PROGRAMMA AMMINISTRATIVO 2014-2019 - del candidato sindaco Elvinio Agnolin
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PROGRAMMA AMMINISTRATIVO 2014–2019 del candidato sindaco Elvinio Agnolin
Il punto di partenza. L’esperienza di CambiaMOgliano nasce dalla consapevolezza che la cattiva amministra- zione della nostra comunità ha portato a una progressiva decadenza di Mogliano e che è necessario mettere in gioco direttamente le nostre energie come comunità e come citta- dini per invertire questa tendenza, senza delegare a partiti o portatori di interessi perso- nali il nostro futuro. Abbiamo già dato e i danni sono evidenti! Questo programma è il frutto di un lungo percorso partecipato e ringrazio le molte per- sone che hanno voluto contribuire alla stesura. Da otto anni abbiamo un sindaco, appoggiato prima dai partiti di centrosinistra ora da quelli di centrodestra, che: • ha svenduto i “beni di famiglia” (numerosi immobili, società Spim e Mo.Se.); • ha fatto fallire la società Molius (metà di proprietà comunale), ipotecando per chissà quanti anni il recupero di una ampia parte del centro storico; • ha messo in liquidazione la società Spl (100% proprietà comunale) con 6,5 milioni di debiti (proprietaria di Centro Giovani, ala sud Scuole Piranesi, sede Polizia Locale, far- macia di Marocco); • ha perfino reso edificabile il verde pubblico per fare cassa; • ha chiuso importanti progetti di politiche sociali; • ha fatto operazioni di “finanza creativa” (i famosi “derivati tossici”) che peseranno sulla futura generazione; • ha mostrato una pessima efficienza nella gestione dei soldi (i 5 milioni di euro di avan- zo spacciati per “risparmi”, in realtà soldi delle tasse dei moglianesi che l’amministra- zione non è riuscita a spendere per incapacità) e molto poca trasparenza (incarichi affidati senza gara anche con semplici telefonate e atti inaccessibili dal sito web); • ha lasciato i problemi di Mogliano dov’erano (il trasporto pubblico, le promesse sul grande parco urbano, sulle cave di Marocco, la “cittadella della salute” al Gris, la nuo- va biblioteca...); • si è caratterizzato per la politica di annunci e mancate promesse (come il trasferimen- to del Centro Sociosanitario al Gris che rimane ad oggi una chimera); • ha dimostrato zero attenzione per la vivibilità quotidiana della città, come le piste ci- clabili protette (neppure 200 metri negli ultimi 5 anni); • si è rivelato un amministratore inaffidabile, abbandonato dai suoi più stretti compagni di strada, oggi tutti contro di lui; • ci lascia un piano di assetto del territorio (PAT) che prevede uno smisurato consumo di terreno agricolo e discutibili operazioni immobiliari di cui non abbiamo alcun bisogno. Insomma, un fallimento totale che lascia una pesantissima eredità, di cui il Centro Gio- vani, costato 1 milione e 200mila euro e abbandonato in balia dei vandali, è l’emblema più evidente. Nella storia amministrativa del nostro Comune le amministrazioni di Azzolini saranno paragonate a sciagure bibliche. 1
POLITICHE SOCIALI Mogliano è stato per molti anni un comune “apripista” sulle politiche sociali, ha ideato e realizzato come capofila molti progetti innovativi, anche in collaborazione con altri enti pubblici (comuni, provincia, ussl 9, regione, ecc.), interventi co-finanziati spesso con fon- di europei, statali e regionali. Da anni ormai la nostra amministrazione comunale ha perso progettualità (quindi niente finanziamenti esterni), ha chiuso i progetti che riguardavano i giovani, il sostegno alle donne maltrattate, l’integrazione degli stranieri regolari nella nostra società... in altre parole quelli che erano i fiori all’occhiello del nostro comune. In un momento di profonda crisi economica come quello che stiamo vivendo c’è invece la necessità di rafforzare gli interventi di sostegno sociale e di fornire risposte alle nuove emergenze che si manifestano nel nostro territorio. Dobbiamo riprogettare il nostro sistema di politiche sociali, a partire dalla convocazione degli Stati Generali del Welfare, dobbiamo chiamare tutti i soggetti pubblici e privati che sono coinvolti nel nostro sistema di welfare per chiedere loro di contribuire, ciascuno per la propria specificità, alla ricostruzione dell’efficacia dei servizi che eroghiamo e alla identificazione dei nuovi servizi necessari, anche con il coinvolgimento del volontariato e dei soggetti privati no profit. Il primo passo è elaborare una analisi precisa e partecipata della condizione dei nostri cittadini in difficoltà, riformulare linee di intervento prioritarie e condivise, puntare non su quanto “si è sempre fatto”, ma su quello che “serve”, per impegnare meglio le poche risorse pubbliche disponibili. Salute e prevenzione sono una priorità. Attualmente 6 medici di base hanno avviato una collaborazione per fornire un servizio più completo ai loro assistiti, riunendosi in un unico ambulatorio con un orario più esteso. Analogo servizio è offerto da tempo da 4 medici pe- diatri. Il Comune deve reperire i locali adatti in zona centrale per estendere questo servi- zio agli altri medici di base, con la costituzione di una vera e propria “Casa della Salute”, come prevede il Piano Sociosanitario regionale, impostata sulla medicina di gruppo, con l’orario 8-20, 7 giorni su 7, coprendo anche le esigenze della Guardia Medica in modo più efficace. Ha assunto ormai carattere di emergenza il reperimento di una sede adeguata per l’A- VIS (1.200 donazioni all’anno), perché l’attuale in piazza Donatori di Sangue è ormai fuori norma. Dopo l’ennesima promessa disattesa di una sede presso il Gris, occorre trovare presto, lì o altrove, una sistemazione congrua. Microcredito di emergenza. È possibile attivare, attraverso l’ingresso del Comune nell’a- zionariato di Banca Etica, una serie di progetti dedicati al superamento delle difficoltà economiche temporanee delle famiglie, utilizzando lo strumento del microcredito (picco- li prestiti personali fino a 1.500 euro). Sono convinto che le persone in difficoltà non van- no semplicemente assistite, ma piuttosto aiutate a mettere in campo tutte le possibili risorse attivabili della loro personale rete di relazioni. Casa. Anche qui occorrono nuove idee, come per esempio: • il sostegno ad un progetto sperimentale di autocostruzione cooperante, cofinanziato con fondi dello Stato per l’inclusione sociale, con la formazione di una cooperativa edilizia i cui soci (italiani e stranieri) dedicano parte del loro tempo alla costruzione della propria abitazione, sotto il controllo di manodopera specializzata (il pagamento 2
del mutuo con Banca Etica inizia alla fine dei lavori); • analoga forma di sostegno per progetti di “cohousing” (alloggi privati con servizi comu- ni per più nuclei familiari come cucine e lavanderie), in particolare rivolti al recupero di patrimonio immobiliare esistente, per una nuova residenza orientata alla sostenibilità (alto risparmio energetico e basso impatto ambientale) e al contenimento dei costi sia d’affitto che di vendita. Assistente sociale. Diamo mani e gambe ai nostri progetti sul territorio: il nostro organico comunale manca di un assistente sociale (devono essere uno ogni 5.000 abitanti), figura insostituibile per seguire e verificare costantemente il sostegno ai cittadini più bisognosi. Gris. L’Istituto va liberato dal cancro della politica per poterlo risanare economicamente e trasformare in moderna realtà di servizi sociosanitari alla comunità. La “Cittadella della Salute” va fatta, intesa però non tanto come trasloco del Distretto Sociosanitario, che non porta neppure un euro all’Istituto, ma come sviluppo di servizi sociosanitari che può offrire al territorio e che portano risorse aggiuntive, come: • Casa di Riposo (esistente già dal 2006); • Centro Diurno per Anziani; • Centro per l’Autismo, finanziato da ULSS e Regione; • Ospedale di Comunità (struttura residenziale per assistenza sanitaria e riabilitazione, anche per pochi giorni, a pazienti che escono dall’ospedale), finanziato da ULSS e Re- gione; • servizio di assistenza domiciliare per conto dei Comuni. Lavoro. Oggi il lavoro è una vera e propria emergenza sociale, i disoccupati sono più del 13% e arrivano al 47% quelli della fascia d’età compresa tra i 18 e 25 anni. Tra gli interven- ti possibili a livello locale, quelli che intendo attivare sono: • un nuovo servizio chiamato “Progetto Lavoro”, in sinergia con il Centro COSPES dell’I- stituto Astori, per percorsi di formazione e riorientamento lavorativo rivolti a disoccu- pati che hanno bisogno di nuove competenze per poter entrare nel mondo del lavoro; • una struttura di co-working giovanile, in collaborazione con le associazioni di catego- ria, un luogo di lavoro per almeno 50 nuove imprese giovanili che potranno usufruire di un costo di affitto e di servizi base molto basso, in strutture produttive inutilizzate presenti nel nostro territorio; • sostegno alla nascita e crescita delle imprese moglianesi, in particolare giovanili, con un fondo di garanzia in collaborazione con Banca Etica per erogare prestiti a medio termine fino a 15.000 euro alle piccole realtà imprenditoriali. 3
TERRITORIO E AMBIENTE Il Piano di Assetto del Territorio (PAT) adottato a gennaio 2014 dal Comune prevede per il prossimo decennio un enorme consumo di suolo agricolo (ufficialmente case per 3.500 nuovi abitanti, in realtà molti di più), ignorando la realtà dei fatti: Mogliano ha perso, or- mai dal 2008, circa 60 abitanti all’anno e possiede uno stock edilizio privato, già costruito e invenduto, di notevole rilevanza. Il PAT va pertanto profondamente riformato. Quindi STOP al consumo di suolo. Non avremo bisogno per lungo tempo di nuove aree di espansione, sarà già un problema serio recuperare buona parte delle aree degradate come, per esempio: ex Macevi, area tra le ex Scuole Rossi e via IV Novembre (di proprietà del Comune), area Sotreva sul Terraglio, ex Veneland a Marocco, ex Nigi e Datalogic sul Terraglio, ex essicatoio di via Casoni. Area Macevi. È l’esempio emblematico di quanto appena detto. Quest’area, che doveva essere il fulcro della riqualificazione del centro storico, è finora una grande occasione perduta. Il suo recupero, che avrebbe potuto partire già nel 2006, è stato sistematica- mente sabotato dal sindaco Azzolini, fino ad arrivare all’attuale fallimento. Ora il suo fu- turo è particolarmente incerto. Due le priorità: • acquisire dal curatore fallimentare alcune parti importanti, come l’area destinata a servizi pubblici (la punta tra via Zermanesa e via Verdi) in cui realizzare il nuovo Centro Sociosanitario; la Casa del Campanaro, che sta cadendo a pezzi, dietro il Duomo, da destinare a piccolo museo/area espositiva con Brolo e Broletto oppure a ludoteca; l’a- rea destinata a parcheggio in via Verdi a fianco del Cimitero; • elaborare un nuovo piano di recupero, senza il quale sarà impossibile vendere a prezzo decente la proprietà di Molius, perché manca ogni certezza su cosa e quando sia pos- sibile realizzare. Riqualificazione del Centro Storico. Spostare stabilmente altrove il Centro Sociosanita- rio è un’operazione sbagliata, perché priva il Centro Storico di un elemento di vitalità del tutto compatibile. Altri interventi prioritari per rafforzare la capacità attrattiva del centro città sono: • sistemare piazza Donatori di Sangue con un mercato coperto quotidiano nell’area oggi occupata dai vecchi banchi del pesce e della frutta e con una tensostruttura nell’area rimanente, compatibile con l’uso per mercato settimanale e parcheggio ma anche per manifestazioni fieristiche e culturali; • ampliare l’offerta di parcheggi per favorire l’accessibilità del centro (via IV Novembre a fianco delle Poste, via Tavoni dietro la sede Ascom-Confcommercio, via Verdi a fian- co del Cimitero). Cave di Marocco. La zona umida delle cave di Marocco, importante risorsa di natura e biodiversità, va innanzitutto protetta, anche facendola entrare nella Rete Natura 2000 dei siti naturalistici da tutelare. La possibilità concreta di realizzare un parco pubblico, connesso alla rete di percorsi ciclopedonali, che tuteli l’area e ne consenta una fruizione compatibile è il passo succes- sivo, per il quale è necessario che il Comune elabori un progetto credibile per poter acce- 4
dere ad appositi finanziamenti. Inutile dire che nulla di tutto ciò è stato neppure avviato dall’amministrazione uscente. Centro di Campocroce. L’area antistante la Filanda e la Chiesa di Campocroce va siste- mata con un intervento di alta qualità, che valorizzi questo contesto paesaggistico unico in tutto il Veneto. Il centro sociale di quartiere, già finanziato dalla Regione, va realizzato nell’ambito del nucleo centrale della frazione in prossimità della vecchia pesa pubblica. Riqualificazione energetica e risparmio. Affidando ad una Energy Service Company (ESCO), società specializzate nell’efficienza energetica, la responsabilità della gestione energetica dei beni pubblici (scuole, palestre, uffici comunali, illuminazione pubblica, parco auto) è possibile rinnovare integralmente gli impianti esistenti, ma anche gli isola- menti e i serramenti: è ormai dimostrato che ogni euro investito in questo settore ne libe- ra il doppio in termini di risparmio ed efficienza della bolletta energetica della pubblica amministrazione. Viabilità. Stop alla cosidetta tangenziale ovest, che affetterebbe ulteriormente il nostro territorio per collegare i centri commerciali a nord-ovest di Mestre con Treviso. Uno spre- co assurdo di terreno agricolo e nessun vantaggio per Mogliano. Piste ciclabili e percorsi pedonali. Negli ultimi 8 anni neanche 200 metri di pista ciclabile in sede protetta! È uno scandalo che si sia fatto così poco. Ci sono prioritariamente due assi viari, via Zermanesa e via Barbiero, che vanno attrezzati in sicurezza con percorsi protetti per i ciclisti. Inoltre vanno organizzati tutti i collegamenti tra le piste esistenti in modo da offrire una rete razionale di spostamento. Va realizzata con pochi interventi leggeri una rete di percorsi misti (a piedi, in bicicletta, per il Nordic Walking) per la fruizione nel tempo libero del nostro territorio e la sua valo- rizzazione turistica: • tre percorsi circolari, ciascuno con partenza da un parco pubblico: il Parco delle Pisci- ne a sud fino alle Cave di Marocco, il Parco Arcobaleno a est fino all’area del Gris e il Parco del Sole a ovest fino alla Filanda di Campocroce • un percorso lungo tutto l’argine dello Zero da Campocroce a Marcon, la “Restera dello Zero”, attrezzato in modo leggero. Possiamo finanziare tutti questi interventi utilizzando almeno il 25% delle sanzioni al codice della strada. Trasporto ferroviario (SFMR). La collocazione geografica della nostra città tra centri come Venezia, Treviso e Padova rende fondamentale il miglioramento del trasporto fer- roviario integrato con gli autobus. Il flusso giornaliero di circa 2.500 pendolari al giorno richiede l’adeguamento della sta- zione, sistemando interamente l’area dell’adiacente ex scalo merci a parcheggio scam- biatore e consentendo il parcheggio degli autobus, a favore dello scambio intermodale. Questo intervento si può fare attraverso un accordo con le Ferrovie (proprietarie dell’ex scalo merci) e i privati proprietari dell’area ex APOMT, che hanno tutto l’interesse ad av- viare un recupero della zona del supermercato e dell’antico magazzino della Cooperativa di Peschicolturi di Mogliano. L’amministrazione uscente ha perso una occasione decisiva in questo ambito, sprecando un finanziamento regionale dedicato di mezzo milione di euro per ricavare pochi posti auto lungo il Terraglio. Altrettanto importante è la fermata ferroviaria di Marocco (mille abitanti assediati dal 5
traffico di attraversamento), intervento approvato e finanziato fin dal 1998, saltato per responsabilità diretta di Azzolini e per convenienze di pochi privati, che dobbiamo asso- lutamente rilanciare, pretendendo che la Regione lo realizzi. Un albero ogni nuovo nato. Anche l’attenzione per l’ambiente naturale è stata pressoché assente nel mandato amministrativo appena concluso. Basti pensare che se fosse stata applicata la legge statale che prevede la piantumazione di un albero ogni nuovo nato oggi avremmo già un bosco di 1.000 alberi (1.089 nuovi nati tra il 2009 e il 2013). Anche su que- sto va recuperato il tempo perduto con un ampio programma di riforestazione. Manutenzione del territorio. Alcune zone del nostro territorio sono a rischio di esonda- zioni, particolarmente nelle frazioni di Campocroce, Marocco e nella zona subito a nord del centro ad ovest del Terraglio. Bisogna dunque proseguire tutti gli interventi di messa in sicurezza preventivati dall’ap- posito piano del Consorzio di Bonifica, dalle zone di laminazione allo scolmatore del Ba- caretto, e garantire una efficiente manutenzione dei corsi d’acqua e dei fossi. Fra i molti contenuti censurabili del nuovo PAT c’è l’assurda previsione che consente di costruire locali interrati anche in zone a rischio di esondazione. 6
SICUREZZA Da alcuni anni la Caserma dei Carabinieri di Mogliano ha assunto il livello di “Tenenza” (maggiore dotazione dell’organico), ma, poiché la stuttura attuale non è adeguata, non possiamo usufruire di una maggiore presenza di militari nel nostro territorio. Anche la nostra Polizia Locale è costretta in spazi poco adatti, visto che oltre alla sede di via Ron- zinella utilizza anche locali dell’ex Macello Comunale, originariamente destinati alle as- sociazioni culturali. Perché non pensare ad un’unica sede che risolva entrambe le esigenze? Per finanziare questa “Cittadella della Sicurezza”, potremmo utilizzare sia fondi dello Stato apposita- mente previsti, sia fondi regionali, sia le risorse che si libereranno con la vendita dell’at- tuale caserma. Per avere più agenti della Polizia Locale in strada e ottenere risparmi significativi è inol- tre opportuno gestire questo servizio in maniera associata con i comuni limitrofi. In questi anni si fa un gran parlare di videosorveglianza. Sembra quasi che mettere una telecamera ad ogni angolo di strada sia l’unico modo per ridurre i reati. Io penso invece che i sistemi di videosorveglianza, molto costosi come impianto, ma ancora più onerosi come costo di esercizio (le immagini vanno verificate da personale qualificato per un nu- mero considerevole di ore lavorative), non siano la soluzione più efficace. È ormai un dato di dominio pubblico che solo il 6% dei reati contro il patrimonio viene ri- solto grazie alle registrazioni video, una percentuale ancora inferiore per i reati contro la persona. Un grande investimento che pesa sulle casse del Comune e produce un risultato modesto, anche in termini di deterrenza. Se il Comune investisse solo una parte di queste cifre per agevolare i commercianti e i cittadini che volessero dotarsi di sistemi di allarme antintrusione di nuova generazione otterremmo più facilmente risultati migliori. L’illuminazione pubblica invece, è un fattore decisivo per favorire la sicurezza del citta- dino, ancor più nel caso dei reati contro la persona. Non tutti sanno che a Mogliano, in particolare nell’ultimo anno, la nostra amministrazione ha interrotto, sistematicamente e a zone, l’illuminazione notturna di alcune vie per pochi giorni, a macchie di leopardo. I periodi sono molto brevi, in modo che il cittadino non ha neppure il tempo di opporre la sua contrarietà ad una pratica di risparmio così penalizzante ed antidiluviana. Anziché spegnere le luci dobbiamo accenderle di più, avviando un grande piano di ri- qualificazione dell’illuminazione pubblica di Mogliano, sostituendo i vecchi lampioni con moderne lampade al LED con un risparmio dell’80% sulla bolletta energetica e contem- poraneamente avere strade e piazze più illuminate. 7
CULTURA E TURISMO Sono due temi tra loro strettamente legati in un rapporto di reciproca dipendenza. Il tu- rismo della nostra città vive e si alimenta di riflesso dalla vicina Venezia, raccogliendone semplicemente le briciole e non proponendo alcun elemento di originalità che potrebbe favorire un prolungamento di vacanza ai turisti. Abbiamo una Abbazia con mille anni di storia, con splendidi affreschi trecenteschi che non sono neppure visitabili! Pensiamo a quanta frequentazione, magari anche solo sera- le, potrebbe portare una adeguata pubblicità nelle nostre strutture ricettive. Serve dare valore in senso turistico e culturale alle figure e alle opere di almeno quattro moglianesi illustri: Giambattista Piranesi, Giuseppe Berto, Toti Dal Monte e Toni Benet- ton, per costruire percorsi ed eventi culturali in grado di motivare un giorno di sosta in più per il turista. Tutti interventi realizzabili utilizzando parte della imposta di soggiorno. In accordo con un soggetto privato specializzato sarà possibile realizzare un Ostello per la Gioventù, a servizio del turismo giovanile che gravita su Venezia. La struttura si può re- alizzare in concessione per esempio presso l’ala sud delle Scuole Piranesi, recuperando un’area attualmente degradata , unendola al Parco di Villa Stucky-Longobardi e ottenen- do nuovi spazi per la nostra Biblioteca Comunale, a costo zero per il Comune. I locali attualmente utilizzati da PuntoComune e Anagrafe in piazzetta del Teatro, di pro- prietà del Comune, in prospettiva vanno liberati dagli uffici per consentire l’uso originario come Sala per cinema, teatro e musica adeguata alle esigenze della città. Gli uffici tro- veranno sede nella nuova piazza che sarà realizzata nell’area ex Macevi. Villa Testani, lascito di un benefattore moglianese, va recuperata e destinata a sede per associazioni culturali della nostra città, rispettando così anche i desideri del donatore. 8
SCUOLA – SPORT – ASSOCIAZIONI I servizi parascolastici (mensa e trasporti) sono stati in questi ultimi anni fortemente penalizzati dalla scelta di scaricarne interamente il costo sull’utenza, senza fornire va- lide alternative alle famiglie. La passata amministrazione di fatto ha elevato il costo del buono pasto per le famiglie con più figli, rendendolo in molti casi insostenibile, specie per i monoreddito (innescando tra l’altro la “protesta del panino”). Inoltre ha esternalizzato il servizio mensa affidandolo ad un soggetto privato (prima era gestito dalla società “MOSE” partecipata dal comune), con gravi e immediate ripercus- sioni negative sulla qualità e il gradimento dei pasti. È stato aumentato a tal punto il costo dei trasporti scolastici da mettere a rischio la fat- tibilità di un servizio storico molto importante, soprattutto per i residenti delle frazioni: gli utenti del servizio sono passati dai 370 del 2009 ai 236 del 2013. Un terzo delle fami- glie ha ritenuto che il servizio non fosse all’altezza del costo che comportava, davvero un grande successo! Io propongo che la pubblica amministrazione torni ad agevolare il costo della mensa per le famiglie con più di un figlio in età scolare, reintroducendo lo sconto del 50% per il se- condo figlio e la gratuità per il terzo figlio. In un’ottica di incentivi dei pochi servizi pubblici di trasporto (e il trasporto scolastico è uno di questi) che tiene conto anche dell’educazione dei nostri figli, fatta salva la libertà di scegliere, troviamo importante che almeno non si penalizzi l’utente del pulmino sco- lastico: se il comune decide di intervenire riducendo il costo del servizio per l’utenza del 25% è probabile che aumenti il numero di utilizzatori, mantenendo un costo accettabile sulla fiscalità generale. L’amministrazione deve attrezzarsi per intervenire anche nelle necessità di sostegno al disagio scolastico, un fenomeno sempre più frequente che appesantisce molte classi, fornendo supporto alle famiglie per una maggiore connessione con i servizi sanitari di prevenzione (USSL) e di volontariato (Leva Civile, Soms e Parrocchie, ...) esistenti nel no- stro territorio e contribuendo al sostegno economico alla scuola in presenza di alunni non presi in carico dal sistema sanitario. Un importante obiettivo per offrire ai nostri figli una istruzione di qualità è la disponibilità di una lavagna elettronica (LIM) in ogni aula della scuola primaria e secondaria inferiore, strumento ormai divenuto indispensabile nelle moderne attività didattiche. L’educazione e la formazione sono realtà che stanno molto a cuore alle famiglie: il nostro comune dovrebbe promuovere, assieme agli Istituti Comprensivi di Mogliano, al CTP e alle Associazioni Genitori un percorso permanente di incontri rivolti agli adulti sulle te- matiche che associano la scuola al territorio. La scuola è anche la palestra dove si rinforzano i talenti dei ragazzi, si sviluppano le potenzialità personali di ciascuno. Usiamo al meglio gli spazi che abbiamo con questo obiettivo. Una buona esperienza fatta in altri comuni è il prolungamento facoltativo dell’orario di utilizzo delle scuole primarie fino alle 18:00, dedicando il pomeriggio per le attività for- mative attraverso una convenzione con soggetti privati competenti sui temi: scuola di avviamento allo sport, scuola di avviamento alle arti, scuola di attività manuale e scuola di relazioni. Se dallo sport possono venire importanti risorse (di volontariato) per la scuola, è altret- 9
tanto necessario che alcuni significativi investimenti aiutino il settore sportivo a su- perare l’attuale carenza di spazi-palestra per le attività formative sportive. Inoltre, le palestre esistenti sono di mantenimento piuttosto costoso, essendo state concepite in epoca poco sensibile al risparmio energetico. Vanno individuati nuovi spazi da dedicare a queste attività, anche con tipologie più “leggere” e con cubature inferiori, in maniera da liberare spazi-palestra in favore di altre. Un importante progetto che intendo promuovere, significativo per l’ambito del volonta- riato sportivo, scolastico e socialmente indispensabile, è quello dell’invecchiamento at- tivo che prevede il coinvolgimento delle persone che stanno terminando l’attività lavora- tiva attraverso: animazione, gestione attività sportive, custodia e vigilanza di biblioteche e spazi e parchi pubblici; conduzione di appezzamenti di terreno i cui proventi sono de- stinati ad uso sociale; iniziative volte a far conoscere e perpetuare le tradizioni di artigia- nato locale; assistenza culturale e sociale, interventi di carattere ecologico nel territorio; “angeli di quartiere”, cioè persone che svolgono un servizio di informazione e assistenza agli anziani per attività come leggere le bollette, pagare i tributi, ottenere un documento, comprare le medicine. In particolare nell’ambito sportivo queste risorse possono trovare un ampio impiego in progetti “sport-scuola” e “sport-salute”, nei quali si possono abbinare impieghi di com- petenze personali alla pratica sportiva individuale. Il sale della vita civile resta comunque la partecipazione dei cittadini alle scelte ammi- nistrative, il loro coinvolgimento nella individuazione dei bisogni e delle risposte da dare a questi con politiche adeguate. Nell’ultimo periodo l’amministrazione comunale sembra aver dimenticato questa necessità, sorvolando sulle richieste di ascolto che il nostro ter- ritorio esprime, minimizzando le istanze che provengono dalle Associazioni di Quartiere e dalla Consulta del Volontariato, privilegiando alcune realtà associative a discapito di altre, a volte persino con il tentativo di svuotare di significato e di rappresentanza queste forme di partecipazione. Dobbiamo avere il coraggio di trasformare, investendo in formazione, i Consigli di Quar- tiere e la Consulta del Volontariato in altrettanti Centri di Ascolto, da mettere in rete con tutti gli altri Centri attualmente esistenti (Caritas, Leva Civile, Cospes) e in grado di con- frontarsi periodicamente con l’amministrazione su di un livello paritario, per trasmettere i bisogni dei cittadini, ma anche in grado di mettere in moto quelle risorse di volontariato così presenti nella nostra città. Si tratta di un primo importante passo nella costruzione di un Bilancio Sociale dell’atti- vità del nostro comune, cioè della consapevolezza che le politiche pubbliche non devono solo rispondere ad un equilibrio economico-finanziario, ma devono soprattutto rendere conto dei benefici sociali che possono apportare all’intera comunità, il cui capitale è co- stituito dai cittadini, che sono prima di tutto persone. 10
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