Risorse RIVISTA DELLA FONDAZIONE CASSA DI RISPARMIO DI CUNEO

Pagina creata da Fabio Rossi
 
CONTINUA A LEGGERE
Risorse RIVISTA DELLA FONDAZIONE CASSA DI RISPARMIO DI CUNEO
LUGLIO 2014
Risorse21

 RIVISTA DELLA FONDAZIONE CASSA DI RISPARMIO DI CUNEO
Risorse RIVISTA DELLA FONDAZIONE CASSA DI RISPARMIO DI CUNEO
Risorse RIVISTA DELLA FONDAZIONE CASSA DI RISPARMIO DI CUNEO
R
                   21

L U G LI O   2 0 1 4
Risorse RIVISTA DELLA FONDAZIONE CASSA DI RISPARMIO DI CUNEO
8    18

6         12   24

34

               44

64   40        76

          86   68

48

88        80
Risorse RIVISTA DELLA FONDAZIONE CASSA DI RISPARMIO DI CUNEO
4 • Lettera al territorio                                     54 • Gli eventi fieristici
			 Ezio Falco                                                			 Importante fattore di sviluppo locale
 6 • L’Europa che verrà                                       			 Damiano Aliprandi
			 Franco Chittolina                                          60 • Finanziamenti europei e sviluppo locale
 8 • Ai confini dell’Unione Europea                           			 Forse non tutti sanno che...
                                                              			 Michelangelo Filippi
			 Nuove tensioni e nuove sfide
			 Adriana Longoni                                            62 • Le ricerche socio economiche del Centro Studi
 10 • Dopo le elezioni                                        			 L’operatività della Fondazione in una prospettiva europea
                                                              			 Elena Bottasso
			 Ritorna la politica nelle istituzioni europee?
			 Tonia Mastrobuoni
 12 • Piemonte in affanno

                                                                                                   21
			 Fili di speranza per il futuro
			 Luca Davico e Giuseppe Russo
 14 • Disoccupazione giovanile
			 Un’emergenza italiana ed europea

                                                              Risorse
			 Eleonora Voltolina
 16 • Erasmus+
			 Nuova opportunità di formazione
			 Elena Bettini
18 • Democrazia partecipativa
			 Nuovo rapporto con le istituzioni                          LUGLIO 2014
			 Antonella Napolitano
 20 • La green economy nel futuro dell’Europa
			 Fiorenzo Ferlaino
 22 • Lo statuto della Fondazione europea
			 Una sfida per la presidenza italiana dell’UE
			 Gerry Salole
 24 • Le Fondazioni europee a Sarajevo                         64 • Svelato il segreto del Nebbiolo
			 Per ripensare l’Europa                                    			 Nel suo DNA i geni dei grandi vini piemontesi
			 Giulia Manassero                                          			 Ivana Gribaudo
26 • Innovazione sociale e territorio                          66 • Flavescenza dorata
			 Quale ruolo per le fondazioni bancarie?                   			 Una ricerca per contrastare la malattia delle viti
			 Franca Maino                                              			 Andrea Schubert
28 • Un nuovo welfare sta nascendo                             68 • Attività sportiva e persone con disabilità
			 Le linee guida dell’ACRI                                  			 AtletiDomani 2013 ha premiato
			 Andrea Silvestri                                          			 l’Associazione Amico Sport
                                                              			 Stefania Bergia
 30 • La Fondazione CRC aggiorna lo Statuto e i Regolamenti
			 Alessandro Mazzola                                         70 • A Monastero Vasco
 32 • L’Europa in casa
                                                              			 Nuova scuola materna ed elementare
                                                              			 Comune di Monastero Vasco
			 Un anno di Spazio Europa
			 Gianluca Olivero                                           72 • Le attività 2013 del Cespec
 34 • YEPP
                                                              			 Crisi e debito al centro del dibattito
                                                              			 Sergio Racca e Gabriele Vissio
			 Per allargare lo sguardo sul mondo
			 Massimo Infunti                                            74 • Il fundraising in campo socio sanitario
 36 • Il mondo a scuola ha compiuto due anni
                                                              			 Un Master universitario ad Alba
                                                              			 Luciano Scalise
			 Paola Maniotti
                                                               76 • I paradossi di Escher
38 • Una finestra sull’economia
			 Il progetto Conoscere la borsa                            			 In mostra al Filatoio di Caraglio
                                                              			 Associazione Culturale Marcovaldo
			 Claudio Alberto
                                                               80 • Pigmenta et scripta volant
40 • Oggi è già domani
			 L’Agenda Sussidiario 2014-2015                            			 Le opere di Piero Bolla nella cornice di San Francesco
                                                              			 Piero Arese
			 Roberto Moisio
                                                               84 • Dall’antico Egitto ad Alba
42 • Officina Didattica
			 Avviata la selezione dei progetti                         			 Un viaggio nella storia del vino
                                                              			 Sabina Malgora e Alida Dell’Anna
			 Irene Miletto
                                                               86 • A Savigliano rinasce il Chiostro di San Pietro
44 • Un genio del luogo neogotico
                                                              			 Giovanni Rabbia
			 Le camere oscure
			 Enzo Biffi Gentili                                         88 • Cuneo capitale delle terre alte
48 • Il turismo outdoor in provincia di Cuneo
                                                              			 Torna il Festival della montagna
                                                              			 Marco Bussone
			 Le attività del Wonderful Outdoor Week
			 ATL del Cuneese                                            92 • Aggiungere più vita agli anni
52 • Consumare meno consumare meglio
                                                              			 Un progetto di welfare locale
                                                              			 Roberta Rossi
			 Il Bando AmbientEnergia 2014
			 Cristina Boaretto e Marina Bertolini                      94 • Europa sotto la lente

                                                                                                                              3
Risorse RIVISTA DELLA FONDAZIONE CASSA DI RISPARMIO DI CUNEO
21
RISORSE

                                                                      5. le svalutazioni portate a conto economico
                                                                          si riducono fortemente;
                                                                      6. l’avanzo cresce del 40%;

          Lettera                                                     7. le erogazioni deliberate hanno superato le
                                                                          previsioni;

          al territorio                                               8. il fondo di stabilizzazione cresce;
                                                                      9. l’attività istituzionale cresce in qualità e
                                                                          progettualità propria (oltre il 40% del
                                                                          monte erogativo);
                                                                      10. è stato approvato il nuovo Statuto, che
                                                                          ha recepito le indicazioni della Carta delle
                                                                          Fondazioni e inglobato formalmente il
                                                                          nuovo modus operandi.

                                                                      Anche il quadro di relazioni istituzionali della
                                                                      Fondazione è in movimento.
                                                                      Già dall’autunno scorso ci siamo dati una
                                                                      strategia e abbiamo definito i nostri obiettivi
                   Dopo il lungo inverno degli anni scorsi,           nei confronti della Banca Regionale Europea,
                   con l’imperversare della crisi e financo           che è andata al rinnovo del Consiglio
                   le preoccupazioni per l’esistenza stessa           d’Amministrazione nello scorso marzo.
                   della moneta unica, il 2014 regala segni di        Anche qui riassumo per chiarezza e brevità i
                   primavera.                                         punti salienti per la Fondazione, primo azionista
                   Il 24 marzo scorso, il Consiglio Generale ha       della Banca Regionale Europea:
                   approvato all’unanimità il Bilancio 2013.          1. riavvicinare la stessa al territorio;
                   Il confronto con il 2012 registra tutti dati       2. realizzare un piano industriale e
                   positivi, con una crescita dell’utile del 39,5%.      commerciale che tenga conto del peso dei
                   Il Piano triennale 2013-2015, approvato a             territori in cui è presente BRE e del mutato
                   ottobre 2012, prevedeva 54 milioni di euro            scenario economico e sociale;
                   di erogazioni: a un anno e mezzo di distanza       3. rivederne l’organizzazione, valorizzare il
                   possiamo aggiornare la previsione a 62 milioni,       personale, dedicare adeguate risorse alla
                   con un incremento di 8 milioni.                       formazione;
                   Dal 2006 a oggi sono stati erogati 200 milioni     4. migliorare il coinvolgimento del Consiglio
                   di euro.                                              d’Amministrazione;
                   Numeri significativi che non devono però           5. ridare centralità alla sede di Cuneo;
                   oscurare i processi innovativi che hanno           6. ritrovare adeguata redditività, che possa
                   caratterizzato il lavoro della Fondazione             giustificare l’ingente investimento della
                   nel 2013, riassumibile in 10 punti:                   Fondazione CRC;
                   1. il patrimonio cresce in modo regolare;          7. ritrovare una virtuosa sinergia tra BRE e
                   2. le minusvalenze potenziali si riducono             Fondazione, nel rispetto dei rispettivi ruoli,
                      sensibilmente;                                     funzionalmente diversi.
                   3. i ricavi mantengono i livelli del 2012;
                   4. i costi di struttura sono stabili;

 4
Risorse RIVISTA DELLA FONDAZIONE CASSA DI RISPARMIO DI CUNEO
Ci aspettiamo che questi obiettivi siano

                                                        R
raggiunti nel prossimo triennio, dopo aver
ripristinato una certa normalità di gestione                            21
della banca nei tre anni appena trascorsi.
Un buon segnale in questa direzione viene dal
nuovo CdA, eletto dall’Assemblea il 25 marzo
scorso: su 11 membri complessivi, 10 sono
piemontesi e, di questi, 7 cuneesi.
I numeri non sono tutto, ma sicuramente una
composizione così marcatamente attenta al               Europa superstar in questo numero di Risorse. Non solo perché sono
territorio di pertinenza premia gli sforzi della        recenti le elezioni per il Parlamento europeo e l’inedita indicazione
Fondazione, che molto si è spesa in questa              per il leader della futura Commissione. Europa perché ormai è il
direzione, raggiungendo un risultato mai                cortile di casa, dove si svolge la nostra vita, si progetta il futuro, si
toccato in passato.                                     fanno i conti e si verifica se tornano.
Altre modifiche statutarie sono state approvate         Grande attenzione quindi ai vari risvolti delle scelte e degli scenari
nell’Assemblea di UBI del 10 maggio scorso a            che si prospettano. Ma ci sono anche molte questioni intra moenia,
Brescia: tra queste, particolarmente importante         che toccano direttamente l’attività della Fondazione. Ecco quindi la
per la Fondazione (l’aspettavamo dal 2007)              seconda parte, Cantiere Fondazione, che Risorse dedica ai progetti
quella che consente di mantenere a pieno                propri, ai bandi e ai risultati ottenuti nel primo semestre 2014.
titolo il 2,23% di azioni di UBI, limite massimo        I numeri di bilancio sono confortanti e la rassegna non è certo il
consentito, che pone la Fondazione come                 cahier de doléances cui siamo stati abituati negli ultimi anni dalla
maggior azionista di territorio.                        pubblicistica nostrana.
E proprio questo è per noi il punto vitale, in          Infine, il consueto spazio dedicato al nostro territorio, con le sue
mezzo alle molte questioni ancora aperte                proposte e le attività che la Fondazione incoraggia e sostiene.
nel sistema bancario italiano: perché anche             Una lettura utile a chi amministra, progetta e costruisce sviluppo
la nostra partecipazione non venga a essere             nella provincia. In uno scenario di futuri, possibili e anche auspicabili
svalutata nella sostanza, BRE deve continuare a         cambiamenti. In meglio speriamo, ovviamente.
essere una vera banca commerciale radicata e            Risorse ha compiuto dieci anni e, per non mostrare troppo le rughe,
con la testa nel suo territorio.                        ha deciso di darsi una “rinfrescata”. Abbiamo apportato qualche
Per questo abbiamo chiesto un cambio di                 modifica grafica, mantenendo intatta la qualità dei contenuti e
rotta, che non potrà avvenire compiutamente             l’indirizzo editoriale e contenendo i costi. Speriamo di trovare il
se non si affronta il problema della definizione        vostro gradimento e vi auguriamo una buona lettura, oltre che una
del nuovo modello di banca.                             buona estate!
Decisioni quindi a km 0 e aumento della
redditività, insufficiente per noi negli ultimi anni.
Lo richiedono le nostre imprese e le nostre
famiglie che vogliono ritrovare la benzina
necessaria a riavviare i motori dell’economia,
quella più grande e quella ordinaria, che nel
tempo aveva costituito un buon modello
di sviluppo, sano e centrato sui manufatti
prodotti e sulla crescita dell’istruzione e
dell’innovazione.
La Fondazione è qui anche per questo.
                                           Ezio Falco

                                                                                                                                    5
Risorse RIVISTA DELLA FONDAZIONE CASSA DI RISPARMIO DI CUNEO
21
RISORSE

          L’Europa
          che verrà                                                    scoperte del XVI secolo. A quel tornante della
                                                                       storia, l’Europa era arrivata forte di una cultura
                                                                       cresciuta e maturata nei secoli, senza tuttavia
                                                                       essere al riparo da ricorrenti conflitti che,
                                                                       anzi, si sarebbero aggravati con la nascita e il
                                                                       consolidamento delle nazioni europee.
                                                                       Di quei conflitti l’Europa del ‘900 è stata
                                                                       tragico teatro, con due guerre mondiali che,
                                                                       nel volgere di trent’anni, tra il 1914 e il 1945,
                                                                       hanno fatto milioni di morti, ma che forse
                                                                       non ci hanno ancora messo sufficientemente
                 Le recenti elezioni europee e le dinamiche            in guardia su quanto resti precaria la pace in
                 che ne sono seguite inducono a chiedersi              questo nostro continente.
                 quale sarà l’Europa che verrà: non solo               Nasce in questo contesto, a metà del secolo
                 alla scadenza del 2020, quando dovrebbe               scorso, l’avventura dell’integrazione europea
                 giungere a compimento la strategia di Lisbona,        avviata da sei Paesi fondatori, tra cui l’Italia,
                 ma all’orizzonte del 2050, quando l’Unione            e oggi provvisoriamente fatta di ventotto
                 Europea, pure allargata a oltre trenta Paesi,         Stati nazionali, diciotto dei quali dotati di
                 rappresenterà nel mondo appena il 7% della            una moneta unica, l’euro. Negli anni sono
                 popolazione mondiale.                                 cresciute le politiche comuni, molti i passi
                 Per anticipare qualcosa dell’Europa che verrà         avanti sulla strada dell’integrazione, non solo
                 non è inutile ricordare da dove l’Europa viene.       dei commerci e dell’economia ma anche del
                 Alle spalle una storia ricca di avvenimenti e         diritto e delle culture. Con i governi nazionali
                 cultura, fin da quando, oltre duemila anni fa,        – e qualche volta malgrado essi – le Istituzioni
                 questo piccolo promontorio dell’Asia emerge           comunitarie hanno contribuito a sviluppare
                 nel mondo che si va formando, acquisendo              questo processo, evolvendo esse stesse entro i
                 rapidamente ruolo e potere e una sorprendente         limiti, talora troppo angusti, dei Trattati, con il
                 centralità, dilatandosi ben oltre i propri confini,   risultato di mostrare oggi la loro inadeguatezza
                 in particolare dopo la grande avventura delle         di fronte alle nuove sfide che attendono l’UE.

 6
Risorse RIVISTA DELLA FONDAZIONE CASSA DI RISPARMIO DI CUNEO
VERRÀ
                                                                                                        CHE
                                                                                                        L’EUROPA
L’Europa che verrà dovrà avere memoria del
suo passato di nazionalismi e di guerre, ma
anche delle sue tradizioni democratiche e
del dialogo tra le sue culture e i suoi popoli,
e provare un giusto orgoglio per quanto ha
saputo realizzare in questi ultimi sessant’anni
di vita comune. Una consapevolezza da cui
partire per cambiamenti profondi e delle sue
Istituzioni e delle sue politiche.

L’Europa che verrà dovrà
avere memoria del suo
passato di nazionalismi e di
guerre, ma anche delle sue
tradizioni democratiche e
del dialogo tra le sue culture
e i suoi popoli e provare un
giusto orgoglio per quanto
ha saputo realizzare in
questi ultimi sessant’anni
di vita comune

Nuovi e più avanzati equilibri andranno           un governo coordinato dell’economia, da
trovati tra un Parlamento europeo in crescita     una progressiva armonizzazione fiscale fino a
di ruolo e il Consiglio europeo, tentato da un    una convergenza degli obiettivi della politica
modello intergovernativo che frena il processo    sociale, negli ultimi tempi troppo dimenticata.
di integrazione: se da una parte il modello       Molto di più si dovrà fare nell’ambito della
federale va ripensato alla luce di un’Unione      ricerca, dell’energia e dell’ambiente, senza
allargata, dall’altra la deriva confederale,      dimenticare che la sfida più urgente è quella
basata su presunte sovranità nazionali,           del consolidamento e del rafforzamento della
spalanca la porta a nuove frammentazioni e a      democrazia, di quella rappresentativa oggi in
movimenti populisti che minano il progetto di     crisi e di quella partecipativa, ancora troppo
un’Europa solidale.                               frammentata e litigiosa.
La riforma delle Istituzioni europee − un         L’Europa che verrà non sarà più al centro del
impianto originale per aprire il cantiere a       mondo come fu fino a un secolo fa, ma avrà
sei, ma inadeguato per l’UE a ventotto −          ancora molto tempo davanti per far valere le sue
dovrà essere accompagnata non solo dal            esperienze e i suoi valori, continuando a cercare
rafforzamento delle attuali politiche comuni,     di realizzare, contro nazionalismi e populismi,
ma anche dall’avvio di nuove condivise: da        un’inedita “democrazia tra le nazioni”.
una politica estera e di sicurezza comune a                                         Franco Chittolina

                                                                                                         7
Risorse RIVISTA DELLA FONDAZIONE CASSA DI RISPARMIO DI CUNEO
21
RISORSE

                                                                        dei suoi immediati vicini, e soprattutto
                                                                        all’indomani di elezioni che ne disegneranno il
                                                                        contenuto. Ai confini orientali, dopo la caduta

          Ai confini                                                    del muro di Berlino, l’allargamento dell’Unione
                                                                        si è esteso a numerosi Paesi appartenenti

          dell’Unione Europea                                           all’ex blocco sovietico, spingendo le frontiere
                                                                        europee, così come quelle della NATO,
                                                                        molto vicine a una Russia pericolosamente

          Nuove tensioni e nuove sfide                                  ferita. La situazione che si è venuta a creare
                                                                        oggi in Ucraina (e prima ancora in Georgia),
                                                                        fra divisioni interne, una guerra civile in
                                                                        corso nell’Est del Paese e l’annessione della
                                                                        Crimea da parte della Russia, rivela i profondi
                                                                        cambiamenti in corso che la stessa Russia sta
                                                                        introducendo nei suoi rapporti con l’Occidente
                                                                        e con l’Unione Europea in particolare. Rapporti
                                                                        che, all’insegna di un nuovo protagonismo
                                                                        sulla scena internazionale e forti di una
                     Mai come in questo anno di tragici anniversari     significativa ricchezza energetica da cui
                     per la nostra storia le frontiere orientali e      l’Europa è sempre molto dipendente, sono
                     meridionali dell’Unione Europea sono state         ancora tutti da scrivere, nel quadro di una
                     così fortemente in tensione, tanto da riportare    persistente e sempre più pericolosa mancanza
                     insicurezza, conflitti e guerre civili in quelle   di una politica estera e di difesa comune
                     regioni che consideriamo ormai come “Europa        dell’Unione. Eppure, il Trattato di Maastricht
                     ai nostri confini”.                                firmato nel 1992 aveva generato grandi
                     Un breve giro d’orizzonte basta a illustrare       speranze al riguardo, un vero atto politico
                     la situazione odierna, di fronte alla quale è      che tentava di avviare una politica estera e
                     necessario sviluppare alcune riflessioni sul       di sicurezza comune volta a rispondere ai
                     ruolo dell’Unione Europea nei confronti            grandi cambiamenti avvenuti sul continente
                                                                        europeo e alle conseguenze che avrebbero
                                                                        inevitabilmente generato sul filo della storia.
                                                                        Un Trattato che sembrava all’altezza delle
                     È solo con una coraggiosa                          sfide in prospettiva e che rispecchiava la forza
                                                                        d’attrazione di un’Unione carica di valori e
                     consapevolezza della                               proiettata nel futuro.
                     necessità di dotarsi di                            Sono trascorsi più di vent’anni da quella
                                                                        firma e da quell’impegno politico. Il bilancio,
                     politiche comuni adeguate                          malgrado i risvolti positivi generati nei
                     che l’Unione Europea                               Paesi dell’Europa centrale e orientale che
                                                                        hanno aderito all’Unione, rimane alquanto
                     potrà rispondere all’ormai                         negativo, segnato da profonde divergenze
                     ineludibile quesito sulla                          nelle politiche degli Stati membri e culminato
                                                                        oggi in un’inadeguata risposta non solo alla
                     sua sopravvivenza e, di                            scelta europea dell’Ucraina, ma soprattutto
                     conseguenza, sul suo ruolo                         a una Russia decisamente avviata verso
                                                                        nuove strategie portatrici di cambiamenti
                     sulla scena internazionale                         geopolitici, di sicurezza, economici ed
                                                                        energetici non indifferenti. E a ricordarlo

 8
VERRÀ
                                                                                                          CHE
                                                                                                          L’EUROPA
all’Europa è stato soprattutto il Presidente        pace. E sul tessuto dei conflitti in corso, che
degli Stati Uniti Barack Obama durante              spingono migliaia di persone ad attraversare
la sua visita a Varsavia, con una frase             quel braccio di mare per approdare sulle coste
significativa: «Cara Europa, la libertà non è       dell’Europa, si consolidano movimenti jihadisti
garantita per sempre».                              e qaedisti che sottopongono a forti pressioni
Volgendo poi lo sguardo a sud del                   i già fragili equilibri regionali, in particolare a
Mediterraneo, le situazioni di instabilità che si   partire dall’Iraq.
sono sviluppate, in particolare a partire dalle     L’Unione Europea è circondata sia a Est sia a
Primavere arabe, corrono praticamente lungo         Sud da importanti cambiamenti geopolitici
tutto il litorale del Nord Africa e del Medio       che la pongono di fronte a enormi sfide.
Oriente. Particolarmente grave la situazione        È solo con una coraggiosa consapevolezza
in Siria, dove da tre anni è in corso una           della necessità di dotarsi di politiche comuni
guerra che ha già causato migliaia di vittime       adeguate − siano esse di politica estera e di
e un numero enorme di profughi e sfollati,          difesa, di immigrazione e di solidarietà − che
nel silenzio e nell’incapacità di condanna          l’Unione Europea potrà rispondere all’ormai
dell’intera comunità internazionale. La Libia,      ineludibile quesito sulla sua sopravvivenza
teatro di un intervento militare nel 2011           e, di conseguenza, sul suo ruolo sulla scena
guidato da Francia e Inghilterra, è oggi in         internazionale. E per questo non le mancano
preda a un caos politico ed economico dalle         gli strumenti, creati e consolidati in una
prospettive inquietanti. Senza dimenticare          formidabile avventura di pace che dura da
l’irrisolto conflitto israelo-palestinese che non   settant’anni.
ha trovato, finora, la strada del dialogo e della                                       Adriana Longoni

                                                                                                           9
21
RISORSE

          Dopo le elezioni
          Ritorna la politica
          nelle istituzioni europee?                                         questo appuntamento alle urne può essere
                                                                             pure interpretato come un voto di sfiducia nei
                                                                             confronti del presidente Hollande.
                                                                             Un destino simile è toccato al premier
                                                                             britannico Cameron: i Tories sono diventati
                                                                             il terzo partito con il 23,3%, superati dai
                                                                             laburisti, ma soprattutto dall’UKIP, la
                                                                             formazione dell’accanito antieuropeista Nigel
                                                                             Farage, balzato al 26,8%, ormai primo partito
                                                                             nel regno di Sua Maestà. Le conseguenze
                                                                             si sono percepite immediatamente, con la
                      La più grande sorpresa delle elezioni europee          forsennata campagna di Cameron contro il
                      è stato il risultato italiano. Un esito storico,       favorito per la presidenza della Commissione
                      quello del PD balzato al 40,8%, destinato a            europea, Jean-Claude Juncker, accusato di
                      cambiare gli equilibri in Europa se Matteo Renzi       rappresentare troppo la “vecchia Europa”,
                      riuscirà a far valere il suo peso in un continente     quella contro la quale il premier conservatore
                      terremotato dal successo enorme dei partiti            si scaglia da anni proponendo referendum per
                      antieuropeisti. Soprattutto perché l’avanzata          uscire dalla UE o rifiutandosi di firmare accordi
                      dei movimenti di destra, che hanno fatto               comuni come il fiscal compact, ma senza
                      dell’opposizione feroce al progetto comunitario        essere in grado di costruire un’alternativa
                      il perno dei loro programmi elettorali, è stata        credibile, come dimostra anche l’impietoso
                      particolarmente impressionante in due Paesi            risultato delle urne.
                      centrali per i rapporti di forza nella UE: Francia e   Se Hollande e Cameron sono i due grandi
                      Regno Unito.                                           sconfitti, si può affermare con altrettanta
                      L’onda d’urto del Front National, l’estrema            chiarezza che Angela Merkel ha incassato una
                      destra avviata da Marine Le Pen sulla via della        sorta di voto di conferma. Sarebbe eccessivo,
                      “dédiabolisation”, dell’emancipazione dalle            infatti, sostenere che esca vincitrice dalle
                      parole d’ordine più islamofobiche, antisemite e        urne: la sua CDU/CSU resta il primo partito
                      xenofobe tipiche del padre Jean-Marie, è stata         con il 35,3%, ma perde sei punti rispetto alle
                      enorme: con la sua martellante campagna                recentissime elezioni politiche di settembre del
                      elettorale anti-euro, è diventato il primo             2013; i socialdemocratici, al contrario, hanno
                      partito in Francia con il 25%. Ma guardando            guadagnato consensi per la prima volta dagli
                      anche al disastroso 14% ottenuto dai socialisti,       anni ‘70, salendo a quota 27,3%. E alla destra
 10
dei cristianodemocratici, per la prima volta
nella storia repubblicana, si è affermata una
formazione che aspira a eroderne l’elettorato      L’unico antidoto efficace agli antieuropeismi
con un programma ultraconservatore e               crescenti e al proliferare di formazioni
imperniato sulla proposta di uscire dall’euro:
la Alternative für Deutschland, balzata al 7%.     di estrema destra è il ritorno della politica
L’unico Paese in cui l’elettorato ha premiato
il governo in carica, e in particolare il suo
presidente del Consiglio, è dunque l’Italia.       semestre italiano è risollevare l’economia,
Renzi ha vinto con una campagna elettorale         sfinita da sette anni di grave crisi. Renzi
pro-europeista, ma che è riuscita anche            ha già annunciato il suo piano: introdurre
ad assorbire molte istanze dei movimenti           deroghe al Patto di stabilità e liberare risorse
di protesta come il M5S di Grillo. La sua          per investimenti, sia facendo sponda con
“rottamazione”, la sua promessa di ridurre         Hollande, sia ricompattando i socialisti
i costi della politica, di sburocratizzare e       europei attorno a questa necessità di aprire
di aggredire interessi consolidati che in          una “fase 2” nella UE, dopo gli anni di
questi ultimi decenni hanno dimostrato di          rigorismo “alla tedesca”. Una strategia che,
proteggere poco i giovani, come i sindacati,       se dovesse riuscire, come è molto probabile,
hanno fatto breccia anche nell’elettorato          a piegare anche Merkel, otterrebbe due
grillino. Inoltre, sul fronte opposto, come        risultati considerevoli. Il primo, dare fiato
dimostrano i flussi elettorali, Renzi è riuscito   a un’economia continentale che stenta a
anche nell’intento di riconquistare i voti         risollevarsi dalle secche della recessione e
di un elettorato moderato, riformista, che         rischia il baratro della deflazione. Secondo,
aveva dato fiducia negli ultimi due anni           riorganizzare la sinistra moderata europea
alle liste legate a Mario Monti. Infine, lo        attorno a una traiettoria più chiara, in attesa
stesso PD sembra ricompattato, dopo anni           che anche gli altri partiti tradizionali, storditi
di lotte intestine che ne avevano logorato         dalla batosta del 25 maggio, ritrovino un
la leadership, oltre ad allontanare una fetta      orientamento. È chiaro, infatti, che l’unico
importante di elettorato.                          antidoto efficace agli antieuropeismi crescenti
Un patrimonio che Renzi ha evidentemente           e al proliferare di formazioni di estrema destra,
intenzione di spendere anche in Europa,            è il ritorno della politica.
come dimostrano i primi passi post elettorali.                                     Tonia Mastrobuoni
La sfida più importante per l’imminente                                            Inviata de La Stampa
                                                                                                          11
21
RISORSE

          Piemonte
          in affanno
          Fili di speranza
          per il futuro

                       Nell’ultimo anno l’economia mondiale è                   sia cresciuto in modo rilevante praticamente
                       cresciuta; il PIL reale è praticamente doppio            ovunque. In alcuni sistemi locali del lavoro del
                       rispetto a dieci anni fa; la crisi, quindi, ha           NordOvest – come per esempio nell’area di
                       lasciato non più di una debole traccia sulla linea       Vercelli, di Novara o di Alessandria – i livelli
                       della crescita mondiale. Quest’ultima, tuttavia,         di disoccupazione, tra l’11% e il 13%, sono
                       è ormai sempre più legata ai Paesi emergenti,            ormai del tutto simili a quelli registrati in
                       mentre l’Europa fatica. Per quanto riguarda              contesti meridionali.
                       l’Italia, poi, il PIL s’è ridotto sia nel 2012 sia nel   Prima della crisi, gli investimenti in Italia
                       2013, ufficializzando l’uscita del nostro Paese          valevano circa il 6% del PIL, ossia attorno a
                       dalle otto maggiori economie del globo.                  100 miliardi di euro annui; questo valore è
                       I segnali positivi registrati in Italia nel 2010 e nel   sceso al 5% nel 2008, si è dimezzato l’anno
                       2011 erano sostanzialmente determinati dalle             successivo, ha ripreso a scendere nel 2011,
                       esportazioni verso altri continenti, che – pur se        fino a diventare negativo nel 2013. Per
                       tuttora in crescita – non sono più sufficienti a         invertire la tendenza e tornare a investire,
                       bilanciare il rallentamento dell’export verso gli        occorre introdurre politiche economiche e
                       altri Paesi europei.                                     fiscali (detassazione) in grado di sostenere
                       Il calo del PIL italiano si è tradotto solo              la spesa privata. Tuttavia, per mirare a una
                       in parte in una caduta occupazionale,                    crescita di lungo periodo, bisogna puntare
                       soprattutto grazie a un massiccio ricorso agli           anche a un tasso di investimento netto interno
                       ammortizzatori sociali. Ciò non toglie che il            almeno pari al 5% del PIL (ossia a circa 80
                       tasso di disoccupazione tra il 2008 e il 2012            miliardi all’anno) e ad attirare investitori

 12
VERRÀ
                                                                                                               CHE
                                                                                                               L’EUROPA
nazionali e stranieri. A questo scopo, è
indispensabile recuperare efficienza: un
complesso di vincoli e condizioni svantaggiose
collocano l’Italia nel 2014 al 65° posto della
graduatoria stilata dalla Banca Mondiale
relativa alla facilità di avviare un’impresa, tra
Bielorussia e Ghana, al quintultimo posto tra i
membri dell’Unione Europea.
In Piemonte, il valore aggiunto prodotto
si è ridotto ai livelli di circa vent’anni fa,
con un trend nettamente peggiore rispetto
alla Lombardia, ma anche a confronto
con la media nazionale. Ciò è dipeso dal
fatto che in Piemonte l’industria rimane
tuttora più rilevante che altrove e proprio

Il Piemonte ha un grande
capitale di competenze,
saperi, coesione sociale,
come gli anni difficili della
crisi hanno dimostrato.
Da qui occorre ripartire

la manifattura è stata colpita in modo              Cuneo, per esempio, risulta (con il Nord Est e
particolarmente duro dalla crisi. Inoltre,          le province appenniniche meridionali) tra le
settori dinamici – e che hanno retto meglio         zone dove più si investe in processi innovativi
alla crisi – come la finanza o i servizi alle       e in prodotti a basso impatto, l’area torinese
imprese si sono sempre più concentrati              risulta più marginale.
nell’area milanese, con una progressiva             Occorre dunque da parte delle classi dirigenti
riduzione del peso di Torino e del Piemonte.        regionali, nel pubblico e nel privato, la
Sul tema cruciale dell’innovazione, il Piemonte     capacità di elaborare strategie nuove per la
ha certamente un punto di forza nell’essere         crescita, partendo dalla consapevolezza che
la regione italiana che più investe in ricerca e    le condizioni su cui il Piemonte nel recente
sviluppo (l’1,87% del PIL nel 2011), sebbene        passato aveva fondato il proprio sviluppo sono
si collochi ancora a notevole distanza dalle        ormai radicalmente mutate. Il Piemonte ha un
regioni leader d’Europa, come il Baden-             grande capitale di competenze, saperi, coesione
Württemberg (4,8%), Helsinki (4,4%),                sociale, come gli anni difficili della crisi hanno
Stoccolma (3,9%), la Baviera (3,2%). Un altro       dimostrato. Da qui occorre ripartire.
aspetto positivo è che in Piemonte ha un ruolo
                                                                                            Luca Davico
di traino – come auspicato dall’UE – il settore                              Centro Einaudi – Curatore del
privato, che incide per circa il 78% degli                                 Rapporto Giorgio Rota su Torino
investimenti in ricerca. In settori emergenti –
                                                                                       Giuseppe Russo
come la cosiddetta green economy – i segnali                                 Centro Einaudi – Coautore del
sono invece contrastanti: se la provincia di                       Rapporto sull’economia globale e l’Italia

                                                                                                               13
21
RISORSE

                                                                           competenza esclusiva degli Stati membri.
                                                                           In questo contesto i giovani sono la fascia d’età
                                                                           più martoriata. Diminuendo le opportunità di

          Disoccupazione                                                   lavoro, crescono coloro che una volta finito il
                                                                           percorso formativo non riescono a trovare in

          giovanile                                                        tempi adeguati un’occupazione stabile, finendo
                                                                           nel tunnel degli stage e dei contratti precari
                                                                           “seriali”, oppure che si scoraggiano e smettono

          Un’emergenza italiana                                            totalmente di cercare un impiego. Crescono
                                                                           anche coloro che cercano fortuna all’estero,
          ed europea                                                       percependo il proprio Paese come privo di
                                                                           opportunità: questo accade molto ai giovani
                                                                           italiani. Secondo gli ultimi dati dell’AIRE,
                                                                           l’Anagrafe italiani residenti all’estero, nel 2013
                                                                           ci sono stati circa 94 mila espatri, il 19% in più
                                                                           rispetto all’anno precedente, e i protagonisti di
                                                                           questa nuova emigrazione sono stati proprio i
                                                                           giovani della fascia d’età 20-40.
                     C’è un’emergenza prioritaria che il nuovo             Per inquadrare l’enormità del problema della
                     Parlamento europeo appena eletto è chiamato           scarsa occupazione dei giovani del vecchio
                     ad affrontare: l’occupazione. Gran parte dei          continente basta guardare qualche numero.
                     Paesi europei, e l’Italia è purtroppo ai primi        In Italia nel 1990 gli occupati nella fascia di
                     posti della lista, ha infatti sofferto negli ultimi   età 15-24 anni erano il 29,8%; nel ventennio
                     cinque anni una riduzione significativa dei           successivo si è assistito a una progressiva
                     posti di lavoro, con conseguente contrazione          contrazione di questa già bassa percentuale,
                     dei consumi e del benessere generale. Un              passando dal 27,8% del 2000 al 25,5% del
                     circolo vizioso che non può essere spezzato           2005, fino ad arrivare al misero 19,4% del
                     a livello di singoli Paesi, magari facendosi          2011 (dati OECD, Factbook 2012).
                     concorrenza l’un l’altro, bensì con una               Se Atene piange Sparta non ride. Senza
                     strategia europea di ampio respiro, superando         considerare il caso limite della Grecia,
                     l’ipocrisia del tema dell’occupazione come            sprofondata in un abisso senza precedenti per
                                                                           cui dal 30,3% di tasso di occupazione giovanile
                                                                           del 1990 si è passati alla metà (16,3%) nel
                     Gran parte dei Paesi                                  2011, è preoccupante guardare alle locomotive
                                                                           d’Europa: Germania (da 56,4% a 48,2%) e
                     europei, e l’Italia è                                 Francia (da 35,7% a 29,9%).
                     purtroppo ai primi posti                              Il problema dell’occupazione giovanile è
                                                                           dunque comune anche ai Paesi forti, e la sua
                     della lista, ha infatti sofferto                      risoluzione non può essere rimandata.
                     negli ultimi cinque anni una                          L’Europa ha cercato di affrontarlo,
                                                                           recentemente, attraverso un progetto specifico
                     riduzione significativa dei                           chiamato Youth Guarantee, in italiano
                     posti di lavoro. In questo                            Garanzia Giovani. Formalizzata attraverso
                                                                           una Raccomandazione del Consiglio europeo
                     contesto i giovani sono la                            dell’aprile del 2013, essa è definita come «una
                     fascia d’età più martoriata                           situazione nella quale, entro un periodo di
                                                                           quattro mesi dall’inizio della disoccupazione
                                                                           o dall’uscita dal sistema d’istruzione formale, i

 14
VERRÀ
                                                                                                                   CHE
                                                                                                                   L’EUROPA
giovani ricevono un’offerta qualitativamente          emergenza in questi casi sono i 25-34enni
valida di lavoro, proseguimento degli studi,          disoccupati (cioè che hanno perso il lavoro e
apprendistato o tirocinio».                           ne stanno cercando un altro), inoccupati (che
Su questo progetto l’UE ha messo un budget            non ne hanno mai avuto uno) o addirittura
considerevole: 6 miliardi di euro per il periodo      neet (che sono rassegnati e non lo cercano).
2014-2020. Di questi soldi, poco meno di 568          Su questa fascia di età, composta in Italia
milioni sono destinati all’Italia, che ha chiesto     secondo gli ultimi dati ISTAT da oltre 7 milioni
a Bruxelles di poterli utilizzare tutti nel biennio   di persone, andrebbero concentrati tutti gli
2014-2015 e li incrementerà con risorse del           sforzi. Solo 4 milioni e mezzo su 7 hanno
Fondo sociale europeo e con fondi suoi propri,        infatti un impiego: in numeri “brutali” vuol
fino ad arrivare a un investimento di circa 1         dire che in questa classe anagrafica ci sono
miliardo e mezzo di euro. La sfida ovviamente         all’incirca 1 milione e 100 mila disoccupati
è molto complessa: attivare migliaia di giovani,      e un numero mostruoso di inattivi,
migliorare i servizi per l’impiego e il sistema       1 milione e 800 mila.
di domanda-offerta di lavoro sono obiettivi           Bene, dunque, la Garanzia Giovani a livello
ambiziosi e ancor più difficili da raggiungere in     europeo, sperando che nella sua versione
una situazione di crisi occupazionale.                italiana riesca a investire efficacemente il
Un ulteriore problema, tra l’altro, è che i           miliardo e mezzo di euro a disposizione: ma
giovani disoccupati non sono solo quelli              senza dimenticare che l’Europa deve occuparsi
compresi tra i 15 e i 24 anni, standard europeo       in maniera sistematica e innovativa del suo
per misurare la disoccupazione giovanile.             mercato del lavoro, in un’ottica unitaria e con
15-24 è una fascia d’età poco rappresentativa         una particolare attenzione ai “giovani adulti”
in quei Paesi − tra cui l’Italia − in cui si studia   della fascia 25-34 anni.
alle superiori fino a 19 anni e chi sceglie                                            Eleonora Voltolina
l’università va avanti fino a 25. La vera                      Direttore Repubblica degli Stagisti e Articolo 36

                                                                                                                   15
21
RISORSE

                                                                          multilinguismo) e i cui obiettivi fossero in linea
                                                                          con i continui mutamenti e i nuovi bisogni
                                                                          della società europea.

          Erasmus+                                                        Da gennaio 2014 ha preso avvio il nuovo
                                                                          programma europeo Erasmus+. Già la scelta
                                                                          del nome sottolinea la volontà di andare
          Nuova opportunità                                               oltre, superando i successi e gli errori delle
                                                                          esperienze passate, al fine di promuovere
          di formazione                                                   innovazione e qualità: parole chiave in un
                                                                          contesto socio economico che vede, da una
                                                                          parte, quasi 6 milioni di giovani europei
                                                                          disoccupati, e registra dall’altra 2 milioni di
                                                                          posti di lavoro vacanti e un forte fabbisogno di
                                                                          competenze.
                                                                          Il programma, con una dotazione di 14,7 miliardi
                                                                          di euro, è uno dei pochi che non ha subito
                                                                          riduzioni in termini d’investimento finanziario −
                                                                          l’Unione Europea lo ha anzi aumentato rispetto
                    Il percorso dell’integrazione europea,                al passato − ed è pensato per dare risposte
                    travagliato ma per fortuna ancora vitale, ha          concrete a queste problematiche.
                    tra i suoi protagonisti più longevi e significativi   Erasmus+ è semplificato, in quanto combina
                    i programmi dedicati all’istruzione, alla             in un unico programma tutti i meccanismi
                              formazione e alla gioventù.                 di finanziamento dell’Unione Europea attivi
                                Nel 2012 si sono festeggiati i 25         fino al 2013 con: LLP – Lifelong Learning
                                 anni del programma Erasmus,              Programme (Comenius, Erasmus, Leonardo da
                                  che è stato ed è ancora oggi una        Vinci, Grundtvig), Gioventù in Azione e cinque
                                   delle azioni europee di maggiore       programmi di cooperazione internazionale
                                    impatto culturale, sociale e          (Erasmus Mundus, Tempus, Alfa, Edulink
                                     anche economico. Nel corso           e il programma di cooperazione con i Paesi
                                      di questo quarto di secolo, la      industrializzati). Erasmus+ comprende inoltre,
                                       cooperazione europea non           per la prima volta, un sostegno allo sport.
                                        si è realizzata soltanto in       La scelta di unificare in un solo programma
                                         ambito universitario, ma         vari settori è dettata dall’esigenza di rendere
                                           anche nella scuola, nella      più agevole l’accesso ai soggetti interessati,
                                            formazione professionale,     fornendo una visione d’insieme delle
                                             nell’educazione degli        opportunità di sovvenzione disponibili.
                                              adulti e nel mondo del      Il nuovo programma offre opportunità di
                                               volontariato giovanile.    studiare, formarsi, insegnare ed effettuare
                                                Si sono succeduti         esperienze all’estero; realizzare attività di
                                                programmi e azioni        cooperazione tra istituzioni dell’istruzione e
                                                di vario genere,          della formazione in tutta Europa; intensificare
                                             modificatisi negli           la collaborazione tra il mondo del lavoro e
                                anni, con un fil rouge comune: la         quello dell’istruzione.
                    volontà di promuovere in questi settori una           Il programma è aperto a organizzazioni che
                    cooperazione tra i vari Paesi europei sempre          operano nel settore dell’istruzione, della
                    più ambiziosa (in termini di miglioramento            formazione, dei giovani o dello sport. Ogni
                    e innovazione dei sistemi educativi,                  anno è possibile presentare candidature per
                    promozione della cittadinanza europea e del           ottenere un finanziamento.

 16
VERRÀ
                                                      CHE
                                                      L’EUROPA
Il programma, con una
dotazione di 14,7 miliardi
di euro, è uno dei pochi
che non ha subito riduzioni
in termini d’investimento
finanziario

Il programma non prevede la possibilità, per
le persone fisiche, di presentare direttamente
domanda: sono le università, le scuole, le
istituzioni impegnate nell’educazione degli
adulti o gli organismi di vario genere (enti
pubblici, ONG, imprese, istituti di ricerca, ecc.)
i soggetti che hanno la possibilità di candidarsi
per ottenere un finanziamento Erasmus+. Di
conseguenza sarà possibile, per esempio, per
uno studente, la cui università abbia ottenuto
un finanziamento, partire per un periodo di
studio in Europa; oppure per un insegnante,
la cui scuola sia stata finanziata, realizzare
un’attività di formazione all’estero; o per
un giovane essere impegnato in attività di
volontariato internazionale, nel caso in cui la
sua associazione abbia ricevuto l’approvazione
di un progetto in Erasmus+.
Il Programma Erasmus+ 2014-2020 è gestito
dalla Commissione europea, Direzione generale
Istruzione e Cultura, in cooperazione con gli
Stati membri, con l’assistenza dell’Agenzia
esecutiva per l’istruzione, gli audiovisivi e la
cultura e delle Agenzie nazionali dei diversi
Paesi partecipanti.
In Italia la gestione del programma è affidata
a tre Agenzie nazionali competenti per ambiti
diversi: INDIRE, per settori scuola, istruzione
superiore ed educazione degli adulti, ISFOL
per la formazione professionale e Agenzia
Giovani per il settore giovanile.
Maggiori informazioni sono disponibili sul sito
web di Erasmus+ www.erasmusplus.it
                                     Elena Bettini
                         Agenzia Nazionale Erasmus+
                                             INDIRE

                                                      17
21
RISORSE

          Democrazia
          partecipativa                                                         mentre il 28% dice di aver espresso la propria
          Nuovo rapporto                                                        opinione su temi di attualità sui social media».
                                                                                Oggi però è facile associare “il dibattito in Rete”
          con le istituzioni                                                    alle innumerevoli conversazioni che si svolgono
                                                                                quotidianamente sui social media, spesso teatro
                                                                                di scontri molto polarizzati e poco costruttivi, e
                                                                                frequentemente riportati sui mass media con
                                                                                analoga acriticità. La democrazia partecipativa
                                                                                non è certo solo questo.

                                                                                La partecipazione dei cittadini: verso una
                       Le recenti elezioni del Parlamento europeo
                                                                                democrazia liquida?
                       hanno portato nuovamente alla ribalta il tema
                                                                                Numerosi esperimenti partecipativi stanno
                       del deficit democratico delle istituzioni e quello
                                                                                nascendo e operando proprio nei Paesi
                       della partecipazione dei cittadini.
                                                                                europei: da Kansalaisaloite2, sistema di petizioni
                       Mentre il modello di democrazia rappresentativa
                                                                                finlandese che obbliga il Parlamento a votare
                       appare in profonda crisi, in Europa – e in
                                                                                sulle petizioni che raggiungono almeno 50.000
                       Italia – si fanno strada nuove forme di azione
                                                                                firme (1,2% della popolazione), a Rahvakogu3,
                       e interazione dei cittadini: grazie anche alla
                                                                                piattaforma online con cui il governo estone ha
                       sempre maggiore diffusione della tecnologia,
                                                                                raccolto le proposte dei cittadini su temi quali il
                       la democrazia partecipativa sembra sempre
                                                                                finanziamento dei partiti e la legge elettorale.
                       più viva e in evoluzione.
                                                                                Tra gli esperimenti più interessanti di
                       Una ricerca del 20131 mostra che i cittadini
                                                                                partecipazione degli ultimi anni c’è poi
                       europei pensano alla partecipazione anche in
                                                                                Liquid Feedback4, piattaforma che consente
                       termini di attività da svolgere in Rete. Secondo
                                                                                di fare proposte, discuterle e votarle,
                       lo studio, «un terzo (34%) afferma di aver
                                                                                in cui ogni membro può decidere come
                       firmato una petizione, online o su carta,
                                                                                posizionarsi di volta in volta. La piattaforma
                                                                                offre addirittura la possibilità di delegare
                       1 Europeans engagement in participatory democracy,
                       ricerca coordinata dalla Commissione europea,            2 https://www.kansalaisaloite.fi/fi
                       Directorate-General for Communication (DG COMM
                       “Research and Speechwriting” Unit), marzo 2013,          3 http://www.rahvakogu.ee/pages/what-is-rahvakogu
                       http://ec.europa.eu/public_opinion/flash/fl_373_en.pdf   4 http://liquidfeedback.org/

 18
VERRÀ
                                                                                                                                         CHE
                                                                                                                                         L’EUROPA
(e revocare) voti su determinati temi, un                    Nato a fine anni ‘80 a Porto Alegre in Brasile,
approccio certamente innovativo basato                       il suo impatto (testimoniato da numerosi
sulla fiducia verso i propri pari.                           studi7) mostra che governo, cittadini e società
Utilizzato da molti gruppi civici in tutta Europa,           civile sono in grado di collaborare e riescono a
Liquid Feedback ha avuto il momento di                       produrre forme di governance aperta, anche
maggiore popolarità quando, nel 2011, uno di                 coinvolgendo comunità spesso trascurate.
essi, il Partito Pirata a Berlino, ha ottenuto ben           E se la risposta delle istituzioni si fa attendere,
15 seggi nel parlamento locale5, primo di una                oggi i cittadini sono pronti ad auto-organizzarsi.
serie di risultati che hanno visto i Pirati tedeschi         Come? Con il crowdfunding civico8, per
ottenere il 5-7% in numerose elezioni locali in              esempio: la raccolta di micro donazioni per la
tutta la Germania.                                           realizzazione di progetti specifici e iperlocali
Ma con la crescita della base di potenziali                  che migliorano la vita di un quartiere o di
utenti e la necessità di affrontare i problemi più           un’area limitata della città si sta diffondendo
complessi dall’interno delle Istituzioni, l’effetto          in vari Paesi d’Europa attraverso numerose
di Liquid Feedback come piattaforma politica                 piattaforme, da Brickstarter9 (la prima del
ha mostrato la corda. Persino uno degli eletti               suo genere, nata in Finlandia) all’inglese
del Partito Pirata, Simon Weiss, ha sostenuto6               Spacehive10.

                                                                                                       Mentre il modello di
                                                                                                       democrazia rappresentativa
                                                                                                       appare in profonda crisi, in
                                                                                                       Europa – e in Italia – si fanno
                                                                                                       strada nuove forme di azione
                                                                                                       e interazione dei cittadini

che il sistema non era stato disegnato per un                Costruire panchine come dimostrazione di
numero elevato di persone e si è dichiarato                  democrazia partecipativa?
scettico rispetto all’ipotesi che fosse stata la             Forse, se lo si considera un ulteriore segnale
piattaforma a portare tanta gente a votare i                 di cittadini alla ricerca di migliori servizi e di
membri del suo partito.                                      un dialogo con le istituzioni. Una ricerca di
Gli esperimenti di democrazia partecipativa                  dialogo che le istituzioni dovrebbero recepire
sono quindi destinati a rimanere di nicchia, o               se vogliono provare a ricostruire – e ripensare –
comunque patrimonio di movimenti minoritari?                 questo fragile rapporto di fiducia.
Forse è il processo di interazione a dover essere                                         Antonella Napolitano
ripensato: più che consultazioni sulle opinioni                                            Europe Editor, Tech President
dei cittadini si dovrebbe passare a forme di co-
creazione di politiche.                                      7 Brazil let its citizens make decisions about city budgets.
Si pensi al bilancio partecipativo, che consente             Here’s what happened, B. Wampler, M. Touchton,
                                                             Washington Post, gennaio 2014:
ai cittadini di scegliere come allocare parte del            http://www.washingtonpost.com/blogs/monkey-cage/
bilancio locale, dialogando con le istituzioni.              wp/2014/01/22/brazil-let-its-citizens-make-decisions-
                                                             about-city-budgets-heres-what-happened/
5 Berlino è una città-stato, uno dei 16 Lander dello stato   8 Per un approfondimento si veda la ricerca di Rodrigo
federale tedesco.                                            Davies (MIT) sul tema: http://rodrigodavies.com/
                                                             civiccrowdfunding/ (di prossima pubblicazione)
6 How the German Pirate Party’s ‘Liquid Democracy’
Works, D. Meyer, 2012, http://techpresident.com/             9 Presentazione di Brickstarter: http://brickstarter.org/an-
news/wegov/22154/how-german-pirate-partys-liquid-            introduction-to-brickstarter/
democracy-works                                              10 Sito Spacehive: https://spacehive.com/

                                                                                                                                     19
21
RISORSE

                                                                 europea dell’energia atomica (CEEA) o
                                                                 EURATOM (ancora vigente).
                                                                 La spinta verso la green economy è partita

          La green economy                                       pertanto dall’energia e ha avuto origine da una
                                                                 pluralità di fattori, che vanno dalla maggiore

          nel futuro                                             attenzione delle nazioni del Nord Europa alla
                                                                 tutela ambientale (la Danimarca ha in atto un
                                                                 programma che la porterà a non utilizzare fonti

          dell’Europa                                            fossili dopo il 2050), alle necessità economiche
                                                                 di minore dipendenza energetica, all’esigenza
                                                                 di accrescere la concorrenzialità del mercato
                                                                 europeo e internazionale dell’energia.
                                                                 Quest’ultima necessità è stata la parola
                                                                 d’ordine della politica energetica europea
                                                                 fin dagli anni Ottanta. Il Libro Bianco del
                                                                 13 dicembre 1995 dedicato a Una politica
                                                                 energetica per l’Unione Europea aveva infatti
                                                                 come obiettivi prioritari la “concorrenza” e
                La green economy è definita come l’incontro      la “liberalizzazione” del mercato energetico.
                tra l’impresa e la sostenibilità economica,      Si è aperta così una fase tesa alla creazione di
                sociale e ambientale. È un concetto che          un mercato europeo dell’energia, soprattutto
                ha una storia recente e prende le mosse          gas ed energia elettrica, attraverso la direttiva
                dai numerosi fallimenti delle conferenze         n. 96/92/CE Norme comuni per il mercato
                “politiche” dell’ONU sull’ambiente               interno dell’energia elettrica e la direttiva
                seguite al Summit della Terra, organizzato       n. 98/30/CE Norme comuni per il mercato
                dall’UNCED (United Nations Conference            interno del gas naturale.
                on Environment and Development) a                Il Protocollo di Kyoto dell’11 dicembre1997
                Rio de Janeiro nel giugno 1992. Gli sforzi       per la riduzione della CO2 (causa prima
                successivi dell’ONU − ricordiamo gli accordi     del riscaldamento globale) ha aperto una
                internazionali di Kyoto per la riduzione         nuova fase, in Europa cominciata già l’anno
                della CO2, la creazione del Global Compact       prima con il Libro Verde approvato dalla
                Network nel 2000, il Forum dei Popoli della      Commissione il 20 novembre del 1996 e
                Conferenza Rio+20 − hanno fatto registrare       proseguito l’anno successivo con il Libro
                una scarsa presa della green economy a           Bianco strategico intitolato Energia per il
                livello globale, ma sono serviti come leva per   futuro: le fonti energetiche rinnovabili.
                la sua affermazione in Europa.                   Le fonti rinnovabili sono diventate un
                La sensibilità europea per l’ambiente si è       obiettivo e si è previsto di raddoppiare entro
                legata fin dagli esordi alle sue esigenze di     il 2010 il loro consumo energetico.
                natura socio economica. L’Europa era ed è        Il risultato operativo di questa nuova fase è
                infatti, fortemente dipendente dall’esterno      stata la direttiva 2001/77/CE Promozione
                in campo energetico, con un tasso di             dell’energia elettrica prodotta da fonti
                dipendenza (di energia primaria), al 2011,       energetiche rinnovabili nel mercato interno
                del 53,8% (l’Italia dell’81,3%). L’UE 27         dell’elettricità.
                importa l’84,2% del petrolio, il 64,6% del       Questa fase, cominciata con il Protocollo di
                gas e il 41,3% dei carburanti solidi che         Kyoto, si è consolidata infine nel giugno 2001
                consuma. Questa tematica fu alla base nel        con il Consiglio europeo di Göteborg, in cui i
                1951 della Comunità europea del carbone          Paesi dell’UE hanno approvato una strategia
                e dell’acciaio (CECA, trattato scaduto           per lo sviluppo sostenibile. Si è aggiunta così
                nel 2002) e poi nel 1957 della Comunità          una dimensione ambientale agli orientamenti

 20
VERRÀ
                                                                                                                                           CHE
                                                                                                                                           L’EUROPA
politici di Lisbona 2000 per l’occupazione, la
competizione economica e la coesione sociale.
La nuova fase vede l’estensione della
questione ambientale non solo ai consumi
                                                         Granda e Green
energetici ma all’insieme dell’economia.                 È stato presentato lo scorso 3 luglio il Quaderno n. 21 della collana della
Il periodo più recente, incentrato sulla green           Fondazione CRC, Granda e Green. Green economy in provincia di
economy, è cominciato con il World Economic              Cuneo, risultato della ricerca promossa dal Centro Studi della Fondazione
Forum del 2007, di Davos, in Svizzera, dove              e realizzata in collaborazione con l’IRES Piemonte.
per la prima volta e in maniera esplicita la             La ricerca nasce dalla priorità, individuata negli ultimi anni dalla
prestigiosa organizzazione internazionale                Fondazione, data alla tutela dell’ambiente e alla promozione di uno
(formata da grandi imprese, leader politici,             sviluppo sostenibile del territorio, indicata nei documenti programmatici e
accademici illustri e riconosciuti) ha lanciato          perseguita grazie a importanti strumenti come il Progetto AmbientEnergia.
la sfida della green economy come “visione”              Recentemente i temi della tutela ambientale e dello sviluppo sostenibile
attorno cui orientare la crescita e lo sviluppo.         sono confluiti nel concetto più ampio di green economy, che rappresenta
In quell’occasione Angela Merkel, aprendo il             oggi un asse centrale delle politiche di sviluppo e dell’occupazione,
Forum, ha individuato nelle fonti energetiche            tanto che non si parla più solo di energia, ma anche di investimenti in
e nel cambiamento climatico «le due più                  innovazione tecnologica, infrastrutture, servizi e stili di vita: molte sono le
grandi sfide dell’umanità». Tale concezione              sfumature di verde.
dello sviluppo è stata poi declinata nel piano           Il Quaderno espone un quadro di concetti e di temi che delimitano
strategico di Europa 2020, in cui sono state             l’orizzonte green e ne propone una definizione sintetica. Ma, soprattutto,
definite misure di risposta alla crisi attraverso        restituisce i risultati delle analisi della provincia di Cuneo in funzione
azioni rivolte alla crescita intelligente, alla          delle diverse dimensioni green. A partire dai punti di forza e dalle criticità
sostenibilità, all’inclusione sociale che trovano        rilevate, e avendo come
una sintesi territoriale nella diffusione della          riferimento le politiche
Smart specialisation, delle Smart regions e              pubbliche europee, nazionali
Smart cities. In questa fase, l’Unione Europea           e regionali in questo campo,
ha lanciato il Piano clima-energia 20-20-20,             l’indagine propone alcune
di riduzione dei gas serra del 20% rispetto al           piste di particolare interesse
1990, di incremento delle fonti rinnovabili              per la valorizzazione delle
fino al 20% del fabbisogno di energia (in Italia         potenzialità e delle progettualità
del 17%), di aumento del 20% dell’efficienza             della provincia di Cuneo in una
energetica (ridotto al 17% dalla direttiva del           prospettiva verde.
2012). Per quanto riguarda la crescita sociale,          Il Quaderno è scaricabile in pdf
l’UE si propone di elevare, entro il 2020, il            dal sito della Fondazione CRC e
tasso di occupazione degli attivi (fascia 20-64          disponibile in cartaceo presso il
anni) dal 69% del 2010 al 75% (in Italia dal             Centro Studi.
61% al 68%), di incrementare gli investimenti
in ricerca, sviluppo e innovazione dal 2% al
3% del PIL (in Italia dall’1,26% all’1,53%),
di ridurre l’abbandono scolastico (dal 14% al
10%, in Italia dal 19% al 15%).                     obiettivo per il 2050 di ridurre le emissioni
In ambito energetico ed economico,                  di gas a effetto serra dell’80-95% rispetto
l’accelerazione green è evidente sia dal            ai livelli del 1990; nel 2013, un nuovo Libro
numero di direttive dedicate sia dalle              Verde per le politiche dell’energia e del
azioni messe in campo: nel marzo 2013 la            clima è stato promosso all’orizzonte 2030,
Commissione europea ha infatti approvato            per verificare quanto fatto e muovere più
l’Energy Roadmap 2050, ovvero la «tabella           velocemente verso la green economy.
di marcia verso un’economia competitiva a                                           Fiorenzo Ferlaino
basse emissioni di carbonio» che si pone come                                            IRES Piemonte

                                                                                                                                           21
21
RISORSE

                                                                       italiane ed europee in generale. La presidenza
                                                                       italiana, infatti, potrebbe avere un ruolo
                                                                       chiave nell’approvazione di uno strumento

          Lo statuto della                                             che potrebbe rivoluzionare il settore della
                                                                       filantropia in Europa: lo statuto della

          Fondazione europea                                           Fondazione europea.
                                                                       Dopo quasi dieci anni di richieste da parte del
                                                                       settore delle fondazioni, nel febbraio 2012

          Una sfida per la                                             la Commissione europea ha adottato una
                                                                       proposta di Regolamento sullo statuto della
          presidenza italiana dell’UE                                  Fondazione europea. La proposta nel luglio
                                                                       2013 ha ricevuto il supporto del Parlamento
                                                                       europeo e ora é sul tavolo del Consiglio
                                                                       dell’Unione Europea, dove gli esperti dei
                                                                       diversi governi nazionali stanno vagliando
                                                                       i punti che dovrebbero caratterizzare la
                                                                       Fondazione europea al fine di conciliare
                                                                       le diverse visioni e arrivare all’(auspicata)
                      Il 1° luglio, per un periodo di sei mesi,        adozione all’unanimità.
                      l’Italia ha assunto la presidenza dell’Unione    Molti progressi sono stati fatti dal
                      Europea e avrà quindi l’importante compito di    2012, grazie anche all’intenso lavoro di
                      portare avanti l’agenda dell’UE in un delicato   coordinamento svolto dalla presidenza greca
                      momento di transizione: l’inizio dei lavori      negli ultimi sei mesi. È essenziale, quindi, che
                      del Parlamento europeo eletto a maggio,          lo statuto venga incluso nell’agenda della
                      l’assegnazione dell’incarico ai membri della     presidenza italiana e che il trend positivo nelle
                      nuova Commissione europea, l’identificazione     negoziazioni venga mantenuto affinché le
                      del Presidente del Consiglio europeo.            discussioni abbiano un esito favorevole e si
                      I prossimi sei mesi rappresenteranno quindi      arrivi all’adozione del Regolamento.
                      una sfida per il governo italiano e una grande   Ma che cos’é lo statuto della Fondazione
                      opportunità per il settore delle fondazioni      europea e perché è così importante? Per
                                                                       capire meglio il contesto è utile ricordare
                                                                       che è stimato che vi siano in Europa circa
                      È stimato che vi siano                           110 mila fondazioni, che spendono tra gli
                                                                       83 e i 150 miliardi di euro, creando piú di un
                      in Europa circa 110 mila                         milione di posti di lavoro. Il settore, in forte
                      fondazioni, che spendono tra                     crescita, deve tuttavia confrontarsi con piú di
                                                                       cinquanta differenti normative che regolano le
                      gli 83 e i 150 miliardi di euro,                 fondazioni sul territorio dell’Unione Europea,
                      creando piú di un milione                        per non parlare di numerose e complesse
                      di posti di lavoro                               procedure amministrative da seguire nel caso
                                                                       in cui una fondazione decida di lavorare al
                                                                       di fuori del proprio Paese. Ogni anno queste

 22
Puoi anche leggere