OSSERVATORIO NON FOOD - Estratto da - The Global Language of Business - Osservatori GS1 Italy
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The Global Language of Business Estratto da OSSERVATORIO NON FOOD 2020
Estratto da Osservatorio Non Food 2020 Questa pubblicazione ha lo scopo di condividere i risultati di un’indagine realizzata per valutare gli impatti del Covid-19 sul comparto del Non Food: un’introduzione di macro-micro economia ad opera dell’istituto Ref, seguita dai risultati di un’analisi sul consumatore realizzata da Metrica (by TradeLab) e a chiudere le previsioni 2020 sui consumi per canale condotta da TradeLab. Questo capitolo fa parte del rapporto Osservatorio Non Food che quest’anno, nell’edizione 2020, sarà disponibile da settembre 2020 e conterrà sempre sullo stesso tema un’ulteriore aggiornamen- to a fronte dei nuovi dati disponibili. L’Osservatorio Non Food di GS1 Italy ha l’obiettivo di analizzare e monitorare il ruolo della distribu- zione moderna nei principali comparti merceologici che costituiscono il settore non alimentare e nelle diverse componenti specializzate e despecializzate. Disponibile in questa pubblicazione anche l’Indice del rapporto. Buona lettura! Visita il sito osservatori.gs1it.org per rimanere sempre aggiornato sulle novità dell’Osservatorio Non Food. 2 OSSERVATORIO NON FOOD 2020
E se volessi conoscere cosa contiene in più l’edizione integrale dell’Osservatorio Non Food 2020 di GS1 Italy ecco l’indice completo: Premessa 1. Scenario macroeconomico generale 1.1 Scenario macroeconomico nazionale 2. Struttura distributiva italiana e dinamica dei consumi 2.1 Il commercio Non Food in Italia: struttura dell’offerta specializzata e non 2.2 Dinamiche dei consumi Non Food 2.3 Il peso della distribuzione moderna 3. Struttura dell’offerta e quote di mercato per forma distributiva e per comparto 3.1 Abbigliamento e calzature 3.2 Elettronica di consumo 3.3 Mobili e arredamento 3.4 Bricolage 3.5 Articoli per lo sport 3.6 Prodotti di profumeria 3.7 Casalinghi 3.8 Automedicazione 3.9 Edutainment 3.10 Prodotti di ottica 3.11 Tessile casa 3.12 Cancelleria 3.13 Giocattoli 4. Canali tradizionali e virtuali 4.1 La rete moderna Non Food per agglomerazioni 4.2 Factory outlet center 4.3 Centri commerciali 4.4 E-commerce e social network 2020 5. Tendenze emergenti e retail innovativo 6. Lo shock del Covid-19 6.1 Lo shock del Covid-19 e i consumi Non Food 6.2 L’impatto dello shock Covid sul consumatore Non Food: un’indagine sul campo 7. Appendice metodologica 3
LO SHOCK DEL COVID-19 6 4 OSSERVATORIO NON FOOD 2020 ESTRATTO DA OSSERVATORIO NON FOOD 2020 4
6.1 Lo shock del Covid-19 e i consumi Non Food L’economia mondiale e la crisi del Covid-19 Il 2020 è un anno segnato per l’economia mondia- del virus. Anche fra gli epidemiologi non vi è un con- le da uno shock di portata eccezionale: l’epidemia del senso sulle possibili traiettorie che caratterizzeranno Covid-19 ha difatti indotto i Governi di quasi tutti i paesi quest’autunno; vi è il rischio che ancora per diversi mesi ad adottare severe misure di restrizione dei comporta- possano esservi nuove fasi di esplosione del contagio menti allo scopo di contrastare il contagio. anche in paesi che hanno superato la prima ondata. Le misure di isolamento hanno limitato l’attività eco- L’accelerazione dei contagi in agosto è stata piuttosto nomica e si sono tradotte in una ampia contrazione dei marcata in alcuni paesi, fra cui Francia e Spagna. In po- livelli produttivi nelle settimane delle chiusure; la tem- sitivo, c’è da segnalare che, con il passare dei mesi, an- pistica della crisi ha quindi visto uno sfasamento tem- che dove si registrano aumenti del numero dei contagi, porale di alcune settimane nei diversi paesi, seguendo i decessi da Covid-19 risultano meno frequenti rispet- la graduale diffusione del virus nel pianeta. Partito in to al numero dei contagi di quanto non lo fossero nel- Cina, con il lockdown della città di Wuhan a febbraio, il le prime settimane dell’epidemia. Questa circostanza è Covid-19 è poi arrivato in Europa e, dopo alcune setti- riconducibile a diversi fattori, fra i quali evidentemente mane, negli Stati Uniti, continuando poi a espandersi in anche il fatto che vi sia una migliore capacità di rilevare diverse economie emergenti. i contagiati. Tuttavia, è anche vero che è migliorata la Il lockdown è servito, nei paesi che hanno adottato capacità di trattamento dei malati da parte dei servizi questa strategia, a interrompere la prima ondata dell’e- sanitari nei diversi paesi. Questo aspetto è importante, pidemia. Tuttavia, soprattutto i mesi di marzo-aprile considerando che il principale rischio per l’autunno è hanno comportato costi rilevanti in termini di sacrificio che vi possa essere una seconda ondata del virus, ta- di vite umane: l’Eurostat indica che nei paesi UE (a 24, le da richiedere un nuovo lockdown, che porterebbe i senza cioè il Regno Unito) fra marzo e maggio ci siano paesi interessati a subire una seconda recessione. Oc- stati 160mila decessi in più rispetto al numero medio re- corre quindi rafforzare le misure alternative di controllo gistrato nei quattro anni precedenti. dell’epidemia, attraverso la riorganizzazione dei luoghi Il lockdown ha portato a un rallentamento dell’e- di lavoro, il miglioramento della capacità di diagnosi, ol- pidemia, ma non ancora a una definitiva scomparsa tre che di isolamento e cura dei contagiati. GRAFICO 1 - COVID-19: NUMERO DI DECESSI REGISTRATI NELLE ECONOMIE AVANZATE 1000 800 600 400 200 0 Bel Spa Uk Ita Sve Usa Fra Olan Irl Can Sviz Port Ger Aut Aus Jpn Kor Fonte: Elaborazioni REF Ricerche su dati Worldometer 5
Lo sfasamento temporale fra i diversi paesi nella me Corea o Giappone, hanno saputo mettere in atto mi- diffusione dell’epidemia ha comportato che, a seconda sure di contrasto alla diffusione dei contagi, soprattutto delle aree, gli effetti sull’economia si siano in alcuni casi perché avevano maturato delle esperienze recenti con concentrati nel secondo trimestre dell’anno, mentre in l’epidemia della Sars nel 2003, e hanno subito inizial- altri l’impatto è stato avvertito in misura maggiore nel mente un impatto sull’economia meno marcato. primo. Nel complesso, le perdite di prodotto iniziali sono La prima economia colpita dal virus, quella cinese, state più ampie nell’area Euro che negli Stati Uniti, an- ha visto un crollo dell’attività economica nel primo tri- che perché il lockdown nel caso americano è stato me- mestre, e già nel secondo ha evidenziato un recupero no severo. D’altra parte, gli Stati Uniti hanno poi dovuto integrale delle perdite. Nella maggior parte delle eco- reintrodurre altre misure di restrizione parziale, per cui nomie avanzate gli effetti economici dell’epidemia han- è possibile che nel terzo trimestre recupereranno meno no interessato le ultime settimane del primo trimestre; dell’Eurozona, dove si stanno delineando le premesse in alcuni casi l’attività economica è crollata già a inizio per un rimbalzo relativamente pronunciato. Anche nel marzo, in altri verso la fine del mese; le misure più re- Regno Unito la caduta del Pil è stata molto accentuata. strittive sono state adottate prevalentemente in aprile, Fra i maggiori paesi dell’area Euro l’economia che ha e sono state gradualmente allentate a partire da mag- affrontato meglio il virus è stata quella tedesca. Il lock- gio. down in Germania è stato meno severo grazie alla mi- L’impatto del lockdown è dipeso quindi in prima gliore capacità di controllo dell’epidemia sul territorio, e battuta tanto dalla severità delle misure di restrizione questo ha comportato una contrazione del Pil meno ac- adottate da ciascun paese, quanto dalla durata del pe- centuata rispetto agli altri paesi. In Italia il crollo è stato riodo in cui queste hanno operato. La prima fase della molto accentuato: il Pil si è contratto del 5,4% nel primo crisi del Covid-19 ha avuto impatti differenziati sull’eco- trimestre, e di un altro 12,4% nel secondo. La recessio- nomia legati anche alla capacità di risposta dei sistemi ne italiana a inizio anno è stata comunque leggermente sanitari nazionali. Alcuni paesi, soprattutto asiatici, co- meno accentuata di quella francese o spagnola. GRAFICO 2 - PIL DELLE MAGGIORI ECONOMIE A CONFRONTO IV TRIM 2019 = 100 Cina Usa Area Euro Regno Unito Giappone 105 100 95 90 85 80 75 IV '19 I '20 II '20 Fonte: Elaborazioni REF Ricerche su dati Ocse 6 OSSERVATORIO NON FOOD 2020
GRAFICO 3 - PIL A CONFRONTO, PAESI DELL’AREA EURO IV TRIM 2019 = 100 Ger Fra Ita Spa 105 100 95 90 85 80 75 IV '19 I '20 II '20 Fonte: Elaborazioni REF Ricerche su dati Ocse 7
Lo shock per l’economia italiana La natura della crisi del Covid-19 è evidentemente nere in vita le imprese. L’obiettivo principale è stato molto diversa da quella delle altre crisi sperimentate nel quello di evitare che i problemi legati alla riduzione dei recente passato, e questo rende incerta la definizione fatturati mettessero le imprese in condizione di non ri- delle traiettorie che osserveremo nei prossimi mesi. spettare i propri impegni dal lato dei pagamenti gene- In prima battuta, la crisi riflette i mutamenti nei rando effetti a cascata su tutte le catene dei fornitori. comportamenti delle famiglie e delle imprese legati a Si è cercato quindi di sopperire alla mancanza di liqui- decisioni di tipo amministrativo, oppure a scelte pru- dità per le imprese attraverso misure di riduzione del denziali adottate autonomamente da queste per limi- costo del lavoro, con strumenti quali gli ammortizzato- tare i rischi di contagio. ri sociali, o interventi di sospensione dei pagamenti di Questi effetti condizionano l’economia sia perché ri- alcune imposte. Altre misure hanno cercato di miglio- ducono la domanda, sia perché frenano l’offerta. rare le condizioni di accesso al credito per le imprese; La minore domanda deriva nel periodo del lock- questo è avvenuto sia attraverso la politica monetaria, down da veri e propri impedimenti all’acquisto di un con le misure volte a fornire liquidità alle banche a tassi gran numero di prodotti (chi può spendere se non può d’interesse negativi, sia attraverso la politica di bilan- uscire di casa?) che però possono protrarsi in forma cio, attraverso le garanzie statali ai prestiti, che hanno più blanda anche quando vengono meno i divieti; è ad ridotto il rischio per le banche di andare incontro a una esempio il caso della minore predisposizione delle fa- nuova fase di aumento delle sofferenze. Il risultato è miglie a frequentare luoghi affollati, come cinema, mez- stato che la domanda di prestiti da parte delle imprese zi di trasporto etc. è aumentata con l’arrivo della crisi, ed è stata soddisfat- Anche i vincoli dal lato dell’offerta nel corso del ta dal settore bancario. La survey di luglio sul credito lockdown sono prevalentemente legati a veri divieti a bancario condotta dalla Bce rilevava, con riferimento effettuare alcune attività, ma le difficoltà possono an- alla componente italiana, un aumento della domanda che protrarsi nel periodo successivo, data, ad esempio, di credito finalizzata al finanziamento del capitale cir- la necessità di adottare nuove modalità di organizza- colante a fronte di una riduzione di quella destinata al zione del lavoro. Si pensi, ad esempio, ai cambiamenti finanziamento degli investimenti. D’altra parte, la mag- legati alla strutturazione dell’attività in smartworking, o giore domanda di credito da parte delle imprese si è ai vincoli agli affollamenti dei locali nel caso dei servi- accostata a una riduzione da parte delle famiglie, co- zi di ristorazione, o alla riorganizzazione dei servizi di erente con la contrazione dei consumi, e in particolare trasporto pubblico per limitare l’affollamento dei mezzi degli acquisti di beni durevoli. pubblici. Allo stesso modo, un ruolo importante è gio- Le politiche fiscali hanno cercato di limitare, nei li- cato dai problemi nella gestione dell’approvvigiona- miti del possibile, il distacco fra l’azienda e il lavorato- mento di semilavorati e intermedi per imprese che ope- re introducendo incentivi agli schemi di lavoro a orario rano all’interno di catene del valore molto disintegrate ridotto (come nel caso della Cig in Italia). Alle risorse verticalmente; in alcuni casi, la necessità di prodotti in- stanziate si è aggiunto anche il blocco dei licenziamen- termedi provenienti da paesi in lockdown può addirittu- ti per motivi economici. Non a caso, la reazione d’im- ra impedire temporaneamente la produzione. patto del mercato del lavoro alla crisi ha visto in Italia Quelli che emergono nel corso del lockdown e nelle soprattutto una contrazione del numero di occupati settimane successive sono però soltanto gli effetti d’im- con contratto a tempo determinato e degli autonomi. patto della crisi del Covid-19. Questi effetti a loro volta Si è invece osservata una sostanziale tenuta del numero possono innescare una serie di conseguenze di second dei dipendenti a tempo indeterminato, con una leggera round, legate al deterioramento del potenziale produt- riduzione, riconducibile più alla caduta delle nuove as- tivo dell’economia. Si tratta soprattutto degli effetti dei sunzioni che a una accelerazione delle uscite. In queste fallimenti d’impresa che possono derivare dal fatto che condizioni, la riduzione del numero di occupati rispetto la riduzione dei ricavi nel periodo del lockdown può in- ai dati pre-crisi è risultata di “solo” 600mila teste sino al nescare a sua volta una serie di mancati pagamenti alle mese di giugno; una riduzione cospicua, ma tutto som- imprese a monte della filiera, mettendo in crisi di liquidi- mato limitata, meno del 3%, se rapportata al crollo del tà alcuni fornitori al punto da farli ricadere in una condi- Pil cumulato nei primi due trimestri dell’anno. zione di insolvenza. Inoltre, vi sono gli effetti legati all’in- Le statistiche sul numero di occupati d’altra parte terruzione dei rapporti di lavoro, e all’espulsione di una poco ci dicono riguardo all’effettivo andamento della parte della forza lavoro dai circuiti produttivi. In queste domanda di lavoro in questo periodo. Questo perché, condizioni, l’economia può distruggere i propri fattori di a parità di numero di persone classificate come occu- produzione – stock di capitale e lavoro – al punto da non pate, possiamo avere un minore numero di ore lavorate renderli disponibili nella fase di successiva ripresa. per occupato, ad esempio perché i lavoratori hanno ri- Allo scopo di limitare questo secondo tipo di effetti, dotto gli straordinari, hanno smaltito ferie arretrate, o le politiche economiche in tutti i paesi hanno messo in anche perché sono stati posti in Cassa integrazione. In campo una reazione poderosa alla crisi. particolare, si stima che nel secondo trimestre dell’anno Innanzitutto, le politiche hanno cercato di mante- le ore di Cig utilizzate rapportate a un orario di lavoro 8 OSSERVATORIO NON FOOD 2020
standard siano stata pari a ben un milione e 500mila contrario, il rischio è quello di procrastinare il divieto dei persone, quasi il triplo della riduzione del numero di licenziamenti sino a determinare un crollo dell’occupa- occupati registrati nelle statistiche ufficiali. Si tratta di zione quando questo viene ritirato. un valore elevatissimo; per confronto basti considerare D’altra parte, è anche da considerare che con il pas- che nella recessione del 2009 nel momento peggiore sare dei mesi lo stesso divieto dei licenziamenti può gli equivalenti occupati in Cig sfioravano le 400mila avere effetti avversi sull’occupazione, scoraggiando le persone. Naturalmente, interventi di questo genere se imprese che invece stanno andando bene dall’effettua- diretti a una platea così ampia hanno costi rilevanti per re nuove assunzioni a tempo indeterminato. le casse dello Stato. Se protratti per un lasso tempora- La politica di bilancio fortemente espansiva adotta- le troppo esteso non sono quindi sostenibili. L’obiettivo ta dal Governo ha naturalmente effetti rilevanti sul livel- della politica economica adottata è stato di fatto quello lo del deficit pubblico, che potrebbe registrare in Italia di evitare un avvitamento della crisi, sostenendo i red- un incremento sino a superare il 10% del Pil quest’anno. diti delle famiglie con questi strumenti, e auspicando un Un aumento straordinario, che mette in luce la pecu- recupero dei livelli produttivi, in modo da potere ritirare liarità dell’approccio di politica economica adottato in queste misure straordinarie in una fase in cui la produ- questa crisi rispetto alla reazione molto meno decisa zione ha recuperato almeno in parte, posizionandosi che aveva invece caratterizzato le politiche successive su livelli non troppo distanti dai valori pre-crisi. In caso al 2008. GRAFICO 4 - OCCUPATI MIGLIAIA 23600 23400 23200 23000 22800 22600 22400 22200 19 feb mar apr mag giu lug ago set ott nov dic 20 feb mar apr mag giu Fonte: Elaborazioni REF Ricerche su dati Istat GRAFICO 5 - OCCUPATI VARIAZIONI ASSOLUTE IN MIGLIAIA RISPETTO A DICEMBRE 2019 200 Indipendenti A termine Permanenti 100 13 22 44 79 14 0 -17 -39 -99 -37 -68 -227 -100 -360 -200 -23 -439 -432 -300 -400 -86 -500 -85 -78 -600 20 feb mar apr mag giu Fonte: Elaborazioni REF Ricerche su dati Istat 9
L’impatto sui redditi delle famiglie attenuato dalla politica fiscale La politica fiscale è in grado di limitare i danni indot- ta ha quindi limitato la contrazione dei redditi delle ti dalla crisi ai bilanci familiari solo in maniera parziale e famiglie e non a caso la caduta dei consumi del 2020 per un lasso temporale circoscritto. Un deficit pubbli- deriva soprattutto da un incremento significativo del co così elevato non è difatti sostenibile a lungo. Anche tasso di risparmio. le stesse misure adottate quest’anno non hanno avuto Il quesito che si pone è relativo alla probabilità che effetti avversi sui tassi d’interesse italiani solo grazie i comportamenti di consumo si normalizzino in tempi ai contestuali interventi della Bce, che sta acquistan- rapidi nei prossimi trimestri. In particolare, se il 2020 è do titoli di Stato dei paesi europei in misura rilevante. stato un anno caratterizzato da una esplosione del de- Non a caso le misure di politica fiscale messe in cam- ficit pubblico, grazie anche alla sospensione dei vincoli po dal Governo hanno effetti concentrati soprattutto del Patto di Stabilità europeo, il 2021-22 dovrà vedere sul 2020. Le misure estese al 2021-22 sono di entità l’avvio di un percorso di rientro. Questo potrà avere modesta, ad eccezione dell’intervento che abolisce la effetti depressivi sulla domanda interna se non verrà “clausola di salvaguardia” (circa 20 miliardi sul 2021) compensato da una riduzione del tasso di risparmio che prevedeva un aumento significativo delle aliquote delle famiglie dopo l’impennata di quest’anno. dell’Iva, e che probabilmente, se introdotto il prossimo È chiaro quindi che le sorti della ripresa dell’eco- anno, avrebbe avuto un ulteriore effetto depressivo sui nomia italiana dipenderanno dalla tenuta dei consumi consumi delle famiglie. soprattutto nel periodo di uscita dalla crisi, quando le Il tentativo della politica fiscale è sostanzialmente misure della politica di bilancio dovranno iniziare ad es- quello di cercare di compensare per quest’anno, attra- sere ritirate. verso minori imposte e aumenti di trasferimenti alle fa- Il vero quesito che si apre è se la normalizzazio- miglie, una buona parte delle perdite che la crisi com- ne del quadro sanitario si accompagnerà a una ritorno porta per i consumatori, in modo da favorire il recupero del tasso di risparmio delle famiglie sui livelli pre-crisi, della domanda una volta normalizzatasi la situazione oppure se la nuova recessione innescata dal Covid-19 sanitaria. Ne discende che nelle settimane del lock- avrà lasciato segni indelebili nelle aspettative delle down mentre il saggio di risparmio del settore privato famiglie, inducendole a mantenere comportamenti di aumentava, quello del settore pubblico si riduceva in spesa prudenziali per un periodo lungo. maniera simmetrica. La politica fiscale in prima battu- GRAFICO 6 - POTERE D’AQUISTO E CONSUMI DELLE FAMIGLIE NEL LOCKDOWN I TRIM 2019 = 100 - STIME REF RICERCHE PER IL SECONDO TRIMESTRE Potere d'acquisto Consumi reali 120 100 80 I '19 II III IV I '20 II Fonte: Elaborazioni REF Ricerche su dati Istat 10 OSSERVATORIO NON FOOD 2020
GRAFICO 7 - PROPENSIONE AL RISPARMIO DELLE FAMIGLIE STIME REF RICERCHE PER IL SECONDO TRIMESTRE 20 8,0 8,6 8,3 7,9 12,5 17,5 15 10 5 0 I '19 II III IV I '20 II Fonte: Elaborazioni REF Ricerche su dati Istat A tal proposito, è sufficiente ricordare che negli ul- presentato dalla percentuale di famiglie che dichiarano timi dieci anni, prima che arrivasse la crisi del Covid-19, di trovarsi in difficoltà nell’affrontare una spesa impre- la situazione economica delle famiglie italiane era già vista (per un ammontare posto convenzionalmente a molto peggiorata. Nel 2019 il reddito delle famiglie 700 euro ai prezzi del 2018); secondo le indagini con- espresso a prezzi costanti risultava ancora inferiore di dotte dall’Istat intorno alla metà degli anni duemila, pri- oltre il 5% rispetto ai massimi del 2007, ovvero ben 65 ma che arrivasse la crisi del 2008, poco più di un quar- miliardi in meno. to delle famiglie italiane si ritrovava in tale condizione, Le famiglie italiane avevano quindi con buone pro- mentre negli ultimi anni la quota ha oscillato intorno al babilità già interiorizzato scarse prospettive di crescita 40%, con punte intorno al 50% nelle regioni del Mezzo- del loro reddito. Con l’arrivo della nuova recessione non giorno. Anche altre misure di disagio economico, come si può quindi escludere che i consumatori possano ini- la percentuale delle famiglie in condizioni di povertà ziare a mettere in atto comportamenti di tipo pruden- evidenziano il peggioramento avvenuto nel corso degli ziale, ispirati da attese di bassa crescita dei loro redditi. ultimi quindici anni. Peraltro, le difficoltà economiche emerse dalla metà Proprio l’allargamento dell’area del disagio econo- degli anni duemila a livello aggregato avevano portato mico spiega l’enfasi posta dalle politiche sul tema del anche ad acuire i problemi di molte famiglie, allargan- sostegno al reddito dei lavoratori colpiti dalla pande- do l’area delle persone in condizioni di disagio. Questo mia. In ogni caso, va considerato che, pur essendo stato comporta che molte persone sono state colpite dalla adottato un ampio spettro di strumenti, che hanno al- crisi del Covid-19 quando la loro situazione economica largato la platea dei tradizionali beneficiari della Cig, vi era già precaria. è una quota di famiglie (ad esempio i lavoratori irrego- In particolare, nuclei familiari in condizioni econo- lari che operano nel sommerso) che tendono in queste miche e finanziarie fragili possono ritrovarsi privi di ri- situazioni a essere meno tutelate, e ad andare più facil- sorse per affrontare eventi avversi, come l’interruzione mente incontro a vincoli di liquidità tali da non riuscire a improvvisa di un rapporto di lavoro. soddisfare neanche i bisogni essenziali. Su questo punto, un indicatore interessante è rap- 11
GRAFICO 8 - FAMIGLIE CHE NON RIESCONO A FARE FRONTE A SPESE IMPREVISTE IN % DEL TOTALE ANDAMENTO STORICO DISTRIBUZIONE TERRITORIALE, 2019 50 Nord-Ovest 30,7 Nord-Est 30,8 40 Centro 26,2 30 Sud 47,7 Isole 58,9 20 0 10 20 30 40 50 60 2004 2008 2012 2016 Fonte: Elaborazioni REF Ricerche su dati Istat GRAFICO 9 - INCIDENZA DI POVERTÀ ASSOLUTA FAMILIARE (% DI FAMIGLIE IN POVERTA ASSOLUTA) ANDAMENTO STORICO DISTRIBUZIONE TERRITORIALE, 2019 8 Nord-Ovest 5,8 7 Nord-Est 6,0 6 Centro 4,5 5 Sud 8,5 4 Isole 8,7 3 0 2 4 6 8 10 2005 2010 2015 Fonte: Elaborazioni REF Ricerche su dati Istat 12 OSSERVATORIO NON FOOD 2020
Il mood delle famiglie italiane nella crisi del Covid-19 Le evidenze presentate mostrano che le famiglie ita- zionato in maniera sostanziale i comportamenti di quasi liane sono state colpite dalla crisi del Covid-19 quando tutti i nuclei familiari. erano state già indebolite da oltre un decennio di man- Una chiave di lettura è che nel complesso i primi cata crescita dei loro redditi. Lo shock indotto dall’epi- mesi della crisi del Covid-19 abbiano avuto un impat- demia si è quindi innestato su un contesto caratteriz- to limitato sulle condizioni economiche delle famiglie. zato da una situazione di diffusa fragilità. Un primo set La ragione principale è che la congiuntura economica di indicatori utile per seguire la reazione delle famiglie condiziona i bilanci delle famiglie soprattutto attraver- rispetto allo shock del Covid-19 è rappresentato dall’an- so i cambiamenti nelle variabili del mercato del lavoro. damento degli indici del clima di fiducia delle famiglie. Come abbiamo visto, le politiche sono riuscite, almeno Oltre a misurare la percezione che le famiglie hanno in prima battuta, a limitare le conseguenze della crisi avuto della crisi, le indagini congiunturali hanno il pre- sull’occupazione, e questo ha certamente contribuito gio di un aggiornamento più tempestivo, e consento- a limitare la sensazione di precarietà delle prospettive. no quindi di allungare l’orizzonte temporale dell’analisi; A conferma di ciò, nel corso della crisi è emersa una una caratteristica particolarmente importante nella fase divaricazione fra le valutazioni da parte delle famiglie attuale, che si è caratterizzata per profonde disconti- italiane riguardo all’andamento del quadro economico nuità tanto nei mesi delle chiusure, quanto, in direzione generale, considerato in grave deterioramento, e quel- opposta, nella successiva fase di uscita dal lockdown. le relative alla condizione economica personale, nella In generale, è evidente come da marzo il mood del- maggior parte dei casi ritenuta stabile. Finché il vissuto le famiglie si sia deteriorato drasticamente, un risultato personale dei consumatori non percepisce il pericolo di scontato nel corso del lockdown, e che ha accomunato un danno diretto, si può auspicare che i livelli della do- l’Italia alle altre maggiori economie. manda tenderanno a normalizzarsi, pur in un contesto Rispetto all’intensità dello shock, va però segnalato economico generale visto come molto rischioso. A que- che la fiducia delle famiglie è rimasta su livelli sempre sto proposito, si deve segnalare come anche le inten- superiori ai minimi toccati nel 2012-13, e anche in que- zioni di spesa delle famiglie per l’acquisto di durevoli, sto l’Italia condivide un andamento che ha caratteriz- in genere la componente più volatile della loro spesa, zato anche gli altri paesi. Naturalmente, questo aspetto abbiano sostanzialmente tenuto negli ultimi mesi. è significativo, considerando che il lockdown ha condi- GRAFICO 10 - CLIMA DI FIDUCIA DEI CONSUMATORI GIUDIZI SULLA SITUAZIONE ECONOMICA DELL’ITALIA 0 -30 -60 -90 -120 -150 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020 Fonte: Elaborazioni REF Ricerche su dati Istat 13
GRAFICO 11 - CLIMA DI FIDUCIA DEI CONSUMATORI GIUDIZI SULLA SITUAZIONE ECONOMICA DELLA FAMIGLIA -10 -20 -30 -40 -50 -60 -70 -80 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020 Fonte: Elaborazioni REF Ricerche su dati Istat 14 OSSERVATORIO NON FOOD 2020
I consumi nel lockdown… Passando ad analizzare i comportamenti di spesa, sostanzialmente stabile durante il lockdown, rappre- un primo aspetto da considerare è che vi sono voci del- sentata dalle spese per l’abitazione (anche per via della la domanda che per loro natura tendono a non modifi- presenza in questa voce dei fitti figurativi, imputati co- carsi molto in una crisi come quella attuale, mentre altre me spesa sostenuta dai proprietari delle case di resi- hanno subito uno shock forte. Questo vuol dire che la denza, che pesano per ben il 15% sul totale dei consumi crisi ha avuto nel breve impatti molto differenziati a delle famiglie). Quindi gli affitti, le spese per le utenze seconda delle filiere. domestiche, e altre voci legate all’abitazione che non Soffermandosi sugli effetti prevalenti nel periodo hanno risentito del lockdown e, in alcuni casi, hanno più intenso della crisi, dominata dalle conseguenze registrato aumenti legati alla maggiore presenza dei delle restrizioni alla mobilità e ai contatti personali, si membri della famiglia in casa; a livello aneddotico, si può declinare l’impatto del lockdown sui consumi, indi- consideri ad esempio che le vernici per imbiancare gli viduando grosso modo tre categorie. interni delle abitazioni sono fra i prodotti con la doman- Vi sono innanzitutto voci dei consumi che sono sta- da in crescita nel periodo del lockdown. te caratterizzate da una fase di crescita anche nel cor- Nel complesso, quindi, quasi la metà dei consumi so del lockdown. Difatti, vi è poco meno di un quarto presenta livelli invariati o crescenti della spesa. della spesa che ha evidenziato una fase positiva: una D’altra parte, la restante metà della spesa presenta parte dei prodotti sanitari acquistati dalle famiglie in contrazioni in molti casi di entità eccezionale. Per in- risposta alla crisi sanitaria (mascherine, disinfettanti, teri settori il lockdown porta quasi ad azzerare la do- farmaceutica specifica) insieme a altri prodotti legati manda. In questo gruppo rientrano alcuni servizi, come anche all’aumento dell’attenzione verso la cura della tutti gli spettacoli, le manifestazioni sportive, e i servizi persona e della casa (prodotti per l’igiene); l’alimenta- di trasporto aereo e ferroviario, oltre agli alberghi e ai re, in parte anche a seguito dello stoccaggio di prodotti servizi di ristorazione. Fra i beni vi è quasi tutto il non nei primi giorni del lockdown, e in parte per la sostitu- alimentare con l’eccezione della farmaceutica e dell’in- zione della spesa prima soddisfatta dalla ristorazione; formatica. Un vero e proprio crollo caratterizza gli ac- le comunicazioni, dato il boom dei collegamenti a inter- quisti di durevoli, come arredo e auto. La domanda ha net con l’avvio dello smartworking e delle lezioni scola- subito quasi un azzeramento nell’abbigliamento. Il bloc- stiche online. co alla mobilità ha fatto inoltre crollare gli acquisti di Vi è poi una quota della domanda che è rimasta benzina. …e la ripresa delle settimane successive Tutti questi comparti registrano in marzo e aprile mentare evidenziano una relativa esuberanza duran- contrazioni delle vendite molto ampie. Gli impatti dif- te la crisi; si nota innanzitutto un incremento marcato ferenziati del lockdown nelle diverse filiere vanno letti sin da febbraio (che rispetto al 2019 aveva comunque però anche alla luce della capacità di recupero osser- un giorno in più), interpretabile soprattutto alla luce vata nel corso della fase di uscita. In alcuni casi la ripre- dei fenomeni di stoccaggio attuati negli ultimi giorni sa è difatti molto lenta, mentre in altri il recupero risulta del mese da parte dei consumatori, nel timore di anda- più vivace. re incontro a una fase di scarsità di prodotti. In realtà, I consumi che hanno tardato a riprendersi sono la filiera alimentare, pur dovendo affrontare numerose quelli per i quali le abitudini dei consumatori sono rima- difficoltà nelle settimane più intense delle chiusure (si ste prudenti: si pensi agli spettacoli, a diverse attività pensi ai problemi di reperimento della manodopera nel legate al turismo, la cui ripresa è stata solo parziale. Si settore agricolo per gli stagionali provenienti dall’este- registrano anche serie difficoltà per quei comparti della ro), ha retto abbastanza bene all’impatto e non vi sono ristorazione dei grandi centri urbani molto legati all’at- mai stati problemi reali nelle forniture. tività negli uffici, e che risentono ancora del fatto che Gli acquisti di prodotti alimentari sono comunque molti impiegati hanno proseguito l’attività in smartwor- rimasti su livelli elevati anche dopo la prima ondata king. dell’accumulo. Questo comportamento è riconducibile Informazioni relative all’andamento dei consumi di al fatto che è crollata la domanda per i pasti fuori casa. prodotti possono essere ottenute dai dati Istat sull’an- Le conseguenze delle chiusure per il non alimen- damento delle vendite al dettaglio. tare sono state di entità clamorosa, ma il recupero di Come ricordato, vi è una differenza sostanziale fra maggio-giugno è stato piuttosto pronunciato. A mar- l’evoluzione della spesa nel comparto alimentare e il zo le vendite del Non Food registrano un calo anno su non alimentare. I dati sulle vendite nel caso dell’ali- anno di quasi il 40%, che arriva a superare il 50 ad apri- 15
le. Gli obblighi di separazione hanno quindi determina- progressivamente nei mesi di giugno e luglio. to una caduta della spesa senza precedenti, anche se Alla luce di questi indicatori, si osserva come i dati già in maggio la contrazione si è attenuata. Le vendite di marzo-aprile, e in parte anche quelli di maggio, mo- si portano difatti a -20% anno su anno, risultato che va strino un collasso dei consumi decisamente superiore letto anche alla luce del fatto che i primi giorni del mese a tutti i precedenti storici del dopoguerra; per questo avevano visto un ritorno molto graduale verso la nor- motivo un miglioramento nei mesi successivi rappre- malità. Da questo punto di vista, fa ben sperare il risul- senta un fatto del tutto fisiologico. In buona misura tato del mese di giugno, che vede il valore delle vendite questa prima fase della recessione è stata molto lega- non alimentari avvicinarsi a quello dello scorso anno ta ai provvedimenti di restrizione adottati in risposta (-4.4% la variazione anno si anno). A titolo di confron- all’evoluzione dell’epidemia. Questo lascia sperare che to può essere interessante considerare anche le vendite anche in prospettiva il quadro possa normalizzarsi, con di autoveicoli. I dati sulle immatricolazioni nel corso del ulteriori recuperi dei livelli della domanda, anche se evi- lockdown evidenziano quasi un azzeramento delle con- dentemente lascia aperti molti margini di incertezza, segne ai clienti, e ancora a maggio la variazione anno su soprattutto legati all’eventualità di una seconda ondata anno si posizionava al -50%. La caduta si attenua quindi del virus nella parte finale dell’anno. GRAFICO 12 - VENDITE AL DETTAGLIO, PRODOTTI ALIMENTARI DATI IN VALORE, VAR % A/A 10 2,1 8,8 4,8 5,1 3,5 0,5 8 6 4 2 0 gen-20 febbraio marzo aprile maggio giugno Fonte: Elaborazioni REF Ricerche su dati Istat GRAFICO 13 - VENDITE AL DETTAGLIO, PRODOTTI NON ALIMENTARI DATI IN VALORE, VAR % A/A 10 1,0 3,9 -37,9 -52,2 -21,0 -4,4 0 -10 -20 -30 -40 -50 -60 gen-20 febbraio marzo aprile maggio giugno Fonte: Elaborazioni REF Ricerche su dati Istat 16 OSSERVATORIO NON FOOD 2020
GRAFICO 14 - IMMATRICOLAZIONI DI AUTO DATI IN VALORE, VAR % A/A 0 -20 -40 -60 -80 -100 -5,7 -8,6 -85,4 -97,5 -49,6 -23,1 -11,0 gen-20 febbraio marzo aprile maggio giugno luglio Fonte: Elaborazioni REF Ricerche su dati Istat 17
I consumi Non Food Entrando nel dettaglio delle diverse voci del non strano cadute in un range compreso fra il 30 e il 50%, alimentare, si osserva come le differenze nei compor- con recuperi piuttosto marcati, che a giugno han- tamenti di acquisto siano state piuttosto marcate, tan- no ricondotto la domanda su livelli prossimi a quelli to riguardo all’entità della caduta durante il lockdown, dell’anno precedente. quanto rispetto al recupero nelle settimane successive. Infine, vi sono due settori che hanno risentito me- Dal punto di vista della contrazione durante il perio- no del lockdown. do del lockdown, vi è un gruppo di cinque settori mer- Nel comparto dell’informatica marzo e aprile mo- ceologici che hanno registrato quasi un azzeramento strano contrazioni legate però per lo più al fatto che il delle vendite in aprile: si tratta dell’abbigliamento, boom della domanda ha portato a esaurire rapidamen- delle calzature, dell’arredamento e dei due settori te le scorte; di fatto le famiglie non sono riuscite ad degli articoli ricreativi (foto-ottica, giochi e articoli acquistare i prodotti desiderati (anche per le esigenze sportivi etc.). In questo caso sembra prevalere l’effetto legate alle lezioni scolastiche online) dato che l’aumen- meccanico delle chiusure, che ha praticamente impe- to degli acquisti da parte delle imprese ha mandato la dito le vendite. In alcuni casi (abbigliamento, scarpe) si filiera in saturazione. La farmaceutica ha invece tenuto tratta di prodotti che presentano una forte stagionalità, nel lockdown, evidenziando delle contrazioni in maggio per cui di fatto è andata persa un’intera stagione sen- giugno; in questo ambito probabilmente si è verifica- za la possibilità di riproporre nei mesi immediatamente ta una sostituzione fra i prodotti legati alla prevenzio- successivi i prodotti non venduti nel corso del periodo ne dell’epidemia o alcuni farmaci ad essa legati, e altri primaverile. Si deve notare inoltre che per l’abbiglia- prodotti. I dati dell’Istat tracciano quindi un quadro di mento e il calzaturiero il recupero è stato solo parziale: normalizzazione progressiva, ma incompleta, dei com- difatti, nonostante un deciso miglioramento rispetto a portamenti di spesa una volta terminato il lockdown. marzo-aprile, le vendite di giugno erano ancora del 12% Inoltre, va considerato che all’interno dei diversi com- inferiori a un anno prima. Diversamente, negli altre tre parti vi sono prodotti che in questa fase stanno eviden- comparti il recupero è stato completo, con livelli del- ziando accelerazioni trainate da incentivi fiscali ad hoc; le vendite che per giochi e arredamento risultavano in si pensi ai prodotti legati alla mobilità (biciclette, mono- crescita anno su anno a giugno. Si tratta di primi au- pattini elettrici, auto) o alcuni ecoincentivi (ad esempio menti, che segnano un tentativo di “recuperare” parte per i condizionatori nelle abitazioni) che potrebbero delle spese non effettuate in precedenza. quindi venire seguite da nuove riduzioni al termine de- Per quasi tutti gli altri settori nel lockdown si regi- gli incentivi. TAVOLA 1 - VALORE DELLE VENDITE AL DETTAGLIO: LA CADUTA NEL LOCKDOWN VAR % A/A GEN FEB MAR APR MAG GIU Totale 1,5 6,1 -18,9 -26,7 -10,5 -2,2 Alimentare 2,1 8,8 4,8 5,1 3,5 0,5 Non Alimentare 1,0 3,9 -37,9 -52,2 -21,0 -4,4 - farmaci ed altri prodotti terapeutici -1,8 4,5 -3,9 -3,8 -14,3 -9,1 - abbigliamento e pellicce 0,9 2,9 -61,3 -83,5 -39,9 -12,3 - calzature, articoli in pelle e da viaggio 1,9 2,7 -60,2 -89,4 -35,1 -12,8 - mobili ed articoli tessili e di arredamento per la casa 2,0 3,5 -51,8 -85,5 -27,7 10,4 - elettrodomestici, radio, televisori e registratori 1,3 5,3 -40,5 -45,5 -13,3 -2,3 - dotazioni per l’informatica, la telefonia e le telecomunicazioni 2,1 5,5 -15,9 -17,4 11,3 15,1 - foto-ottica, pellicole, cd, audio-video e strumenti musicali 1,8 4,1 -55,1 -73,9 -37,5 -3,5 - generi casalinghi durevoli e non durevoli 0,5 7,8 -18,8 -28,6 -4,9 -0,1 - utensileria per la casa e ferramenta 2,0 6,6 -37,2 -40,6 6,1 5,4 - prodotti di profumeria e per la cura della persona 3,3 4,9 -34,7 -35,5 -11,5 -6,9 - prodotti di cartoleria, libri, giornali e riviste -0,8 1,1 -41,9 -47,5 -21,7 -7,8 - giochi, giocattoli, articoli per lo sport ed il campeggio 1,8 2,3 -56,1 -83,3 -15,6 8,1 - altri prodotti non precedentemente classificati 1,1 2,7 -34,2 -43,8 -24,5 -8,2 Fonte: elaborazioni REF Ricerche su dati Istat 18 OSSERVATORIO NON FOOD 2020
Il boom delle vendite online Oscillazioni così ampie come quelle descritte riflet- L’epidemia ha quindi fornito un impulso a realizzare in tono comportamenti di spesa del tutto anomali, ed è tempi brevi un cambiamento che probabilmente si sa- normale che possano essere associate anche a variazio- rebbe comunque verificato in maniera più graduale nei ni nei formati distributivi. In alcuni casi può trattarsi di prossimi anni. Naturalmente, si tratta di un mutamen- comportamenti di breve periodo, destinati a esaurirsi to della struttura produttiva rilevante e non esente da una volta terminata l’epidemia. In altri è possibile che costi, come in tutte le fasi di adattamento a un nuovo le tendenze dei mesi scorsi rappresentino un cambia- regime. D’altra parte, l’economia italiana prima dell’e- mento nei comportamenti destinato a protrarsi anche pidemia era in una situazione di relativa arretratezza una volta superata la crisi del Covid-19. Fra questi cer- rispetto agli altri paesi nell’utilizzo delle nuove tecno- tamente risalta il forte aumento delle consegne online. logie. È quindi possibile che la crisi del Covid-19 abbia Le vendite online erano su un trend crescente già da rappresentato uno stimolo a ridimensionare il nostro di- alcuni anni, replicando in Italia le tendenze osservate vario; se questo cambiamento forzato avrà stimolato le in altri paesi. Nel secondo trimestre l’aumento anno su imprese a compiere un salto tecnologico, nei prossimi anno ha superato il 40%, ma sarebbe stato certamente anni ne potrebbero derivare effetti positivi sulla produt- anche maggiore se la distribuzione online non avesse tività e sul tasso di crescita dell’economia. raggiunto di fatto la saturazione della propria capacità. GRAFICO 15 - VENDITE AL DETTAGLIO, COMMERCIO ELETTRONICO DATI IN VALORE, VAR % A/A 50 5,0 7,0 6,2 6,5 12,9 12,8 21,1 12,3 9,2 13,9 10,2 13,7 13,6 13,9 23,4 19,7 17,2 43,9 40 30 20 10 0 16 II III IV 17 II III IV 18 II III IV 19 II III IV 20 II Fonte: Elaborazioni REF Ricerche su dati Istat 19
L’impatto sulle imprese del crollo delle vendite Un aspetto di rilievo è che il lockdown ha operato degli ammortizzatori sociali, la capacità di gestire le va- generando una contrazione anomala dei fatturati este- riazioni dei magazzini di prodotti finiti, e una struttura sa a diversi settori con una intensità che ha riflesso le finanziaria in grado di reggere a variazioni significati- esigenze di separazione fisica, tanto nel processo di ve degli incassi. Naturalmente, anche per questi settori produzione che nella fase del consumo, oltre che sul- contrazioni dell’ordine dell’80% non sono sostenibili se la base del fatto che si trattasse o meno di prodotti di si protraggono più di qualche settimana; d’altra parte, prima necessità, per i quali dunque la fornitura andava comparti che in genere presentano una domanda più garantita. stabile possono non disporre neanche degli strumenti La contrazione dei fatturati è stata quindi molto per governare l’instabilità ciclica, e quindi possono ri- marcata anche in comparti che normalmente non pre- sentire in misura maggiore di una contrazione ampia sentano oscillazioni particolarmente pronunciate della delle vendite, andando incontro facilmente a problemi domanda, anche nelle fasi di recessione. di liquidità, con conseguenze per i pagamenti per tutte Difatti, nelle fasi cicliche normali le fluttuazioni dei le imprese a monte delle rispettive filiere. consumi tendono a essere ampie soprattutto per i beni Questo tipo di difficoltà è poi acuito nel caso delle durevoli, come ad esempio l’auto o l’arredamento. Altri imprese di piccola dimensione, che in genere hanno an- prodotti, invece, evidenziano normalmente oscillazioni che una struttura finanziaria più fragile; non è un caso meno accentuate. che si tema che siano proprio le Pmi a risultare più vul- Questo aspetto rileva anche ai fini della capacità nerabili in questa fase. Il rischio è che alcune imprese, delle imprese di gestire le oscillazioni dell’attività pro- non riuscendo a reggere l’urto della crisi, vadano incon- duttiva: vi sono settori dove la filiera è organizzata per tro al default prima che i livelli della domanda si norma- adattarsi a oscillazioni cicliche della domanda, ad esem- lizzino. pio attraverso la flessibilità delle ore lavorate, l’utilizzo 20 OSSERVATORIO NON FOOD 2020
La reazione dei produttori L’andamento delle vendite ha riscontro in quello bili potrebbe configurare un semplice posticipo dell’ac- della produzione industriale. Difatti, sebbene i settori quisto. Una situazione simile emerge per l’auto, dove da dell’Industria possano collocare la propria produzione giugno riprendono le vendite e in parte la produzione e, anche sui mercati esteri, va considerato che l’esperien- soprattutto, migliora chiaramente il mood delle impre- za del lockdown ha portato a una articolazione setto- se. In questo caso con buona probabilità il recupero si è riale delle variazioni della domanda molto simile nei di- verificato anche grazie agli effetti degli incentivi gover- versi paesi. Per questa ragione, i settori più colpiti dalla nativi al rinnovo del parco auto. caduta delle vendite in Italia lo sono anche a seguito Altri spunti di interesse riguardano infine l’andamen- della caduta delle vendite sui mercati esteri. to dei prezzi. Come si può osservare dai grafici relativi Questo è un ulteriore amplificatore delle oscillazio- all’andamento dei prezzi nei principali settori merceolo- ni della domanda: se in altri episodi di crisi le imprese gici del Non Food (inclusi nelle schede sui settori nelle industriali colpite dalla caduta dei consumi avevano pagine finali del capitolo), nella maggior parte dei casi potuto recuperare parte del terreno perduto attraverso le dinamiche si mantengono bassissime, quando non maggiori esportazioni, questa volta domanda interna e di segno negativo. Tuttavia, in diversi settori si osserva estera si sono mosse in contemporanea, un elemento qualche primo segnale di aumento dell’inflazione (o di che ha quindi ulteriormente acuito la crisi. attenuazione della deflazione). Va ricordato difatti che Nella tavola si mostra la variazione anno su anno in molte filiere del non alimentare negli ultimi due-tre dell’indice della produzione industriale nei principa- anni si erano materializzate forti pressioni al ribasso sui li settori del Non Food; per confronto si mostra anche prezzi dei prodotti, legate all’inasprimento della com- l’andamento nell’industria alimentare e in quella delle petizione, anche per effetto dell’aumento delle quote di bevande. Inoltre, il confronto delle vendite e dei dati di mercato delle vendite online. L’inflazione di questi pro- produzione è possibile attraverso i grafici inclusi nelle dotti è quindi risultata a lungo vicina a zero, e in diver- schede sui settori merceologici nelle pagine finali di si casi negativa, ed è stata frequentemente associata a questo capitolo. compressioni dei margini delle imprese. Il fatto che le Il tratto che emerge è quello di un recupero dei livelli imprese in questa fase, caratterizzata da ampi eccessi produttivi in maggio-giugno, anche se non completo. I di capacità produttiva, provino a cercare qualche spa- livelli della produzione industriale difatti solo in pochi zio per uscire dalla fase di deflazione può essere ricon- casi (giocattoli, articoli sportivi, apparecchi per uso dotto al fatto che stanno aumentando i costi unitari, per domestico) recuperano una quota significativa delle effetto di un abbassamento della produttività. perdite di marzo-aprile. La relativa debolezza della domanda finale, anche A questi settori vanno aggiunti i comparti del Non nel periodo successivo alle riaperture, ha conseguenze Food nei quali la produzione si era ridotta poco anche negative anche sull’efficienza della produzione. Molte durante il lockdown (farmaceutica e prodotti per la imprese hanno fronteggiato il calo della domanda at- cura della casa e della persona); aggiungendosi all’a- traverso il ricorso alla Cassa integrazione, ma questo limentare, questi settori definiscono un nocciolo duro comporta che lungo tutte le filiere vi è un utilizzo del- dell’industria dei beni di consumo che ha sostanzial- la capacità produttiva inferiore al potenziale. Inoltre, le mente tenuto. stesse misure di distanziamento all’interno delle azien- Altri settori sono invece più in ritardo nel percorso de e nei punti vendita portano in diversi casi a perdite di recupero dei livelli produttivi. Fra questi soprattutto di efficienza. In queste condizioni i costi di produzione l’abbigliamento e il calzaturiero denunciano ancora un tendono a registrare nel breve spinte al rialzo, che in ta- ampio differenziale rispetto ai livelli produttivi pre-crisi. luni casi possono venire acuiti dai problemi di approvvi- Non a caso si tratta di settori nei quali le aspettative gionamento di alcuni intermedi provenienti dall’estero, di produzione delle imprese con le riaperture non sono da paesi a loro volta frenati dall’adozione di misure di migliorate. Inoltre, le imprese ritengono che la consi- distanziamento. stenza dei magazzini di prodotti finiti sia eccessiva, un L’aumento dei costi unitari di produzione rappre- segnale del fatto che nei mesi passati si sono accumula- senta un problema rilevante per le imprese, soprat- te scorte indesiderate. tutto considerando che le difficili condizioni dal lato Anche l’arredo e gli elettrodomestici fra marzo e della domanda ostacolano la completa traslazione a maggio hanno registrato un crollo marcato delle ven- valle di tali maggiori costi sui prezzi finali pagati dai dite e della produzione. In entrambi i casi però da consumatori. giugno sembra emergere un recupero abbastanza In poche parole, la crisi del Covid-19 spinge le impre- pronunciato, con riscontri anche nelle aspettative di se a contendersi gli spazi di mercato limitando gli au- produzione delle imprese. La differenze rispetto all’ab- menti dei prezzi dei beni, ma al contempo ne aumenta bigliamento sta probabilmente anche nella stagionalità i costi di produzione. Un quadro che, se si dovesse pro- dei prodotti, per cui le vendite di vestiario e calzature trarre, risulterebbe certamente fortemente penalizzan- non realizzate in primavera non vengono recuperate nei te per i margini di profitto delle aziende che operano mesi estivi. Viceversa, parte dei mancati acquisti di mo- all’interno di queste filiere. 21
TAVOLA 2 - INDICE DELLA PRODUZIONE INDUSTRIALE VAR % A/A GEN FEB MAR APR MAG GIU Totale industria al netto delle costruzioni -0,6 -2,4 -29,4 -43,4 -20,6 -13,7 Alimentare 4,1 2,1 -6,5 -5,0 -6,8 -2,5 Bevande 15,2 1,6 -9,7 -23,3 -18,4 -7,5 Farmaceutica 0,4 1,4 -8,7 -6,6 -5,2 -6,1 Saponi e detergenti, profumi e cosmetici -7,3 -5,7 -9,8 -6,3 -1,6 -2,0 Articoli di abbigliamento -15,3 -23,2 -57,4 -76,7 -36,9 -20,9 Calzature, articoli in pelle e da viaggio -10,0 -15,6 -54,7 -93,5 -40,6 -28,6 Arredamento 8,9 0,8 -52,3 -82,7 -29,1 -10,6 Apparecchi per uso domestico 0,0 -2,7 -54,0 -75,1 -6,2 -2,1 Elettronica di consumo audio e video 11,3 -2,1 -28,0 -86,7 -14,5 -31,4 Stampa e servizi connessi alla stampa -6,4 8,8 -14,2 -30,4 -13,1 -17,6 Articoli di coltelleria, utensili e oggetti di ferramenta -6,1 -4,7 -37,7 -51,8 -20,8 -16,1 Giochi e giocattoli 10,5 7,4 -32,9 -50,2 0,3 0,1 Articoli sportivi 20,4 12,0 -18,0 -90,9 1,6 21,8 Gioielleria 12,5 9,9 -56,6 -94,5 -68,1 -28,7 Autoveicoli -3,5 -0,3 -73,3 -100,0 -60,0 -45,0 Fonte: elaborazioni REF Ricerche su dati Istat 22 OSSERVATORIO NON FOOD 2020
Cambiano gli scenari: quanto, cosa e come consumeremo? Le tendenze esaminate hanno messo in luce ampie vo, perché richiederà anche di trasformare le modalità variazioni dei comportamenti di spesa legate ai tempi di produzione dell’energia. di diffusione del virus e al diverso grado di restrizione Cambieranno quindi anche i processi di produzione imposto dalle misure di distanziamento. La natura stes- e le modalità attraverso cui avvengono i consumi. Al sa di questo tipo di shock suggerisce come esso pos- centro della trasformazione vi sono innanzitutto le in- sa essere destinato a esaurirsi spontaneamente, come novazioni legate alla digitalizzazione, e la spinta delle nelle epidemie del passato, anche se con tempi tuttora politiche ad accelerare nella transizione verso un’orga- molto incerti, che potrebbero essere accelerati nel caso nizzazione dell’economia urbana a minore impatto am- in cui venisse avviata la produzione di massa di un vac- bientale. Cambierà la mobilità, specie nei centri urbani, cino efficace. assecondata in questo dal fatto che dopo l’epidemia lo Le oscillazioni della domanda che abbiamo osserva- smartworking certamente si ridimensionerà, ma non to nei mesi scorsi, per loro natura riconducibili alle con- verrà abbandonato del tutto; questo aiuterà a ridurre i seguenze dell’epidemia e dunque circoscritte dal punto tempi del commuting e le congestioni legate al traffico, di vista temporale, potrebbero però rappresentare sol- ridisegnando i confini delle aree commerciali. tanto un primo effetto di questa crisi. Non si può difatti Con lo smartworking si trasformano i flussi cen- escludere che la crisi del Covid-19 abbia innescato an- tro-periferia, con una minore pressione sui centri delle che dei cambiamenti destinati a persistere anche una grandi città e una diversa organizzazione dei tempi e volta superata l’emergenza sanitaria. delle caratteristiche dello shopping. Le innovazioni nel- In particolare vi sono effetti che potrebbero mo- le fasi a valle delle filiere, con la diffusione del canale dificare i livelli della domanda delle famiglie (quanto delle vendite online si assoceranno a nuove modalità di consumeremo?), la sua composizione (cosa consume- fruizione degli spazi urbani, data la riduzione degli spa- remo?), e le modalità dei processi di produzione (come zi occupati dagli esercizi commerciali e in parte dagli consumeremo?). uffici nei centri storici. Il primo aspetto è legato al fatto che uno shock di Come si vede, la crisi del Covd-19 avvierà grandi così ampia portata ha certamente segnato le aspetta- cambiamenti che per ora è possibile solo tracciare per tive. Le famiglie, che, come abbiamo visto, hanno regi- linee generali. Molti di questi dipenderanno dalle rispo- strato un forte aumento del tasso di risparmio nei mesi ste che i sistemi produttivi sapranno fornire in termini del lockdown, potrebbero non normalizzare del tutto di innovazione tecnologica e rapidità di adeguamento i comportamenti di spesa anche dopo il termine della alla diversa struttura della domanda. Vedremo cioè da pandemia. In altri termini, le preferenze potrebbero es- una parte molte attività in crisi, con poche opportunità sersi modificate a favore di comportamenti prudenziali, di crescita, ma allo stesso tempo si apriranno spazi in spingendo quindi a mantenere un saggio di risparmio al nuovi settori. di sopra dei livelli pre-crisi, il che ostacolerebbe il pieno Il problema che emerge in questi casi è quello del recupero dei livelli della domanda nei prossimi anni. mismatch fra le caratteristiche della domanda e quel- Oltre al cambiamento nel livello, potrebbe modi- le dell’offerta: non sempre lavoratori e imprese sono ficarsi anche la composizione della spesa stessa. Nel nelle condizioni di adattarsi a questa trasformazione breve periodo la ricomposizione sarà dettata dai vari adeguandosi al nuovo contesto, o spostandosi da alcu- incentivi fiscali, che andranno a sostenere gli acquisiti ne produzioni verso altre. Questo può allora portare al di alcuni prodotti. Le politiche saranno però orientate paradosso dell’aumento della disoccupazione per i la- anche nel medio termine a spostare la domanda al fi- voratori che provengono dai settori dove la produzione ne di assecondare la transizione verso una riduzione cade, a fronte di problemi di carenza di lavoratori nei dell’impatto ambientale delle attività economiche: la settori in crescita; allo stesso modo possono verificarsi fiscalità andrà sempre più a penalizzare le emissioni di chiusure di imprese in alcuni settori, senza che le impre- CO2, il packaging non degradabile e non riciclabile. Più se esistenti siano in grado di realizzare tutti gli investi- in generale, gli stili di vita legati alla produzione delle menti necessari nei settori a domanda più dinamica. emissioni saranno scoraggiati, con effetti sui costi di Le sfide poste dalla crisi del Covid-19 non si esau- produzione relativi dei diversi prodotti: andremo ver- riranno dunque in tempi brevi. Le imprese vincenti di so beni necessariamente più costosi, ma anche con un questa sfida saranno quelle che sapranno adattarsi me- contenuto di valore aggiunto superiore. La transizione glio e più velocemente al cambiamento, trasformando nei prossimi venti anni dal motore a scoppio verso l’e- questa crisi in una opportunità. lettrico sarà certamente il cambiamento più significati- 23
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