PATOLOGIE DELLA PROSTATA NEL CANE - UniBa

Pagina creata da Filippo Martinelli
 
CONTINUA A LEGGERE
PATOLOGIE DELLA PROSTATA NEL CANE - UniBa
PATOLOGIE DELLA
PROSTATA NEL CANE
PATOLOGIE DELLA PROSTATA NEL CANE - UniBa
ANATOMIA

• Costituisce l’unico annesso ghiandolare dell’apparato
  genitale del cane.

• La prostata è situata sulle superfici dorsale e laterale
  dell’uretra, subito dietro il collo della vescica. Assume
  rapporti dorsalmente con il retto e con la porzione
  terminale dei deferenti.

• Ha forma ovoidale, divisa da un setto connettivale
  mediano in due lobi simmetrici, lisci e percepibili al
  tatto per via digito-rettale.
PATOLOGIE DELLA PROSTATA NEL CANE - UniBa
PATOLOGIE DELLA PROSTATA NEL CANE - UniBa
• Istologicamente, è composta da tessuto
  stromale, ghiandolare e da una capsula.
• È una ghiandola androgeno-dipendente e
  il suo secreto costituisce parte della
  prima     e     della  terza     frazione
  dell’eiaculato.
• Il fluido prostatico è prodotto
  continuamente nel maschio intero e
  viene espulso per via retrogada nella
  vescica o anterograda attraverso il
  meato uretrale in volumi variabili.
PATOLOGIE DELLA PROSTATA NEL CANE - UniBa
¾Nei cani prepuberi: la prostata immatura
 si presenta con dotti sviluppati, alveoli
 non sviluppati e uno stroma abbondante;

¾Nei cani post-puberi: la prostata
 normale aumenta di dimensioni
 presentando un epitelio secernente
 sviluppato, alveoli ben definiti con grandi
 cellule e lume non evidente, e stroma
 ben sviluppato con cellule muscolari lisce
PATOLOGIE DELLA PROSTATA NEL CANE - UniBa
La capsula della prostata è fibro-muscolare, da questa originano
setti connettivali (SC) che dividono l’organo in logge al cui interno si
trovano le ghiandole. Il parenchima è costituito da ghiandole (gh)
tubulo-alveolari o tubulo-acinose; ciascuna ghiandola prostatica si
apre con un proprio orifizio entro l’uretra prostatica.
PATOLOGIE DELLA PROSTATA NEL CANE - UniBa
• La crescita prostatica e la sua attività sono
  mediate dal 5α - diidrotestosterone (DHT),
  metabolita derivato del testosterone (T) per
  attività dell’enzima 5α-reduttasi.

• Il 5α-DHT si lega agli stessi recettori per il T,
  ma presenta affinità doppia e percentuale di
  dissociazione inferiore di cinque volte (Grino
  et al., 1990)

• Il 5α-DHT produce localmente i fattori della
  crescita

• Il 5α-DHT induce crescita ghiandolare e
  stromale.
PATOLOGIE DELLA PROSTATA NEL CANE - UniBa
Patologie della Prostata

•   1.   Ipertrofia Prostatica Benigna (BPH)
•   2.   Cisti Prostatiche
•   3.   Prostatite, acuta o cronica
•   4.   Ascessi prostatici
•   5.   Metaplasia Squamosa
•   6.   Neoplasia
IPERPLASIA PROSTATICA BENIGNA

Aumento di volume benigno della prostata legato a
fenomeni di iperplasia e ipertrofia.

INCIDENZA:
- colpisce il cane intero, in età avanzata:
          16%: nei soggetti di 2-3 anni di età;
        > 50%: nei soggetti oltre i 5 anni di età.
- è una condizione parafisiologica che si sviluppa con
l’età.
- è frequente nei cani di grossa taglia
EZIOPATOGENESI

SQUILIBRI ORMONALI:

• Modificazione della secrezione di androgeni.
• Alterazione del rapporto tra estrogeni e
  androgeni.
• Aumento del numero dei recettori per gli
  androgeni.
• Aumento della sensibilità tissutale agli
  androgeni.
• Nei cani tra 1 e 5-6 anni: all’aumento
  della concentrazione di testosterone (T)
  fa riscontro un aumento delle dimensioni
  prostatiche.
• Oltre i 6 anni: la produzione di T
  diminuisce, ma la prostata continua a
  crescere, probabilmente dovuto
  all’alterazione del rapporto della
  concentrazione degli estrogeni (E2) con
  quella del T.
• Iperplasia prostatica semplice: epitelio
  secernente aumentato di dimensioni, con
  alveoli secernenti molto sviluppati con grandi
  cellule e stroma non molto abbondante.
• Iperplasia prostatica complessa: zone
  d’iperplasia ghiandolare alternate a zone di
  atrofia, alveoli mediamente o notevolmente
  dilatati, flogosi cronica e metaplasia squamosa
  delle aree di epitelio secernente. Gli alveoli
  prostatici dilatati danno origine a cisti, a
  contenuto liquido trasparente, ambrato o
  ematico.
Iperplasia Prostatica Benigna

Sintomi clinici
- Spesso asintomatica (condizione fisiologica)

- Perdite ematiche dal meato uretrale non correlate
alla minzione

- Ematuria

- Disuria

- Costipazione

- Presenza di sangue nell’eiaculato

- Risentimento sistemico assente o lieve
DIAGNOSI:
SEGNALAMENTO: colpisce i
 cani maschi interi, dopo i sei
 anni d’età.

I Cani (soggetti anziani)
  possono essere presentati
  alla visita a causa di:
- Tenesmo
- Ematuria
- Costipazione
ESAME CLINICO

- Nella maggior parte dei cani è asintomatica
- La palpazione rettale della prostata evidenzia
  un aumento di volume simmetrico e indolente.
- Radiograficamente, la prostata appare
  aumentata di volume in modo simmetrico
- Ecograficamente, la prostata appare
  aumentata di volume e si osservano
  comunemente piccole cisti multiple diffuse.
  L’ecogenicità varia da normale ad aumentata.
REPERTI DI LABORATORIO

L’esame citologico rivela:
- presenza di emorragia
- modica infiammazione senza sepsi
- presenza di cellule prostatiche, eritrociti ed
  alcuni leucociti.

L’esame istopatologico ci permette di fare la
  diagnosi definitiva in quanto conferma la
  presenza di alterazioni iperplasiche.
DIAGNOSI DIFFERENZIALE:

-   Metaplasia squamosa
-   Cisti prostatiche
-   Cisti paraprostatiche
-   Prostatite
-   Neoplasie prostatiche
-   Ascessi prostatici

Per differenziare un ingrossamento benigno da uno
  maligno è necessario eseguire la biopsia o
  l’aspirazione prostatica.
L’esame ecografico ci permette di distinguere un
  aumento di volume benigno da uno dovuto a cisti o
  ad ascessi
Terapia:

• Se la fertilità è importante:
  antiandrogeni non steroidei
• Se la fertilità non è una priorità:
  progestinici o antiestrogeni

• Castrazione: riduzione del volume della
  prostata dopo 4-6 settimane.
PRINCIPIO ATTIVO     MECCANISMO D’AZIONE                 DOSE E VIA DI                 INIBIZIONE DI LIBIDO E
                                                         SOMMINISTRAZIONE                      FERTILITA’

                      Sutura i recettori degli        2 mg/kg/dì PO per 2 settimane o   A dosi alte
Megestrolo acetato    androgeni; feed-back negativo   0.5 mg/kg/dì PO per 4-8
                      per la secrezione di T          settimane

Medrossiprogestero    Sutura i recettori degli        3-4 mg/kg SC ad intervalli > 10   A dosi alte
                      androgeni; feed-back negativo   mesi
ne acetato            per la secrezione di T

Clormadinone          Sutura i recettori degli        0.1-2.0 mg/kg/dì PO               A dosi alte
                      androgeni; feed-back negativo   0.5-2.0 mg/kg SC
acetato               per la secrezione di T

                      Sutura i recettori degli        1.0-1.5 mg/kg SC ogni 1-3         Inibisce la maturazione
Delmadinone           androgeni; feed-back negativo   settimane                         epididimale
                      per la secrezione di T

                      Sutura i recettori degli        0.5-1 mg/kg/dì PO per 1-2 mesi    Si
Ciproterone acetato   androgeni; feed-back negativo
                      per la secrezione di T

                      Sutura i recettori degli        2.5 mg/dì per 1 mese, PO          Si
Tamoxifene            androgeni; feed-back negativo
                      per la secrezione di E2

                      Blocca la conversione da T a    0.04-1 mg/kg/dì PO dai 2 ai 12    No
Finasteride           DHT (diidrotestosterone)        mesi

                      Sutura i recettori degli        5 mg/kg/dì fino ad un anno, PO    No
Flutamide             androgeni; feed-back negativo
                      per la secrezione di T
Finasteride (classe degli azasteroidi):
• inibitore dell’enzima 5alfa-reduttasi, la cui
  azione determina una riduzione dei livelli
  di DHT (diidrotestosterone) plasmatici e
  prostatico,
• si ha soppressione androgenica, con
  riduzione del volume prostatico senza
  provocare alterazioni della fertilità,
• per espletare il proprio effetto clinico da 3
  a 8 settimane.
Flutamide:
• antiandrogeno, inibisce l’ingresso dell’ormone
  nell’organo bersaglio e/o il legame con il
  recettore androgenico;
• 5-40 mg/kg/dì
• diminuzione del volume prostatico già dopo 10
  gg di trattamento e un mantenimento di libido e
  caratteristiche seminali inalterate
• si accumula nel secreto prostatico e viene
  emesso con l’eiaculato
• rimane intatta la fertilità
Progestinici:
•   Megestrolo acetato;
•   Medrossiprogesterone acetato
•   Ciproterone acetato,
•   Delmadinone acetato
•   Clormadinone acetato
¾Hanno come effetto principale quello di
 competere con i recettori del T e
 presumibilmente del DHT a livello degli
 organi bersaglio
¾Esercitano un feedback negativo sul
 rilascio ipofisario di LH
Antiestrogeni
In passato si usavano gli estrogeni, ma
  determinano:
• un rapporto alterato E2:T (una delle cause
  dell’IPB) per cui numero e dimensioni delle
  cisti restano immutati
• Un aumento dello stroma fibromuscolare
  della prostata,
• Metaplasia squamosa
• Formazioni di ascessi
Tamoxifene: antiestrogeno non steroideo
  (2,5 mg/dì per os) dopo 28 gg si osserva
  riduzione :
• delle dimensioni testicolari e prostatiche
• della libido
• della concentrazione di T circolante
Tutte condizioni reversibili
GnRH agonisti:
• Determinano down-regulation dei recettori
  del GnRH a livello delle cellule
  gonadotrope dell’ipofisi, sopprimendo la
  funzione dell’asse ipotalamo-ipofisi.
• Si ha, quindi, soppressione di LH ed FSH
  e conseguente mancata secrezione di E2,
  P4 e T.
• Deslorelin: impianto sottocutaneo della
  durata di 6 mesi
CISTI PROSTATICHE:

cavità ripiene di fluido, non settiche, situate
       all’interno o adese alla prostata
Le cisti possono essere:

- Parenchimali (all’interno della ghiandola):
  sono delimitate da epitelio compatto di
  transizione, cuboide o squamoso e ripiene di
  materiale secretorio e detriti cellulari.
- Paraprostatiche (all’esterno della ghiandola):
  sono rare. Generalmente non comunicano con
  il parenchima, sono ampie e possono
  estendersi nella fossa perineale e
  nell’addome, compromettendo la funzionalità
  dei visceri adiacenti. Sono ripiene di un fluido
  giallo pallido o arancio.
Le cisti prostatiche parenchimali:
• originano dal parenchima prostatico ed hanno
  una comunicazione fisica con esso.
• Sono comuni nel cane e possono essere
  associate con l’iperplasia prostatica benigna.
• La loro eziologia è sconosciuta ma alcune sono
  congenite.
• Fenomeni di metaplasia squamosa possono
  occludere i dotti con stasi secretoria e
  dilatazione progressiva degli acini.
• Le cisti spesso confluiscono formando cavità
  più ampie.
• le cisti possono ossificare oppure infettarsi
  e divenire ascessi
Sintomi clinici

- Spesso asintomatiche (condizione fisiologica)
- Perdite ematiche dal meato uretrale non correlate
alla minzione
- Ematuria
- Disuria
- Costipazione
- Presenza di sangue nell’eiaculato
DIAGNOSI
Segnalamento: cani anziani interi e di grossa
 taglia.
Anamnesi:
Spesso asintomatici.

Se le cisti diventano ampie:
- Tenesmo
- Distensione addominale
- Depressione
- Inappetenza
- Stranguria
- Scolo ematico uretrale
RILIEVI ALL’ESAME CLINICO:

- Sintomi simili all’iperplasia prostatica benigna,
  ma le cisti sono asimmetriche, fluttuanti e a
  volte causano dilatazione addominale
- Reperto più comune: massa addominale
  palpabile, non dolente.
ESAME RADIOGRAFICO/ECOGRAFICO

- Può essere difficile differenziare le cisti
  prostatiche e le cisti paraprostatiche dalla
  vescica urinaria.
- Le radiografie senza mezzo di contrasto
  evidenziano la presenza di calcificazioni
- All’ecografia le cisti paraprostatiche
  appaiono ampie, anecogene e con setti interni
- Si possono eseguire raccolte di campioni
  mediante biopsia ecoguidata.
TERAPIA MEDICA
- Trattamento della costipazione con emollienti
  fecali.

          TRATTAMENTO CHIRURGICO
-   Drenaggio delle cisti,
-   Omentalizzazione
-   Parziale prostatectomia
-   Castrazione
DIAGNOSI DIFFERENZIALE:

-   Ascessi prostatici
-   Metaplasia squamosa
-   Iperplasia prostatica benigna
-   neoplasie
PROSTATITI
   Le flogosi batteriche a carico della prostata possono
    influire negativamente sulle capacità riproduttive:

• per la diffusione del processo all’epididimo ed al
  testicolo
• per la riduzione della spermatogenesi, conseguente
  agli accessi febbrili
• per il calo della libido
• per l’eventuale occlusione meccanica del dotto
  deferente
• per la presenza di sangue nell’eiaculato.
•Può decorrere in forma acuta o cronica
• Nel cane ha quasi sempre eziologia
batterica
• L’infezione avviene generalmente per via
ascendente
• E’ più frequente nel cane intero, ma può
svilupparsi anche nel castrato
•L’età di insorgenza varia in funzione della
causa
Batteri:

•   E.Coli
•   Stafilicocchi coagulasi positivi
•   Streptococchi
•   Klebsielle spp.
•   Enterobacter
Fattori predisponenti:

• aumento carica batterica nell’uretra
  prostatica
• ridotta immunità locale
• patologie delle vie urinarie
• alterazioni dei tessuti prostatici (BPH,
  cisti, metaplasia, neoplasia)
SINTOMATOLOGIA
       PROSTATITE ACUTA
• Presenza di scolo ematico o purulento a livello
  uretrale/prepuziale
• Letargia, inappetenza, vomito, ipertermia
• Dolorabilità addominale
• Tenesmo e costipazione
• Alterazione dell’andatura
• Dimagrimento
• Tumefazione e dolorabilità delle gonadi ed
  epididimo
DIAGNOSI
• Anamnesi
• Visita clinica:

9 Risentimento febbrile
9 Dolorabilità aspecifica nei settori inguino-
  caudali dell’addome
9 Palpazione trans-rettale: dimensioni normali o
  prostatomegalia, forma e simmetria
  conservate o alterate, aree molli e fluttuanti
  (ascesso)
9Esame                emocromocitometrico:
 iperleucocitosi neutrofila

9Analisi delle urine: ematuria, piuria e
 batteriuria

9Esame batteriologico di campioni di urina,
 di liquido prostatico o di parenchima
 ghiandolare
PRELIEVO PROSTATICO:

• Massaggio digitale della prostata con
  catetere urinario
• Eiaculazione
• Ago aspirazione ecoguidata con ago
  sottile
PRELIEVO PARENCHIMA PROSTATICO

• Biopsia ecoguidata per aspirazione con
  ago sottile per via transaddominale o
  perirettale
INTERPRETAZIONE DEI RISULTATI:

• Tipo e numero di microrganismi in gioco
  (soprattutto Gram negativi, > 105/ml)

• Presenza di neutrofili e di cellule
  epiteliali squamose in attiva fagocitosi
  batterica
9 Esame radiografico: aumento di dimensioni
  dell’organo,    aree    di  mineralizzazione
  all’interno del parenchima e margini sempre
  più indistinti.

9 Esame ecografico: aree ad ecogenicità
  normale, cui si alternano zone iperecogene
  irregolari; in presenza di ascessi o di cisti
  prostatiche si possono individuare, invece,
  cavità ipo od anecogene del parenchima,
  ripiene di liquido.
TERAPIA
In caso di prostatite acuta la barriera
  ematica viene infranta, motivo per cui si
  potrebbe anche non tener conto di questo
  fattore al momento della scelta
  dell’antibiotico; nel dubbio, comunque sarà
  certamente preferibile un antibiotico:
• basico
• non ionizzabile
• liposolubile
TERAPIA
• Antibiotici: fluorchinoloni (enrofloxacin-
  Baytril),cloramfenicolo, trimethoprim-
  sulfonamide, monobattamine
(per circa 3 settimane)
• Antiandrogeni
• Castrazione:
9 riduzione degli androgeni responsabili del
  trofismo prostatico
9 riduzione del volume di parenchima a
  disposizione del microrganismo proliferante
COMPLICAZIONI

•   Epididimite
•   Orchite
•   Orchiepididimite
•   Prostatite batterica cronica
PROSTATITE BATTERICA
         CRONICA

• Può      rappresentare      la diretta
  conseguenza di un processo flogistico
  acuto, ribelle alla terapia
• Manifestarsi ex novo in un cane sino a
  quel momento apparentemente esente
  da patologie prostatiche.
SINTOMATOLOGIA:
•   ricorrenti infezioni delle vie urinarie in
    un soggetto, sessualmente intero ed in
    buone condizioni di salute.
•   presenza di scolo uretrale e/o
    prepuziale (ematico o purulento)
•   atteggiamenti anomali all’atto della
    defecazione (tenesmo, costipazione)
•   orchio-epididimite
•   infertilità
DIAGNOSI:
• Palpazione transrettale:
9Grado d’iperplasia
9Asimmetria tra i due lobi
9Superficie irregolare ed una consistenza
  accresciuta
9Riscontro di una cavità cistica o
  ascessuale (comparsa di aree cedevoli e
  fluttuanti, indolenti al tatto).
• Analisi delle urine:
9 Piuria
9 Ematuria
9 Batteriuria
• Esami batteriologico del liquido prostatico
• Esame istologico: infiammazione localizzata
  con fibrosi, atrofia e accumuli stromali di
  linfociti e plasmacellule.
• Esame radiologico: normale o aree di
  mineralizzazione del parenchima
• Esame ecografico: aree iperecogene
  irregolarmente distribuite nel parenchima
  alternate a cavità ipo o anecogene ripiene di
  liquido (ascessi o cisti).
TERAPIA

• Antibiotico:
9Specifico per l’agente eziologico
  dell’infezione
9In grado di superare la barriera ematica
  (integra in caso di prostatite cronica)
L’effetto barriera che separa il circolo
  ematico dai liquidi prostatici è dovuto:
¾Alle differenze di pH esistenti tra
  sangue (pH 7,4), interstizio ghiandolare
  (pH 7,4) e fluido prostatico (pH 6,4)
¾Alle caratteristiche strutturali
  dell’epitelio che riveste gli acini
¾Dal livello di affinità degli antibiotici
  per le proteine plasmatiche
Gli antibiotici più adatti a superare la
  barriera prostatica e a raggiungere il
  secreto prostatico devono essere:
¾Basici
¾Altamente liposolubili
¾Possedere ridotta affinità per le
  proteine plasmatiche
(fluorchinoloni,Trimethoprim-sulfamidici,
  Eritromicina, Clindamicina)
(per 6 settimane)
COMPLICAZIONI
• Orchite
• Epididimite
• Infertilità per:
9 Ipertermia locale
9Distruzione immuno-mediata della linea
  germinale (in caso di orchite)
9Effetti letali delle tossine batteriche
  sugli spermatozoi.
ASCESSI PROSTATICI:
Accumuli localizzati di materiale purulento
  all’interno del parenchima prostatico
CONDIZIONI PREDISPONENTI:
- Prostatiti
- Malattie uretrali
- Cistiti
- Alterazioni del flusso urinario
- Abbassamento della difesa immunitaria
- Iperplasia cistica della prostata
- Metaplasia squamosa
- cisti
Inizialmente abbiamo la formazione di piccoli
  ascessi      che,   se    non     trattati
  tempestivamente, si fondono a formare
  ascessi più grandi.

La prostata ingrossata comprime il colon e
  raramente anche l’uretra, provocandone
  l’ostruzione.

La rottura degli ascessi può portare alla
  setticemia, alla peritonite e al collasso
  cardiovascolare.
DIAGNOSI
Segnalamento: maschi interi vecchi, affetti da
  prostatite, iperplasia prostatica o cisti
  prostatiche
Anamnesi:
- Frequenti infezioni urinarie, ricorrenti e non
  sensibili al trattamento specifico.
- Comparsa di abbattimento, letargia,difficoltà
  a defecare o urinare, ematuria, vomito,
  disagio, dolore, poliuria, polidipsia, febbre,
  anoressia, diarrea, disidratazione.
RILIEVO ALL’ESAME CLINICO:
- Ghiandola aumentata di volume, dolente, asimmetrica e con
  aree fluttuanti.
- Può essere presente dolore addominale localizzato al tratto
  caudale, dolore lombare e rigidità degli arti pelvici
In presenza di infezioni gravi e setticemia:
- Abbattimento
- Febbre
- Anoressia
- Vomito
- Diarrea
- Disidratazione
- Tachicardia
- Mucose pallide o congeste
- Tempo di riempimento capillare aumentato
- Polso debole
ASPETTI RADIOGRAFICI/ECOGRAFICI/DI
                          LABORATORIO
All’esame Radiografico: prostatomegelia con margini indistinti
  e, talvolta, mineralizzazione.

All’esame ecografico: presenza di spazi iperecogeni
   intraparenchimali ripieni di fluido.
Gli esami ematochimici evidenziano:
- Leucocitosi neutrofila, alterazioni tossiche dei neutrofili e
   monocitosi.
- Aumento della fosfatasi alcalina
- Aumento della creatinina
- Iperglobulinemia
All’esame delle urine:
- Ematuria
- Piuria
- Batteriuria
- Presenza di neutrofili
DIAGNOSI DIFFERENZIALE:

-   Prostatite
-   Cisti prostatiche
-   Cisti paraprostatiche
-   Neoplasie prostatiche
-   Iperplasia prostatica
-   Masse rettali
-   Masse intrapelviche
TRATTAMENTO MEDICO
- Antibiotici ad ampio spettro
- Fluidoterapia

        TRATTAMENTO CHIRURGICO
- Quando le condizioni del paziente sono stabili
  drenare l’ascesso e castrare l’animale
- Prostatectomia parziale per drenare ascessi
  recidivanti.
METAPLASIA SQUAMOSA
• La metaplasia squamosa è un’alterazione, sia
  morfologica che fisiologica dell’epitelio ghiandolare,
  che generalmente insorge come componente di altre
  alterazioni prostatiche progressive.

• Le cellule ghiandolari, cubiche basse o colonnari alte,
  si modificano assumendo forma appiattita e
  disposizione a cerchi concentrici che circondano gli
  acini prostatici. Tali cellule metaplasiche non sono
  metabolicamente     attive    e   determinano     stasi
  secretoria

• Gli acini spesso contengono detriti eosinofilici e
  neutrofili
Eziopatogenesi

• Insorge a seguito all’esposizione della
  prostata agli estrogeni, endogeni o
  esogeni.
• Spesso è una complicanza del sertolioma
  estrogeno-secernente.
• Può avere origine iatrogena (trattamenti
  con estradiolo)
Sintomi clinici

• Può decorrere in forma asintomatica.
• Alopecia bilaterale, iperpigmentazione,
  ginecomastia e prepuzio pendulo.
• Risentimento sistemico generalmente
  assente o minimo se non insorgono
  infezioni acute.
Diagnosi

• Palpazione transrettale: aumento di
  volume della prostata, spesso
  asimmetrico, per presenza di cisti o
  ascessi.
• Esame citologico del liquido prostatico:
  emazie, cellule squamose e cellule
  infiammatorie
• Esame ecografico:
  parenchima
  disomogeneo con
  alternanza di aree
  plurifocali ipo-ed
  iperecogene
• La diagnosi
  definitiva è fornita
  dalla biopsia
Terapia

La terapia consiste nell’eliminare la
fonte di estrogeni, castrando l’animale o
sospendendo      il    trattamento     con
estrogeni, nei casi di origine iatrogena.
Neoplasia prostatica
Segnalamento
• Le neoplasie prostatiche sono rare.
• Non sembra esservi predisposizione di
  razza anche se la neoplasia è più
  frequente in cani di taglia media e
  grande.
• L’età media d’insorgenza è 10 anni
  (range: 6-15 anni)
Patogenesi
• La neoplasia prostatica più comune del
  cane è l’adenocarcinoma maligno, seguito
  dai carcinomi a cellule indifferenziate,
  dai leiomiosarcomi.
• Presenza di metastasi nel 70-80% dei
  casi (sedi più frequenti in ordine
  decrescente: l. iliaci, intestino, vescica
  urinaria, mesentere, retto, ossa)
• Sono state descritte anche neoplasie
  prostatiche di origine metastatica.
• L’adenocarcinoma prostatico è la
  patologia prostatica più comune del cane
  castrato.
• Tale neoplasia non risulta ormono-
  dipendente, o è influenzata da steroidi
  diversi da quelli testicolari.
• La castrazione non svolge alcuna azione
  profilattica sull’insorgenza della
  neoplasia prostatica.
• Le patologie prostatiche non sembrano
  predisporre all’evoluzione neoplastica.
Sintomi clinici
Sono correlati all’aumento delle dimensioni
  prostatiche che comprimono le strutture
  circostanti, e alle metastasi:
• Tenesmo persistente,
• costipazione, dischezia.
• Disuria, stranguria, ematuria.
• Perdita di peso.
• Debolezza treno posteriore, atassia.
• Dolore addominale
Diagnosi clinica:

• Anamnesi: simile ad altre patologie prostatiche;
  spesso, però, dimagrimento e difficoltà di
  deambulazione
• Palpazione digitale rettale: riscontri variabili.
  Possibile presenza di uno o più noduli di consistenza
  dura
• Esame ematochimico:
9 emocromo normale;
9 neutrofilia assoluta con forme immature e tossiche
  se c’è ascesso .
9 aumento significativo dell’ALP (70% dei casi),
  aumento del BUN e della creatinina se c’è
  ostruzione delle vie urinarie.
Diagnosi ecografica:
aree focali o
plurifocali ipo-o
iperecogenee
contorno della
prostata irregolare
e/o discontinuo
Diagnosi radiografica:
• Possibile riscontro di ipertrofia prostatica e
  di aree di mineralizzazione.
• L’adenocarcinoma può coinvolgere le strutture
  ossee adiacenti del bacino, del femore e delle
  vertebre lombari che presentano aree litiche
  metastatiche.
• La cistouretrografia con mezzo di contrasto
  può evidenziare stenosi o soluzioni di
  continuità dell’uretra prostatica, alterazioni
  della vescica e reflusso del mezzo di
  contrasto nel parenchima prostatico.
Diagnosi citologica

• Permette la diagnosi circa nell’80% dei
  casi di adenocarcinoma
• Le cellule neoplastiche epiteliali sono di
  forma poligonale, con grandi nuclei
  vescicolari e nucleoli evidenti.
Diagnosi istologica
1. Adenocarcinoma: l’epitelio
  adenocarcinomatoso si organizza in dotti
  o acini. Si descrivono tre morfologie:
• Alveolare-papillare
• Acinare
• A rosetta
2. Carcinoma scarsamente differenziato
Trattamento
Prostatectomia totale, intervento
  associato a varie complicazioni:
• Incontinenza urinaria
• Debolezza del treno posteriore per
  danni al nervo pudendo
• Stranguria, ematuria
• Edema degli arti inferiori
FINE
Puoi anche leggere