Principali malattie infettive del cane trasmesse da vettore
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Principali malattie infettive del cane trasmesse da vettore. Manuale clinico-terapeutico - Valentina Foglia Manzillo, Gaetano Oliva. Omaggio per i Sigg. Medici Veterinari Principali malattie infettive del cane trasmesse da vettore Codice 82541617 Manuale clinico-terapeutico Finito di stampare nel mese di dicembre 2009 Realizzazione editoriale, grafica e impaginazione: Valentina Foglia Manzillo Imagine srl - Gallarate Gaetano Oliva Animal Health
Principali malattie infettive del cane trasmesse da vettore Manuale clinico-terapeutico Valentina Foglia Manzillo Gaetano Oliva Animal Health
Prefazione Le malattie trasmesse da artropodi vettori nel cane (Canine Vector Borne Diseases - CVBD) costituiscono uno dei capitoli più affascinanti e complessi della medicina interna, particolarmente importanti anche in virtù del risvolto zoonosico che ne caratterizza alcune. I cambiamenti micro e macro-climatici degli ultimi decenni, gli adattamenti di ospiti e vettori alle mutate condizioni ambientali, il ruolo sociale del cane nei paesi industrializzati (compagno di viaggio... compagno di vita), i sempre più frequenti spostamenti umani ed animali intereuropei ed intercontinentali, rappresentano solo alcuni dei fattori alla base del costante aumento di queste malattie. Per questo motivo, abbiamo ritenuto utile fornire al Medico Veterinario uno strumento di agile consultazione, per richiamare alla mente in maniera ‘istantanea’ le principali nozioni clinico-terapeutiche delle CVBD. Ci rendiamo perfettamente conto che racchiudere in poche pagine tutte le informazioni che sarebbero necessa- rie al clinico per la diagnosi e la terapia delle CVBD è praticamente impossibile ed è comunque lontano dallo scopo che ci siamo prefissi. Il presente manuale pertanto deve essere inteso esclusivamente come un ‘memorandum’ che aiuti il Medico Veterinario ad orientarsi nella sfida diagnostica di tali patologie. Oltre ad attingere alla nostra esperienza clinica e scientifica, molto di quanto descritto nel testo è frutto di diversi incontri internazionali (CVBD World Forum Symposium), nei quali un gruppo di esperti provenienti da varie parti del mondo, con cadenza annuale, si riunisce per fare il punto sulle varie CVBD. Ai Colleghi del CVBD World Forum va un sentito ringraziamento per l’estrema qualità delle loro ricerche scientifiche che costituiscono la base di buona parte dell’attuale aggiornamento clinico. Per rendere più agevole la consultazione del testo e per non allontanarsi dall’obiettivo iniziale, la bibliografia inserita, necessariamente non completa, vuole rappresentare esclusiva- mente uno stimolo ad approfondire le tematiche trattate e non un puntuale riferimento ai singoli aspetti descritti. Ci scusiamo in partenza con gli Autori che non sono stati citati. Il nostro sforzo non sarebbe stato possibile senza il supporto dell’azienda Bayer che desideriamo vivamente ringraziare, in particolare nella persona del Dr. Diego Gatti*. È auspicabile che questo manuale contribuisca ad appassionare sempre più i Colleghi allo studio e alla risoluzione delle pro- blematiche connesse alle CVBD. Restiamo a disposizione per qualunque richiesta di chiarimento e, soprattutto, saremo ben felici di ricevere proposte di collaborazione nell’approfondimento di casi clinici correlabili a CVBD. Gli Autori Dr.ssa Valentina Foglia Manzillo Ricercatrice presso il Dipartimento di Scienze Cliniche Veterinarie, Facoltà di Medicina Veterinaria, Università degli Studi di Napoli Federico II (email: valentina.foglia@unina.it) Prof. Gaetano Oliva* Ordinario di Clinica Medica Veterinaria, Dipartimento di Scienze Cliniche Veterinarie, Facoltà di Medicina Veterinaria, Università degli Studi di Napoli Federico II (email: gaeoliva@unina.it) *Membro del CVBD World Forum
Zecche Anaplasmosi granulocitica 9 Babesiosi canina 13 Borrelliosi 17 Ehrlichiosi monocitica canina 21 Encefalite da zecche (TBE) 25 Hepatozoonosi canina 28 Rickettsiosi 31 Trombocitopenia ciclica infettiva 34
Zecche INDICE Anaplasmosi granulocitica 9 Babesiosi canina 13 Borrelliosi 17 Ehrlichiosi monocitica canina 21 Encefalite da zecche (TBE) 25 Hepatozoonosi canina 28 Rickettsiosi 31 Trombocitopenia ciclica infettiva 34 Flebotomi Leishmaniosi canina 39 Pulci Bartonellosi 47 Tabelle 53
9 Anaplasmosi granulocitica da Anaplasma phagocytophilum Agente patogeno Anaplasma phagocytophilum, batterio Gram negativo dell’Ordine Rickettsiales, a localiz- zazione obbligatoria intracellulare (granulo- citi neutrofili). Sotto la denominazione attuale di Anaplasma Immagine gentilmente concessa phagocytophilum sono compresi tre batteri pri- dal Prof. Gad Baneth, Hebrew University, Israel ma classificati come Ehrlichia equi, Ehrlichia phagocytophila e il batterio responsabile del- Figura 1: Morula di Anaplasma la HGE (Human Granulocytic Ehrlichiosis). phagocytophilum in un granulocita Anaplasma phagocytophilum, pertanto, è da ri- neutrofilo tenere l’unico agente responsabile dell’Anapla- smosi granulocitica, nell’uomo e negli animali. Vettore Zecche del genere Ixodes, in Italia Ixodes ricinus (Figura 2). Figura 2: Ixodes ricinus
Distribuzione Diagnosi Ixodes ricinus è distribuita in tutte le regioni italiane. Segni clinici A differenza di Rhipicephalus sanguineus, Ixodes rici- nus trova il suo habitat naturale nei boschi e negli am- Il periodo di incubazione dopo l’esposizione alla zecca bienti rurali, con grande capacità di attaccare diversi è di circa 7-14 giorni. ospiti animali, domestici e selvatici, compreso l’uomo. In letteratura è riportata una maggiore incidenza della malattia nei cani di 8 anni o più, in particolare nei Gol- den retrievers e nei Labrador. La sintomatologia è associata alla fase acuta dell’infezio- ne, caratterizzata dalla batteriemia. La gravità dei segni clinici può variare notevolmente e durare da uno a più giorni. I sintomi più frequentemente riportati sono febbre alta, letargia, anoressia, dolorabilità muscolare, poliar- trite e riluttanza al movimento. Raramente sono descritti segni gastrointestinali (vomito, diarrea), respiratori (tos- se, polipnea) e nervosi (atassia, crisi convulsive, ottusità mentale). Come per l’Ehrlichiosi, la fase acuta può de- correre in forma asintomatica. A differenza dell’Ehrlichiosi non è descritta una fase clinica subacuta-cronica. È vero, tuttavia, che sperimen- talmente è stata dimostrata la possibilità di infezione cro- nica (carrier asintomatici del batterio), fino ad un anno dall’infezione acuta. Il ruolo dei portatori cronici in natu- ra, e la possibilità che gli stessi esprimano sintomatologia, Modalità di trasmissione è tuttora oggetto di studio. La trasmissione avviene attraverso la zecca. Dopo un pa- sto di sangue infetto i batteri penetrano all’interno della cellula ospite sotto forma di fagosomi quindi si moltipli- Ricorda che cano per scissione binaria formando grossi corpi inclu- Recenti lavori siero-epidemiologici confermano la si (morule, Figura 1). La successiva morte della cellula presenza di Anaplasma phagocytophilum su tutto il ospite causa il dissolversi della morula, la liberazione dei territorio italiano, sia negli animali domestici che batteri nel sangue periferico e l’infezione di altri granu- selvatici. Dagli stessi animali sono stati identifica- lociti neutrofili. ti (PCR) diversi ceppi batterici, la cui patogenici- tà, per gli animali e per l’uomo, è ancora oggetto di studio. A dispetto di una siero-prevalenza rela- Tempi di trasmissione tivamente elevata in alcune regioni, i casi clinici Non è noto precisamente il tempo necessario affinché la descritti nel cane in Italia sono estremamente rari. Ciò porta a ritenere che la malattia sia sottostimata. zecca, durante il suo pasto di sangue, riesca a trasmettere il batterio all’ospite vertebrato. I tempi riportati in lette- ratura sono di circa 24 ore.
Esami di laboratorio Prevenzione ó Esame emocromocitometrico: moderata o grave 11 Sul vettore trombocitopenia. La neutropenia è rara. I cani dovrebbero essere trattati preventivamente contro ó Esami ematobiochimici: aumento dei livelli sierici le zecche prima dell’inizio della stagione a rischio (fine dell’ALP, ipoalbuminemia (legata allo stato febbrile), febbraio-inizio marzo), preferendo prodotti ben tollerati, iperfibrinogenemia. a lunga persistenza e dotati di attività repellente contro le zecche oltre che acaricida. Il trattamento dovrebbe esse- Test diagnostici re ripetuto per tutto il periodo a rischio, fino alla fine di settembre-novembre, a seconda delle zone. ó Diagnosi microscopica: su strisci di sangue con co- lorazione Diff-Quick. L’identificazione delle morule Dopo avere frequentato aree a rischio è importante ispe- all’interno del citoplasma dei granulociti neutrofili è zionare se stessi ed il proprio cane. Le zone del corpo pre- possibile durante la fase acuta dell’infezione, quando ferite dalle zecche per effettuare il pasto di sangue sono i batteri sono numerosi. Le morule sono raramente inguine, ascelle, testa, torace. evidenti in soggetti con infezione cronica o portato- ri asintomatici. A volte l’identificazione delle morule Non essendo noti i tempi di trasmissione del patogeno può essere eseguita anche su strisci ottenuti da liquido durante il pasto di sangue è buona norma staccare la zec- sinoviale. ca il prima possibile dal cane facendo attenzione a non lasciare infisso l’apparato buccale nella cute dell’ospi- ó Test di immunofluorescenza indiretta (IFAT) o ELISA te. Utilizzare esclusivamente delle pinzette, effettuando per la ricerca di anticorpi anti-A. phagocytophilum. La cross-reattività tra A. phahgocytophilum ed altri un movimento rotatorio, non premendo eccessivamente agenti patogeni trasmessi da zecche, in particolare sull’addome della zecca (Figura 3). Ehrlichia canis, è considerata poco frequente. Per- tanto, i cani che esibiscano segni clinici acuti ed al- terazioni di laboratorio riferibili a patologie trasmesse da zecche ma che risultino sieronegativi per Ehrlichia canis, dovrebbero essere sottoposti a test specifici per Anaplasma phagocytophilum. I titoli anticorpali con- siderati positivi, in presenza di sintomatologia, sono superiori od uguali a 1:80; la siero conversione durante la fase acuta è considerata specifica. ó PCR: per identificare il DNA del batterio. Può esse- re una metodica utile per differenziare le infezioni da Anaplasma da quelle sostenute da Ehrlichia. È suffi- cientemente dimostrato che la PCR eseguita su sangue può risultare negativa in soggetti sani sieropositivi, poiché il batterio può circolare in maniera intermitten- te nel sangue periferico. Figura 3: Distacco di una zecca con pinzetta Vaccini Diagnosi differenziale Non esistono vaccini disponibili. Ehrlichiosi, Borrelliosi, Babesiosi.
Terapia In generale, la terapia per l’Anaplasmosi non differisce da quella per l’Ehrlichiosi. In letteratura esistono tuttavia alcune variazioni riguardanti il dosaggio e i tempi di som- ministrazione della Doxiciclina che resta il farmaco di elezione. Il protocollo più riportato è: Doxiciclina: 5-10 mg/kg, per os, SID o BID, per 30 giorni. I segni clinici scompaiono di solito in 24-48 ore e la pro- gnosi è eccellente. Non è noto se la terapia sia sufficiente ad eradicare definitivamente il batterio dall’organismo. Suggerimenti pratici Nei cani esposti alle zecche, in particolare quelli che vivo- no o soggiornano in aree rurali/boschive, la febbre elevata, associata a segni di zoppia (a volte un solo arto, in manie- ra intermittente), deve sempre far sospettare l’infezione da Anaplasma. In corso di Ehrlichiosi e di Leishmaniosi, infatti, la zoppia legata all’artropatia da immunocomples- si è quasi sempre afebbrile o è tipica della fase cronica (Ehrlichiosi). Zoonosi Anaplasma phagocytophilum è patogeno per l’uomo. Il ruolo del cane e di altri animali domestici (cavallo, bo- vino, pecora) quali reservoir attivi del batterio è tuttora sotto indagine. La malattia nell’uomo è caratterizzata da febbre, malessere generale, cefalea, mialgia, altralgia. An- Letture consigliate: che nell’uomo possono manifestarsi disturbi neurologici. Alleman AR, WamsleyHL. An update on anaplasmosis in dog. Veterinary Medicine. 2008; 212-220. Torina A, Alongi A, Naranjo V, Scimeca S, Nicosia S, Di Mar- co V, Caracappa S, Kocan KM, de la Fuente J. Characterization of Anaplasma infections in Sicily, Italy. Ann N Y Acad Sci. 2008 Dec; 1149:90-3. Ebani V, Cerri D, Fratini F, Ampola M, Andreani E. Seropreva- lence of Anaplasma phagocytophilum in domestic and wild ani- mals from central Italy. New Microbiol. 2008 Jul; 31(3):371-5. Greig B., Armstrong PJ. Canine Granulocytotropic Anaplasmosis. In: Greene C.E. Infectious diseases of the dog and cat, third edi- tion. Saunders Company, 2006.
13 Babesiosi canina Agente patogeno (In Italia) Babesia canis canis, Babesia canis vogeli protozoi del genere Babesia sottotipo Babe- sia canis a localizzazione intraeritrocitaria (Figura 1). N.B. Recentissimamente, è stato segnalato il primo caso di infezione da Babesia gibsoni in Italia, in un cane affetto da sintomatologia in parte sovrapponibile a quella da Babesia ca- nis. La reale diffusione di Babesia gibsoni nel Figura 1: Babesia canis spp. nostro Paese è ancora da investigare. Vettore (In Italia) Rhipicephalus sanguineus (Babesia canis vogeli) (Figura 2), Dermacentor reticulatus (Babesia canis canis). Figura 2: Rhipicephalus sanguineus
Distribuzione cani da combattimento. Questo dato viene portato a sup- porto della possibilità di trasmissione attraverso lo scam- Come già descritto, Ripicephalus sanguineus (Figura 2) bio sangue/sangue provacato da ferite da combattimento. è distribuita su tutto il territorio Nazionale; Dermacentor reticulatus è segnalata solo in alcune aree del Nord Italia. Tempi di trasmissione Non è noto precisamente il tempo necessario affinché la zecca, durante il suo pasto di sangue, riesca a trasmettere il protozoo all’ospite vertebrato, solitamente oltre le 24 ore. È utile ricordare che i tentativi di rimozione mec- canica delle zecche, eseguiti con manualità e mezzi non idonei, possono ‘disturbare’ l’insetto favorendo il rigurgi- to di agenti patogeni. Diagnosi Segni clinici Il periodo di incubazione dopo l’esposizione alla zecca è di circa 7-21 giorni. La gravità dei segni clinici varia in dipendenza della sot- tospecie di Babesia canis in causa; solitamente l’infezio- ne da Babesia canis canis è più grave di quella causata da Babesia canis vogeli. Babesia canis canis: i segni clinici sono correlati all’e- Modalità di trasmissione molisi acuta. Febbre, anoressia, depressione del sensorio, mucose pallide/itteriche e splenomegalia rappresentano i La trasmissione avviene attraverso la zecca. È possibile segni clinici più frequentemente riportati. la trasmissione per via transtadiale e per via transovarica, per cui le zecche rimangono infettanti in qualunque sta- Babesia canis vogeli: i segni clinici, non differenti da dio (larva, ninfa, adulto) e per diverse generazioni (l’in- queli sopra riportati, sono di solito di più lieve entità fezione può rimanere attiva all’interno della popolazione o assenti. di zecche per oltre 5 anni senza che venga compiuto un pasto di sangue su cani infetti). Dopo il pasto di sangue L’infezione può decorrere anche in forma sub-clinica o infetto, i protozoi penetrano all’interno dei globuli rossi cronica. I cani che guariscono, infatti, anche dopo tratta- dell’ospite recettivo dove si dividono per scissione bina- mento terapeutico, possono diventare portatori di Babesia ria, per poi abbandonare la cellula e parassitare altri eri- (infezione cronica). Cani con infezione sub-clinica posso- trociti. no andare incontro ad una riacutizzazione della patologia in seguito a stress, terapie immunosoppressive, malattie concomitanti. Il ruolo del cane come ‘carrier asintomati- Altre vie di trasmissione co’ è dimostrato. Le trasfusioni di sangue possono costituire un potenziale Nelle fasi croniche o di portatore sano, può esserci solo pericolo, per cui i donatori dovrebbero essere testati ac- un calo delle prestazioni (cani da caccia). curatamente. La sintomatologia può essere inoltre complicata anche da Babesia gibsoni è molto frequente (non in Europa) nei co-infezioni con altri patogeni trasmessi da zecche. Fre-
quenti sono le co-infezioni con E. canis. ó PCR: per identificare il DNA del protozoo e distin- guere le diverse specie di Babesia. 15 Esami di laboratorio Diagnosi differenziale ó Anemia rigenerativa (di solito macrocitica-ipocromica, con dimostrazione di reticolocitosi), trombocitopenia, Ehrlichiosi, Leishmaniosi, Anaplasmosi, Epatozoonosi, aumento di ALT, ALP, Bilirubina totale, Urea. Anemia emolitica autoimmune ed immunomediata. ó Esame delle urine: bilirubinuria, emoglobinuria, protei- Prevenzione nuria, cilindri granulari. Sul vettore ó In virtù della presenza di anticorpi anti-emazie, il test di I cani dovrebbero essere trattati preventivamente contro Coombs può risultare positivo. le zecche prima dell’inizio della stagione a rischio (fine febbraio-inizio marzo), preferendo prodotti ben tollerati, Le alterazioni clinico-patologiche variano a seconda della a lunga persistenza e dotati di attività repellente contro le gravità dell’infezione e della fase acuta o cronica. zecche oltre che acaricida. Il trattamento dovrebbe esse- re ripetuto per tutto il periodo a rischio, fino alla fine di Ricorda che settembre-novembre, a seconda delle zone. La trombocitopenia è molto frequente! Dopo avere frequentato aree a rischio è importante ispe- zionare se stessi ed il proprio cane. Le zone del corpo pre- L’anemia mostra segni di rigenerazione solo dopo ferite dalle zecche per effettuare il pasto di sangue sono 3-4 giorni! inguine, ascelle, testa, torace. L’aumento della bilirubina non è sempre rilevabile! Non essendo noti i tempi di trasmissione del patogeno Ci può essere aumento degli enzimi durante il pasto di sangue è buona norma staccare la zec- muscolari (CPK)! ca il prima possibile dal cane facendo attenzione a non lasciare infisso l’apparato buccale nella cute dell’ospi- te. Utilizzare esclusivamente delle pinzette, effettuando Test diagnostici un movimento rotatorio, non premendo eccessivamente sull’addome della zecca. ó Diagnosi microscopica: su strisci di sangue con co- lorazione Diff-Quick. L’identificazione del protozoo all’interno del citoplasma dei globuli rossi è relativa- Vaccini mente semplice. I parassiti generalmente sono visibili solo durante la fase acuta. In Europa è registrato un vaccino nei confronti di Babe- sia canis spp. ottenuto da colture cellulari. Il vaccino non ó Test di immunofluorescenza indiretta (IFAT) per previene l’infezione ma rende meno severa la parassite- la ricerca di anticorpi anti-Babesia canis nel siero. mia e limita la gravità dei segni clinici. La protezione vac- Non è considerata una metodica diagnostica utile in cinale è assicurata solo nei confronti dei ceppi omologhi. corso di infezioni acute, poiché la comparsa dei segni clinici di solito precede quella degli anticorpi e non Terapia permette di differenziare le diverse specie di Babesia. Può essere un mezzo affidabile per svelare parassite- Imidocarb diproprionato: 5.0 - 6.6 mg/kg i.m. o s.c., da mie occulte soprattutto in aree non endemiche. ripetere dopo 2-3 settimane.
L’imidocarb è attivo, allo stesso dosaggio, nei confronti di Ehrlichia canis. Al contrario, l’imidocarb non è attivo nei confronti di Babesia gibsoni, il cui trattamento d’elezio- ne è rappresentato dalla combinazione tra l’Atovaquone e l’Azatromicina. Il trattamento terapeutico non consente la guarigione parassitologica. Nei casi gravi e complicati è necessario associare alla te- rapia anti-Babesia una adeguata terapia di supporto (flui- do terapia, trasfusione di sangue, ecc.). Nessun trattamento è in grado di eliminare definitivamen- te il parassita, per cui i soggetti infetti diventano portatori cronici e potenziali serbatoi di infezione. Suggerimenti pratici Eseguire sempre un accurato esame microscopico dello striscio di sangue periferico. Escludere le possibili co-infezioni. Zoonosi Le specie più frequentemente coinvolte nella babesiosi umana sono Babesia microti e Babesia divergens, entram- be non segnalate nel cane. In alcune zecche raccolte in Emilia Romagna, è stata segnalata la presenza di Babesia microti-like (Theileria annae), patogena per il cane ma non considerata patogena per l’uomo (allo stato attuale). Letture consigliate: Trotta M, Carli E, Novari G, Furlanello T, Solano-Gallego L. Clinicopathological findings, molecular detection and cha- racterization of Babesia gibsoni infection in a sick dog from Italy. Vet Parasitol. 2009 Nov 12; 165(3-4):318-22. Cassini R, Zanutto S, Frangipane di Regalbono A, Gabrielli S, Calderini P, Moretti A, Tampieri MP, Pietrobelli M. Canine piroplasmosis in Italy: epidemiological aspects in vertebrate and invertebrate hosts. Vet Parasitol. 2009 Oct 28; 165(1-2):30-5. Solano-Gallego L, Trotta M, Carli E, Carcy B, Caldin M, Fur-
17 Borrelliosi (Malattia di Lyme) Agente patogeno (In Italia) Borrelia burgdorferi, batterio dell’ordine Spirochetales, più vicino al gruppo dei Gram negativi, ma non classificabile in esso con sicurezza. Il complesso Borrelia burgoderferi ‘sensu lato’ comprende altri batteri patogeni per l’uomo e per altri animali: Bor- relia burgdorferi ‘sensu strictu’, Borrelia afzeli e Borrelia garinii. Il complesso Borrelia burgdorferi ‘sensu lato’ è responsabile della malattia di Lyme nel cane e nell’uomo, anche se la reale patogenicità di Borrelia afzeli e Borrelia garinii per il cane è ancora oggetto di discussione. Altre specie di Borrelia sono state identificate sia nell’uomo che nelle zecche vettrici; la loro patogenicità per il cane non è nota. La grande variabilità di specie potrebbe spiegare, almeno in parte, le differenti manifestazioni dell’infezione e della malattia nel cane. Vettore (In Italia) Zecche del genere Ixodes, in Italia Ixodes ricinus. Ixodes ricinus è distribuita in tutte le regioni italiane. A differenza di Ripicephalus sanguineus, Ixodes ricinus trova il suo habitat naturale nei boschi e negli ambienti rurali, con grande capacità di attaccare diversi ospiti animali, domesti- ci e selvatici, compreso l’uomo. Nei Paesi del Nord Europa viene sempre più frequentemente riportato l’adattamento di Ixodes ricinus in ambienti urbani.
Distribuzione fetti non sviluppa segni clinici. La prima manifestazione clinica, purtroppo quasi mai rilevabile, è un rash cutaneo, Il complesso Borrelia burgdorferi ‘sensu lato’ è presen- spesso transitorio, che si sviluppa nella zona di puntura te in Italia, come dimostrato dagli isolamenti ottenuti in della zecca. Tale manifestazione è descritta frequentemente pazienti umani e dal costante ritrovamento del DNA del nell’uomo, con progressiva estensione nella zona coinvolta batterio nelle zecche della specie Ixodes ricinus, in diver- o ad altre zone del corpo (eritema migrante) (Figura 1). In se regioni del nostro Paese. condizioni naturali non è noto il tempo di incubazione; spe- rimentalmente gli anticorpi compaiono dopo 4-6 settimane A dispetto di ciò e, nonostante la frequente segnalazione dalle punture infettanti, e i segni clinici si sviluppano entro di sieropositività (la cui specificità non sempre è atten- i 5 mesi. I più frequentemente riportati sono: febbre (a volte dibile) nel cane, non esistono descrizioni bibliografiche intermittente), zoppia (uno o più arti coinvolti), linfadeno- relative all’isolamento di Borrelia burgdorferi nel cane in patia, malessere generalizzato. Caratteristicamente, la zop- Italia, né in soggetti infetti né in cani che esprimano segni pia può risolversi spontaneamente (nella maggioranza dei clinici riferibili a malattia di Lyme. casi) dopo 3-4 giorni, e ricomparire ogni 2-4 settimane per 2-3 volte. In rari casi sono stati descritti disturbi neurologi- Modalità di trasmissione ci e coinvolgimento miocardico, riportati anche nell’uomo. La trasmissione avviene attraverso la zecca. Anche le nin- fe sono infettanti; la trasmissione trans-ovarica non è con- siderata una via importante per il mantenimento dell’infe- zione nelle zecche. Gli ospiti naturali della Borrelia sono piccoli roditori selvatici che costituiscono i serbatoi prin- cipali. I batteri penetrati nella cute dell’ospite vengono veicolati ai linfonodi regionali e disseminati in tutto l’or- ganismo. La batteriemia è scarsa, per cui si ritiene che le manifestazioni cliniche siano dovute ad aberrazioni della risposta immunitaria. Tempi di trasmissione Non è noto precisamente il tempo necessario affinché la zecca, durante il suo pasto di sangue, riesca a trasmettere il batterio all’ospite vertebrato. Si pensa che la zecca debba rimanere attaccata almeno 24 ore per trasmettere Borrelia burgdorferi, ma recente- mente è stato evidenziato che le zecche, il cui pasto di sangue venga interrotto o disturbato, possono trasmettere l’infezione anche in meno di 16 ore. Immagine gentilmente concessa Diagnosi dal Prof. A. Cascio, Università di Messina. Figura 1: Eritema migrante Segni clinici Importante: Anche nei Paesi dove sono segnalati casi clinici di malat- tia di Lyme nel cane, un’elevata percentuale di soggetti in- Lo sviluppo di artrite cronica, caratteristica dell’uomo, a distanza di anni dall’episodio acuto, è ancora oggetto di
studio nel cane. a lunga persistenza e dotati di attività repellente contro le zecche oltre che acaricida. Il trattamento dovrebbe esse- 19 Esami di laboratorio re ripetuto per tutto il periodo a rischio, fino alla fine di settembre-novembre, a seconda delle zone. Non sono riportate alterazioni ematologiche od emato- biochimiche indicative di malattia di Lyme. Dopo avere frequentato aree a rischio è importante ispe- zionare se stessi ed il proprio cane. Le zone del corpo pre- Alcuni cani possono mostrare proteinuria, in seguito al ferite dalle zecche per effettuare il pasto di sangue sono danno glomerulare. inguine, ascelle, testa, torace. Test diagnostici Non essendo noti i tempi di trasmissione del patogeno durante il pasto di sangue è buona norma staccare la zec- ó Test di immunofluorescenza indiretta (IFAT) o ELISA ca il prima possibile dal cane facendo attenzione a non per la ricerca di anticorpi anti-Borrelia burgdorferi. Solo lasciare infisso l’apparato buccale nella cute dell’ospi- in presenza di segni clinici riportabili alla malattia di te. Utilizzare esclusivamente delle pinzette, effettuando Lyme (febbre, zoppia intermittente, rash cutaneo) questi un movimento rotatorio, non premendo eccessivamente test sono considerati attendibili e comunque non suffi- sull’addome della zecca. cienti per una diagnosi definitiva. Gli anticorpi possono persistere per anni, sia negli animali guariti spontanea- Vaccini mente, sia in quelli sottoposti a terapia antibiotica. Ad oggi sono presenti sul mercato mondiale 6 vaccini, alcuni dei quali disponibili anche in Europa. Tali vaccini ó Western Immunoblot: tecnica molto specifica, utilizzata in sono di solito costituiti da antigeni delle proteine di su- laboratori specializzati, a scopo di ricerca o per la confer- perficie (OSP A). La loro efficacia non è certa né assoluta, ma della siero-positività ottenuta con IFAT o con Elisa. in virtù della presenza di diverse ‘genospecie’ presenti in Europa ed in virtù del loro particolare meccanismo d’a- ó Coltura batterica: riservata solo a laboratori specializzati zione (interferenza del trasferimento del batterio dall’in- per la conferma diagnostica definitiva, da campioni bio- testino della zecca alle ghiandole salivari) che prevede logici (cute, liquido o membrane sinoviali). Ha lo svan- quote elevate e costanti di anticorpi presenti in circolo. taggio di richiedere terreni selettivi speciali e tempi di crescita molto lunghi (6-8 settimane). Terapia ó PCR: per identificare il DNA del batterio da differenti ma- Il trattamento antibiotico può variare da caso a caso, in trici tissutali. È una metodica altamente specifica e sensi- dipendenza di numerosi fattori. bile, di solito integrata con le tecniche prima indicate. L’antibiotico di scelta è la doxiciclina, 10 mg/kg BID, per Diagnosi differenziale 30 giorni. In alternativa, possono essere utilizzati l’amo- Anaplasmosi granulocitica, Ehrlichiosi, Hepatozoonosi. xicillina, 20 mg/kg TID, l’azitromicina, 25 mg/kg SID per 10-20 giorni. Prevenzione Questi antibiotici, somministrati per OS, vengono di so- Sul vettore lito suggeriti durante la fase acuta della malattia. In caso di manifestazioni articolari o in caso di manifestazioni I cani dovrebbero essere trattati preventivamente contro neurologiche (rare nel cane), vengono consigliate la Pe- le zecche prima dell’inizio della stagione a rischio (fine nicillina G, 22.000 U/kg E.V. TID per 14-30 giorni o le febbraio-inizio marzo), preferendo prodotti ben tollerati, Cefalosporine di 3° generazione, 20-25 mg/kg, SID, BID
o TID a seconda della sostanza utilizzata, per 14-30 giorni. Ricorda che I cani restano portatori asintomatici del batterio, anche dopo successo terapeutico. Suggerimenti pratici La malattia di Lyme è una patologia molto complessa, la cui diagnosi eziologica definitiva è riservata a pochi centri specializzati. Il trattamento antibiotico precoce dopo esposizione alle zecche (profilassi) può mascherare la comparsa di anticor- pi e rendere più difficoltosa la diagnosi. Il riscontro nel cane esposto alle zecche di segni clinici riportabili a malattia di Lyme (febbre, zoppia intermittente), in assenza di modificazioni dell’esame ematologico ed ema- tobiochimico – aspetto molto importante -, deve indurre il clinico ad approfondimenti diagnostici presso centri specia- lizzati in malattie trasmissibili da artropodi vettori. Zoonosi Il cane non è un serbatoio attivo per l’uomo e non elimina nell’ambiente esterno il batterio. Al contrario, così come in numerose altre malattie trasmesse da zecche la siero prevalenza nel cane è utile per verificare la presenza del batterio in una determinata area. Nell’uomo, la malattia è a volte molto grave, ad esordio simil-influenzale ma con Letture consigliate: temute complicazioni articolari, neurologiche e cardiache. Wormser GP, Schwartz I. Antibiotic treatment of animals infected with Borrelia burgdorferi. Clin Microbiol Rev. 2009 Jul; 22(3):387- 95. Greene CE, Straubinger RK. Borreliosis. In: Greene C.E. Infectious diseases of the dog and cat, third edition. Saunders Company, 2006. Straubinger RK, Rao TD, Davidson E. Protection against tick-transmit- ted Lyme disease in dogs vaccinated with a multi-antigenic vaccine. Vaccine. 2002; 20: 181-193.
21 Ehrlichiosi monocitica canina Agente patogeno Ehrlichia canis, batterio Gram negativo dell’ordine Rickettsiales (Figura 1), a localiz- zazione obbligatoria intracellulare (monociti- linfociti, raramente granulociti neutrofili). Vettore (In Italia) Figura 1: Morula di E. canis in un Rhipicephalus sanguineus. linfocita Figura 2: Cluster di zecche
Distribuzione Tempi di trasmissione Rhipicephalus sanguineus è una zecca largamente distri- Non è noto precisamente il tempo necessario affinché la buita su tutto il territorio Nazionale. zecca, durante il suo pasto di sangue, riesca a trasmettere il batterio all’ospite vertebrato. I tempi medi riportati in letteratura variano da alcune ore a 24-48 ore. Diagnosi Segni clinici Clinicamente si distinguono 3 forme: acuta, subclinica, cronica. Forma acuta: si manifesta circa 1-3 settimane dall’infezione ed è ca- ratterizzata da febbre alta (anche superiore a 40°C), le- targia, anoressia, congiuntivite, linfoadenomegalia, sple- nomegalia. Importante: La fase acuta può risolversi spontaneamente nell’arco di 1-2 settimane, anche in assenza di un trattamento terapeu- tico specifico. Modalità di trasmissione Fase subclinica: La zecca femmina assume E. canis quando il pasto di san- dopo circa 2-4 settimane si sviluppa la forma sub-clinica gue avviene durante la fase acuta della malattia. Una volta durante la quale l’animale si presenta apparentemen- infettata, la zecca trasferisce Erhlichia canis ad altri cani, te sano. Questa fase può durare mesi o addirittura anni. durante i pasti successivi. Dopo aver eseguito il pasto di Alcuni soggetti immunocompetenti possono eliminare il sangue, la zecca è capace di deporre un enorme numero di parassita durante questo periodo, altri, invece, possono uova (superiore a 5000). Nel caso dell’Ehrlichiosi, il bat- entrare nella fase cronica dell’infezione. terio viene trasmesso per via transtadiale e, probabilmen- te, per via transovarica, per cui le zecche sono infettanti in qualunque stadio (larva, ninfa, adulto). Le zecche, sul Curiosità cane, tendono a raggrupparsi (cluster, Figura 2) rendendo ó La zecca può trasmettere Ehrlichia canis possibile il trasferimento di microrganismi da zecche in- anche dopo 5 mesi dal distacco dal cane! fette a zecche sane (co-feeding). ó Non si conosce la percentuale di cani che passa dalla fase acuta-subacuta a quella Altre vie di trasmissione cronica, né i fattori che incidono in tale Le trasfusioni di sangue possono costituire un potenziale evenienza. pericolo, per cui i donatori dovrebbero essere testati ac- ó La gravità delle manifestazioni cliniche curatamente. può essere legata alla patogenicità del/dei ceppo/i in causa.
Fase cronica: Test diagnostici caratterizzata da letargia, perdita di peso, anoressia, linfo- ó Test di immunofluorescenza indiretta (IFAT) per la 23 adenomegalia, disturbi dell’emostasi (rinorragia), spleno- ricerca di anticorpi anti-Ehrlichia canis nel siero. megalia, uveite, artropatie, nefropatie, disturbi neurologi- La positività sierologica può però persistere anche ci (non frequenti), febbre (non frequente e di solito non dopo trattamento terapeutico o guarigione sponta- così elevata come nella fase acuta). nea e non sembra essere direttamente correlata con la presenza di segni clinici di Ehrlichiosi, special- Esami di laboratorio mente in aree endemiche. In questi soggetti, il titolo anticorpale generalmente si riduce progressivamente ó Fase acuta: fino a scomparire nell’arco di 6-9 mesi. Allo stesso piastrinopenia, ipergammaglobulinemia. tempo, però, l’infezione può persistere in soggetti trattati e clinicamente asintomatici nei quali la po- ó Fase subclinica: sitività sierologica rimane stabilmente presente an- nulla di rilevabile o può persistere una lieve che per anni. Altro limite è rappresentato dalla cross piastrinopenia. reattività sierologica con altre specie di Ehrlichia. Titoli anticorpali bassi (vicini al valore soglia del ó Fase cronica: laboratorio) sono esclusivamente indicativi dell’avve- piastrinopenia, aumento delle proteine totali, proteinu- nuta esposizione al batterio. Nella quasi totalità dei ria, aumento di ALT, ALP, urea, creatinina. In alcuni casi, non hanno significato clinico. casi, l’aumento delle gamma globuline (Figura 3) può esprimersi con un picco monoclonale, tanto da simula- ó PCR: per identificare il DNA specifico di E. canis re una neoplasia del sistema ematopoietico (mieloma). da campioni biologici, generalmente sangue. γ ó Diagnosi microscopica: su strisci di sangue, buffy coat, midollo osseo, milza colorati con Diff-Quick. β2 L’identificazione delle morule di Ehrlichia all’inter- no delle cellule mononucleate, relativamente semplici (Figura 1) da riconoscere ma considerate un reperto poco frequente, è possibile solo durante la fase acuta β1 dell’infezione. α2 α1 ó Esami colturali per l’isolamento di E. canis da sangue (disponibile solo in pochi laboratori). Figura 3: Tracciato elettroforetico Diagnosi differenziale Nei casi più gravi si può instaurare una marcata depres- sione midollare per cui la piastrinopenia può essere ac- Leishmaniosi, Anaplasmosi, Babesioni, Epatozoonosi, compagnata da leucopenia ed anemia non rigenerativa Linfoma. (pancitopenia). Ricorda che Prevenzione La piastrinopenia non è ‘sinonimo’ di Ehrlichiosi ma si evidenzia in numerosi stati patologici. Sul vettore Le zecche possono trasmettere patogeni diversi I cani dovrebbero essere trattati preventivamente contro durante lo stesso pasto di sangue per cui è neces- le zecche prima dell’inizio della stagione a rischio (fine sario escludere patologie che si manifestino con febbraio-inizio marzo), preferendo prodotti ben tollerati, segni clinici ed alterazioni clinico-patologiche a lunga persistenza dotati di attività repellente contro le sovrapponibili. zecche oltre che acaricida. Il trattamento dovrebbe esse-
re ripetuto per tutto il periodo a rischio, fino alla fine di settembre-novembre, a seconda delle zone. Vaccini Non esistono allo stato attuale formulazioni vaccinali di provata efficacia. Terapia Doxiciclina: 10 mg/kg s.i.d., x os, per 28 giorni (terapia d’elezione). Tetraciclina cloridrato: 10 mg/kg s.i.d., x os, per 28 giorni. Carbesia: 5 mg/kg i.m., gg 1 e 15. Quando si è instaurata la fase cronica con grave depressio- ne midollare, la terapia può anche non avere effetto. II cane, inoltre, non sviluppa un’immunità protettiva nei confronti di E. canis per cui, dopo l’eliminazione del bat- terio in seguito al trattamento terapeutico, può andare in- contro a re-infezioni. Suggerimenti pratici Letture consigliate: Dopo avere frequentato aree a rischio è importante ispe- zionare se stessi ed il proprio cane. Le zone del corpo pre- Mekuzas Y, Gradoni L, Oliva G, Foglia Manzillo V, Baneth G. ferite dalle zecche per effettuare il pasto di sangue sono Ehrlichia canis and Leishmania infantum co-infection: a 3-year longitudinal study in naturally exposed dogs. Clin Microbiol inguine, ascella, testa, torace. Infect. 2009 Mar 26. Non essendo noti i tempi di trasmissione del patogeno duran- Baneth G, Harrus S, Ohnona FS, Schlesinger Y. Longitudinal quan- te il pasto di sangue è buona norma staccare la zecca il prima tification of Ehrlichia canis in experimental infection with com- possibile dal cane facendo attenzione a non lasciare infisso parison to natural infection. Vet Microbiol. 2009 May 12; 136(3- l’apparato buccale nella cute dell’ospite. Utilizzare esclusi- 4):321-5. Epub 2008 Dec 3. vamente delle pinzette, effettuando un movimento rotatorio, non premendo eccessivamente sull’addome della zecca. Shipov A, Klement E, Reuveni-Tager L, Waner T, Harrus S. Pro- gnostic indicators for canine monocytic ehrlichiosis. Vet Parasitol. 2008 May 6; 153(1-2):131-8. Epub 2008 Jan 17. Zoonosi Neer TM, Harrus S. Canine Monocytotropic Ehrlichiosis and neo- Il cane non rappresenta un rischio per l’uomo. L’unico re- rickettsiosis. In: Greene C.E. Infectious diseases of the dog and cat, ale pericolo di infezione per l’uomo è frequentare ambien- third edition. Saunders Company, 2006. ti infestati da zecche. Ripicephalus sanguineus si adatta a tutti gli ambienti peri-domestici e domestici nei quali Neer TM, Breitschwerdt EB, Greene RT, Lappin MR. Consensus vive il cane. statement on ehrlichial disease of small animals from the infectious disease study group of the ACVIM. American College of Veterinary E. canis non è considerata patogena per l’uomo. Internal Medicine. J Vet Intern Med. 2002 May-Jun; 16(3):309-15.
25 Encefalite da zecche (TBE) Agente patogeno Flavivirus, famiglia Flaviviridae, comunemente chiamati ARBOvirus (Arthropod Borne Virus). Da ricordare che a questa famiglia appartiene il virus della West Nile Disease. Vettore (In Italia) Figura 1: Ixodes ricinus Ixodes ricinus (Figura 1).
Distribuzione Il periodo di incubazione è di circa 7-14 giorni. Sono de- scritte diverse forme cliniche: In Italia sono segnalati focolai sporadici in Toscana, Tren- tino, Bellunese e Carso triestino. La patologia è endemica ó Cani asintomatici. in tutto l’Est-Europa. ó Cani con quadro clinico severamente compromesso: febbre alta, mioclonie, convulsioni, emi o tetraparesi, iperestesia, deficit multiplo dei nervi cranici. I segni clinici sono generalmente progressivi e solitamente i cani muoiono o vengono soppressi entro 4-7 giorni. ó Cani che sviluppano una grave encefalite ad esito a volte mortale. Esami di laboratorio Gli esami ematobiochimici non evidenziano alterazioni degne di nota. Test diagnostici ó Isolamento del virus dal sangue periferico, dal liquido cefalorachidiano o dai tessuti post - mortem. ó Immunofluorescenza indiretta per la ricerca di anticorpi anti-virus TBE. ó Dimostrazione di IgM. Modalità di trasmissione ó PCR per l’amplificazione del DNA o del RNA virale La trasmissione avviene attraverso la puntura di zecche da sangue o liquor. infette, nelle quali il virus replica attivamente. Il reser- voir più importante è rappresentato da piccoli roditori Diagnosi differenziale selvatici (arvicole). Anaplasmosi, Cimurro. Tempi di trasmissione Non è noto il tempo necessario affinché la zecca possa Prevenzione trasmettere il virus durante il pasto di sangue. Sul vettore Diagnosi I cani dovrebbero essere trattati preventivamente contro le zecche prima dell’inizio della stagione a rischio (fine Segni clinici febbraio-inizio marzo), preferendo prodotti ben tollerati, a lunga persistenza e dotati di attività repellente contro le Nel cane la patologia è molto rara. Alcuni casi sono stati zecche oltre che acaricida. Il trattamento dovrebbe esse- segnalati recentemente in Europa centrale e, curiosamen- re ripetuto per tutto il periodo a rischio, fino alla fine di te, soprattutto in soggetti di razza Rottweiler. settembre-novembre, a seconda delle zone.
Dopo avere frequentato aree a rischio è importante ispe- zionare se stessi ed il proprio cane. Le zone del corpo pre- 27 ferite dalle zecche per effettuare il pasto di sangue sono inguine, ascelle, testa, torace. Non essendo noti i tempi di trasmissione del patogeno durante il pasto di sangue è buona norma staccare la zec- ca il prima possibile dal cane facendo attenzione a non lasciare infisso l’apparato buccale nella cute dell’ospi- te. Utilizzare esclusivamente delle pinzette, effettuando un movimento rotatorio, non premendo eccessivamente sull’addome della zecca. Vaccini Non esistono vaccini disponibili per il cane. Esiste, inve- ce, un vaccino per l’uomo, oltre ad una preparazione di immunoglobuline da utilizzare come misura profilattica post-esposizione al rischio di contagio (puntura di zecche in focolai endemici). Terapia Non esiste un protocollo terapeutico ottimale e standardiz- zato per la TBE. Il trattamento può essere solo di supporto. Suggerimenti pratici La sintomatologia neurologica è particolarmente acuta. Ricordare quali sono i focolai presenti in Italia ed in Europa. Letture consigliate: Zoonosi Kunze U. ISW TBE. Tick-borne encephalitis: From childho- od to golden age does increased mobility mean increased risk? Il cane infetto non rappresenta un reservoir d’infezione Meeting report of the 11th meeting of the International Scien- tific Working Group on Tick-Borne Encephalitis (ISW-TBE. per la zecca né un veicolo di trasmissione per l’uomo. La Vaccine. 2009 Nov 26. TBE è una malattia in costante monitoraggio nell’uomo, poiché appare in espansione anche verso i paesi europei Carpi G, Bertolotti L, Rosati S, Rizzoli A. Prevalence and ge- che si affacciano sul Mediterraneo. Particolari precauzio- netic variability of tick-borne encephalitis virus in host-see- ni devono essere prese per le categorie a rischio (campeg- king Ixodes ricinus in northern Italy. J Gen Virol. 2009 Dec; 90(Pt 12):2877-83. giatori, cacciatori, guardie forestali…) che si rechino in zone endemiche. Tipold A, Vanderelde M. Tick borne infections. In: Greene C.E. Infectious diseases of the dog and cat, third edition. Saun- ders Company, 2006. Leschnik MW, Kirtz GC, Thalhammer JG. Tick-borne encephalitis (TBE) in dogs. Int J Med Microbiol. 2002 Jun; 291 Suppl 33:66-9.
28 Hepatozoonosi canina Agente patogeno (In Italia) Hepatozoon canis, protozoo della famiglia Hemogregarinidae, parassita obbligato dei leucociti e delle cellule del sistema reticolo endoteliale. Vettore (In Italia) Rhipichephalus sanguineus (Figura 2). Figura 1: Gametocita di Hepatozoon canis all’interno di un granulocita neutrofilo Figura 2: Rhipicephalus sanguineus
Distribuzione infiammatori. La forma che si ritrova in circolo, all’in- terno dei neutrofili, è la forma sessuata (gametocita). Rhipichephalus sanguineus è una zecca largamente di- 29 stribuita su tutto il territorio Nazionale. Probabilmente, anche altre zecche di specie diverse possono essere ser- Diagnosi batoio d’infezione. Segni clinici La severità dei segni clinici è legata al grado di paras- sitemia ed alle eventuali infezioni concomitanti. Percen- tuali variabili tra il 5 e il 10 % dei neutrofili parassitati (la maggior parte dei casi) corrispondono a segni clinici lievi o assenti. Quando la parassitemia è elevata i segni clinici più frequentemente riportati sono: modesto rialzo febbrile, letargia, perdita di peso, linfoadenopatia, muco- se pallide e dolorabilità muscolare. Importante: Segni clinici muscolo-scheletrici di particolare gravità e coinvolgimento cardiaco sono riportati in letteratura ed at- tribuiti pressoché esclusivamente a Hepatozoon america- num, una specie isolata in USA e non segnalata in Europa. Esami di laboratorio ó Esame emocromocitometrico: anemia normocitica- normocromica, occasionalmente rigenerativa. Neu- trofilia (infrequente, ma in alcuni casi molto elevata), Modalità di trasmissione solo in caso di gravi parassitemie. La trombocitopenia è segnalata in special modo nei soggetti co-infetti con La trasmissione avviene attraverso la zecca. In questo Ehrlichia canis. caso però non è il morso di una zecca infetta a causare l’inoculazione dell’agente patogeno ma l’ingestione acci- ó Esami ematobiochimici: iperglobulinemia, ipoalbu- dentale di una zecca parassitata (contenete una oociste di minemia, aumento di CPK ed ALP. H. canis). È possibile la trasmissione per via transtadiale. Test diagnostici Altre vie di trasmissione ó Diagnosi microscopica: su strisci di sangue con colo- È possibile la trasmissione transplacentare o attraverso la razione Diff-Quick. L’identificazione dei gametociti predazione di ospiti intermedi o portatori sani. all’interno dei neutrofili (occasionalmente nei mono- citi) è piuttosto facile (Figura 1) ma non frequente in Tempi di trasmissione caso di parassitemia bassa. Allo stato attuale la trasmissione durante il pasto di san- ó Gli anticorpi anti–H. canis possono essere identificati gue non è considerata una via d’infezione. Il ciclo del pa- mediante test di immunofluorescenza indiretta (IFAT) o rassita, una volta ingerito, è particolarmente complesso, metodica ELISA. In virtù della facile identificazione del con invasione di tutti gli organi e tessuti da parte delle parassita, specialmente in corso di malattia, tali metodi- forme asessuate (merozoiti) che provocano fenomeni che vengono utilizzate solo ai fini epidemiologici.
ó PCR: per identificare il DNA del protozoo. Metodica non routinaria, riservata di solito ai fini scientifici. Suggerimenti pratici Eseguire sempre un accurato esame microscopico dello striscio di sangue periferico in tutte le patologie trasmesse da artropodi vettori. Il riscontro periferico di H. canis può Diagnosi differenziale a volte essere un reperto occasionale. Leishmaniosi, Ehrlichiosi, Anaplasmosi, Babesiosi. Escludere le possibili co-infezioni, o al contrario, verifi- care attentamente gli strisci periferici in caso di mancata Prevenzione o parziale risposta alla terapia nei confronti delle altre pa- tologie descritte nel testo. Sul vettore I cani dovrebbero essere trattati preventivamente contro le zecche prima dell’inizio della stagione a rischio (fine Zoonosi febbraio-inizio marzo), preferendo prodotti ben tollerati, L’Hepatozoonosi non è considerata una zoonosi. a lunga persistenza e dotati di attività repellente contro le zecche oltre che acaricida. Il trattamento dovrebbe esse- re ripetuto per tutto il periodo a rischio, fino alla fine di settembre-novembre, a seconda delle zone. Dopo avere frequentato aree a rischio è importante ispe- zionare se stessi ed il proprio cane. Le zone del corpo pre- ferite dalle zecche per effettuare il pasto di sangue sono inguine, ascelle, testa, torace. Non essendo noti i tempi di trasmissione del patogeno durante il pasto di sangue è buona norma staccare la zec- ca il prima possibile dal cane facendo attenzione a non lasciare infisso l’apparato buccale nella cute dell’ospi- te. Utilizzare esclusivamente delle pinzette, effettuando un movimento rotatorio, non premendo eccessivamente sull’addome della zecca. Letture consigliate: Sasanelli M, Paradies P, Lubas G, Otranto D, de Caprariis D. At- Vaccini ypical clinical presentation of coinfection with Ehrlichia, Babesia and Hepatozoon species in a dog. Vet Rec. 2009 Jan 3; 164(1):22-3. Non sono attualmente disponibili vaccini. Marchetti V, Lubas G, Baneth G, Modenato M, Mancianti F. He- patozoonosis in a dog with skeletal involvement and meningoen- Terapia cephalomyelitis. Vet Clin Pathol. 2009 Mar; 38(1):121-5. Epub 2008 Oct 28. Imidocarb dipropionato 5-6 mg/kg ogni 14 giorni, S.C. o I.M. fino alla scomparsa del parassita alla lettura dei Li Y, Wang C, Allen KE, Little SE, Ahluwalia SK, Gao D, Macintire vetrini. In alcuni casi, è stata associata la doxiciclina, DK, Blagburn BL, Kaltenboeck B. Diagnosis of canine Hepatozo- on spp. infection by quantitative PCR. Vet Parasitol. 2008 Oct 20; alla dose di 10 mg/kg die, per 21 giorni. 157(1-2):50-8. Epub 2008 Jul 17. L’eliminazione di H. canis dal sangue periferico può ri- Baneth G. Hepatozoon canis infection. In: Greene C.E. Infectious chiedere a volte tempi più lunghi di trattamento. diseases of the dog and cat, third edition. Saunders Company, 2006.
31 Rickettsiosi Agente patogeno (In Italia) Il genere Rickettsia include numerose specie di batteri responsabili di gravi patologie sia nell’uomo che nel cane, tra questi in particolare i batteri del gruppo ‘spot- ted fever’ e del gruppo ‘typhus’. I batteri del gruppo thyphus sono rappresentati princi- palmente da R. prowazekii e R. typhi e non sono con- siderati patogeni per il cane. Il gruppo spotted fever comprende più di 20 specie e, tra queste, R. rickettsii, responsabile della Rocky mountain spotted fever e R. Figura 1: Rhipicephalus sanguineus conorii agente causale della Mediterranean spotted fever. Nel cane è riconosciuto un ruolo patogeno per R. rickettsii, agente eziologico di una patologia molto grave ma non presente in Europa e per R. conorii, la cui patogenicità, ad oggi, sembra essere molto limitata e comunque non ancora sufficientemente studiata. Vettore (In Italia) R. conorii è trasmessa da R. sanguineus (Figura 1).
Distribuzione Diagnosi differenziale Non presente in Italia. Ehrlichiosi, Anaplasmosi, Babesiosi. In virtù della non presenza in Italia ed in Europa (ad oggi) di R. rickettsii, nel seguente paragrafo sarà descrit- Prevenzione ta solo la patologia indotta da R. conorii, recentemente segnalata in Italia. Sul vettore I cani dovrebbero essere trattati preventivamente contro Modalità di trasmissione le zecche prima dell’inizio della stagione a rischio (fine La trasmissione avviene attraverso punture di zecche infet- febbraio-inizio marzo), preferendo prodotti ben tollerati, te. Le zecche agiscono da vettore e da reservoir; è possibile a lunga persistenza e dotati di attività repellente contro le infatti sia la trasmissione transtadiale che transovarica. zecche oltre che acaricida. Il trattamento dovrebbe esse- re ripetuto per tutto il periodo a rischio, fino alla fine di Tempi di trasmissione settembre-novembre, a seconda delle zone. Non è noto il tempo necessario affinché la zecca durante il Dopo avere frequentato aree a rischio è importante ispe- pasto di sangue riesca a trasmettere l’agente patogeno al cane. zionare se stessi ed il proprio cane. Le zone del corpo pre- ferite dalle zecche per effettuare il pasto di sangue sono Diagnosi inguine, ascelle, testa, torace. Non essendo noti i tempi di trasmissione del patogeno Segni clinici durante il pasto di sangue è buona norma staccare la zec- Nonostante la sieroprevalenza riportata nel cane in Italia sia ca il prima possibile dal cane facendo attenzione a non elevata (26-60%), i casi di malattia causata da R. conorii lasciare infisso l’apparato buccale nella cute dell’ospi- descritti in letteratura sono sporadici. I segni clinici prin- te. Utilizzare esclusivamente delle pinzette, effettuando cipali sono rappresentati da uno stato febbrile acuto e le- un movimento rotatorio, non premendo eccessivamente targia; a volte dolore articolare e risentimento linfonodale. sull’addome della zecca (Figura 2). Esami di laboratorio Le principali alterazioni di laboratorio riscontrate nei 3 casi descritti sono: trombocitopenia, anemia, lieve au- mento dei valori degli enzimi epatici, ipoalbuminemia. Test diagnostici ó Test di immunofluorescenza indiretta per la ricerca di anticorpi anti-Rickettsia conorii. Come precedente- mente riportato la siero-prevalenza in Italia è alta ma la presenza di titoli anticorpali non corrisponde alla dimo- strazione di una malattia in atto. Nei casi clinici descrit- ti, è stata dimostrata sia l’avvenuta siero-conversione Figura 2: Distacco di una zecca con pinzetta che la presenza di un alto titolo di anticorpi IgM. ó PCR: per l’identificazione del DNA specifico di R. conorii.
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