Rapporto "Salute delle api in Svizzera 2020" - apicoltura.ch
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Indice 1. Introduzione/situazione iniziale ........................................................................................................ 3 2. Dati esistenti e raccolti ...................................................................................................................... 3 3. Peste europea e americana ............................................................................................................. 3 3.1. Peste europea ............................................................................................................................ 3 3.2. Peste americana ........................................................................................................................ 5 4. Perdite invernali ................................................................................................................................. 5 5. Nuovi parassiti che costituiscono una minaccia per le api .......................................................... 8 5.1. Piccolo coleottero dell’alveare ................................................................................................. 8 5.2. Calabrone asiatico ..................................................................................................................... 9 6. Inchiesta sulla salute delle api 2020 ............................................................................................. 12 6.1. Malattie/parassiti riscontrati.................................................................................................... 12 6.2. Malattie/parassiti che hanno creato maggiori problemi ..................................................... 12 6.3. Infestazione di varroa .............................................................................................................. 13 6.4. Paralisi cronica ......................................................................................................................... 14 6.5. Salute delle api in generale .................................................................................................... 14 6.6. Motivi del miglioramento o deterioramento della salute delle api .................................... 15 6.7. Offerta di nutrimento delle api mellifere ............................................................................... 15 7. Intossicazione di api ........................................................................................................................ 16 8. Sintesi ................................................................................................................................................ 18 -2-
1. Introduzione/situazione iniziale Su mandato dell’Ufficio federale della sicurezza alimentare e di veterinaria (USAV), il Servizio sanitario apistico (SSA) redige, sulla base dei dati esistenti, un rapporto annuale di sintesi sulla salute delle api in Svizzera. Come già negli anni precedenti, il SSA ha condotto un’inchiesta sulla salute delle api. Tutte le risposte ricevute sono state incluse nel presente rapporto. 2. Dati esistenti e raccolti I seguenti dati sono stati integrati nel rapporto sullo stato di salute delle api: • statistiche sulla peste europea e americana (Info SM, statistiche sulla peste europea e americana, USAV) • perdite invernali (Rivista svizzera di apicoltura L’Ape, apisuisse/Agroscope e COLOSS) • test pratico del concetto aziendale (SSA) • sorveglianza del piccolo coleottero dell’alveare (Apinella, USAV) • segnalazioni d’intossicazione (SSA) • sospetti di presenza del calabrone asiatico (SSA e CABI) • inchiesta sulla salute delle api condotta presso le apicoltrici e gli apicoltori (SSA) 3. Peste europea e americana Peste europea e americana (Svizzera/FL) 1000 900 Numero di apiari infestati 800 700 Peste americana 600 Peste europea 500 400 300 200 100 0 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020 Anno Fonte: Info SM Figura 1: Segnalazioni di epizoozie nel corso degli anni Nel 2020, sono stati registrati 254 casi di peste europea e 46 casi di peste americana. 3.1. Peste europea I dati vengono raccolti dal 1937 e hanno raggiunto la punta massima nel 2010 con 906 casi (cfr. figura 1). All’epoca il 5% circa di tutti gli apicoltori svizzeri era colpito da questa malattia della covata. Dopo l’entrata in vigore nel corso di tale anno delle direttive tecniche sulle «misure da prendere in caso di epizoozia di peste europea», il numero delle segnalazioni di casi di peste europea è rapidamente diminuito. Le nuove direttive hanno contribuito alla costante riduzione -3-
della malattia. Nel 2020 è calato anche il numero totale dei casi. A livello regionale, ci sono grosse differenze: alcune regioni sono fortemente colpite dalla peste europea. 11.4% 3.5% 3.9% 36.6% Berna 8.3% Turgovia San Gallo Grigioni 9.5% Zurigo Lucerna Uri 11.0% altri 15.8% Fonte: Info SM Cantone Casi % dei casi Berna 93 36.6% Turgovia 40 15.8% San Gallo 28 11.0% Grigioni 24 9.5% Zurigo 21 8.3% Lucerna 10 3.9% Uri 9 3.5% Obvaldo 6 2.4% Vallese 6 2.4% Soletta 4 2.4% Svitto 3 1.2% Glarona 2 0.8% Nidvaldo 2 0.8% Appenzello Esterno 2 0.8% Appenzello Interno 1 0.4% Argovia 1 0.4% Ginevra 1 0.4% Friburgo 1 0.4% Totale 254 100% Figura 2: Apicoltori colpiti dalla peste europea per cantone Sebbene il canton Berna abbia il maggior numero di apicoltori, solo il 2,3% ha risentito di questa malattia della covata. Nel canton Uri è stato colpito l’8,65% degli apicoltori, in Obvaldo il 7,50% e in Turgovia il 5,95%. Negli altri cantoni, la percentuale di apicoltori colpiti è stata inferiore al 5%. Come negli anni precedenti, la Svizzera romanda e il Ticino sono stati in gran parte risparmiati dalla peste europea. -4-
3.2. Peste americana I dati relativi agli apiari infettati dalla peste americana sono recensiti sin dal 1923 e hanno raggiunto l’apice negli anni ’70, con talvolta più di 400 casi all’anno. Nel corso degli ultimi 10 anni il numero dei casi segnalati si è stabilizzato a un livello nettamente più basso (cfr. figura 1). 15.2% 13.0% Uri 6.5% 10.9% Lucerna Ticino Turgovia Grigioni 8.7% Obvaldo 10.9% Vallese 8.7% Svitto Vaud 8.7% altri 8.7% 8.7% Fonte: Info SM Cantone Casi % dei casi Uri 6 13.0% Lucerna 5 10.9% Ticino 5 10.9% Turgovia 4 8.7% Grigioni 4 8.7% Obvaldo 4 8.7% Vallese 4 8.7% Svitto 4 8.7% Vaud 3 6.5% Zurigo 2 4% Friburgo 2 4% Berna 1 2% Soletta 1 2% Neuchâtel 1 2% Totale 46 100% Figura 3: Casi di peste americana per cantone Nel 2020 sono stati registrati 46 casi su scala nazionale (cfr. figura 3), in linea con la media degli ultimi 5 anni. Rispetto all’anno precedente, si sono osservati 8 casi in meno. 4. Perdite invernali Le perdite invernali (cfr. figura 4) sono recensite con un sondaggio condotto da BienenSchweiz, l’associazione delle apicoltrici e degli apicoltori della Svizzera tedesca e retoromancia, su mandato di apisuisse in collaborazione con il Centro di ricerca apistica (CRA) dall’inverno 2007/08 per tutta la Svizzera e il Principato del Liechtenstein. Tali dati sono stati raccolti in -5-
questa forma per la 13a volta. Nel corso dell’anno in esame 1’403 apicoltrici e apicoltori hanno partecipato al sondaggio, con 2’174 dati puntuali (apiari). La serie delle domande è stata armonizzata il più possibile con le prescrizioni della rete internazionale COLOSS (Prevention of COlony LOSSes). Ciò consente non solo di seguire l’evoluzione di lungo periodo in Svizzera e in Liechtenstein, ma anche di confrontare in certa misura i valori svizzeri con quelli esteri. Perdite invernali Svizzera/Liechtenstein 25 23.30 21.80 20.80 Perdite in percentuale 20.30 20 14.40 14.70 14.40 13.80 13.60 13.20 14.30 15 11.30 10.10 10 8.90 5 0 07/08 08/09 09/10 10/11 11/12 12/13 13/14 14/15 15/16 16/17 17/18 18/19 19/20 Ø ultimi 5 Anno anni Figura 4: Perdite invernali nel corso degli anni La statistica delle perdite invernali contiene le perdite invernali effettive delle colonie di api in Svizzera e in Liechtenstein. Le perdite sono calcolate in funzione della differenza tra il numero totale delle colonie invernate e quello constatato alla fine dell’inverno; vengono tenuti in considerazione i dati delle colonie morte, delle perdite di regine e dei danni causati dalle condizioni meteorologiche. Nell’anno 2020 le perdite sono state pari al 13,2%, un valore leggermente al di sotto della media degli ultimi cinque anni. Inoltre, il 17,9% delle colonie, ossia più di una volta in più, era già stato perso prima dell’invernamento o era troppo debole alla fine dell’inverno per svilupparsi in colonie produttive. In primavera è quindi mancato il 31,1% delle colonie per l’impollinazione. I dati delle perdite per cantone variano considerevolmente. I cantoni Appenzello, Glarona, Grigioni, Nidvaldo e Obvaldo, nonché Svitto hanno in generale registrato meno perdite nel corso dell’inverno 2019/20. Ne deduciamo che gli apicoltori abbiano effettuato il trattamento antivarroa rigorosamente o che lo sviluppo degli acari sia stato minore per effetto del periodo di vegetazione più corto. -6-
Perdite invernali/ Perdite prima del 1° ottobre e colonie deboli in primavera 40 Percentuale di perdite 35 15.20 30 18.00 25 17.90 15.46 14.90 20 10.10 11.30 15 10 20.80 14.30 13.80 13.60 13.20 5 0 15/16 16/17 17/18 18/19 19/20 Ø ultimi 5 Anno anni Perdite invernali Perdite prima del 1° ottobre e colonie deboli in primavera Figura 5: Perdite invernali rispetto alle perdite prima dell’invernamento e alle colonie deboli in primavera Nella primavera del 2020, come l’anno precedente, numerose colonie erano troppo deboli per svilupparsi in colonie produttive alla fine dell’inverno. È possibile che tali colonie fossero già deboli al momento dell’invernamento, che l’apporto di nutrimento fosse insufficiente o che le condizioni della loro ubicazione fossero inadeguate. Con una buona pratica apistica (ad es. con una valutazione e selezione rigorosa delle colonie), dovrebbe essere possibile ridurre notevolmente queste perdite. Le perdite invernali sono dovute per la maggior parte alla varroa. In Canada, è stato scientificamente provato che l’acaro è stato responsabile di circa l’85% delle perdite invernali. Per controllare la sua espansione all’interno delle colonie non basta effettuare i trattamenti, bisogna anche sorvegliare. Il SSA raccomanda agli apicoltori di controllare l’infestazione della varroa in tutte le colonie di api almeno a fine maggio, a fine giugno/inizio luglio e in ottobre e di prendere all’occorrenza le misure appropriate. Perdite invernali in Svizzera e nei paesi vicini nel 2019/20 Numero di Numero di % di apicolt. Numero di Perdite di colonie in risposte colonie che hanno colonie per % (compresi problemi fornito dati apicoltore di regina) Germania 11’786 152’576 9 13 14,6 Austria 1539 30’724 5,5 20 12,6 Svizzera 1403 23’075 8 16 13,2 Figura 6: Dati provvisori forniti dalla rete COLOSS Se si confrontano le perdite invernali svizzere recensite da apisuisse con i dati della rete COLOSS per la Germania e l’Austria, si ottiene una tabella simile, con differenze solo minime nel numero di perdite. I dati della Francia e dell’Italia non erano ancora disponibili al momento della stesura del presente rapporto. Tuttavia, a causa del livello di partecipazione molto basso che si è sempre riscontrato sinora (1% o meno), probabilmente avrebbero dovuto comunque essere considerati con cautela. Le perdite invernali possono essere causate anche da una mancanza di nutrimento, come mostrato dai risultati del test pratico del concetto aziendale del SSA. -7-
Il test pratico del concetto aziendale mostra che le perdite invernali possono essere ridotte in misura significativa se vengono seguite le raccomandazioni del SSA. Quando queste sono state rispettate alla lettera o quasi, le perdite registrate durante tutti gli anni di test sono state nettamente più basse che nel caso contrario. Perdite invernali 2017 - 2020 Giovani colonie e colonie produttive (in %) 16 13.1 13.5 14 12 10 7.1 7.7 8 6 4 2 0 Sí Quasi No Inchiesta apisuisse Test del concetto aziendale (in base al rispetto delle raccomandazioni del SSA) Figura 7: Perdite medie invernali nell’ambito del test pratico del concetto aziendale rispetto all’inchiesta di apisuisse 5. Nuovi parassiti che costituiscono una minaccia per le api Il piccolo coleottero dell’alveare Aethina tumida si è installato in Calabria, nel sud Italia. Ciò rappresenta una certa minaccia per la popolazione di api svizzere (principalmente connessa alle importazioni). Il calabrone asiatico Vespa velutina si è installato nei cantoni di Ginevra e del Giura nel corso del 2020. Un esemplare isolato è stato inoltre trovato in Ticino. 5.1. Piccolo coleottero dell’alveare Per individuare il più presto possibile l’arrivo dell’Aethina tumida in Svizzera e poter lottare immediatamente contro il piccolo coleottero dell’alveare, l’USAV conduce sin dal 2015 il programma di riconoscimento precoce Apinella. Sui 142 apicoltori sentinella, hanno potuto essere valutati in totale 1’327 controlli. Nel 2020 non sono stati trovati né coleotteri sospetti né loro larve. La Svizzera resta dunque ancora priva d’infestazione. -8-
Figura 8: Suddivisione geografica degli alveari sentinella Il piccolo coleottero dell’alveare, che si è introdotto in sud Italia nel 2014, è stato individuato in 8 apiari durante il controllo in Calabria condotto l’anno scorso, a cui si sono aggiunti due casi in sciami. La totale estirpazione del piccolo coleottero dell’alveare nella regione sembra impossibile. Motivo per cui il SSA sconsiglia vivamente le importazioni dall’Italia o da altri paesi. Questo è il solo modo per evitare o ritardare l’introduzione del coleottero dell’alveare o di altri parassiti. Il SSA incoraggia la formazione di un numero sufficiente di giovani colonie per compensare eventuali perdite. 5.2. Calabrone asiatico Il Servizio sanitario apistico è il punto di contatto ufficiale delle apicoltrici e degli apicoltori per la segnalazione di casi sospetti di presenza di calabroni asiatici in Svizzera. Nel 2020 il SSA ha registrato 370 segnalazioni di casi sospetti e il CABI (Centre for Agriculture and Biosciences International) nel canton Giura un centinaio. In totale sono pervenute 470 segnalazioni di casi sospetti, un numero record. La maggior parte delle segnalazioni è stata effettuata via e-mail e documentata tramite foto. L’identificazione di ogni specie è stata realizzata come l’anno precedente da un entomologo del Centro Svizzero di Cartografia della Fauna (CSCF). Tutti i calabroni asiatici individuati sono registrati dal CSCF su una mappa di distribuzione. -9-
Figura 9: Mappa di distribuzione del calabrone asiatico in Svizzera (fonte dei dati: © info fauna/CCO-KOF, base della carta © Swisstopo) Circa 2/5 delle segnalazioni sono pervenute dai cantoni Giura, Vaud e Zurigo. In più della metà dei casi sospetti segnalati si trattava in realtà di calabroni europei indigeni. In 8 casi si è identificato il calabrone asiatico. Gli altri insetti sospetti erano principalmente vespe e mosche. Dopo la scoperta di un solo calabrone asiatico nel Giura nell’aprile 2017 e di un piccolo nido a Mont-sur-Rolle nel canton Vaud nel dicembre 2019, nel 2020 questo parassita si è installato nei cantoni Ginevra e Giura. Nel corso dell’anno di riferimento sono stati distrutti due nidi a Ginevra e uno nel Giura. È presumibile che questa specie invasiva si sia ormai installata nelle due regioni. Inoltre, un singolo insetto è stato trovato in Ticino. Le raccomandazioni d’azione elaborate da AGIN D (gruppo di lavoro sugli animali invasivi, che ha ora cambiato denominazione in «Cercle exotique») e pubblicate nella primavera 2017 sono tuttora valide. Il metodo di lotta più efficace contro il calabrone asiatico è la distruzione dei nidi. Gli entomologi e il SSA sconsigliano vivamente di collocare trappole (che non sono abbastanza efficaci, non sono selettive e sono persino proibite in certi cantoni). Se il calabrone asiatico dovesse diffondersi in una regione, la protezione delle aperture di volo con una griglia può contribuire a evitare che vi sia un’enorme pressione sull’apiario, come dimostrato da uno studio francese. -10-
Figura 10: Apertura di volo protetta da una griglia Il calabrone asiatico è apparso per la prima volta in Francia nel 2004, in Spagna nel 2010, in Portogallo e in Belgio nel 2011, in Italia nel 2012, in Germania nel 2014, in Inghilterra nel 2016, nei Paesi Bassi e in Svizzera nel 2017. Figura 11: Mappa di propagazione del calabrone asiatico redatta dal MNHN -11-
6. Inchiesta sulla salute delle api 2020 Nel dicembre 2020 e nel gennaio 2021 il SSA ha realizzato un sondaggio per determinare lo stato di salute delle colonie di api mellifere in Svizzera e in Liechtenstein. La partecipazione era per la prima volta aperta a tutti gli apicoltori interessati e non più soltanto ad alcuni apicoltori con funzioni dirigenziali (in precedenza, erano consultati solo i presidenti delle federazioni cantonali e delle sezioni e gli ispettori cantonali degli apiari). In totale, 699 persone hanno partecipato all’inchiesta (411 in Svizzera tedesca/Liechtenstein, 251 in Svizzera romanda, 37 in Ticino). Nella valutazione si è tenuto conto di tutte le risposte ricevute, anche se ciò significa che alcuni cantoni sono sovra o sottorappresentati rispetto al numero reale di apicoltori. 6.1. Malattie/parassiti riscontrati Malattie/parassiti riscontrati nel 2020 Virus della cella nera della regina 12 Malattia nera o virus della paralisi cronica dell’ape 63 Covata a sacco 15 Covata calcificata 112 Tarma della cera 361 Malattie diarroiche 40 Numero menzioni Virus delle ali deformate 102 Peste europea 29 Peste americana 6 Varroa 672 0 100 200 300 400 500 600 700 800 Figura 12: Malattie/parassiti riscontrati nel 2020 La tabella è la stessa nelle tre regioni del paese: la varroa è stata onnipresente, ma la tarma della cera si è inoltre installata in più della metà degli apiari. 6.2. Malattie/parassiti che hanno creato maggiori problemi Malattie o parassiti che hanno creato maggiori problemi nel 2020 Virus della cella nera della regina 0.06 Malattia nera o virus della paralisi cronica dell’ape 0.18 Covata a sacco 0.09 Covata calcificata 0.27 Tarma della cera 0.77 Malattie diarroiche 0.21 Virus delle ali deformate 0.33 Peste europea 0.19 Peste americana 0.10 Varroa 1.53 0.0 0.5 1.0 1.5 2.0 0 = irrilevante 1 = abbastanza irrilevante 2 = abbastanza problematico 3 = molto problematico Figura 13: Malattie/parassiti che hanno creato maggiori problemi -12-
Analogamente all’anno precedente, la varroa è indicata come piuttosto problematica e occupa di gran lunga la prima posizione, seguita dalla tarma della cera. Ciò nondimeno, il problema con quest’ultima è considerato abbastanza irrilevante. Per quanto riguarda la terza minaccia più problematica, che è ritenuta nel complesso piuttosto insignificante, si constatano differenze tra le regioni. In particolare, in Svizzera tedesca e Svizzera romanda in terza posizione vi è il virus delle ali deformate, mentre in Ticino tale posizione è occupata dalla covata calcificata. I prontuari pratici in materia di varroa, malattie/parassiti, influssi ambientali e buona pratica apistica costituiscono le fondamenta del concetto sanitario del SSA. Ogni apicoltore può elaborare il proprio concetto aziendale utilizzando i prontuari che corrispondono alle sue esigenze. All’indirizzo www.apicoltura.ch/prontuario, oltre al modello del concetto aziendale e al concetto varroa sono disponibili 63 prontuari, 7 filmati professionali e 4 filmati realizzati con telefono cellulare. 6.3. Infestazione di varroa Gravità dell’infestazione di varroa nel 2020 10.9% 22.2% Sotto la media Nella media Sopra la media 66.9% n=699 Figura 14: Il SSA ha chiesto ai presidenti delle sezioni apistiche svizzere e agli ispettori cantonali degli apiari: «Come è stata la gravità dell’infestazione di varroa nella sua regione nel 2019 rispetto alla media degli ultimi 3 anni?». L’89,1% dei partecipanti all’inchiesta stima che l’infestazione di varroa sia media o inferiore alla media. Solo il 10,9% (a fronte del 16,1% dell’anno precedente) la valuta superiore alla media. Rispetto al 2019, la situazione è di nuovo migliorata. Nel 2020 l’infestazione di varroa era percepita in media più bassa in Svizzera tedesca e in Svizzera romanda e più elevata in Ticino. In questo cantone, l’infestazione di varroa osservata è aumentata leggermente anche rispetto ai 3 anni precedenti. -13-
6.4. Paralisi cronica Nel 2020 le api hanno mostrato sintomi della paralisi cronica? 11% Sì No 89% n=699 Figura 15: Agli apicoltori e alle apicoltrici è stata posta la seguente domanda: «Nel 2020 le api hanno mostrato i seguenti sintomi: Tremanti, Striscianti, Paralisi, Pulizia intensiva, Incapacità di volare nonostante ali intatte (non DWV), Addome rigonfio, Api completamente nere e senza peli?» Come nei paesi limitrofi, il virus della paralisi delle api sembra essere stato più presente anche in Svizzera nel corso del 2020. Al SSA è stato segnalato un maggior numero di casi di sospetti di virus della paralisi cronica delle api. Come mostrato dall’inchiesta del SSA, un apicoltore su dieci ha trovato delle colonie con sintomi corrispondenti. Ciò nondimeno, i tre quarti degli interpellati hanno dichiarato che erano colpite solo alcune colonie. Il Ticino è stato il cantone più colpito, con il 24% dei partecipanti interessati da questa malattia. 6.5. Salute delle api in generale Valutazione complessiva della salute delle api nel 2020 5.1% 26.5% Peggiore Identico Migliore 68.4% n=699 Figura 16: Salute delle api nel 2020 rispetto alla media degli ultimi 3 anni Il 94,9% dei partecipanti giudica la salute delle api identica o migliore rispetto all’anno precedente. Solo il 5,1% (a fronte del 10,5% dell’anno precedente) stima che la salute delle api sia peggiorata. -14-
La salute delle api è di nuovo migliorata rispetto all’anno precedente, sia nel suo complesso che in ciascuna delle regioni linguistiche. 6.6. Motivi del miglioramento o deterioramento della salute delle api Il SSA ha domandato nella sua inchiesta cosa ci può essere stato all’origine della migliore o peggiore salute delle api. Tra coloro che hanno indicato che la salute delle api è migliorata, i motivi indicati sono principalmente le condizioni climatiche buone e la migliore formazione degli apicoltori. Quanti hanno invece segnalato un peggioramento della salute delle api hanno addotto tale valutazione a un maggior numero di malattie/parassiti. 6.7. Offerta di nutrimento delle api mellifere Dato che un’offerta sufficiente di nutrimento è essenziale per la salute delle api, il SSA ha domandato ai partecipanti all’inchiesta se avevano osservato eventuali carenze nell’apporto di nettare e polline. C'è stata una carenza di nettare fra i flussi nettariferi importanti? Sì 17% No 83% n=699 Figura 17: Carenza di nettare fra i flussi nettariferi importanti nel 2020 A livello nazionale, il 17% degli interpellati ha constatato una mancanza di nettare nel periodo tra i flussi nettariferi importanti. Nella Svizzera tedesca e in Liechtenstein, le carenze di nettare sono state constatate meno spesso che in Ticino e in Svizzera romanda. -15-
C'è stata una carenza di polline alla fine dell'estate (luglio/agosto)? 7% Sì No 93% n=699 Figura 18: Carenza di polline alla fine dell’estate 2020 In media in Svizzera, solo il 7% degli interpellati ha constatato una carenza di polline in luglio/agosto. Le differenze regionali sono significative: solo il 5% in Svizzera tedesca, il 9% in Svizzera romanda e il 22% in Ticino. 7. Intossicazione di api Nel 2020 sono stati segnalati al Servizio sanitario apistico 17 casi sospetti d’intossicazione di api (cfr. figura 19), un livello di nuovo corrispondente alla media degli ultimi anni. Casi sospetti d’intossicazione (all’anno) 60 54 50 Numero di casi 40 30 27 21 21 20 18 15 17 19 15 16 17 12 10 8 8 7 7 9 10 6 5 6 4 5 3 3 2 0 Anno Figura 19: Evoluzione dei casi segnalati di sospetto d’intossicazione Sono stati analizzati 12 campioni di api e le analisi di laboratorio hanno confermato 5 casi di intossicazione acuta delle api. Questo numero è identico a quello dell’anno precedente. Il SSA ha ricevuto la prima segnalazione di sospetto di intossicazione già prima di metà aprile. Le analisi effettuate hanno rivelato un’intossicazione acuta dovuta all’insetticida diazinone, che ha -16-
smesso di essere autorizzato come biocida e/o prodotto fitosanitario già nel 2011. Sfortunatamente, non è stato possibile fare luce su come le api siano entrate in contatto con questa sostanza attiva. La seconda intossicazione è stata riconducibile a un insieme di circostanze sfortunate intervenute dopo la metà aprile. Infatti, uno spruzzatore utilizzato per i telaini da miele conteneva sfortunatamente dei residui di thiamethoxam, clothianidina, diazinone e del prodotto di degradazione phthalimide, e ciò ha causato gravi danni alle colonie. Possiamo trarre importanti insegnamenti da questo caso: quando vengono utilizzati dei biocidi e/o dei prodotti fitosanitari in un’azienda agricola o in un giardino privato, tutto il materiale che è entrato in contatto con sostanze tossiche e tutti i prodotti restanti devono sempre essere chiaramente identificabili e, se non sono più utilizzati, devono essere eliminati correttamente il prima possibile. Nel terzo caso confermato, un’esca anti formiche è stata ancora una volta responsabile della forte mortalità delle api. A causa della loro tossicità per le api, queste esche non devono essere utilizzate in alcun caso negli apiari. La quarta intossicazione è stata dovuta all’applicazione incorretta dell’insetticida zeta- cipermetrina su un campo di asparagi. Il prodotto applicato riporta l’avvertenza di utilizzo SPe 8 (applicazione unicamente al di fuori del periodo di volo delle api). Il SSA presume che il prodotto sia stato applicato in un momento sbagliato, ossia «durante il volo delle api», il che non è conforme all’avvertenza di sicurezza. Le applicazioni al di fuori del periodo di volo delle api devono essere effettuate alla sera, dopo il tramonto, entro al più tardi le ore 23:00. L’ultima segnalazione di caso sospetto è stata registrata dal SSA verso la fine del mese di settembre. Le analisi di laboratorio hanno infine consentito di confermare un’intossicazione acuta dovuta agli insetticidi dimetoato, ometoato (prodotto di degradazione del dimetoato), lambda-cialotrina e spinosad. Non c’è stata alcuna indicazione di intossicazione dolosa e, dato che tutte le colonie sono state colpite gravemente, il SSA sospetta che i prodotti siano stati applicati su una grande superficie. Per le colture importanti per le api, le sostanze lambda- cialotrina e spinosad riportano l’avvertenza di utilizzo SPe 8. Il dimetoato può essere utilizzato esclusivamente nelle serre chiuse e soltanto fino al 1° luglio 2022. Negli altri casi segnalati l’elevata mortalità delle api è stata probabilmente causata dalla varroasi, dalla paralisi cronica delle api (CBPV) o da fattori ignoti. Intossicazioni comprovate (per anno) 20 15 Numero di casi 15 10 9 10 7 5 5 4 4 4 4 5 3 0 Anno Figura 20: Evoluzione delle intossicazioni dimostrate -17-
Il seguente grafico mostra il numero di sostanze attive identificate per ogni caso d’intossicazione: 9 Analisi 2020 contaminate 8 Quantità di sostanze attive 7 6 Sinergizzante Acaricida 5 Fungicida 4 Biocida 3 Biocida/insetticida 2 Metabolita di insetticida Insetticida 1 0 1 2 3 4 5 Numero di campioni Figura 21: Pesticidi provati per numero di campione e categoria di sostanza attiva Il rapporto «Intossicazioni di api 2020» fornisce i dettagli sulle intossicazioni. 8. Sintesi Nel 2020 l’evoluzione positiva sul fronte della salute delle api è fondamentalmente proseguita in Svizzera e in Liechtenstein. Tra le malattie con obbligo di segnalazione, la peste europea continua a mostrare una tendenza calante. È particolarmente problematica nei cantoni di Uri, Obvaldo e Turgovia. Il numero di casi di peste americana segnalati corrisponde alla media degli ultimi 5 anni e resta stabile a un livello basso. Le perdite invernali del 2019/20 sono leggermente inferiori alla media degli 5 ultimi anni. I dati delle perdite cantonali mostrano sostanziali differenze. La Svizzera e il Liechtenstein sono al momento risparmiati dal piccolo coleottero dell’alveare. Il calabrone asiatico, per contro, si è installato in alcune regioni svizzere (Ginevra e Giura) nel corso del 2020. Ciò potrebbe in certa misura minacciare la salute delle api in futuro nelle zone fortemente infestate; per il momento, tuttavia, non è così. Oltre alle malattie, ai parassiti (in particolare la varroa), alle perdite di regine e alla carenza di nutrimento, anche i virus e l’utilizzo inappropriato di prodotti fitosanitari/biocidi o di varroicidi possono nuocere alle colonie. L’evoluzione essenzialmente positiva della salute delle api è confermata dalla valutazione generale fornita dai partecipanti all’inchiesta: il 26,5% ha definito migliore la salute delle proprie api, il 68,4% l’ha ritenuta invariata e solo il 5,1% ha indicato una salute peggiore. -18-
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