Quaresima di Carità 2021: aiutiamo i profughi in Bosnia

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Quaresima di Carità 2021: aiutiamo i profughi in Bosnia
Quaresima di Carità 2021:
aiutiamo i profughi in Bosnia
Domenica 28 marzo, Domenica delle Palme, nelle nostre
parrocchie ci sarà la raccolta diocesana per la Quaresima di
Carità: tutte le offerte verranno devolute alla Caritas
diocesana per sostenere alcuni progetti di solidarietà in
aiuto alle persone che vivono nei campi profughi in Bosnia ed
Erzegovina.

Si tratta di tanti, uomini, donne, bambini, famiglie, che
scappano dalle guerre, dalle insicurezze dei loro luoghi di
origine, dalle discriminazioni, dalla povertà, e attraverso
quella che viene definita la rotta balcanica (a piedi dai
paesi d’origine) cercano speranze e una vita dignitosa in
Europa. Al momento queste persone stazionano in Bosnia in
quanto sono sistematicamente respinte dalla Slovenia, Croazia
e anche da noi italiani, e vivono nei pochi luoghi attrezzati
per accogliere i profughi; tra l’altro un grave incendio ha
distrutto quasi la totalità di questi ricoveri nella città di
Bihac.
Molti profughi trovano rifugio in case abbandonate, e la
maggior parte di essi vive nei boschi, in ripari di fortuna,
con la minaccia della Pandemia che li segue nei loro
spostamenti. Le condizioni igieniche sono disastrose.

Il tempo quaresimale che stiamo vivendo ci chiama proprio ad
aprire il nostro sguardo interiore sulla nostra vita per poter
guardare anche a quella di tanti fratelli e sorelle bisognosi.
Per introdurre bambini e ragazzi a questa tematica l’Ufficio
catechistico diocesano ha predisposto un sussidio scaricabile
qui sotto.
Sussidio per la Quaresima di Carità 2021

«La Domenica delle Palme è quest’anno la Giornata di raccolta
di offerte con l’appello, a tutte le messe nelle nostre
parrocchie, per aiutare i profughi della Bosnia e della
Erzegovina che sono bloccati in una situazione drammatica di
discriminazione e di indigenza estrema – scrive il vicario
monsignor Nedo Mannucci nella sua lettera appello -.Persone e
famiglie, uomini, donne, anziani e bambini esposti al freddo,
in condizioni igieniche disastrose, senza alcun rifugio e
senza casa e sotto la minaccia continua e incombente della
pandemia che li segue nei loro spostamenti. Siamo chiamati a
sostenere la Caritas che sta portando avanti dei progetti
urgenti di interventi di solidarietà. A tutti noi è chiesto di
non chiudere gli occhi davanti a questa emergenza umanitaria
che tocca un intero popolo».

La lettera appello del Vicario

Avvento    di   Fraternità,
l’appello   della   Caritas:
sosteniamo    i  centri   di
ascolto parrocchiali
Anche quest’anno, e probabilmente con un bisogno maggiore
rispetto al passato recente, la raccolta offerte nelle chiese
pratesi per l’«Avvento di fraternità» sarà destinata ai centri
d’ascolto parrocchiali. Nei giorni scorsi la direttrice della
Caritas diocesana, Idalia Venco, ha inviato una lettera agli
operatori della carità presenti nelle varie parrocchie per
assicurare loro sostegno e vicinanza. «Sappiamo del vostro
impegno e delle criticità che state incontrando», scrive
Idalia Venco nel confermare una costante di questa lunga
emergenza sanitaria: «sono tante le persone che ormai stanno
incrociando i nostri occhi in cerca di aiuto e di conforto per
tutte le difficoltà che questa pandemia ha causato e continua
a produrre».

Il sistema Mirod di Prato – la Messa In Rete degli Osservatori
Diocesani della Toscana – non ha ancora elaborato i dati che
possano descrivere il fenomeno con i numeri, ma gli operatori
del centro d’ascolto diocesano in via del Seminario possono
attestare che nel periodo più critico hanno avuto oltre il 30%
in più di contatti. Tradotto: di richieste d’aiuto. Lo stesso
aumento di percentuale avuto dall’Emporio della Solidarietà
che, superato il picco delle oltre 1300 tessere attive
contemporaneamente nell’arco di una settimana, anche in questo
ultimo mese non scende mai sotto le 1200 tessere attive. Cifre
che evidenziano come Prato stia nuovamente facendo i contri
con una crisi economica dura e difficile come quella del 2008.

Per questo motivo la quarta domenica d’Avvento, il 20
dicembre, cinque giorni prima di Natale, le offerte raccolte
nelle parrocchie rimarranno nelle casse delle stesse
parrocchie per le esigenze di carità. In un’altra lettera,
scritta dall’assistente spirituale della Caritas, padre Matteo
Pedrini, si chiede ai sacerdoti di concordare con i propri
centri d’ascolto ulteriori iniziative per sostenere le
attività di carità. Anche padre Matteo nella sua lettera
conferma che «quest’anno più che mai le risorse necessarie ad
affrontare le mancanze materiali di alimenti sono in aumento».
L’anno scorso e l’anno precedente in tutta la Diocesi furono
raccolti più di ventimila euro a questo scopo. La speranza è
che si possa superare quella cifra.

Raccolta alimentare cittadina
a favore dell’Emporio in nove
supermercati
Torna l’appuntamento con la raccolta alimentare a favore
dell’Emporio della Solidarietà. Si tratta della tradizionale
mobilitazione cittadina che viene organizzata nel mese di
ottobre per riempire gli scaffali del supermercato per
famiglie in difficoltà gestito dalla Caritas diocesana.

La raccolta si terrà venerdì 16 e sabato 17 ottobre. Hanno
aderito i supermercati Conad di via Catani (venerdì, dalle 14
e sabato tutto il giorno), via Kuliscioff (venerdì dalle 14 e
sabato tutto il giorno), via Roma (venerdì dalle 14 e sabato
tutto il giorno), via 7 Marzo (sabato tutto il giorno), via
Gherardi (sabato tutto il giorno); Coop di Parco Prato «Le
Pleiadi» e di Vaiano (sabato tutto il giorno); Esselunga di
viale Galilei e via Leonardo da Vinci (sabato tutto il
giorno).
Si raccolgono: carne in scatola, olio di oliva, olio di semi,
biscotti, tonno, pomodoro, caffè, latte in polvere primi mesi,
latte liquido neonati, biscotti primi mesi.

Inoltre, con 5 euro al mese o 60 euro l’anno, è possibile
«Adottare una famiglia» permettendole di completare il
carrello della spesa con i prodotti che l’Emporio non recupera
dagli esuberi alimentari. Info sul sito web dell’Emporio.

Richieste   di  aiuto   alla
Caritas: siamo tornati agli
anni della crisi. Presentato
il rapporto sulle povertà
2019
Aumentano le persone che si rivolgono alla Caritas di Prato e
ai centri di ascolto territoriali. Siamo tornati ai numeri
registrati dieci anni fa, durante il difficile periodo della
crisi economica. Secondo il rapporto diocesano sulle povertà
2019, che si riferisce ai dati raccolti lo scorso anno, sono
stati 3187 coloro che hanno chiesto un aiuto, principalmente
di tipo economico. L’incremento è del +11% rispetto all’anno
precedente. E contando una media di 2,5 componenti a nucleo
familiare possiamo dire che nel 2018 la Caritas ha seguito
circa 8mila persone. «Questo non significa che sia tornata la
crisi economica – ha osservato la direttrice della Caritas
Idalia Venco – perché il lavoro c’è, solo che si tratta di
occupazioni precarie che non permettono alle famiglie di
guardare al futuro con serenità».

Il rapporto è stato presentato e commentato questo pomeriggio,
giovedì 19 settembre, in palazzo vescovile. I dati, illustrati
Massimiliano Lotti, referente dell’osservatorio Caritas, sono
quelli raccolti dal sistema Mirod – messa in rete degli
osservatori diocesani – composto da 22 punti di ascolto di
cui: 15 Caritas parrocchiali, una conferenza San Vincenzo, tre
gruppi di Volontariato vincenziano, Associazione Giorgio La
Pira, Ambulatorio stranieri temporaneamente presenti del
centro sanitario Giovannini e Caritas diocesana.

Il messaggio che vuol far passare la Caritas nel fare il punto
sulla povertà a Prato è quello di «fare rete» e non soltanto
tra le istituzioni pubbliche e quelle private, ma anche, e
soprattutto, tra cittadini, tra parrocchiani e vicini casa.
«Occorre partire dal buon vicinato – afferma Idalia Venco –
basta poco per essere di aiuto agli altri e dare una mano. Per
prima cosa però dobbiamo accorgerci delle situazioni di
difficoltà che ci stanno accanto, a partire dal palazzo dove
abitiamo». Cosa fare? «Possiamo accompagnare il figlio dei
vicini a scuola oppure fare gratuitamente ripetizioni, piccoli
aiuti, buone prassi che servono ad avvicinare le persone»,
conclude Venco. «Il nostro primo obiettivo è quello di essere
vicini alle persone che hanno bisogno – ha osservato il
vescovo Giovanni Nerbini – e mi fa piacere che la nostra
Caritas stia cercando nuove modalità di intervento e di
sostegno adeguate alle sfide di oggi. Si ha l’impressione che
quando si parla di povertà si fomenti la diffidenza e la paura
, invece occorre un approccio al problema meno catastrofico e
più aderente alla realtà. Lasciamo agli altri slogan e luoghi
comuni». All’incontro è intervenuto Gino Mazzoli, docente
dell’Università cattolica ed esperto di welfare e processi
partecipativi. «Oggi è cambiata la geografia della povertà –
ha osservato il professore – dobbiamo guardare non solo i
poveri ma anche chi rischia di entrare nella povertà. E per
far questo il tema delle reti sociali è fondamentale, occorre
mettere in campo tante piccole azioni connesse tra loro: delle
attività che abbiano una utilità evidente alle persone. In
poco parole dobbiamo seminare pratiche di fiducia, questa è la
nostra responsabilità collettiva», ha affermato Mazzoli. Tra i
relatori anche la direttrice della Società della Salute di
Prato Lorena Paganelli e Noemi Imprescia dell’unità operativa
professionale per l’inclusione del Comune di Prato. Entrambe
hanno puntato l’attenzione su un cambiamento di approccio
nell’erogazione dei servizi sociali: «La nostra sfida è quella
di essere centrati sulla relazione piuttosto che sulla
prestazione. Altrimenti si rischia l’autoreferenzialità dei
servizi. Invece dobbiamo avere passione per l’uomo e provare
costruire insieme un percorso».
Alla presentazione erano presenti anche il sindaco Matteo
Biffoni e l’assessore ai servizi sociali Luigi Biancalani.

Tornando ai numeri. A crescere, nella richiesta di aiuto, in
particolare sono gli utenti stranieri (+13,1%), con una
percentuale doppia rispetto agli italiani (+6,6%). In totale i
cittadini stranieri che bussano alle porte della Caritas e dei
centri di ascolto sono il 68%; di questi il 16% sono
marocchini, il 13% nigeriani, l’11% albanesi e il 10%
georgiani. A seguire le altre nazionalità (i cinesi sono il
7%). «I bisogni nascono principalmente dalla mancanza di un
lavoro stabile – spiega Lotti della Caritas – da cui derivano
una serie di problematiche, su tutte il bisogno di una casa,
cresciuto addirittura del 40% tra gli stranieri».
Infine, un dato che viene messo in evidenza dalla Caritas è
quello che riguarda il consistente numero di minori inseriti
all’interno delle famiglie sostenute: 1302. «Ragazzi e ragazze
per i quali la quotidianità risulta particolarmente complessa
e difficile, sia per quanto riguarda le relazioni familiari,
sia per i loro percorsi socio-educativi e formativi, tutti
fattori che rischiano di compromettere il loro futuro in
termini di realizzazione personale e professionale», conclude
Lotti.

Il regalo per i Vescovi:
diamo ai giovani «Pagine di
futuro»
Per salutare monsignor Agostinelli e accogliere monsignor
Nerbini la diocesi, su invito della Caritas, ha pensato di
lanciare una raccolta fondi per l’acquisto di libri scolastici
intitolata «Pagine di futuro».

La richiesta è semplice quanto importante: dateci una mano per
aiutare le famiglie in difficoltà ad acquistare i libri
scolastici. «Ci è sembrato il “regalo” più giusto da fare ai
nostri due pastori – spiega la direttrice della Caritas Idalia
Venco – quando glielo abbiamo proposto entrambi si sono detti
entusiasti di questa iniziativa». Prima di entrare in
Seminario, infatti, don Giovanni Nerbini è stato per molti
anni maestro elementare, una esperienza questa che ha
contribuito a creare in lui – sono le parole del neo vescovo
di Prato – «un modo di pensare, di parlare, un modo di
approcciarmi ai bambini: quando entro in una scuola mi sento a
casa».

Il servizio di acquisto dei libri di scuola da parte della
Caritas è iniziato due anni fa per l’intensificarsi delle
richieste di aiuto da parte di un numero crescente di utenti
dei centri d’ascolto parrocchiali e di quello diocesano nella
sede di via del Seminario. Nel 2018 Caritas ha aiutato oltre
settanta famiglie, italiane e straniere, con una media di 150
euro a intervento per un totale di 10mila euro. Soldi che sono
serviti per l’acquisto di testi, materiale scolastico e anche
le divise richieste agli studenti in alcuni istituti, come ad
esempio quello alberghiero. Non sono stati consegnati soldi, è
stata la Caritas ad acquistare, per conto dei genitori, i
libri per gli studenti delle medie e delle superiori. «Per il
nuovo anno scolastico abbiamo già aiutato 38 famiglie a
comprare i libri per i figli e a oggi sono già stati spesi
6mila euro», dice ancora Venco.
Nella campagna «Pagine di futuro» sono coinvolti anche due
uffici diocesani, quello di pastorale familiare e quello per
l’educazione e la scuola, che hanno attivato ulteriori canali
di diffusione per raggiungere il numero più alto possibile di
adesioni, all’interno delle comunità parrocchiali, del mondo
del volontariato e della cittadinanza.

L’Amministrazione comunale, per voce del vice sindaco
Biancalani, si è detta «entusiasta» dell’iniziativa proposta
dalla diocesi: «monsignor Nerbini è stato insegnante – ha
detto Biancalani – crediamo molto nella scuola per il suo
valore formativo, dei singoli ma soprattutto della comunità e
del senso di cittadinanza. Da un punto di vista amministrativo
il Comune non può aderirvi, ma lo faranno sindaco, assessori e
consiglieri comunali che lo vorranno devolvendo il gettone di
presenza del consiglio».

Ecco come fare per partecipare: è possibile effettuare un
bonifico bancario intestato ad Associazione «Insieme per la
Famiglia» Onlus, iban IT04 K030 6921 5311 0000 0005 169,
oppure recarsi direttamente presso la sede della Caritas
diocesana in via del Seminario, 36 per il versamento. Le
offerte tramite bonifico bancario potranno essere portate in
detrazione fiscale.

Emporio,     firmato    il
protocollo d’intesa per il
proseguimento del progetto
solidale
Prato rinnova la fiducia nel progetto Emporio e sceglie di
proseguire l’impegno in questo importante servizio sociale a
favore delle famiglie in difficoltà. Diocesi, Comune,
Provincia e Fondazione Cassa di Risparmio di Prato hanno
sottoscritto un nuovo protocollo con il quale garantiscono la
gestione e la copertura economica del supermercato solidale di
via del Seminario per il triennio 2019-2021. Le firme sono
state apposte questa mattina, lunedì 29 ottobre, in Palazzo
comunale dal sindaco e presidente della Provincia Matteo
Biffoni, dal vescovo Franco Agostinelli e dal presidente della
Fondazione Franco Bini. Presenti l’assessore comunale ai
servizi sociali Luigi Biancalani e la direttrice della Caritas
diocesana Idalia Venco.

Si tratta del quinto rinnovo di un accordo nato undici anni fa
– all’inizio della crisi economica che ha colpito duramente il
distretto industriale pratese – con l’obiettivo di trovare una
soluzione concreta, corale e sinergica alle tante richieste di
intervento di persone bisognose di un aiuto alimentare. Per
capire l’importanza dell’Emporio della Solidarietà di Prato,
il secondo a nascere in Italia dopo quello di Roma, basta
citare qualche numero: dal 2008, anno della sua apertura,
oltre 58mila persone sono state raggiunte da questo servizio.
Ogni anno sono state attivate in media 1600 tessere,
corrispondenti ad altrettante famiglie. Di queste il 51,5%
sono italiane. Un risultato reso possibile grazie all’impegno
fattivo e comune delle istituzioni cittadine, il valore
aggiunto di questo progetto esportato in altre cento città
italiane grazie al supporto e ai consigli della Caritas
diocesana di Prato.

«L’Emporio della Solidarietà è patrimonio dell’intera città –
ha detto il sindaco e presidente della Provincia Matteo
Biffoni –, frutto dell’impegno delle istituzioni e dei
volontari, che con grande sforzo riescono quotidianamente ad
essere un riferimento fondamentale per tante persone in
difficoltà dando risposte vere e dignitose. Grazie quindi a
tutti coloro che svolgono questo prezioso servizio a sostegno
di tutta la comunità». Il vescovo Franco Agostinelli si è
detto soddisfatto per quanto fatto fino a oggi dall’Emporio:
«prima di venire a Prato mi avevano detto che questa era una
città solidale e ne ho avuta conferma. Sostenere questo
progetto significa rispondere a un bisogno primario delle
persone, quello del mangiare. Ed è importante poter
rispondere, insieme, in modo sinergico, alla richiesta di chi
si trova in difficoltà». Per il presidente della Fondazione
Franco Bini «ancora una volta Prato dimostra di essere uno
straordinario laboratorio di innovazione, anche sul fronte dei
servizi sociali. Siamo una piccola città ma con bisogni
complessi – ha osservato – per questo si rende necessario
affrontare le problematiche della città tutti insieme».
Nell’occasione l’assessore Luigi Biancalani ha fatto il punto
delle attività e delle iniziative dell’Amministrazione
comunale nel contrasto alla povertà: «Nel 2017 il Comune di
Prato ha investito 40 milioni di euro nel sociale per
provvedere a diversi bisogni delle fasce deboli, dalla casa,
all’affitto alle esigenze sanitarie e altro. All’interno della
Società della Salute prestiamo assistenza a 10mila persone e
ci occupiamo di dare risposte concrete alle necessità
primarie: mangiare, attraverso il sostegno all’Emporio della
Solidarietà, vestirsi, con il progetto Vestiarium che fornisce
abiti, scarpe e anche occhiali per adulti e bambini e dormire,
integrando il prezioso servizio dell’asilo notturno
dell’associazione La Pira (19 posti letto) con la Palazzina ex
Anci di via Roma per l’emergenza freddo, che riaprirà a
novembre raddoppiando i posti da 20 a 40».

Il nuovo protocollo conferma sostanzialmente i contenuti del
precedente firmato nel 2015: il Comune di Prato assicura un
contributo annuo di 50mila euro; la Fondazione Cassa di
Risparmio di Prato per il 2019 metterà a disposizione 70mila
euro, cifra che potrà essere confermata negli anni successivi
sulla base della disponibilità dei bilanci. La Provincia, oggi
ente di secondo livello e dunque senza capacità economica in
questo senso, fornisce un aiuto prezioso mettendo a
disposizione, in comodato gratuito, gli ambienti di via del
Seminario dove si conservano e si distribuiscono i prodotti
agli utenti. La Diocesi, attraverso la Caritas, dà un
contributo annuale di 20mila euro e curerà, come ha sempre
fatto,    la    gestione    ordinaria     del   progetto     e
l’approvvigionamento.
In totale sono 140mila euro all’anno annui con i quali si
partecipa ai costi di una macchina organizzativa complessa che
riesce a distribuire merce per un controvalore di 2 milioni e
656mila euro, come avvenuto nel 2017. L’effetto moltiplicatore
è dovuto alle tante donazioni effettuate da parrocchie,
associazioni, aziende e privati che annualmente contribuiscono
a rifornire gli scaffali dell’Emporio. In dieci anni di vita
il progetto ha potuto distribuire prodotti per un controvalore
di 15 milioni e 400mila euro.

Come funziona l’Emporio. È bene ricordare che dentro il
supermercato solidale di via del Seminario non girano soldi, i
prodotti alimentari o per l’igiene della casa, sono
«acquistabili» attraverso una tessera a punti rilasciata dal
centro di ascolto della Caritas diocesana e dai Servizi
sociali del Comune. Questa modalità sostituisce la donazione
del classico «pacco viveri» e permette all’utente di scegliere
il prodotto che più gli serve. Si tratta dunque di un aiuto
dignitoso che rende responsabile e autonomo il possessore
della tessera. All’Emporio si trova anche una sezione dedicata
ai prodotti per l’infanzia pensata per le mamme seguite dal
Centro di Aiuto alla Vita.
«Quaresima di Carità 2018»,
le      offerte     raccolte
sosterranno progetti solidali
in Etiopia
Lo sguardo della Caritas pratese è rivolto all’Etiopia. La ex
colonia italiana nel Corno d’Africa è un Paese popoloso, ha
oltre 100 milioni di abitanti ed è molto povero. Qui da vari
anni Caritas italiana ha dato vita a numerosi progetti con lo
scopo di sostenere lo sviluppo della popolazione, soprattutto
di tanti giovani che non hanno un lavoro e dunque non possono
mantenere le proprie famiglie, quasi tutte numerose.
La Quaresima di Carità 2018, la speciale raccolta offerte
promossa in tutte le chiese e parrocchie della Diocesi di
Prato sarà dedicata a finanziare questi progetti e anche a
dare una mano al missionario pesarese don Marcello Signoretti
che opera in quelle terre. L’iniziativa si svolge come sempre
la Domenica delle Palme, il 25 marzo.

«Abbiamo pensato di iniziare un percorso con l’Etiopia perché
negli ultimi tempi siamo di fatto impossibilitati a proseguire
come vorremmo il decennale rapporto con l’Eritrea – spiega la
direttrice della Caritas Idalia Venco -, purtroppo la
difficile situazione politica che sta vivendo quel Paese ci
obbliga, almeno per il momento, a ridurre le nostre
collaborazioni con la Diocesi di Keren, che comunque
rimangono. Recentemente – aggiunge Venco – abbiamo finanziato
la costruzione di una casa per le insegnanti vicino alla
scuola dove lavorano. Ma, in attesa di un momento più
favorevole, la nostra idea è quella di aiutare un altro Paese
africano e abbiamo scelto di adoperarci per la vicina
Etiopia».
Il primo passo è quello di contribuire al sostentamento dei
progetti messi in campo da Caritas italiana, che prevedono la
creazione di attività lavorative per giovani, soprattutto
donne prive di reddito. Poi è in programma un viaggio in
Etiopia per conoscere direttamente quella realtà, in modo da
iniziare una collaborazione pensata e portata avanti
direttamente da Prato.

Avvento di Fraternità: nelle
chiese la raccolta per le
famiglie bisognose
Sarà dedicato ai bisogni delle famiglie in difficoltà il
tradizionale appuntamento dell’Avvento di Fraternità promosso
dalla Caritas diocesana. Questa domenica, 17 dicembre, tutte
le offerte raccolte nelle chiese e parrocchie della diocesi
saranno destinate a dare sollievo a quelle situazioni di
povertà esistenti sul nostro territorio. Una realtà che è
stata adeguatamente fotografata nell’ultimo rapporto Caritas
sulle povertà a Prato, presentato lo scorso 25 novembre al
Palazzo delle Professioni.

A fine 2017 saranno più di 2700 le persone che si saranno
rivolte per un aiuto, principalmente economico, ai venti
centri di ascolto della rete diocesana (composta non solo
dalla Caritas). La maggior parte degli utenti ha alle spalle
una famiglia e dunque è possibile stimare in oltre quattromila
il numero delle persone seguite e assistite dalla Caritas.
«Anche se si tratta di una piccola istantanea – scrive la
direttrice Caritas Idalia Venco in una lettera inviata a tutte
le parrocchie – di una situazione che sicuramente, e
purtroppo, abbraccia un bacino più ampio di persone rispetto a
quelle che i nostri centri diocesani e parrocchiali hanno
incontrato, il Rapporto rimane un punto di vista prezioso e
privilegiato che ci stimola a proseguire nel nostro servizio
di carità, un servizio che quotidianamente vivete all’interno
delle vostre comunità».

L’invito dunque è quello di essere generosi, perché grazie a
quanto donato si potrà dare speranza alle famiglie, e non solo
attraverso un semplice aiuto economico, in quanto con le somme
raccolte saranno attivati anche alcuni tirocini lavorativi. Un
modo utile per compiere reinserimenti delle persone
svantaggiate nella società.

La Caritas di Prato segue
oltre quattromila indigenti.
Presentato il dossier sulle
povertà 2017
I poveri seguiti a Prato dalla Caritas e dalla rete
dell’osservatorio della Diocesi sono oltre quattromila. Il
numero emerge dal rapporto sulle povertà presentato sabato
scorso al Palazzo delle Professioni. Nel 2017, da gennaio a
oggi, per una richiesta di auto, si sono presentate 2700
persone. La maggior parte di queste hanno alle spalle una
famiglia e, contando almeno tre componenti per nucleo, si
arriva al numero di quattromila soggetti coinvolti. Il dato
degli accessi, rispetto ai due anni precedenti, sale del 5,1%.
Gli italiani rappresentano il 34,3% del totale e sono in calo
del 7,2%, mentre aumentano del 13% gli stranieri. Nell’anno in
corso, i venti centri di ascolto della rete diocesana hanno
effettuato 6781 colloqui (nel 2016 sono stati 6608).

«Dietro questi numeri ci sono dei volti, non dimentichiamolo
mai – ha osservato la direttrice della Caritas di Prato Idalia
Venco –, sono persone che si presentano a noi chiedendo
risorse per pagare il mutuo o una bolletta, perché non hanno
una casa, ma soprattutto ci dicono che non hanno un lavoro». E
proprio a quest’ultima problematica, al tema dell’occupazione
a Prato, è stata dedicata la mattinata, durante la quale si è
tenuta una tavola rotonda in cui sono intervenuti
rappresentanti delle istituzioni e delle categorie sociali ed
economiche. La prima evidenza – nata dal commento dei dati
presentati dalla Caritas e dalla domanda: «Quale risposta
diamo a coloro che sono fuori dal mercato del lavoro?» – è
stata quella del bisogno di «formazione e informazione», come
ha efficacemente sintetizzato il vescovo Franco Agostinelli a
conclusione dei lavori.

Alcuni numeri del rapporto sulle povertà stilato dalla Caritas
diocesana di Prato. La raccolta dei dati si basa sul lavoro
svolto da venti centri d’ascolto, di cui quattordici
parrocchiali, un centro del Volontariato vincenziano, uno
della San Vincenzo de Paoli, la mensa dell’Associazione
Giorgio La Pira, due postazioni front office della Caritas
diocesana e l’ambulatorio per stranieri temporaneamente
presenti istituito presso il Centro sanitario Giovannini.
Gli utenti. Le 2700 persone ascoltate nel 2017 sono in
maggioranza donne, ma gli uomini aumentano, rappresentano
quasi la metà degli accessi (42,5%) e registrano un +18,7%
rispetto agli anni precedenti. Gli italiani sono il 34,3% del
totale (erano il 38,9% nel 2015 e 2016).
Il 32,5% degli uomini sono stranieri (di questi il 9,4% sono
coniugati con italiane). Le nazionalità più presenti
provengono da Marocco (12%), Albania (10,4%), Nigeria (9,2%) e
Romania (5,3%). Rispetto al 2015 sono cresciuti molto i
marocchini (+10%), ma soprattutto i georgiani (+64%).
La metà delle persone ascoltate sono coniugate, ma aumentano
gli stranieri senza legame matrimoniale (+60%), fra questi i
maschi crescono del 109%. Diminuiscono i coniugati italiani
15,6%.
La prima volta e la cronicità. Nel 2017, il 26% degli
ascoltati si sono rivolti allo sportello per la prima volta,
con un incremento rispetto a due anni fa del 64,6%. Tra gli
stranieri i nuovi arrivi sono il 91%. Gli italiani aumentano
del 5,2%. Cresce anche il numero degli utenti con una
frequentazione di oltre dieci anni, che ora rappresentano il
24,5% del totale. Più di 1 italiano su 3 e 1 cittadino
straniero su 4 è conosciuto dalla rete Caritas da almeno
cinque anni. Dunque c’è una maggiore cronicità tra gli
italiani, gli stranieri invece rimangono nel giro Caritas al
massimo per tre anni. «Probabilmente – osserva il redattore
del dossier Massimiliano Lotti – sono disposti a cogliere le
opportunità offerte e riescono ad adeguarsi a nuovi stili di
vita».
Problemi e bisogni. L’80% delle persone che si sono rivolte ai
centri d’ascolto dicono di essere prive di reddito. Aumenta il
numero delle richieste di abitazione (+16%), in particolare
tra gli stranieri (+188%). Il 65% degli utenti dice di avere
problemi economici (+4%), il 13% problemi di lavoro, l’11% ha
problemi di salute e il 4% ha problemi familiari. Le altre
problematiche segnalate sono dovute a detenzione, disabilità,
dipendenze, istruzione e mancanza di una casa.
Gli interventi effettuati. Le risposte che la rete diocesana
ha potuto offrire riguardano innanzitutto il servizio di
ascolto e di accompagnamento, caratteristica peculiare del
metodo Caritas. «Il nostro obiettivo è quello di educare le
persone alla fruizione delle risorse territoriali e degli
uffici territoriali», dice Lotti. Gli interventi concreti si
sono concentrati sull’offerta di beni e servizi (66,5%, in
particolare attraverso la tessera dell’Emporio della
Solidarietà, un pasto alla mensa, vestiario e accoglienza
notturna), sussidi economici (21%) per il pagamento di
affitti, rate mutuo, utenze domestiche e libri scolastici,
spese sanitarie. Le altre voci riguardano consulenze lavoro,
orientamento, istruzione e alloggio.

Rapporto sulle povertà 2017 della Caritas diocesana di Prato
in formato pdf

Presentazione del dossier
Caritas  sulle   povertà  e
tavola rotonda sui temi del
lavoro
«Se avessi un lavoro…». È il titolo dell’ultimo rapporto
Caritas sulle povertà a Prato. Il seguito dei punti di
sospensione è presto detto: tutto sarebbe diverso. Oltre 70%
delle persone che si sono rivolte ai Centri d’ascolto in rete
– parrocchie, volontariato vincenziano, san Vincenzo de Paoli,
mensa La Pira e Caritas diocesana – hanno affermato di non
avere alcune occupazione e dunque sono impossibilitati a far
fronte alle esigenze quotidiane della propria famiglia.

Alle loro richieste la rete diocesana offre innanzitutto un
servizio di ascolto e di accompagnamento, oltre che,
ovviamente, un aiuto concreto. E la città, come si pone di
fronte a vecchi e nuovi poveri? Di questo si parlerà alla
presentazione del dossier 2017 in programma domani, sabato 25
novembre, dalle 9,30 al Palazzo delle Professioni in via
Pugliesi.

Dopo i saluti della direttrice della Caritas Idalia Venco, del
vicesindaco di Prato Simone Faggi e del presidente del Palazzo
delle Professioni Alessandro Pieraccini, Massimiliano Lotti
illustrerà i dati e poi è prevista una tavola rotonda dove si
cercherà di rispondere alla domanda di cui sopra. Si
confrontano: Michele Del Campo (direttore ufficio di Pastorale
sociale della diocesi di Prato), Marcello Gozzi (direttore
Confindustria Toscana Nord), Maurizio Nardi (presidente Fondo
Santo Stefano), Alessandro Fabbrizzi (segretario generale
Camera del Lavoro), Leonardo Angeletti (direttore patronato
Epasa-Itaco Cna Prato) e Daniela Toccafondi (assessore
comunale alle politiche economiche e per il lavoro). Modera la
giornalista del Sole 24 Ore Silvia Pieraccini. Le conclusione
sono affidate al vescovo Franco Agostinelli.
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