Piano triennale delle azioni positive 2020-2022 - Delibere
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DIREZIONE GENERALE DEL PERSONALE E RIFORMA DELLA REGIONE Allegato alla Delib.G.R. n. 34/6 del 7.7.2020 Piano triennale delle azioni positive 2020-2022
Direzione generale del personale e riforma della regione , Introduzione Il Piano triennale delle azioni positive è il documento programmatico rivolto a promuovere azioni positive tendenti ad assicurare l’attuazione di obiettivi di parità e pari opportunità, attraverso la rimozione degli ostacoli che, le persone in generale e i lavoratori nello specifico, incontrano in ragione delle proprie caratteristiche di genere, etniche, linguistiche, di età, fisiche, psichiche e sociali rispetto ai diritti universali di cittadinanza. La strategia delle azioni positive trae origine dall’ordinamento dell’Unione Europea, dove il concetto di pari opportunità rappresenta, sin dal 1984, uno dei principi basilari per la costruzione dell’Europa e 1 della sua identità . Tra gli obiettivi fissati dall’Unione europea nel quadro della Strategia per la crescita Europa 2020 vi è il raggiungimento di un tasso di occupazione complessivo del 75% per uomini e donne di età compresa fra i 20 e i 64 anni. L’incremento del livello di occupazione delle donne rappresenta un importante indicatore dello sviluppo socio economico di un paese. All’interno della Strategia Europa 2020 si colloca la partecipazione delle donne al mercato del lavoro e la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro. A livello nazionale, la questione delle pari opportunità tra uomini e donne trova un riconoscimento 2 giuridico nella Costituzione italiana che, agli artt. 3 e 37 , sancisce sia la parità tra uomo e donna, a livello generale, attraverso il principio di eguaglianza formale e sostanziale di cui all’art.3 e con disposizioni specificatamente riferite alla famiglia, al lavoro ed alle attività pubbliche. La fonte principale in materia di pari opportunità è attualmente rappresentata dal Codice delle pari 3 opportunità tra uomo e donna,” che riprende e coordina in un testo unico le disposizioni ed i principi contenuti nel D.Lgs. 23 maggio 2000, n. 196 “Disciplina dell’attività delle consigliere e dei consiglieri di parità e disposizioni in materia di azioni positive”, e nella Legge 10 aprile 1991, n. 125 “Azioni positive per la realizzazione della parità uomo donna nel lavoro”. 1 La Raccomandazione 84/635/CEE del Consiglio europeo del 13 dicembre 1984, definisce per la prima volta le azioni positive quali azioni intese ad eliminare le disparità di fatto di cui le donne sono oggetto nella vita lavorativa e favorire il loro inserimento nel mercato del lavoro 2 Art. 3 Cost. Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione di opinioni politiche di condizioni personali e sociali. E' compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese Art. 37 Cost. La donna lavoratrice ha gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni che spettano al lavoratore. Le condizioni di lavoro devono consentire l'adempimento della sua essenziale funzione familiare e assicurare alla madre e al bambino una speciale e adeguata protezione. La legge stabilisce il limite minimo di età per il lavoro salariato. La Repubblica tutela 3 il lavoro dei minori con speciali norme e garantisce ad essi, a parità di lavoro, il diritto alla parità di retribuzione Decreto legislativo 11 aprile 2006, n. 198, recante “Codice delle pari opportunità tra uomo e donna, a norma dell'articolo 6 della Legge 28 novembre 2005, n. 246 Servizio organizzazione 2/34 2 2/33 2/34
Direzione generale del personale e riforma della regione All’interno del Codice è contenuta, sia la definizione di azioni positive 4 quali “misure volte alla rimozione degli ostacoli che di fatto impediscono la realizzazione di pari opportunità, nell'ambito della competenza statale, sono dirette a favorire l'occupazione femminile e a realizzare l'uguaglianza sostanziale tra uomini e donne nel lavoro”, che l’obbligo per le amministrazioni di dotarsi di un piano per le azioni positive. Tale piano dovrà assicurare la rimozione di ostacoli che impediscono la piena realizzazione di pari opportunità di lavoro e nel lavoro tra uomini e donne: 5. In linea generale è possibile distinguere le azioni positive in tre tipologie a seconda che siano tese a: 1. Promuovere le pari opportunità nell’accesso al lavoro, nelle progressioni professionali, nella formazione; 2. Promuovere il benessere organizzativo e una migliore organizzazione del lavoro anche attraverso la conciliazione tra tempi di vita e tempi di lavoro; 3 Promuovere la cultura di genere e il contrasto di qualsiasi forma di discriminazione e di violenza morale o psichica. Le Pubbliche Amministrazioni in attuazione dei principi di parità devono: - riservare alle donne, salva motivata impossibilità, almeno un terzo dei posti di componente di commissioni di concorso; - adottare propri atti regolamentari per assicurare pari opportunità fra uomini e donne sul lavoro; - garantire la presenza delle proprie dipendenti ai corsi di formazione e di aggiornamento adottando 6 modalità organizzative atte a favorirne la partecipazione; Da ultimo deve ricordarsi che la normativa in materia di parità si è progressivamente evoluta introducendo un ampliamento delle garanzie, oltre che per le discriminazioni legate al genere, anche ad ogni altra forma di discriminazione che possa discendere da tutti quei fattori di rischio più volte enunciati dalla normativa comunitaria quali l’età, l’orientamento sessuale, la razza, l’origine etnica, la 7 disabilità etc. 4 L’art. 42 Decreto legislativo 11 aprile 2006, n. 198. 5 L’art. 48 Decreto legislativo 11 aprile 2006, n. 198 stabilisce che “le amministrazioni dello Stato, anche ad ordinamento autonomo, le province, i comuni e gli altri enti pubblici non economici … predispongono piani di azioni positive tendenti ad assicurare, nel loro ambito rispettivo, la rimozione di ostacoli che impediscono la piena realizzazione di pari opportunità di lavoro e nel lavoro tra uomini e donne” 6 Art. 57 Decreto legislativo 30 marzo 2001, n.165 (Norme generali sull’ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche) 7 Art. 7 d.lgs. 30.03.2001 n. 165“Le pubbliche amministrazioni garantiscono parità e pari opportunità tra uomini e donne e l'assenza di ogni forma di discriminazione, diretta e indiretta, relativa al genere, all'età, all'orientamento sessuale, alla razza, all'origine etnica, alla disabilità, alla religione o alla lingua, nell'accesso al lavoro, nel trattamento e nelle condizioni di lavoro, nella formazione professionale, nelle promozioni e nella sicurezza sul lavoro. Le pubbliche amministrazioni garantiscono altresì un ambiente di lavoro improntato al benessere organizzativo e si impegnano a rilevare, contrastare ed eliminare ogni forma di violenza morale o psichica al proprio interno” Servizio organizzazione 3 3/34 3/33
Direzione generale del personale e riforma della regione La Regione Autonoma della Sardegna, in attuazione della sopracitata normativa comunitaria e nazionale ed in continuità con le azioni intraprese negli scorsi anni, in materia di parità e pari opportunità, con il prese atto, adotta il Piano delle azioni positive 2020 -2022. L’obiettivo è quello di introdurre, all’interno del contesto organizzativo dell’Amministrazione regionale, una serie di azioni che, attraverso la valorizzazione delle risorse umane in un contesto lavorativo sicuro ed attento a prevenire, per quanto possibile, situazioni di malessere e disagio, siano tese a rimuovere forme esplicite ed implicite di discriminazione. Nel momento in cui il presente piano è stato elaborato, il mondo del lavoro in generale e la pubblica amministrazione nello specifico hanno dovuto affrontare l’emergenza della pandemia di COVID 19. L’impatto di tale emergenza ha avuto effetti rilevanti sul mondo del lavoro e sulla vita dei lavoratori, incidendo in pochissimo tempo sul modo di lavorare e di svolgere l’attività amministrativa. Alla luce delle nuove esperienze conseguenti all’ampia diffusione del lavoro a distanza, le azioni positive riconducibili alla promozione del benessere organizzativo e alla conciliazione tra lavoro e vita privata devono essere ripensate e riprogettate per armonizzare questi due importanti aspetti. Il presente Piano verrà monitorato annualmente attraverso, “L’Osservatorio delle azioni positive”, e sulla base dell’analisi dei cambiamenti organizzativi e dei bisogni che emergeranno potrà essere modificato, integrato ed ampliato nel corso del triennio. Servizio organizzazione 4 4/344/33
Direzione generale del personale e riforma della regione Verso le azioni positive Le azioni positive, come già visto nell’introduzione, sono uno strumento operativo introdotto dalla normativa comunitaria per favorire l’attuazione dei principi di parità e pari opportunità tra uomini e donne nei luoghi di lavoro. Si tratta di misure speciali e temporanee che, in deroga al principio di uguaglianza formale, mirano a rimuovere gli ostacoli alla piena ed effettiva parità di opportunità. Sono misure “speciali” in quanto non generali ma specifiche e ben definite, che intervengono in un determinato contesto per eliminare ogni forma di discriminazione, sia diretta che indiretta, e “temporanee”, in quanto necessarie finché si rileva una disparità di trattamento. La normativa nazionale delle azioni positive, che recepisce la normativa comunitaria, è contenuta nell’art. 42 del d.lgs. 11 aprile 2006 n. 198. Le azioni positive hanno, in particolare, lo scopo di: - eliminare le disparità nella formazione scolastica e professionale, nell’accesso al lavoro, nella progressione di carriera, nella vita lavorativa e nei periodi di mobilità; - favorire la diversificazione delle scelte professionali delle donne in particolare attraverso l’orientamento scolastico e professionale e gli strumenti della formazione; - favorire l’accesso al lavoro autonomo e alla formazione imprenditoriale e la qualificazione professionale delle lavoratrici autonome e delle imprenditrici; - superare condizioni, organizzazione e distribuzione del lavoro che provocano effetti diversi, a seconda del sesso, nei confronti dei dipendenti, con pregiudizio nella formazione, nell’avanzamento professionale e di carriera, ovvero nel trattamento economico e retributivo; - promuovere l’inserimento delle donne nelle attività, nei settori professionali e nei livelli nei quali esse sono sotto rappresentate ed in particolare nei settori tecnologicamente avanzati ed ai livelli di responsabilità; - favorire, anche mediante una diversa organizzazione del lavoro, delle condizioni e del tempo di lavoro, l’equilibrio tra responsabilità familiari e professionali ed una migliore ripartizione di tali responsabilità tra i due sessi; - valorizzare il contenuto professionale delle mansioni a più forte presenza femminile. Con il presente Piano sono stati individuati cinque macro obiettivi, illustrati nel paragrafo seguente, all’interno dei quali si è cercato di rispondere alle finalità (pari opportunità, benessere organizzativo, cultura di genere e contrasto alle discriminazioni) a cui devono tendere le azioni positive cosi come indicato nell’introduzione: 1 Costituzione di una banca dati per l’individuazione delle azioni positive 2 Conciliazione tra la vita privata e la vita lavorativa 3 Formazione, informazione e sensibilizzazione 4 Azioni di contrasto alle discriminazioni Servizio organizzazione 5 5/34 5/33
Direzione generale del personale e riforma della regione 5 Realizzazione iniziative di promozione e tutela della salute Le azioni positive per gli anni 2020-2022 Obiettivo 1 Costituzione di una banca dati per l’individuazione delle azioni positive Azione positiva 1: Istituzione presso la Direzione Generale del Personale e Riforma della regione dell’Osservatorio per le azioni positive. Con la deliberazione n. 48/25 del 29.11.2019 la Giunta regionale ha dato indicazioni circa l’opportunità di istituire l’Osservatorio per le azioni positive. Compito di tale Osservatorio sarà quello di effettuare analisi ed elaborazioni statistiche al fine di raccogliere gli elementi per individuare azioni positive efficaci in relazione alle reali esigenze dell’Amministrazione regionale, garantendo il rispetto dei diritti della persona. L’Osservatorio è composto dal direttore del Servizio organizzazione, dalla Consigliera regionale di Parità e da professionalità presenti all’interno del Servizio Organizzazione. L’Osservatorio si dovrà interfacciare con il CUG e con le altre strutture dell’Amministrazione regionale (es. il servizio competente in materia di statistica). L’Osservatorio dovrà inoltre effettuare le analisi per la rilevazione e verifica del “benessere organizzativo”. Nello specifico le analisi saranno rivolte ad approfondire i seguenti ambiti di indagine: - analisi dei dati relativi ai titoli di studio; - analisi della retribuzione effettiva divisa per genere; - analisi dei dati sulla partecipazione ai concorsi con particolare riferimento al Corpo Forestale; - analisi relativi al carico familiare, con particolare riferimento alla presenza di figli minori, di famiglie con gemelli e di familiari che necessitano di assistenza; - analisi dei dati relativi alle assenze, e all’utilizzo degli istituti contrattuali quali part time, banca ore, telelavoro, smartworking etc.; - analisi delle distanze tra luogo di abitazione e luogo di lavoro dei dipendenti. Anno di riferimento: Nel corso del 2020 verrà costituito l’Osservatorio. Nel corso delle annualità 2020, 2021 e 2022 si approfondiranno gli ambiti di indagine dell’Osservatorio anche sulla base delle indicazioni del Comitato Unico di Garanzia. Servizio organizzazione 6 6/33 6/34
Direzione generale del personale e riforma della regione Azione positiva 2: Elaborazione e somministrazione del questionario sul benessere organizzativo Al fine di promuovere azioni sul benessere organizzativo, si procederà alla predisposizione e somministrazione di un specifico questionario che risponda agli standard nazionali, ma che contenga specifiche sezioni destinate all’analisi della realtà regionale. Anno di riferimento: Anno 2020-2021. Obiettivo 2 Conciliazione tra la vita privata e la vita lavorativa Quando si parla di conciliazione tra vita privata e vita lavorativa si fa riferimento ad un complesso di misure che si propongono di conciliare il lavoro con le responsabilità familiari e, in una accezione più ampia, alla conciliazione tra tempi di vita diversi. Originariamente le misure di conciliazione sono state formulate come misure di pari opportunità “unidirezionali” ovvero rivolte alle donne che entravano nel mercato del lavoro, al fine di sostenere il loro doppio ruolo di madri e mogli da un lato, di lavoratrici dall’altro. Attualmente, considerato che il carico familiare non ricade esclusivamente sulle mamme, l’individuazione delle priorità si è spostata verso una maggiore parità di genere e verso un concetto di condivisione dei diritti e delle responsabilità. Oggi si va sempre più affermando l’idea che la ricerca di nuove modalità per conciliare vita professionale e vita familiare riguardi tutti indistintamente. Occorre, pertanto, mettere in atto misure che permettano sia alle donne che agli uomini di vivere meglio il lavoro e le responsabilità familiari nelle varie fasi della vita, consentendo a ciascuno di riequilibrare le porzioni di tempo dedicate ai diversi ambiti secondo le necessità e i desideri, prevenendo ed evitando discriminazioni e processi di esclusione dal lavoro e dalle carriere. Come si è detto in precedenza a seguito dell’emergenza di COVID 19, tranne alcune eccezioni, i lavoratori delle pubbliche amministrazioni sono stati costretti a prestare la propria attività lavorativa dal domicilio, il che ha posto in luce la necessità di rimodulare i criteri per la conciliazione tra vita familiare e lavorativa, quando le stesse, come nell’esperienza fatta, tendano a non avere linee di demarcazione. L’attenzione alle misure di conciliazione è emersa anche dagli interventi contenuti nel Decreto Legge n. 18 del 17 marzo 2020 cosiddetto Decreto “Cura Italia” che prevede, fra l’altro, importanti azioni a favore di famiglie e lavoratrici/lavoratori per far fronte all’emergenza Covid 19. Servizio organizzazione 7 7/34 7/33
Direzione generale del personale e riforma della regione Azione positiva 1: Estensione dell’applicazione “del telelavoro e dello smart working”. La possibilità per la Pubblica Amministrazione di avvalersi di forme di lavoro a distanza è stata . introdotta dall’art. 1 della legge n. 191 del 1998 Lo scopo della norma è quello di favorire la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro dei dipendenti pubblici attraverso la sperimentazione di modelli organizzativi innovativi più flessibili, idonei anche a rispondere alle esigenze di innalzamento della qualità dei servizi pubblici. Il processo di modernizzazione del pubblico impiego spinge dunque verso l’adozione di una nuova organizzazione del lavoro introducendo modelli flessibili e centrati sul raggiungimento di obiettivi e risultati, piuttosto che sulla mera presenza in servizio. Accanto a questo va sviluppato un nuovo pensiero del lavoro che punti su quattro pilastri: responsabilità, autonomia, fiducia e libertà. Nella Pubblica Amministrazione è possibile sostanzialmente distinguere due modalità di svolgimento del lavoro a distanza: il telelavoro e lo smart working (lavoro agile). In sintesi, il telelavoro prevede lo spostamento (in tutto o in parte) della sede di lavoro dai locali aziendali ad altra sede (tradizionalmente l’abitazione del lavoratore), ma il dipendente è vincolato, comunque, a lavorare da una postazione fissa e prestabilita, con gli stessi limiti di orario che avrebbe in ufficio. Il carico di lavoro, gli oneri ed i tempi della prestazione, insomma, devono essere equivalenti 8 a quelli dei lavoratori che svolgono la prestazione all’interno del posto di lavoro . Al contrario, il lavoro agile prevede che la prestazione lavorativa venga eseguita in parte all’interno di locali aziendali e in parte all’esterno, ma senza stabilire una postazione fissa. Non ci sono vincoli di spazio e tempo, l’unico vincolo sono i limiti di durata massima dell’orario di lavoro giornaliero e settimanale, derivanti dalla legge e dalla contrattazione collettiva. Si può lavorare da qualsiasi luogo (dentro e fuori l’azienda), non si timbra un cartellino, non si fanno pause in orari predefiniti. L’azienda 8 Cfr - D.P.R. n. 70 del 1999 “Regolamento recante disciplina del telelavoro nelle pubbliche amministrazioni, a norma dell’articolo 4, comma 3, della legge 16 giugno 1998, n. 191”. Il telelavoro viene definito come quella forma di lavoro svolto a distanza, ovvero al di fuori dell’azienda e degli altri luoghi in cui tradizionalmente viene prestata l’attività lavorativa ma, al contempo, funzionalmente e strutturalmente collegato ad essa grazie all’ausilio di strumenti di comunicazione informatici e telematici. Vengono stabilite linee guida su uso della postazione, modalità di connessione e di autenticazione ai sistemi, comunicazioni tra uffici e, dove previsto, utilizzo della firma digitale. - Accordo quadro nazionale per l’applicazione del telelavoro ai rapporti di lavoro del personale dipendente delle pubbliche amministrazioni del 23 marzo 2000 è stato stipulato; - Circolare INPS n. 52 del 27 febbraio 2015 (“Disposizioni attuative dell’Accordo Nazionale sul progetto di telelavoro domiciliare”) vengono illustrate le attività interessate e le modalità di attivazione del telelavoro, con particolare riferimento alle misure di prevenzione e protezione. Servizio organizzazione 8 8/34 8/33
Direzione generale del personale e riforma della regione e il dipendente ridefiniscono in maniera flessibile le modalità di lavoro. Quello su cui ci si focalizza è il 9 raggiungimento di obiettivi e risultati . Nonostante la normativa incentivi l’uso da parte delle pubbliche amministrazioni del lavoro a distanza, prima dell’emergenza legata alla diffusione del COVID19 i dati sulla diffusione del lavoro agile nelle 10 pubbliche amministrazioni risultavano essere poco incoraggianti . E’ evidente, in particolare per quanto riguarda l’introduzione dello smart working, come questa modalità di esecuzione del lavoro presupponga un profondo cambiamento culturale, una revisione radicale del modello organizzativo adottato nelle pubbliche amministrazioni ed il ripensamento delle modalità che caratterizzano il lavoro, non solo fuori, ma anche all’interno degli uffici, cosa che si ripercuote anche sull’organizzazione degli spazi, che devono essere ripensati e sempre più ispirati ai principi di flessibilità e collaborazione tra le persone. Si è assistito in questi mesi in tutta la pubblica amministrazione ad una diffusione forzata del lavorare da casa costruito ingenerando una certa confusione testimoniata dal fatto che questa modalità è stata indicata come telelavoro, homeworking, lavoro agile o smartworking. Anche l’Amministrazione regionale ha intrapreso un percorso in questo senso attivando e promuovendo tali istituti. Prima dell’emergenza connessa all’epidemia COVID 19, l’Amministrazione regionale aveva attivato l’istituto del telelavoro, riservando detto istituto ai dipendenti con gravi e perduranti problemi di salute o con esigenze di assistenza a familiari affetti da gravi patologie. Questa prima soluzione ha coinvolto 20 persone. A seguito dell’emergenza COVID 19, con la Circolare della Direzione Generale de Personale e della 11 12 Riforma della Regione del 13 marzo 2020 , adottata in attuazione del DPCM del 11 marzo 2020 , è 9 La legge 22 maggio 2017 n. 81 art. 18- definisce il lavoro agile come “modalità di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato stabilita mediante accordo tra le parti, anche con forme di organizzazione per fasi, cicli e obiettivi e senza precisi vincoli di orario o di luogo di lavoro, con il possibile utilizzo di strumenti tecnologici per lo svolgimento dell’attività lavorativa. La prestazione lavorativa viene eseguita, in parte all’interno di locali aziendali e in parte all’esterno senza una postazione fissa, entro i soli limiti di durata massima dell’orario di lavoro giornaliero e settimanale, derivanti dalla legge e dalla contrattazione collettiva. Art. 14 Legge 124/2015 1. Le amministrazioni pubbliche, nei limiti delle risorse di bilancio disponibili a legislazione vigente e senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, adottano misure organizzative volte a fissare obiettivi annuali per l'attuazione del telelavoro e , anche al fine di tutelare le cure parentali, di nuove modalità spazio-temporali di svolgimento della prestazione lavorativa che permettano, entro tre anni, ad almeno il 10 per cento dei dipendenti, ove lo richiedano, di avvalersi di tali modalità, garantendo che i dipendenti che se ne avvalgono non subiscano penalizzazioni ai fini del riconoscimento di professionalità e della progressione di carriera. L'adozione delle misure organizzative e il raggiungimento degli obiettivi di cui al presente comma costituiscono oggetto di valutazione nell'ambito dei percorsi di misurazione della performance organizzativa e individuale all'interno delle amministrazioni pubbliche. Le amministrazioni pubbliche adeguano altresì i propri sistemi di monitoraggio e controllo interno, individuando specifici indicatori per la verifica dell'impatto sull'efficacia e sull'efficienza dell'azione amministrativa, nonché sulla qualità dei servizi erogati, delle misure organizzative adottate in tema di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro dei dipendenti, anche coinvolgendo i cittadini, sia individualmente, sia nelle loro forme associative. La Direttiva n. 3 del 2017 del Presidente del Consiglio dei Ministri in materia di lavoro agile che contiene le linee guida per la nuova organizzazione del lavoro, finalizzate a promuovere la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro dei dipendenti. 10 Secondo i dati dell’Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano nel 2019 solo il 16% delle pubbliche amministrazioni aveva avviato iniziative strutturate di smart working, 11 Circolare della Direzione generale dell’organizzazione e del personale del 13 marzo 2020 prot 9342. Servizio organizzazione 9 9/33 9/34
Direzione generale del personale e riforma della regione stato previsto il ricorso al lavoro a distanza come modalità ordinaria di svolgimento della prestazione lavorativa, permettendo la sperimentazione delle potenzialità di tale modalità di lavoro per la quasi totalità del personale anche se per un periodo temporalmente limitato. I dipendenti sono stati autorizzati ad accedere tramite VPN da remoto al proprio computer e tramite telefonate e videochiamate sono state sostituite le riunioni in presenza. Sulla scia dell’esperienza effettuata durante il periodo dell’emergenza l’Amministrazione intende favorire l’accesso del lavoro a distanza o allo smart working prioritariamente nei confronti di tutti quei soggetti che presentino problemi di salute o con esigenze di assistenza a familiari e progressivamente anche nei confronti di altri lavoratori che ne facciano richiesta. L’Amministrazione dovrà individuare le attività lavorative che possano essere realizzate a distanza, regolamentando le modalità di svolgimento dell’attività lavorativa anche alla luce dell’esperienza fatta, tenendo conto delle difficoltà di alcuni lavoratori legate al maggiore uso della tecnologia, con la necessità di intervenire con azioni di formazione specifiche per il superamento del digital divide. L’obiettivo dunque è l’aumento dei soggetti autorizzati al lavoro agile con un conseguente ripensamento dell’organizzazione del lavoro e la necessaria formazione tesa a superare eventuali difficoltà nell’uso della tecnologia. Un altro elemento da considerare, come conseguenza della nuova organizzazione del lavoro, riguarda una maggiore e diversa attenzione alla conciliazione tra vita privata e vita lavorativa. La commistione di spazi e tempi tra questi due aspetti, con la perdita di distinzione tra lavoro e vita privata, rischia di tradursi in un disagio personale e/o familiare a scapito dell’efficienza e della qualità della prestazione lavorativa. Anche in questo caso, oltre alla individuazione di soluzioni organizzative che abbiano un impatto meno invadente sulla vita privata, si dovrà garantire una forma di assistenza e supporto al lavoratore che lamenti una flessione del benessere lavorativo. L’Amministrazione intende implementare (anche attraverso una specifica regolamentazione) progetti 13 di co-working quale forma di telelavoro non domiciliare che consenta la fruizione di una postazione di lavoro già esistente presso un ufficio del Sistema Regione a beneficio del dipendente che, pur 12 Art. 1, punto 6, del DPCM del 12 marzo 2020 dispone che “Fermo restando quanto disposto dall’articolo 1, comma 1, lettera e), del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri dell’8 marzo 2020 e fatte salve le attività strettamente funzionali alla gestione dell’emergenza, le pubbliche amministrazioni assicurano lo svolgimento in via ordinaria delle prestazioni lavorative in forma agile del proprio personale dipendente, anche in deroga agli accordi individuali e agli obblighi informativi di cui agli articoli da 18 a 23 della legge 22 maggio 2017, n. 81 e individuano le attività indifferibili da rendere in presenza”. 13 Attualmente questa modalità è utilizzata non solo presso sedi dislocati nel territorio regionale ma anche in uffici fuori della regione come ad esempio l’ufficio di Roma. Servizio organizzazione 10 10/33 10/34
Direzione generale del personale e riforma della regione restando in organico all’ufficio di appartenenza (e concorrendo quindi al raggiungimento dei risultati di quest’ultimo), presti la sua opera in un ufficio “ospitante” più vicino al centro dei suoi interessi di vita e familiari. La diffusione di queste diverse modalità di lavoro, che, come detto in precedenza, dà risalto ad obiettivi e risultati del lavoro, consentirà inoltre di promuovere relazioni professionali fondate sulla fiducia, stimolando comportamenti virtuosi e favorendo lo spirito di collaborazione. Anno di riferimento: Anno 2020-2022 Azione positiva 2: Attivazione strumenti di sostegno e di assistenza delle famiglie L’Amministrazione regionale con questa azione intende promuovere misure di sostegno e assistenza nei confronti delle famiglie con figli in età prescolare e scolare. In particolare si procederà con l’esame di progetti di assistenza diffusa attraverso forme di baby 14 parking, o Servizi Educativi in contesto domiciliare (“Mamma accogliente” ad esempio ), nel rispetto della normativa vigente, al fine di ridurre il più possibile disagi per i genitori lavoratori. Il progetto prevederà una prima fase di studio e progettazione anche attraverso la ricerca di finanziamenti europei, nazionali e regionali. Inoltre sono allo studio iniziative che mirano a programmare, durante il periodo di chiusura delle scuole, attività ludiche, al fine di permettere di conciliare il più possibile le esigenze lavorative con quelle familiari. A tal fine l’Amministrazione valuterà l’opportunità di attivare tirocini con la facoltà di scienze della formazione per gli studenti dei corsi di laurea in scienze dell’educazione e scienze della formazione primaria. Anno di riferimento: 2021 – 2022 Azione positiva 3 Congedi a favore di genitori con gemelli. Con questo obiettivo l’Amministrazione intende assicurare, in caso di parto gemellare, una duplicazione del congedo in ragione del maggior impegno dei genitori che debbono far fronte ai bisogni affettivi dei due figli, ma anche di non pregiudicare, limitandoli, i benefici di carattere retributivo che garantiscono l’espletamento dell’attività genitoriale. L’istituto del congedo parentale non è finalizzato tanto a soddisfare le “esigenze puramente fisiologiche del minore, ma specificamente intende appagare i suoi bisogni affettivi e relazionali onde 15 realizzare il pieno sviluppo della sua personalità sin dal momento dell’ingresso nella famiglia” . 14Delib.G.R. n. 42/13 del 15.9.2009 PIANO STRAORDINARIO PER LO SVILUPPO DEI SERVIZI SOCIOEDUCATIVI PER LA PRIMA INFANZIA Servizio organizzazione 11 11/34 11/33
Direzione generale del personale e riforma della regione Anno di riferimento: 2021 – 2022 Azione positiva 4: Rilettura e reinterpretazione di alcuni istituti contrattuali alla luce della nuova normativa sulla parità di genere e contrasto ad ogni discriminazione. Si procederà a riesaminare gli istituti contrattuali (congedi parentali, banca ore, permessi per gravi motivi, flessibilità individuale dell’orario di lavoro etc.) al fine di verificare la loro corretta applicazione alla luce dei più recenti orientamenti in materia di parità di genere e sulla base di casistiche e di esigenze manifestate dal personale dell’Amministrazione regionale. Tali casistiche ed esigenze potranno costituire elementi per elaborare gli atti di indirizzo per i rinnovi contrattuali. Anche la diffusione dello smart working rende necessaria la revisione degli istituti contrattuali riguardanti gli orari di lavoro. Si procederà inoltre a informare tutti i dipendenti sulle opportunità che la legislazione vigente offre ai genitori, ai lavoratori disabili e a coloro che assistono familiari. Verranno attivate azioni di sensibilizzazione finalizzate ad una riconsiderazione sul ruolo dei padri nella condivisione dei compiti di cura all’interno della famiglia e sull’uso da parte loro dei congedi parentali. Anno di riferimento: 2021 – 2022 Obiettivo 3 Formazione, informazione e sensibilizzazione Azione positiva 1: Formazione del personale sulle tematiche legate alla parità di genere, al contrasto alle discriminazioni e al benessere organizzativo. Verrà promossa, in raccordo con la Consigliera regionale di Parità, attività formativa ed informativa e di sensibilizzazione destinata a personale dirigente e non dirigente sulle tematiche legate alla parità di genere. Verranno inoltre attivati specifici percorsi formativi sulle tematiche della disabilità, del contrasto alle discriminazioni, della valorizzazione delle differenze e sul benessere organizzativo. Anno di riferimento: 2020-2022 15La sentenza n. 1590/2019, stabilisce che, in caso di parto gemellare, il diritto al congedo parentale di cui all’art. 32 del D.lgs. 151/2001, spetta per ogni figlio Servizio organizzazione 12 12/34 12/33
Direzione generale del personale e riforma della regione Azioni positiva 2 : Formazione destinata a soggetti con disabilità fisiche. Al fine di consentire ai dipendenti con disabilità fisiche di poter accedere alla formazione si procederà ad organizzare attività formative con modalità a loro confacenti introducendo l’uso di tecnologie che consentano la partecipazione attiva di tali dipendenti. Si procederà inoltre ad organizzare corsi destinati a dipendenti con disabilità per trasferire competenze e conoscenze volte a superare gli ostacoli connessi alla disabilità stessa che consentiranno di svolgere la propria attività lavorativa limitando al minimo i disagi. Anno di riferimento: Anno 2021. Obiettivo 4 Azioni di contrasto alle discriminazioni Azione positiva 1: Introduzioni di strumenti a sostegno delle disabilità Al fine di favorire il benessere lavorativo dei lavoratori con disabilità dovranno essere predisposti progetti di inserimento lavorativo per i nuovi assunti attraverso il collocamento mirato. L’amministrazione si dovrà dotare di strumentazione hardware e software e la tecnologia assistiva 16 adeguata alle specifica disabilità . Anno di riferimento: Anno 2021. Obiettivo 5 Realizzazione iniziative di promozione e tutela della salute In questo periodo storico in cui per la Pubblica Amministrazione sono in atto trasformazioni rilevanti che toccano piani culturali, strutturali e procedurali è di particolare interesse la promozione della tutela alla salute con iniziative attente a sviluppare il benessere fisico, psicologico e sociale delle persone. Anno di riferimento: Anno 2020-2022 Azione 1: Sostegno al ruolo lavorativo 16 La legge n. 68 del 1999 per il diritto al lavoro delle persone con disabilità prevede, all’art. 2 il collocamento mirato che viene definito come quella serie di strumenti tecnici e di supporto che permettono di valutare adeguatamente le persone con disabilità nelle loro capacità lavorative e di inserirle nel posto adatto, attraverso analisi di posti di lavoro, forme di sostegno, azioni positive e soluzioni dei problemi connessi con gli ambienti, gli strumenti e le relazioni interpersonali sui luoghi quotidiani di lavoro e di relazione. Servizio organizzazione 13 13/34 13/33
Direzione generale del personale e riforma della regione L’Amministrazione Regionale in linea con quanto hanno dimostrato gli studi e le ricerche nell’ambito delle modalità di funzionamento delle organizzazioni, ha individuato diverse iniziative in favore del benessere organizzativo. Ciò in considerazione del fatto che esistono ormai verità scientifiche in grado di attestare che le strutture più efficienti sono quelli con dipendenti soddisfatti e con un “clima interno” sereno e partecipativo. La motivazione, la collaborazione, il coinvolgimento, la corretta circolazione delle informazioni, la flessibilità e la fiducia delle persone sono tutti elementi che portano a migliorare la salute mentale e fisica dei lavoratori e, in via finale, ad aumentare la produttività. A tal proposito saranno pianificate attività di prevenzione e sensibilizzazione attraverso la gestione di un punto di ascolto a tutela delle lavoratrici e dei lavoratori progettando e realizzando interventi che contribuiscano alla gestione di criticità relazionali inerenti il singolo lavoratore ed il gruppo di lavoro. L’attività del punto di ascolto dovrà essere orientata alla tempestiva soluzione dei casi critici, indirizzandoli, se necessario, alle strutture competenti per l’approfondimento dei problemi presentati, al fine di evitare il cronicizzarsi di situazioni con conseguente impatto sulla salute psicofisica e personale delle dipendenti e dei dipendenti coinvolti. Tale attività inoltre rappresenta un’opportunità per l’amministrazione regionale per evitare complessi contenziosi che possono nascere in casi di conflitto, stress o disagio di varia natura tra dipendenti o gruppi di lavoro che si trovano ad affrontare criticità di carattere comunicativo, relazionale, gestionale. Anno di riferimento: Anno 2021. Azione 2: Progetto “MuoverSIncasa” Promozione della salute e benessere organizzativo - Attivazione rete con il servizio Prevenzione e Promozione della salute del Dipartimento di Prevenzione Area Sud L’attuale emergenza COVID-19 sta comportando per gran parte della popolazione, la forzata permanenza presso il proprio domicilio per il contenimento del contagio, con conseguente riduzione dell’attività motoria. Cosi, coerentemente con quanto previsto P.R.P Programma 1.2.3.5 “ Realizzare interventi di promozione di stile di vita salutari nel setting comunità”, L’Amministrazione Regionale, di intesa con il servizio Prevenzione Promozione della Salute del Dipartimento di Prevenzione Area Sud, recepisce il Programma comunità in salute attraverso il progetto “MuoverSIncasa”, per la promozione dell’attività fisica in luoghi confinati. Il progetto ha l’obbiettivo di promuovere uno stile di vita attivo attraverso la diffusione via web delle illustrazioni di semplici esercizi, tratte dal libro “per mantenersi in buona salute BASTA POCO”. A seguito di questa iniziativa, in collaborazione con il Dipartimento di Prevenzione, verranno attivate ulteriori azioni sul benessere organizzativo e lavorativo del personale RAS. Servizio organizzazione 14 14/33 14/34
Direzione generale del personale e riforma della regione Analisi di contesto : Il punto di partenza di ogni attività di pianificazione è costituito dall’analisi del contesto di riferimento e pertanto nell’elaborazione di questo piano si è deciso di illustrare i dati in possesso dell’Amministrazione relativi alla consistenza del personale regionale, distinto per qualifiche e per genere per poi passare ad analizzare i dati di genere con riferimento a: - progressioni - incarichi - accesso alla formazione - accesso ai alcuni istituti contrattuali (part time, congedo parentale etc.) Scopo di tale analisi è quello di individuare le azioni positive più idonee per favorire l’attuazione dei principi di parità e pari opportunità. L’analisi della composizione del personale regionale nel suo complesso evidenzia una sostanziale parità di genere, sostanzialmente confermata dall’analisi dei dati sulla distribuzione del personale nelle direzioni generali, con alcune specificità. Dall’analisi dei dati emerge in buona sostanza come nell’amministrazione regionale attualmente non esista un problema di equilibrio in termini di parità di genere per quanto concerne l’accesso e l’attribuzione di incarichi. I dati analizzati sono distinti tra personale dirigente e personale non dirigente e quest’ultimo è a sua volta suddiviso tra personale amministrativo e personale del Corpo forestale e di vigilanza ambientale. Si è deciso di approfondire l’indagine analizzando i dati relativi all’utilizzo di alcuni istituti contrattuali quali il part time e il congedo parentale al fine di verificare se aldilà di un apparente equilibrio di genere all’interno dell’amministrazione ci possano essere degli elementi critici che giustifichino l’intervento attraverso azioni positive di riequilibrio. 1. PARITA DI GENERE DIRIGENTI Nella tabella seguente è rappresentata la situazione dei dirigenti al 31.12.2019, suddivisi per tipologia, sesso e tipo di contratto (dirigenti dell’amministrazione a tempo indeterminato e dirigenti esterni a tempo determinato, in comando o in assegnazione temporanea). Come si può notare in totale le dirigenti donna rappresentano oltre il 51% dei dirigenti ma rappresentano solo il 42% dei direttori generali appartenenti all’amministrazione. Servizio organizzazione 16 15/34 15/33
Direzione generale del personale e riforma della regione Dirigenti Dirigenti del Sistema Dirigenti esterni TOTALI dell'amministrazione Regione Uomini Donne Totali Uomini Donne Totali Uomini Donne Totali Uomini Donne Totali Direttori generali 11 8 19 1 1 1 1 2 13 9 22 Direttore ufficio speciale ENPI 1 1 0 1 1 Dirigenti di servizio 25 27 52 2 2 7 10 17 32 39 71 Dirigenti ispettori 0 0 0 Dirigenti di unità di progetto 1 1 0 1 1 Dirigenti con incarico esterno 2 2 4 2 2 4 Dirigenti con contratto a tempo det. 7 2 9 7 2 9 Dirigenti in attesa di incarico 1 5 6 1 5 6 Dirigenti in aspettativa 1 1 1 0 1 Totali 47 46 93 1 2 3 8 11 19 56 59 115 PERSONALE AMMINISTRATIVO Per quanto riguarda il personale amministrativo la presenza femminile non solo è prevalente ma in continuo incremento nel triennio considerato, e probabilmente ciò è legato anche alle politiche di cessazione che hanno permesso agli uomini di usufruire di particolari modalità di uscita dal mondo del lavoro finora consentiti solo alle donne. Incidenza personale femminile sul personale totale 55,00% 54,50% 54,30% 54,00% 53,50% 53,00% 52,50% 52,51% 51,77% 52,00% 51,50% 51,00% 31.12.2017 31.12.2018 31.12.2019 Servizio organizzazione 17 16/34 16/33
Direzione generale del personale e riforma della regione La differenza tra la presenza femminile e maschile è disomogenea a seconda della categoria: nelle categorie C e B si evidenzia una preponderanza femminile: Categoria Uomini Donne Totale valori assoluti percentuale valori assoluti percentuale D 506 48,19% 544 51,81% 1.050 C 269 38,59% 428 61,41% 697 B 196 42,98% 260 57,02% 456 A 97 72,39% 37 27,61% 134 Totale 1.068 45,70% 1.269 54,30% 2.337 Servizio organizzazione 18 17/34 17/33
Direzione generale del personale e riforma della regione DISTRIBUZIONE DEL PERSONALE ALL’INTERNO DELLE DIREZIONI GENERALI L’analisi, in questa prima fase, ha preso in considerazione il personale assegnato al 31.12 2019 nelle Direzioni generali , escludendo il personale degli uffici di gabinetto e delle unità di progetto. In relazione alle Unità di progetto e ad altre partizioni organizzative si è deciso di procedere ad un’analisi delle stesse in un secondo tempo. Direzioni generali Donne Uomini Totale INNOVAZIONE E SICUREZZA IT 15 24 39 AGENZIA DISTRETTO IDROGRAFICO 26 22 48 AGRICOLTURA 50 36 86 AREA LEGALE 21 10 31 BENI CULTURALI 77 33 110 CFVA (amministrativi) 37 26 63 CONTROLLO INTERNO DI GESTIONE 4 6 10 CRC 33 22 55 CRP 27 19 46 DIFESA DELL'AMBIENTE 64 54 118 ENTI LOCALI E FINANZE 102 93 195 INDUSTRIA 33 30 63 LAVORI PUBBLICI 62 96 158 LAVORO 70 45 115 ORGANIZZAZIONE E PERSONALE 84 43 127 PIANIFICAZIONE URBANISTICA 96 91 187 POLITICHE SOCIALI 30 11 41 PRESIDENZA 67 52 119 PROTEZIONE CIVILE 26 35 61 PUBBLICA ISTRUZIONE 26 16 42 SANITA' 38 31 69 SERVIZI FINANZIARI 70 40 110 TRASPORTI 37 28 65 TURISMO 59 52 111 UFFICIO ENI CBC 9 6 15 Per quanto concerne la distribuzione del personale all’interno delle direzioni generali si evidenzia un tendenziale equilibrio di genere e non si riscontra una segregazione orizzontale. Tuttavia esistono alcune direzioni su cui è meglio soffermarsi. In particolare emerge come all’interno della Direzione dell’Innovazione e Sicurezza IT si sia ridotto il divario tra uomini e donne rispetto al 2018, si è passati, infatti, da una percentuale di uomini pari a 67,4% ad una del 61,5%. Invece, nelle direzioni generali dei beni culturali e delle politiche sociali la prevalenza femminile è addirittura incrementata passando rispettivamente dal 67,8% al 70% e dal 72,5% al 73,2%. L’incremento della presenza femminile, che ha raggiunto o superato il 65%, è avvenuto anche in altre strutture, quali le direzioni generali dell’area Servizio organizzazione 19 18/33 18/34
Direzione generale del personale e riforma della regione legale, dei servizi finanziari e dell’organizzazione e del personale ed è probabilmente legato all’incremento generale della presenza delle donne all’interno dell’amministrazione regionale, già visto sopra. UFFICIO ENI CBC TURISMO TRASPORTI SERVIZI FINANZIARI SANITA' PUBBLICA ISTRUZIONE PROTEZIONE CIVILE PRESIDENZA POLITICHE SOCIALI PIANIFICAZIONE URBANISTICA ORGANIZZAZIONE E PERSONALE LAVORO LAVORI PUBBLICI Uomini INDUSTRIA Donne ENTI LOCALI E FINANZE DIFESA DELL'AMBIENTE CRP CRC CONTROLLO INTERNO DI GESTIONE CFVA (amministrativi) BENI CULTURALI AREA LEGALE AGRICOLTURA AGENZIA DISTRETTO IDROGRAFICO AFFARI GENERALI 0 20 40 60 80 100 120 È quindi importante continuare a monitorare tali valori e verificare se tali disequilibri derivino dal fatto che all’interno dell’amministrazione vi siano poche figure maschili o femminili dotate di particolari specializzazioni (informatici, assistenti sociali) incrociando i dati soprariportati con le competenze possedute dal personale. Servizio organizzazione 19/3420 19/33
Direzione generale del personale e riforma della regione DISTRIBUZIONE ANAGRAFICA DEL PERSONALE DIRIGENTI Dal punto di vista anagrafico la distribuzione dei dirigenti al 31 dicembre 2019 è la seguente: Distribuzione per età 18 17 16 16 16 14 13 12 12 10 10 9 8 8 6 5 4 33 2 2 1 0 tra 30 e 34 tra 35 e 39 tra 40 e 44 tra 45 e 49 tra 50 e 54 tra 55 e 59 tra 60 e 64 65 e oltre anni anni anni anni anni anni anni Dirigenti Uomini Dirigenti Donne Come si può vedere, il 55% dei dirigenti ha un’età superiore ai 55 anni e l’età media è 54 anni per i dirigenti uomini e 56 per le dirigenti donne. Servizio organizzazione 20/34 21 20/33
Direzione generale del personale e riforma della regione PERSONALE AMMINISTRATIVO Dal punto di vista dell’età, per il personale amministrativo la distribuzione del personale al 31 dicembre 2019, è la seguente: 400 343 350 295 300 256 251247 250 217 206 200 183 150 10295 100 52 42 50 15 26 20 1 4 0 25-39 30-34 35-39 40-44 45-49 50-54 55-59 60-64 65-67 68 e oltre Uomini Donne Come si può vedere, quasi il 51% dei dipendenti ha un’età superiore ai 55 anni, di questi le donne sono il 53% e gli uomini il 47%; l’età media è praticamente di 54 anni. qualifica/posiz.economica/profilo Uomini Donne Totali CAT. D 52 51 52 CAT. C 55 57 56 CAT. B 58 55 56 CAT. A 53 53 53 TOTALE AMMINISTRATIVI 54,5 54 54,2 L’età media del personale regionale costituisce un elemento da considerare al fine di individuare le azioni positive più rispondenti alle esigenze ricollegate all’età anagrafica media. Per quanto riguarda la scolarizzazione, la tabella mostra il titolo di studio (comunicato all’amministrazione dal dipendente) per categoria e sesso. Il dato sui titoli post-laurea è relativo solo ai titoli conseguiti con la formazione proposta dall’amministrazione regionale . Servizio organizzazione 22 21/34 21/33
Direzione generale del personale e riforma della regione Scuola dell'obbligo Diploma Laurea breve Laurea Post-Laurea Uomini Donne Uomini Donne Uomini Donne Uomini Donne Uomini Donne Cat. D 0 0 109 82 23 14 354 422 20 26 Cat. C 33 48 176 289 12 19 47 72 1 0 Cat. B 117 75 73 158 2 9 4 18 0 0 Cat. A 74 31 19 6 2 0 2 0 0 0 Tot 224 154 377 535 39 42 407 512 21 26 Servizio organizzazione 23 22/33 22/34
Direzione generale del personale e riforma della regione PERSONALE DEL CORPO FORESTALE E DI VIGILANZA AMBIENTALE Dal punto di vista di genere, nella Direzione generale del Corpo forestale e di vigilanza ambientale la presenza femminile è decisamente inferiore a quella maschile sia sul totale che nelle singole aree, probabilmente questo dato è dovuto alle modalità di accesso e ai compiti del Corpo forestale. PERSONALE DEL CORPO FORESTALE AL 31.12.2019 Categoria Uomini Donne Totale valori assoluti percentuale valori assoluti percentuale Area C 38 70,37% 16 29,63% 54 Area B 256 92,09% 22 7,91% 278 Area A 743 81,92% 164 18,08% 907 Totale 1037 83,70% 202 16,30% 1239 Per analizzare il fenomeno della presenza femminile all’interno del Corpo forestale occorre partire dalla situazione esistente nel 2006 prima cioè del concorso bandito nell’anno 2003 con il quale sono state assunte 365 unità di personale appartenente all’Aera A. Alla data del 31.12. 2006 il personale femminile del Corpo forestale era pari all’8,6% del personale complessivo: Categoria Uomini Donne Totale valori assoluti percentuale valori assoluti percentuale Area C 57 72,2% 22 27,8% 79 Area B 219 92,8% 17 7,2% 236 Area A 669 93,1% 50 6,9% 719 Totale 945 91,4% 89 8,6% 1034 Nel periodo tra il 2007 e il 2009 sono state realizzate le seguenti assunzioni in Area A Uomini Donne Totale ASSUNZIONI 2007-2009 243 122 365 E’ interessante da rilevare che in una categoria che ha compiti di carattere prevalentemente operativo e in cui la presenza femminile è stata tradizionalmente sempre molto bassa siano state assunte un numero di donne relativamente alto pari al 33,4% delle assunzioni totali. Siamo quindi passati da una presenza femminile complessiva al 31.12.2006 pari al 8,6% ad una presenza al 31.12.2018 pari al 15,87% con un incremento soprattutto nell’Area A dove si passa da una presenza femminile dal 6,9% al 17,65% pur trattandosi di un’area caratterizzata da compiti e funzioni tradizionalmente considerate maschili. Servizio organizzazione 24 23/34 23/33
Direzione generale del personale e riforma della regione Dal punto di vista dell’età, la distribuzione del personale forestale al 31 dicembre 2018 è la seguente 450 400 400 350 300 250 200 167 150 127 221 100 66 45 50 0 61 28 25 29 32 17 0 0 45 0 0 0 0 0 20-24 25-29 30-34 35-39 40-44 45-49 50-54 55-59 60-64 65-67 68 e oltre Uomini Donne Come si può vedere, quasi il 50% dei forestali ha un’età superiore ai 55 anni (ovviamente concentrato nella popolazione maschile vista la struttura di genere) , mentre l’età media è 53 anni, su cui incide l’età media femminile inferiore a quella maschile soprattutto nell’area A. qualifica/posiz.economica/profilo Uomini Donne Totali AREA C 58 55 57 AREA B 57 56 57 AREA A 53 45 51 TOTALE C.F.V.A. 54 47 53 In relazione alla scolarizzazione, la tabella mostra il titolo di studio (comunicato all’amministrazione dal dipendente) per categoria e sesso. Anche in questo caso, il dato sui titoli post-laurea è relativo solo ai titoli conseguiti con la formazione proposta dall’amministrazione regionale. Scuola dell'obbligo Diploma Laurea breve Laurea Post-Laurea U D U D U D U D U D Area C 0 0 12 0 1 0 23 15 2 1 Area B 29 2 202 16 9 1 16 3 0 0 Area A 196 10 456 101 17 8 74 45 0 0 Tot 225 12 670 117 27 9 113 63 2 1 Servizio organizzazione 25 24/33 24/34
Direzione generale del personale e riforma della regione INCARICHI DI SETTORE Anche sugli incarichi di settore emerge un sostanziale equilibrio di genere Uomini Donne Totale Amministrativi 166 173 339 Forestali 25 14 39 Totali 191 187 378 166 173 180 160 140 120 100 80 60 25 40 14 20 0 Amministrativi Forestali Uomini Donne Percentuale settoristi Percentuale nella categoria/area Amministrativi Donne 51,03% 51,81% Amministrativi Uomini 48,97% 48,19% Forestali Donne 35,90% 29,63% Forestali Uomini 64,10% 70,37% Nonostante la presenza femminile nell’area C del Corpo forestale rappresenti solo il 29% è un importante segnale il fatto che alle donne del Corpo sono attribuiti quasi il 36% degli incarichi di settore. E’ un dato in calo rispetto al 2018 ma comunque positivo e che è importante continuare a monitorare. Servizio organizzazione 26 25/33 25/34
Direzione generale del personale e riforma della regione LE ASSENZE Per quanto riguarda le assenze si è deciso di prendere in considerazione i dati relativi agli istituti che fossero in grado di rilevare, meglio di altri, la presenza di eventuali disequilibri e discriminazioni di genere, ovvero l’assenza per malattia bimbo fino a 3 anni, per allattamento, per congedo parentale, i congedi ex legge 104/1992 e i congedi retribuiti ai sensi dell’art. 42, comma 5 del d.lgs. 151/200, usufruiti dal personale nel corso del 2019. Nell’analisi non si è tenuto conto delle assenze per congedo di maternità obbligatoria e per gravidanza a rischio in quanto usufruibili esclusivamente dalle donne I dati presi in esame sono le giornate di assenza e le unità di personale che ne hanno usufruito. Dai dati rilevati emergono infatti le prime differenze. Vediamo prima i dati relativi al numero di giornate di assenza: 1200 972 1000 775 744 800 600 Uomini 387 Donne 400 307 200 44 0 Assenza malattia bimbo fino Allattamento Congedo parentale a 3 anni Servizio organizzazione 27 26/34 26/33
Direzione generale del personale e riforma della regione 10000 8876 9000 7831 8000 7000 6000 5000 Uomini 4000 Donne 3000 2000 1656 866 1000 0 Permessi ex 104/1992 Congedi retribuiti ex art.42, comma 5, d.lgs. 151/2001 Come si può vedere, sembrerebbe che la cura di figli sia rimessa alle donne mentre gli uomini hanno una prevalenza nella cura di disabili, sia con i permessi ex L.104/1192 ma soprattutto con i congedi retribuiti ai sensi dell’art. 42, comma 5 del d.lgs. 151/200. Questo dato viene confermato anche esaminando le unità di personale che hanno usufruito nel 2019 degli istituti suddetti, ad eccezione dei congedi retribuiti ai sensi dell’art. 42, comma 5 del d.lgs. 151/200, per i quali i numeri sono pressoché uguali per uomini e donne, portando alla conclusione che gli uomini prendono periodi di tempo più lunghi rispetto alle donne. 120 98 100 89 80 71 60 54 Uomini Donne 40 30 20 3 0 Assenza malattia bimbo Allattamento Congedo parentale fino a 3 anni Servizio organizzazione 28 27/34 27/33
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