Principali malattie infettive del cane trasmesse da vettore

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Principali malattie infettive del cane trasmesse da vettore
Principali malattie infettive del cane trasmesse da vettore. Manuale clinico-terapeutico - Valentina Foglia Manzillo, Gaetano Oliva.
                            Omaggio per i Sigg. Medici Veterinari

                                                                                                                                                                                                                                                          Principali malattie infettive
                                                                                                                                                                                                                                                         del cane trasmesse da vettore

                                                                    Codice 82541617
                                                                                                                                                                                                                                                                Manuale clinico-terapeutico

Finito di stampare
nel mese di dicembre 2009

Realizzazione editoriale,
grafica e impaginazione:                                                                                                                                                                                                     Valentina Foglia Manzillo
Imagine srl - Gallarate                                                                                                                                                                                                      Gaetano Oliva
                                                                                                                                                                                                                                                                   Animal Health
Principali malattie infettive del cane trasmesse da vettore
Principali malattie infettive
del cane trasmesse da vettore
     Manuale clinico-terapeutico

       Valentina Foglia Manzillo
            Gaetano Oliva

             Animal Health
Principali malattie infettive del cane trasmesse da vettore
Principali malattie infettive del cane trasmesse da vettore
Prefazione

Le malattie trasmesse da artropodi vettori nel cane (Canine Vector Borne Diseases - CVBD) costituiscono uno dei capitoli
più affascinanti e complessi della medicina interna, particolarmente importanti anche in virtù del risvolto zoonosico che
ne caratterizza alcune. I cambiamenti micro e macro-climatici degli ultimi decenni, gli adattamenti di ospiti e vettori alle
mutate condizioni ambientali, il ruolo sociale del cane nei paesi industrializzati (compagno di viaggio... compagno di vita),
i sempre più frequenti spostamenti umani ed animali intereuropei ed intercontinentali, rappresentano solo alcuni dei fattori
alla base del costante aumento di queste malattie. Per questo motivo, abbiamo ritenuto utile fornire al Medico Veterinario uno
strumento di agile consultazione, per richiamare alla mente in maniera ‘istantanea’ le principali nozioni clinico-terapeutiche
delle CVBD. Ci rendiamo perfettamente conto che racchiudere in poche pagine tutte le informazioni che sarebbero necessa-
rie al clinico per la diagnosi e la terapia delle CVBD è praticamente impossibile ed è comunque lontano dallo scopo che ci
siamo prefissi. Il presente manuale pertanto deve essere inteso esclusivamente come un ‘memorandum’ che aiuti il Medico
Veterinario ad orientarsi nella sfida diagnostica di tali patologie. Oltre ad attingere alla nostra esperienza clinica e scientifica,
molto di quanto descritto nel testo è frutto di diversi incontri internazionali (CVBD World Forum Symposium), nei quali un
gruppo di esperti provenienti da varie parti del mondo, con cadenza annuale, si riunisce per fare il punto sulle varie CVBD.
Ai Colleghi del CVBD World Forum va un sentito ringraziamento per l’estrema qualità delle loro ricerche scientifiche che
costituiscono la base di buona parte dell’attuale aggiornamento clinico. Per rendere più agevole la consultazione del testo e per
non allontanarsi dall’obiettivo iniziale, la bibliografia inserita, necessariamente non completa, vuole rappresentare esclusiva-
mente uno stimolo ad approfondire le tematiche trattate e non un puntuale riferimento ai singoli aspetti descritti. Ci scusiamo
in partenza con gli Autori che non sono stati citati.
Il nostro sforzo non sarebbe stato possibile senza il supporto dell’azienda Bayer che desideriamo vivamente ringraziare, in
particolare nella persona del Dr. Diego Gatti*.
È auspicabile che questo manuale contribuisca ad appassionare sempre più i Colleghi allo studio e alla risoluzione delle pro-
blematiche connesse alle CVBD. Restiamo a disposizione per qualunque richiesta di chiarimento e, soprattutto, saremo ben
felici di ricevere proposte di collaborazione nell’approfondimento di casi clinici correlabili a CVBD.

Gli Autori
Dr.ssa Valentina Foglia Manzillo
Ricercatrice presso il Dipartimento di Scienze Cliniche Veterinarie, Facoltà di Medicina Veterinaria,
Università degli Studi di Napoli Federico II
(email: valentina.foglia@unina.it)

Prof. Gaetano Oliva*
Ordinario di Clinica Medica Veterinaria, Dipartimento di Scienze Cliniche Veterinarie, Facoltà di Medicina Veterinaria,
Università degli Studi di Napoli Federico II
(email: gaeoliva@unina.it)

*Membro del CVBD World Forum
Principali malattie infettive del cane trasmesse da vettore
Principali malattie infettive del cane trasmesse da vettore
Zecche
      Anaplasmosi granulocitica       9
               Babesiosi canina      13
                       Borrelliosi   17
	Ehrlichiosi monocitica canina       21
	Encefalite da zecche (TBE)          25
	Hepatozoonosi canina                28
                      Rickettsiosi   31
 Trombocitopenia ciclica infettiva   34
Principali malattie infettive del cane trasmesse da vettore
Zecche
INDICE         Anaplasmosi granulocitica         9
                        Babesiosi canina        13
                                Borrelliosi     17
         	Ehrlichiosi monocitica canina         21
         	Encefalite da zecche (TBE)            25
         	Hepatozoonosi canina                  28
                               Rickettsiosi     31
          Trombocitopenia ciclica infettiva     34

                          Flebotomi
         	Leishmaniosi canina                   39

                                  Pulci
                                 Bartonellosi   47

                               Tabelle          53
Principali malattie infettive del cane trasmesse da vettore
Principali malattie infettive del cane trasmesse da vettore
9

Anaplasmosi granulocitica
da Anaplasma phagocytophilum
Agente patogeno
 Anaplasma phagocytophilum, batterio Gram
 negativo dell’Ordine Rickettsiales, a localiz-
 zazione obbligatoria intracellulare (granulo-
 citi neutrofili).

 Sotto la denominazione attuale di Anaplasma        Immagine gentilmente concessa
 phagocytophilum sono compresi tre batteri pri-     dal Prof. Gad Baneth, Hebrew
                                                    University, Israel
 ma classificati come Ehrlichia equi, Ehrlichia
 phagocytophila e il batterio responsabile del-    Figura 1: Morula di Anaplasma
 la HGE (Human Granulocytic Ehrlichiosis).         phagocytophilum in un granulocita
 Anaplasma phagocytophilum, pertanto, è da ri-     neutrofilo
 tenere l’unico agente responsabile dell’Anapla-
 smosi granulocitica, nell’uomo e negli animali.

Vettore
 Zecche del genere Ixodes, in Italia Ixodes
 ricinus (Figura 2).
                                                   Figura 2: Ixodes ricinus
Principali malattie infettive del cane trasmesse da vettore
Distribuzione                                                    Diagnosi
Ixodes ricinus è distribuita in tutte le regioni italiane.
                                                                 Segni clinici
A differenza di Rhipicephalus sanguineus, Ixodes rici-
nus trova il suo habitat naturale nei boschi e negli am-         Il periodo di incubazione dopo l’esposizione alla zecca
bienti rurali, con grande capacità di attaccare diversi          è di circa 7-14 giorni.
ospiti animali, domestici e selvatici, compreso l’uomo.
                                                                 In letteratura è riportata una maggiore incidenza della
                                                                 malattia nei cani di 8 anni o più, in particolare nei Gol-
                                                                 den retrievers e nei Labrador.

                                                                 La sintomatologia è associata alla fase acuta dell’infezio-
                                                                 ne, caratterizzata dalla batteriemia. La gravità dei segni
                                                                 clinici può variare notevolmente e durare da uno a più
                                                                 giorni. I sintomi più frequentemente riportati sono febbre
                                                                 alta, letargia, anoressia, dolorabilità muscolare, poliar-
                                                                 trite e riluttanza al movimento. Raramente sono descritti
                                                                 segni gastrointestinali (vomito, diarrea), respiratori (tos-
                                                                 se, polipnea) e nervosi (atassia, crisi convulsive, ottusità
                                                                 mentale). Come per l’Ehrlichiosi, la fase acuta può de-
                                                                 correre in forma asintomatica.

                                                                 A differenza dell’Ehrlichiosi non è descritta una fase
                                                                 clinica subacuta-cronica. È vero, tuttavia, che sperimen-
                                                                 talmente è stata dimostrata la possibilità di infezione cro-
                                                                 nica (carrier asintomatici del batterio), fino ad un anno
                                                                 dall’infezione acuta. Il ruolo dei portatori cronici in natu-
                                                                 ra, e la possibilità che gli stessi esprimano sintomatologia,
Modalità di trasmissione                                         è tuttora oggetto di studio.
La trasmissione avviene attraverso la zecca. Dopo un pa-
sto di sangue infetto i batteri penetrano all’interno della
cellula ospite sotto forma di fagosomi quindi si moltipli-
                                                                     Ricorda che
cano per scissione binaria formando grossi corpi inclu-              Recenti lavori siero-epidemiologici confermano la
si (morule, Figura 1). La successiva morte della cellula             presenza di Anaplasma phagocytophilum su tutto il
ospite causa il dissolversi della morula, la liberazione dei         territorio italiano, sia negli animali domestici che
batteri nel sangue periferico e l’infezione di altri granu-          selvatici. Dagli stessi animali sono stati identifica-
lociti neutrofili.                                                   ti (PCR) diversi ceppi batterici, la cui patogenici-
                                                                     tà, per gli animali e per l’uomo, è ancora oggetto
                                                                     di studio. A dispetto di una siero-prevalenza rela-
Tempi di trasmissione
                                                                     tivamente elevata in alcune regioni, i casi clinici
Non è noto precisamente il tempo necessario affinché la              descritti nel cane in Italia sono estremamente rari.
                                                                     Ciò porta a ritenere che la malattia sia sottostimata.
zecca, durante il suo pasto di sangue, riesca a trasmettere
il batterio all’ospite vertebrato. I tempi riportati in lette-
ratura sono di circa 24 ore.
Esami di laboratorio                                          Prevenzione
ó	Esame emocromocitometrico: moderata o grave
                                                                                                                              11
                                                              Sul vettore
  trombocitopenia. La neutropenia è rara.
                                                              I cani dovrebbero essere trattati preventivamente contro
ó	Esami ematobiochimici: aumento dei livelli sierici          le zecche prima dell’inizio della stagione a rischio (fine
  dell’ALP, ipoalbuminemia (legata allo stato febbrile),      febbraio-inizio marzo), preferendo prodotti ben tollerati,
  iperfibrinogenemia.                                         a lunga persistenza e dotati di attività repellente contro le
                                                              zecche oltre che acaricida. Il trattamento dovrebbe esse-
Test diagnostici                                              re ripetuto per tutto il periodo a rischio, fino alla fine di
                                                              settembre-novembre, a seconda delle zone.
ó Diagnosi microscopica: su strisci di sangue con co-
  lorazione Diff-Quick. L’identificazione delle morule        Dopo avere frequentato aree a rischio è importante ispe-
  all’interno del citoplasma dei granulociti neutrofili è     zionare se stessi ed il proprio cane. Le zone del corpo pre-
  possibile durante la fase acuta dell’infezione, quando      ferite dalle zecche per effettuare il pasto di sangue sono
  i batteri sono numerosi. Le morule sono raramente           inguine, ascelle, testa, torace.
  evidenti in soggetti con infezione cronica o portato-
  ri asintomatici. A volte l’identificazione delle morule
                                                              Non essendo noti i tempi di trasmissione del patogeno
  può essere eseguita anche su strisci ottenuti da liquido
                                                              durante il pasto di sangue è buona norma staccare la zec-
  sinoviale.
                                                              ca il prima possibile dal cane facendo attenzione a non
                                                              lasciare infisso l’apparato buccale nella cute dell’ospi-
ó Test di immunofluorescenza indiretta (IFAT) o ELISA
                                                              te. Utilizzare esclusivamente delle pinzette, effettuando
  per la ricerca di anticorpi anti-A. phagocytophilum.
  La cross-reattività tra A. phahgocytophilum ed altri        un movimento rotatorio, non premendo eccessivamente
  agenti patogeni trasmessi da zecche, in particolare         sull’addome della zecca (Figura 3).
  Ehrlichia canis, è considerata poco frequente. Per-
  tanto, i cani che esibiscano segni clinici acuti ed al-
  terazioni di laboratorio riferibili a patologie trasmesse
  da zecche ma che risultino sieronegativi per Ehrlichia
  canis, dovrebbero essere sottoposti a test specifici per
  Anaplasma phagocytophilum. I titoli anticorpali con-
  siderati positivi, in presenza di sintomatologia, sono
  superiori od uguali a 1:80; la siero conversione durante
  la fase acuta è considerata specifica.

ó PCR: per identificare il DNA del batterio. Può esse-
  re una metodica utile per differenziare le infezioni da
  Anaplasma da quelle sostenute da Ehrlichia. È suffi-
  cientemente dimostrato che la PCR eseguita su sangue
  può risultare negativa in soggetti sani sieropositivi,
  poiché il batterio può circolare in maniera intermitten-
  te nel sangue periferico.                                   Figura 3: Distacco di una zecca con pinzetta

                                                              Vaccini
Diagnosi differenziale
                                                              Non esistono vaccini disponibili.
Ehrlichiosi, Borrelliosi, Babesiosi.
Terapia
In generale, la terapia per l’Anaplasmosi non differisce
da quella per l’Ehrlichiosi. In letteratura esistono tuttavia
alcune variazioni riguardanti il dosaggio e i tempi di som-
ministrazione della Doxiciclina che resta il farmaco di
elezione. Il protocollo più riportato è:

Doxiciclina: 5-10 mg/kg, per os, SID o BID, per 30 giorni.

I segni clinici scompaiono di solito in 24-48 ore e la pro-
gnosi è eccellente. Non è noto se la terapia sia sufficiente
ad eradicare definitivamente il batterio dall’organismo.

Suggerimenti pratici
Nei cani esposti alle zecche, in particolare quelli che vivo-
no o soggiornano in aree rurali/boschive, la febbre elevata,
associata a segni di zoppia (a volte un solo arto, in manie-
ra intermittente), deve sempre far sospettare l’infezione
da Anaplasma. In corso di Ehrlichiosi e di Leishmaniosi,
infatti, la zoppia legata all’artropatia da immunocomples-
si è quasi sempre afebbrile o è tipica della fase cronica
(Ehrlichiosi).

Zoonosi
Anaplasma phagocytophilum è patogeno per l’uomo. Il
ruolo del cane e di altri animali domestici (cavallo, bo-
vino, pecora) quali reservoir attivi del batterio è tuttora
sotto indagine. La malattia nell’uomo è caratterizzata da
febbre, malessere generale, cefalea, mialgia, altralgia. An-    Letture consigliate:
che nell’uomo possono manifestarsi disturbi neurologici.
                                                                Alleman AR, WamsleyHL. An update on anaplasmosis in dog.
                                                                Veterinary Medicine. 2008; 212-220.

                                                                Torina A, Alongi A, Naranjo V, Scimeca S, Nicosia S, Di Mar-
                                                                co V, Caracappa S, Kocan KM, de la Fuente J. Characterization
                                                                of Anaplasma infections in Sicily, Italy. Ann N Y Acad Sci.
                                                                2008 Dec; 1149:90-3.

                                                                Ebani V, Cerri D, Fratini F, Ampola M, Andreani E. Seropreva-
                                                                lence of Anaplasma phagocytophilum in domestic and wild ani-
                                                                mals from central Italy. New Microbiol. 2008 Jul; 31(3):371-5.

                                                                Greig B., Armstrong PJ. Canine Granulocytotropic Anaplasmosis.
                                                                In: Greene C.E. Infectious diseases of the dog and cat, third edi-
                                                                tion. Saunders Company, 2006.
13

Babesiosi canina
Agente patogeno (In Italia)
 Babesia canis canis, Babesia canis vogeli
 protozoi del genere Babesia sottotipo Babe-
 sia canis a localizzazione intraeritrocitaria
 (Figura 1).
 N.B. Recentissimamente, è stato segnalato il
 primo caso di infezione da Babesia gibsoni in
 Italia, in un cane affetto da sintomatologia in
 parte sovrapponibile a quella da Babesia ca-
 nis. La reale diffusione di Babesia gibsoni nel   Figura 1: Babesia canis spp.
 nostro Paese è ancora da investigare.

Vettore (In Italia)
 Rhipicephalus sanguineus (Babesia canis vogeli)
 (Figura 2), Dermacentor reticulatus (Babesia
 canis canis).

                                                   Figura 2: Rhipicephalus sanguineus
Distribuzione                                                  cani da combattimento. Questo dato viene portato a sup-
                                                               porto della possibilità di trasmissione attraverso lo scam-
Come già descritto, Ripicephalus sanguineus (Figura 2)         bio sangue/sangue provacato da ferite da combattimento.
è distribuita su tutto il territorio Nazionale; Dermacentor
reticulatus è segnalata solo in alcune aree del Nord Italia.   Tempi di trasmissione
                                                               Non è noto precisamente il tempo necessario affinché la
                                                               zecca, durante il suo pasto di sangue, riesca a trasmettere
                                                               il protozoo all’ospite vertebrato, solitamente oltre le 24
                                                               ore. È utile ricordare che i tentativi di rimozione mec-
                                                               canica delle zecche, eseguiti con manualità e mezzi non
                                                               idonei, possono ‘disturbare’ l’insetto favorendo il rigurgi-
                                                               to di agenti patogeni.

                                                               Diagnosi
                                                               Segni clinici
                                                               Il periodo di incubazione dopo l’esposizione alla zecca è
                                                               di circa 7-21 giorni.

                                                               La gravità dei segni clinici varia in dipendenza della sot-
                                                               tospecie di Babesia canis in causa; solitamente l’infezio-
                                                               ne da Babesia canis canis è più grave di quella causata da
                                                               Babesia canis vogeli.

                                                               Babesia canis canis: i segni clinici sono correlati all’e-
Modalità di trasmissione                                       molisi acuta. Febbre, anoressia, depressione del sensorio,
                                                               mucose pallide/itteriche e splenomegalia rappresentano i
La trasmissione avviene attraverso la zecca. È possibile       segni clinici più frequentemente riportati.
la trasmissione per via transtadiale e per via transovarica,
per cui le zecche rimangono infettanti in qualunque sta-       Babesia canis vogeli: i segni clinici, non differenti da
dio (larva, ninfa, adulto) e per diverse generazioni (l’in-    queli sopra riportati, sono di solito di più lieve entità
fezione può rimanere attiva all’interno della popolazione      o assenti.
di zecche per oltre 5 anni senza che venga compiuto un
pasto di sangue su cani infetti). Dopo il pasto di sangue      L’infezione può decorrere anche in forma sub-clinica o
infetto, i protozoi penetrano all’interno dei globuli rossi    cronica. I cani che guariscono, infatti, anche dopo tratta-
dell’ospite recettivo dove si dividono per scissione bina-     mento terapeutico, possono diventare portatori di Babesia
ria, per poi abbandonare la cellula e parassitare altri eri-   (infezione cronica). Cani con infezione sub-clinica posso-
trociti.                                                       no andare incontro ad una riacutizzazione della patologia
                                                               in seguito a stress, terapie immunosoppressive, malattie
                                                               concomitanti. Il ruolo del cane come ‘carrier asintomati-
Altre vie di trasmissione                                      co’ è dimostrato.
Le trasfusioni di sangue possono costituire un potenziale      Nelle fasi croniche o di portatore sano, può esserci solo
pericolo, per cui i donatori dovrebbero essere testati ac-     un calo delle prestazioni (cani da caccia).
curatamente.
                                                               La sintomatologia può essere inoltre complicata anche da
Babesia gibsoni è molto frequente (non in Europa) nei          co-infezioni con altri patogeni trasmessi da zecche. Fre-
quenti sono le co-infezioni con E. canis.                        ó PCR: per identificare il DNA del protozoo e distin-
                                                                   guere le diverse specie di Babesia.                           15
Esami di laboratorio
                                                                 Diagnosi differenziale
ó	Anemia rigenerativa (di solito macrocitica-ipocromica,
  con dimostrazione di reticolocitosi), trombocitopenia,         Ehrlichiosi, Leishmaniosi, Anaplasmosi, Epatozoonosi,
  aumento di ALT, ALP, Bilirubina totale, Urea.                  Anemia emolitica autoimmune ed immunomediata.

ó	Esame delle urine: bilirubinuria, emoglobinuria, protei-       Prevenzione
  nuria, cilindri granulari.
                                                                 Sul vettore
ó	In virtù della presenza di anticorpi anti-emazie, il test di   I cani dovrebbero essere trattati preventivamente contro
  Coombs può risultare positivo.                                 le zecche prima dell’inizio della stagione a rischio (fine
                                                                 febbraio-inizio marzo), preferendo prodotti ben tollerati,
Le alterazioni clinico-patologiche variano a seconda della
                                                                 a lunga persistenza e dotati di attività repellente contro le
gravità dell’infezione e della fase acuta o cronica.
                                                                 zecche oltre che acaricida. Il trattamento dovrebbe esse-
                                                                 re ripetuto per tutto il periodo a rischio, fino alla fine di
    Ricorda che                                                  settembre-novembre, a seconda delle zone.

    La trombocitopenia è molto frequente!                        Dopo avere frequentato aree a rischio è importante ispe-
                                                                 zionare se stessi ed il proprio cane. Le zone del corpo pre-
    L’anemia mostra segni di rigenerazione solo dopo             ferite dalle zecche per effettuare il pasto di sangue sono
    3-4 giorni!                                                  inguine, ascelle, testa, torace.
    L’aumento della bilirubina non è sempre rilevabile!
                                                                 Non essendo noti i tempi di trasmissione del patogeno
    Ci può essere aumento degli enzimi                           durante il pasto di sangue è buona norma staccare la zec-
    muscolari (CPK)!                                             ca il prima possibile dal cane facendo attenzione a non
                                                                 lasciare infisso l’apparato buccale nella cute dell’ospi-
                                                                 te. Utilizzare esclusivamente delle pinzette, effettuando
Test diagnostici                                                 un movimento rotatorio, non premendo eccessivamente
                                                                 sull’addome della zecca.
ó Diagnosi microscopica: su strisci di sangue con co-
  lorazione Diff-Quick. L’identificazione del protozoo
  all’interno del citoplasma dei globuli rossi è relativa-       Vaccini
  mente semplice. I parassiti generalmente sono visibili
  solo durante la fase acuta.                                    In Europa è registrato un vaccino nei confronti di Babe-
                                                                 sia canis spp. ottenuto da colture cellulari. Il vaccino non
ó Test di immunofluorescenza indiretta (IFAT) per                previene l’infezione ma rende meno severa la parassite-
  la ricerca di anticorpi anti-Babesia canis nel siero.          mia e limita la gravità dei segni clinici. La protezione vac-
  Non è considerata una metodica diagnostica utile in            cinale è assicurata solo nei confronti dei ceppi omologhi.
  corso di infezioni acute, poiché la comparsa dei segni
  clinici di solito precede quella degli anticorpi e non         Terapia
  permette di differenziare le diverse specie di Babesia.
  Può essere un mezzo affidabile per svelare parassite-          Imidocarb diproprionato: 5.0 - 6.6 mg/kg i.m. o s.c., da
  mie occulte soprattutto in aree non endemiche.                 ripetere dopo 2-3 settimane.
L’imidocarb è attivo, allo stesso dosaggio, nei confronti di
Ehrlichia canis. Al contrario, l’imidocarb non è attivo nei
confronti di Babesia gibsoni, il cui trattamento d’elezio-
ne è rappresentato dalla combinazione tra l’Atovaquone e
l’Azatromicina. Il trattamento terapeutico non consente la
guarigione parassitologica.

Nei casi gravi e complicati è necessario associare alla te-
rapia anti-Babesia una adeguata terapia di supporto (flui-
do terapia, trasfusione di sangue, ecc.).

Nessun trattamento è in grado di eliminare definitivamen-
te il parassita, per cui i soggetti infetti diventano portatori
cronici e potenziali serbatoi di infezione.

Suggerimenti pratici
Eseguire sempre un accurato esame microscopico dello
striscio di sangue periferico.
Escludere le possibili co-infezioni.

Zoonosi
Le specie più frequentemente coinvolte nella babesiosi
umana sono Babesia microti e Babesia divergens, entram-
be non segnalate nel cane. In alcune zecche raccolte in
Emilia Romagna, è stata segnalata la presenza di Babesia
microti-like (Theileria annae), patogena per il cane ma
non considerata patogena per l’uomo (allo stato attuale).

                                                                  Letture consigliate:

                                                                  Trotta M, Carli E, Novari G, Furlanello T, Solano-Gallego
                                                                  L. Clinicopathological findings, molecular detection and cha-
                                                                  racterization of Babesia gibsoni infection in a sick dog from Italy.
                                                                  Vet Parasitol. 2009 Nov 12; 165(3-4):318-22.

                                                                  Cassini R, Zanutto S, Frangipane di Regalbono A, Gabrielli
                                                                  S, Calderini P, Moretti A, Tampieri MP, Pietrobelli M. Canine
                                                                  piroplasmosis in Italy: epidemiological aspects in vertebrate and
                                                                  invertebrate hosts. Vet Parasitol. 2009 Oct 28; 165(1-2):30-5.

                                                                  Solano-Gallego L, Trotta M, Carli E, Carcy B, Caldin M, Fur-
17

Borrelliosi
(Malattia di Lyme)
Agente patogeno (In Italia)
 Borrelia burgdorferi, batterio dell’ordine Spirochetales, più vicino al gruppo dei Gram negativi, ma non
 classificabile in esso con sicurezza.

 Il complesso Borrelia burgoderferi ‘sensu lato’ comprende altri batteri patogeni per l’uomo e per altri animali: Bor-
 relia burgdorferi ‘sensu strictu’, Borrelia afzeli e Borrelia garinii. Il complesso Borrelia burgdorferi ‘sensu lato’ è
 responsabile della malattia di Lyme nel cane e nell’uomo, anche se la reale patogenicità di Borrelia afzeli e Borrelia
 garinii per il cane è ancora oggetto di discussione. Altre specie di Borrelia sono state identificate sia nell’uomo che
 nelle zecche vettrici; la loro patogenicità per il cane non è nota. La grande variabilità di specie potrebbe spiegare,
 almeno in parte, le differenti manifestazioni dell’infezione e della malattia nel cane.

Vettore (In Italia)
 Zecche del genere Ixodes, in Italia Ixodes ricinus.

 Ixodes ricinus è distribuita in tutte le regioni italiane. A differenza di Ripicephalus sanguineus, Ixodes ricinus trova il
 suo habitat naturale nei boschi e negli ambienti rurali, con grande capacità di attaccare diversi ospiti animali, domesti-
 ci e selvatici, compreso l’uomo. Nei Paesi del Nord Europa viene sempre più frequentemente riportato l’adattamento
 di Ixodes ricinus in ambienti urbani.
Distribuzione                                                   fetti non sviluppa segni clinici. La prima manifestazione
                                                                clinica, purtroppo quasi mai rilevabile, è un rash cutaneo,
Il complesso Borrelia burgdorferi ‘sensu lato’ è presen-        spesso transitorio, che si sviluppa nella zona di puntura
te in Italia, come dimostrato dagli isolamenti ottenuti in      della zecca. Tale manifestazione è descritta frequentemente
pazienti umani e dal costante ritrovamento del DNA del          nell’uomo, con progressiva estensione nella zona coinvolta
batterio nelle zecche della specie Ixodes ricinus, in diver-    o ad altre zone del corpo (eritema migrante) (Figura 1). In
se regioni del nostro Paese.                                    condizioni naturali non è noto il tempo di incubazione; spe-
                                                                rimentalmente gli anticorpi compaiono dopo 4-6 settimane
A dispetto di ciò e, nonostante la frequente segnalazione       dalle punture infettanti, e i segni clinici si sviluppano entro
di sieropositività (la cui specificità non sempre è atten-      i 5 mesi. I più frequentemente riportati sono: febbre (a volte
dibile) nel cane, non esistono descrizioni bibliografiche       intermittente), zoppia (uno o più arti coinvolti), linfadeno-
relative all’isolamento di Borrelia burgdorferi nel cane in     patia, malessere generalizzato. Caratteristicamente, la zop-
Italia, né in soggetti infetti né in cani che esprimano segni   pia può risolversi spontaneamente (nella maggioranza dei
clinici riferibili a malattia di Lyme.                          casi) dopo 3-4 giorni, e ricomparire ogni 2-4 settimane per
                                                                2-3 volte. In rari casi sono stati descritti disturbi neurologi-
Modalità di trasmissione                                        ci e coinvolgimento miocardico, riportati anche nell’uomo.
La trasmissione avviene attraverso la zecca. Anche le nin-
fe sono infettanti; la trasmissione trans-ovarica non è con-
siderata una via importante per il mantenimento dell’infe-
zione nelle zecche. Gli ospiti naturali della Borrelia sono
piccoli roditori selvatici che costituiscono i serbatoi prin-
cipali. I batteri penetrati nella cute dell’ospite vengono
veicolati ai linfonodi regionali e disseminati in tutto l’or-
ganismo. La batteriemia è scarsa, per cui si ritiene che le
manifestazioni cliniche siano dovute ad aberrazioni della
risposta immunitaria.

Tempi di trasmissione
Non è noto precisamente il tempo necessario affinché la
zecca, durante il suo pasto di sangue, riesca a trasmettere
il batterio all’ospite vertebrato.
Si pensa che la zecca debba rimanere attaccata almeno
24 ore per trasmettere Borrelia burgdorferi, ma recente-
mente è stato evidenziato che le zecche, il cui pasto di
sangue venga interrotto o disturbato, possono trasmettere
l’infezione anche in meno di 16 ore.
                                                                  Immagine gentilmente concessa
Diagnosi                                                          dal Prof. A. Cascio, Università di Messina.

                                                                Figura 1: Eritema migrante
Segni clinici
                                                                Importante:
Anche nei Paesi dove sono segnalati casi clinici di malat-
tia di Lyme nel cane, un’elevata percentuale di soggetti in-    Lo sviluppo di artrite cronica, caratteristica dell’uomo, a
                                                                distanza di anni dall’episodio acuto, è ancora oggetto di
studio nel cane.                                                  a lunga persistenza e dotati di attività repellente contro le
                                                                  zecche oltre che acaricida. Il trattamento dovrebbe esse-       19
Esami di laboratorio                                              re ripetuto per tutto il periodo a rischio, fino alla fine di
                                                                  settembre-novembre, a seconda delle zone.
Non sono riportate alterazioni ematologiche od emato-
biochimiche indicative di malattia di Lyme.                       Dopo avere frequentato aree a rischio è importante ispe-
                                                                  zionare se stessi ed il proprio cane. Le zone del corpo pre-
Alcuni cani possono mostrare proteinuria, in seguito al           ferite dalle zecche per effettuare il pasto di sangue sono
danno glomerulare.                                                inguine, ascelle, testa, torace.

Test diagnostici                                                  Non essendo noti i tempi di trasmissione del patogeno
                                                                  durante il pasto di sangue è buona norma staccare la zec-
ó Test di immunofluorescenza indiretta (IFAT) o ELISA             ca il prima possibile dal cane facendo attenzione a non
  per la ricerca di anticorpi anti-Borrelia burgdorferi. Solo     lasciare infisso l’apparato buccale nella cute dell’ospi-
  in presenza di segni clinici riportabili alla malattia di       te. Utilizzare esclusivamente delle pinzette, effettuando
  Lyme (febbre, zoppia intermittente, rash cutaneo) questi        un movimento rotatorio, non premendo eccessivamente
  test sono considerati attendibili e comunque non suffi-         sull’addome della zecca.
  cienti per una diagnosi definitiva. Gli anticorpi possono
  persistere per anni, sia negli animali guariti spontanea-       Vaccini
  mente, sia in quelli sottoposti a terapia antibiotica.
                                                                  Ad oggi sono presenti sul mercato mondiale 6 vaccini,
                                                                  alcuni dei quali disponibili anche in Europa. Tali vaccini
ó Western Immunoblot: tecnica molto specifica, utilizzata in
                                                                  sono di solito costituiti da antigeni delle proteine di su-
  laboratori specializzati, a scopo di ricerca o per la confer-
                                                                  perficie (OSP A). La loro efficacia non è certa né assoluta,
  ma della siero-positività ottenuta con IFAT o con Elisa.
                                                                  in virtù della presenza di diverse ‘genospecie’ presenti in
                                                                  Europa ed in virtù del loro particolare meccanismo d’a-
ó Coltura batterica: riservata solo a laboratori specializzati
                                                                  zione (interferenza del trasferimento del batterio dall’in-
  per la conferma diagnostica definitiva, da campioni bio-
                                                                  testino della zecca alle ghiandole salivari) che prevede
  logici (cute, liquido o membrane sinoviali). Ha lo svan-
                                                                  quote elevate e costanti di anticorpi presenti in circolo.
  taggio di richiedere terreni selettivi speciali e tempi di
  crescita molto lunghi (6-8 settimane).
                                                                  Terapia
ó PCR: per identificare il DNA del batterio da differenti ma-
                                                                  Il trattamento antibiotico può variare da caso a caso, in
  trici tissutali. È una metodica altamente specifica e sensi-
                                                                  dipendenza di numerosi fattori.
  bile, di solito integrata con le tecniche prima indicate.
                                                                  L’antibiotico di scelta è la doxiciclina, 10 mg/kg BID, per
Diagnosi differenziale                                            30 giorni. In alternativa, possono essere utilizzati l’amo-
Anaplasmosi granulocitica, Ehrlichiosi, Hepatozoonosi.            xicillina, 20 mg/kg TID, l’azitromicina, 25 mg/kg SID per
                                                                  10-20 giorni.

Prevenzione                                                       Questi antibiotici, somministrati per OS, vengono di so-
Sul vettore                                                       lito suggeriti durante la fase acuta della malattia. In caso
                                                                  di manifestazioni articolari o in caso di manifestazioni
I cani dovrebbero essere trattati preventivamente contro          neurologiche (rare nel cane), vengono consigliate la Pe-
le zecche prima dell’inizio della stagione a rischio (fine        nicillina G, 22.000 U/kg E.V. TID per 14-30 giorni o le
febbraio-inizio marzo), preferendo prodotti ben tollerati,        Cefalosporine di 3° generazione, 20-25 mg/kg, SID, BID
o TID a seconda della sostanza utilizzata, per 14-30 giorni.

    Ricorda che
    I cani restano portatori asintomatici del batterio,
    anche dopo successo terapeutico.

Suggerimenti pratici
La malattia di Lyme è una patologia molto complessa,
la cui diagnosi eziologica definitiva è riservata a pochi
centri specializzati.

Il trattamento antibiotico precoce dopo esposizione alle
zecche (profilassi) può mascherare la comparsa di anticor-
pi e rendere più difficoltosa la diagnosi.

Il riscontro nel cane esposto alle zecche di segni clinici
riportabili a malattia di Lyme (febbre, zoppia intermittente),
in assenza di modificazioni dell’esame ematologico ed ema-
tobiochimico – aspetto molto importante -, deve indurre il
clinico ad approfondimenti diagnostici presso centri specia-
lizzati in malattie trasmissibili da artropodi vettori.

Zoonosi
Il cane non è un serbatoio attivo per l’uomo e non elimina
nell’ambiente esterno il batterio. Al contrario, così come
in numerose altre malattie trasmesse da zecche la siero
prevalenza nel cane è utile per verificare la presenza del
batterio in una determinata area. Nell’uomo, la malattia è
a volte molto grave, ad esordio simil-influenzale ma con         Letture consigliate:
temute complicazioni articolari, neurologiche e cardiache.
                                                                 Wormser GP, Schwartz I. Antibiotic treatment of animals infected
                                                                 with Borrelia burgdorferi. Clin Microbiol Rev. 2009 Jul; 22(3):387-
                                                                 95.

                                                                 Greene CE, Straubinger RK. Borreliosis. In: Greene C.E. Infectious
                                                                 diseases of the dog and cat, third edition. Saunders Company, 2006.

                                                                 Straubinger RK, Rao TD, Davidson E. Protection against tick-transmit-
                                                                 ted Lyme disease in dogs vaccinated with a multi-antigenic vaccine.
                                                                 Vaccine. 2002; 20: 181-193.
21

Ehrlichiosi
monocitica canina
Agente patogeno
 Ehrlichia canis, batterio Gram negativo
 dell’ordine Rickettsiales (Figura 1), a localiz-
 zazione obbligatoria intracellulare (monociti-
 linfociti, raramente granulociti neutrofili).

Vettore (In Italia)
                                                    Figura 1: Morula di E. canis in un
 Rhipicephalus sanguineus.
                                                    linfocita

                                                    Figura 2: Cluster di zecche
Distribuzione                                                    Tempi di trasmissione
Rhipicephalus sanguineus è una zecca largamente distri-          Non è noto precisamente il tempo necessario affinché la
buita su tutto il territorio Nazionale.                          zecca, durante il suo pasto di sangue, riesca a trasmettere
                                                                 il batterio all’ospite vertebrato. I tempi medi riportati in
                                                                 letteratura variano da alcune ore a 24-48 ore.

                                                                 Diagnosi
                                                                 Segni clinici
                                                                 Clinicamente si distinguono 3 forme: acuta, subclinica,
                                                                 cronica.

                                                                 Forma acuta:
                                                                 si manifesta circa 1-3 settimane dall’infezione ed è ca-
                                                                 ratterizzata da febbre alta (anche superiore a 40°C), le-
                                                                 targia, anoressia, congiuntivite, linfoadenomegalia, sple-
                                                                 nomegalia.

                                                                 Importante:
                                                                 La fase acuta può risolversi spontaneamente nell’arco di
                                                                 1-2 settimane, anche in assenza di un trattamento terapeu-
                                                                 tico specifico.

Modalità di trasmissione                                         Fase subclinica:
La zecca femmina assume E. canis quando il pasto di san-         dopo circa 2-4 settimane si sviluppa la forma sub-clinica
gue avviene durante la fase acuta della malattia. Una volta      durante la quale l’animale si presenta apparentemen-
infettata, la zecca trasferisce Erhlichia canis ad altri cani,   te sano. Questa fase può durare mesi o addirittura anni.
durante i pasti successivi. Dopo aver eseguito il pasto di       Alcuni soggetti immunocompetenti possono eliminare il
sangue, la zecca è capace di deporre un enorme numero di         parassita durante questo periodo, altri, invece, possono
uova (superiore a 5000). Nel caso dell’Ehrlichiosi, il bat-      entrare nella fase cronica dell’infezione.
terio viene trasmesso per via transtadiale e, probabilmen-
te, per via transovarica, per cui le zecche sono infettanti
in qualunque stadio (larva, ninfa, adulto). Le zecche, sul           Curiosità
cane, tendono a raggrupparsi (cluster, Figura 2) rendendo
                                                                      ó La zecca può trasmettere Ehrlichia canis
possibile il trasferimento di microrganismi da zecche in-
                                                                        anche dopo 5 mesi dal distacco dal cane!
fette a zecche sane (co-feeding).
                                                                      ó Non si conosce la percentuale di cani che
                                                                        passa dalla fase acuta-subacuta a quella
Altre vie di trasmissione                                               cronica, né i fattori che incidono in tale
Le trasfusioni di sangue possono costituire un potenziale               evenienza.
pericolo, per cui i donatori dovrebbero essere testati ac-            ó La gravità delle manifestazioni cliniche
curatamente.                                                            può essere legata alla patogenicità del/dei
                                                                        ceppo/i in causa.
Fase cronica:                                                    Test diagnostici
caratterizzata da letargia, perdita di peso, anoressia, linfo-   ó Test di immunofluorescenza indiretta (IFAT) per la
                                                                                                                               23
adenomegalia, disturbi dell’emostasi (rinorragia), spleno-         ricerca di anticorpi anti-Ehrlichia canis nel siero.
megalia, uveite, artropatie, nefropatie, disturbi neurologi-       La positività sierologica può però persistere anche
ci (non frequenti), febbre (non frequente e di solito non          dopo trattamento terapeutico o guarigione sponta-
così elevata come nella fase acuta).                               nea e non sembra essere direttamente correlata con
                                                                   la presenza di segni clinici di Ehrlichiosi, special-
Esami di laboratorio                                               mente in aree endemiche. In questi soggetti, il titolo
                                                                   anticorpale generalmente si riduce progressivamente
ó Fase acuta:                                                      fino a scomparire nell’arco di 6-9 mesi. Allo stesso
  piastrinopenia, ipergammaglobulinemia.                           tempo, però, l’infezione può persistere in soggetti
                                                                   trattati e clinicamente asintomatici nei quali la po-
ó Fase subclinica:                                                 sitività sierologica rimane stabilmente presente an-
  nulla di rilevabile o può persistere una lieve                   che per anni. Altro limite è rappresentato dalla cross
  piastrinopenia.                                                  reattività sierologica con altre specie di Ehrlichia.
                                                                   Titoli anticorpali bassi (vicini al valore soglia del
ó Fase cronica:                                                    laboratorio) sono esclusivamente indicativi dell’avve-
  piastrinopenia, aumento delle proteine totali, proteinu-         nuta esposizione al batterio. Nella quasi totalità dei
  ria, aumento di ALT, ALP, urea, creatinina. In alcuni            casi, non hanno significato clinico.
  casi, l’aumento delle gamma globuline (Figura 3) può
  esprimersi con un picco monoclonale, tanto da simula-          ó PCR: per identificare il DNA specifico di E. canis
  re una neoplasia del sistema ematopoietico (mieloma).            da campioni biologici, generalmente sangue.
                                            γ                    ó Diagnosi microscopica: su strisci di sangue, buffy
                                                                   coat, midollo osseo, milza colorati con Diff-Quick.
                                       β2                          L’identificazione delle morule di Ehrlichia all’inter-
                                                                   no delle cellule mononucleate, relativamente semplici
                                                                   (Figura 1) da riconoscere ma considerate un reperto
                                                                   poco frequente, è possibile solo durante la fase acuta
                                  β1                               dell’infezione.
                           α2
                     α1
                                                                 ó Esami colturali per l’isolamento di E. canis da sangue
                                                                   (disponibile solo in pochi laboratori).
Figura 3: Tracciato elettroforetico
                                                                 Diagnosi differenziale
Nei casi più gravi si può instaurare una marcata depres-
sione midollare per cui la piastrinopenia può essere ac-         Leishmaniosi, Anaplasmosi, Babesioni, Epatozoonosi,
compagnata da leucopenia ed anemia non rigenerativa
                                                                 Linfoma.
(pancitopenia).

    Ricorda che                                                  Prevenzione
    La piastrinopenia non è ‘sinonimo’ di Ehrlichiosi ma
    si evidenzia in numerosi stati patologici.                   Sul vettore

    Le zecche possono trasmettere patogeni diversi               I cani dovrebbero essere trattati preventivamente contro
    durante lo stesso pasto di sangue per cui è neces-           le zecche prima dell’inizio della stagione a rischio (fine
    sario escludere patologie che si manifestino con             febbraio-inizio marzo), preferendo prodotti ben tollerati,
    segni clinici ed alterazioni clinico-patologiche             a lunga persistenza dotati di attività repellente contro le
    sovrapponibili.                                              zecche oltre che acaricida. Il trattamento dovrebbe esse-
re ripetuto per tutto il periodo a rischio, fino alla fine di
settembre-novembre, a seconda delle zone.

Vaccini
Non esistono allo stato attuale formulazioni vaccinali di
provata efficacia.

Terapia
Doxiciclina: 10 mg/kg s.i.d., x os, per 28 giorni (terapia
d’elezione).

Tetraciclina cloridrato: 10 mg/kg s.i.d., x os, per 28 giorni.

Carbesia: 5 mg/kg i.m., gg 1 e 15.

Quando si è instaurata la fase cronica con grave depressio-
ne midollare, la terapia può anche non avere effetto.

II cane, inoltre, non sviluppa un’immunità protettiva nei
confronti di E. canis per cui, dopo l’eliminazione del bat-
terio in seguito al trattamento terapeutico, può andare in-
contro a re-infezioni.

Suggerimenti pratici                                             Letture consigliate:
Dopo avere frequentato aree a rischio è importante ispe-
zionare se stessi ed il proprio cane. Le zone del corpo pre-     Mekuzas Y, Gradoni L, Oliva G, Foglia Manzillo V, Baneth G.
ferite dalle zecche per effettuare il pasto di sangue sono       Ehrlichia canis and Leishmania infantum co-infection: a 3-year
                                                                 longitudinal study in naturally exposed dogs. Clin Microbiol
inguine, ascella, testa, torace.
                                                                 Infect. 2009 Mar 26.
Non essendo noti i tempi di trasmissione del patogeno duran-     Baneth G, Harrus S, Ohnona FS, Schlesinger Y. Longitudinal quan-
te il pasto di sangue è buona norma staccare la zecca il prima   tification of Ehrlichia canis in experimental infection with com-
possibile dal cane facendo attenzione a non lasciare infisso     parison to natural infection. Vet Microbiol. 2009 May 12; 136(3-
l’apparato buccale nella cute dell’ospite. Utilizzare esclusi-   4):321-5. Epub 2008 Dec 3.
vamente delle pinzette, effettuando un movimento rotatorio,
non premendo eccessivamente sull’addome della zecca.             Shipov A, Klement E, Reuveni-Tager L, Waner T, Harrus S. Pro-
                                                                 gnostic indicators for canine monocytic ehrlichiosis. Vet Parasitol.
                                                                 2008 May 6; 153(1-2):131-8. Epub 2008 Jan 17.
Zoonosi
                                                                 Neer TM, Harrus S. Canine Monocytotropic Ehrlichiosis and neo-
Il cane non rappresenta un rischio per l’uomo. L’unico re-       rickettsiosis. In: Greene C.E. Infectious diseases of the dog and cat,
ale pericolo di infezione per l’uomo è frequentare ambien-       third edition. Saunders Company, 2006.
ti infestati da zecche. Ripicephalus sanguineus si adatta
a tutti gli ambienti peri-domestici e domestici nei quali        Neer TM, Breitschwerdt EB, Greene RT, Lappin MR. Consensus
vive il cane.                                                    statement on ehrlichial disease of small animals from the infectious
                                                                 disease study group of the ACVIM. American College of Veterinary
E. canis non è considerata patogena per l’uomo.                  Internal Medicine. J Vet Intern Med. 2002 May-Jun; 16(3):309-15.
25

Encefalite da zecche
(TBE)
Agente patogeno
 Flavivirus, famiglia Flaviviridae, comunemente
 chiamati ARBOvirus (Arthropod Borne Virus).
 Da ricordare che a questa famiglia appartiene
 il virus della West Nile Disease.

Vettore (In Italia)
                                                  Figura 1: Ixodes ricinus

 Ixodes ricinus (Figura 1).
Distribuzione                                                  Il periodo di incubazione è di circa 7-14 giorni. Sono de-
                                                               scritte diverse forme cliniche:
In Italia sono segnalati focolai sporadici in Toscana, Tren-
tino, Bellunese e Carso triestino. La patologia è endemica     ó Cani asintomatici.
in tutto l’Est-Europa.                                         ó Cani con quadro clinico severamente compromesso:
                                                                 febbre alta, mioclonie, convulsioni, emi o tetraparesi,
                                                                 iperestesia, deficit multiplo dei nervi cranici. I segni
                                                                 clinici sono generalmente progressivi e solitamente i
                                                                 cani muoiono o vengono soppressi entro 4-7 giorni.
                                                               ó Cani che sviluppano una grave encefalite ad esito
                                                                 a volte mortale.

                                                               Esami di laboratorio
                                                               Gli esami ematobiochimici non evidenziano alterazioni
                                                               degne di nota.

                                                               Test diagnostici
                                                               ó	Isolamento del virus dal sangue periferico, dal liquido
                                                                 cefalorachidiano o dai tessuti post - mortem.

                                                               ó Immunofluorescenza indiretta per la ricerca di anticorpi
                                                                 anti-virus TBE.

                                                               ó Dimostrazione di IgM.
Modalità di trasmissione
                                                               ó PCR per l’amplificazione del DNA o del RNA virale
La trasmissione avviene attraverso la puntura di zecche          da sangue o liquor.
infette, nelle quali il virus replica attivamente. Il reser-
voir più importante è rappresentato da piccoli roditori        Diagnosi differenziale
selvatici (arvicole).
                                                               Anaplasmosi, Cimurro.
Tempi di trasmissione
Non è noto il tempo necessario affinché la zecca possa         Prevenzione
trasmettere il virus durante il pasto di sangue.               Sul vettore

Diagnosi                                                       I cani dovrebbero essere trattati preventivamente contro
                                                               le zecche prima dell’inizio della stagione a rischio (fine
Segni clinici                                                  febbraio-inizio marzo), preferendo prodotti ben tollerati,
                                                               a lunga persistenza e dotati di attività repellente contro le
Nel cane la patologia è molto rara. Alcuni casi sono stati     zecche oltre che acaricida. Il trattamento dovrebbe esse-
segnalati recentemente in Europa centrale e, curiosamen-       re ripetuto per tutto il periodo a rischio, fino alla fine di
te, soprattutto in soggetti di razza Rottweiler.               settembre-novembre, a seconda delle zone.
Dopo avere frequentato aree a rischio è importante ispe-
zionare se stessi ed il proprio cane. Le zone del corpo pre-                                                                       27
ferite dalle zecche per effettuare il pasto di sangue sono
inguine, ascelle, testa, torace.

Non essendo noti i tempi di trasmissione del patogeno
durante il pasto di sangue è buona norma staccare la zec-
ca il prima possibile dal cane facendo attenzione a non
lasciare infisso l’apparato buccale nella cute dell’ospi-
te. Utilizzare esclusivamente delle pinzette, effettuando
un movimento rotatorio, non premendo eccessivamente
sull’addome della zecca.

Vaccini
Non esistono vaccini disponibili per il cane. Esiste, inve-
ce, un vaccino per l’uomo, oltre ad una preparazione di
immunoglobuline da utilizzare come misura profilattica
post-esposizione al rischio di contagio (puntura di zecche
in focolai endemici).

Terapia
Non esiste un protocollo terapeutico ottimale e standardiz-
zato per la TBE. Il trattamento può essere solo di supporto.

Suggerimenti pratici
La sintomatologia neurologica è particolarmente acuta.
Ricordare quali sono i focolai presenti in Italia ed in
Europa.                                                        Letture consigliate:

Zoonosi                                                        Kunze U. ISW TBE. Tick-borne encephalitis: From childho-
                                                               od to golden age does increased mobility mean increased risk?
Il cane infetto non rappresenta un reservoir d’infezione       Meeting report of the 11th meeting of the International Scien-
                                                               tific Working Group on Tick-Borne Encephalitis (ISW-TBE.
per la zecca né un veicolo di trasmissione per l’uomo. La      Vaccine. 2009 Nov 26.
TBE è una malattia in costante monitoraggio nell’uomo,
poiché appare in espansione anche verso i paesi europei        Carpi G, Bertolotti L, Rosati S, Rizzoli A. Prevalence and ge-
che si affacciano sul Mediterraneo. Particolari precauzio-     netic variability of tick-borne encephalitis virus in host-see-
ni devono essere prese per le categorie a rischio (campeg-     king Ixodes ricinus in northern Italy. J Gen Virol. 2009 Dec;
                                                               90(Pt 12):2877-83.
giatori, cacciatori, guardie forestali…) che si rechino in
zone endemiche.                                                Tipold A, Vanderelde M. Tick borne infections. In: Greene
                                                               C.E. Infectious diseases of the dog and cat, third edition. Saun-
                                                               ders Company, 2006.

                                                               Leschnik MW, Kirtz GC, Thalhammer JG. Tick-borne encephalitis
                                                               (TBE) in dogs. Int J Med Microbiol. 2002 Jun; 291 Suppl 33:66-9.
28

     Hepatozoonosi canina
     Agente patogeno (In Italia)
      Hepatozoon canis, protozoo della famiglia
      Hemogregarinidae, parassita obbligato dei
      leucociti e delle cellule del sistema reticolo
      endoteliale.

     Vettore (In Italia)
      Rhipichephalus sanguineus (Figura 2).            Figura 1: Gametocita di Hepatozoon
                                                       canis all’interno di un granulocita
                                                       neutrofilo

                                                       Figura 2: Rhipicephalus sanguineus
Distribuzione                                                  infiammatori. La forma che si ritrova in circolo, all’in-
                                                               terno dei neutrofili, è la forma sessuata (gametocita).
Rhipichephalus sanguineus è una zecca largamente di-
                                                                                                                               29
stribuita su tutto il territorio Nazionale. Probabilmente,
anche altre zecche di specie diverse possono essere ser-       Diagnosi
batoio d’infezione.
                                                               Segni clinici
                                                               La severità dei segni clinici è legata al grado di paras-
                                                               sitemia ed alle eventuali infezioni concomitanti. Percen-
                                                               tuali variabili tra il 5 e il 10 % dei neutrofili parassitati
                                                               (la maggior parte dei casi) corrispondono a segni clinici
                                                               lievi o assenti. Quando la parassitemia è elevata i segni
                                                               clinici più frequentemente riportati sono: modesto rialzo
                                                               febbrile, letargia, perdita di peso, linfoadenopatia, muco-
                                                               se pallide e dolorabilità muscolare.

                                                               Importante:
                                                               Segni clinici muscolo-scheletrici di particolare gravità e
                                                               coinvolgimento cardiaco sono riportati in letteratura ed at-
                                                               tribuiti pressoché esclusivamente a Hepatozoon america-
                                                               num, una specie isolata in USA e non segnalata in Europa.

                                                               Esami di laboratorio
                                                               ó Esame emocromocitometrico: anemia normocitica-
                                                                 normocromica, occasionalmente rigenerativa. Neu-
                                                                 trofilia (infrequente, ma in alcuni casi molto elevata),
Modalità di trasmissione                                         solo in caso di gravi parassitemie. La trombocitopenia
                                                                 è segnalata in special modo nei soggetti co-infetti con
La trasmissione avviene attraverso la zecca. In questo
                                                                 Ehrlichia canis.
caso però non è il morso di una zecca infetta a causare
l’inoculazione dell’agente patogeno ma l’ingestione acci-      ó Esami ematobiochimici: iperglobulinemia, ipoalbu-
dentale di una zecca parassitata (contenete una oociste di       minemia, aumento di CPK ed ALP.
H. canis). È possibile la trasmissione per via transtadiale.
                                                               Test diagnostici
Altre vie di trasmissione
                                                               ó Diagnosi microscopica: su strisci di sangue con colo-
È possibile la trasmissione transplacentare o attraverso la      razione Diff-Quick. L’identificazione dei gametociti
predazione di ospiti intermedi o portatori sani.                 all’interno dei neutrofili (occasionalmente nei mono-
                                                                 citi) è piuttosto facile (Figura 1) ma non frequente in
Tempi di trasmissione                                            caso di parassitemia bassa.

Allo stato attuale la trasmissione durante il pasto di san-    ó Gli anticorpi anti–H. canis possono essere identificati
gue non è considerata una via d’infezione. Il ciclo del pa-      mediante test di immunofluorescenza indiretta (IFAT) o
rassita, una volta ingerito, è particolarmente complesso,        metodica ELISA. In virtù della facile identificazione del
con invasione di tutti gli organi e tessuti da parte delle       parassita, specialmente in corso di malattia, tali metodi-
forme asessuate (merozoiti) che provocano fenomeni               che vengono utilizzate solo ai fini epidemiologici.
ó PCR: per identificare il DNA del protozoo. Metodica
  non routinaria, riservata di solito ai fini scientifici.
                                                                Suggerimenti pratici
                                                                Eseguire sempre un accurato esame microscopico dello
                                                                striscio di sangue periferico in tutte le patologie trasmesse
                                                                da artropodi vettori. Il riscontro periferico di H. canis può
Diagnosi differenziale                                          a volte essere un reperto occasionale.
Leishmaniosi, Ehrlichiosi, Anaplasmosi, Babesiosi.
                                                                Escludere le possibili co-infezioni, o al contrario, verifi-
                                                                care attentamente gli strisci periferici in caso di mancata
Prevenzione                                                     o parziale risposta alla terapia nei confronti delle altre pa-
                                                                tologie descritte nel testo.
Sul vettore
I cani dovrebbero essere trattati preventivamente contro
le zecche prima dell’inizio della stagione a rischio (fine
                                                                Zoonosi
febbraio-inizio marzo), preferendo prodotti ben tollerati,      L’Hepatozoonosi non è considerata una zoonosi.
a lunga persistenza e dotati di attività repellente contro le
zecche oltre che acaricida. Il trattamento dovrebbe esse-
re ripetuto per tutto il periodo a rischio, fino alla fine di
settembre-novembre, a seconda delle zone.

Dopo avere frequentato aree a rischio è importante ispe-
zionare se stessi ed il proprio cane. Le zone del corpo pre-
ferite dalle zecche per effettuare il pasto di sangue sono
inguine, ascelle, testa, torace.

Non essendo noti i tempi di trasmissione del patogeno
durante il pasto di sangue è buona norma staccare la zec-
ca il prima possibile dal cane facendo attenzione a non
lasciare infisso l’apparato buccale nella cute dell’ospi-
te. Utilizzare esclusivamente delle pinzette, effettuando
un movimento rotatorio, non premendo eccessivamente
sull’addome della zecca.                                        Letture consigliate:

                                                                Sasanelli M, Paradies P, Lubas G, Otranto D, de Caprariis D. At-
Vaccini                                                         ypical clinical presentation of coinfection with Ehrlichia, Babesia
                                                                and Hepatozoon species in a dog. Vet Rec. 2009 Jan 3; 164(1):22-3.
Non sono attualmente disponibili vaccini.
                                                                Marchetti V, Lubas G, Baneth G, Modenato M, Mancianti F. He-
                                                                patozoonosis in a dog with skeletal involvement and meningoen-
Terapia                                                         cephalomyelitis. Vet Clin Pathol. 2009 Mar; 38(1):121-5. Epub
                                                                2008 Oct 28.
Imidocarb dipropionato 5-6 mg/kg ogni 14 giorni, S.C.
o I.M. fino alla scomparsa del parassita alla lettura dei       Li Y, Wang C, Allen KE, Little SE, Ahluwalia SK, Gao D, Macintire
vetrini. In alcuni casi, è stata associata la doxiciclina,      DK, Blagburn BL, Kaltenboeck B. Diagnosis of canine Hepatozo-
                                                                on spp. infection by quantitative PCR. Vet Parasitol. 2008 Oct 20;
alla dose di 10 mg/kg die, per 21 giorni.                       157(1-2):50-8. Epub 2008 Jul 17.

L’eliminazione di H. canis dal sangue periferico può ri-        Baneth G. Hepatozoon canis infection. In: Greene C.E. Infectious
chiedere a volte tempi più lunghi di trattamento.               diseases of the dog and cat, third edition. Saunders Company, 2006.
31

Rickettsiosi
Agente patogeno (In Italia)
Il genere Rickettsia include numerose specie di batteri
responsabili di gravi patologie sia nell’uomo che nel
cane, tra questi in particolare i batteri del gruppo ‘spot-
ted fever’ e del gruppo ‘typhus’.
I batteri del gruppo thyphus sono rappresentati princi-
palmente da R. prowazekii e R. typhi e non sono con-
siderati patogeni per il cane. Il gruppo spotted fever
comprende più di 20 specie e, tra queste, R. rickettsii,
responsabile della Rocky mountain spotted fever e R.          Figura 1: Rhipicephalus sanguineus
conorii agente causale della Mediterranean spotted
fever. Nel cane è riconosciuto un ruolo patogeno per
R. rickettsii, agente eziologico di una patologia molto
grave ma non presente in Europa e per R. conorii, la
cui patogenicità, ad oggi, sembra essere molto limitata e
comunque non ancora sufficientemente studiata.

Vettore (In Italia)
R. conorii è trasmessa da R. sanguineus (Figura 1).
Distribuzione                                                     Diagnosi differenziale
Non presente in Italia.                                           Ehrlichiosi, Anaplasmosi, Babesiosi.
In virtù della non presenza in Italia ed in Europa (ad
oggi) di R. rickettsii, nel seguente paragrafo sarà descrit-      Prevenzione
ta solo la patologia indotta da R. conorii, recentemente
segnalata in Italia.                                              Sul vettore
                                                                  I cani dovrebbero essere trattati preventivamente contro
Modalità di trasmissione                                          le zecche prima dell’inizio della stagione a rischio (fine
La trasmissione avviene attraverso punture di zecche infet-       febbraio-inizio marzo), preferendo prodotti ben tollerati,
te. Le zecche agiscono da vettore e da reservoir; è possibile     a lunga persistenza e dotati di attività repellente contro le
infatti sia la trasmissione transtadiale che transovarica.        zecche oltre che acaricida. Il trattamento dovrebbe esse-
                                                                  re ripetuto per tutto il periodo a rischio, fino alla fine di
Tempi di trasmissione                                             settembre-novembre, a seconda delle zone.

Non è noto il tempo necessario affinché la zecca durante il       Dopo avere frequentato aree a rischio è importante ispe-
pasto di sangue riesca a trasmettere l’agente patogeno al cane.   zionare se stessi ed il proprio cane. Le zone del corpo pre-
                                                                  ferite dalle zecche per effettuare il pasto di sangue sono
Diagnosi                                                          inguine, ascelle, testa, torace.

                                                                  Non essendo noti i tempi di trasmissione del patogeno
Segni clinici
                                                                  durante il pasto di sangue è buona norma staccare la zec-
Nonostante la sieroprevalenza riportata nel cane in Italia sia    ca il prima possibile dal cane facendo attenzione a non
elevata (26-60%), i casi di malattia causata da R. conorii        lasciare infisso l’apparato buccale nella cute dell’ospi-
descritti in letteratura sono sporadici. I segni clinici prin-    te. Utilizzare esclusivamente delle pinzette, effettuando
cipali sono rappresentati da uno stato febbrile acuto e le-       un movimento rotatorio, non premendo eccessivamente
targia; a volte dolore articolare e risentimento linfonodale.     sull’addome della zecca (Figura 2).

Esami di laboratorio
Le principali alterazioni di laboratorio riscontrate nei 3
casi descritti sono: trombocitopenia, anemia, lieve au-
mento dei valori degli enzimi epatici, ipoalbuminemia.

Test diagnostici
ó Test di immunofluorescenza indiretta per la ricerca di
  anticorpi anti-Rickettsia conorii. Come precedente-
  mente riportato la siero-prevalenza in Italia è alta ma la
  presenza di titoli anticorpali non corrisponde alla dimo-
  strazione di una malattia in atto. Nei casi clinici descrit-
  ti, è stata dimostrata sia l’avvenuta siero-conversione
                                                                  Figura 2: Distacco di una zecca con pinzetta
  che la presenza di un alto titolo di anticorpi IgM.

ó PCR: per l’identificazione del DNA specifico di R. conorii.
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