Quaresima di Carità 2021: aiutiamo i profughi in Bosnia
←
→
Trascrizione del contenuto della pagina
Se il tuo browser non visualizza correttamente la pagina, ti preghiamo di leggere il contenuto della pagina quaggiù
Quaresima di Carità 2021: aiutiamo i profughi in Bosnia Domenica 28 marzo, Domenica delle Palme, nelle nostre parrocchie ci sarà la raccolta diocesana per la Quaresima di Carità: tutte le offerte verranno devolute alla Caritas diocesana per sostenere alcuni progetti di solidarietà in aiuto alle persone che vivono nei campi profughi in Bosnia ed Erzegovina. Si tratta di tanti, uomini, donne, bambini, famiglie, che scappano dalle guerre, dalle insicurezze dei loro luoghi di origine, dalle discriminazioni, dalla povertà, e attraverso quella che viene definita la rotta balcanica (a piedi dai paesi d’origine) cercano speranze e una vita dignitosa in Europa. Al momento queste persone stazionano in Bosnia in quanto sono sistematicamente respinte dalla Slovenia, Croazia e anche da noi italiani, e vivono nei pochi luoghi attrezzati per accogliere i profughi; tra l’altro un grave incendio ha distrutto quasi la totalità di questi ricoveri nella città di Bihac. Molti profughi trovano rifugio in case abbandonate, e la maggior parte di essi vive nei boschi, in ripari di fortuna, con la minaccia della Pandemia che li segue nei loro spostamenti. Le condizioni igieniche sono disastrose. Il tempo quaresimale che stiamo vivendo ci chiama proprio ad aprire il nostro sguardo interiore sulla nostra vita per poter guardare anche a quella di tanti fratelli e sorelle bisognosi. Per introdurre bambini e ragazzi a questa tematica l’Ufficio catechistico diocesano ha predisposto un sussidio scaricabile qui sotto.
Sussidio per la Quaresima di Carità 2021 «La Domenica delle Palme è quest’anno la Giornata di raccolta di offerte con l’appello, a tutte le messe nelle nostre parrocchie, per aiutare i profughi della Bosnia e della Erzegovina che sono bloccati in una situazione drammatica di discriminazione e di indigenza estrema – scrive il vicario monsignor Nedo Mannucci nella sua lettera appello -.Persone e famiglie, uomini, donne, anziani e bambini esposti al freddo, in condizioni igieniche disastrose, senza alcun rifugio e senza casa e sotto la minaccia continua e incombente della pandemia che li segue nei loro spostamenti. Siamo chiamati a sostenere la Caritas che sta portando avanti dei progetti urgenti di interventi di solidarietà. A tutti noi è chiesto di non chiudere gli occhi davanti a questa emergenza umanitaria che tocca un intero popolo». La lettera appello del Vicario Avvento di Fraternità, l’appello della Caritas: sosteniamo i centri di
ascolto parrocchiali Anche quest’anno, e probabilmente con un bisogno maggiore rispetto al passato recente, la raccolta offerte nelle chiese pratesi per l’«Avvento di fraternità» sarà destinata ai centri d’ascolto parrocchiali. Nei giorni scorsi la direttrice della Caritas diocesana, Idalia Venco, ha inviato una lettera agli operatori della carità presenti nelle varie parrocchie per assicurare loro sostegno e vicinanza. «Sappiamo del vostro impegno e delle criticità che state incontrando», scrive Idalia Venco nel confermare una costante di questa lunga emergenza sanitaria: «sono tante le persone che ormai stanno incrociando i nostri occhi in cerca di aiuto e di conforto per tutte le difficoltà che questa pandemia ha causato e continua a produrre». Il sistema Mirod di Prato – la Messa In Rete degli Osservatori Diocesani della Toscana – non ha ancora elaborato i dati che possano descrivere il fenomeno con i numeri, ma gli operatori del centro d’ascolto diocesano in via del Seminario possono attestare che nel periodo più critico hanno avuto oltre il 30% in più di contatti. Tradotto: di richieste d’aiuto. Lo stesso aumento di percentuale avuto dall’Emporio della Solidarietà che, superato il picco delle oltre 1300 tessere attive contemporaneamente nell’arco di una settimana, anche in questo ultimo mese non scende mai sotto le 1200 tessere attive. Cifre che evidenziano come Prato stia nuovamente facendo i contri con una crisi economica dura e difficile come quella del 2008. Per questo motivo la quarta domenica d’Avvento, il 20 dicembre, cinque giorni prima di Natale, le offerte raccolte nelle parrocchie rimarranno nelle casse delle stesse parrocchie per le esigenze di carità. In un’altra lettera, scritta dall’assistente spirituale della Caritas, padre Matteo Pedrini, si chiede ai sacerdoti di concordare con i propri
centri d’ascolto ulteriori iniziative per sostenere le attività di carità. Anche padre Matteo nella sua lettera conferma che «quest’anno più che mai le risorse necessarie ad affrontare le mancanze materiali di alimenti sono in aumento». L’anno scorso e l’anno precedente in tutta la Diocesi furono raccolti più di ventimila euro a questo scopo. La speranza è che si possa superare quella cifra. Raccolta alimentare cittadina a favore dell’Emporio in nove supermercati Torna l’appuntamento con la raccolta alimentare a favore dell’Emporio della Solidarietà. Si tratta della tradizionale mobilitazione cittadina che viene organizzata nel mese di ottobre per riempire gli scaffali del supermercato per famiglie in difficoltà gestito dalla Caritas diocesana. La raccolta si terrà venerdì 16 e sabato 17 ottobre. Hanno aderito i supermercati Conad di via Catani (venerdì, dalle 14 e sabato tutto il giorno), via Kuliscioff (venerdì dalle 14 e sabato tutto il giorno), via Roma (venerdì dalle 14 e sabato tutto il giorno), via 7 Marzo (sabato tutto il giorno), via Gherardi (sabato tutto il giorno); Coop di Parco Prato «Le Pleiadi» e di Vaiano (sabato tutto il giorno); Esselunga di viale Galilei e via Leonardo da Vinci (sabato tutto il giorno).
Si raccolgono: carne in scatola, olio di oliva, olio di semi, biscotti, tonno, pomodoro, caffè, latte in polvere primi mesi, latte liquido neonati, biscotti primi mesi. Inoltre, con 5 euro al mese o 60 euro l’anno, è possibile «Adottare una famiglia» permettendole di completare il carrello della spesa con i prodotti che l’Emporio non recupera dagli esuberi alimentari. Info sul sito web dell’Emporio. Richieste di aiuto alla Caritas: siamo tornati agli anni della crisi. Presentato il rapporto sulle povertà 2019 Aumentano le persone che si rivolgono alla Caritas di Prato e ai centri di ascolto territoriali. Siamo tornati ai numeri registrati dieci anni fa, durante il difficile periodo della crisi economica. Secondo il rapporto diocesano sulle povertà 2019, che si riferisce ai dati raccolti lo scorso anno, sono stati 3187 coloro che hanno chiesto un aiuto, principalmente di tipo economico. L’incremento è del +11% rispetto all’anno precedente. E contando una media di 2,5 componenti a nucleo familiare possiamo dire che nel 2018 la Caritas ha seguito circa 8mila persone. «Questo non significa che sia tornata la crisi economica – ha osservato la direttrice della Caritas Idalia Venco – perché il lavoro c’è, solo che si tratta di occupazioni precarie che non permettono alle famiglie di
guardare al futuro con serenità». Il rapporto è stato presentato e commentato questo pomeriggio, giovedì 19 settembre, in palazzo vescovile. I dati, illustrati Massimiliano Lotti, referente dell’osservatorio Caritas, sono quelli raccolti dal sistema Mirod – messa in rete degli osservatori diocesani – composto da 22 punti di ascolto di cui: 15 Caritas parrocchiali, una conferenza San Vincenzo, tre gruppi di Volontariato vincenziano, Associazione Giorgio La Pira, Ambulatorio stranieri temporaneamente presenti del centro sanitario Giovannini e Caritas diocesana. Il messaggio che vuol far passare la Caritas nel fare il punto sulla povertà a Prato è quello di «fare rete» e non soltanto tra le istituzioni pubbliche e quelle private, ma anche, e soprattutto, tra cittadini, tra parrocchiani e vicini casa. «Occorre partire dal buon vicinato – afferma Idalia Venco – basta poco per essere di aiuto agli altri e dare una mano. Per prima cosa però dobbiamo accorgerci delle situazioni di difficoltà che ci stanno accanto, a partire dal palazzo dove abitiamo». Cosa fare? «Possiamo accompagnare il figlio dei vicini a scuola oppure fare gratuitamente ripetizioni, piccoli aiuti, buone prassi che servono ad avvicinare le persone», conclude Venco. «Il nostro primo obiettivo è quello di essere vicini alle persone che hanno bisogno – ha osservato il vescovo Giovanni Nerbini – e mi fa piacere che la nostra Caritas stia cercando nuove modalità di intervento e di sostegno adeguate alle sfide di oggi. Si ha l’impressione che quando si parla di povertà si fomenti la diffidenza e la paura , invece occorre un approccio al problema meno catastrofico e più aderente alla realtà. Lasciamo agli altri slogan e luoghi comuni». All’incontro è intervenuto Gino Mazzoli, docente dell’Università cattolica ed esperto di welfare e processi partecipativi. «Oggi è cambiata la geografia della povertà –
ha osservato il professore – dobbiamo guardare non solo i poveri ma anche chi rischia di entrare nella povertà. E per far questo il tema delle reti sociali è fondamentale, occorre mettere in campo tante piccole azioni connesse tra loro: delle attività che abbiano una utilità evidente alle persone. In poco parole dobbiamo seminare pratiche di fiducia, questa è la nostra responsabilità collettiva», ha affermato Mazzoli. Tra i relatori anche la direttrice della Società della Salute di Prato Lorena Paganelli e Noemi Imprescia dell’unità operativa professionale per l’inclusione del Comune di Prato. Entrambe hanno puntato l’attenzione su un cambiamento di approccio nell’erogazione dei servizi sociali: «La nostra sfida è quella di essere centrati sulla relazione piuttosto che sulla prestazione. Altrimenti si rischia l’autoreferenzialità dei servizi. Invece dobbiamo avere passione per l’uomo e provare costruire insieme un percorso». Alla presentazione erano presenti anche il sindaco Matteo Biffoni e l’assessore ai servizi sociali Luigi Biancalani. Tornando ai numeri. A crescere, nella richiesta di aiuto, in particolare sono gli utenti stranieri (+13,1%), con una percentuale doppia rispetto agli italiani (+6,6%). In totale i cittadini stranieri che bussano alle porte della Caritas e dei centri di ascolto sono il 68%; di questi il 16% sono marocchini, il 13% nigeriani, l’11% albanesi e il 10% georgiani. A seguire le altre nazionalità (i cinesi sono il 7%). «I bisogni nascono principalmente dalla mancanza di un lavoro stabile – spiega Lotti della Caritas – da cui derivano una serie di problematiche, su tutte il bisogno di una casa, cresciuto addirittura del 40% tra gli stranieri». Infine, un dato che viene messo in evidenza dalla Caritas è quello che riguarda il consistente numero di minori inseriti all’interno delle famiglie sostenute: 1302. «Ragazzi e ragazze per i quali la quotidianità risulta particolarmente complessa e difficile, sia per quanto riguarda le relazioni familiari,
sia per i loro percorsi socio-educativi e formativi, tutti fattori che rischiano di compromettere il loro futuro in termini di realizzazione personale e professionale», conclude Lotti. Il regalo per i Vescovi: diamo ai giovani «Pagine di futuro» Per salutare monsignor Agostinelli e accogliere monsignor Nerbini la diocesi, su invito della Caritas, ha pensato di lanciare una raccolta fondi per l’acquisto di libri scolastici intitolata «Pagine di futuro». La richiesta è semplice quanto importante: dateci una mano per aiutare le famiglie in difficoltà ad acquistare i libri scolastici. «Ci è sembrato il “regalo” più giusto da fare ai nostri due pastori – spiega la direttrice della Caritas Idalia Venco – quando glielo abbiamo proposto entrambi si sono detti entusiasti di questa iniziativa». Prima di entrare in Seminario, infatti, don Giovanni Nerbini è stato per molti anni maestro elementare, una esperienza questa che ha contribuito a creare in lui – sono le parole del neo vescovo di Prato – «un modo di pensare, di parlare, un modo di approcciarmi ai bambini: quando entro in una scuola mi sento a casa». Il servizio di acquisto dei libri di scuola da parte della
Caritas è iniziato due anni fa per l’intensificarsi delle richieste di aiuto da parte di un numero crescente di utenti dei centri d’ascolto parrocchiali e di quello diocesano nella sede di via del Seminario. Nel 2018 Caritas ha aiutato oltre settanta famiglie, italiane e straniere, con una media di 150 euro a intervento per un totale di 10mila euro. Soldi che sono serviti per l’acquisto di testi, materiale scolastico e anche le divise richieste agli studenti in alcuni istituti, come ad esempio quello alberghiero. Non sono stati consegnati soldi, è stata la Caritas ad acquistare, per conto dei genitori, i libri per gli studenti delle medie e delle superiori. «Per il nuovo anno scolastico abbiamo già aiutato 38 famiglie a comprare i libri per i figli e a oggi sono già stati spesi 6mila euro», dice ancora Venco. Nella campagna «Pagine di futuro» sono coinvolti anche due uffici diocesani, quello di pastorale familiare e quello per l’educazione e la scuola, che hanno attivato ulteriori canali di diffusione per raggiungere il numero più alto possibile di adesioni, all’interno delle comunità parrocchiali, del mondo del volontariato e della cittadinanza. L’Amministrazione comunale, per voce del vice sindaco Biancalani, si è detta «entusiasta» dell’iniziativa proposta dalla diocesi: «monsignor Nerbini è stato insegnante – ha detto Biancalani – crediamo molto nella scuola per il suo valore formativo, dei singoli ma soprattutto della comunità e del senso di cittadinanza. Da un punto di vista amministrativo il Comune non può aderirvi, ma lo faranno sindaco, assessori e consiglieri comunali che lo vorranno devolvendo il gettone di presenza del consiglio». Ecco come fare per partecipare: è possibile effettuare un bonifico bancario intestato ad Associazione «Insieme per la Famiglia» Onlus, iban IT04 K030 6921 5311 0000 0005 169,
oppure recarsi direttamente presso la sede della Caritas diocesana in via del Seminario, 36 per il versamento. Le offerte tramite bonifico bancario potranno essere portate in detrazione fiscale. Emporio, firmato il protocollo d’intesa per il proseguimento del progetto solidale Prato rinnova la fiducia nel progetto Emporio e sceglie di proseguire l’impegno in questo importante servizio sociale a favore delle famiglie in difficoltà. Diocesi, Comune, Provincia e Fondazione Cassa di Risparmio di Prato hanno sottoscritto un nuovo protocollo con il quale garantiscono la gestione e la copertura economica del supermercato solidale di via del Seminario per il triennio 2019-2021. Le firme sono state apposte questa mattina, lunedì 29 ottobre, in Palazzo comunale dal sindaco e presidente della Provincia Matteo Biffoni, dal vescovo Franco Agostinelli e dal presidente della Fondazione Franco Bini. Presenti l’assessore comunale ai servizi sociali Luigi Biancalani e la direttrice della Caritas diocesana Idalia Venco. Si tratta del quinto rinnovo di un accordo nato undici anni fa – all’inizio della crisi economica che ha colpito duramente il distretto industriale pratese – con l’obiettivo di trovare una soluzione concreta, corale e sinergica alle tante richieste di intervento di persone bisognose di un aiuto alimentare. Per
capire l’importanza dell’Emporio della Solidarietà di Prato, il secondo a nascere in Italia dopo quello di Roma, basta citare qualche numero: dal 2008, anno della sua apertura, oltre 58mila persone sono state raggiunte da questo servizio. Ogni anno sono state attivate in media 1600 tessere, corrispondenti ad altrettante famiglie. Di queste il 51,5% sono italiane. Un risultato reso possibile grazie all’impegno fattivo e comune delle istituzioni cittadine, il valore aggiunto di questo progetto esportato in altre cento città italiane grazie al supporto e ai consigli della Caritas diocesana di Prato. «L’Emporio della Solidarietà è patrimonio dell’intera città – ha detto il sindaco e presidente della Provincia Matteo Biffoni –, frutto dell’impegno delle istituzioni e dei volontari, che con grande sforzo riescono quotidianamente ad essere un riferimento fondamentale per tante persone in difficoltà dando risposte vere e dignitose. Grazie quindi a tutti coloro che svolgono questo prezioso servizio a sostegno di tutta la comunità». Il vescovo Franco Agostinelli si è detto soddisfatto per quanto fatto fino a oggi dall’Emporio: «prima di venire a Prato mi avevano detto che questa era una città solidale e ne ho avuta conferma. Sostenere questo progetto significa rispondere a un bisogno primario delle persone, quello del mangiare. Ed è importante poter rispondere, insieme, in modo sinergico, alla richiesta di chi si trova in difficoltà». Per il presidente della Fondazione Franco Bini «ancora una volta Prato dimostra di essere uno straordinario laboratorio di innovazione, anche sul fronte dei servizi sociali. Siamo una piccola città ma con bisogni complessi – ha osservato – per questo si rende necessario affrontare le problematiche della città tutti insieme». Nell’occasione l’assessore Luigi Biancalani ha fatto il punto delle attività e delle iniziative dell’Amministrazione comunale nel contrasto alla povertà: «Nel 2017 il Comune di Prato ha investito 40 milioni di euro nel sociale per
provvedere a diversi bisogni delle fasce deboli, dalla casa, all’affitto alle esigenze sanitarie e altro. All’interno della Società della Salute prestiamo assistenza a 10mila persone e ci occupiamo di dare risposte concrete alle necessità primarie: mangiare, attraverso il sostegno all’Emporio della Solidarietà, vestirsi, con il progetto Vestiarium che fornisce abiti, scarpe e anche occhiali per adulti e bambini e dormire, integrando il prezioso servizio dell’asilo notturno dell’associazione La Pira (19 posti letto) con la Palazzina ex Anci di via Roma per l’emergenza freddo, che riaprirà a novembre raddoppiando i posti da 20 a 40». Il nuovo protocollo conferma sostanzialmente i contenuti del precedente firmato nel 2015: il Comune di Prato assicura un contributo annuo di 50mila euro; la Fondazione Cassa di Risparmio di Prato per il 2019 metterà a disposizione 70mila euro, cifra che potrà essere confermata negli anni successivi sulla base della disponibilità dei bilanci. La Provincia, oggi ente di secondo livello e dunque senza capacità economica in questo senso, fornisce un aiuto prezioso mettendo a
disposizione, in comodato gratuito, gli ambienti di via del Seminario dove si conservano e si distribuiscono i prodotti agli utenti. La Diocesi, attraverso la Caritas, dà un contributo annuale di 20mila euro e curerà, come ha sempre fatto, la gestione ordinaria del progetto e l’approvvigionamento. In totale sono 140mila euro all’anno annui con i quali si partecipa ai costi di una macchina organizzativa complessa che riesce a distribuire merce per un controvalore di 2 milioni e 656mila euro, come avvenuto nel 2017. L’effetto moltiplicatore è dovuto alle tante donazioni effettuate da parrocchie, associazioni, aziende e privati che annualmente contribuiscono a rifornire gli scaffali dell’Emporio. In dieci anni di vita il progetto ha potuto distribuire prodotti per un controvalore di 15 milioni e 400mila euro. Come funziona l’Emporio. È bene ricordare che dentro il supermercato solidale di via del Seminario non girano soldi, i prodotti alimentari o per l’igiene della casa, sono «acquistabili» attraverso una tessera a punti rilasciata dal centro di ascolto della Caritas diocesana e dai Servizi sociali del Comune. Questa modalità sostituisce la donazione del classico «pacco viveri» e permette all’utente di scegliere il prodotto che più gli serve. Si tratta dunque di un aiuto dignitoso che rende responsabile e autonomo il possessore della tessera. All’Emporio si trova anche una sezione dedicata ai prodotti per l’infanzia pensata per le mamme seguite dal Centro di Aiuto alla Vita.
«Quaresima di Carità 2018», le offerte raccolte sosterranno progetti solidali in Etiopia Lo sguardo della Caritas pratese è rivolto all’Etiopia. La ex colonia italiana nel Corno d’Africa è un Paese popoloso, ha oltre 100 milioni di abitanti ed è molto povero. Qui da vari anni Caritas italiana ha dato vita a numerosi progetti con lo scopo di sostenere lo sviluppo della popolazione, soprattutto di tanti giovani che non hanno un lavoro e dunque non possono mantenere le proprie famiglie, quasi tutte numerose. La Quaresima di Carità 2018, la speciale raccolta offerte promossa in tutte le chiese e parrocchie della Diocesi di Prato sarà dedicata a finanziare questi progetti e anche a dare una mano al missionario pesarese don Marcello Signoretti che opera in quelle terre. L’iniziativa si svolge come sempre la Domenica delle Palme, il 25 marzo. «Abbiamo pensato di iniziare un percorso con l’Etiopia perché negli ultimi tempi siamo di fatto impossibilitati a proseguire come vorremmo il decennale rapporto con l’Eritrea – spiega la direttrice della Caritas Idalia Venco -, purtroppo la difficile situazione politica che sta vivendo quel Paese ci obbliga, almeno per il momento, a ridurre le nostre collaborazioni con la Diocesi di Keren, che comunque rimangono. Recentemente – aggiunge Venco – abbiamo finanziato la costruzione di una casa per le insegnanti vicino alla scuola dove lavorano. Ma, in attesa di un momento più favorevole, la nostra idea è quella di aiutare un altro Paese africano e abbiamo scelto di adoperarci per la vicina Etiopia».
Il primo passo è quello di contribuire al sostentamento dei progetti messi in campo da Caritas italiana, che prevedono la creazione di attività lavorative per giovani, soprattutto donne prive di reddito. Poi è in programma un viaggio in Etiopia per conoscere direttamente quella realtà, in modo da iniziare una collaborazione pensata e portata avanti direttamente da Prato. Avvento di Fraternità: nelle chiese la raccolta per le famiglie bisognose Sarà dedicato ai bisogni delle famiglie in difficoltà il tradizionale appuntamento dell’Avvento di Fraternità promosso dalla Caritas diocesana. Questa domenica, 17 dicembre, tutte le offerte raccolte nelle chiese e parrocchie della diocesi saranno destinate a dare sollievo a quelle situazioni di povertà esistenti sul nostro territorio. Una realtà che è stata adeguatamente fotografata nell’ultimo rapporto Caritas sulle povertà a Prato, presentato lo scorso 25 novembre al Palazzo delle Professioni. A fine 2017 saranno più di 2700 le persone che si saranno rivolte per un aiuto, principalmente economico, ai venti centri di ascolto della rete diocesana (composta non solo dalla Caritas). La maggior parte degli utenti ha alle spalle una famiglia e dunque è possibile stimare in oltre quattromila il numero delle persone seguite e assistite dalla Caritas.
«Anche se si tratta di una piccola istantanea – scrive la direttrice Caritas Idalia Venco in una lettera inviata a tutte le parrocchie – di una situazione che sicuramente, e purtroppo, abbraccia un bacino più ampio di persone rispetto a quelle che i nostri centri diocesani e parrocchiali hanno incontrato, il Rapporto rimane un punto di vista prezioso e privilegiato che ci stimola a proseguire nel nostro servizio di carità, un servizio che quotidianamente vivete all’interno delle vostre comunità». L’invito dunque è quello di essere generosi, perché grazie a quanto donato si potrà dare speranza alle famiglie, e non solo attraverso un semplice aiuto economico, in quanto con le somme raccolte saranno attivati anche alcuni tirocini lavorativi. Un modo utile per compiere reinserimenti delle persone svantaggiate nella società. La Caritas di Prato segue oltre quattromila indigenti. Presentato il dossier sulle povertà 2017 I poveri seguiti a Prato dalla Caritas e dalla rete dell’osservatorio della Diocesi sono oltre quattromila. Il numero emerge dal rapporto sulle povertà presentato sabato scorso al Palazzo delle Professioni. Nel 2017, da gennaio a oggi, per una richiesta di auto, si sono presentate 2700 persone. La maggior parte di queste hanno alle spalle una famiglia e, contando almeno tre componenti per nucleo, si
arriva al numero di quattromila soggetti coinvolti. Il dato degli accessi, rispetto ai due anni precedenti, sale del 5,1%. Gli italiani rappresentano il 34,3% del totale e sono in calo del 7,2%, mentre aumentano del 13% gli stranieri. Nell’anno in corso, i venti centri di ascolto della rete diocesana hanno effettuato 6781 colloqui (nel 2016 sono stati 6608). «Dietro questi numeri ci sono dei volti, non dimentichiamolo mai – ha osservato la direttrice della Caritas di Prato Idalia Venco –, sono persone che si presentano a noi chiedendo risorse per pagare il mutuo o una bolletta, perché non hanno una casa, ma soprattutto ci dicono che non hanno un lavoro». E proprio a quest’ultima problematica, al tema dell’occupazione a Prato, è stata dedicata la mattinata, durante la quale si è tenuta una tavola rotonda in cui sono intervenuti rappresentanti delle istituzioni e delle categorie sociali ed economiche. La prima evidenza – nata dal commento dei dati presentati dalla Caritas e dalla domanda: «Quale risposta diamo a coloro che sono fuori dal mercato del lavoro?» – è stata quella del bisogno di «formazione e informazione», come ha efficacemente sintetizzato il vescovo Franco Agostinelli a conclusione dei lavori. Alcuni numeri del rapporto sulle povertà stilato dalla Caritas diocesana di Prato. La raccolta dei dati si basa sul lavoro svolto da venti centri d’ascolto, di cui quattordici parrocchiali, un centro del Volontariato vincenziano, uno della San Vincenzo de Paoli, la mensa dell’Associazione Giorgio La Pira, due postazioni front office della Caritas diocesana e l’ambulatorio per stranieri temporaneamente presenti istituito presso il Centro sanitario Giovannini. Gli utenti. Le 2700 persone ascoltate nel 2017 sono in maggioranza donne, ma gli uomini aumentano, rappresentano
quasi la metà degli accessi (42,5%) e registrano un +18,7% rispetto agli anni precedenti. Gli italiani sono il 34,3% del totale (erano il 38,9% nel 2015 e 2016). Il 32,5% degli uomini sono stranieri (di questi il 9,4% sono coniugati con italiane). Le nazionalità più presenti provengono da Marocco (12%), Albania (10,4%), Nigeria (9,2%) e Romania (5,3%). Rispetto al 2015 sono cresciuti molto i marocchini (+10%), ma soprattutto i georgiani (+64%). La metà delle persone ascoltate sono coniugate, ma aumentano gli stranieri senza legame matrimoniale (+60%), fra questi i maschi crescono del 109%. Diminuiscono i coniugati italiani 15,6%. La prima volta e la cronicità. Nel 2017, il 26% degli ascoltati si sono rivolti allo sportello per la prima volta, con un incremento rispetto a due anni fa del 64,6%. Tra gli stranieri i nuovi arrivi sono il 91%. Gli italiani aumentano del 5,2%. Cresce anche il numero degli utenti con una frequentazione di oltre dieci anni, che ora rappresentano il 24,5% del totale. Più di 1 italiano su 3 e 1 cittadino straniero su 4 è conosciuto dalla rete Caritas da almeno cinque anni. Dunque c’è una maggiore cronicità tra gli italiani, gli stranieri invece rimangono nel giro Caritas al massimo per tre anni. «Probabilmente – osserva il redattore del dossier Massimiliano Lotti – sono disposti a cogliere le opportunità offerte e riescono ad adeguarsi a nuovi stili di vita». Problemi e bisogni. L’80% delle persone che si sono rivolte ai centri d’ascolto dicono di essere prive di reddito. Aumenta il numero delle richieste di abitazione (+16%), in particolare tra gli stranieri (+188%). Il 65% degli utenti dice di avere problemi economici (+4%), il 13% problemi di lavoro, l’11% ha problemi di salute e il 4% ha problemi familiari. Le altre problematiche segnalate sono dovute a detenzione, disabilità, dipendenze, istruzione e mancanza di una casa. Gli interventi effettuati. Le risposte che la rete diocesana ha potuto offrire riguardano innanzitutto il servizio di ascolto e di accompagnamento, caratteristica peculiare del
metodo Caritas. «Il nostro obiettivo è quello di educare le persone alla fruizione delle risorse territoriali e degli uffici territoriali», dice Lotti. Gli interventi concreti si sono concentrati sull’offerta di beni e servizi (66,5%, in particolare attraverso la tessera dell’Emporio della Solidarietà, un pasto alla mensa, vestiario e accoglienza notturna), sussidi economici (21%) per il pagamento di affitti, rate mutuo, utenze domestiche e libri scolastici, spese sanitarie. Le altre voci riguardano consulenze lavoro, orientamento, istruzione e alloggio. Rapporto sulle povertà 2017 della Caritas diocesana di Prato in formato pdf Presentazione del dossier Caritas sulle povertà e tavola rotonda sui temi del lavoro «Se avessi un lavoro…». È il titolo dell’ultimo rapporto Caritas sulle povertà a Prato. Il seguito dei punti di sospensione è presto detto: tutto sarebbe diverso. Oltre 70% delle persone che si sono rivolte ai Centri d’ascolto in rete – parrocchie, volontariato vincenziano, san Vincenzo de Paoli, mensa La Pira e Caritas diocesana – hanno affermato di non
avere alcune occupazione e dunque sono impossibilitati a far fronte alle esigenze quotidiane della propria famiglia. Alle loro richieste la rete diocesana offre innanzitutto un servizio di ascolto e di accompagnamento, oltre che, ovviamente, un aiuto concreto. E la città, come si pone di fronte a vecchi e nuovi poveri? Di questo si parlerà alla presentazione del dossier 2017 in programma domani, sabato 25 novembre, dalle 9,30 al Palazzo delle Professioni in via Pugliesi. Dopo i saluti della direttrice della Caritas Idalia Venco, del vicesindaco di Prato Simone Faggi e del presidente del Palazzo delle Professioni Alessandro Pieraccini, Massimiliano Lotti illustrerà i dati e poi è prevista una tavola rotonda dove si cercherà di rispondere alla domanda di cui sopra. Si confrontano: Michele Del Campo (direttore ufficio di Pastorale sociale della diocesi di Prato), Marcello Gozzi (direttore Confindustria Toscana Nord), Maurizio Nardi (presidente Fondo Santo Stefano), Alessandro Fabbrizzi (segretario generale Camera del Lavoro), Leonardo Angeletti (direttore patronato Epasa-Itaco Cna Prato) e Daniela Toccafondi (assessore comunale alle politiche economiche e per il lavoro). Modera la giornalista del Sole 24 Ore Silvia Pieraccini. Le conclusione sono affidate al vescovo Franco Agostinelli.
Puoi anche leggere