OSSERVATORIO NON FOOD - Estratto da - The Global Language of Business - Osservatori GS1 Italy

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The Global Language of Business

  Estratto da
OSSERVATORIO
  NON FOOD
     2020
Estratto da Osservatorio
                  Non Food 2020
                  Questa pubblicazione ha lo scopo di condividere i risultati di un’indagine realizzata per valutare
                  gli impatti del Covid-19 sul comparto del Non Food: un’introduzione di macro-micro economia ad
                  opera dell’istituto Ref, seguita dai risultati di un’analisi sul consumatore realizzata da Metrica (by
                  TradeLab) e a chiudere le previsioni 2020 sui consumi per canale condotta da TradeLab.

                  Questo capitolo fa parte del rapporto Osservatorio Non Food che quest’anno, nell’edizione 2020,
                  sarà disponibile da settembre 2020 e conterrà sempre sullo stesso tema un’ulteriore aggiornamen-
                  to a fronte dei nuovi dati disponibili.
                  L’Osservatorio Non Food di GS1 Italy ha l’obiettivo di analizzare e monitorare il ruolo della distribu-
                  zione moderna nei principali comparti merceologici che costituiscono il settore non alimentare e
                  nelle diverse componenti specializzate e despecializzate.
                  Disponibile in questa pubblicazione anche l’Indice del rapporto.

                  Buona lettura!

                  Visita il sito osservatori.gs1it.org per rimanere sempre aggiornato sulle novità dell’Osservatorio
                  Non Food.

2   OSSERVATORIO NON FOOD 2020
E se volessi conoscere cosa contiene in più l’edizione integrale
dell’Osservatorio Non Food 2020 di GS1 Italy ecco l’indice completo:

Premessa

1. Scenario macroeconomico generale
   1.1 Scenario macroeconomico nazionale

2. Struttura distributiva italiana e dinamica dei consumi
   2.1 Il commercio Non Food in Italia: struttura dell’offerta specializzata e non
   2.2 Dinamiche dei consumi Non Food
   2.3 Il peso della distribuzione moderna

3. Struttura dell’offerta e quote di mercato per forma distributiva e per comparto
   3.1 Abbigliamento e calzature
   3.2 Elettronica di consumo
   3.3 Mobili e arredamento
   3.4 Bricolage
   3.5 Articoli per lo sport
   3.6 Prodotti di profumeria
   3.7 Casalinghi
   3.8 Automedicazione
   3.9 Edutainment
   3.10 Prodotti di ottica
   3.11 Tessile casa
   3.12 Cancelleria
   3.13 Giocattoli

4. Canali tradizionali e virtuali
   4.1 La rete moderna Non Food per agglomerazioni
   4.2 Factory outlet center
   4.3 Centri commerciali
   4.4 E-commerce e social network

2020
5. Tendenze emergenti e retail innovativo

6. Lo shock del Covid-19
   6.1 Lo shock del Covid-19 e i consumi Non Food
   6.2 L’impatto dello shock Covid sul consumatore Non Food: un’indagine sul campo

7. Appendice metodologica

                                                                                     3
LO SHOCK
    DEL COVID-19
                                 6
4   OSSERVATORIO NON FOOD 2020   ESTRATTO DA OSSERVATORIO NON FOOD 2020   4
6.1 Lo shock del Covid-19
e i consumi Non Food
L’economia mondiale e la crisi del Covid-19
    Il 2020 è un anno segnato per l’economia mondia-                 del virus. Anche fra gli epidemiologi non vi è un con-
le da uno shock di portata eccezionale: l’epidemia del               senso sulle possibili traiettorie che caratterizzeranno
Covid-19 ha difatti indotto i Governi di quasi tutti i paesi         quest’autunno; vi è il rischio che ancora per diversi mesi
ad adottare severe misure di restrizione dei comporta-               possano esservi nuove fasi di esplosione del contagio
menti allo scopo di contrastare il contagio.                         anche in paesi che hanno superato la prima ondata.
    Le misure di isolamento hanno limitato l’attività eco-           L’accelerazione dei contagi in agosto è stata piuttosto
nomica e si sono tradotte in una ampia contrazione dei               marcata in alcuni paesi, fra cui Francia e Spagna. In po-
livelli produttivi nelle settimane delle chiusure; la tem-           sitivo, c’è da segnalare che, con il passare dei mesi, an-
pistica della crisi ha quindi visto uno sfasamento tem-              che dove si registrano aumenti del numero dei contagi,
porale di alcune settimane nei diversi paesi, seguendo               i decessi da Covid-19 risultano meno frequenti rispet-
la graduale diffusione del virus nel pianeta. Partito in             to al numero dei contagi di quanto non lo fossero nel-
Cina, con il lockdown della città di Wuhan a febbraio, il            le prime settimane dell’epidemia. Questa circostanza è
Covid-19 è poi arrivato in Europa e, dopo alcune setti-              riconducibile a diversi fattori, fra i quali evidentemente
mane, negli Stati Uniti, continuando poi a espandersi in             anche il fatto che vi sia una migliore capacità di rilevare
diverse economie emergenti.                                          i contagiati. Tuttavia, è anche vero che è migliorata la
    Il lockdown è servito, nei paesi che hanno adottato              capacità di trattamento dei malati da parte dei servizi
questa strategia, a interrompere la prima ondata dell’e-             sanitari nei diversi paesi. Questo aspetto è importante,
pidemia. Tuttavia, soprattutto i mesi di marzo-aprile                considerando che il principale rischio per l’autunno è
hanno comportato costi rilevanti in termini di sacrificio            che vi possa essere una seconda ondata del virus, ta-
di vite umane: l’Eurostat indica che nei paesi UE (a 24,             le da richiedere un nuovo lockdown, che porterebbe i
senza cioè il Regno Unito) fra marzo e maggio ci siano               paesi interessati a subire una seconda recessione. Oc-
stati 160mila decessi in più rispetto al numero medio re-            corre quindi rafforzare le misure alternative di controllo
gistrato nei quattro anni precedenti.                                dell’epidemia, attraverso la riorganizzazione dei luoghi
    Il lockdown ha portato a un rallentamento dell’e-                di lavoro, il miglioramento della capacità di diagnosi, ol-
pidemia, ma non ancora a una definitiva scomparsa                    tre che di isolamento e cura dei contagiati.

 GRAFICO 1 - COVID-19: NUMERO DI DECESSI REGISTRATI NELLE ECONOMIE AVANZATE
1000

  800

 600

 400

  200

     0
           Bel    Spa     Uk      Ita    Sve    Usa     Fra   Olan   Irl   Can   Sviz Port   Ger    Aut   Aus    Jpn   Kor
 Fonte: Elaborazioni REF Ricerche su dati Worldometer

                                                                                                                                   5
Lo sfasamento temporale fra i diversi paesi nella              me Corea o Giappone, hanno saputo mettere in atto mi-
    diffusione dell’epidemia ha comportato che, a seconda              sure di contrasto alla diffusione dei contagi, soprattutto
    delle aree, gli effetti sull’economia si siano in alcuni casi      perché avevano maturato delle esperienze recenti con
    concentrati nel secondo trimestre dell’anno, mentre in             l’epidemia della Sars nel 2003, e hanno subito inizial-
    altri l’impatto è stato avvertito in misura maggiore nel           mente un impatto sull’economia meno marcato.
    primo.                                                                 Nel complesso, le perdite di prodotto iniziali sono
        La prima economia colpita dal virus, quella cinese,            state più ampie nell’area Euro che negli Stati Uniti, an-
    ha visto un crollo dell’attività economica nel primo tri-          che perché il lockdown nel caso americano è stato me-
    mestre, e già nel secondo ha evidenziato un recupero               no severo. D’altra parte, gli Stati Uniti hanno poi dovuto
    integrale delle perdite. Nella maggior parte delle eco-            reintrodurre altre misure di restrizione parziale, per cui
    nomie avanzate gli effetti economici dell’epidemia han-            è possibile che nel terzo trimestre recupereranno meno
    no interessato le ultime settimane del primo trimestre;            dell’Eurozona, dove si stanno delineando le premesse
    in alcuni casi l’attività economica è crollata già a inizio        per un rimbalzo relativamente pronunciato. Anche nel
    marzo, in altri verso la fine del mese; le misure più re-          Regno Unito la caduta del Pil è stata molto accentuata.
    strittive sono state adottate prevalentemente in aprile,               Fra i maggiori paesi dell’area Euro l’economia che ha
    e sono state gradualmente allentate a partire da mag-              affrontato meglio il virus è stata quella tedesca. Il lock-
    gio.                                                               down in Germania è stato meno severo grazie alla mi-
        L’impatto del lockdown è dipeso quindi in prima                gliore capacità di controllo dell’epidemia sul territorio, e
    battuta tanto dalla severità delle misure di restrizione           questo ha comportato una contrazione del Pil meno ac-
    adottate da ciascun paese, quanto dalla durata del pe-             centuata rispetto agli altri paesi. In Italia il crollo è stato
    riodo in cui queste hanno operato. La prima fase della             molto accentuato: il Pil si è contratto del 5,4% nel primo
    crisi del Covid-19 ha avuto impatti differenziati sull’eco-        trimestre, e di un altro 12,4% nel secondo. La recessio-
    nomia legati anche alla capacità di risposta dei sistemi           ne italiana a inizio anno è stata comunque leggermente
    sanitari nazionali. Alcuni paesi, soprattutto asiatici, co-        meno accentuata di quella francese o spagnola.

     GRAFICO 2 - PIL DELLE MAGGIORI ECONOMIE A CONFRONTO
     IV TRIM 2019 = 100
                    Cina                 Usa              Area Euro                    Regno Unito                 Giappone
     105

    100

      95

      90

      85

      80

      75
                              IV '19                                I '20                                 II '20
     Fonte: Elaborazioni REF Ricerche su dati Ocse

6   OSSERVATORIO NON FOOD 2020
GRAFICO 3 - PIL A CONFRONTO, PAESI DELL’AREA EURO
IV TRIM 2019 = 100
                Ger                             Fra           Ita    Spa
105

100

 95

 90

 85

 80

 75
                         IV '19                       I '20         II '20
Fonte: Elaborazioni REF Ricerche su dati Ocse

                                                                             7
Lo shock per l’economia italiana
         La natura della crisi del Covid-19 è evidentemente            nere in vita le imprese. L’obiettivo principale è stato
    molto diversa da quella delle altre crisi sperimentate nel         quello di evitare che i problemi legati alla riduzione dei
    recente passato, e questo rende incerta la definizione             fatturati mettessero le imprese in condizione di non ri-
    delle traiettorie che osserveremo nei prossimi mesi.               spettare i propri impegni dal lato dei pagamenti gene-
         In prima battuta, la crisi riflette i mutamenti nei           rando effetti a cascata su tutte le catene dei fornitori.
    comportamenti delle famiglie e delle imprese legati a              Si è cercato quindi di sopperire alla mancanza di liqui-
    decisioni di tipo amministrativo, oppure a scelte pru-             dità per le imprese attraverso misure di riduzione del
    denziali adottate autonomamente da queste per limi-                costo del lavoro, con strumenti quali gli ammortizzato-
    tare i rischi di contagio.                                         ri sociali, o interventi di sospensione dei pagamenti di
         Questi effetti condizionano l’economia sia perché ri-         alcune imposte. Altre misure hanno cercato di miglio-
    ducono la domanda, sia perché frenano l’offerta.                   rare le condizioni di accesso al credito per le imprese;
         La minore domanda deriva nel periodo del lock-                questo è avvenuto sia attraverso la politica monetaria,
    down da veri e propri impedimenti all’acquisto di un               con le misure volte a fornire liquidità alle banche a tassi
    gran numero di prodotti (chi può spendere se non può               d’interesse negativi, sia attraverso la politica di bilan-
    uscire di casa?) che però possono protrarsi in forma               cio, attraverso le garanzie statali ai prestiti, che hanno
    più blanda anche quando vengono meno i divieti; è ad               ridotto il rischio per le banche di andare incontro a una
    esempio il caso della minore predisposizione delle fa-             nuova fase di aumento delle sofferenze. Il risultato è
    miglie a frequentare luoghi affollati, come cinema, mez-           stato che la domanda di prestiti da parte delle imprese
    zi di trasporto etc.                                               è aumentata con l’arrivo della crisi, ed è stata soddisfat-
         Anche i vincoli dal lato dell’offerta nel corso del           ta dal settore bancario. La survey di luglio sul credito
    lockdown sono prevalentemente legati a veri divieti a              bancario condotta dalla Bce rilevava, con riferimento
    effettuare alcune attività, ma le difficoltà possono an-           alla componente italiana, un aumento della domanda
    che protrarsi nel periodo successivo, data, ad esempio,            di credito finalizzata al finanziamento del capitale cir-
    la necessità di adottare nuove modalità di organizza-              colante a fronte di una riduzione di quella destinata al
    zione del lavoro. Si pensi, ad esempio, ai cambiamenti             finanziamento degli investimenti. D’altra parte, la mag-
    legati alla strutturazione dell’attività in smartworking, o        giore domanda di credito da parte delle imprese si è
    ai vincoli agli affollamenti dei locali nel caso dei servi-        accostata a una riduzione da parte delle famiglie, co-
    zi di ristorazione, o alla riorganizzazione dei servizi di         erente con la contrazione dei consumi, e in particolare
    trasporto pubblico per limitare l’affollamento dei mezzi           degli acquisti di beni durevoli.
    pubblici. Allo stesso modo, un ruolo importante è gio-                 Le politiche fiscali hanno cercato di limitare, nei li-
    cato dai problemi nella gestione dell’approvvigiona-               miti del possibile, il distacco fra l’azienda e il lavorato-
    mento di semilavorati e intermedi per imprese che ope-             re introducendo incentivi agli schemi di lavoro a orario
    rano all’interno di catene del valore molto disintegrate           ridotto (come nel caso della Cig in Italia). Alle risorse
    verticalmente; in alcuni casi, la necessità di prodotti in-        stanziate si è aggiunto anche il blocco dei licenziamen-
    termedi provenienti da paesi in lockdown può addirittu-            ti per motivi economici. Non a caso, la reazione d’im-
    ra impedire temporaneamente la produzione.                         patto del mercato del lavoro alla crisi ha visto in Italia
         Quelli che emergono nel corso del lockdown e nelle            soprattutto una contrazione del numero di occupati
    settimane successive sono però soltanto gli effetti d’im-          con contratto a tempo determinato e degli autonomi.
    patto della crisi del Covid-19. Questi effetti a loro volta        Si è invece osservata una sostanziale tenuta del numero
    possono innescare una serie di conseguenze di second               dei dipendenti a tempo indeterminato, con una leggera
    round, legate al deterioramento del potenziale produt-             riduzione, riconducibile più alla caduta delle nuove as-
    tivo dell’economia. Si tratta soprattutto degli effetti dei        sunzioni che a una accelerazione delle uscite. In queste
    fallimenti d’impresa che possono derivare dal fatto che            condizioni, la riduzione del numero di occupati rispetto
    la riduzione dei ricavi nel periodo del lockdown può in-           ai dati pre-crisi è risultata di “solo” 600mila teste sino al
    nescare a sua volta una serie di mancati pagamenti alle            mese di giugno; una riduzione cospicua, ma tutto som-
    imprese a monte della filiera, mettendo in crisi di liquidi-       mato limitata, meno del 3%, se rapportata al crollo del
    tà alcuni fornitori al punto da farli ricadere in una condi-       Pil cumulato nei primi due trimestri dell’anno.
    zione di insolvenza. Inoltre, vi sono gli effetti legati all’in-       Le statistiche sul numero di occupati d’altra parte
    terruzione dei rapporti di lavoro, e all’espulsione di una         poco ci dicono riguardo all’effettivo andamento della
    parte della forza lavoro dai circuiti produttivi. In queste        domanda di lavoro in questo periodo. Questo perché,
    condizioni, l’economia può distruggere i propri fattori di         a parità di numero di persone classificate come occu-
    produzione – stock di capitale e lavoro – al punto da non          pate, possiamo avere un minore numero di ore lavorate
    renderli disponibili nella fase di successiva ripresa.             per occupato, ad esempio perché i lavoratori hanno ri-
         Allo scopo di limitare questo secondo tipo di effetti,        dotto gli straordinari, hanno smaltito ferie arretrate, o
    le politiche economiche in tutti i paesi hanno messo in            anche perché sono stati posti in Cassa integrazione. In
    campo una reazione poderosa alla crisi.                            particolare, si stima che nel secondo trimestre dell’anno
         Innanzitutto, le politiche hanno cercato di mante-            le ore di Cig utilizzate rapportate a un orario di lavoro

8   OSSERVATORIO NON FOOD 2020
standard siano stata pari a ben un milione e 500mila                       contrario, il rischio è quello di procrastinare il divieto dei
persone, quasi il triplo della riduzione del numero di                     licenziamenti sino a determinare un crollo dell’occupa-
occupati registrati nelle statistiche ufficiali. Si tratta di              zione quando questo viene ritirato.
un valore elevatissimo; per confronto basti considerare                        D’altra parte, è anche da considerare che con il pas-
che nella recessione del 2009 nel momento peggiore                         sare dei mesi lo stesso divieto dei licenziamenti può
gli equivalenti occupati in Cig sfioravano le 400mila                      avere effetti avversi sull’occupazione, scoraggiando le
persone. Naturalmente, interventi di questo genere se                      imprese che invece stanno andando bene dall’effettua-
diretti a una platea così ampia hanno costi rilevanti per                  re nuove assunzioni a tempo indeterminato.
le casse dello Stato. Se protratti per un lasso tempora-                       La politica di bilancio fortemente espansiva adotta-
le troppo esteso non sono quindi sostenibili. L’obiettivo                  ta dal Governo ha naturalmente effetti rilevanti sul livel-
della politica economica adottata è stato di fatto quello                  lo del deficit pubblico, che potrebbe registrare in Italia
di evitare un avvitamento della crisi, sostenendo i red-                   un incremento sino a superare il 10% del Pil quest’anno.
diti delle famiglie con questi strumenti, e auspicando un                  Un aumento straordinario, che mette in luce la pecu-
recupero dei livelli produttivi, in modo da potere ritirare                liarità dell’approccio di politica economica adottato in
queste misure straordinarie in una fase in cui la produ-                   questa crisi rispetto alla reazione molto meno decisa
zione ha recuperato almeno in parte, posizionandosi                        che aveva invece caratterizzato le politiche successive
su livelli non troppo distanti dai valori pre-crisi. In caso               al 2008.

 GRAFICO 4 - OCCUPATI
 MIGLIAIA
 23600

 23400

 23200

23000

 22800

 22600

 22400

 22200
               19    feb        mar   apr mag giu       lug    ago       set   ott   nov        dic     20    feb    mar   apr mag giu
 Fonte: Elaborazioni REF Ricerche su dati Istat

 GRAFICO 5 - OCCUPATI
 VARIAZIONI ASSOLUTE IN MIGLIAIA RISPETTO A DICEMBRE 2019
  200
                         Indipendenti                    A termine                                    Permanenti
  100
                                                  13
                          22                      44                79                     14
     0
                          -17                                                                                      -39              -99
                         -37                      -68               -227
 -100
                                                                                           -360
 -200
                                                                    -23
                                                                                                                   -439             -432
 -300

-400                                                                                       -86

 -500                                                                                                              -85
                                                                                                                                    -78
 -600
                    20                    feb                 mar                    apr                     mag              giu
 Fonte: Elaborazioni REF Ricerche su dati Istat

                                                                                                                                            9
L’impatto sui redditi delle famiglie attenuato dalla
     politica fiscale
         La politica fiscale è in grado di limitare i danni indot-     ta ha quindi limitato la contrazione dei redditi delle
     ti dalla crisi ai bilanci familiari solo in maniera parziale e    famiglie e non a caso la caduta dei consumi del 2020
     per un lasso temporale circoscritto. Un deficit pubbli-           deriva soprattutto da un incremento significativo del
     co così elevato non è difatti sostenibile a lungo. Anche          tasso di risparmio.
     le stesse misure adottate quest’anno non hanno avuto                  Il quesito che si pone è relativo alla probabilità che
     effetti avversi sui tassi d’interesse italiani solo grazie        i comportamenti di consumo si normalizzino in tempi
     ai contestuali interventi della Bce, che sta acquistan-           rapidi nei prossimi trimestri. In particolare, se il 2020 è
     do titoli di Stato dei paesi europei in misura rilevante.         stato un anno caratterizzato da una esplosione del de-
     Non a caso le misure di politica fiscale messe in cam-            ficit pubblico, grazie anche alla sospensione dei vincoli
     po dal Governo hanno effetti concentrati soprattutto              del Patto di Stabilità europeo, il 2021-22 dovrà vedere
     sul 2020. Le misure estese al 2021-22 sono di entità              l’avvio di un percorso di rientro. Questo potrà avere
     modesta, ad eccezione dell’intervento che abolisce la             effetti depressivi sulla domanda interna se non verrà
     “clausola di salvaguardia” (circa 20 miliardi sul 2021)           compensato da una riduzione del tasso di risparmio
     che prevedeva un aumento significativo delle aliquote             delle famiglie dopo l’impennata di quest’anno.
     dell’Iva, e che probabilmente, se introdotto il prossimo              È chiaro quindi che le sorti della ripresa dell’eco-
     anno, avrebbe avuto un ulteriore effetto depressivo sui           nomia italiana dipenderanno dalla tenuta dei consumi
     consumi delle famiglie.                                           soprattutto nel periodo di uscita dalla crisi, quando le
         Il tentativo della politica fiscale è sostanzialmente         misure della politica di bilancio dovranno iniziare ad es-
     quello di cercare di compensare per quest’anno, attra-            sere ritirate.
     verso minori imposte e aumenti di trasferimenti alle fa-              Il vero quesito che si apre è se la normalizzazio-
     miglie, una buona parte delle perdite che la crisi com-           ne del quadro sanitario si accompagnerà a una ritorno
     porta per i consumatori, in modo da favorire il recupero          del tasso di risparmio delle famiglie sui livelli pre-crisi,
     della domanda una volta normalizzatasi la situazione              oppure se la nuova recessione innescata dal Covid-19
     sanitaria. Ne discende che nelle settimane del lock-              avrà lasciato segni indelebili nelle aspettative delle
     down mentre il saggio di risparmio del settore privato            famiglie, inducendole a mantenere comportamenti di
     aumentava, quello del settore pubblico si riduceva in             spesa prudenziali per un periodo lungo.
     maniera simmetrica. La politica fiscale in prima battu-

      GRAFICO 6 - POTERE D’AQUISTO E CONSUMI DELLE FAMIGLIE NEL LOCKDOWN
      I TRIM 2019 = 100 - STIME REF RICERCHE PER IL SECONDO TRIMESTRE
                      Potere d'acquisto                Consumi reali
      120

     100

       80
                     I '19                    II           III                IV               I '20                II
      Fonte: Elaborazioni REF Ricerche su dati Istat

10   OSSERVATORIO NON FOOD 2020
GRAFICO 7 - PROPENSIONE AL RISPARMIO DELLE FAMIGLIE
 STIME REF RICERCHE PER IL SECONDO TRIMESTRE
20
                  8,0                   8,6          8,3              7,9               12,5              17,5

 15

 10

  5

  0
               I '19                   II           III               IV               I '20                II
 Fonte: Elaborazioni REF Ricerche su dati Istat

    A tal proposito, è sufficiente ricordare che negli ul-      presentato dalla percentuale di famiglie che dichiarano
timi dieci anni, prima che arrivasse la crisi del Covid-19,     di trovarsi in difficoltà nell’affrontare una spesa impre-
la situazione economica delle famiglie italiane era già         vista (per un ammontare posto convenzionalmente a
molto peggiorata. Nel 2019 il reddito delle famiglie            700 euro ai prezzi del 2018); secondo le indagini con-
espresso a prezzi costanti risultava ancora inferiore di        dotte dall’Istat intorno alla metà degli anni duemila, pri-
oltre il 5% rispetto ai massimi del 2007, ovvero ben 65         ma che arrivasse la crisi del 2008, poco più di un quar-
miliardi in meno.                                               to delle famiglie italiane si ritrovava in tale condizione,
    Le famiglie italiane avevano quindi con buone pro-          mentre negli ultimi anni la quota ha oscillato intorno al
babilità già interiorizzato scarse prospettive di crescita      40%, con punte intorno al 50% nelle regioni del Mezzo-
del loro reddito. Con l’arrivo della nuova recessione non       giorno. Anche altre misure di disagio economico, come
si può quindi escludere che i consumatori possano ini-          la percentuale delle famiglie in condizioni di povertà
ziare a mettere in atto comportamenti di tipo pruden-           evidenziano il peggioramento avvenuto nel corso degli
ziale, ispirati da attese di bassa crescita dei loro redditi.   ultimi quindici anni.
    Peraltro, le difficoltà economiche emerse dalla metà            Proprio l’allargamento dell’area del disagio econo-
degli anni duemila a livello aggregato avevano portato          mico spiega l’enfasi posta dalle politiche sul tema del
anche ad acuire i problemi di molte famiglie, allargan-         sostegno al reddito dei lavoratori colpiti dalla pande-
do l’area delle persone in condizioni di disagio. Questo        mia. In ogni caso, va considerato che, pur essendo stato
comporta che molte persone sono state colpite dalla             adottato un ampio spettro di strumenti, che hanno al-
crisi del Covid-19 quando la loro situazione economica          largato la platea dei tradizionali beneficiari della Cig, vi
era già precaria.                                               è una quota di famiglie (ad esempio i lavoratori irrego-
    In particolare, nuclei familiari in condizioni econo-       lari che operano nel sommerso) che tendono in queste
miche e finanziarie fragili possono ritrovarsi privi di ri-     situazioni a essere meno tutelate, e ad andare più facil-
sorse per affrontare eventi avversi, come l’interruzione        mente incontro a vincoli di liquidità tali da non riuscire a
improvvisa di un rapporto di lavoro.                            soddisfare neanche i bisogni essenziali.
    Su questo punto, un indicatore interessante è rap-

                                                                                                                               11
GRAFICO 8 - FAMIGLIE CHE NON RIESCONO A FARE FRONTE A SPESE IMPREVISTE
     IN % DEL TOTALE
     ANDAMENTO STORICO                                               DISTRIBUZIONE TERRITORIALE, 2019
     50
                                                                     Nord-Ovest                      30,7

                                                                       Nord-Est                      30,8
     40

                                                                         Centro                    26,2

     30                                                                     Sud                                    47,7

                                                                           Isole                                          58,9

     20                                                                                0   10 20 30 40 50 60
       2004               2008               2012            2016
     Fonte: Elaborazioni REF Ricerche su dati Istat

     GRAFICO 9 - INCIDENZA DI POVERTÀ ASSOLUTA FAMILIARE
     (% DI FAMIGLIE IN POVERTA ASSOLUTA)
     ANDAMENTO STORICO                                              DISTRIBUZIONE TERRITORIALE, 2019
     8
                                                                    Nord-Ovest                           5,8
     7
                                                                      Nord-Est                           6,0

     6
                                                                        Centro                     4,5

     5
                                                                          Sud                                      8,5

     4
                                                                          Isole                                    8,7

     3                                                                             0       2   4    6          8    10
      2005                   2010                     2015
     Fonte: Elaborazioni REF Ricerche su dati Istat

12   OSSERVATORIO NON FOOD 2020
Il mood delle famiglie italiane nella crisi del Covid-19
     Le evidenze presentate mostrano che le famiglie ita-    zionato in maniera sostanziale i comportamenti di quasi
liane sono state colpite dalla crisi del Covid-19 quando     tutti i nuclei familiari.
erano state già indebolite da oltre un decennio di man-          Una chiave di lettura è che nel complesso i primi
cata crescita dei loro redditi. Lo shock indotto dall’epi-   mesi della crisi del Covid-19 abbiano avuto un impat-
demia si è quindi innestato su un contesto caratteriz-       to limitato sulle condizioni economiche delle famiglie.
zato da una situazione di diffusa fragilità. Un primo set    La ragione principale è che la congiuntura economica
di indicatori utile per seguire la reazione delle famiglie   condiziona i bilanci delle famiglie soprattutto attraver-
rispetto allo shock del Covid-19 è rappresentato dall’an-    so i cambiamenti nelle variabili del mercato del lavoro.
damento degli indici del clima di fiducia delle famiglie.    Come abbiamo visto, le politiche sono riuscite, almeno
Oltre a misurare la percezione che le famiglie hanno         in prima battuta, a limitare le conseguenze della crisi
avuto della crisi, le indagini congiunturali hanno il pre-   sull’occupazione, e questo ha certamente contribuito
gio di un aggiornamento più tempestivo, e consento-          a limitare la sensazione di precarietà delle prospettive.
no quindi di allungare l’orizzonte temporale dell’analisi;   A conferma di ciò, nel corso della crisi è emersa una
una caratteristica particolarmente importante nella fase     divaricazione fra le valutazioni da parte delle famiglie
attuale, che si è caratterizzata per profonde disconti-      italiane riguardo all’andamento del quadro economico
nuità tanto nei mesi delle chiusure, quanto, in direzione    generale, considerato in grave deterioramento, e quel-
opposta, nella successiva fase di uscita dal lockdown.       le relative alla condizione economica personale, nella
     In generale, è evidente come da marzo il mood del-      maggior parte dei casi ritenuta stabile. Finché il vissuto
le famiglie si sia deteriorato drasticamente, un risultato   personale dei consumatori non percepisce il pericolo di
scontato nel corso del lockdown, e che ha accomunato         un danno diretto, si può auspicare che i livelli della do-
l’Italia alle altre maggiori economie.                       manda tenderanno a normalizzarsi, pur in un contesto
     Rispetto all’intensità dello shock, va però segnalato   economico generale visto come molto rischioso. A que-
che la fiducia delle famiglie è rimasta su livelli sempre    sto proposito, si deve segnalare come anche le inten-
superiori ai minimi toccati nel 2012-13, e anche in que-     zioni di spesa delle famiglie per l’acquisto di durevoli,
sto l’Italia condivide un andamento che ha caratteriz-       in genere la componente più volatile della loro spesa,
zato anche gli altri paesi. Naturalmente, questo aspetto     abbiano sostanzialmente tenuto negli ultimi mesi.
è significativo, considerando che il lockdown ha condi-

GRAFICO 10 - CLIMA DI FIDUCIA DEI CONSUMATORI
GIUDIZI SULLA SITUAZIONE ECONOMICA DELL’ITALIA

   0

 -30

 -60

 -90

-120

-150
    2014                 2015                2016     2017           2018            2019            2020
Fonte: Elaborazioni REF Ricerche su dati Istat

                                                                                                                          13
GRAFICO 11 - CLIMA DI FIDUCIA DEI CONSUMATORI
     GIUDIZI SULLA SITUAZIONE ECONOMICA DELLA FAMIGLIA

      -10

     -20

     -30

     -40

     -50

     -60

      -70

     -80
        2014                 2015                 2016   2017   2018   2019   2020
     Fonte: Elaborazioni REF Ricerche su dati Istat

14   OSSERVATORIO NON FOOD 2020
I consumi nel lockdown…
     Passando ad analizzare i comportamenti di spesa,           sostanzialmente stabile durante il lockdown, rappre-
un primo aspetto da considerare è che vi sono voci del-         sentata dalle spese per l’abitazione (anche per via della
la domanda che per loro natura tendono a non modifi-            presenza in questa voce dei fitti figurativi, imputati co-
carsi molto in una crisi come quella attuale, mentre altre      me spesa sostenuta dai proprietari delle case di resi-
hanno subito uno shock forte. Questo vuol dire che la           denza, che pesano per ben il 15% sul totale dei consumi
crisi ha avuto nel breve impatti molto differenziati a          delle famiglie). Quindi gli affitti, le spese per le utenze
seconda delle filiere.                                          domestiche, e altre voci legate all’abitazione che non
     Soffermandosi sugli effetti prevalenti nel periodo         hanno risentito del lockdown e, in alcuni casi, hanno
più intenso della crisi, dominata dalle conseguenze             registrato aumenti legati alla maggiore presenza dei
delle restrizioni alla mobilità e ai contatti personali, si     membri della famiglia in casa; a livello aneddotico, si
può declinare l’impatto del lockdown sui consumi, indi-         consideri ad esempio che le vernici per imbiancare gli
viduando grosso modo tre categorie.                             interni delle abitazioni sono fra i prodotti con la doman-
     Vi sono innanzitutto voci dei consumi che sono sta-        da in crescita nel periodo del lockdown.
te caratterizzate da una fase di crescita anche nel cor-            Nel complesso, quindi, quasi la metà dei consumi
so del lockdown. Difatti, vi è poco meno di un quarto           presenta livelli invariati o crescenti della spesa.
della spesa che ha evidenziato una fase positiva: una               D’altra parte, la restante metà della spesa presenta
parte dei prodotti sanitari acquistati dalle famiglie in        contrazioni in molti casi di entità eccezionale. Per in-
risposta alla crisi sanitaria (mascherine, disinfettanti,       teri settori il lockdown porta quasi ad azzerare la do-
farmaceutica specifica) insieme a altri prodotti legati         manda. In questo gruppo rientrano alcuni servizi, come
anche all’aumento dell’attenzione verso la cura della           tutti gli spettacoli, le manifestazioni sportive, e i servizi
persona e della casa (prodotti per l’igiene); l’alimenta-       di trasporto aereo e ferroviario, oltre agli alberghi e ai
re, in parte anche a seguito dello stoccaggio di prodotti       servizi di ristorazione. Fra i beni vi è quasi tutto il non
nei primi giorni del lockdown, e in parte per la sostitu-       alimentare con l’eccezione della farmaceutica e dell’in-
zione della spesa prima soddisfatta dalla ristorazione;         formatica. Un vero e proprio crollo caratterizza gli ac-
le comunicazioni, dato il boom dei collegamenti a inter-        quisti di durevoli, come arredo e auto. La domanda ha
net con l’avvio dello smartworking e delle lezioni scola-       subito quasi un azzeramento nell’abbigliamento. Il bloc-
stiche online.                                                  co alla mobilità ha fatto inoltre crollare gli acquisti di
     Vi è poi una quota della domanda che è rimasta             benzina.

…e la ripresa delle settimane successive
    Tutti questi comparti registrano in marzo e aprile          mentare evidenziano una relativa esuberanza duran-
contrazioni delle vendite molto ampie. Gli impatti dif-         te la crisi; si nota innanzitutto un incremento marcato
ferenziati del lockdown nelle diverse filiere vanno letti       sin da febbraio (che rispetto al 2019 aveva comunque
però anche alla luce della capacità di recupero osser-          un giorno in più), interpretabile soprattutto alla luce
vata nel corso della fase di uscita. In alcuni casi la ripre-   dei fenomeni di stoccaggio attuati negli ultimi giorni
sa è difatti molto lenta, mentre in altri il recupero risulta   del mese da parte dei consumatori, nel timore di anda-
più vivace.                                                     re incontro a una fase di scarsità di prodotti. In realtà,
    I consumi che hanno tardato a riprendersi sono              la filiera alimentare, pur dovendo affrontare numerose
quelli per i quali le abitudini dei consumatori sono rima-      difficoltà nelle settimane più intense delle chiusure (si
ste prudenti: si pensi agli spettacoli, a diverse attività      pensi ai problemi di reperimento della manodopera nel
legate al turismo, la cui ripresa è stata solo parziale. Si     settore agricolo per gli stagionali provenienti dall’este-
registrano anche serie difficoltà per quei comparti della       ro), ha retto abbastanza bene all’impatto e non vi sono
ristorazione dei grandi centri urbani molto legati all’at-      mai stati problemi reali nelle forniture.
tività negli uffici, e che risentono ancora del fatto che           Gli acquisti di prodotti alimentari sono comunque
molti impiegati hanno proseguito l’attività in smartwor-        rimasti su livelli elevati anche dopo la prima ondata
king.                                                           dell’accumulo. Questo comportamento è riconducibile
    Informazioni relative all’andamento dei consumi di          al fatto che è crollata la domanda per i pasti fuori casa.
prodotti possono essere ottenute dai dati Istat sull’an-            Le conseguenze delle chiusure per il non alimen-
damento delle vendite al dettaglio.                             tare sono state di entità clamorosa, ma il recupero di
    Come ricordato, vi è una differenza sostanziale fra         maggio-giugno è stato piuttosto pronunciato. A mar-
l’evoluzione della spesa nel comparto alimentare e il           zo le vendite del Non Food registrano un calo anno su
non alimentare. I dati sulle vendite nel caso dell’ali-         anno di quasi il 40%, che arriva a superare il 50 ad apri-

                                                                                                                                15
le. Gli obblighi di separazione hanno quindi determina-       progressivamente nei mesi di giugno e luglio.
     to una caduta della spesa senza precedenti, anche se               Alla luce di questi indicatori, si osserva come i dati
     già in maggio la contrazione si è attenuata. Le vendite       di marzo-aprile, e in parte anche quelli di maggio, mo-
     si portano difatti a -20% anno su anno, risultato che va      strino un collasso dei consumi decisamente superiore
     letto anche alla luce del fatto che i primi giorni del mese   a tutti i precedenti storici del dopoguerra; per questo
     avevano visto un ritorno molto graduale verso la nor-         motivo un miglioramento nei mesi successivi rappre-
     malità. Da questo punto di vista, fa ben sperare il risul-    senta un fatto del tutto fisiologico. In buona misura
     tato del mese di giugno, che vede il valore delle vendite     questa prima fase della recessione è stata molto lega-
     non alimentari avvicinarsi a quello dello scorso anno         ta ai provvedimenti di restrizione adottati in risposta
     (-4.4% la variazione anno si anno). A titolo di confron-      all’evoluzione dell’epidemia. Questo lascia sperare che
     to può essere interessante considerare anche le vendite       anche in prospettiva il quadro possa normalizzarsi, con
     di autoveicoli. I dati sulle immatricolazioni nel corso del   ulteriori recuperi dei livelli della domanda, anche se evi-
     lockdown evidenziano quasi un azzeramento delle con-          dentemente lascia aperti molti margini di incertezza,
     segne ai clienti, e ancora a maggio la variazione anno su     soprattutto legati all’eventualità di una seconda ondata
     anno si posizionava al -50%. La caduta si attenua quindi      del virus nella parte finale dell’anno.

     GRAFICO 12 - VENDITE AL DETTAGLIO, PRODOTTI ALIMENTARI
     DATI IN VALORE, VAR % A/A
     10
                    2,1                    8,8         4,8              5,1               3,5               0,5

      8

      6

      4

      2

      0
                gen-20                febbraio        marzo           aprile            maggio            giugno
     Fonte: Elaborazioni REF Ricerche su dati Istat

     GRAFICO 13 - VENDITE AL DETTAGLIO, PRODOTTI NON ALIMENTARI
     DATI IN VALORE, VAR % A/A
       10
                      1,0                   3,9         -37,9            -52,2             -21,0             -4,4

          0

      -10

      -20

      -30

     -40

      -50

     -60
                  gen-20                febbraio       marzo            aprile           maggio             giugno
     Fonte: Elaborazioni REF Ricerche su dati Istat

16   OSSERVATORIO NON FOOD 2020
GRAFICO 14 - IMMATRICOLAZIONI DI AUTO
DATI IN VALORE, VAR % A/A
   0

 -20

-40

-60

 -80

-100         -5,7                -8,6            -85,4   -97,5     -49,6    -23,1   -11,0
            gen-20             febbraio          marzo   aprile   maggio   giugno   luglio
Fonte: Elaborazioni REF Ricerche su dati Istat

                                                                                             17
I consumi Non Food
         Entrando nel dettaglio delle diverse voci del non         strano cadute in un range compreso fra il 30 e il 50%,
     alimentare, si osserva come le differenze nei compor-         con recuperi piuttosto marcati, che a giugno han-
     tamenti di acquisto siano state piuttosto marcate, tan-       no ricondotto la domanda su livelli prossimi a quelli
     to riguardo all’entità della caduta durante il lockdown,      dell’anno precedente.
     quanto rispetto al recupero nelle settimane successive.            Infine, vi sono due settori che hanno risentito me-
         Dal punto di vista della contrazione durante il perio-    no del lockdown.
     do del lockdown, vi è un gruppo di cinque settori mer-             Nel comparto dell’informatica marzo e aprile mo-
     ceologici che hanno registrato quasi un azzeramento           strano contrazioni legate però per lo più al fatto che il
     delle vendite in aprile: si tratta dell’abbigliamento,        boom della domanda ha portato a esaurire rapidamen-
     delle calzature, dell’arredamento e dei due settori           te le scorte; di fatto le famiglie non sono riuscite ad
     degli articoli ricreativi (foto-ottica, giochi e articoli     acquistare i prodotti desiderati (anche per le esigenze
     sportivi etc.). In questo caso sembra prevalere l’effetto     legate alle lezioni scolastiche online) dato che l’aumen-
     meccanico delle chiusure, che ha praticamente impe-           to degli acquisti da parte delle imprese ha mandato la
     dito le vendite. In alcuni casi (abbigliamento, scarpe) si    filiera in saturazione. La farmaceutica ha invece tenuto
     tratta di prodotti che presentano una forte stagionalità,     nel lockdown, evidenziando delle contrazioni in maggio
     per cui di fatto è andata persa un’intera stagione sen-       giugno; in questo ambito probabilmente si è verifica-
     za la possibilità di riproporre nei mesi immediatamente       ta una sostituzione fra i prodotti legati alla prevenzio-
     successivi i prodotti non venduti nel corso del periodo       ne dell’epidemia o alcuni farmaci ad essa legati, e altri
     primaverile. Si deve notare inoltre che per l’abbiglia-       prodotti. I dati dell’Istat tracciano quindi un quadro di
     mento e il calzaturiero il recupero è stato solo parziale:    normalizzazione progressiva, ma incompleta, dei com-
     difatti, nonostante un deciso miglioramento rispetto a        portamenti di spesa una volta terminato il lockdown.
     marzo-aprile, le vendite di giugno erano ancora del 12%       Inoltre, va considerato che all’interno dei diversi com-
     inferiori a un anno prima. Diversamente, negli altre tre      parti vi sono prodotti che in questa fase stanno eviden-
     comparti il recupero è stato completo, con livelli del-       ziando accelerazioni trainate da incentivi fiscali ad hoc;
     le vendite che per giochi e arredamento risultavano in        si pensi ai prodotti legati alla mobilità (biciclette, mono-
     crescita anno su anno a giugno. Si tratta di primi au-        pattini elettrici, auto) o alcuni ecoincentivi (ad esempio
     menti, che segnano un tentativo di “recuperare” parte         per i condizionatori nelle abitazioni) che potrebbero
     delle spese non effettuate in precedenza.                     quindi venire seguite da nuove riduzioni al termine de-
         Per quasi tutti gli altri settori nel lockdown si regi-   gli incentivi.

     TAVOLA 1 - VALORE DELLE VENDITE AL DETTAGLIO: LA CADUTA NEL LOCKDOWN
     VAR % A/A
                                                                          GEN       FEB      MAR        APR     MAG        GIU
     Totale                                                                 1,5      6,1     -18,9    -26,7     -10,5      -2,2
     Alimentare                                                             2,1      8,8        4,8       5,1      3,5      0,5
     Non Alimentare                                                         1,0      3,9    -37,9     -52,2     -21,0     -4,4
     - farmaci ed altri prodotti terapeutici                               -1,8      4,5       -3,9      -3,8    -14,3      -9,1
     - abbigliamento e pellicce                                            0,9       2,9     -61,3    -83,5     -39,9     -12,3
     - calzature, articoli in pelle e da viaggio                            1,9      2,7    -60,2     -89,4      -35,1    -12,8
     - mobili ed articoli tessili e di arredamento per la casa             2,0       3,5     -51,8    -85,5      -27,7     10,4
     - elettrodomestici, radio, televisori e registratori                    1,3     5,3    -40,5     -45,5      -13,3     -2,3
     - dotazioni per l’informatica, la telefonia e le telecomunicazioni      2,1     5,5     -15,9      -17,4      11,3      15,1
     - foto-ottica, pellicole, cd, audio-video e strumenti musicali         1,8       4,1     -55,1    -73,9     -37,5     -3,5
     - generi casalinghi durevoli e non durevoli                           0,5       7,8     -18,8    -28,6       -4,9      -0,1
     - utensileria per la casa e ferramenta                                2,0       6,6     -37,2    -40,6         6,1      5,4
     - prodotti di profumeria e per la cura della persona                  3,3       4,9    -34,7     -35,5       -11,5    -6,9
     - prodotti di cartoleria, libri, giornali e riviste                  -0,8        1,1    -41,9     -47,5     -21,7      -7,8
     - giochi, giocattoli, articoli per lo sport ed il campeggio            1,8      2,3     -56,1    -83,3      -15,6        8,1
     - altri prodotti non precedentemente classificati                        1,1    2,7    -34,2     -43,8     -24,5      -8,2
     Fonte: elaborazioni REF Ricerche su dati Istat

18   OSSERVATORIO NON FOOD 2020
Il boom delle vendite online
    Oscillazioni così ampie come quelle descritte riflet-               L’epidemia ha quindi fornito un impulso a realizzare in
tono comportamenti di spesa del tutto anomali, ed è                     tempi brevi un cambiamento che probabilmente si sa-
normale che possano essere associate anche a variazio-                  rebbe comunque verificato in maniera più graduale nei
ni nei formati distributivi. In alcuni casi può trattarsi di            prossimi anni. Naturalmente, si tratta di un mutamen-
comportamenti di breve periodo, destinati a esaurirsi                   to della struttura produttiva rilevante e non esente da
una volta terminata l’epidemia. In altri è possibile che                costi, come in tutte le fasi di adattamento a un nuovo
le tendenze dei mesi scorsi rappresentino un cambia-                    regime. D’altra parte, l’economia italiana prima dell’e-
mento nei comportamenti destinato a protrarsi anche                     pidemia era in una situazione di relativa arretratezza
una volta superata la crisi del Covid-19. Fra questi cer-               rispetto agli altri paesi nell’utilizzo delle nuove tecno-
tamente risalta il forte aumento delle consegne online.                 logie. È quindi possibile che la crisi del Covid-19 abbia
    Le vendite online erano su un trend crescente già da                rappresentato uno stimolo a ridimensionare il nostro di-
alcuni anni, replicando in Italia le tendenze osservate                 vario; se questo cambiamento forzato avrà stimolato le
in altri paesi. Nel secondo trimestre l’aumento anno su                 imprese a compiere un salto tecnologico, nei prossimi
anno ha superato il 40%, ma sarebbe stato certamente                    anni ne potrebbero derivare effetti positivi sulla produt-
anche maggiore se la distribuzione online non avesse                    tività e sul tasso di crescita dell’economia.
raggiunto di fatto la saturazione della propria capacità.

 GRAFICO 15 - VENDITE AL DETTAGLIO, COMMERCIO ELETTRONICO
 DATI IN VALORE, VAR % A/A
 50
        5,0     7,0    6,2     6,5    12,9 12,8 21,1         12,3 9,2   13,9 10,2 13,7   13,6 13,9 23,4 19,7 17,2      43,9

40

 30

 20

 10

  0
         16      II     III    IV      17         II   III   IV    18    II   III   IV    19    II    III   IV    20     II
 Fonte: Elaborazioni REF Ricerche su dati Istat

                                                                                                                                     19
L’impatto sulle imprese del crollo delle vendite
         Un aspetto di rilievo è che il lockdown ha operato          degli ammortizzatori sociali, la capacità di gestire le va-
     generando una contrazione anomala dei fatturati este-           riazioni dei magazzini di prodotti finiti, e una struttura
     sa a diversi settori con una intensità che ha riflesso le       finanziaria in grado di reggere a variazioni significati-
     esigenze di separazione fisica, tanto nel processo di           ve degli incassi. Naturalmente, anche per questi settori
     produzione che nella fase del consumo, oltre che sul-           contrazioni dell’ordine dell’80% non sono sostenibili se
     la base del fatto che si trattasse o meno di prodotti di        si protraggono più di qualche settimana; d’altra parte,
     prima necessità, per i quali dunque la fornitura andava         comparti che in genere presentano una domanda più
     garantita.                                                      stabile possono non disporre neanche degli strumenti
         La contrazione dei fatturati è stata quindi molto           per governare l’instabilità ciclica, e quindi possono ri-
     marcata anche in comparti che normalmente non pre-              sentire in misura maggiore di una contrazione ampia
     sentano oscillazioni particolarmente pronunciate della          delle vendite, andando incontro facilmente a problemi
     domanda, anche nelle fasi di recessione.                        di liquidità, con conseguenze per i pagamenti per tutte
         Difatti, nelle fasi cicliche normali le fluttuazioni dei    le imprese a monte delle rispettive filiere.
     consumi tendono a essere ampie soprattutto per i beni                Questo tipo di difficoltà è poi acuito nel caso delle
     durevoli, come ad esempio l’auto o l’arredamento. Altri         imprese di piccola dimensione, che in genere hanno an-
     prodotti, invece, evidenziano normalmente oscillazioni          che una struttura finanziaria più fragile; non è un caso
     meno accentuate.                                                che si tema che siano proprio le Pmi a risultare più vul-
         Questo aspetto rileva anche ai fini della capacità          nerabili in questa fase. Il rischio è che alcune imprese,
     delle imprese di gestire le oscillazioni dell’attività pro-     non riuscendo a reggere l’urto della crisi, vadano incon-
     duttiva: vi sono settori dove la filiera è organizzata per      tro al default prima che i livelli della domanda si norma-
     adattarsi a oscillazioni cicliche della domanda, ad esem-       lizzino.
     pio attraverso la flessibilità delle ore lavorate, l’utilizzo

20   OSSERVATORIO NON FOOD 2020
La reazione dei produttori
    L’andamento delle vendite ha riscontro in quello            bili potrebbe configurare un semplice posticipo dell’ac-
della produzione industriale. Difatti, sebbene i settori        quisto. Una situazione simile emerge per l’auto, dove da
dell’Industria possano collocare la propria produzione          giugno riprendono le vendite e in parte la produzione e,
anche sui mercati esteri, va considerato che l’esperien-        soprattutto, migliora chiaramente il mood delle impre-
za del lockdown ha portato a una articolazione setto-           se. In questo caso con buona probabilità il recupero si è
riale delle variazioni della domanda molto simile nei di-       verificato anche grazie agli effetti degli incentivi gover-
versi paesi. Per questa ragione, i settori più colpiti dalla    nativi al rinnovo del parco auto.
caduta delle vendite in Italia lo sono anche a seguito               Altri spunti di interesse riguardano infine l’andamen-
della caduta delle vendite sui mercati esteri.                  to dei prezzi. Come si può osservare dai grafici relativi
    Questo è un ulteriore amplificatore delle oscillazio-       all’andamento dei prezzi nei principali settori merceolo-
ni della domanda: se in altri episodi di crisi le imprese       gici del Non Food (inclusi nelle schede sui settori nelle
industriali colpite dalla caduta dei consumi avevano            pagine finali del capitolo), nella maggior parte dei casi
potuto recuperare parte del terreno perduto attraverso          le dinamiche si mantengono bassissime, quando non
maggiori esportazioni, questa volta domanda interna e           di segno negativo. Tuttavia, in diversi settori si osserva
estera si sono mosse in contemporanea, un elemento              qualche primo segnale di aumento dell’inflazione (o di
che ha quindi ulteriormente acuito la crisi.                    attenuazione della deflazione). Va ricordato difatti che
    Nella tavola si mostra la variazione anno su anno           in molte filiere del non alimentare negli ultimi due-tre
dell’indice della produzione industriale nei principa-          anni si erano materializzate forti pressioni al ribasso sui
li settori del Non Food; per confronto si mostra anche          prezzi dei prodotti, legate all’inasprimento della com-
l’andamento nell’industria alimentare e in quella delle         petizione, anche per effetto dell’aumento delle quote di
bevande. Inoltre, il confronto delle vendite e dei dati di      mercato delle vendite online. L’inflazione di questi pro-
produzione è possibile attraverso i grafici inclusi nelle       dotti è quindi risultata a lungo vicina a zero, e in diver-
schede sui settori merceologici nelle pagine finali di          si casi negativa, ed è stata frequentemente associata a
questo capitolo.                                                compressioni dei margini delle imprese. Il fatto che le
    Il tratto che emerge è quello di un recupero dei livelli    imprese in questa fase, caratterizzata da ampi eccessi
produttivi in maggio-giugno, anche se non completo. I           di capacità produttiva, provino a cercare qualche spa-
livelli della produzione industriale difatti solo in pochi      zio per uscire dalla fase di deflazione può essere ricon-
casi (giocattoli, articoli sportivi, apparecchi per uso         dotto al fatto che stanno aumentando i costi unitari, per
domestico) recuperano una quota significativa delle             effetto di un abbassamento della produttività.
perdite di marzo-aprile.                                             La relativa debolezza della domanda finale, anche
    A questi settori vanno aggiunti i comparti del Non          nel periodo successivo alle riaperture, ha conseguenze
Food nei quali la produzione si era ridotta poco anche          negative anche sull’efficienza della produzione. Molte
durante il lockdown (farmaceutica e prodotti per la             imprese hanno fronteggiato il calo della domanda at-
cura della casa e della persona); aggiungendosi all’a-          traverso il ricorso alla Cassa integrazione, ma questo
limentare, questi settori definiscono un nocciolo duro          comporta che lungo tutte le filiere vi è un utilizzo del-
dell’industria dei beni di consumo che ha sostanzial-           la capacità produttiva inferiore al potenziale. Inoltre, le
mente tenuto.                                                   stesse misure di distanziamento all’interno delle azien-
    Altri settori sono invece più in ritardo nel percorso       de e nei punti vendita portano in diversi casi a perdite
di recupero dei livelli produttivi. Fra questi soprattutto      di efficienza. In queste condizioni i costi di produzione
l’abbigliamento e il calzaturiero denunciano ancora un          tendono a registrare nel breve spinte al rialzo, che in ta-
ampio differenziale rispetto ai livelli produttivi pre-crisi.   luni casi possono venire acuiti dai problemi di approvvi-
Non a caso si tratta di settori nei quali le aspettative        gionamento di alcuni intermedi provenienti dall’estero,
di produzione delle imprese con le riaperture non sono          da paesi a loro volta frenati dall’adozione di misure di
migliorate. Inoltre, le imprese ritengono che la consi-         distanziamento.
stenza dei magazzini di prodotti finiti sia eccessiva, un            L’aumento dei costi unitari di produzione rappre-
segnale del fatto che nei mesi passati si sono accumula-        senta un problema rilevante per le imprese, soprat-
te scorte indesiderate.                                         tutto considerando che le difficili condizioni dal lato
    Anche l’arredo e gli elettrodomestici fra marzo e           della domanda ostacolano la completa traslazione a
maggio hanno registrato un crollo marcato delle ven-            valle di tali maggiori costi sui prezzi finali pagati dai
dite e della produzione. In entrambi i casi però da             consumatori.
giugno sembra emergere un recupero abbastanza                        In poche parole, la crisi del Covid-19 spinge le impre-
pronunciato, con riscontri anche nelle aspettative di           se a contendersi gli spazi di mercato limitando gli au-
produzione delle imprese. La differenze rispetto all’ab-        menti dei prezzi dei beni, ma al contempo ne aumenta
bigliamento sta probabilmente anche nella stagionalità          i costi di produzione. Un quadro che, se si dovesse pro-
dei prodotti, per cui le vendite di vestiario e calzature       trarre, risulterebbe certamente fortemente penalizzan-
non realizzate in primavera non vengono recuperate nei          te per i margini di profitto delle aziende che operano
mesi estivi. Viceversa, parte dei mancati acquisti di mo-       all’interno di queste filiere.

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TAVOLA 2 - INDICE DELLA PRODUZIONE INDUSTRIALE
     VAR % A/A
                                                                 GEN        FEB       MAR      APR        MAG       GIU
     Totale industria al netto delle costruzioni                 -0,6       -2,4     -29,4    -43,4      -20,6     -13,7
     Alimentare                                                   4,1         2,1     -6,5     -5,0        -6,8     -2,5
     Bevande                                                     15,2        1,6       -9,7   -23,3       -18,4     -7,5

     Farmaceutica                                                   0,4        1,4     -8,7       -6,6     -5,2        -6,1
     Saponi e detergenti, profumi e cosmetici                      -7,3      -5,7      -9,8       -6,3      -1,6     -2,0
     Articoli di abbigliamento                                   -15,3     -23,2      -57,4     -76,7    -36,9     -20,9
     Calzature, articoli in pelle e da viaggio                   -10,0      -15,6    -54,7      -93,5    -40,6     -28,6
     Arredamento                                                    8,9       0,8    -52,3      -82,7     -29,1     -10,6
     Apparecchi per uso domestico                                  0,0       -2,7    -54,0       -75,1     -6,2        -2,1
     Elettronica di consumo audio e video                           11,3      -2,1   -28,0      -86,7     -14,5     -31,4
     Stampa e servizi connessi alla stampa                        -6,4        8,8     -14,2    -30,4       -13,1     -17,6
     Articoli di coltelleria, utensili e oggetti di ferramenta      -6,1     -4,7     -37,7      -51,8   -20,8        -16,1
     Giochi e giocattoli                                          10,5        7,4    -32,9     -50,2        0,3         0,1
     Articoli sportivi                                           20,4        12,0     -18,0    -90,9         1,6      21,8
     Gioielleria                                                   12,5       9,9    -56,6     -94,5      -68,1    -28,7
     Autoveicoli                                                  -3,5       -0,3     -73,3   -100,0     -60,0     -45,0
     Fonte: elaborazioni REF Ricerche su dati Istat

22   OSSERVATORIO NON FOOD 2020
Cambiano gli scenari: quanto, cosa e come
consumeremo?
    Le tendenze esaminate hanno messo in luce ampie             vo, perché richiederà anche di trasformare le modalità
variazioni dei comportamenti di spesa legate ai tempi           di produzione dell’energia.
di diffusione del virus e al diverso grado di restrizione           Cambieranno quindi anche i processi di produzione
imposto dalle misure di distanziamento. La natura stes-         e le modalità attraverso cui avvengono i consumi. Al
sa di questo tipo di shock suggerisce come esso pos-            centro della trasformazione vi sono innanzitutto le in-
sa essere destinato a esaurirsi spontaneamente, come            novazioni legate alla digitalizzazione, e la spinta delle
nelle epidemie del passato, anche se con tempi tuttora          politiche ad accelerare nella transizione verso un’orga-
molto incerti, che potrebbero essere accelerati nel caso        nizzazione dell’economia urbana a minore impatto am-
in cui venisse avviata la produzione di massa di un vac-        bientale. Cambierà la mobilità, specie nei centri urbani,
cino efficace.                                                  assecondata in questo dal fatto che dopo l’epidemia lo
    Le oscillazioni della domanda che abbiamo osserva-          smartworking certamente si ridimensionerà, ma non
to nei mesi scorsi, per loro natura riconducibili alle con-     verrà abbandonato del tutto; questo aiuterà a ridurre i
seguenze dell’epidemia e dunque circoscritte dal punto          tempi del commuting e le congestioni legate al traffico,
di vista temporale, potrebbero però rappresentare sol-          ridisegnando i confini delle aree commerciali.
tanto un primo effetto di questa crisi. Non si può difatti          Con lo smartworking si trasformano i flussi cen-
escludere che la crisi del Covid-19 abbia innescato an-         tro-periferia, con una minore pressione sui centri delle
che dei cambiamenti destinati a persistere anche una            grandi città e una diversa organizzazione dei tempi e
volta superata l’emergenza sanitaria.                           delle caratteristiche dello shopping. Le innovazioni nel-
    In particolare vi sono effetti che potrebbero mo-           le fasi a valle delle filiere, con la diffusione del canale
dificare i livelli della domanda delle famiglie (quanto         delle vendite online si assoceranno a nuove modalità di
consumeremo?), la sua composizione (cosa consume-               fruizione degli spazi urbani, data la riduzione degli spa-
remo?), e le modalità dei processi di produzione (come          zi occupati dagli esercizi commerciali e in parte dagli
consumeremo?).                                                  uffici nei centri storici.
    Il primo aspetto è legato al fatto che uno shock di             Come si vede, la crisi del Covd-19 avvierà grandi
così ampia portata ha certamente segnato le aspetta-            cambiamenti che per ora è possibile solo tracciare per
tive. Le famiglie, che, come abbiamo visto, hanno regi-         linee generali. Molti di questi dipenderanno dalle rispo-
strato un forte aumento del tasso di risparmio nei mesi         ste che i sistemi produttivi sapranno fornire in termini
del lockdown, potrebbero non normalizzare del tutto             di innovazione tecnologica e rapidità di adeguamento
i comportamenti di spesa anche dopo il termine della            alla diversa struttura della domanda. Vedremo cioè da
pandemia. In altri termini, le preferenze potrebbero es-        una parte molte attività in crisi, con poche opportunità
sersi modificate a favore di comportamenti prudenziali,         di crescita, ma allo stesso tempo si apriranno spazi in
spingendo quindi a mantenere un saggio di risparmio al          nuovi settori.
di sopra dei livelli pre-crisi, il che ostacolerebbe il pieno       Il problema che emerge in questi casi è quello del
recupero dei livelli della domanda nei prossimi anni.           mismatch fra le caratteristiche della domanda e quel-
    Oltre al cambiamento nel livello, potrebbe modi-            le dell’offerta: non sempre lavoratori e imprese sono
ficarsi anche la composizione della spesa stessa. Nel           nelle condizioni di adattarsi a questa trasformazione
breve periodo la ricomposizione sarà dettata dai vari           adeguandosi al nuovo contesto, o spostandosi da alcu-
incentivi fiscali, che andranno a sostenere gli acquisiti       ne produzioni verso altre. Questo può allora portare al
di alcuni prodotti. Le politiche saranno però orientate         paradosso dell’aumento della disoccupazione per i la-
anche nel medio termine a spostare la domanda al fi-            voratori che provengono dai settori dove la produzione
ne di assecondare la transizione verso una riduzione            cade, a fronte di problemi di carenza di lavoratori nei
dell’impatto ambientale delle attività economiche: la           settori in crescita; allo stesso modo possono verificarsi
fiscalità andrà sempre più a penalizzare le emissioni di        chiusure di imprese in alcuni settori, senza che le impre-
CO2, il packaging non degradabile e non riciclabile. Più        se esistenti siano in grado di realizzare tutti gli investi-
in generale, gli stili di vita legati alla produzione delle     menti necessari nei settori a domanda più dinamica.
emissioni saranno scoraggiati, con effetti sui costi di             Le sfide poste dalla crisi del Covid-19 non si esau-
produzione relativi dei diversi prodotti: andremo ver-          riranno dunque in tempi brevi. Le imprese vincenti di
so beni necessariamente più costosi, ma anche con un            questa sfida saranno quelle che sapranno adattarsi me-
contenuto di valore aggiunto superiore. La transizione          glio e più velocemente al cambiamento, trasformando
nei prossimi venti anni dal motore a scoppio verso l’e-         questa crisi in una opportunità.
lettrico sarà certamente il cambiamento più significati-

                                                                                                                               23
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