ODG, DE PETRIS LEU SENATO, SU RICONVERSIONE A METODO DI E
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Odg, De Petris LeU Senato, su riconversione a metodo di allevamenti estensivi e pascolivi ed a sistemi senza gabbie Atto Senato Ordine del Giorno 0/2207/16/05 presentato da LOREDANA DE PETRIS martedì 8 giugno 2021, seduta n. 411 Il Senato, In sede di esame dell’articolo 1, comma 2, lettera h) Premesso che: La strategia Farm to Fork all’interno del Green Deal impegna gli Stati Membri e migliorare le condizioni degli animali negli allevamenti, avviando una transizione verso un’agricoltura più sostenibile. Il report di Chatham House, “Gli impatti del sistema alimentare sulla perdita di biodiversità” lanciato in collaborazione con il Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (UNEP) e Compassion in World Farming, ha identificato il sistema alimentare come prima causa di perdita di biodiversità, indicando la transizione verso un’agricoltura più sostenibile fra le “leve” che consentiranno di salvare la capacità degli esseri umani di continuare a produrre cibo di
qualità per tutti. I consumatori sono sempre più attenti alle condizioni in cui sono allevati gli animali: secondo Eurobarometro 2016 l’82 per cento degli europei riteneva che il benessere degli animali dovrebbe essere meglio tutelato e secondo Eurobarometro 2018 l’accento dell’opinione pubblica si era spostato dall’approvvigionamento di cibo su, fra l’altro, il benessere animale. Recentemente nelle regioni Emilia Romagna (4 maggio 2021) e Abruzzo (27 maggio 2021) sono state approvate risoluzioni che impegnano Le Giunte regionali a una transizione a sistemi senza gabbie e con maggiore benessere animale. L’Iniziativa dei Cittadini Europei End the Cage Age che chiede la fine dell’uso delle gabbie negli allevamenti ha raccolto 1,4 milioni di firme di cittadini europei, di cui circa 90.000 italiani. Adottando una risoluzione sull’Iniziativa dei Cittadini Europei “End the Cage Age”, che chiede la dismissione delle gabbie negli allevamenti, il 21 maggio 2021 la Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo ha chiesto alla Commissione UE una revisione della direttiva europea sugli animali negli allevamenti 98/58/EC, “con l’obiettivo di dismettere l’uso delle gabbie negli allevamenti dell’UE”, guardando al 2027 come data per la dismissione, Impegna il Governo a: valutare la necessità di impegnare una parte cospicua delle risorse del Piano Nazionale complementare disponibili per i contratti di filiera e distrettuali per i settori dell’agroalimentare, pesca e acquacoltura al fine di sostenere gli allevatori nella riconversione a metodo di allevamenti estensivi e pascolivi, come l’allevamento all’aperto, grass fed e quello biologico, a sistemi senza gabbie per galline, scrofe, conigli, vitelli e quaglie e a sistemi a stabulazione
Libera per vacche da latte (eliminazione “posta”). (0/2207/16/5) De Petris, Errani, Grasso, Laforgia, Ruotolo, Buccarella Dl Ristori in stallo in Bilancio su sollecitazione Casellati. Intanto saltati tutti emendamenti di natura agricola Working in progress per il Dl Ristori al vaglio dell’aula del Senato. Dopo una ricognizione – da quanto apprende AGRICOLAE – degli uffici del Premier Giuseppe Conte per verificare le presenze – e i voti – in aula al fine di garantire il placet di Palazzo Madama al decreto deputato a dare sostegno alle filiere maggiormente colpite dalla pandemia Covid 19, i lavori si sono ora inceppati in Commissione Bilancio dove si sta valutando ennesimo parere sollecitato dal presidente del Senato. Maria Elisabetta Alberta Casellati ha infatti sospeso l’aula e rinviato alla commissione presieduta da Daniele Pesco, M5S. Nella discussione e nella trasformazione del decreto in maxiemendamento sono invece saltati tutti gli emendamenti di natura agricola. Resta poi in stallo l’emendamento De Bonis-De Petris sulla proroga della convenzione Caa Agea su cui c’è stato parere negativo da parte del governo e che ha creato non poche tensioni nel corso della conta dei voti del pomeriggio.
Con la ‘promessa’ di inserirlo all’interno del Milleproroghe, cosa però difficilmente realizzabile. Agea-Caa. Affare assegnato al Senato. M5S, Fratelli d’Italia, Forza Italia e Misto presentano emendamenti. Maggioranza governo spaccata su convenzione Pagliardini La politica non ci sta all’esclusione dei professionisti dalla convenzione Caa- Agea. E dopo aver prodotto interrogazioni da parte del gruppo del Partito Democratico e dal Gruppo del Misto al Senato, e note contro da parte della Lega e interrogazioni Forza Italia, ora si passa agli emendamenti presentati al Dl Ristori che sarà al vaglio della V e VI commissione di Palazzo Madama già dalla prossima settimana. Mentre la commissione Agricoltura del Senato inserisce la questione tra gli affari assegnati. Uno scontro tra l’Agea di Pagliardini e gli agronomi di Orlandi che spacca la maggioranza con il Partito democratico che al Senato firma – tutto – l’interrogazione parlamentare al ministro Bellanova e il Movimento Cinque Stelle, che assieme a Misto, Forza Italia e Fratelli d’Italia chiede il rinvio dell’entrata in vigore della nuova convenzione per vederci
chiaro. Anche in attesa della discussione in ComAgri. Quattro emendamenti ‘fotocopia’ presentati da De Carlo, Calandrini e De Bertoldi per Fratelli d’Italia, dal gruppo Misto a firma De Bonis e De Petris, a firma Pichetto e Toffanin per Forza Italia, e a firma Trentacoste per il Movimento Cinque Stelle, lo stesso del sottosegretario Mipaaf Giuseppe L’Abbate che ha avvallato invece la riforma in commissione Agricoltura. Scatenando l’ira nelle commissioni. Emendamento AS1994 6.0.5 De Carlo, Calandrini, De Bertoldi 1- al fine di favorire lo svolgimento delle attività di assistenza alle imprese agricole rallentate dalle misure per contenere la diffusione dell’epidemia Covid, il termine del 20 novembre 2020 per la formalizzazione della sottoscrizione delle convenzioni tra gli organi pagatori e i centri di assistenza agricola Caa di cui all’articolo 6 del decreto legislativo 21 maggio 2018 n.74, è prorogato al 31 gennaio 2021. 2- Alla’erticolo 6, comma 3 del decreto elgislativo 21 maggio 2018 numero 74, dopo il primo periodo è aggiunto il seguente: per l’esercizio delle proprie attività il Caa e le società di cui esso si avvale possono operare attraverso dipendenti o collaboratori iscritti in ordini e collegi purché abbiano comprovata esperienza e affidabilità nella prestazione di
attività di consulenza in materia agricola e adempiano ad obbligi di natura lavorsitica, fiscale, previdenziale, assistenziale de assicurativa. 3- dalle disposizioni di cui ai commi 1 e 2 non derivano nuovi o maggiori oneri per la finanzia pubblica. Emendamento AS 1994 7.0.17 De Bonis De Petris 1- al fine di favorire lo svolgimento delle attività di assistenza alle imprese agricole rallentate dalle misure per contenere la diffusione dell’epidemia Covid, il termine del 20 novembre 2020 per la formalizzazione della sottoscrizione delle convenzioni tra gli organi pagatori e i centri di assistenza agricola Caa di cui all’articolo 6 del decreto legislativo 21 maggio 2018 n.74, è prorogato al 31 gennaio 2021. 2- all’articolo 6, comma 3 del decreto legislativo 21 maggio 2018 n.74 sono apportate le seguenti modificazioni: a) al comma 3 dopo il primo periodo è aggiunto il seguente: per l’esercizio delle proprie attività il Caa e le società di cui esso si avvale possono operare attraverso dipendenti o collaboratori iscritti in ordini e collegi purché abbiano comprovata esperienza e affidabilità nella prestazione di attività di consulenza in materia agricola e adempiano agli obblighi di natura lavoristica, fiscale, previdenziale, assistenziale ed assicurativa. b) al comma 6, dopo la parola ‘dipendente’ sono aggiunte le seguenti ‘e dei collaboratori iscritti in ordini e collegi’
3. dalle disposizioni di cui ai commi 1 e 2 non derivano nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica. Emendamento AS 1994 7.0.18 Trentacoste Al fine di favorire lo svolgimento delle atività di assistenza alle imprese agricole, rallentate dalle misure per contenere la diffusione dell’epidemia Covid, il termine per la formalizzazione della sottoscrizione delle convenzioni, di cui all’articolo 6, comma 1 del decreto legislativo 21 maggio 2018 n.74, tra gli organismi pagatori e i centri di assistenza agricola autorizzati CAA, è prorogato al 31 gennaio 2021. 2 – All’articolo 6 comma 3 del decreto legislativo 21 maggio 2018 n.74 dopo il primo periodo è inserito il seguente: “per l’esercizio delle attività di cui al precedente periodo, i collaboratori iscritti in ordini e collegi purché abbiano comprovata esperienza e affidabilità nella prestazione di attività di consulenza in materia agricola e adempiano agli obblighi di natura lavoristica, fiscale, previdenziale, assistenziale ed assicurativa”. 3- dalle disposizioni di cui ai commi 1 e 2 non derivano nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica. Emendamento AS 1994 7.0.19 Pichetto Toffanin
1- al fine di favorire lo svolgimento delle attività di assistenza alle imprese agricole rallentate dalle misure per contenere la diffusione dell’epidemia Covid, il termine del 20 novembre 2020 per la formalizzazione della sottoscrizione delle convenzioni tra gli organi pagatori e i centri di assistenza agricola Caa di cui all’articolo 6 del decreto legislativo 21 maggio 2018 n.74, è prorogato al 31 gennaio 2021. 2- all’articolo 6, comma 3 del decreto legislativo 21 maggio 2018 n.74 dopo il primo periodo è aggiunto il seguente: per l’esercizio delle proprie attività il Caa e le società di cui esso si avvale possono operare attraverso dipendenti o collaboratori iscritti in ordini e collegi purché abbiano comprovata esperienza e affidabilità nella prestazione di attività di consulenza in materia agricola e adempiano agli obblighi di natura lavoristica, fiscale, previdenziale, assistenziale ed assicurativa. 3- dalle disposizioni di cui ai commi 1 e 2 non derivano nuovi o maggiori oneri per la finanzia pubblica. Era già stato scritto: Esclusione liberi professionisti da convenzione Agea-Caa, Pd Senato fa interrogazione: ancora un appello a ministro Bellanova Agea, Lega: Contraddizione clamorosa. Tutelare eccellenze professionali dei Caa e posti lavoro
Agea, Agrotecnici: le capriole lessicali del sottosegretario Mipaaf per giustificare macelleria sociale dei professionisti Ieri il Sottosegretario al Ministero dell’Agricoltura, On. Giuseppe L’ABBATE (M5S), ha risposto per conto del Governo all’interrogazione parlamentare presentata dal Sen. DE BONIS ed altri (DE PETRIS, DE FALCO, LONARDO, MARTELLI, NUGNES, DRAGO, BINETTI, BUCCARELLA, GIARRUSSO, SACCONE, PACIFICO) sul pervicace tentativo di AGEA di “eliminare” dal settore dei CAA i liberi professionisti (Agrotecnici ed Agrotecnici laureati, Dottori Agronomi e Forestali, Periti agrari), obbligandoli alla chiusura degli studi professionali. Fra l’altro i parlamentari interroganti evidenziavano l’illegittimità dell’espulsione dei professionisti e la grave discriminazione patita, in quanto la loro presenza è espressamente prevista dalle norme istitutive dei CAA. Andava poi chiarita la questione della “genesi” di questa iniziativa; si ricorda che il 12 novembre scorso la Ministra Bellanova, in Parlamento, aveva espressamente dichiarato che derivava da “precise richieste comunitarie”, producendo uno stupore generale, perchè nessuno conosce nè ha mai visto queste “richieste”. Nessuno le ha mai viste perchè, scopriamo ora dalla risposta del Sottosegretario L’ABBATE, queste “richieste europee” non esistono e che non esiste nemmeno una qualunque norma europea in tal senso. Nell’evidenziare come almeno 2.000-2.500 professionisti
dovranno per questo chiudere gli studi e così perdere la fonte del proprio lavoro, l’On. L’ABBATE giustifica questa macelleria sociale affermando che ciò sarebbe “…in linea con quanto richiesto dall’Unione europea, non solo in astratto -e cioè sul piano della regolamentazione in precedenza già esposto- ma anche in concreto, con riferimento alla relazione della certificazione dei conti per l’Esercizio finanziario 2019, in cui chiede espressamente all’Organismo pagatore AGEA di rafforzare il controllo sugli organismi delegati.” Ricapitoliamo: l’Unione Europea ha chiesto ad AGEA di “rafforzare il controllo sugli organismi delegati”, cioè sui CAA, e l’On. L’ABBATE traduce il “maggior controllo” (che vorrebbe dire, ad esempio, regole oggettive più stringenti oppure un maggior numero di ispezioni nei CAA da parte dei molti Enti a ciò preposti) nell’espulsione di tutti i liberi professionisti (laureati o diplomati, in possesso di una abilitazione dello Stato e soggetto a obblighi deontologici), per sostituirli con dipendenti (quindi persone assolutamente eterodirette e soggette agli ordini del proprio datore di lavoro) prive di qualunque titolo di studio, di qualsivoglia abilitazione e senza nessun obbligo formativo. Non è fantastica “l’interpretazione” dell’On. L’ABBATE? Forse lui ha capito “maggior controllo sindacale”? Certo, tutto questo renderà disoccupati oltre 2.500 professionisti, ma è un dettaglio! Del resto, “qualcuno” ne godrà, acquisendo senza sforzo le aziende oggi gestite dai professionisti espulsi “per legge”. Da questo Governo. Andrà ricordato. Qui di seguito AGRICOLAE pubblica l’interrogazione del gruppo Misto e la risposta del Sottosegretario Mipaaf Giuseppe L’Abbate: allegato – interrogazione parlamentare Sen. De Bonis ed altri allegato –
risposta Sottosegretario On. L’Abbate Nuovi casi Covid nella GDO: presentata interrogazione in Senato da Fattori, De Petris, Binetti, Nugnes, Di Marzio, Vanin, De Falco e Buccarella “Viviamo un momento senza precedente dal punto di vista sociale e democratico e non dobbiamo permettere che regolamenti interni di aziende private possano derogare o quantomeno dare adito a interpretazioni rispetto alle leggi nazionali, ancora meno nel momento di pandemia dove l’attenzione alla salute deve essere massima e le tutele dei lavoratori rimanere un pilastro inamovibile” Commenta la Senatrice Elena Fattori all’indomani del deposito di un’interrogazione firmata anche dai senatori Di Marzio, Nugnes, De Petris, Vanin, Buccarella, de Falco e Binetti, relativa alla denuncia dei Cobas di Unicoop Tirreno sull’aumento dei casi all’interno dei punti vendita e il diniego a poter tenere il cellulare a portata di mano con la conseguente impossibilità sia di consultare la app Immuni, sia di essere reperibili in caso di necessità rispetto alla situazione dei figli a scuola (http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/showText?tipodoc=Sindis p&leg=18&id=1178130). Su segnalazione di una dipendente che aveva necessità di essere rintracciabile per le disposizioni scolastiche
dell’istituto del proprio figlio, il sindacato Cobas aveva inviato una lettera di richiesta di deroga all’articolo 49 del regolamento dei dipendenti che vieta di tenere con sè il cellulare privato. La risposta di diniego è risultata alquanto sorprendente, soprattutto perchè in violazione dei dispositivi e dei protocolli anti Covid che vogliono un monitoraggio costante sullo stato di salute delle persone, soprattutto di quelle maggiormente esposte come gli eroici dipendenti della gdo che sono a costante contatto con il pubblico. “Durante il lockdown e ancora oggi, i lavoratori del settore alimentare hanno continuato a lavorare senza sosta garantendo il cibo in tavola alle famiglie italiane. Stoicamente non si sono sottratti al contatto con il pubblico, rimanendo, insieme a tante altre categorie, in esposizione costante al virus.” Aggiunge la Fattori, che chiude:” Davvero questo mi sembra un caso di chiusura. Inoltre la app Immuni nasce proprio con l’obiettivo di avere una piattaforma nazionale condivisa in cui poter dare e avere informazioni su contatti ravvicinati con positivi da Covid 2. Dunque, allo stato attuale e anche contrariamente ad altri precetti del codice civile e costituzionali, questo diniego è quantomeno inopportuno. Invito dunque tutte le grandi aziende che limitano la libertà di utilizzo dei propri dispositivi e in generale che non rispettino i protocolli anti Covid, a fare un passo indietro e ad anteporre i lavoratori al concetto di catena di produzione”. CANNABIS, DE PETRIS (LEU): RISPETTO DECISIONE CASELLATI
MA MISURA ERA IN LINEA CON L. BILANCIO. ORA DISEGNO LEGGE PER EVITARE DANNO ECONOMICO “Le dichiarazioni di inammissibilità non possono essere contestate, rispetto dunque la decisione ma non concordo perché quella sulla cannabis light era una norma molto importante per l’intero settore e per tutti gli agricoltori coinvolti”. Così la senatrice Loredana De Petris ad AGRICOLAE, a seguito del giudizio di inammissibilità della presidente Elisabetta Casellati che ha così bloccato la norma che dava il via libera alla cannabis light. La misura, ricordiamo, prevedeva che la canapa industriale con un contenuto di Thc non superiore allo 0,5% non venisse più considerata come una sostanza stupefacente e di conseguenza ne venisse liberalizzata vendita e produzione. “La manovra è una manovra economica, la legge di bilancio dovrebbe infatti mettere in campo tutte le misure che servono per la crescita del paese. Questa era dunque una misura perfettamente in linea, non è vero che è di natura ordinamentale, certamente modifica le norme ma come tutte le misure che devono in qualche modo assicurare o mettere in campo dei progetti che aiutano sotto il profilo economico” precisa De Petris. “Qui ci sono in ballo dei pregiudizi che riguardano questa pianta ed è incredibile perché in realtà fa parte della tradizione del nostro paese” prosegue. “Moltissimi agricoltori hanno investito in questo settore e
nei confronti di una pianta che tra l’altro si adatta molto bene ai cambiamenti climatici. Per questi motivi si era tentato di creare un’economia attorno questa pianta, con 3.000 agricoltori che hanno già investito nel settore, ma incredibile è anche la pretesa che si può coltivare ma non commercializzare” dichiara la senatrice. “È perciò evidente non solo il pregiudizio ma anche il caos che serpeggia nella destra, che confonde un settore produttivo con la droga libera. Trattasi invece di un vero e proprio settore industriale” precisa De Petris. “È stato un errore quello della non ammissibilità da parte della presidente Casellati, ovviamente lei si è presa le sue responsabilità e noi non possiamo che prenderne atto. Da parte nostra invece continueremo questo lavoro e porteremo in aula il disegno di legge per una rapida approvazione. Ci sono già le firme per la dichiarazione d’urgenza ed ora dovremo recuperare velocemente quello che è un vero e proprio danno economico” sottolinea. “Si è voluta invece fare la solita ideologia per propaganda, parlando di canne e droga libera” conclude la senatrice De Petris. L.BILANCIO, ECCO GLI EMENDAMENTI AL VAGLIO IN COMMISSIONE V SENATO. DA
MARTINA PRONTA QUESTIONE PRECARI CREA Domani la Bilancio in aula del Senato Ultimi scoppi per la legge di Bilancio. E domani sarà in aula del Senato. Molti i temi in discussione sul settore agricolo ed agroalimentare, dall’enoturismo alla Pesca. Ma – da quanto apprende AGRICOLAE – sarebbe interesse particolare del minsitro delle Politiche agricole Maurizio Martina risolvere la questione dei precari del Crea. Per cui sarebbe già pronto un emendamento del governo. Qui di seguito AGRICOLAE riporta gli emendamenti in esame: EMENDAMENTI GOVERNO L.BILANCIO
De Petris: Dare una corretta interpretazione della norma sulle pensioni anche per chi lavora la terra Uno dei nodi ancora da sciogliere è quello relativo all’innalzamento delle pensioni per i braccianti. “La norma prevede che i diretti interessati, per poter entrare tra le categorie esenti, devono aver svolto il lavoro per almeno sette anni. Ma come si traduce questo per i braccianti agricoli che lavorano a giornate?”, spiega ad AGRICOLAE Loredana De Petris. “Abbiamo presentato in tal senso un emendamento volto a tradurre i sette anni in 700 giornate, considerando come parametro circa cento giornate l’anno”, prosegue la senatrice. “Non è stato accettato ma è stato trasformato in ordine del giorno per dare una corretta interpretazione della norma anche per chi lavora la terra”, conclude.
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