MISTER PARKY E LA DIETA CHETOGENICA - Comitato ...

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MISTER PARKY E LA DIETA CHETOGENICA
La dieta chetogenica prende il nome dal processo di produzione i corpi chetonici, delle molecole prodotte
naturalmente dall’organismo in condizioni di digiuno, ossia in carenza di glucosio (zucchero) introdotto con gli
alimenti. I corpi chetonici sono prodotti dalle cellule del fegato e rappresentano una diversa fonte di energia per
l’organismo.
Si definisce chetogenica una dieta in grado di indurre e mantenere uno stato cronico di chetosi. I corpi chetonici sono
tre acidi, normalmente presenti nel sangue in quantità trascurabile: l’acetone, l’acido acetoacetico e l’acido beta-
idrossibutirrico.

                                                                                                       Dr.ssa Maria Paola Zampella
                                                                                                     Nutrirsi ai tempi del Covid-19
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QUANDO NASCE LA DIETA CHETOGENICA?
Nasce intorno al 1920 e deriva dal digiuno terapeutico. Il Dr. Hugh Conklin, osteopata nel Wisconsin, cominciò ad
utilizzare il digiuno per molti giorni come cura per l’epilessia. Questo trattamento venne adottato da molti medici
proprio nella cura dell’epilessia infantile resistente alla terapia farmacologica. Il Dr. Russel Wilder ed il Dr. Peterman
della Mayo Clinic, proposero di utilizzare, al posto del digiuno, una dieta ricca di grassi e povera di zuccheri, in grado
di portare alla formazione dei corpi chetonici.
I due medici notarono netti miglioramenti nel controllo delle crisi epilettiche e il 60% non aveva avuto alcuna crisi.
Unico svantaggio era la scarsa appetibilità della dieta, con conseguenti abbandoni da parte dei pazienti.

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GLI EFFETTI DELLA DIETA CHETOGENICA
Nel tempo i medici osservarono che questa dieta aveva come effetto collaterale la diminuzione di grasso corporeo e
della glicemia. Per questo vennero approfonditi gli studi sui meccanismi biochimici alla base della chetosi. Furono i
lavori del Prof. Blackburn dell’Università statunitense di Harvard, negli anni ‘70, a dare l’avvio alla diffusione ed
applicazione in tutto il mondo del primo protocollo chetogenico per la cura dell’obesità. Era una forma di digiuno
modificato in cui si potevano assumere solo alimenti ad alto contenuto proteico (pesce, carne e uova).
In Francia ed in Finlandia il protocollo della Dieta Chetogenica è stato inserito nei programmi governativi di
prevenzione e cura dell’obesità. L’ADI, Associazione di Dietetica e Nutrizione Clinica, nel 2014 ha proposto la Dieta
Chetogenica come terapia per l’obesità, oltre che per una serie di altre patologie su base metabolica.

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LE POSSIBILI APPLICAZIONI DI QUESTA DIETA
Attualmente la dieta chetogenica è la terapia di elezione per la sindrome da deficit di trasportatore
del glucosio GLUT1. Trova applicazioni molto positive nel trattamento dell’emicrania non rispondente a farmaci.
Inoltre sono in corso di studio possibili applicazioni in patologie neurodegenerative come sclerosi laterale
amiotrofica, morbo di Parkinson, malattia di Alzheimer, in alcuni tipi di tumori e nei danni cerebrali postraumatici.
Nella malattia di Parkinson, alcuni studiosi hanno ipotizzato la riduzione e l’indebolimento del funzionamento dei
mitocondri, che sono i componenti delle cellule in grado di produrre l’energia necessaria alle cellule stesse.
L’indebolimento dei mitocondri sembra essere coinvolto nella morte dei neuroni che forniscono la dopamina. I
ricercatori ipotizzano che i corpi chetonici possono proteggere i mitocondri e sostenere la loro funzione.

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QUALCHE STUDIO IN MERITO
Studi su modelli animali hanno evidenziato come il beta-idrossibutirrato riduca la perdita di neuroni nella sostanza
nigra e faccia aumentare il consumo di ossigeno nei mitocondri. A questo proposito nel 2019 è iniziata una
sperimentazione presso il reparto di neurologia di Villa Margherita a Benevento, che ha valutato la possibilità di
reclutare un pool di pazienti parkinsoniani, in fase iniziale ed intermedia della patologia.
Sono in corso studi sull’effetto della dieta chetogenica e la modulazione della voce nella malattia di Parkinson, oltre
che sulle funzioni motorie (studi su modelli animali) e sulla neuro-protezione data dai corpi chetonici, riducendo
l’ossidazione e aumentando l’efficienza dei mitocondri.

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PERCHÉ SI STUDIA TANTO QUESTA DIETA?
I corpi chetonici sono in grado di passare la barriera ematoencefalica che circonda il cervello e di essere utilizzati a
scopo energetico al posto del glucosio. Le cellule cerebrali normalmente dipendono dal metabolismo
del glucosio, ma possiedono la flessibilità di passare all’utilizzo dei corpi chetonici come fonte energetica. In
condizioni normali, nel corso di un’alimentazione equilibrata, la chetonemia è molto bassa. Il SNC comincia ad
utilizzare i corpi chetonici solo quando la loro concentrazione diventa superiore a quella del glucosio nel siero.
Inoltre, i corpi chetonici agiscono sui neuroni dell’ipotalamo riducendo notevolmente lo stimolo della fame.
Quest’ultimo aspetto è molto gradito a chi segue il percorso chetogenico a fini di calo del peso o di problemi di
sindrome metabolica.

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QUANDO VA EVITATA?
La dieta chetogenica è controindicata in una serie di condizioni patologiche particolari:
-gravidanza e allattamento;
-insufficienza renale;
-insufficienza epatica;
-diabete di tipo I;
-porfiria (malattia dei globuli rossi), aritmie, angina, infarto miocardico recente;
-alcolismo;
-disturbi del comportamento alimentare;
-disturbi mentali.

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COME SI IMPOSTA UNA DIETA CHETOGENICA?
Bisogna sempre considerare due elementi chiave:
- La riduzione dell’apporto giornaliero di carboidrati al di sotto dei 30 g al giorno. Quando il consumo di carboidrati
  supera questo valore soglia è difficile riuscire a indurre lo stato di chetosi.
- La riduzione dell’apporto calorico intorno alle 1200 kcal al giorno, per arrivare fino a 800/900 kcal/die nelle VLCKD
  (Very Low Calories Ketogenic Diet) (ovviamente se lo scopo è il dimagrimento).

Ricordate sempre di farvi seguire da uno specialista in nutrizione, soprattutto per questo tipo di approccio
alimentare.

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LE VARIE TIPOLOGIE DI DIETA CHETOGENICA
Esistono differenti tipologie di dieta chetogenica, in funzione della patologia e dell’obiettivo da raggiungere.

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COME SI STRUTTURA LA DIETA CHETOGENICA?

                                      Dr.ssa Maria Paola Zampella
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QUALI ALIMENTI EVITARE IN CHETOSI?
Qualsiasi alimento ad alto contenuto di carboidrati dovrebbe essere limitato:
- Alimenti ad alto contenuto di zuccheri: bevande zuccherate, soda, succhi di frutta, frullati, torte, gelati, caramelle.
- Cereali o amidi: prodotti a base di grano, riso, pasta, cereali.
- Frutta: tutta la frutta, tranne piccole porzioni di bacche come le fragole, i mirtilli e i frutti di bosco.
- Legumi: piselli, fagioli, lenticchie, ceci, cicerchie.
- Ortaggi a radice e tuberi: patate, patate dolci, carote, topinambur.
- Alcuni condimenti o salse: salsa barbecue, senape al miele, salsa teriyaki, ketchup.
- Alcuni grassi: oli vegetali lavorati, maionese, grassi idrogenati.
- Alcol: birra, vino, liquori, bevande miste.
- Alimenti dietetici senza zucchero: caramelle senza zucchero, sciroppi, budini, dolcificanti, dessert.

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QUALI ALIMENTI PREFERIRE IN CHETOSI?
Il ruolo dello specialista in nutrizione è fondamentale per definire gli alimenti concessi/da preferire, sulla base del tipo di
dieta chetogenica seguito e dall’obiettivo da raggiungere. Ecco un possibile elenco:
- Carne e salumi: pollo, tacchino, coniglio, carne rossa (a minor frequenza), bresaola, cotto e crudo di buona qualità.
- Pesce e Uova: pesce di varia tipologia, uova intere e albumi pastorizzati
- Burro: da evitare nelle diete fortemente ipocaloriche.
- Formaggio: formaggi non trasformati come formaggio vaccino, di capra, o mozzarella da evitare nelle diete
  fortemente ipocaloriche.
- Noci e semi: mandorle, noci, nocciole, semi di lino, semi di zucca, semi di chia.
- Olio: olio extravergine di oliva, olio di cocco e olio di avocado (detti oli MTC).
- Avocado: avocado interi o guacamole appena fatto
- Verdure a basso contenuto di carboidrati: verdure verdi, pomodori, cipolle, peperoni, verdure. limitare le altre a
  massimo 180 g a crudo.
- Condimenti: sale, pepe, erbe aromatiche e spezie.

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