Risorse RIVISTA DELLA FONDAZIONE CASSA DI RISPARMIO DI CUNEO
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4 • Lettera al territorio 54 • Gli eventi fieristici Ezio Falco Importante fattore di sviluppo locale 6 • L’Europa che verrà Damiano Aliprandi Franco Chittolina 60 • Finanziamenti europei e sviluppo locale 8 • Ai confini dell’Unione Europea Forse non tutti sanno che... Michelangelo Filippi Nuove tensioni e nuove sfide Adriana Longoni 62 • Le ricerche socio economiche del Centro Studi 10 • Dopo le elezioni L’operatività della Fondazione in una prospettiva europea Elena Bottasso Ritorna la politica nelle istituzioni europee? Tonia Mastrobuoni 12 • Piemonte in affanno 21 Fili di speranza per il futuro Luca Davico e Giuseppe Russo 14 • Disoccupazione giovanile Un’emergenza italiana ed europea Risorse Eleonora Voltolina 16 • Erasmus+ Nuova opportunità di formazione Elena Bettini 18 • Democrazia partecipativa Nuovo rapporto con le istituzioni LUGLIO 2014 Antonella Napolitano 20 • La green economy nel futuro dell’Europa Fiorenzo Ferlaino 22 • Lo statuto della Fondazione europea Una sfida per la presidenza italiana dell’UE Gerry Salole 24 • Le Fondazioni europee a Sarajevo 64 • Svelato il segreto del Nebbiolo Per ripensare l’Europa Nel suo DNA i geni dei grandi vini piemontesi Giulia Manassero Ivana Gribaudo 26 • Innovazione sociale e territorio 66 • Flavescenza dorata Quale ruolo per le fondazioni bancarie? Una ricerca per contrastare la malattia delle viti Franca Maino Andrea Schubert 28 • Un nuovo welfare sta nascendo 68 • Attività sportiva e persone con disabilità Le linee guida dell’ACRI AtletiDomani 2013 ha premiato Andrea Silvestri l’Associazione Amico Sport Stefania Bergia 30 • La Fondazione CRC aggiorna lo Statuto e i Regolamenti Alessandro Mazzola 70 • A Monastero Vasco 32 • L’Europa in casa Nuova scuola materna ed elementare Comune di Monastero Vasco Un anno di Spazio Europa Gianluca Olivero 72 • Le attività 2013 del Cespec 34 • YEPP Crisi e debito al centro del dibattito Sergio Racca e Gabriele Vissio Per allargare lo sguardo sul mondo Massimo Infunti 74 • Il fundraising in campo socio sanitario 36 • Il mondo a scuola ha compiuto due anni Un Master universitario ad Alba Luciano Scalise Paola Maniotti 76 • I paradossi di Escher 38 • Una finestra sull’economia Il progetto Conoscere la borsa In mostra al Filatoio di Caraglio Associazione Culturale Marcovaldo Claudio Alberto 80 • Pigmenta et scripta volant 40 • Oggi è già domani L’Agenda Sussidiario 2014-2015 Le opere di Piero Bolla nella cornice di San Francesco Piero Arese Roberto Moisio 84 • Dall’antico Egitto ad Alba 42 • Officina Didattica Avviata la selezione dei progetti Un viaggio nella storia del vino Sabina Malgora e Alida Dell’Anna Irene Miletto 86 • A Savigliano rinasce il Chiostro di San Pietro 44 • Un genio del luogo neogotico Giovanni Rabbia Le camere oscure Enzo Biffi Gentili 88 • Cuneo capitale delle terre alte 48 • Il turismo outdoor in provincia di Cuneo Torna il Festival della montagna Marco Bussone Le attività del Wonderful Outdoor Week ATL del Cuneese 92 • Aggiungere più vita agli anni 52 • Consumare meno consumare meglio Un progetto di welfare locale Roberta Rossi Il Bando AmbientEnergia 2014 Cristina Boaretto e Marina Bertolini 94 • Europa sotto la lente 3
21 RISORSE 5. le svalutazioni portate a conto economico si riducono fortemente; 6. l’avanzo cresce del 40%; Lettera 7. le erogazioni deliberate hanno superato le previsioni; al territorio 8. il fondo di stabilizzazione cresce; 9. l’attività istituzionale cresce in qualità e progettualità propria (oltre il 40% del monte erogativo); 10. è stato approvato il nuovo Statuto, che ha recepito le indicazioni della Carta delle Fondazioni e inglobato formalmente il nuovo modus operandi. Anche il quadro di relazioni istituzionali della Fondazione è in movimento. Già dall’autunno scorso ci siamo dati una strategia e abbiamo definito i nostri obiettivi Dopo il lungo inverno degli anni scorsi, nei confronti della Banca Regionale Europea, con l’imperversare della crisi e financo che è andata al rinnovo del Consiglio le preoccupazioni per l’esistenza stessa d’Amministrazione nello scorso marzo. della moneta unica, il 2014 regala segni di Anche qui riassumo per chiarezza e brevità i primavera. punti salienti per la Fondazione, primo azionista Il 24 marzo scorso, il Consiglio Generale ha della Banca Regionale Europea: approvato all’unanimità il Bilancio 2013. 1. riavvicinare la stessa al territorio; Il confronto con il 2012 registra tutti dati 2. realizzare un piano industriale e positivi, con una crescita dell’utile del 39,5%. commerciale che tenga conto del peso dei Il Piano triennale 2013-2015, approvato a territori in cui è presente BRE e del mutato ottobre 2012, prevedeva 54 milioni di euro scenario economico e sociale; di erogazioni: a un anno e mezzo di distanza 3. rivederne l’organizzazione, valorizzare il possiamo aggiornare la previsione a 62 milioni, personale, dedicare adeguate risorse alla con un incremento di 8 milioni. formazione; Dal 2006 a oggi sono stati erogati 200 milioni 4. migliorare il coinvolgimento del Consiglio di euro. d’Amministrazione; Numeri significativi che non devono però 5. ridare centralità alla sede di Cuneo; oscurare i processi innovativi che hanno 6. ritrovare adeguata redditività, che possa caratterizzato il lavoro della Fondazione giustificare l’ingente investimento della nel 2013, riassumibile in 10 punti: Fondazione CRC; 1. il patrimonio cresce in modo regolare; 7. ritrovare una virtuosa sinergia tra BRE e 2. le minusvalenze potenziali si riducono Fondazione, nel rispetto dei rispettivi ruoli, sensibilmente; funzionalmente diversi. 3. i ricavi mantengono i livelli del 2012; 4. i costi di struttura sono stabili; 4
Ci aspettiamo che questi obiettivi siano R raggiunti nel prossimo triennio, dopo aver ripristinato una certa normalità di gestione 21 della banca nei tre anni appena trascorsi. Un buon segnale in questa direzione viene dal nuovo CdA, eletto dall’Assemblea il 25 marzo scorso: su 11 membri complessivi, 10 sono piemontesi e, di questi, 7 cuneesi. I numeri non sono tutto, ma sicuramente una composizione così marcatamente attenta al Europa superstar in questo numero di Risorse. Non solo perché sono territorio di pertinenza premia gli sforzi della recenti le elezioni per il Parlamento europeo e l’inedita indicazione Fondazione, che molto si è spesa in questa per il leader della futura Commissione. Europa perché ormai è il direzione, raggiungendo un risultato mai cortile di casa, dove si svolge la nostra vita, si progetta il futuro, si toccato in passato. fanno i conti e si verifica se tornano. Altre modifiche statutarie sono state approvate Grande attenzione quindi ai vari risvolti delle scelte e degli scenari nell’Assemblea di UBI del 10 maggio scorso a che si prospettano. Ma ci sono anche molte questioni intra moenia, Brescia: tra queste, particolarmente importante che toccano direttamente l’attività della Fondazione. Ecco quindi la per la Fondazione (l’aspettavamo dal 2007) seconda parte, Cantiere Fondazione, che Risorse dedica ai progetti quella che consente di mantenere a pieno propri, ai bandi e ai risultati ottenuti nel primo semestre 2014. titolo il 2,23% di azioni di UBI, limite massimo I numeri di bilancio sono confortanti e la rassegna non è certo il consentito, che pone la Fondazione come cahier de doléances cui siamo stati abituati negli ultimi anni dalla maggior azionista di territorio. pubblicistica nostrana. E proprio questo è per noi il punto vitale, in Infine, il consueto spazio dedicato al nostro territorio, con le sue mezzo alle molte questioni ancora aperte proposte e le attività che la Fondazione incoraggia e sostiene. nel sistema bancario italiano: perché anche Una lettura utile a chi amministra, progetta e costruisce sviluppo la nostra partecipazione non venga a essere nella provincia. In uno scenario di futuri, possibili e anche auspicabili svalutata nella sostanza, BRE deve continuare a cambiamenti. In meglio speriamo, ovviamente. essere una vera banca commerciale radicata e Risorse ha compiuto dieci anni e, per non mostrare troppo le rughe, con la testa nel suo territorio. ha deciso di darsi una “rinfrescata”. Abbiamo apportato qualche Per questo abbiamo chiesto un cambio di modifica grafica, mantenendo intatta la qualità dei contenuti e rotta, che non potrà avvenire compiutamente l’indirizzo editoriale e contenendo i costi. Speriamo di trovare il se non si affronta il problema della definizione vostro gradimento e vi auguriamo una buona lettura, oltre che una del nuovo modello di banca. buona estate! Decisioni quindi a km 0 e aumento della redditività, insufficiente per noi negli ultimi anni. Lo richiedono le nostre imprese e le nostre famiglie che vogliono ritrovare la benzina necessaria a riavviare i motori dell’economia, quella più grande e quella ordinaria, che nel tempo aveva costituito un buon modello di sviluppo, sano e centrato sui manufatti prodotti e sulla crescita dell’istruzione e dell’innovazione. La Fondazione è qui anche per questo. Ezio Falco 5
21 RISORSE L’Europa che verrà scoperte del XVI secolo. A quel tornante della storia, l’Europa era arrivata forte di una cultura cresciuta e maturata nei secoli, senza tuttavia essere al riparo da ricorrenti conflitti che, anzi, si sarebbero aggravati con la nascita e il consolidamento delle nazioni europee. Di quei conflitti l’Europa del ‘900 è stata tragico teatro, con due guerre mondiali che, nel volgere di trent’anni, tra il 1914 e il 1945, hanno fatto milioni di morti, ma che forse non ci hanno ancora messo sufficientemente Le recenti elezioni europee e le dinamiche in guardia su quanto resti precaria la pace in che ne sono seguite inducono a chiedersi questo nostro continente. quale sarà l’Europa che verrà: non solo Nasce in questo contesto, a metà del secolo alla scadenza del 2020, quando dovrebbe scorso, l’avventura dell’integrazione europea giungere a compimento la strategia di Lisbona, avviata da sei Paesi fondatori, tra cui l’Italia, ma all’orizzonte del 2050, quando l’Unione e oggi provvisoriamente fatta di ventotto Europea, pure allargata a oltre trenta Paesi, Stati nazionali, diciotto dei quali dotati di rappresenterà nel mondo appena il 7% della una moneta unica, l’euro. Negli anni sono popolazione mondiale. cresciute le politiche comuni, molti i passi Per anticipare qualcosa dell’Europa che verrà avanti sulla strada dell’integrazione, non solo non è inutile ricordare da dove l’Europa viene. dei commerci e dell’economia ma anche del Alle spalle una storia ricca di avvenimenti e diritto e delle culture. Con i governi nazionali cultura, fin da quando, oltre duemila anni fa, – e qualche volta malgrado essi – le Istituzioni questo piccolo promontorio dell’Asia emerge comunitarie hanno contribuito a sviluppare nel mondo che si va formando, acquisendo questo processo, evolvendo esse stesse entro i rapidamente ruolo e potere e una sorprendente limiti, talora troppo angusti, dei Trattati, con il centralità, dilatandosi ben oltre i propri confini, risultato di mostrare oggi la loro inadeguatezza in particolare dopo la grande avventura delle di fronte alle nuove sfide che attendono l’UE. 6
VERRÀ CHE L’EUROPA L’Europa che verrà dovrà avere memoria del suo passato di nazionalismi e di guerre, ma anche delle sue tradizioni democratiche e del dialogo tra le sue culture e i suoi popoli, e provare un giusto orgoglio per quanto ha saputo realizzare in questi ultimi sessant’anni di vita comune. Una consapevolezza da cui partire per cambiamenti profondi e delle sue Istituzioni e delle sue politiche. L’Europa che verrà dovrà avere memoria del suo passato di nazionalismi e di guerre, ma anche delle sue tradizioni democratiche e del dialogo tra le sue culture e i suoi popoli e provare un giusto orgoglio per quanto ha saputo realizzare in questi ultimi sessant’anni di vita comune Nuovi e più avanzati equilibri andranno un governo coordinato dell’economia, da trovati tra un Parlamento europeo in crescita una progressiva armonizzazione fiscale fino a di ruolo e il Consiglio europeo, tentato da un una convergenza degli obiettivi della politica modello intergovernativo che frena il processo sociale, negli ultimi tempi troppo dimenticata. di integrazione: se da una parte il modello Molto di più si dovrà fare nell’ambito della federale va ripensato alla luce di un’Unione ricerca, dell’energia e dell’ambiente, senza allargata, dall’altra la deriva confederale, dimenticare che la sfida più urgente è quella basata su presunte sovranità nazionali, del consolidamento e del rafforzamento della spalanca la porta a nuove frammentazioni e a democrazia, di quella rappresentativa oggi in movimenti populisti che minano il progetto di crisi e di quella partecipativa, ancora troppo un’Europa solidale. frammentata e litigiosa. La riforma delle Istituzioni europee − un L’Europa che verrà non sarà più al centro del impianto originale per aprire il cantiere a mondo come fu fino a un secolo fa, ma avrà sei, ma inadeguato per l’UE a ventotto − ancora molto tempo davanti per far valere le sue dovrà essere accompagnata non solo dal esperienze e i suoi valori, continuando a cercare rafforzamento delle attuali politiche comuni, di realizzare, contro nazionalismi e populismi, ma anche dall’avvio di nuove condivise: da un’inedita “democrazia tra le nazioni”. una politica estera e di sicurezza comune a Franco Chittolina 7
21 RISORSE dei suoi immediati vicini, e soprattutto all’indomani di elezioni che ne disegneranno il contenuto. Ai confini orientali, dopo la caduta Ai confini del muro di Berlino, l’allargamento dell’Unione si è esteso a numerosi Paesi appartenenti dell’Unione Europea all’ex blocco sovietico, spingendo le frontiere europee, così come quelle della NATO, molto vicine a una Russia pericolosamente Nuove tensioni e nuove sfide ferita. La situazione che si è venuta a creare oggi in Ucraina (e prima ancora in Georgia), fra divisioni interne, una guerra civile in corso nell’Est del Paese e l’annessione della Crimea da parte della Russia, rivela i profondi cambiamenti in corso che la stessa Russia sta introducendo nei suoi rapporti con l’Occidente e con l’Unione Europea in particolare. Rapporti che, all’insegna di un nuovo protagonismo sulla scena internazionale e forti di una Mai come in questo anno di tragici anniversari significativa ricchezza energetica da cui per la nostra storia le frontiere orientali e l’Europa è sempre molto dipendente, sono meridionali dell’Unione Europea sono state ancora tutti da scrivere, nel quadro di una così fortemente in tensione, tanto da riportare persistente e sempre più pericolosa mancanza insicurezza, conflitti e guerre civili in quelle di una politica estera e di difesa comune regioni che consideriamo ormai come “Europa dell’Unione. Eppure, il Trattato di Maastricht ai nostri confini”. firmato nel 1992 aveva generato grandi Un breve giro d’orizzonte basta a illustrare speranze al riguardo, un vero atto politico la situazione odierna, di fronte alla quale è che tentava di avviare una politica estera e necessario sviluppare alcune riflessioni sul di sicurezza comune volta a rispondere ai ruolo dell’Unione Europea nei confronti grandi cambiamenti avvenuti sul continente europeo e alle conseguenze che avrebbero inevitabilmente generato sul filo della storia. Un Trattato che sembrava all’altezza delle È solo con una coraggiosa sfide in prospettiva e che rispecchiava la forza d’attrazione di un’Unione carica di valori e consapevolezza della proiettata nel futuro. necessità di dotarsi di Sono trascorsi più di vent’anni da quella firma e da quell’impegno politico. Il bilancio, politiche comuni adeguate malgrado i risvolti positivi generati nei che l’Unione Europea Paesi dell’Europa centrale e orientale che hanno aderito all’Unione, rimane alquanto potrà rispondere all’ormai negativo, segnato da profonde divergenze ineludibile quesito sulla nelle politiche degli Stati membri e culminato oggi in un’inadeguata risposta non solo alla sua sopravvivenza e, di scelta europea dell’Ucraina, ma soprattutto conseguenza, sul suo ruolo a una Russia decisamente avviata verso nuove strategie portatrici di cambiamenti sulla scena internazionale geopolitici, di sicurezza, economici ed energetici non indifferenti. E a ricordarlo 8
VERRÀ CHE L’EUROPA all’Europa è stato soprattutto il Presidente pace. E sul tessuto dei conflitti in corso, che degli Stati Uniti Barack Obama durante spingono migliaia di persone ad attraversare la sua visita a Varsavia, con una frase quel braccio di mare per approdare sulle coste significativa: «Cara Europa, la libertà non è dell’Europa, si consolidano movimenti jihadisti garantita per sempre». e qaedisti che sottopongono a forti pressioni Volgendo poi lo sguardo a sud del i già fragili equilibri regionali, in particolare a Mediterraneo, le situazioni di instabilità che si partire dall’Iraq. sono sviluppate, in particolare a partire dalle L’Unione Europea è circondata sia a Est sia a Primavere arabe, corrono praticamente lungo Sud da importanti cambiamenti geopolitici tutto il litorale del Nord Africa e del Medio che la pongono di fronte a enormi sfide. Oriente. Particolarmente grave la situazione È solo con una coraggiosa consapevolezza in Siria, dove da tre anni è in corso una della necessità di dotarsi di politiche comuni guerra che ha già causato migliaia di vittime adeguate − siano esse di politica estera e di e un numero enorme di profughi e sfollati, difesa, di immigrazione e di solidarietà − che nel silenzio e nell’incapacità di condanna l’Unione Europea potrà rispondere all’ormai dell’intera comunità internazionale. La Libia, ineludibile quesito sulla sua sopravvivenza teatro di un intervento militare nel 2011 e, di conseguenza, sul suo ruolo sulla scena guidato da Francia e Inghilterra, è oggi in internazionale. E per questo non le mancano preda a un caos politico ed economico dalle gli strumenti, creati e consolidati in una prospettive inquietanti. Senza dimenticare formidabile avventura di pace che dura da l’irrisolto conflitto israelo-palestinese che non settant’anni. ha trovato, finora, la strada del dialogo e della Adriana Longoni 9
21 RISORSE Dopo le elezioni Ritorna la politica nelle istituzioni europee? questo appuntamento alle urne può essere pure interpretato come un voto di sfiducia nei confronti del presidente Hollande. Un destino simile è toccato al premier britannico Cameron: i Tories sono diventati il terzo partito con il 23,3%, superati dai laburisti, ma soprattutto dall’UKIP, la formazione dell’accanito antieuropeista Nigel Farage, balzato al 26,8%, ormai primo partito nel regno di Sua Maestà. Le conseguenze si sono percepite immediatamente, con la La più grande sorpresa delle elezioni europee forsennata campagna di Cameron contro il è stato il risultato italiano. Un esito storico, favorito per la presidenza della Commissione quello del PD balzato al 40,8%, destinato a europea, Jean-Claude Juncker, accusato di cambiare gli equilibri in Europa se Matteo Renzi rappresentare troppo la “vecchia Europa”, riuscirà a far valere il suo peso in un continente quella contro la quale il premier conservatore terremotato dal successo enorme dei partiti si scaglia da anni proponendo referendum per antieuropeisti. Soprattutto perché l’avanzata uscire dalla UE o rifiutandosi di firmare accordi dei movimenti di destra, che hanno fatto comuni come il fiscal compact, ma senza dell’opposizione feroce al progetto comunitario essere in grado di costruire un’alternativa il perno dei loro programmi elettorali, è stata credibile, come dimostra anche l’impietoso particolarmente impressionante in due Paesi risultato delle urne. centrali per i rapporti di forza nella UE: Francia e Se Hollande e Cameron sono i due grandi Regno Unito. sconfitti, si può affermare con altrettanta L’onda d’urto del Front National, l’estrema chiarezza che Angela Merkel ha incassato una destra avviata da Marine Le Pen sulla via della sorta di voto di conferma. Sarebbe eccessivo, “dédiabolisation”, dell’emancipazione dalle infatti, sostenere che esca vincitrice dalle parole d’ordine più islamofobiche, antisemite e urne: la sua CDU/CSU resta il primo partito xenofobe tipiche del padre Jean-Marie, è stata con il 35,3%, ma perde sei punti rispetto alle enorme: con la sua martellante campagna recentissime elezioni politiche di settembre del elettorale anti-euro, è diventato il primo 2013; i socialdemocratici, al contrario, hanno partito in Francia con il 25%. Ma guardando guadagnato consensi per la prima volta dagli anche al disastroso 14% ottenuto dai socialisti, anni ‘70, salendo a quota 27,3%. E alla destra 10
dei cristianodemocratici, per la prima volta nella storia repubblicana, si è affermata una formazione che aspira a eroderne l’elettorato L’unico antidoto efficace agli antieuropeismi con un programma ultraconservatore e crescenti e al proliferare di formazioni imperniato sulla proposta di uscire dall’euro: la Alternative für Deutschland, balzata al 7%. di estrema destra è il ritorno della politica L’unico Paese in cui l’elettorato ha premiato il governo in carica, e in particolare il suo presidente del Consiglio, è dunque l’Italia. semestre italiano è risollevare l’economia, Renzi ha vinto con una campagna elettorale sfinita da sette anni di grave crisi. Renzi pro-europeista, ma che è riuscita anche ha già annunciato il suo piano: introdurre ad assorbire molte istanze dei movimenti deroghe al Patto di stabilità e liberare risorse di protesta come il M5S di Grillo. La sua per investimenti, sia facendo sponda con “rottamazione”, la sua promessa di ridurre Hollande, sia ricompattando i socialisti i costi della politica, di sburocratizzare e europei attorno a questa necessità di aprire di aggredire interessi consolidati che in una “fase 2” nella UE, dopo gli anni di questi ultimi decenni hanno dimostrato di rigorismo “alla tedesca”. Una strategia che, proteggere poco i giovani, come i sindacati, se dovesse riuscire, come è molto probabile, hanno fatto breccia anche nell’elettorato a piegare anche Merkel, otterrebbe due grillino. Inoltre, sul fronte opposto, come risultati considerevoli. Il primo, dare fiato dimostrano i flussi elettorali, Renzi è riuscito a un’economia continentale che stenta a anche nell’intento di riconquistare i voti risollevarsi dalle secche della recessione e di un elettorato moderato, riformista, che rischia il baratro della deflazione. Secondo, aveva dato fiducia negli ultimi due anni riorganizzare la sinistra moderata europea alle liste legate a Mario Monti. Infine, lo attorno a una traiettoria più chiara, in attesa stesso PD sembra ricompattato, dopo anni che anche gli altri partiti tradizionali, storditi di lotte intestine che ne avevano logorato dalla batosta del 25 maggio, ritrovino un la leadership, oltre ad allontanare una fetta orientamento. È chiaro, infatti, che l’unico importante di elettorato. antidoto efficace agli antieuropeismi crescenti Un patrimonio che Renzi ha evidentemente e al proliferare di formazioni di estrema destra, intenzione di spendere anche in Europa, è il ritorno della politica. come dimostrano i primi passi post elettorali. Tonia Mastrobuoni La sfida più importante per l’imminente Inviata de La Stampa 11
21 RISORSE Piemonte in affanno Fili di speranza per il futuro Nell’ultimo anno l’economia mondiale è sia cresciuto in modo rilevante praticamente cresciuta; il PIL reale è praticamente doppio ovunque. In alcuni sistemi locali del lavoro del rispetto a dieci anni fa; la crisi, quindi, ha NordOvest – come per esempio nell’area di lasciato non più di una debole traccia sulla linea Vercelli, di Novara o di Alessandria – i livelli della crescita mondiale. Quest’ultima, tuttavia, di disoccupazione, tra l’11% e il 13%, sono è ormai sempre più legata ai Paesi emergenti, ormai del tutto simili a quelli registrati in mentre l’Europa fatica. Per quanto riguarda contesti meridionali. l’Italia, poi, il PIL s’è ridotto sia nel 2012 sia nel Prima della crisi, gli investimenti in Italia 2013, ufficializzando l’uscita del nostro Paese valevano circa il 6% del PIL, ossia attorno a dalle otto maggiori economie del globo. 100 miliardi di euro annui; questo valore è I segnali positivi registrati in Italia nel 2010 e nel sceso al 5% nel 2008, si è dimezzato l’anno 2011 erano sostanzialmente determinati dalle successivo, ha ripreso a scendere nel 2011, esportazioni verso altri continenti, che – pur se fino a diventare negativo nel 2013. Per tuttora in crescita – non sono più sufficienti a invertire la tendenza e tornare a investire, bilanciare il rallentamento dell’export verso gli occorre introdurre politiche economiche e altri Paesi europei. fiscali (detassazione) in grado di sostenere Il calo del PIL italiano si è tradotto solo la spesa privata. Tuttavia, per mirare a una in parte in una caduta occupazionale, crescita di lungo periodo, bisogna puntare soprattutto grazie a un massiccio ricorso agli anche a un tasso di investimento netto interno ammortizzatori sociali. Ciò non toglie che il almeno pari al 5% del PIL (ossia a circa 80 tasso di disoccupazione tra il 2008 e il 2012 miliardi all’anno) e ad attirare investitori 12
VERRÀ CHE L’EUROPA nazionali e stranieri. A questo scopo, è indispensabile recuperare efficienza: un complesso di vincoli e condizioni svantaggiose collocano l’Italia nel 2014 al 65° posto della graduatoria stilata dalla Banca Mondiale relativa alla facilità di avviare un’impresa, tra Bielorussia e Ghana, al quintultimo posto tra i membri dell’Unione Europea. In Piemonte, il valore aggiunto prodotto si è ridotto ai livelli di circa vent’anni fa, con un trend nettamente peggiore rispetto alla Lombardia, ma anche a confronto con la media nazionale. Ciò è dipeso dal fatto che in Piemonte l’industria rimane tuttora più rilevante che altrove e proprio Il Piemonte ha un grande capitale di competenze, saperi, coesione sociale, come gli anni difficili della crisi hanno dimostrato. Da qui occorre ripartire la manifattura è stata colpita in modo Cuneo, per esempio, risulta (con il Nord Est e particolarmente duro dalla crisi. Inoltre, le province appenniniche meridionali) tra le settori dinamici – e che hanno retto meglio zone dove più si investe in processi innovativi alla crisi – come la finanza o i servizi alle e in prodotti a basso impatto, l’area torinese imprese si sono sempre più concentrati risulta più marginale. nell’area milanese, con una progressiva Occorre dunque da parte delle classi dirigenti riduzione del peso di Torino e del Piemonte. regionali, nel pubblico e nel privato, la Sul tema cruciale dell’innovazione, il Piemonte capacità di elaborare strategie nuove per la ha certamente un punto di forza nell’essere crescita, partendo dalla consapevolezza che la regione italiana che più investe in ricerca e le condizioni su cui il Piemonte nel recente sviluppo (l’1,87% del PIL nel 2011), sebbene passato aveva fondato il proprio sviluppo sono si collochi ancora a notevole distanza dalle ormai radicalmente mutate. Il Piemonte ha un regioni leader d’Europa, come il Baden- grande capitale di competenze, saperi, coesione Württemberg (4,8%), Helsinki (4,4%), sociale, come gli anni difficili della crisi hanno Stoccolma (3,9%), la Baviera (3,2%). Un altro dimostrato. Da qui occorre ripartire. aspetto positivo è che in Piemonte ha un ruolo Luca Davico di traino – come auspicato dall’UE – il settore Centro Einaudi – Curatore del privato, che incide per circa il 78% degli Rapporto Giorgio Rota su Torino investimenti in ricerca. In settori emergenti – Giuseppe Russo come la cosiddetta green economy – i segnali Centro Einaudi – Coautore del sono invece contrastanti: se la provincia di Rapporto sull’economia globale e l’Italia 13
21 RISORSE competenza esclusiva degli Stati membri. In questo contesto i giovani sono la fascia d’età più martoriata. Diminuendo le opportunità di Disoccupazione lavoro, crescono coloro che una volta finito il percorso formativo non riescono a trovare in giovanile tempi adeguati un’occupazione stabile, finendo nel tunnel degli stage e dei contratti precari “seriali”, oppure che si scoraggiano e smettono Un’emergenza italiana totalmente di cercare un impiego. Crescono anche coloro che cercano fortuna all’estero, ed europea percependo il proprio Paese come privo di opportunità: questo accade molto ai giovani italiani. Secondo gli ultimi dati dell’AIRE, l’Anagrafe italiani residenti all’estero, nel 2013 ci sono stati circa 94 mila espatri, il 19% in più rispetto all’anno precedente, e i protagonisti di questa nuova emigrazione sono stati proprio i giovani della fascia d’età 20-40. C’è un’emergenza prioritaria che il nuovo Per inquadrare l’enormità del problema della Parlamento europeo appena eletto è chiamato scarsa occupazione dei giovani del vecchio ad affrontare: l’occupazione. Gran parte dei continente basta guardare qualche numero. Paesi europei, e l’Italia è purtroppo ai primi In Italia nel 1990 gli occupati nella fascia di posti della lista, ha infatti sofferto negli ultimi età 15-24 anni erano il 29,8%; nel ventennio cinque anni una riduzione significativa dei successivo si è assistito a una progressiva posti di lavoro, con conseguente contrazione contrazione di questa già bassa percentuale, dei consumi e del benessere generale. Un passando dal 27,8% del 2000 al 25,5% del circolo vizioso che non può essere spezzato 2005, fino ad arrivare al misero 19,4% del a livello di singoli Paesi, magari facendosi 2011 (dati OECD, Factbook 2012). concorrenza l’un l’altro, bensì con una Se Atene piange Sparta non ride. Senza strategia europea di ampio respiro, superando considerare il caso limite della Grecia, l’ipocrisia del tema dell’occupazione come sprofondata in un abisso senza precedenti per cui dal 30,3% di tasso di occupazione giovanile del 1990 si è passati alla metà (16,3%) nel Gran parte dei Paesi 2011, è preoccupante guardare alle locomotive d’Europa: Germania (da 56,4% a 48,2%) e europei, e l’Italia è Francia (da 35,7% a 29,9%). purtroppo ai primi posti Il problema dell’occupazione giovanile è dunque comune anche ai Paesi forti, e la sua della lista, ha infatti sofferto risoluzione non può essere rimandata. negli ultimi cinque anni una L’Europa ha cercato di affrontarlo, recentemente, attraverso un progetto specifico riduzione significativa dei chiamato Youth Guarantee, in italiano posti di lavoro. In questo Garanzia Giovani. Formalizzata attraverso una Raccomandazione del Consiglio europeo contesto i giovani sono la dell’aprile del 2013, essa è definita come «una fascia d’età più martoriata situazione nella quale, entro un periodo di quattro mesi dall’inizio della disoccupazione o dall’uscita dal sistema d’istruzione formale, i 14
VERRÀ CHE L’EUROPA giovani ricevono un’offerta qualitativamente emergenza in questi casi sono i 25-34enni valida di lavoro, proseguimento degli studi, disoccupati (cioè che hanno perso il lavoro e apprendistato o tirocinio». ne stanno cercando un altro), inoccupati (che Su questo progetto l’UE ha messo un budget non ne hanno mai avuto uno) o addirittura considerevole: 6 miliardi di euro per il periodo neet (che sono rassegnati e non lo cercano). 2014-2020. Di questi soldi, poco meno di 568 Su questa fascia di età, composta in Italia milioni sono destinati all’Italia, che ha chiesto secondo gli ultimi dati ISTAT da oltre 7 milioni a Bruxelles di poterli utilizzare tutti nel biennio di persone, andrebbero concentrati tutti gli 2014-2015 e li incrementerà con risorse del sforzi. Solo 4 milioni e mezzo su 7 hanno Fondo sociale europeo e con fondi suoi propri, infatti un impiego: in numeri “brutali” vuol fino ad arrivare a un investimento di circa 1 dire che in questa classe anagrafica ci sono miliardo e mezzo di euro. La sfida ovviamente all’incirca 1 milione e 100 mila disoccupati è molto complessa: attivare migliaia di giovani, e un numero mostruoso di inattivi, migliorare i servizi per l’impiego e il sistema 1 milione e 800 mila. di domanda-offerta di lavoro sono obiettivi Bene, dunque, la Garanzia Giovani a livello ambiziosi e ancor più difficili da raggiungere in europeo, sperando che nella sua versione una situazione di crisi occupazionale. italiana riesca a investire efficacemente il Un ulteriore problema, tra l’altro, è che i miliardo e mezzo di euro a disposizione: ma giovani disoccupati non sono solo quelli senza dimenticare che l’Europa deve occuparsi compresi tra i 15 e i 24 anni, standard europeo in maniera sistematica e innovativa del suo per misurare la disoccupazione giovanile. mercato del lavoro, in un’ottica unitaria e con 15-24 è una fascia d’età poco rappresentativa una particolare attenzione ai “giovani adulti” in quei Paesi − tra cui l’Italia − in cui si studia della fascia 25-34 anni. alle superiori fino a 19 anni e chi sceglie Eleonora Voltolina l’università va avanti fino a 25. La vera Direttore Repubblica degli Stagisti e Articolo 36 15
21 RISORSE multilinguismo) e i cui obiettivi fossero in linea con i continui mutamenti e i nuovi bisogni della società europea. Erasmus+ Da gennaio 2014 ha preso avvio il nuovo programma europeo Erasmus+. Già la scelta del nome sottolinea la volontà di andare Nuova opportunità oltre, superando i successi e gli errori delle esperienze passate, al fine di promuovere di formazione innovazione e qualità: parole chiave in un contesto socio economico che vede, da una parte, quasi 6 milioni di giovani europei disoccupati, e registra dall’altra 2 milioni di posti di lavoro vacanti e un forte fabbisogno di competenze. Il programma, con una dotazione di 14,7 miliardi di euro, è uno dei pochi che non ha subito riduzioni in termini d’investimento finanziario − l’Unione Europea lo ha anzi aumentato rispetto Il percorso dell’integrazione europea, al passato − ed è pensato per dare risposte travagliato ma per fortuna ancora vitale, ha concrete a queste problematiche. tra i suoi protagonisti più longevi e significativi Erasmus+ è semplificato, in quanto combina i programmi dedicati all’istruzione, alla in un unico programma tutti i meccanismi formazione e alla gioventù. di finanziamento dell’Unione Europea attivi Nel 2012 si sono festeggiati i 25 fino al 2013 con: LLP – Lifelong Learning anni del programma Erasmus, Programme (Comenius, Erasmus, Leonardo da che è stato ed è ancora oggi una Vinci, Grundtvig), Gioventù in Azione e cinque delle azioni europee di maggiore programmi di cooperazione internazionale impatto culturale, sociale e (Erasmus Mundus, Tempus, Alfa, Edulink anche economico. Nel corso e il programma di cooperazione con i Paesi di questo quarto di secolo, la industrializzati). Erasmus+ comprende inoltre, cooperazione europea non per la prima volta, un sostegno allo sport. si è realizzata soltanto in La scelta di unificare in un solo programma ambito universitario, ma vari settori è dettata dall’esigenza di rendere anche nella scuola, nella più agevole l’accesso ai soggetti interessati, formazione professionale, fornendo una visione d’insieme delle nell’educazione degli opportunità di sovvenzione disponibili. adulti e nel mondo del Il nuovo programma offre opportunità di volontariato giovanile. studiare, formarsi, insegnare ed effettuare Si sono succeduti esperienze all’estero; realizzare attività di programmi e azioni cooperazione tra istituzioni dell’istruzione e di vario genere, della formazione in tutta Europa; intensificare modificatisi negli la collaborazione tra il mondo del lavoro e anni, con un fil rouge comune: la quello dell’istruzione. volontà di promuovere in questi settori una Il programma è aperto a organizzazioni che cooperazione tra i vari Paesi europei sempre operano nel settore dell’istruzione, della più ambiziosa (in termini di miglioramento formazione, dei giovani o dello sport. Ogni e innovazione dei sistemi educativi, anno è possibile presentare candidature per promozione della cittadinanza europea e del ottenere un finanziamento. 16
VERRÀ CHE L’EUROPA Il programma, con una dotazione di 14,7 miliardi di euro, è uno dei pochi che non ha subito riduzioni in termini d’investimento finanziario Il programma non prevede la possibilità, per le persone fisiche, di presentare direttamente domanda: sono le università, le scuole, le istituzioni impegnate nell’educazione degli adulti o gli organismi di vario genere (enti pubblici, ONG, imprese, istituti di ricerca, ecc.) i soggetti che hanno la possibilità di candidarsi per ottenere un finanziamento Erasmus+. Di conseguenza sarà possibile, per esempio, per uno studente, la cui università abbia ottenuto un finanziamento, partire per un periodo di studio in Europa; oppure per un insegnante, la cui scuola sia stata finanziata, realizzare un’attività di formazione all’estero; o per un giovane essere impegnato in attività di volontariato internazionale, nel caso in cui la sua associazione abbia ricevuto l’approvazione di un progetto in Erasmus+. Il Programma Erasmus+ 2014-2020 è gestito dalla Commissione europea, Direzione generale Istruzione e Cultura, in cooperazione con gli Stati membri, con l’assistenza dell’Agenzia esecutiva per l’istruzione, gli audiovisivi e la cultura e delle Agenzie nazionali dei diversi Paesi partecipanti. In Italia la gestione del programma è affidata a tre Agenzie nazionali competenti per ambiti diversi: INDIRE, per settori scuola, istruzione superiore ed educazione degli adulti, ISFOL per la formazione professionale e Agenzia Giovani per il settore giovanile. Maggiori informazioni sono disponibili sul sito web di Erasmus+ www.erasmusplus.it Elena Bettini Agenzia Nazionale Erasmus+ INDIRE 17
21 RISORSE Democrazia partecipativa mentre il 28% dice di aver espresso la propria Nuovo rapporto opinione su temi di attualità sui social media». Oggi però è facile associare “il dibattito in Rete” con le istituzioni alle innumerevoli conversazioni che si svolgono quotidianamente sui social media, spesso teatro di scontri molto polarizzati e poco costruttivi, e frequentemente riportati sui mass media con analoga acriticità. La democrazia partecipativa non è certo solo questo. La partecipazione dei cittadini: verso una Le recenti elezioni del Parlamento europeo democrazia liquida? hanno portato nuovamente alla ribalta il tema Numerosi esperimenti partecipativi stanno del deficit democratico delle istituzioni e quello nascendo e operando proprio nei Paesi della partecipazione dei cittadini. europei: da Kansalaisaloite2, sistema di petizioni Mentre il modello di democrazia rappresentativa finlandese che obbliga il Parlamento a votare appare in profonda crisi, in Europa – e in sulle petizioni che raggiungono almeno 50.000 Italia – si fanno strada nuove forme di azione firme (1,2% della popolazione), a Rahvakogu3, e interazione dei cittadini: grazie anche alla piattaforma online con cui il governo estone ha sempre maggiore diffusione della tecnologia, raccolto le proposte dei cittadini su temi quali il la democrazia partecipativa sembra sempre finanziamento dei partiti e la legge elettorale. più viva e in evoluzione. Tra gli esperimenti più interessanti di Una ricerca del 20131 mostra che i cittadini partecipazione degli ultimi anni c’è poi europei pensano alla partecipazione anche in Liquid Feedback4, piattaforma che consente termini di attività da svolgere in Rete. Secondo di fare proposte, discuterle e votarle, lo studio, «un terzo (34%) afferma di aver in cui ogni membro può decidere come firmato una petizione, online o su carta, posizionarsi di volta in volta. La piattaforma offre addirittura la possibilità di delegare 1 Europeans engagement in participatory democracy, ricerca coordinata dalla Commissione europea, 2 https://www.kansalaisaloite.fi/fi Directorate-General for Communication (DG COMM “Research and Speechwriting” Unit), marzo 2013, 3 http://www.rahvakogu.ee/pages/what-is-rahvakogu http://ec.europa.eu/public_opinion/flash/fl_373_en.pdf 4 http://liquidfeedback.org/ 18
VERRÀ CHE L’EUROPA (e revocare) voti su determinati temi, un Nato a fine anni ‘80 a Porto Alegre in Brasile, approccio certamente innovativo basato il suo impatto (testimoniato da numerosi sulla fiducia verso i propri pari. studi7) mostra che governo, cittadini e società Utilizzato da molti gruppi civici in tutta Europa, civile sono in grado di collaborare e riescono a Liquid Feedback ha avuto il momento di produrre forme di governance aperta, anche maggiore popolarità quando, nel 2011, uno di coinvolgendo comunità spesso trascurate. essi, il Partito Pirata a Berlino, ha ottenuto ben E se la risposta delle istituzioni si fa attendere, 15 seggi nel parlamento locale5, primo di una oggi i cittadini sono pronti ad auto-organizzarsi. serie di risultati che hanno visto i Pirati tedeschi Come? Con il crowdfunding civico8, per ottenere il 5-7% in numerose elezioni locali in esempio: la raccolta di micro donazioni per la tutta la Germania. realizzazione di progetti specifici e iperlocali Ma con la crescita della base di potenziali che migliorano la vita di un quartiere o di utenti e la necessità di affrontare i problemi più un’area limitata della città si sta diffondendo complessi dall’interno delle Istituzioni, l’effetto in vari Paesi d’Europa attraverso numerose di Liquid Feedback come piattaforma politica piattaforme, da Brickstarter9 (la prima del ha mostrato la corda. Persino uno degli eletti suo genere, nata in Finlandia) all’inglese del Partito Pirata, Simon Weiss, ha sostenuto6 Spacehive10. Mentre il modello di democrazia rappresentativa appare in profonda crisi, in Europa – e in Italia – si fanno strada nuove forme di azione e interazione dei cittadini che il sistema non era stato disegnato per un Costruire panchine come dimostrazione di numero elevato di persone e si è dichiarato democrazia partecipativa? scettico rispetto all’ipotesi che fosse stata la Forse, se lo si considera un ulteriore segnale piattaforma a portare tanta gente a votare i di cittadini alla ricerca di migliori servizi e di membri del suo partito. un dialogo con le istituzioni. Una ricerca di Gli esperimenti di democrazia partecipativa dialogo che le istituzioni dovrebbero recepire sono quindi destinati a rimanere di nicchia, o se vogliono provare a ricostruire – e ripensare – comunque patrimonio di movimenti minoritari? questo fragile rapporto di fiducia. Forse è il processo di interazione a dover essere Antonella Napolitano ripensato: più che consultazioni sulle opinioni Europe Editor, Tech President dei cittadini si dovrebbe passare a forme di co- creazione di politiche. 7 Brazil let its citizens make decisions about city budgets. Si pensi al bilancio partecipativo, che consente Here’s what happened, B. Wampler, M. Touchton, Washington Post, gennaio 2014: ai cittadini di scegliere come allocare parte del http://www.washingtonpost.com/blogs/monkey-cage/ bilancio locale, dialogando con le istituzioni. wp/2014/01/22/brazil-let-its-citizens-make-decisions- about-city-budgets-heres-what-happened/ 5 Berlino è una città-stato, uno dei 16 Lander dello stato 8 Per un approfondimento si veda la ricerca di Rodrigo federale tedesco. Davies (MIT) sul tema: http://rodrigodavies.com/ civiccrowdfunding/ (di prossima pubblicazione) 6 How the German Pirate Party’s ‘Liquid Democracy’ Works, D. Meyer, 2012, http://techpresident.com/ 9 Presentazione di Brickstarter: http://brickstarter.org/an- news/wegov/22154/how-german-pirate-partys-liquid- introduction-to-brickstarter/ democracy-works 10 Sito Spacehive: https://spacehive.com/ 19
21 RISORSE europea dell’energia atomica (CEEA) o EURATOM (ancora vigente). La spinta verso la green economy è partita La green economy pertanto dall’energia e ha avuto origine da una pluralità di fattori, che vanno dalla maggiore nel futuro attenzione delle nazioni del Nord Europa alla tutela ambientale (la Danimarca ha in atto un programma che la porterà a non utilizzare fonti dell’Europa fossili dopo il 2050), alle necessità economiche di minore dipendenza energetica, all’esigenza di accrescere la concorrenzialità del mercato europeo e internazionale dell’energia. Quest’ultima necessità è stata la parola d’ordine della politica energetica europea fin dagli anni Ottanta. Il Libro Bianco del 13 dicembre 1995 dedicato a Una politica energetica per l’Unione Europea aveva infatti come obiettivi prioritari la “concorrenza” e La green economy è definita come l’incontro la “liberalizzazione” del mercato energetico. tra l’impresa e la sostenibilità economica, Si è aperta così una fase tesa alla creazione di sociale e ambientale. È un concetto che un mercato europeo dell’energia, soprattutto ha una storia recente e prende le mosse gas ed energia elettrica, attraverso la direttiva dai numerosi fallimenti delle conferenze n. 96/92/CE Norme comuni per il mercato “politiche” dell’ONU sull’ambiente interno dell’energia elettrica e la direttiva seguite al Summit della Terra, organizzato n. 98/30/CE Norme comuni per il mercato dall’UNCED (United Nations Conference interno del gas naturale. on Environment and Development) a Il Protocollo di Kyoto dell’11 dicembre1997 Rio de Janeiro nel giugno 1992. Gli sforzi per la riduzione della CO2 (causa prima successivi dell’ONU − ricordiamo gli accordi del riscaldamento globale) ha aperto una internazionali di Kyoto per la riduzione nuova fase, in Europa cominciata già l’anno della CO2, la creazione del Global Compact prima con il Libro Verde approvato dalla Network nel 2000, il Forum dei Popoli della Commissione il 20 novembre del 1996 e Conferenza Rio+20 − hanno fatto registrare proseguito l’anno successivo con il Libro una scarsa presa della green economy a Bianco strategico intitolato Energia per il livello globale, ma sono serviti come leva per futuro: le fonti energetiche rinnovabili. la sua affermazione in Europa. Le fonti rinnovabili sono diventate un La sensibilità europea per l’ambiente si è obiettivo e si è previsto di raddoppiare entro legata fin dagli esordi alle sue esigenze di il 2010 il loro consumo energetico. natura socio economica. L’Europa era ed è Il risultato operativo di questa nuova fase è infatti, fortemente dipendente dall’esterno stata la direttiva 2001/77/CE Promozione in campo energetico, con un tasso di dell’energia elettrica prodotta da fonti dipendenza (di energia primaria), al 2011, energetiche rinnovabili nel mercato interno del 53,8% (l’Italia dell’81,3%). L’UE 27 dell’elettricità. importa l’84,2% del petrolio, il 64,6% del Questa fase, cominciata con il Protocollo di gas e il 41,3% dei carburanti solidi che Kyoto, si è consolidata infine nel giugno 2001 consuma. Questa tematica fu alla base nel con il Consiglio europeo di Göteborg, in cui i 1951 della Comunità europea del carbone Paesi dell’UE hanno approvato una strategia e dell’acciaio (CECA, trattato scaduto per lo sviluppo sostenibile. Si è aggiunta così nel 2002) e poi nel 1957 della Comunità una dimensione ambientale agli orientamenti 20
VERRÀ CHE L’EUROPA politici di Lisbona 2000 per l’occupazione, la competizione economica e la coesione sociale. La nuova fase vede l’estensione della questione ambientale non solo ai consumi Granda e Green energetici ma all’insieme dell’economia. È stato presentato lo scorso 3 luglio il Quaderno n. 21 della collana della Il periodo più recente, incentrato sulla green Fondazione CRC, Granda e Green. Green economy in provincia di economy, è cominciato con il World Economic Cuneo, risultato della ricerca promossa dal Centro Studi della Fondazione Forum del 2007, di Davos, in Svizzera, dove e realizzata in collaborazione con l’IRES Piemonte. per la prima volta e in maniera esplicita la La ricerca nasce dalla priorità, individuata negli ultimi anni dalla prestigiosa organizzazione internazionale Fondazione, data alla tutela dell’ambiente e alla promozione di uno (formata da grandi imprese, leader politici, sviluppo sostenibile del territorio, indicata nei documenti programmatici e accademici illustri e riconosciuti) ha lanciato perseguita grazie a importanti strumenti come il Progetto AmbientEnergia. la sfida della green economy come “visione” Recentemente i temi della tutela ambientale e dello sviluppo sostenibile attorno cui orientare la crescita e lo sviluppo. sono confluiti nel concetto più ampio di green economy, che rappresenta In quell’occasione Angela Merkel, aprendo il oggi un asse centrale delle politiche di sviluppo e dell’occupazione, Forum, ha individuato nelle fonti energetiche tanto che non si parla più solo di energia, ma anche di investimenti in e nel cambiamento climatico «le due più innovazione tecnologica, infrastrutture, servizi e stili di vita: molte sono le grandi sfide dell’umanità». Tale concezione sfumature di verde. dello sviluppo è stata poi declinata nel piano Il Quaderno espone un quadro di concetti e di temi che delimitano strategico di Europa 2020, in cui sono state l’orizzonte green e ne propone una definizione sintetica. Ma, soprattutto, definite misure di risposta alla crisi attraverso restituisce i risultati delle analisi della provincia di Cuneo in funzione azioni rivolte alla crescita intelligente, alla delle diverse dimensioni green. A partire dai punti di forza e dalle criticità sostenibilità, all’inclusione sociale che trovano rilevate, e avendo come una sintesi territoriale nella diffusione della riferimento le politiche Smart specialisation, delle Smart regions e pubbliche europee, nazionali Smart cities. In questa fase, l’Unione Europea e regionali in questo campo, ha lanciato il Piano clima-energia 20-20-20, l’indagine propone alcune di riduzione dei gas serra del 20% rispetto al piste di particolare interesse 1990, di incremento delle fonti rinnovabili per la valorizzazione delle fino al 20% del fabbisogno di energia (in Italia potenzialità e delle progettualità del 17%), di aumento del 20% dell’efficienza della provincia di Cuneo in una energetica (ridotto al 17% dalla direttiva del prospettiva verde. 2012). Per quanto riguarda la crescita sociale, Il Quaderno è scaricabile in pdf l’UE si propone di elevare, entro il 2020, il dal sito della Fondazione CRC e tasso di occupazione degli attivi (fascia 20-64 disponibile in cartaceo presso il anni) dal 69% del 2010 al 75% (in Italia dal Centro Studi. 61% al 68%), di incrementare gli investimenti in ricerca, sviluppo e innovazione dal 2% al 3% del PIL (in Italia dall’1,26% all’1,53%), di ridurre l’abbandono scolastico (dal 14% al 10%, in Italia dal 19% al 15%). obiettivo per il 2050 di ridurre le emissioni In ambito energetico ed economico, di gas a effetto serra dell’80-95% rispetto l’accelerazione green è evidente sia dal ai livelli del 1990; nel 2013, un nuovo Libro numero di direttive dedicate sia dalle Verde per le politiche dell’energia e del azioni messe in campo: nel marzo 2013 la clima è stato promosso all’orizzonte 2030, Commissione europea ha infatti approvato per verificare quanto fatto e muovere più l’Energy Roadmap 2050, ovvero la «tabella velocemente verso la green economy. di marcia verso un’economia competitiva a Fiorenzo Ferlaino basse emissioni di carbonio» che si pone come IRES Piemonte 21
21 RISORSE italiane ed europee in generale. La presidenza italiana, infatti, potrebbe avere un ruolo chiave nell’approvazione di uno strumento Lo statuto della che potrebbe rivoluzionare il settore della filantropia in Europa: lo statuto della Fondazione europea Fondazione europea. Dopo quasi dieci anni di richieste da parte del settore delle fondazioni, nel febbraio 2012 Una sfida per la la Commissione europea ha adottato una proposta di Regolamento sullo statuto della presidenza italiana dell’UE Fondazione europea. La proposta nel luglio 2013 ha ricevuto il supporto del Parlamento europeo e ora é sul tavolo del Consiglio dell’Unione Europea, dove gli esperti dei diversi governi nazionali stanno vagliando i punti che dovrebbero caratterizzare la Fondazione europea al fine di conciliare le diverse visioni e arrivare all’(auspicata) Il 1° luglio, per un periodo di sei mesi, adozione all’unanimità. l’Italia ha assunto la presidenza dell’Unione Molti progressi sono stati fatti dal Europea e avrà quindi l’importante compito di 2012, grazie anche all’intenso lavoro di portare avanti l’agenda dell’UE in un delicato coordinamento svolto dalla presidenza greca momento di transizione: l’inizio dei lavori negli ultimi sei mesi. È essenziale, quindi, che del Parlamento europeo eletto a maggio, lo statuto venga incluso nell’agenda della l’assegnazione dell’incarico ai membri della presidenza italiana e che il trend positivo nelle nuova Commissione europea, l’identificazione negoziazioni venga mantenuto affinché le del Presidente del Consiglio europeo. discussioni abbiano un esito favorevole e si I prossimi sei mesi rappresenteranno quindi arrivi all’adozione del Regolamento. una sfida per il governo italiano e una grande Ma che cos’é lo statuto della Fondazione opportunità per il settore delle fondazioni europea e perché è così importante? Per capire meglio il contesto è utile ricordare che è stimato che vi siano in Europa circa È stimato che vi siano 110 mila fondazioni, che spendono tra gli 83 e i 150 miliardi di euro, creando piú di un in Europa circa 110 mila milione di posti di lavoro. Il settore, in forte fondazioni, che spendono tra crescita, deve tuttavia confrontarsi con piú di cinquanta differenti normative che regolano le gli 83 e i 150 miliardi di euro, fondazioni sul territorio dell’Unione Europea, creando piú di un milione per non parlare di numerose e complesse di posti di lavoro procedure amministrative da seguire nel caso in cui una fondazione decida di lavorare al di fuori del proprio Paese. Ogni anno queste 22
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