Primo Seminario "Gestione dei rifiuti in Sicilia, riflessioni e buoni esempi".

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GIUNTA REGIONALE DELLA CAMPANIA

 L’Assessorato all’Ecologia, Tutela dell’Ambiente e Disinquinamento
  Ciclo Integrato delle Acque-Programmazione e Gestione dei Rifiuti

Primo Seminario “Gestione dei rifiuti in
   Sicilia, riflessioni e buoni esempi”.

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INDICE
1. Premessa ................................................................................................. 3
2. Misure adottate in base alla normativa nazionale disciplinante il
subentro delle amministrazioni territoriali della regione Campania. .......... 4
  2.1 Utilizzo della frazione umida biostabilizzata .................................. 4
  2.2 Accordi interregionali ...................................................................... 5
  2.3 Ampliamenti delle discariche in esercizio ....................................... 5
3. Il Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti Urbani ................................. 6
4. Il Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti Speciali ............................... 7
5. Piano attuativo minimizzazione dei rifiuti ............................................. 8
6. “Provincializzazione del ciclo integrato dei rifiuti” .............................. 9
7.Smaltimento attuale dei rifiuti presso gli impianti presenti sul territorio 9
  7.1 Stabilimenti di Tritovagliatura e Imballaggio dei Rifiuti .............. 10
  7.2 Discariche attualmente in esercizio. .............................................. 12
  7.3 Termovalorizzatore di Acerra ........................................................ 12
8. Impiantistica futura prevista dal piano regionale dei rifiuti ................ 14
  8.1 Termovalorizzatori ......................................................................... 14
  8.2 Nuove discariche ............................................................................ 15
  8.3 Impianti di digestione anaerobica .................................................. 15
  8.4 Impianti di compostaggio............................................................... 16
  8.5 Il compostaggio domestico ............................................................ 17
9. La Raccolta differenziata ..................................................................... 18
10. “Geeen public procurement” ............................................................. 20

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1.Premessa

Con L.R. 4/2007, così come modificata dalla L.R. 4/2008, la Regione Campania ha disciplinato le
“Norme in materia di gestione, trasformazione, riutilizzo dei rifiuti e bonifica dei siti inquinati”
individuando nella questione connessa al trattamento dei rifiuti la condizione ineludibile per la
tutela della salute e la salvaguardia dell’ambiente e del territorio.
       All’indomani della fase emergenziale - conclusasi ufficialmente il 31/12/2009 con il Decreto
legge 195/2009 convertito in legge n. 26/2010 (recante disposizioni urgenti per la cessazione dello
stato di emergenza in materia di rifiuti in Campania per l'avvio della fase post emergenziale in
Abruzzo) - l'Amministrazione regionale, con una progressiva riassunzione di funzioni e
responsabilità nel pieno rispetto della normativa vigente nazionale e regionale, ha definito un
quadro strategico programmatico per garantire il passaggio alla gestione ordinaria ed
all’autosufficienza regionale in materia di trattamento/smaltimento dei rifiuti nel rispetto della
salute pubblica e dei livelli di protezione dell’ambiente.

Le misure adottate, in corso di attuazione, stanno consentendo alla Regione Campania di
dotarsi di un piano di gestione dei rifiuti urbani e speciali, nonché di completare la rete di
infrastrutture per il trattamento e lo smaltimento degli stessi, di portare il sistema di raccolta
differenziata, di adottare gli strumenti necessari per il monitoraggio ed il controllo dei flussi
dei rifiuti, di introdurre meccanismi di vigilanza e sanzionatori per contrastare lo
sversamento abusivo e la gestione illegale dei rifiuti, nonché di adottare tutte le iniziative
previste in materia dalla normativa nazionale e regionale.

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2. Misure     adottate in base alla normativa nazionale
   disciplinante il subentro delle amministrazioni territoriali
   della regione Campania.

2.1 Utilizzo della frazione umida biostabilizzata

In virtù dell’art. 1 comma 3 del D.L. 196/2010 convertito in Legge n. 1 del 24 gennaio 2011 che
recita “In considerazione degli interventi tecnici praticati presso gli impianti di selezione e
trattamento dei rifiuti di cui all'articolo 6, comma 1, del decreto-legge 23 maggio 2008, n. 90,
convertito, con modificazioni, dalla legge 14 luglio 2008, n. 123, e volti a conseguire idonei livelli
di biostabilizzazione dei rifiuti, all'articolo 6-ter, comma 1, del richiamato decreto-legge n. 90 del
2008 sono apportate le seguenti modificazioni: a) dopo le parole: «CER 19.05.01» sono inserite le
seguenti: «, CER 19.05.03»; b) e' infine aggiunto il seguente periodo: «I rifiuti aventi codice CER
19.05.03, previa autorizzazione regionale, possono essere impiegati quale materiale di
ricomposizione ambientale per la copertura e risagomatura di cave abbandonate e dismesse, di
discariche chiuse ed esaurite, ovvero quale materiale di copertura giornaliera per gli impianti di
discarica in esercizio.», la Regione Campania con Delibera della Giunta Regionale N. 426 Del
04.08.2011 ha approvato il disciplinare tecnico per l'utilizzo del biostabilizzato ottenuto dal
processo di stabilizzazione delle matrici organiche dei rifiuti codici 19.05.01 e 19.05.03.
La frazione umida tritovagliata degli impianti STIR, stabilizzata e postmaturata può assumere le
caratteristiche fisico-chimiche e il codice di rifiuto suddetto per essere utilizzata in attività di
ricomposizione ambientale per la copertura e risagomatura di cave abbandonate e dismesse
conformemente a quanto stabilito dalla legge. Tale materiale può essere anche utilizzato per le
opere di capping definitivo con ricomposizione ambientale e morfologiche di tutte le discariche
esistenti in Regione Campania non più in esercizio e mai completate.

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2.2 Accordi interregionali

In virtù dell’art. 1 comma 7 del D.L. 196/2010 convertito in Legge n. 1 del 24 gennaio 2011 che
recita “Fino alla completa realizzazione degli impianti necessari per la chiusura del ciclo integrato
di gestione dei rifiuti nella regione Campania previsti dal decreto-legge 23 maggio 2008, n. 90,
convertito, con modificazioni, dalla legge 14 luglio 2008, n. 123, cosi' come modificato dal presente
decreto, ove si verifichi la non autosufficienza del sistema di gestione dei rifiuti urbani non
pericolosi prodotti in Campania, tale da non poter essere risolta con le strutture e dotazioni esistenti
nella stessa Regione, il Governo promuove, nell'ambito di una seduta della Conferenza permanente
per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano, appositamente
convocata anche in via d'urgenza, su richiesta della Regione, un accordo interregionale volto allo
smaltimento dei rifiuti campani anche in altre regioni. L'attuazione del presente comma non
comporta nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.”, e in virtù del decreto Legge del 1
Luglio 2011 n.94, la Regione Campania ha stipulato gli accordi con le seguenti Regioni: Emilia-
Romagna, Toscana, Lazio, Liguria e Puglia. La Regione Campania ha stipulato anche altri
commerciali sia con gestori di siti in altre Regioni Italiane che con gestori operanti in altri paesi
europei per lo smaltimento della frazione organica stabilizzata (discariche) e della frazione secca
indifferenziata (inceneritori). Tali accordi, attivati nel rigoroso rispetto delle normative comunitarie
e nazionali, sono calibrati in misura tale da garantire – unitamente al sistema di discariche ed al loro
eventuale ampliamento – la gestione ordinaria del ciclo per tutto il periodo transitorio tenendo conto
del graduale esaurimento delle discariche di Chiaiano e di Terzigno e dei tempi occorrenti alla
realizzazione delle nuove discariche nella provincia di Napoli.

2.3 Ampliamenti delle discariche in esercizio

Per le discariche attualmente in esercizio sono previsti ampliamenti che verranno realizzati così
come programmato dalla Delibera Regionale 5880 del 06/12/2002 “Sono altresì da considerarsi
varianti sostanziali, e quindi da approvare ai sensi dell’art. 27 del D.Lgs. 22/97, le integrazioni di
tipologie e di rifiuti da stoccare e/o da trattare in quantità eccedente il 15% delle tipologie già
autorizzate”. Tali ampliamenti potranno essere eseguiti solo in prossimità dell’esaurimento delle

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stesse discariche, data la necessità di dover effettuare dei rilievi piano altimetrici funzionali a
stabilire le nuove quote di ampliamento.
       La Regione Campania approverà, entro la fine dell’anno, il nuovo Piano Regionale per la
Gestione dei Rifiuti Urbani (PRGRU) e per i rifiuti speciali, strumento fondamentale, anche sul
piano giuridico, per garantire la corretta gestione dell’intero ciclo dei rifiuti, la situazione attuale è
di seguito descritta.

3. Il Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti Urbani

L’iter del PRGRU è stato avviato nel mese di agosto 2010 con la redazione del “Documento
programmatico del Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti Urbani in Campania”. Per le stesse
finalità, con Decreto dirigenziale n. 9 del 04/10/2010, è stato incaricato il Centro di Competenza
“Analisi e Monitoraggio del Rischio Ambientale – AMRA” ha redatto un documento per la
“Definizione delle esigenze impiantistiche per la gestione dei rifiuti urbani” da impiegare a
supporto del PRGRU.
       Per la definizione della proposta di Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti Urbani, con
DGR n. 897 del 14/12/2010 è stata formalizzata la collaborazione con il Dipartimento di Scienze
Ambientali della Seconda Università di Napoli e costituito un Gruppo di Lavoro (con D.D. n.
14/2010 e D.D. n. 6/2011) composto oltre che da rappresentanti del Dipartimento di Scienze
Ambientali anche da personale interno all’amministrazione regionale operante nell’AGC 21, da
referenti della Sezione Regionale del Catasto Rifiuti dell’ARPAC, dall’Autorità Ambientale
regionale supportata dalle Assistenze Tecniche di cui all’Obiettivo Operativo 7.1 del POR
Campania FESR 2007-2013 e al PON GAT 2007-2013 del Ministero dell’Ambiente e della Tutela
del Territorio e del Mare, cui sono state affidate le attività di elaborazione del PRGRU e
l'espletamento delle procedure connesse alla Valutazione Ambientale Strategica del Piano.
       La proposta di Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti Urbani è stata fatta propria dalla
Giunta regionale con Delibera n. 127 del 28 marzo 2011 ed adottata con Delibera di Giunta
Regionale n. 265 del 14/06/2011 unitamente al Rapporto Ambientale, integrato con lo Studio di
incidenza e la Sintesi non Tecnica oltre che del parere della Conferenza permanente Regione-
Autonomie Locali.

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        A chiusura della fase di consultazione pubblica sono pervenuti oltre 600 contributi
attualmente al vaglio del Comitato Tecnico Ambientale che si è espresso con parere reso nella
seduta del 29.11.2011.

4. Il Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti Speciali

        La redazione della Bozza di Piano per i Rifiuti Speciali pericolosi e non pericolosi – ai
sensi dell’art. 196 del D. Lgs 152/06 e s.m.i e dell’art. 7 della L.R. 4/07 e s.m.i. – è stata affidata
all’ARPAC con D.G.R. n. 1826 del 18.10.2007 .
        Conformemente alla normativa, il processo di pianificazione del PRGRS della Campania è
stato, pertanto, affiancato dalla redazione del Rapporto Ambientale, la cui elaborazione è stata
affidata ad un Gruppo di Lavoro, istituito con D.D. n. 10 del 17.11.2010 e composto da personale
interno all’amministrazione regionale con esperienza nell’ambito di procedimenti di pianificazione
e valutazione ambientale strategica operante nelle AGC 05 e 21, da referenti della Sezione
Regionale del Catasto Rifiuti dell’ARPAC, dall’Autorità Ambientale regionale supportata dalle
Assistenze Tecniche di cui all’Obiettivo Operativo 7.1 del POR Campania FESR 2007-2013 e al
PON GAT 2007-2013 del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare.
        La proposta di Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti Speciali è stata fatta propria
dalla Giunta regionale con Delibera n. 570 del 22 luglio 2011 ed adottata con Delibera di Giunta
Regionale n. 212 del 24/05/2011 unitamente al Rapporto Ambientale, integrato con lo Studio di
incidenza e la Sintesi non Tecnica oltre che del parere della Conferenza permanente Regione-
Autonomie Locali.
        Per garantire la più ampia condivisione delle scelte di pianificazione sono state realizzate le
medesime iniziative attivate per il PRGRU col risultato che sono stati acquisiti, a chiusura della fase
di consultazione pubblica, circa 150 contributi attualmente al vaglio del Comitato Tecnico
Ambientale che dovrà esprimersi al massimo entro 90 giorni, ovvero entro il mese di novembre
2011.

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5. Piano attuativo minimizzazione dei rifiuti

Degne di rilievo sono le attività funzionali alla predisposizione del Piano attuativo integrato per
la minimizzazione dei rifiuti nel rispetto delle disposizioni previste dall'art. 180 del Dlgs.
152/2006 e ss.mm.ii e dell'art. 27 della L.R. 4/2007 e ss.mm.ii.
       Tale documento risponde a quanto stabilito dalla Direttiva 2008/98 CE - che pone al primo
posto la riduzione dell'uso di risorse e stabilisce, tra le altre cose, misure volte a ridurre gli impatti
negativi della produzione dei rifiuti e dell’uso delle risorse migliorandone l’efficacia - la presente
deliberazione favorisce l'integrazione di ben tre strumenti normativi. Risponde inoltre a quanto
previsto nel Dlgs. 152/2006 e ss.mm.ii che agli art. 179 e ss. prescrive agli enti preposti alla
programmazione in materia di rifiuti di prevedere "iniziative dirette a limitare la produzione di
rifiuti" e nella L.R. 4/2007 e ss.mm.ii. che assume tra le finalità generali la prevenzione, il governo
e la riduzione della produzione e della pericolosità dei rifiuti, ispirandosi al conseguimento
dell’obiettivo “Rifiuti zero”.
       Contestualmente l'elaborazione di un Piano di minimizzazione soddisfa anche quanto
stabilito dall'art. 15 della L.R. 1/2008 che istituisce il "Fondo regionale per la ecosostenibilità"
finalizzato anche al sostegno delle azioni regionali tese a incrementare le attività di recupero e
riciclo dei materiali tra cui, prioritariamente, le iniziative di prevenzione e riduzione della
produzione di beni, imballaggi o contenitori realizzati in materiali diversi da quelli biodegradabili,
ecocompatibili o riciclabili.
       Al fine di assicurare non solo il rientro nella normalità dopo la fase di emergenza, ma anche
la corretta e ordinata gestione del ciclo dei rifiuti nella fase transitoria, nelle more del
perfezionamento giuridico dei documenti di pianificazione la Regione sta avviando una serie di
azioni funzionali alla realizzazione della rete impiantistica prevista dai Piani.
       Di seguito il dettaglio degli interventi.

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6. “Provincializzazione del ciclo integrato dei rifiuti”

Viste le numerose problematiche legate al ciclo di trattamento dei rifiuti, le cinque Province della
Regione Campania risultano ancora non autosufficienti nelle attività di smaltimento dei rifiuti,
ragion per cui non è possibile realizzare un ciclo completo all'interno di ognuna di esse.
Tale situazione rende, per questo, necessario, da parte della Regione le attività di coordinamento dei
flussi interprovinciali.

7. Smaltimento attuale dei rifiuti presso gli impianti presenti sul
   territorio

La situazione impiantistica per il trattamento/smaltimento in regione Campania è la seguente:
- 7 Impianti provinciali di Tritovagliatura ed Imballaggio dei Rifiuti;
- 5 Discariche provinciali in esercizio;
- 1 Termovalorizzatore
Attualmente la produzione media giornaliera di rifiuti solidi urbani nella Regione Campania, si
attesta intorno alle 4400 tonnellate, al netto della raccolta differenziata (produzione anno 2010 –
5100 ton./die; 2009 – 5400 ton./die.) Di tali quantità prodotte giornalmente, circa 800 ton. vengono
smaltite direttamente in discarica (400 Terzigno e 400 ton. San Tammaro), mentre le restanti 3600
ton di RSU, vengono conferite da parte dei comuni presso i sette              impianti provinciali di
tritovagliatura di :
     Tufino, Giugliano, Caivano, per la provincia di Napoli;
     Pianodardine, per la provincia di Avellino
     Casalduni, per la provincia di Benevento
     Battipaglia, per la provincia di Salerno
     S.M. Capua Vetere, per la provincia di Caserta
In tali impianti, attraverso un processo di separazione meccanica, vengono prodotte circa 1800 ton
di FST (frazione secca tritovagliata) e circa 1800 ton. di FUT (frazione umida tritovagliata).

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La frazione secca viene smaltita per l'intero quantitativo presso il TMV di Acerra (al 30 novembre
bruciate cica 550.000 ton.).
La frazione umida, invece, viene smaltita per 400 ton presso le discariche regionali (300 ton. San
Tammaro (CE) e 100 ton Savignano (AV), mentre le restanti 1400 ton. vengono conferite
quotidianamente fuori regione (Dal 1 gennaio 2011 al 20 novembre 2011 sono state conferite
fuori regione 234. 406,32 ton. )
Le discariche presenti sul territorio regionale sono le seguenti:
    Chiaiano e Terzigno per la provincia di Napoli (non autorizzate allo smaltimento della
       frazione umida tritovagliata);
    San Arc. Trimonte, per la provincia di Benevento (temporaneamente chiusa in quanto è
       sotto sequestro);
    Savignano (AV), per la provincia di Avellino;
    San Tammaro (CE), per la provincia di Caserta.

Questo sistema di conferimenti rimane molto precario in quanto, lo smaltimento quotidiano dei
rifiuti dipende completamente dai trasferimenti fuori regione. Infatti, un eventuale interruzione di
tali trasporti di rifiuto causerebbe un immediata situazione di criticità, in particolare nella provincia
di Napoli, che trasferisce quotidianamente circa 1100 ton.

7.1Stabilimenti di Tritovagliatura e Imballaggio dei Rifiuti

La realizzazione degli impianti di compostaggio e di trattamento termico dei rifiuti è già stata
avviata indipendentemente dall'approvazione del PRGRU.
Attualmente in Campania sono attivi tre piccoli impianti di compostaggio (per un totale
complessivo di 15.000 t/a).
A questi va aggiunto l'impianto di compostaggio di Salerno (con una capacità di trattamento di
30.000 t/a.) finanziato con D.D. n. 14/2008 per un ammontare di € 24,995,000,00 attualmente in
fase di collaudo funzionale.
Compatibilmente con la disponibilità delle risorse economiche per il 31 dicembre 2011 è prevista
l'attivazione degli impianti di S.Tammaro (30.000 t/a), e dell’impianto di Eboli (21.500 t/a), per il
primo semestre dell’anno 2012 è prevista l’attivazione dell’impianto di di Giffoni Valle Piana
(30.000 t/a).

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Per il completamento dei suddetti impianti, la Regione ha emanato la delibera pubblicata sul BURC
n°39 del 27/06/2011 in cui è individuata la somma di 11.108.270, 74.
A seguito dell’entrata in vigore della legge n.1/2011 di conversione del D.L. 196/2010 che ha
conferito al Presidente della Giunta Regionale la facoltà di nominare Commissari Straordinari per la
realizzazione attraverso procedure amministrative semplificate, gli impianti di digestione
anaerobica all'interno degli stabilimenti di tritovagliatura e imballaggio rifiuti (STIR) già esistenti
nel territorio regionale per una potenzialità complessiva di 440.000 ton/a di frazione organica da
raccolta differenziata.
I commissari sono stati nominati dal Presidente della Giunta Regionale in data 11 febbraio 2011 per
la realizzazione degli impianti di digestione anaerobica negli STIR di Battipaglia (SA),
Pianodardine (AV), Casalduni (BN), Santa Maria Capua Vetere (CE), Giugliano (NA) e Tufino
(NA).Con il raggiungimento della 50% di raccolta differenziata così come prevista dal Piano, la
quantità di frazione organica prodotta è pari a 560.000 t/a in tutta la Regione Campania. Di questa
quantità circa 120.000 t/a saranno trattatte negli impianti di compostaggio suddetti mentre la
restante parte di 440.000 t/a sarà trattata negli impianti di digestione anaerobica.
       Gli impianti STIR sono stati oggetto nell’anno 2009 di manutenzione straordinaria,
ultimata ad inizio 2011. I lavori hanno previsto essenzialmente la manutenzione e sostituzione di
tutte le parti meccaniche del reparto di trito-vagliatura e selezione. Attualmente gli impianti
ricevono circa 4000 ton/g di rifiuto solido urbano indifferenziato.
       I capannoni adibiti al processo di stabilizzazione alla fine del 2009 contenevano circa
100.000 ton di frazione umida trito-vagliata stoccata precedentemente in fase di emergenza. Ad
oggi tale quantità è stata ridotta del 20 % fino ad arrivare ad una giacenza di circa 80.000 ton.
       Negli impianti di S. M. Capua Vetere e di Tufino sono stati realizzati e sono attualmente in
esercizio impianti per il trattamento aerobico in cumuli statici della frazione umida trito-vagliata, in
sostituzione del vecchio metodo in cumuli aerati rivoltati.
       L’impianto STIR di Tufino risulta essere un impianto perfettamente funzionante considerato
come una delle eccellenze italiane (fonte AGENPARL).

                                                                                                     111
                                                                                                       1
GIUNTA REGIONALE DELLA CAMPANIA

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                        Ciclo Integrato delle Acque-Programmazione e Gestione dei Rifiuti
7.2 Discariche attualmente in esercizio.
I siti provinciali di Avellino, Benevento e Caserta sono in grado di garantire l'autosufficienza della
Provincia di riferimento, anche in considerazione degli ampliamenti già programmati pari, in media,
al 15% delle capienze autorizzate all'atto dell'approvazione dei relativi progetti. Per quanto
concerne le Province di Napoli e Salerno, non essendo state in grado di garantire lo smaltimento dei
rifiuti nel proprio ambito territoriale, il Presidente della Regione Campania, in ragione dei poteri
conferiti con l'Art. 1 della L. 1/2011, ha emanato sei Ordinanze contingibili ed urgenti per disporre i
conferimenti extraprovinciali.

7.3 Termovalorizzatore di Acerra
Il termovalorizzatore di Acerra è stato inaugurato il 26 marzo 2009 ed autorizzato al conferimento e
al trattamento dei rifiuti aventi i seguenti codici CER 19.05.01; 19.05.03; 19.12.12; 19.12.10;
20.03.01; 20.03.991, per un quantitativo massimo complessivo annuo di 600.000 tonnellate
all’anno, pari a circa il 20% della quantità di rifiuti prodotti in Regione Campania. Con Ordinanza
del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3730 del 7.1.2009, allo scopo di garantire la più ampia
informazione nei confronti della popolazione relativamente all’esercizio dell’impianto, con
particolare riferimento agli aspetti di compatibilità ambientale, è stata disposta la costituzione
dell’Osservatorio Ambientale di Acerra, che da più di un anno svolge regolarmente le proprie
attività.
In sintesi le potenzialità dell’impianto previste da autorizzazione integrata ambientale sono di
600.000 ton/a.
Le medie di rifiuto conferito e bruciato sono le seguenti:
Anno 2009: conferito 1150 ton/g, bruciato 1048, per un totale di rifiuto bruciato di circa 200.000
ton;
Anno 2010: conferito 1420 ton/g, bruciato 1391, per un totale di rifiuto bruciato di circa 510.000
ton;
Anno 2011: conferito 1618 ton/g, bruciato 1606, per un totale di rifiuti bruciato di circa 489.000
ton2.

1
           CER 19.05.01: parte di rifiuti urbani e simili non compostata; CER 19.05.03: compost fuori specifica; CER 19.12.12: altri rifiuti
(compresi materiali misti) prodotti dal trattamento meccanico dei rifiuti, diversi da quelli di cui alla voce 191211; CER 19.12.10: rifiuti combustibili
(cdr: combustibile derivato da rifiuti); CER 20.03.01: rifiuti urbani non differenziati; CER 20.03.99: rifiuti urbani non specificati altrimenti.
2
           Dato aggiornato al 31 ottobre

                                                                                                                                                      121
                                                                                                                                                        2
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Nell’anno 2011 il termovalorizzatore di Acerra ha bruciato circa l’85% di tutta la frazione secca
trito vagliata prodotta negli impianti STIR della Regione Campania.

                                           TERMOVALORIZZATORE ACERRA
                                                     rifiuti conferiti
          anno                   mese                                             rifiuti inceneriti [ton/g]
                                                          [ton/g]
          2009                 LUGLIO                    944,21                            822,75
                              AGOSTO                    1.049,56                          1.145,79
                            SETTEMBRE                   1.368,61                          1.023,80
                              OTTOBRE                    738,70                            618,35
                             NOVEMBRE                   1.471,24                          1.553,08
                             DICEMBRE                   1.330,00                          1.125,28
                              media 2009                1.150,39                          1.048,18
          2010                GENNAIO                   1.630,50                          1.486,40
                             FEBBRAIO                   1.716,77                          1.849,15
                               MARZO                    2.083,35                          2.016,13
                               APRILE                   1.569,72                          1.421,07
                              MAGGIO                    1.231,94                          1.322,00
                               GIUGNO                   1.215,26                          1.188,70
                               LUGLIO                   1.465,42                          1.326,62
                              AGOSTO                    1.527,11                          1.466,45
                            SETTEMBRE                    802,50                            696,03
                              OTTOBRE                   1.007,51                          1.133,94
                             NOVEMBRE                   1.353,80                          1.267,63
                             DICEMBRE                   1.442,47                          1.523,45
                              media 2010                1.420,53                          1.391,46
                           media complessiva            1.330,48                          1.277,03
          2011                GENNAIO                   1.892,33                          2.028,83
                             FEBBRAIO                   1.515,41                          1.393,09
                               MARZO                    1.558,00                          1.416,00
                               APRILE                   1.547,00                          1.515,00
                               MAGGIO                   1.841,00                          1.918,00
                               GIUGNO                   1.523,00                          1.393,00
                               LUGLIO                   1.295,00                          1.402,00
                               AGOSTO                   1.350,00                          1.267,00
                             SETTEMBRE                  1.863,27                          1.985,57
                              OTTOBRE                   1.754,40                          1.739,16
                             MEDIA 2011                 1.618,00                          1.606,00

Per quanto concerne le ceneri e le scorie prodotte dalla termodistruzione, per il termovalorizzatore
di Acerra sono a carico della società che gestisce il termovalorizzatore di Acerra e sono inviate nel
comune di Brescia. Per gli impianti futuri di Napoli Est e di Salerno è previsto in situ un impianto
di trattamento e recupero delle ceneri e delle scorie a carico del concessionario (aggiudicatario della
gara).

                                                                                                          131
                                                                                                            3
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8. Impiantistica futura prevista dal piano regionale dei rifiuti
L’impiantistica futura prevista nel Piano regionale dei rifiuti è stata individuata fissando un valore
della raccolta differenziata nei prossimi 3-4 anni di almeno il 50%.

8.1 Termovalorizzatori
Partendo dal suddetto dato di raccolta differenziata, si individua la necessità impiantistica di
termovalorizzazione per una potenzialità pari a circa 1.364.000t/a. Tale potenzialità è soddisfatta
dall’insieme dell’unico impianto esistente e dei tre nuovi impianti già programmati. Nello specifico
i tre impianti sono:

Il Termovalorizzatore di Salerno
La Provincia di Salerno, in ottemperanza a quanto previsto all'art. 10, comma 4, del D.L. 195/2009
convertito con modificazioni nella L. 26/2010, ha bandito una gara europea per la progettazione,
costruzione e gestione dell’impianto di termovalorizzazione dei rifiuti della provincia di Salerno
con una capacità di trattamento pari a 300.000 t/a.
Tale impianto - realizzato interamente con risorse finanziarie a carico del soggetto privato
aggiudicatario della gara essendosi fatto ricorso all’appalto in concessione - andrà a trattare la
frazione secca indifferenziata e le frazioni residuali non valorizzabili della raccolta differenziata e
avrà valenza regionale.
Le procedure di gara sono iniziate il 2 novembre 2010 e il termine ultimo per la presentazione delle
offerte era stato fissato al 31 gennaio 2011. E’ stata completata l'istruttoria delle offerte pervenute
ed effettuata l'aggiudicazione definitiva dell'appalto ad opera dell’apposita Commissione
esaminatrice (insediata con determinazione n. 10 del 01/02/2011). Attualmente a causa del ricorso
presentato dalla seconda classificata alla procedura di gara e della tempistica necessaria per la
verifica antimafia, i tempi per la stipula del contratto sono slittati di qualche mese.

Il Termovalorizzatore di Napoli Est
Il Commissario Straordinario nominato per la realizzazione dell’impianto (Decreto Presidente della
Giunta Regionale n. 44 del 23.02.2011) ha svolto tutte le attività propedeutiche alla redazione e

                                                                                                    141
                                                                                                      4
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approvazione del progetto preliminare. Il progetto è stato posto a base di gara per un appalto in
concessione. Il termine di presentazione dell’offerta in una prima fase era fissato per luglio 2011, a
seguito del ricorso presentato dal Comune di Napoli e dalla società ASJA S.p.a. il termine ultimo di
presentazione delle offerte era slittato al 18 novembre 2011. In tale date non è giunta alcuna offerta
economica ma soltanto una manifestazione di interesse da parte dell’ATI A2A spa, CNIM spa,
EURECA Consorzio Stabile.

Il Termovalorizzatore di Caserta
Provincia di Caserta, con una potenzialità nominale di 90.000 t/a. La taglia di tale impianto orienta
verso una tecnologia innovativa quale quella della gassificazione, che si adatta meglio di quelle di
combustione diretta per taglie inferiori alle 150.000t/a. L’impianto è previsto dal Decreto della
Presidente della Provincia n. 65 del 30 settembre 2010.

8.2 Nuove discariche
Per quanto concerne le discariche di nuova istituzione sono in corso di individuazione, da parte
dei presidenti della Provincia di Napoli e Salerno le aree per la localizzazione di nuovi siti al fine di
garantire l'autosufficienza provinciale, conformemente a quanto già previsto nel PRGRU che ha
recepito la Direttiva Europea 1999/31/CE e tenendo conto dei vincoli territoriali.
        Nell’ottica, inoltre, di evitare sfruttamenti irregolari della risorsa suolo, il Presidente della
Regione Campania, ai sensi della L. 1/2011, ha nominato un Commissario Straordinario ad acta, col
compito di individuare le aree dove realizzare siti da destinare a discarica, anche tra le cave
abbandonate e/o dismesse.

8.3 Impianti di digestione anaerobica

La realizzazione degli impianti di compostaggio e di trattamento termico dei rifiuti è già stata
avviata indipendentemente dall'approvazione del PRGRU.
Attualmente in Campania sono attivi tre piccoli impianti di compostaggio (per un totale
complessivo di 15.000 t/a).

                                                                                                      151
                                                                                                        5
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A questi va aggiunto l'impianto di compostaggio di Salerno (con una capacità di trattamento di
30.000 t/a.) finanziato con D.D. n. 14/2008 per un ammontare di € 24,995,000,00 attualmente in
fase di collaudo funzionale.
Compatibilmente con la disponibilità delle risorse economiche per il 31 dicembre 2011 è
prevista l'attivazione degli impianti di S.Tammaro (30.000 t/a), e dell’impianto di Eboli
(21.500 t/a), per il primo semestre dell’anno 2012 è prevista l’attivazione dell’impianto di di
Giffoni Valle Piana (30.000 t/a).
Per l’impiantistica a servizio della frazione organica derivante da raccolta differenziata (produzione
560.000 t/a), sono previsti impianti di digestione anaerobica per una potenzialità totale di circa
440.000 t/a di seguito elencati con le relative potenzialità:
            -   Casalduni 35.000 t/a
            -   Santa Maria Capua Vetere 75.000 t/a
            -   Giugliano 75.000 t/a
            -   Pianodardine 35.000 t/a
            -   Battipaglia 75.000 t/a
            -   Tufino 75.000 t/a
ed impianti di compostaggio per la restante parte di circa 120.000 t/a di seguito elencati con le
relative potenzialità:
            -   Salerno 30.000 t/a
            -   San Tammaro (CE) 30.000 t/a
            -   Giffoni (SA) 30.000 t/a
            -   Eboli (SA) 21.000t/a
            -   Teora (AV) 3.000 t/a

8.4 Impianti di compostaggio
Attualmente nel ciclo integrato dei rifiuti si distinguono due tipologie di rifiuto, una frazione
organica da raccolta differenziata ed una frazione umida tritovagliata derivante dal processo di
separazione meccanica dei rifiuti solidi urbani. Per quanto riguarda la frazione organica da raccolta
differenziata, come evidenziato nel PRGRU del 2011, al raggiungimento di una percentuale di
raccolta differenziata che si potrebbe attestare nei prossimi mesi intorno al 50% (con una
produzione di FO di 560.000 ton/a), tale frazione può essere trattata negli impianti di compostaggio
                                                                                                    161
                                                                                                      6
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                 Ciclo Integrato delle Acque-Programmazione e Gestione dei Rifiuti
previsti nel Piano. Tale situazione permetterà, tra circa 18 mesi, quando tutti gli impianti previsti dal
Piano saranno in funzione di raggiungere l’autosufficienza nel trattamento della frazione organica.
Tuttavia si evidenzia come attualmente sia già stato completato ed è in fase di collaudo funzionale
l’impianto di digestione anaerobica di Salerno per un potenzialità di 30.000 ton/a.
Per quanto riguarda la frazione umida tritovagliata, i processi di stabilizzazione sono attualmente
effettuati sugli impianti STIR di Tufino (NA), S.M. Capua Vetere (CE), Caivano (NA), negli altri
impianti è tuttavia previsto la rifunzionalizzazione del processo di stabilizzazione previo
svuotamento dei rifiuti attualmente stoccati nelle aia degli STIR.
Il prodotto in uscita dalla stabilizzazione potrebbe essere smaltito o eventualmente riutilizzato (così
come indicato dal D.Lgs 196 del 2010), in siti opportunamente individuati.
L’individuazione di tali siti è effettuata dalle Province che gestiscono il ciclo dei rifiuti.

8.5 Il compostaggio domestico
La diffusione del compostaggio domestico è di competenza degli enti territoriali più vicine ai
cittadini.
Una delle tante iniziative sviluppate da Legambiente Campania sullo sviluppo della pratica del
compostaggio domestico è quella “Il rifiuto fiorisce” .
Il “Rifiuto Fiorisce”è la denominazione campagna promossa da Legambiente Campania per il
compostaggio domestico alla quale hanno aderito molteplici Comuni della Regione Campania.
La “frazione umida”, costituita da scarti alimentari e verdi, ricchi di sostanze organiche, se non
separata, produce gravi danni ambientali quali l’inquinamento delle falde acquifere o l’ aumento di
gas inquinanti in caso di incenerimento. L’adesione alla campagna “Il rifiuto fiorisce” offre notevoli
vantaggi e rappresenta una concreta opportunità per ridurre i rifiuti con conseguente diminuzione
dei costi di smaltimento e di aumento di percentuale di raccolta differenziata. Il compostaggio,
previsto da una specifica normativa di legge, rientra tra le misure per fronteggiare l’emergenza
rifiuti in Campania. Questo progetto interesserà le scuole cittadine allo scopo di sensibilizzare i
bambini sulle problematiche ecologiche attraverso l’abitudine ai comportamenti corretti per la
salvaguardia dell’ambiente.

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                                                                                                        7
GIUNTA REGIONALE DELLA CAMPANIA

                 L’Assessorato all’Ecologia, Tutela dell’Ambiente e Disinquinamento
                  Ciclo Integrato delle Acque-Programmazione e Gestione dei Rifiuti

9. La Raccolta differenziata

Tra le attività intraprese la Regione Campania ha posto in primo piano la raccolta differenziata,
dedicando a questo obiettivo in primo luogo la parte di risorse di cui al Programma Operativo
Regionale (POR), sia con quelle del precedente programma (POR 2000-2006), per l’acquisto di
attrezzature, che con l’attuale programma POR-FESR 2007-2013 ob.op. 1.1.
Con i fondi FAS (fondo aree sottoutilizzate) di cui alla legge 1/2011 sarà ulteriormente sostenuto la
spesa delle amministrazioni comunali, per il raggiungimento dei valori target di raccolta
differenziata previsti dal quadro normativo vigente
Per tali risorse è stato predisposto un piano dettagliato di riparto propedeutico all'assegnazione delle
risorse da parte del Governo centrale.
Con le medesime risorse si è programmato di finanziare anche le attività previste nell'ambito dei
due accordi di programma stipulati con il CONAI (Consorzio nazionale imballaggi).
        Il primo accordo è stato sottoscritto in data 31/03/2011 tra l'Assessore all'Ambiente della
Regione Campania, il Ministro dell'Ambiente e della tutela del territorio e del mare ed il CONAI al
fine di favorire la corretta ed efficace gestione dei rifiuti da imballaggio e delle frazioni
merceologiche similari nel territorio regionale, nonché le modalità di raccolta differenziata di tali
rifiuti privilegiandone il riciclo ed il recupero. Tale attività si sta svolgendo con la collaborazione
delle Province, che si interfacciano con i comuni.
        Il secondo accordo è stato sottoscritto in data 31/03/2011 tra l'Assessore all'Ambiente della
Regione Campania, il Ministro dell'Ambiente e della tutela del territorio e del mare, la Provincia di
Napoli, il Comune di Napoli, l'ASIA ed il CONAI al fine di favorire l'incremento della raccolta
differenziata nella città di Napoli, la corretta ed efficace gestione dei rifiuti da imballaggio e delle
frazioni merceologiche similari nel territorio regionale, nonché le modalità di raccolta differenziata
di tali rifiuti privilegiandone il riciclo ed il recupero. In virtù di tale accordo è stato predisposto un
piano per il potenziamento della raccolta differenziata individuando obiettivi, modalità, mezzi,
quantità, costi e benefici di tutta l’attività.
In data 29.07.2011 è stato sottoscritto tra il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e
del Mare, la Regione Campania, la Provincia di Napoli ed il Comune di Napoli un protocollo
recante “Iniziative alla realizzazione di un corretto ciclo di gestione dei rifiuti nel territorio della

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GIUNTA REGIONALE DELLA CAMPANIA

              L’Assessorato all’Ecologia, Tutela dell’Ambiente e Disinquinamento
               Ciclo Integrato delle Acque-Programmazione e Gestione dei Rifiuti
Provincia di Napoli”, finalizzato al rafforzamento delle iniziative per il potenziamento della
raccolta differenziate che, per il comune di Napoli si sono sostanziate nell'estenzione delle attività
di raccolta differenziata anche in altri quartieri della città.
Le attività poste in essere hanno fino ad oggi prodotto un significativo incremento dei valori
generali di Raccolta Differenziata. Mentre al 31.12.2007, infatti, la percentuale di raccolta
differenziata media regionale si attestava al 13,5%, nell’anno 2009 la percentuale si attestava al
34,23% mentre nell’anno 2010 si attestava ad una percentuale di circa 41,77% come riportato nella
tabella sotto riportata.

         PROVINCE                   R.D. 2009                     R.D. 2010       INCREMENTO
                                  (dati certificati)         (dati certificati)         %

            Napoli                     25,10                        37,29                       12,18

           Caserta                     20,54                         27                          6,05

           Salerno                     46,36*                      50,23*                        3,87

          Benevento                    30,38                        40,56                       10,18

           Avellino                    48,78                        53,76                        6,21

   TOTALE Campania                     34,23                        41,77                       + 7,70
    * Dato non certificato.

In particolare spiccano i trend positivi delle percentuali delle province di Avellino, Benevento e
Salerno che segnano valori superiori al 40% superando abbondantemente gli obiettivi regionali e
sfiorando l’obiettivo nazionale del 50% di raccolta differenziata. Sotto la media regionale si
pongono le province di Napoli e di Caserta che, nel 2009, si attestano rispettivamente al 25,10% e al
20,54%, anche se i dati del 2010 (tutti certificati tranne il dato della provincia di Salerno)
evidenziano un significativo salto in avanti rispetto all'anno precedente.
L’analisi territoriale dei dati del 2010, dunque, evidenzia l’esistenza di alcune zone territoriali
omogenee nell’ambito delle quali le percentuali di raccolta differenziata sono in linea con quanto
previsto dalla normativa vigente; si tratta di quasi 300 Comuni sui 551 presenti in Campania (60%
circa) che si attestano intorno al 35% (104 per la provincia di Avellino, 50 per la provincia di
Salerno, 49 per la provincia di Benevento, 47 per la provincia di Napoli e 55 per la provincia di

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GIUNTA REGIONALE DELLA CAMPANIA

                L’Assessorato all’Ecologia, Tutela dell’Ambiente e Disinquinamento
                 Ciclo Integrato delle Acque-Programmazione e Gestione dei Rifiuti
Caserta); di questi oltre 200 superano il 50% di raccolta differenziata, mentre per i restanti comuni i
valori della differenziata sono inferiori al 25%.

L’attività di divulgazione e di sensibilizzazione della cittadinanza al fine di coinvolgere la
partecipazione dei cittadini è organizzata dai Comuni e dalle Province che, in base alla vigente
normativa, hanno la gestione del ciclo integrato dei rifiuti. Questi enti hanno messo in atto una
serie di attività volte all’incremento della raccolta differenziata nei propri territori, anche in base
agli accordi stipulati in data 31.03.2011, tra il Ministero dell’Ambiente, la Regione Campania
(Assessorato all’Ambiente), CONAI (di cui si dirà in seguito). Tale attività saranno
ulteriormente sviluppate anche con la realizzazione di campagne mirate all’informazione e
sensibilizzazione dei cittadini alla R.D., al riciclaggio e recupero dei rifiuti di imballaggio a
fronte di concreti piani di sviluppo, a seguito del citato accordo.

10. “Geeen public procurement”

La Regione ha adottato il metodo “GREEN PUBLIC PROCUREMENT” (GPP) nelle procedure di
acquisto di beni e servizi, indirizzando la scelta su prodotti e beni a ridotto impatto ambientale,
meno inquinanti, meno dannosi per la salute rispetto a prodotti tradizionali, in modo da ridurre
l’impatto delle diverse attività sull’ambiente, incrementare la domanda dei prodotti verdi, spingere
le imprese a produrre beni con migliori prestazioni ambientali, fornire un modello di
comportamento responsabile verso l’ambiente con particolare riferimento all’ ottimizzazione del
servizio offerto dal prodotto, alla riduzione dell’uso delle risorse naturali, all riduzione della
produzione dei rifiuti, alla riduzione delle emissioni di inquinanti, alla riduzione di pericoli e rischi.
Tutte le procedure di acquisto prevedono la partecipazione solo di ditte certificate UNI EN ISO
14001.
Nei bandi di gara è previsto che gli imballaggi della merce devono essere realizzati in materiale
riciclabile, in conformità al D.Lgs. 152/2006, e costituiti da un unico materiale o da più componenti
facilmente separabili manualmente, a loro volta monomateriali che possano essere inviati a raccolta
differenziata per il successivo riciclaggio. Parte della carta per la riproduzione e per la stampa viene
acquistata del tipo riciclata. La gara per la fornitura degli stampati prevede che vengano realizzati
inmateriale riciclato. I contenitori per la raccolta differenziata acquistati sono realizzati in cartone.
Le    forniture     di    attrezzature    informatiche      (PC,      monitor,    stampanti     ecc.)      e
                                                                                                          202
                                                                                                            0
GIUNTA REGIONALE DELLA CAMPANIA

              L’Assessorato all’Ecologia, Tutela dell’Ambiente e Disinquinamento
               Ciclo Integrato delle Acque-Programmazione e Gestione dei Rifiuti
di arredi vengono effettuate prevalentemente attraverso all'adesione convenzioni CONSIP -
Acquisti Verdi; quelle relative alle attrezzature informatiche prevedono il ritiro gratuito di
altrettante attrezzature, messe fuori uso dall'Amministrazione regionale, ed il loro successivo
smaltimento.

                                                                                            212
                                                                                              1
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