principali patologie croniche. Attività fisica Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) gli ultra 65enni, come gli adulti, dovrebbero svolgere ogni settimana almeno 150 minuti di attività fisica moderata, o almeno 75 minuti di attività fisica intensa, oppure una combinazione equivalente fra le due, se le condizioni di salute lo permettono. Per ottenere benefici cardio-respiratori l’attività fisica dovrebbe essere svolta in frazioni di almeno 10 minuti continuativi distribuiti nell’arco della settimana. In PASSI d’Argento l’attività fisica praticata dagli ultra 65enni, viene valutata attraverso il “Physical Activity Scale for Elderly” (PASE), uno strumento validato a livello internazionale e specifico per la popolazione anziana, che considera tutti i tipi di attività comunemente svolte da persone di questa età, dalle attività di svago e sportive (strutturate e non) alle attività casalinghe (dai lavori domestici, giardinaggio, cura dell’orto, fino al prendersi cura di altre persone), fino a eventuali attività lavorative non sedentarie. Per ogni intervistato il PASE restituisce un punteggio numerico che tiene conto del tipo di attività svolta nei 7 giorni precedenti l’intervista, della sua intensità e del tempo dedicatovi. A valori elevati di PASE corrispondono elevati livelli di attività fisica. In PASSI d’Argento viene individuato convenzionalmente il 40simo percentile dei punteggi PASE, pari al valore 76 (stimato su tutto il campione 2017-2020 eleggibile al PASE),
quale “valore soglia” sotto cui considerare i livelli di attività fisica insufficienti o comunque migliorabili. Questo valore soglia è stato finora considerato per distinguere i sedentari dagli altri, considerando sedentari gli utra 65enni che non raggiungono tale punteggio.Il PASE è dunque uno strumento molto specifico che da una parte permette di “quantificare” l’attività fisica svolta dall’anziano e valutare i cambiamenti nel tempo, seppur lievi e specifici per tipo di attività, ma dall’altra può risultare complesso e la determinazione di ultra 65enni in persone fisicamente “attive”, “parzialmente attive” e “sedentarie” richiederebbe scelte di valori soglia, che possono risultare arbitrarie e rendono il Pase uno strumento di non semplice comparazione. Tuttavia la possibilità di avere informazioni sul tipo di attività svolta, l’intensità e la durata (quest’ultima disponibile per tutte le attività ma non prevista per le attività casalinghe, considerate routinarie) permette di ricostruire, a partire dal questionario PASE, un indicatore coerente con le raccomandazioni dell’OMS, più facilmente comparabile e intuitivo. Cosi, gli ultra65enni eleggibili al PASE possono anche essere classificati secondo i livelli dell’attività fisica raccomandati dall’OMS in: Persone fisicamente attive: • coloro che, nella settimana precedente l’intervista, hanno raggiunto un ammontare settimanale di almeno 150 minuti di attività fisica moderata o 75 minuti di attività intensa o una combinazione equivalente delle due modalità (assumendo che i minuti di attività intensa valgano il doppio di quella moderata e le sessioni di attività minori di 10 minuti siano pari a 0 minuti), stimata a partire dalle attività di svago o sportive e dalle attività lavorative che richiedono uno sforzo fisico), contemplate nel questionario PASE • coloro che hanno raggiunto un punteggio PASE superiore al 75simo con le sole attività domestiche, indipendentemente dal tempo dedicato alle altre attività (di svago o sportive e lavorative). Persone parzialmente attive: • coloro che nella settimana precedente l’intervista hanno fatto attività moderata o vigorosa per almeno 10 minuti in ogni singola occasione, ma senza raggiungere complessivamente i livelli raccomandati settimanalmente (150 minuti di attività moderata o 75 minuti di attività intensa o una combinazione equivalente) • coloro che pur non essendo riusciti a garantire questi livelli di attività fisica hanno raggiunto un punteggio PASE compreso fra il 50simo e il 75simo percentile con le sole attività domestiche. Persone sedentarie: Coloro che non rispondono alle definizioni precedenti, ovvero non hanno fatto alcuna attività fisica o non vi hanno dedicato neppure 10 minuti in ogni occasione in cui l’hanno svolta e con le sole attività domestiche hanno un punteggio PASE inferiore al 50simo percentile. In queste definizioni entrano in gioco tutte le attività (di svago o sportive, casalinghe e lavorative che richiedono uno sforzo fisico) rilevate nel questionario PASE, con esclusione della sola attività riferita come “passeggiata o uscita per portare a spasso il cane” considerata poco significativa e non riconducibile alle indicazioni date dall’OMS in merito ai livelli raccomandati. Stato nutrizionale In ogni fase della vita lo stato nutrizionale è un importante determinante delle condizioni di salute. Nelle persone con 65 anni e più, possono manifestarsi problemi nutrizionali secondari tanto agli eccessi quanto alle carenze alimentari, entrambi in grado di provocare la comparsa di processi patologici a carico di vari organi e di favorire l'invecchiamento. In particolare, l’eccesso di peso favorisce l’insorgenza o l’aggravamento di patologie preesistenti (dismetaboliche, cardiovascolari, osteo-articolari) e influisce negativamente sulla
qualità della vita della persona. Superati i 75 anni di età, l’indice di massa corporea è comunque soggetto a variazioni legate a fattori biologici e patologici e, se all’aumentare dell’età si riduce la quota di anziani in eccesso ponderale, aumenta progressivamente la quota di persone che perdono peso indipendentemente dalla loro volontà, tale perdita di peso non intenzionale rappresenta, un indicatore comunemente utilizzato per la fragilità dell’anziano. Lo stato nutrizionale si misura comunemente attraverso l'indice di massa corporea (IMC), dato dal rapporto del peso (in Kg) ed il quadrato dell'altezza (in metri); le persone vengono classificate sottopeso (IMC < 18,5), normopeso (IMC: fra 18,5-24,9), sovrappeso (IMC: fra 25-29,9), obese (IMC ≥ 30). In PASSI d’Argento poiché questo indice viene calcolato sui dati riferiti dall’intervistato e non misurati direttamente, non si può assegnare un valore assoluto alla distribuzione dello stato nutrizionale nella popolazione in studio. Consumo di frutta e verdura Adeguate quantità di frutta e verdura assicurano un rilevante apporto di carboidrati complessi, vitamine, minerali, acidi organici, sostanze antiossidanti e di fibre che oltre a proteggere da malattie cardiovascolari e neoplastiche, migliorano la funzionalità intestinale e contribuiscono a prevenire o migliorare la gestione del diabete mellito non insulino-dipendente. Secondo stime dell’OMS complessivamente lo scarso consumo di frutta e verdura è responsabile di circa un terzo degli eventi coronarici e di circa il 10% di ictus cerebrale. La soglia di 400 grammi al giorno, corrispondente a circa 5 porzioni, è la quantità minima consigliata per proteggersi da queste ed altre patologie e assicurare un rilevante apporto di nutrienti (vitamine, minerali, acidi organici) e sostanze protettive antiossidanti. Per questo motivo, in accordo con le linee guida, che raccomandano di consumare almeno 5 porzioni al giorno (five-a-day) di frutta o verdura, insalata o ortaggi, PDA misura il consumo di questi alimenti. Consumo di alcol Il consumo di alcol può avere conseguenze sfavorevoli per la salute in tutte le età. La fascia di popolazione con 65 anni e più è ad elevata vulnerabilità rispetto all’alcol: con l’età, infatti, la sensibilità agli effetti dell’alcol aumenta in conseguenza del mutamento fisiologico e metabolico dell’organismo. A partire dai 50 anni circa la quantità d’acqua presente nell’organismo diminuisce e l’alcol viene dunque diluito in una quantità minore di liquido. Questo significa che, a parità di alcol ingerito, il tasso alcolemico risulta più elevato e gli effetti sono più marcati. A questo fenomeno si aggiunge il ridotto funzionamento di alcuni organi come il fegato ed i reni, che non riescono più a svolgere pienamente la funzione di inattivare l’azione tossica dell’alcol e permetterne l’eliminazione dall’organismo. Si deve anche considerare che le persone anziane soffrono spesso di problemi di equilibrio, dovuti all’indebolimento della muscolatura, nonché di una ridotta mobilità. Il consumo di alcol può quindi aggravare la situazione, facilitando le cadute e le fratture. A tutto ciò si deve aggiungere che l’alcol interferisce con l’uso dei farmaci che le persone anziane, molto spesso, assumono quotidianamente. Pertanto, in età avanzata, anche un consumo moderato di alcol può causare problemi di salute. Le Linee Guida dell’INRAN (Istituto Nazionale per la Ricerca sugli Alimenti e la Nutrizione), in accordo con le indicazioni dell’OMS, consigliano agli anziani di non superare il limite di 12 g di alcol al giorno, pari ad 1 Unità Alcolica (330 ml di birra, 125 ml di vino o 40 ml di un superalcolico) senza distinzioni tra uomini e donne. Nell’indagine PASSI d’Argento è stata stimata la prevalenza dei consumatori
di alcol e in particolare il numero di persone che bevono più di un’unità alcolica corrispondente a una lattina di birra o un bicchiere di vino o un bicchierino di liquore al giorno. Infine è stato stimato il numero di persone che hanno ricevuto il consiglio di ridurre il consumo di alcol da parte di un operatore sanitario. Il consumo a rischio di alcol sia moderato che a rischio, è mediamente più frequente al Nord rispetto al Sud Italia, seppur con qualche eccezione. Abitudine al fumo Il fumo di tabacco costituisce uno dei principali fattori di rischio per l’insorgenza di numerose patologie cronico-degenerative, soprattutto a carico dell’apparato respiratorio e cardiovascolare; rappresenta inoltre il maggior fattore di rischio evitabile di morte precoce, a cui gli esperti attribuiscono circa il 12% degli anni di vita in buona salute persi a causa di morte precoce e disabilità (DALY - disability-adjusted life year). Il fumo fa male a tutte le età, ma le conseguenze negative del fumo aumentano con l’aumentare dell’età; le principali cause di mortalità correlate al fumo nelle persone con 60 anni e più sono il tumore del polmone e la broncopneumopatia cronica ostruttiva. Patologie croniche L’invecchiamento della popolazione è accompagnato da un aumento del carico delle malattie cronico degenerative, come quelle cerebro-cardiovascolari, il diabete, la malattia di Alzheimer e altre patologie neurodegenerative, tumori, malattie polmonari croniche ostruttive e problemi muscoloscheletrici. Con l’avanzare dell’età è sempre più frequente la presenza di comorbidità ovvero la coesistenza nello stesso individuo di 2 o più patologie croniche. Nella maggior parte dei casi si tratta di malattie croniche, per le quali tuttavia esistono misure di prevenzione efficaci in grado di prevenirle o ridurre la disabilità ad esse associata. La sostenibilità del sistema assistenziale socio-sanitario richiede, pertanto, che vengano implementate misure di prevenzione e promozione della salute, volte a contenere, per quanto possibile, l'insorgenza delle patologie croniche legate all'invecchiamento o, quantomeno, gli esiti disabilitanti. Problemi di vista, udito e masticazione Le disabilità percettive legate a vista e udito condizionano le capacità di comunicazione della persone con 65 anni e più, peggiorando notevolmente la qualità di vita ed inducendo problematiche connesse all’isolamento e alla depressione. I problemi di vista costituiscono, inoltre, un importante fattore di rischio per le cadute. Per quanto riguarda la salute orale, questa costituisce, in ogni fase della vita, un aspetto importante per la salute complessiva della persona. Con il progredire dell’età, le difficoltà di masticazione possono determinare carenze nutrizionali e perdita non intenzionale del peso con effetti particolarmente gravi specie tra le persone fragili e con disabilità. I problemi masticatori influenzano inoltre la qualità della vita della persona con 65 anni e più, incidendo sul suo benessere sociale e psicologico. Problemi di vista L’OMS stima che a livello mondiale circa il 65% delle persone affette da patologie oculari siano ultracinquantenni e la percentuale è destinata ad aumentare con l’invecchiamento della popolazione (WHO 2011), pregiudicando l’autonomia delle persone più anziane ed esponendole a un maggior rischio di cadute accidentali. Glaucoma, degenerazione maculare senile, retinopatia diabetica e cataratta costituiscono, secondo il National Eye Institute, le principali patologie oculari correlate all’età (NIH, 2004). La maggior
parte di queste patologie sono prevenibili, ma per questo e per potenziare i servizi di riabilitazione in favore di chi è affetto da deficit visivo, è di fondamentale importanza una strategia di salute pubblica che contempli la sorveglianza, l’educazione sanitaria della popolazione, il coordinamento degli screening, la diagnosi e la terapia. I problemi di vista in Passi d’Argento sono indagati con una semplice domanda che non fa riferimento ad alcuna diagnosi medica ma semplicemente da conto della percezione del singolo di avere un deficit della vista tale da rendere difficoltoso leggere il giornale, cucire, leggere l’ora sull’orologio, o fare piccoli lavori. Problemi di udito La riduzione della capacità uditiva è un fenomeno comune nell’invecchiamento e viene definita presbiacusia. Si stima che circa il 30 -35 % della popolazione compresa nella fascia di età 65 – 75 anni è affetta da presbiacusia e la percentuale sale al 50% per le persone con 75 anni e più. La presbiacusia è un fenomeno progressivo, bilaterale e il più delle volte silente, del quale gli individui non sono spesso consapevoli, mentre il problema non sfugge a conviventi e conoscenti. Numerose classi di farmaci, tra cui diuretici, antibiotici e anti-infiammatori, sono responsabili di danni a carico dell’apparato uditivo, specie in presenza di una ridotta funzionalità renale, come è frequente nelle persone più anziane. La riduzione dell’udito e le conseguenti difficoltà a comunicare con gli altri si ripercuotono negativamente sulla vita fisica, emotiva e sociale della persona, che presenta con maggior frequenza segni di depressione, insoddisfazione della vita e un minore coinvolgimento nelle attività sociali. La presbiacusia si associa anche a un aumentato rischio di cadute, con la possibile conseguente frattura del femore, una delle principali cause di disabilità nell’anziano. La diagnosi della presbiacusia, semplice e poco dispendiosa, ed il suo trattamento rappresentano, quindi, una importante priorità di salute pubblica. In particolare risulta di grande rilevanza per l’anziano l’accesso ai servizi diagnostici audiologici, ai fini della prevenzione delle complicanze che questo deficit sensoriale può comportare. In PASSI D’Argento i problemi di udito sono indagati attraverso una domanda che non fa riferimento ad una diagnosi medica ma alla percezione del singolo di avere un deficit di udito tale da rendere difficoltoso fare quattro chiacchiere con qualcuno. Problemi di masticazione Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, nei paesi a Sviluppo Avanzato, i problemi di salute orale sono il quarto disturbo più costoso. Le persone più anziane molto spesso non ricevono adeguati trattamenti per mancanza di consapevolezza, difficoltà di accesso ai servizi, ma anche per l’idea sbagliata che gli anziani non possano giovarsi di misure preventive e di interventi di educazione alla salute orale. I problemi di salute orale delle persone con 65 anni e più non sono solo legati alla cattiva masticazione e alla perdita dei denti, includono anche problematiche quali la xerostomia, nota anche come secchezza delle fauci, molto spesso collegata all’assunzione prolungata di farmaci o a patologie tumorali del cavo orale, riconducibili all’abitudine al fumo e al consumo eccessivo di alcol. Le difficoltà di masticazione possono limitare l’assunzione di importanti alimenti più difficili da masticare, determinando talvolta problemi di malnutrizione e anche perdita di peso. Infine, la mancanza di denti o comunque una dentatura compromessa
può determinare anche forme di disagio psicologico con fenomeni di isolamento sociale e perdita di stima. Esistono cure efficaci per i problemi di salute orale. Inoltre, è stata dimostrata l’utilità e l’efficacia di interventi di promozione delle salute orale. La prevenzione dei problemi di masticazione favorisce il miglioramento della qualità della vita ed è particolarmente importante per gli anziani più fragili o disabili in quanto previene problemi di salute collegati alla malnutrizione e alla perdita di peso. Alcuni fattori di rischio comportamentali come l’abitudine al fumo e il consumo di alcol sono associati a gravi patologie come il cancro del cavo orale. In Passi D’Argento i problemi di masticazione sono indagati con una semplice domanda «Di solito, può mangiare i cibi difficili da masticare, come la carne o le mele?» Cadute Ogni anno si verificano in Italia fra i tre e i quattro milioni di incidenti domestici. Si tratta di un fenomeno che colpisce prevalentemente le persone con 65 anni e più, con conseguenze rilevanti in termini di ricoveri, disabilità e mortalità. Tra gli incidenti domestici, le cadute rappresentano la voce più importante. Il problema è particolarmente rilevante non solo per la frequenza e per le conseguenze di ordine traumatico, ma anche per le ripercussioni sul benessere psicologico della persona: anche la sola insicurezza legata alla paura di cadute può determinare una riduzione delle attività quotidiane e dei rapporti interpersonali con progressivo isolamento sociale. Rispetto alle cause delle cadute, occorre considerare fattori di rischio intrinseci ed estrinseci. I primi comprendono diverse patologie predisponenti, come alcune patologie neurologiche. Fra i secondi rientrano i rischi connessi all’ambiente domestico come pavimenti e scalini sdrucciolevoli, scarsa illuminazione, presenza di tappeti, ecc. Altro aspetto importante legato alle cadute è l’assunzione di alcune categorie di farmaci, come gli antipertensivi, gli antidepressivi e gli ipnotici/sedativi. Per prevenire le cadute sono necessari programmi di intervento mirati a ridurre i principali fattori di rischio per le cadute, a creare le condizioni per un ambiente sicuro e favorevole e a promuovere l’attività fisica. Sintomi di depressione La depressione è una patologia psichiatrica che può determinare elevati livelli di disabilità, con notevoli costi diretti e indiretti per l’intera società. Essa è caratterizzata da sentimenti di tristezza, sensazione di vuoto interiore e perdita di interesse e piacere. In molti casi, questi sintomi si accompagnano anche a difficoltà nella cura di sé, riduzione e peggioramento delle relazioni sociali con tendenza all’isolamento, sensi di colpa e auto-svalutazione, disturbi del sonno e dell’appetito, astenia e difficoltà di concentrazione. Con il progredire dell’età la presenza di una sintomatologia depressiva è una condizione frequente e spesso grave: essa determina un peggioramento della qualità della vita, ed è collegata ad una maggiore morbilità e ad un aumento del rischio suicidario. Al contrario, in molti casi si riscontra una sottostima della necessità di curarsi sia da parte delle persone più anziane, che considerano il loro stato psicologico una necessaria conseguenza della loro storia di vita, sia da parte di familiari e conoscenti che l’interpretano come una condizione tipica dell’età avanzata. Analogamente alla sorveglianza PASSI, il sistema PASSI d’Argento valuta la presenza dei
sintomi fondamentali della depressione (umore depresso e perdita di interesse o piacere per le attività che si è soliti svolgere) utilizzando il Patient Health Questionnaire-2 (PHQ-2): un test validato e molto utilizzato a livello internazionale e nazionale, che è caratterizzato da elevata sensibilità. Esso rappresenta un valido strumento per lo screening dei sintomi di depressione anche tra le persone con 65 anni e più. Isolamento sociale L’isolamento sociale può incidere notevolmente sulla qualità della vita; oltre a condizionare gli aspetti della vita di relazione, può compromettere le attività quotidiane e il soddisfacimento delle principali necessità della vita. Nella sorveglianza Passi d’Argento è stata valutata sia la partecipazione a incontri collettivi che anche il solo fare quattro chiacchiere con altre persone: è stata considerata a rischio di isolamento sociale la persona che in una settimana normale non ha fatto nessuna di queste attività. Sicurezza nell’uso dei farmaci Con il progredire dell’età, in corrispondenza di una maggiore prevalenza delle patologie croniche, aumentano i livelli di uso e di esposizione ai farmaci. Sono più frequenti i casi di comordibità e di polifarmacoterapia, con l’assunzione contemporanea di diversi farmaci nell’arco della stessa giornata. La polifarmacoterapia aumenta il rischio di prescrizioni inappropriate e reazioni avverse. Essa, inoltre, può determinare una ridotta efficacia dei farmaci a causa della minore compliance. La revisione regolare dei farmaci è indicata in letteratura come uno degli interventi più efficaci per ridurre le prescrizioni inappropriate di farmaci alle persone con 65 anni e più. La periodica verifica da parte del Medico di Medicina Generale (MMG) della corretta assunzione della terapia, sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo, può contribuire a limitare eventuali effetti collaterali e interazioni non volute. Nella sorveglianza PASSI d’Argento sono state raccolte informazioni sui farmaci assunti e sull’eventuale controllo dell’uso dei farmaci da parte del medico di medicina generale. Vaccinazione antiinfluenzale L'influenza costituisce un rilevante problema di sanità pubblica, in particolare per le possibili gravi complicanze nei soggetti a rischio come le persone con 65 anni e più . La vaccinazione è particolarmente importante in presenza di alcune patologie croniche molto frequenti in età anziana come le patologie dell’apparato respiratorio, cardio-vascolare, il diabete, l’insufficienza renale e i tumori. La vaccinazione antinfluenzale nei gruppi a rischio è un’attività di prevenzione di provata efficacia: mira a rallentare la diffusione del virus nella comunità (prevenzione collettiva) e a prevenire le complicanze (protezione individuale), così da ridurre diffusione, gravità e letalità delle epidemie stagionali. Il Ministero della Salute raccomanda di vaccinare almeno il 75% delle persone appartenenti alle categorie a rischio, come le persone con 65 anni e più. Partecipazione sociale In Passi d’Argento la partecipazione alla vita sociale è indagata attraverso diversi aspetti che si intersecano e si sovrappongono fra loro e che contemplano la dimensione economica (la partecipazione ad attività lavorative retribuite), quella civile (la partecipazione ad attività no-profit che però hanno anche un valore
economico e sociale, come l’offerta di aiuto o accudimento di familiari o amici o conoscenti o attraverso attività di volontariato), quella sociale intesa come partecipazione a eventi sociali, o quella culturale come la partecipazione a corsi di formazione per la propria crescita individuale. Il concetto di “anziano-risorsa”, che l’Oms definisce già nel 1996, parte da una visione positiva della persona, in continuo sviluppo e in grado di contribuire, in ogni fase della vita, alla crescita individuale e collettiva. L’anziano “risorsa” viene identificato come colui che partecipa ad attività per mantenere la salute fisica e mentale, accrescere la qualità delle relazioni interpersonali e migliorare la qualità della propria vita, contribuendo a ridurre il livello di dipendenza dagli altri e allo stesso tempo rappresentando una risorsa per la collettività. Passi d’Argento “misura” il contributo che gli ultra 65enni offrono alla società fornendo sostegno all’interno del proprio contesto familiare, e della comunità, attraverso due domande che indagano se l’intervistato nei 12 mesi precedenti abbia accudito o fornito aiuto a parenti o amici, conviventi o non conviventi. Una terza domanda raccoglie informazioni su attività di volontariato svolte a favore di anziani, bambini, persone con disabilità, presso ospedali, parrocchie, scuole o altro. Accanto a queste domande, ve ne sono altre inerenti la partecipazione a eventi sociali, come gite o soggiorni organizzati, o a corsi di formazione. Tutela e sicurezza Per rispondere ai bisogni e ai diritti delle persone che vanno avanti con l’età è importante che diritto e accesso alle cure vengano tutelati, che l’accesso ai servizi socio-sanitari facilitato, che i contesti di vita, siano esse le abitazioni o i quartieri in cui vivono, siano sicuri e favorenti l’autonomia e la socialità. È importante che le persone anziane non abbiano difficoltà a raggiungere lo studio del medico di famiglia, o i servizi della Asl, ma neppure la farmacia o i servizi commerciali di generi alimentari o di prima necessità. È importante che le condizioni di accesso ai servizi sociosanitari siano facilitate e garantite e non dipendenti dalla loro capacità/autonomia economica. È anche importante che vivano in abitazioni adatte ai loro bisogni individuali, senza barriere architettoniche, che consentano libertà di movimento in totale sicurezza, con riscaldamento e condizioni igienico sanitarie adeguate. Inoltre, per favorire l’autonomia ma anche la partecipazione alle attività sociali è anche importante che le persone anziane si sentano sicure nel proprio quartiere, per affrontare con serenità e in autonomia la necessità di uscire di casa. Gli argomenti che compongono la sezione tematica “Tutela e sicurezza” sono: accessibilità ai servizi socio-sanitari, presenza di almeno un problema nell’abitazione,vivere in una casa di proprietà, sicurezza del quartiere e protezione dalle ondate di calore.
I Risultati 2017 - 2020
I risultati a colpo d’occhio IC95% IC95% Determinanti di salute socio-anagrafici % inf sup Basso livello di istruzione * 44,4 41 47,9 Molte difficoltà economiche 12,7 10,5 15,3 Vive solo 21,3 17,8 25,3 Ricorso al proxy ** 22,5 19,4 25,9 * Basso livello di istruzione: nessun titolo o licenza elementare ** Ricorso al proxy: interviste sostenute con l'aiuto di un familiare o persona di fiducia IC95% IC95% Ultra65enni con disabilità % inf sup Disabili 14,4 12,2 16,9 Chi riceve aiuto tra i disabili 99,5 96,8 99,9 Giudizio complessivo per aiuti ricevuti dai disabili Giudizio riferito dai disabili 15 7 29,2 IC95% IC95% Ultra65enni con fragilità % inf sup Fragili 26,8 23,8 30 Chi riceve aiuto tra i fragili 97 92,8 98,8 Giudizio complessivo per aiuti ricevuti dai fragili Giudizio riferito dai fragili 3,2 1,6 6,2 IC95% IC95% Percezione dello stato di salute % inf sup Stato di salute percepito positivamente 85 81,6 87,9 Stato di salute percepito negativamente 15 15 15 IC95% IC95% Insoddisfazione della propria vita % inf sup Insoddisfazione della propria vita 26 22 30,5 IC95% IC95% Attività fisica % inf sup Sedentario 42,4 38,1 46,9 Parzialmente o completamente attivo 57,6 53,2 61,9 Attenzione degli operatori sanitari Consigliato dal medico/operatore sanitario di fare più attività fisica 36,9 33,5 40,5
Punteggio PASE punteggio IC95 inf IC95 sup Punteggio medio PASE 89,5 82,2 96,9 Punteggio medio PASE attività di svago 27,6 17,5 37,7 Punteggio medio PASE attività domestiche 76,5 72,8 80,2 Punteggio medio PASE attività lavorative 71,7 45 98,3 IC95% IC95% Eccesso ponderale % inf sup Sottopeso 0,9 0,5 1,8 Normopeso 34,7 30,2 39,4 Sovrappeso 48,2 43,5 53 Obesi 16,2 13,3 19,6 Calo ponderale involontario 9,6 6,7 13,5 IC95% IC95% Consumo quotidiano di frutta e verdura % inf sup 0 porzioni 0,9 0,4 2 1/2 porzioni 44 39,7 48,5 3/4 porzioni 43 39,3 46,9 5+ porzioni 12,1 9,1 15,8 IC95% IC95% Consumo di alcol % inf sup Consumo alcol 29,6 26,2 33,3 Consumo moderato 17,2 14,5 20,3 Consumo a rischio 12,4 9,7 15,7 Consumo a rischio 2 UA giornaliere 5,8 4,4 7,7 Consumo a rischio 3 o più UA giornaliere 6,6 4,4 9,8 Attenzione degli operatori sanitari Bevitori a maggior rischio consigliati di bere meno dal 10 5 19 medico IC95% IC95% Abitudine al fumo di sigaretta % inf sup Non fumatori 61,5 57,1 65,6 Fumatori 8,9 6,6 11,7 Ex‐fumatori 29,7 25,6 34,1 n IC95 inf IC95 sup Numero medio di sigarette fumate 12,3 10 14,6 IC95% IC95% Cronicità % inf sup Persone senza patologie croniche * 40,5 36 45,1 Persone con almeno 1 patologie cronica * 59,5 54,9 64 Persone con 2 o più patologie croniche (co‐morbidità) * 26,4 22,3 31,1 * Le patologie indagate sono le seguenti: Cardiopatie (Infarto del miocardio, ischemia cardiaca o malattia delle coronarie o Altre
malattie del cuore), Ictus o ischemia cerebrale, Tumori (comprese leucemie e linfomi), Malattie respiratorie croniche (Bronchite cronica, enfisema, insufficienza respiratoria, asma bronchiale), Diabete, Malattie croniche del fegato e/o cirrosi, Insufficienza renale IC95% IC95% Problemi sensoriali % inf sup Problemi di vista 15,4 13,1 18,1 Problemi di udito 17 14,8 19,5 Problemi di masticazione 13,9 11,7 16,3 Almeno un problema sensoriale * 32,8 29,7 36,2 1 problema sensoriale 22,3 19,4 25,5 2 problemi sensoriali 8,2 6,5 10,3 3 problemi sensoriali 2,3 1,6 3,3 IC95% IC95% Cadute e percezione del rischio % inf sup Cadute * 10,7 8,7 13 Ricovero per caduta ** 15,3 9,4 23,7 Paura di cadere 38,1 34,5 41,7 Cadute in casa 59,5 48,2 69,9 Consapevolezza del rischio di infortunio domestico 44,7 40,9 48,5 Uso presidi anticaduta *** 72,7 68,6 76,4 Consiglio medico **** 21,1 17,9 24,6 * = Cadute avvenute nei 30 giorni precedenti l'intervista ** = Persone cadute nei 30 giorni precedenti l'intervista che a seguito della caduta hanno subito un ricovero di almeno un giorno *** = Almeno 1 presidio usato in bagno tra fra tappetini, maniglioni o seggiolini **** = Consiglio da parte di un medico o altro operatore su come evitare le cadute IC95% IC95% Sintomi di depressione % inf sup Sintomi di depressione 20,2 15,4 26,2 Richiesta di aiuto a personale sanitario o persone di fiducia* 67,8 50,8 81,1 * Percentuale di persone che richiedono aiuto per problemi di depressione Giorni in cattiva salute fisica, mentale e giorni con limitazioni nelle attività n IC95 inf IC95 sup Numero medio di giorni in cattiva salute fisica * 20,6 18,4 22,7 Numero medio di giorni in cattiva salute pisichica * 20,9 18,2 23,6 Numero medio di giorni con limitazione delle attività quotidiane* 18,7 15,6 21,8 * Tra le persone con sintomi di depressione IC95% IC95% Isolamento sociale % inf sup Isolamento sociale 18,1 15,4 21,1 Impossibilità a conversare con qualcuno 20,3 17,5 23,4 Impossibilità di partecipare ad attività sociali 66 61,7 70,2
IC95% IC95% Uso dei farmaci % inf sup Nessun farmaco * 9,7 6,9 13,5 Uso di farmaci ** 1 farmaco 10,2 8,2 12,6 2 farmaci diversi 18,4 15,6 21,7 3 farmaci diversi 13,5 11,1 16,2 4 o più farmaci diversi 48,2 43,6 52,9 Attenzione del medico alla corretta assunzione dei farmaci *** 50,2 46,4 53,9 * Persone che dichiarano di non aver assunto farmaci nella settimana precedente l'intervista ** Persone che dichiarano di aver assunto uno o più farmaci diversi nella settimana precedente l'intervista *** Negli ultimi 30 giorni precedenti l'intervista IC95% IC95% Vaccinazione antinfluenzale % inf sup Copertura vaccinale negli ultra65enni 59,6 56,3 62,9 Copertura vaccinale negli ultra65enni con almeno 1 patologia cronica 66,9 62,1 71,5 Copertura vaccinale negli ultra65enni senza patologie croniche 48,2 42,2 54,3 IC95% IC95% Anziano risorsa % inf sup Anziano risorsa 39,8 36,2 43,6 per familiari 31,1 26,9 35,6 altre persone 18,7 15,7 22,2 volontariato 6,3 4 9,9 Lavoro retribuito Lavoro retribuito 8,9 6 13 Partecipazione Partecipazione 21 17,3 25,3 a gite o soggiorni 20,5 16,8 24,8 a corsi di formazione 1,9 1,1 3 IC95% IC95% Tutela e sicurezza % inf sup Almeno una difficoltà nell'accesso dei servizi socio‐ sanitari * 36,6 33,3 40,1 Presenza di almeno un problema strutturale nell'abitazione ** 62,5 58,5 66,4 Quartiere percepito poco sicuro 5,3 4,2 6,8 Anziani che vivono in una casa di proprietà 86,1 83,2 88,7 Consigli sulla gestione delle ondate di calore 68,7 64,1 73,1 * Almeno una difficoltà nell'accedere ai seguenti servizi: servizi dell'AUSL, servizi del Comune, medico di famiglia, farmacia, negozi di generi alimentari, supermercati o centri commerciali ** Almeno un problema strutturale tra i seguenti: le spese per l'abitazione sono troppo alte, l'abitazione è troppo piccola, l'abitazione è troppo distante da quella di altri familiari, vi sono irregolarità nell'erogazione dell'acqua, l'abitazione è in cattive condizioni, es. infissi, pareti, pavimenti, servizi igienici, in inverno la casa non è sufficientemente riscaldata
Caratteristiche socio-demografiche La popolazione oggetto di studio è costituita 1.056.210 residenti in Sicilia ultra 64enni. In Sicilia nel periodo 2017-2020 sono state intervistate 1362 persone con 65 anni e più. Nel campione di intervistati più di 1 persona su 5 ha fatto ricorso a una persona di fiducia per sostenere l’intervista (il proxy). Sono soprattutto gli uomini e le persone di 85 anni più ad aver avuto bisogno del proxy per sostenere l’intervista. Il 55% del campione siciliano è costituito da persone con età compresa tra 65 e 74 anni, il 35% da 75-84enni e il 10% da persone di 85 anni o più. Le donne rappresentano il 56% del campione.
Tra le persone con 65 anni e più, più di 1 su 5 (21%) vive da sola. Sono soprattutto le donne e i 75-84enni a vivere da soli.
Livello di istruzione Il 44% del campione intervistato ha un livello di scolarità basso (licenza elementare o nessun titolo di studio), l’8% è laureato. La scolarità bassa è maggiormente diffusa tra le persone più anziane e tra le donne. Difficoltà economiche Il 13% della popolazione indagata riferisce di avere molte difficoltà economiche.
Fragilità e disabilità Disabilità Perdere autonomia nello svolgimento anche di una sola delle sei attività fondamentali della vita quotidiana, Adl, è considerato, secondo la letteratura internazionale, una condizione di disabilità negli ultra 65enni. Il 14% del campione regionale è disabile. La disabilità cresce con l’età, passando dal 5% fra i 65- 74enni al 53% fra coloro che hanno 85 anni o più, è più frequente fra le donne (17% vs 11% uomini), fra coloro che al più la licenza elementare (22% vs 1% fra chi è laureato), fra coloro che hanno molte difficoltà economiche (26% vs 8% tra chi non ne ha) e fra chi non vive solo (15% vs 13%). Il 99% delle persone con disabilità riceve aiuto per le attività della vita quotidiana per cui non è autonomo, l’aiuto è fornito principalmente dai familiari (94%) e dai badanti (32%). Il 20% dei soggetti con disabilità riceve un contributo economico (come l’assegno di accompagnamento). In Italia il 15% degli over 65enni è disabile, si osserva una quota minore di persone con disabilità nel Nord Italia.
Tipo di aiuto ricevuto dai disabili % Sicilia 2017‐2020 Familiari 94 Persona individuata e pagata in proprio 32 (es.badante) Conoscenti, amici 9 Assistenza a domicilio da parte di operatori 6 del servizio pubblico es. Comune, ASP Associazioni di volontariato 1 Assistenza presso centro diurno 2 0 20 40 60 80 100 % Fragilità Nonostante ad oggi, a livello internazionale non si sia raggiunta una definizione univoca di fragilità nell’anziano, alcuni fattori sono riconosciuti come associati a una maggiore vulnerabilità, sia in termini di salute complessiva, sia in termini di perdita funzionale nella sfera fisica, psichica e sociale. Vulnerabilità che può rappresentare un precursore o comunque un fattore di rischio per la fragilità. In Passi d’Argento si definisce anziano fragile la persona non disabile, ossia autonoma in tutte le Adl, ma non autonoma nello svolgimento di due o più funzioni complesse, Iadl (come preparare i pasti, effettuare lavori domestici, assumere farmaci, andare in giro, gestirsi economicamente, utilizzare un telefono). Il 27% (18% dato nazionale) dei soggetti intervistati è un anziano fragile; la fragilità è una condizione che cresce progressivamente con l’età, passando dal 17% fra i 65-74enni al 39% fra gli ultra 85enni; è più frequente fra gli uomini (29% vs 26% fra le donne), fra le persone con molte difficoltà economiche (32% vs 25% tra coloro che non hanno difficoltà economiche) fra le persone con livello di istruzione basso (34% vs 16% fra chi è laureato). Il 97% delle persone con fragilità riceve aiuto per svolgere le funzioni delle attività della vita quotidiana per cui non è autonomo; questo aiuto è per lo più sostenuto dai familiari (88%) e/o da badanti (16%). Il 2% dei soggetti fragili riceve contributi economici (es. assegni di cura, assegno di accompagnamento).
Puoi anche leggere