MANUALE SULLA POSA AD ALTA EFFICIENZA TERMOACUSTICA - Edizione 06/2014

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MANUALE SULLA POSA AD ALTA EFFICIENZA TERMOACUSTICA - Edizione 06/2014
MANUALE SULLA POSA
AD ALTA EFFICIENZA TERMOACUSTICA

                    Edizione 06/2014

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MANUALE SULLA POSA AD ALTA EFFICIENZA TERMOACUSTICA - Edizione 06/2014
Prefazione
Il presente Manuale è nato con l’obiettivo primario di dare indicazioni corrette e puntuali per la posa dei nostri
serramenti e di presentare le soluzioni concrete messe a punto dalla nostra azienda per risolvere in maniera rapida,
efficace ed economica tutte le problematiche che possono presentarsi in cantiere.
Al tempo stesso ci si è prefissi di:
 riportare i riferimenti normativi che rendono obbligatoria e comunque fondamentale la redazione di un Manuale di
      posa da parte di un produttore di serramenti;
 individuare i più comuni difetti di posa e le problematiche che ne derivano;
 fornire i concetti di base per una posa efficiente dal punto di vista della tenuta all’aria, della sicurezza e
      dell’isolamento termo-acustico;
 presentare i controtelai e i materiali/prodotti per la posa adottati dalla nostra azienda, descrivendone
      adeguatamente gli elementi distintivi e le caratteristiche prestazionali.
Il Manuale è strutturato in 2 SEZIONI di taglio diverso, destinate a differenti interlocutori:
       SEZIONE A a carattere teorico-generale, rivolta soprattutto ai Rivenditori e agli Uffici Tecnici delle ditte
            installatrici
       SEZIONE B a carattere pratico-applicativo, indirizzata ai Posatori .
In allegato le Schede Tecniche di tutti i prodotti e i materiali da utilizzare per la sigillatura e l’isolamento dei giunti di posa e i
Disegni Tecnici delle soluzioni di posa dei nostri serramenti nei diversi tipi di pareti, per varie posizioni rispetto al filo della
muratura, anche in presenza di sistemi di oscuramento/ombreggiamento e/o zanzariere.
Pur rivolgendosi principalmente ai Rivenditori e ai Posatori dei nostri serramenti questo manuale può dare a progettisti,
tecnici e costruttori indicazioni e suggerimenti utili per il loro lavoro.
E’ noto infatti che a tutt’oggi la posa in opera non ha seguito di pari passo l’evoluzione che in questi anni ha contraddistinto
la produzione dei serramenti in termini di standard qualitativi.
La sempre maggiore richiesta di finestre adeguate alla realizzazione di involucri edilizi energeticamente efficienti ha portato
infatti i serramentisti ad investire molto per poter raggiungere livelli qualitativi sempre più elevati.
Tale evoluzione è stata anche determinata, a partire dal 1° febbraio 2010 (data in cui è divenuta cogente la marcatura CE
dei serramenti esterni), dall’obbligo di verificare mediante specifici test di laboratorio le prestazioni dei serramenti in termini
di tenuta all’aria, all’acqua, ai colpi di vento, isolamento termo-acustico e sicurezza in uso e dal fatto che alcune di tali
prestazioni, come ad esempio la trasmittanza termica, devono superare un livello minimo imposto dalla legge.
A fronte di tutto ciò si sarebbe dovuto registrare un adeguamento del sistema di fissaggio al muro, cioè una più accurata
sigillatura e un maggiore isolamento dei nodi di collegamento alla muratura (al fine di migliorare la tenuta all’aria e agli
agenti atmosferici, l’isolamento al rumore, l’elasticità) e, soprattutto, l’utilizzo di controtelai termici e strutturali (ovvero
controtelai in grado di evitare ponti termici e di assicurare la tenuta meccanica dei serramenti).
Invece spesso i serramenti vengono posti in opera come si faceva 20 anni fa utilizzando controtelai su 3 lati, costruiti in
legno o con altri materiali poco isolanti e fissati con zanche a murare, mentre i giunti di collegamento sono spesso eseguiti
esclusivamente con schiume e silicone senza badare alla loro durabilità nel tempo ed alla capacità di tenuta e isolamento
termo-acustico.
La trascuratezza nel collegamento al vano murario vanifica così i risultati termo-acustici raggiunti con il serramento e causa
sprechi energetici, riduzione del comfort abitativo e problemi di condensa e muffa sulla muratura in prossimità del
serramento o addirittura all’interno del nodo.
Nonostante gli effetti negativi di una cattiva posa in opera siano cosa nota non è facile porvi rimedio in quanto la posa in
opera attualmente coinvolge troppe figure professionali (l’architetto, il muratore e il posatore, oltre naturalmente al
serramentista) e la mancanza di coordinamento nella progettazione e nelle scelte è la principale causa dei problemi.
Ancora oggi si progetta il serramento senza considerare la posa e gli stessi architetti che progettano la casa lasciano
spesso la soluzione dei dettagli di installazione del serramento alla libera iniziativa dei montatori, stimolati più da esigenze di
velocizzare ed economizzare il lavoro piuttosto che dal rispetto di precise regole tecniche.
Solo se un serramento sarà posto in opera secondo delle regole ben precise e con materiali/prodotti di qualità potrà
garantire anche in opera le stesse prestazioni di isolamento temo-acustico misurate in laboratorio e solo se la posa sarà
eseguita in modo corretto un serramento potrà realmente concorrere a migliorare il comfort e la qualità di vita negli ambienti
interni oltre a garantire il necessario risparmio energetico.

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SEZIONE A – GENERALE
                                                INDICE

PAG. 4    PREMESSA – I RIFERIMENTI NORMATIVI

PAG. 5    CAPITOLO 1 - LA POSA IN OPERA DEI SERRAMENTI SECONDO LA
          TRADIZIONE: CARATTERISTICHE E CRITICITÀ
          1.1.   PREMESSA
          1.2.   IL CONTROTELAIO TRADIZIONALE
          1.3.   LA SIGILLATURA TRA MURATURA E CONTROTELAIO NEL SISTEMA TRADIZIONALE
          1.4.   LA SIGILLATURA TRA CONTROTELAIO E SERRAMENTO NEL SISTEMA
                 TRADIZIONALE

PAG. 8    CAPITOLO 2: I CRITERI GENERALI PER UNA CORRETTA POSA IN OPERA
          2.1. PREMESSA
          2.2. IL POSIZIONAMENTO DEL SERRAMENTO ALL’INTERNO DEL VANO MURARIO
          2.3. LA SCELTA DEL CONTROTELAIO
          2.4. LA PROGETTAZIONE DEI NODI DI SIGILLATURA
          2.5. LA SCELTA DEI MATERIALI PER LA POSA
          2.6. LA PROGETTAZIONE DEL SISTEMA DI FISSAGGIO MECCANICO ALLA MURATURA
          2.7. L’INDIVIDUAZIONE DI SPECIFICHE SOLUZIONI PER LA POSA IN PRESENZA DI
               SISTEMI OSCURANTI E/O ZANZARIERE
          2.8. LA NECESSITA’ DI UN ADEGUATO CONTROLLO DELL’IRRAGGIAMENTO SOLARE
               DIRETTO
          2.9. LA SCELTA E IL FISSAGGIO DEL DAVANZALE O DELLA SOGLIA
          2.10 LE SOLUZIONI PER LA POSA SU PARETI IN LEGNO

PAG. 21   CAPITOLO 3: IL SISTEMA DI POSA ADOTTATO DALLA NOSTRA AZIENDA
          3.1. PREMESSA
          3.2. I CONTROTELAI: LE ALTERNATIVE POSSIBILI
                3.2.1. Il controtelaio Termoframe
                3.2.2. Il controtelaio Klima Pro
                3.2.3. il controtelaio prefabbricato
          3.3. I MATERIALI/PRODOTTI PER LA SIGILLATURA DEI NODI

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PREMESSA: I RIFERIMENTI NORMATIVI
Le redazione del Manuale di Posa è di fatto un obbligo per un produttore di serramenti; infatti la UNI EN 14351-1: 2010,
norma di prodotto sui serramenti, così recita:
                                           NORMA UNI EN 14351-1:2010
              6 – MOVIMENTAZIONE, INSTALLAZIONE, MANUTENZIONE E CURA
              “ Il fabbricante deve fornire informazioni su quanto segue:
                immagazzinaggio e movimentazione, se il fabbricante non è responsabile dell’installazione
                   del prodotto;
                requisiti e tecniche di installazione (sul posto), se il fabbricante non è responsabile
                   dell’installazione del prodotto;
                manutenzione e pulizia;
                istruzioni d’uso finali incluse le istruzioni per la sostituzione di componenti;
                istruzioni per l’uso in condizioni di sicurezza”

Ciò significa che il produttore, se non direttamente responsabile dell’installazione (circostanza che si verifica solo in pochi
casi), deve fornire adeguate informazioni sui requisiti e le tecniche di installazione sul posto.
Pur se la norma non parla esplicitamente di “Manuale di Posa”, va da sé che il miglior modo per mettere gli installatori in
condizioni di effettuare una corretta posa in opera è fornire loro un documento – un Manuale di Posa appunto - in cui siano
riportate “nero su bianco” tutte le informazioni e le indicazioni necessarie.
Tale obbligo è riportato implicitamente anche nella Norma UNI 10818 - “Finestre, porte e schermi, linee guida generali per
la posa in opera” che fornisce una guida allo sviluppo delle diverse fasi di posa in opera di serramenti di ogni tipo,
individuando competenze e limiti dei diversi operatori che intervengono nel processo:
                                             NORMA UNI 10818: 1999
              8.DOCUMENTAZIONE
              Il produttore deve fornire all’installatore tutte le istruzioni per una posa corretta dell’infisso in
              relazione al tipo di vano previsto.

C’è infine da sottolineare che un Manuale di Posa – ovviamente se redatto in maniera adeguata e dettagliata – mette al
riparo il Rivenditore (e ovviamente il produttore) da qualunque rivalsa da parte dell’acquirente per problematiche derivanti da
un difetto di posa.
Infatti il D.Lgs n° 206 del 2005 (pensato per tutelare i diritti dei consumatori e noto come “Codice del Consumo” ) stabilisce
che:
                                     DECRETO LEGISLATIVO 6 SETTEMBRE 2005, N. 206
             "CODICE DEL CONSUMO, A NORMA DELL'ARTICOLO 7 DELLA LEGGE 29 LUGLIO 2003, N. 229"
                    TITOLO III - Garanzia legale di conformità e garanzie commerciali per i beni di consumo
                                            Capo I - Della vendita dei beni di consumo
             ART. 129 - CONFORMITÀ AL CONTRATTO
             1. Il venditore ha l'obbligo di consegnare al consumatore beni conformi al contratto di vendita.
                                               ……………………………… (omissis)
             5.Il difetto di conformità che deriva dall'imperfetta installazione del bene di consumo e'
               equiparato al difetto di conformità del bene quando l'installazione e' compresa nel contratto di
               vendita ed e' stata effettuata dal venditore o sotto la sua responsabilità. Tale equiparazione si
               applica anche nel caso in cui il prodotto, concepito per essere installato dal consumatore, sia
               da questo installato in modo non corretto a causa di una carenza delle istruzioni di
               installazione.
             ART. 132 - TERMINI
     1.      1. Il venditore e' responsabile, a norma dell'articolo 130, quando il difetto di conformità si
               manifesta entro il termine di due anni dalla consegna del bene.

Quindi il venditore è responsabile di una imperfetta installazione quando questa è compresa nel contratto di vendita ed è
stata effettuata dal venditore stesso o sotto la sua responsabilità; il consumatore può rivalersi nei suoi confronti anche se le
problematiche derivanti da un difetto di posa insorgono a distanza di tempo dalla consegna (fino ad un massimo di due
anni). Di qui l’importanza del Manuale di Posa anche per il Rivenditore.
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CAPITOLO 1 - LA POSA IN OPERA DEI SERRAMENTI SECONDO LA TRADIZIONE:
CARATTERISTICHE E CRITICITÀ
1.1. PREMESSA
In Italia fino a circa quaranta anni fa le finestre venivano murate direttamente nella parete. A partire dagli anni ’70, la
necessità di velocizzare la realizzazione dell'involucro e di semplificare la complessita' delle operazioni del cantiere, ha
determinato l’adozione del controtelaio, una sorta di dima per la riquadratura del vano finestra che ancora viene
diffusamente utilizzato in quanto consente al muratore di avere un riferimento preciso per la riquadratura del vano
serramento cioè per stabilire la quota dell’intonaco finito e la quota del davanzale o della soglia delle porte finestre.
Il serramento infatti viene posato solo alla fine dei lavori e in questo modo potrà essere verniciato nel laboratorio di
produzione e quindi consegnato in cantiere e posato senza rischio che le superfici vengano imbrattate o rovinate dalle
operazioni di finitura dei muri o dagli altri lavori del cantiere.
Per quanto poi riguarda la sigillatura dei giunti posa, Il sistema tradizionale prevede l’utilizzo della malta tra controtelaio e
muratura e di silicone e schiuma poliuretanica monocomponente tra controtelaio e serramento.
Questo sistema di posa conferisce ai nodi di siglillatura scarse caratteristiche di tenuta meccanica, elasticità, impermeabilità
e durata nel tempo, caratteristiche invece necessarie per garantire una ottima efficienza termo-acustica anche a livello dei
nodi di sigillatura del serramento.
I paragrafi che seguono si propongono di argomentare tale affermazione.

1.2. IL CONTROTELAIO TRADIZIONALE
Il controtelaio tradizionale è a tre lati, con due montanti laterali e una traversa superiore.
Quanto ai materiali, è costituito da tavole di legno (generalmente abete di scarsa qualità) che possono avere o meno una
battuta di appoggio verso l’esterno; come alternativa il controtelaio può essere costruito con una lamiera stampata (che
spesso contiene anche la guida dell’avvolgibile) o con un profilo tubolare di metallo o, infine, in una forma mista che prevede
la spalla in legno massiccio e la battuta in alluminio: tutte queste tipologie di controtelaio sono superate ed in taluni casi
sono addirittura "fuori legge".
Il legno massiccio, che senza dubbio è il materiale più utilizzato, ha una buona
capacità di isolamento termico, ma può marcire a contatto con il muro soprattutto
nelle nuove case più umide ed impermeabili e può creparsi quando si avvita la
vite che sostiene la finestra.
A tale proposito c’è da considerare che molto spesso il controtelaio deve svolgere
anche una funzione strutturale per l’ancoraggio meccanico del serramento: è
questa una funzione molto delicata, date le dimensioni ed il peso delle nuove
finestre e quindi è importante che le spalle (cioè i fianchi su cui vengono fissate le
viti) abbiano la capacità di resistere alle sollecitazioni di strappo senza rompersi e
soprattutto che tale capacità sia standardizzabile e certificabile.
Sotto questo punto di vista il controtelaio metallico, se costruito con un tubolare di
acciaio, è sicuramente più affidabile perché più robusto, mentre il problema
rimane nel caso dei controtelai in lamiera stampata.
In entrambi i casi queste tipologie hanno il difetto di creare un ponte termico, di
determinare cioè nella stagione invernale dispersioni di calore dall’interno verso
l’esterno e di contribuire in estate al surriscaldamento degli ambienti.
Finchè le finestre avevano prestazioni scadenti (scarsa tenuta all’aria, elevati
valori di trasmittanza termica perché costituite con materiali tipo l’alluminio od il      Una insufficiente resistenza meccanica
ferro, ecc.) il ponte termico dovuto al controtelaio di metallo non era percepito         delle spalle può portare alla loro rottura
come un grosso problema; oggi, in presenza di finestre ad altissime prestazioni            in conseguenza delle sollecitazioni cui
                                                                                                       sono sottoposte
in termini di efficienza energetica, questo tipo di controtelaio risulta inadeguato.
Infine a proposito della mancanza del “quarto lato”, cioè della traversa inferiore, c’è da sottolineare che si tratta di una grave
mancanza: l’attacco del serramento al davanzale è un punto particolarmente critico, in corrispondenza del quale si
determinano dispersioni di calore e, in presenza di un buon serramento, si creano le condizioni ottimali per la formazione di
muffe e condensa.
La presenza del quarto lato del controtelaio, ovviamente se in un materiale adatto, potrebbe invece creare un taglio termico
del davanzale e ovviare a tali inconvenienti.

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1.3. LA SIGILLATURA TRA MURATURA E CONTROTELAIO NEL SISTEMA TRADIZIONALE
     La sigillatura tra muratura e controtelaio viene effettuata tradizionalmente con
     l’uso della sola malta.
     La malta è un materiale molto rigido e non è sufficientemente adesivo e pertanto
     non è indicato a tale impiego, tant’è vero che nel 100% dei casi con il passare
     del tempo nel punto di contatto tra la malta ed il controtelaio si genera una crepa
     che può mettere in contatto l’ambiente interno con l’esterno.
     Questa crepa è dovuta a:
      ritiro volumetrico durante l’essiccazione unito alla scarsa adesione
            dell’intonaco al legno ed in generale ai materiali non assorbenti con cui è
            costruito il controtelaio;
      eccessiva rigidità dell’intonaco che quindi non è in grado di compensare in
            modo elastico eventuali piccoli movimenti del controtelaio o del muro;
      urti dovuti all’utilizzo della finestra che vengono scaricati anche sul
            controtelaio generando piccoli movimenti; in mancanza di un giunto elastico
            di accoppiamento con il muro si crea una crepa dovuta al distacco tra i due
            materiali.
       Inoltre la malta è un cattivo isolante, molto peggiore rispetto ai mattoni e a tutti
       gli altri materiali utilizzati per la costruzione del muro.

         LATO VERSO L’INTERNO                                                                            LATO VERSO L’ESTERNO

                                     Se il controtelaio viene sigillato esclusivamente con la malta si
                                  formeranno sempre delle crepe da cui potranno passare aria e vapore

1.4. LA SIGILLATURA TRA CONTROTELAIO E SERRAMENTO NEL SISTEMA TRADIZIONALE
La sigillatura del controtelaio alla muratura viene tradizionalmente eseguita con schiuma poliuretanica monocomponente e
silicone.
L’esperienza e la verifica nel tempo sulla durata ed efficienza di questi materiali hanno messo in risalto molte loro criticità.
Il silicone, materiale largamente usato in edilizia perché in grado di adattarsi a qualsiasi forma e di assorbire in modo
elastico qualsiasi tipo di movimento, in realtà può esprimere al meglio la sua capacità elastica soltanto se aderisce su due
soli lati del giunto. Se invece aderisce anche sul fondo del giunto, quando i due lati si muovono il cordolo di silicone non può
seguire il movimento e quindi si rompe.
Per questa ragione l’unico modo corretto di realizzare un giunto in silicone è mettere sul fondo della fuga un tondino di
fondo-giunto sul quale il silicone non aderisce e che lo lascia quindi libero di compensare i movimenti dei due lati.
Purtroppo, quando si utilizza il silicone per la sigillatura delle finestre, raramente si lavora in questo modo.

       Modo errato di realizzare un giunto in                          Modo corretto di realizzare un giunto in silicone: il
        silicone: aderendo su 3 lati finirà                             tondino di fondo-giunto (sul quale il silicone non
           inevitabilmente per rompersi                              aderisce) gli consente di lavorare correttamente sui lati

                                                                 6

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Ci sono però anche altre criticità legate all’impiego del silicone nella sigillatura delle finestre:
     il silicone non si espande ma si può solo comprimere: se dunque non viene collocata una quantità sufficiente dopo
        aver posato il serramento resteranno dei punti aperti. Questo problema è molto frequente dal momento che le
        fughe non sono sempre perfettamente complanari su tutto il perimetro;
     dopo qualche anno il silicone si stacca sempre almeno su di un lato e lascia passare sia l’aria che il vapore;
     il silicone non aderisce su supporti umidi;
     il silicone non aderisce bene sui materiali che tendono ad assorbire in modo differenziale i plastificanti e quindi
         richiede l’uso di un primer in caso di utilizzo su materiali porosi.

La somma di queste criticità determina nel tempo una fessura e quindi la sigillatura con il silicone non può mai essere
considerata un sistema permanente e richiede una manutenzione periodica che normalmente non viene mai eseguita.
Del resto basta osservare le condizioni in cui generalmente si presentano i cordoli di sigillatura all’esterno dopo pochi anni
dalla posa per convincersi che la rottura dei bordi è molto frequente.

Per quanto infine riguarda la schiuma poliuretanica monocomponente, se è vero che è un materiale di veloce
essiccazione, con buone capacità di isolamento termico e discrete capacità di isolamento acustico, è anche vero che il
risultato in termini di riempimento del giunto e di compattezza e uniformità della schiuma è molto variabile in quanto dipende
da numerosi fattori non sempre controllabili, come ad esempio:
      l’umidità all’interno del giunto che condiziona il grado di reticolazione e compattezza del cordolo;
      la temperatura della bomboletta che condiziona il grado di miscelazione dei componenti;
      la temperatura esterna che influisce sulla corretta reazione dei componenti;
      la quantità di schiuma iniettata;
      il ritiro e l’indurimento della schiuma nel tempo.
In sostanza quindi utilizzando la schiuma poliuretanica come sigillante si ha sempre un risultato di tenuta molto variabile.

    Difetti di tenuta dovuti a           Difetti di filmazione dovuti                        Difetti di compattezza dovuti a
    ritiro della schiuma nel               a insufficiente umidità                      miscelazione non corretta dei componenti
               tempo                                                                                  nella bombola

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CAPITOLO 2 - I CRITERI GENERALI PER UNA CORRETTA POSA IN OPERA
2.1. PREMESSA
Un corretto sistema di posa in opera dei serramenti esterni deve tener conto di numerosi fattori, i principali dei quali sono:
     il posizionamento del serramento all’interno del vano murario
     la scelta del controtelaio
     la progettazione dei nodi di collegamento
     la scelta dei materiali per la posa
     la progettazione del sistema di fissaggio del serramento alla muratura
     la progettazione del sistema di fissaggio dello schermo oscurante/ombreggiante e della zanzariera
     la soluzione dei dettagli esecutivi di posa nelle situazioni architettoniche più frequenti (tavole grafiche di posa)
A seconda delle soluzioni tecniche che si deciderà di adottare, l’infisso fornirà delle prestazioni molto diverse per quanto
riguarda il comfort abitativo, l’isolamento termo-acustico, la sicurezza in uso ed il risparmio energetico.
I paragrafi che seguono analizzano singolarmente ciascuno di tali fattori.
2.2.IL POSIZIONAMENTO DEL SERRAMENTO ALL’INTERNO DEL VANO MURARIO
In Italia, a seconda delle regioni, c’è una abitudine consolidata a collocare il serramento in una certa posizione rispetto allo
spessore della parete.
In Veneto ed Emilia ad esempio si posa frequentemente il serramento a filo rispetto alla parete interna perché si vuole
mantenere la possibilità di aprire la finestra a 180°; al contrario, nelle regioni dell’estremo nord o sud, spesso si posa nella
posizione opposta e cioè verso il filo della parete esterna per contrastare più efficacemente la penetrazione del freddo o del
caldo esterno verso le stanze abitate; nel resto delle regioni si posa più o meno nella mezzeria della parete.
Per capire quale sia la soluzione tecnicamente migliore e dove sia meglio posizionare il serramento, anziché fare riferimento
alle consuetudini locali è bene tenere in considerazione due importanti aspetti:
 l’andamento delle isoterme di propagazione del calore per evitare che, un posizionamento non corretto del serramento,
      determini dei punti freddi (in inverno) o eccessivamente caldi (in estate) sulla superficie della parete interna;
 le condizioni climatiche della zona in cui si interviene e di conseguenza la necessità o meno di arretrare adeguatamente
      il serramento rispetto al filo della facciata esterna al fine di una maggiore protezione dagli agenti atmosferici.
In merito al primo punto è importante ricordare che si ha la miglior situazione sia in termini di comfort che di risparmio
energetico quando tutti i punti della parete interna sono vicini alla temperatura di 20 °C; per questa ragione si dovrebbero
utilizzare solo finestre altamente isolanti, installate su controtelai a bassa conducibilità termica (es. Klima Pro) che
mantengano una temperatura adeguata anche sul perimetro della finestra.
A parità di condizioni (cioè stessa temperatura esterna, stesso serramento, stesso controtelaio, ecc.) il posizionamento del
serramento all’interno del vano murario può influenzare il risultato anche in modo significativo.
A riprova di quanto affermato, i disegni sotto riportati (ottenuti con uno specifico software in grado di fare delle simulazioni
in modo semplice e veloce) evidenziano le variazioni della temperatura superficiale sul muro interno nel caso di diverso
posizionamento del serramento rispetto al vano finestra in un edificio con cappotto isolante esterno.

 B1    -  Andamento       delle              B2 - Andamento delle                              B3 - Andamento delle isoterme
 isoterme con serramento                     isoterme con serramento                           con serramento posato a filo
 posato contro il cappotto                   posato in mezzeria                                interno

Come si può notare, nonostante il cappotto in tutt’e tre i casi rientri fin sul bordo del telaio tra la soluzione con il serramento
posato a ridosso del cappotto (situazione migliore) e quella a filo interno (situazione peggiore) si riscontra una differenza

                                                                  8

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della temperatura superficiale sulla parete interna a ridosso del serramento di ben 3,5 °C che rappresenta un valore
veramente significativo (nel caso della posa in mezzeria la differenza è di 0.7 °C).
Quando possibile è quindi sempre preferibile la installazione del serramento nella posizione più vicina al cappotto esterno,
fatti salvi però i limiti di ingombro degli accessori in caso di sistemi di oscuramento ad avvolgibile: in presenza di corsie di
guida del telo avvolgibile o di una zanzariera oppure di un cielino di ispezione esterna occorre rientrare il serramento verso
l’interno del vano in modo da lasciare sufficiente spazio.
Quanto al secondo aspetto, cioè quello relativo alla necessità di una maggiore protezione del serramento dagli agenti
atmosferici e quindi di un suo arretramento verso l’interno, c’è comunque da tener conto che, come appena evidenziato, tale
posizione è termicamente meno favorevole.
Tale scelta risulta però corretta se si considera che, qualunque sia il materiale utilizzato per la sua realizzazione, potrà
deperire più rapidamente se eccessivamente esposto agli agenti esterni.
Poiché i moderni serramenti hanno un costo notevole si dovrebbe evitare con grande cura il loro degrado e quindi in
particolari condizioni climatiche potrebbe essere conveniente - compatibilmente con le esigenze termiche sopra evidenziate
- installarli nella posizione più interna del foro murario per avere il massimo della protezione architettonica.
La posa con la superficie esterna del serramento rientrata di almeno 10-15 cm rispetto al filo della facciata esterna
è da ritenersi il minimo necessario per garantire una buona durabilità dell’infisso.
Nel caso di serramenti in legno tale posizionamento è addirittura una condizione indispensabile per avere dai più seri
produttori di vernice una garanzia di 10 anni senza alcuna manutenzione sulla durata del film di verniciatura; ma anche per i
materiali alternativi (alluminio o PVC) un posizionamento più arretrato rispetto al filo facciata evita una eccessiva insolazione
che causa dilatazioni notevoli, scolorimenti e danneggiamenti dei materiali in generale.
Ovviamente quando il serramento viene installato in posizione arretrata rispetto al cappotto si deve fare assolutamente in
modo che il rivestimento isolante esterno rientri nella mazzetta e si sovrapponga al telaio del serramento per almeno 3 cm
per avere le migliori prestazioni termiche.
Ne caso di un muro con strato di isolamento interno alla parete, si deve avere la cura di posare il serramento in
corrispondenza dello strato isolante (se possibile) o, in alternativa, in posizione immediatamente più interna mantenendo
però sempre il bordo esterno del controtelaio a ridosso dello strato isolante: in queste situazioni si otterrà anche una ottima
protezione dagli agenti atmosferici.
Per quanto riguarda invece il posizionamento del serramento all’interno di un muro senza cappotto, valgono comunque le
stesse regole generali: la posizione del serramento a filo interno rimane la situazione peggiore. In mancanza di un sistema
di isolamento efficiente si potrebbe addirittura creare sul contorno della finestra un “bordo freddo” che, con temperature
esterne prossime a 0 °C, potrebbe addirittura determinare temperature superficiali interne inferiori ai 13,2°C e quindi portare
alla formazione di condensa ed eventualmente muffa nelle condizioni interne di umidità relativa intorno al 65% e
temperatura di 20°C.
In questi casi si migliora la situazione utilizzando dei coprifili con uno spessore di almeno 1 cm in grado di fungere da
cornice isolante.

2.3. LA SCELTA DEL CONTROTELAIO
Per essere coerente con le prestazioni di una finestra a buona efficienza
energetica il controtelaio deve avere al minimo le seguenti caratteristiche:
     essere continuo su 4 lati, in modo che la traversa inferiore, oltre a
         mantenere una certa rigidità della struttura prima della sua posa, funga
         da taglio termico rispetto al davanzale della finestra o alla soglia della
         portafinestra ed indichi con precisione la quota alla quale questi elementi
         vanno posati;
        non deve avere dei lati continui in metallo che mettano in contatto diretto
         l’esterno con l’interno creando così un ponte termico; possono
         eventualmente essere ammessi solo degli inserti metallici puntuali quali
         le staffe per il sostegno degli schermi oscuranti esterni o per il sostegno
         della guida della zanzariera o dell’avvolgibile;

        se utilizzato oltre che per la riquadratura del foro anche per l’ancoraggio
                                                                                               Fondamentale la presenza della traversa
         della finestra (controtelaio strutturale) deve avere una sufficiente                   inferiore che funge da taglio termico in
         resistenza meccanica per evitare la rottura delle spalle conseguente allo                   corrispondenza del davanzale
         sforzo esercitato dal serramento in seguito alla pressione del vento sulla

                                                                  9

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finestra chiusa o al peso delle ante aperte. Questo dato deve essere valutato fissando delle viti a 1,5 cm dal bordo
         ed applicando in senso ortogonale allo stelo della vite una opportuna forza (circa kg. 150) per vedere se il
         materiale della spalla è in grado di sopportare lo sforzo senza rompersi;
        deve essere costruito con materiali a bassa conducibilità termica per non peggiorare le prestazioni di isolamento
         delle pareti e del nuovo serramento; materiali ad alta conducibilità termica possono infatti contribuire a generare
         delle zone fredde sul muro a ridosso dell’infisso con possibile formazione di condensa e di muffa.
         Questa situazione è critica in modo particolare a livello della traversa inferiore della finestra e della porta finestra in
         quanto la temperatura interna degli ambienti tende a stratificarsi con valori più bassi a livello del pavimento; può
         quindi succedere che, pur essendoci una temperatura media dell’aria nell’ambiente interno di 20°C, in questi punti
         la temperatura superficiale assuma un valore così basso da far condensare in piccole goccioline il vapore
         contenuto nell’aria pur nelle situazioni standard di umidità relativa al 50%.
         Proprio per scongiurare questo problema il Regolamento “Finestra Qualità CasaClima” ed il buonsenso richiedono
         una verifica della temperatura almeno nel punto più critico, cioè nel punto di contatto tra la traversa inferiore del
         telaio e il davanzale: per la finestra di qualità è richiesto che la temperatura superficiale non sia mai inferiore a 16
         °C (si veda la figura seguente).

                                                                                     Finestra
                                                                                                      Temp.       Temp.
                                                                                     Qualità                                   Theta 1      Theta 2
                                                                                                     Interna     Esterna
                                                                                    CasaClima
                                                                                     Classe B        20 °C         0 °C       ≥ 12,5 °C    ≥ 16,0 °C

                                                                                     Classe A        20 °C         0 °C       ≥ 12,5 °C    ≥ 16,0 °C

                                                                                   Classe Gold       20 °C        -10 °C      ≥ 12,5 °C    ≥ 16,0 °C

         Secondo quanto riportato nel regolamento “Finestra Qualità CasaClima” la temperatura minima nel punto di collegamento tra telaio e
         muro (Theta 2) deve essere per la Finestra uguale o superiore a 16 °C al fine di evitare la formazione di condensa e muffe nelle condizioni
                           più comuni di impiego del serramento (temperatura dell’aria interna 20°C ed umidità relativa 50%).
           Per questa ragione la capacità di isolamento della traversa inferiore del controtelaio è fondamentale, così come i le caratteristiche
                                                        termiche dei materiali utilizzati per la posa

        la traversa inferiore deve essere costruita con materiali in grado di resistere alla presenza di eventuale acqua
         stagnante senza marcire e senza che ne vengano compromesse le capacità di isolamento termico.

2.4. LA PROGETTAZIONE DEI NODI DI SIGILLATURA
Una corretta sigillatura delle connessioni tra controtelaio e muratura e tra controtelaio e serramento deve poter garantire nel
tempo un ottimo isolamento termo-acustico e una perfetta tenuta all’aria, al vapore e agli agenti atmosferici.
Nell'ambito dei serramenti si possono individuare 4 nodi di sigillatura che spesso sono critici per quanto riguarda le loro
caratteristiche di tenuta:
      il nodo tra controtelaio e muro (nodo primario)
      il nodo tra il controtelaio e telaio (nodo secondario)
      il nodo tra le ante mobili ed il telaio fisso (nodo terziario)
      il nodo tra anta mobile e vetro (quarto nodo)
Cominciando l’analisi dall’ultimo, il quarto nodo, si può affermare che ad oggi il nodo tra anta mobile e vetro non costituisce
più un problema: da tempo infatti lo stucco con cui veniva realizzato è stato sostituito dal silicone o dalle guarnizioni di
tenuta, materiali molto più adatti a tale scopo.
Anche il nodo terziario tra ante mobili e telaio negli ultimi anni è stato perfezionato grazie ad una migliore sagomatura del
profilo che offre superfici che accostano in modo molto preciso e all’applicazione di un numero crescente di guarnizioni,
costruite con materiali molto elastici e performanti e sigillate sui punti di incontro con le pinne di tenuta.
Questo miglioramento delle prestazioni di tenuta è dovuto ai test che sono stati resi obbligatori con la marcatura CE e che
hanno spinto progettisti e serramentisti a cercare soluzioni in grado di offrire risultati sempre migliori.

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Il nodo primario e il nodo secondario in Italia sono invece stati lungamente ignorati ed ancora oggi si continua ad usare
solo il silicone e la schiuma poliuretanica che, come si è detto, non sono in grado assicurare una buona sigillatura,
soprattutto dopo l’invecchiamento.
Pertanto è molto comune che una finestra “perda” di più dal suo collegamento al muro che non dal perimetro delle ante; ciò
si riscontra abitualmente nella pratica ed è stato inequivocabilmente provato da test specifici per la verifica delle prestazioni
di tenuta. Il test più conosciuto per questa rilevazione è il blower door test, letteralmente test della porta soffiante, che
consiste nel misurare il volume di aria che entra in un ambiente nel quale sono state sigillate tutte le aperture mobili
(finestre, porte e camini) ed è stata creata una depressione artificiale per mezzo di una ventola; un apposito strumento
individua quindi i punti da dove l’aria entra.

        Attraverso i nodi di collegamento al muro                         Il blower door test è in grado di verificare in
        esterno eseguiti in modo non corretto si                               modo scientifico le perdite di carico
        può perdere fino al 30% del calore e/o del                             dell’edificio ed i punti dove queste si
                          fresco                                                              realizzano

Da tutto questo appare chiaro che le modalità di realizzazione del nodo primario e del nodo secondario dovrebbero basarsi
su uno studio attento dei requisiti cui devono rispondere (sulla base delle sollecitazioni alle quali sono sottoposti) e,
conseguentemente, delle caratteristiche prestazionali dei materiali da impiegare; ma in realtà ben poche aziende investono
risorse per la ricerca e lo sviluppo - su base scientifica - di soluzioni adeguate alla risoluzione delle problematiche ad essi
connesse.
Di seguito si cercherà di sintetizzare i presupposti teorici che sono alla base di una ottimale realizzazione del nodo primario
e di quello secondario.

              Il nodo primario è lo spazio che rimane tra               Il nodo secondario è lo spazio che rimane tra
              controtelaio e muro (in rosso nel disegno)                  telaio e controtelaio (in verde nel disegno)

Entrambi i nodi hanno lo scopo di fissare meccanicamente l’infisso alla muratura ed impedire alla pioggia, all’aria ed
al vapore di entrare nel giunto.
Sia il nodo primario che il nodo secondario devono inoltre garantire un buon isolamento rispetto all'aria, all'acqua
(pioggia), al vapore, alla temperatura ed al rumore.
Si può realizzare un nodo di sigillatura che garantisca queste funzioni solo creando una sigillatura che nella sua sezione sia
divisa in 3 diverse partizioni:
     partizione interna,
     partizione centrale,
     partizione esterna.
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Di seguito riportiamo la rappresentazione delle caratteristiche che devono avere le tre diverse partizioni del nodo.

                       PARTIZIONE INTERNA                 PARTIZIONE CENTRALE                   PARTIZIONE ESTERNA
AMBIENTE INTERNO                                                                                                             AMBIENTE ESTERNO
                    Impermeabile ad aria e vapore         Isolante al rumore e alla          Impermeabile ad aria, pioggia
                                                                temperatura                    ma permeabile al vapore

In merito alle caratteristiche delle diverse partizioni è bene fare qualche approfondimento.
Per quanto riguarda la partizione esterna qualcuno potrebbe obiettare che forse sarebbe meglio realizzare un nodo
impermeabile anche al passaggio del vapore: se si avesse la certezza di una assoluta e duratura impermeabilità dei
materiali di sigillatura questa sarebbe sicuramente la soluzione migliore. Purtroppo però, per
la natura dei prodotti che si utilizzano, per i difetti di applicazione e per le sollecitazioni che il
nodo subisce, è facile che nel tempo si crei qualche fessura.
Se questa fessura si realizza sul bordo della partizione interna l’umidità dell’aria presente
negli ambienti (che in inverno è piuttosto elevata) potrebbe entrare nella parete e trovare
stratigrafie sempre più fredde dove potrà facilmente condensare. Seppure il quantitativo di
vapore che entra giornalmente è molto piccolo, considerando tutto il periodo invernale la
quantità totale che si accumula nel nodo può essere molto elevata e portare alla formazione
di muffa o alla perdita di funzionamento dell’infisso.
Questa eventualità deve quindi essere sempre scongiurata e per questa ragione è molto
importante curare la perfetta impermeabilità al vapore del giunto nella partizione interna, sia        La rottura del cordolo di
per quanto riguarda il nodo primario che secondario.                                                    silicone sia nella parte
                                                                                                                  interna che esterna ha
Se però il vapore fosse entrato nel nodo è bene che possa uscire e questa è la ragione per                      consentito il passaggio di
cui la partizione esterna deve essere permeabile al vapore.                                                    vapore che si è condensato
                                                                                                                 all’esterno della finestra
Per quanto riguarda invece la partizione centrale del nodo di collegamento, essa ha
semplicemente il ruolo di migliorare l'isolamento sia dal punto di vista termico che acustico.
Per questa ragione lo spazio centrale della fuga, sia nel nodo primario che nel nodo secondario, dovrebbe essere riempito il
più possibile dal materiale isolante per evitare la formazione di parti vuote: le parti vuote tendono infatti a ridurre le
prestazioni acustiche mentre sono poco influenti sulle prestazioni termiche in quanto l'aria è un ottimo isolante.
Una considerazione diversa si deve fare per la partizione interna ed esterna nel nodo inferiore: poichè in questo caso si
potrebbe avere dell'acqua stagnante sul davanzale è bene che siano entrambe impermeabili all'acqua nel modo più efficace
possibile.

2.5. LA SCELTA DEI MATERIALI PER LA POSA
Una moderna ed efficace posa in opera richiede l’uso di materiali che conferiscano ai giunti di posa:
        una elevata elasticità
        una adeguata impermeabilità
        un’ottima durata nel tempo
Oggi esistono sul mercato prodotti e materiali in grado di conferire ai giunti di sigillatura prestazioni fino a poco tempo fa
inimmaginabili e tali da garantire una impermeabilità pari a quella che oggi si può avere tra le ante mobili ed il telaio della
finestra.
Tali prodotti possono essere raggruppati in sei famiglie; alcune di esse vanno bene per la sigillatura sia del nodo primario
che di quello secondario, altre invece sono da utilizzare specificatamente per uno dei due nodi.
Le sei famiglie sono le seguenti:

 Profili porta-intonaco
  Sono prodotti specifici per la sigillatura del nodo primario; si tratta di e strusi in PVC con una spugnetta elastica
  autoadesiva da applicare sui bordi del controtelaio. Fungono da veri e propri ammortizzatori in grado di
  compensare i movimenti del muro e del controtelaio ed evitare il formarsi di crepe. Non richiedono la rasatura
  preventiva della spalletta.

                                                                   12

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Profilo porta-rasante per esterno                Profilo porta-intonaco per esterno           Profilo porta-intonaco per interno

 Pellicole di tenuta ad aria, acqua e vapore
   Sono prodotti che vengono utilizzati prevalentemente per la sigillatura del controtelaio.
   Si distinguono per la diversa capacità di impedire il passaggio di aria, acqua e vapore e per il fatto di essere intonacabili
   o meno.

         Pellicola di tenuta          Pellicola di tenuta             Pellicola di tenuta ad aria e     Pellicola di tenuta ad aria e
       impermeabile ad aria e      permeabile al vapore ma             vapore intonacabile a sd           vapore completamente
        vapore specifica per       non all’aria specifica per           variabile idonea sia per       autoadesiva non intonacabile
               interno                      esterno                     interno che per esterno            specifica per interno

   Se il lavoro è fatto bene le pellicole di tenuta aria e vapore hanno le stesse prestazioni dei profili porta intonaco, occorre
   però tener presente che vanno incollate al muro e pertanto per alcuni tipi di pareti richiedono la preparazione della
   spalletta.
   .

                                                                                                          l'applicazione delle pellicole di
                                                                                                             tenuta richiede spesso la
                                                                                                              rasatura della spalletta

   Le pellicole non intonacabili si usano invece sempre per la sigillatura del controtelaio nelle case con le pareti di legno e
   nella sigillatura del controtelaio o del telaio murato in ristrutturazione.
 Nastri precompressi termo-espandenti
   Si tratta di prodotti specifici per la sigillatura del nodo secondario; sono realizzati con una specifica schiuma
   poliuretanica a celle aperte che viene fortemente compressa e impregnata con una resina termoplastica che ha il
   compito di rallentare l’espansione; un confezionamento idoneo mantiene il nastro in questa condizione fino al suo
   utilizzo.

                                                                      13

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Dopo la posa la resina diventa plastica e consente al nastro
                                                                              di schiuma di recuperare le dimensioni originali; in questo
                                                                              modo il nastro, espandendosi, va a chiudere tutto lo spazio
                                                                              vuoto all’interno del nodo, adattandosi a qualsiasi forma.
                                                                              La sua elasticità e le sue prestazioni in termini di tenuta
                                                                              rimangono inalterate nel tempo. .

                                                                  A seconda del modo con cui è costruito e della classe di
                                                                  impiego, un nastro precompresso termo-espandente può
                                                                  essere più o meno permeabile al vapore ed alla pioggia
       schiuma poliuretanica prima e dopo l'impregnazione
                                                                  battente.
                                                                  La Norma DIN 18542:2009 stabilisce una classificazione
  dei nastri termo-espandenti in base alle loro caratteristiche prestazionali certificate; in base a tale classificazione si
  distinguono le seguenti categorie:
         BG1 adatto all’esterno anche sotto la pioggia battente
         BG2 adatto all’esterno ma in posizione protetta (ad esempio riparato da un coprifilo)
         BGR molto impermeabile al vapore, adatto solo sul lato interno
  Di seguito si riporta una tabella con le caratteristiche dei nastri in funzione della loro classificazione:
                              Prestazioni                               BG1                   BG2                      BGR
       Coefficiente di permeabilità dei giunti an              an ≤ 1 m³/h m (daPa)⅔ an ≤ 1 m³/h m (daPa)⅔   an ≤ 0,1 m³/h m (daPa)⅔
       Impermeabilità alla pioggia battente delle fughe               ≥ 600 Pa              ≥ 300 Pa                    ***
                                                                     ≥ 600 Pa                  ***                      ***
       Impermeabilità alla pioggia battente delle giunture
       Resistenza alla temperatura                                da -20 a +80° C        da -20 a +60° C         da -20 a +60° C
       Resistenza ai raggi UV e all'umidità                           Garantita                 ***                     ***
       Compatibilità con i materiali da costruzione                 fino a 80° C           fino a 60° C            fino a 60° C
       Capacità di tenuta all'acqua di condensa                          ***                    ***          100 % con um. Rel / 85° C
       Diffusione al vapore acqueo Sd                                  ≤ 0,5 m                ≤ 0,5 m           valore determinato
       Classe di resistenza al fuoco                                     B1                     B2                      B2

 Nastri precompressi termo-espandenti multifunzionali accoppiati con membrane
  Rappresentano l’evoluzione dei nastri termo-espandenti e anche in questo caso si tratta di prodotti specifici per la
  sigillatura del nodo secondario. Sono costruiti inserendo delle barriere di tenuta aria e vapore nella schiuma
  poliuretanica; in questo modo si sommano i vantaggi delle pellicole di tenuta aria e vapore con la elasticità e
  deformabilità della schiuma.
  Sul mercato sono reperibili due tipologie di prodotti:
   Nastri precompressi termo-espandenti multifunzionali impermeabili al vapore, costruiti con una sola
         membrana interna
         Presentano ottime caratteristiche di tenuta all’aria ed al vapore e di isolamento termoacustico; si tratta di prodotti
         che da soli sono in grado di svolgere le funzioni richieste alla parte interna (impermeabilità al vapore) e mediana
         del nodo di collegamento (acustica e termica), mentre nella parte esterna (dove è richiesta anche la tenuta
         all’acqua) occorre applicare un materiale diverso.
         Questo nastro quindi sostituisce le funzioni che nel nodo tradizionale sono svolte dalla schiuma, dal fondo giunto e
         dal silicone; la sua applicazione però è più rapida, pulita, efficace e duratura.
   Nastri precompressi termo-espandenti multifunzionali ad Sd variabile costruiti con almeno 3 membrane
         interne (il numero è maggiore nelle misure più larghe).
         Grazie alla grande tenuta all’aria e all’acqua, al grande isolamento acustico e termico e soprattutto al valore Sd
         variabile con questo solo nastro si risolvono tutte le esigenze del giunto di sigillatura; quindi un nastro di questo tipo
         riesce a soddisfare tutti e 3 i livelli di sigillatura del nodo secondario.
         Esistono anche varianti di larghezza inferiore e con solo 2 membrane che hanno prestazioni leggermente inferiori
         rispetto ai nastri con un maggior numero di membrane ma tuttavia sono la miglior soluzione quando si hanno spazi
         stretti.

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Nastro termoespandente                                            Nastro termoespandente
                multifunzione ad una membrana                                   multifunzione a tre membrane a sd
               impermeabile al vapore nella parte                                            variabile
                            interna
 Nastri adesivi comprimibili e non espandenti in schiuma a
  cellule chiuse
  Sono prodotti specifici per la sigillatura del nodo secondario inferiore, cioè
  della traversa inferiore del serramento.
  Si tratta di nastri realizzati con schiume a celle chiuse di materiali espansi
  vari (pvc, epdm, ecc.) e spalmati di adesivo su un lato. Seppure le
  proprietà fisiche siano diverse da materiale a materiale, caratteristiche
  comuni a questi tipi di nastri sono una assoluta impermeabilità ai liquidi
  oltre che all’aria, una minore capacità di comprimersi ed espandere
  rispetto ai nastri termo-espandenti a celle aperte e un buon potere                         Nastro in schiuma di pvc specifico per il
  termo/fono-isolante.                                                                               nodo secondario inferiore

                                      Prova di impermeabilità all’acqua di un nastro in schiuma di pvc

 Schiume poliuretaniche elastiche, adesive e a basso invecchiamento
  Utilizzabili sia per il nodo primario che per quello secondario ma solamente nelle porzioni mediane in quanto si tratta di
  prodotti isolanti e non di sigillanti.
  Le schiume poliuretaniche monocomponenti nascono dalla reazione tra un isocianato ed un poliolio contenuti in una
  bomboletta; all’interno di questa miscela è presente anche un propellente gassoso che, oltre a far uscire il prodotto,
  quando è a pressione ambiente si espande facendo aumentare di volume la schiuma: una reazione con l’isocianato e
  con l’acqua indurisce la massa così espansa rendendola consistente ed elastica.
  Il risultato finale in termini di espansione e compattezza per tutte le schiume dipende da molti parametri:
   quanto si agita la bomboletta – più la si agita meglio si mescolano i componenti e quindi più compatta risulta la
         schiuma;
   la temperatura della bomboletta – più è alta meglio si mescolano i componenti;
   l’umidità presente – se non si bagna la fuga prima e dopo l’estrusione della schiuma il cordolo si riempie di bolle
         interne e rimane cavo;
   la temperatura di filmazione che influenza sia la velocità di espansione che il risultato finale.
  Le schiume migliori sono quelle che riescono a minimizzare gli effetti derivanti da una variabilità di queste condizioni,
  situazione che si ottiene quando si utilizzano componenti altamente reattivi.

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Ulteriori caratteristiche di qualità per una schiuma sono: la elasticità, la resistenza all’invecchiamento e l’adesione sui
  bordi.

                                                   Esempio di schiuma visco-elastica

 Sigillanti a base di MS Polimero
  I sigillanti “MS” sono polimeri di ultima generazione che derivano da una recente evoluzione dei siliconi; sono formulati
  dall’unione di un silano (silicio + gruppi funzionali) ed un polimero (poliestere, polietere, poliacrilico).
  La sigla MS sta per “Silano Modified; a questa famiglia appartengono una grande quantità di prodotti, tutti caratterizzati
  da un eccellente potere adesivo, sovraverniciabilità e capacità di indurimento anche in ambienti umidi.
  La loro caratteristica principale è quella di unire una alta capacità adesiva ad una ottima capacità sigillante, mantenendo
  nel contempo una elasticità molto durevole; in funzione della formulazione si hanno MS Polimeri in cui è prevalente la
  capacità sigillante e altri in cui prevale la capacità adesiva.

       Prove di tenuta alla muratura dell'MS Polimero dopo 10 anni di invecchiamento naturale. L'adesione è ancora perfetta

  La tabella seguente riporta una comparazione tra le caratteristiche dell’Ms Polimero nella formulazione sigillante e
  quelle dei più comuni sigillanti utilizzati per lo stesso scopo, ovvero il silicone e il sigillante acrilico:
                                                                         Ms Polimero Silicone Sigillante acrilico
                     Lavorabilità                                             5           5            5
                     Velocità di filmazione                                   4           5            2
                     Scadenza                                              12 mesi        24 mesi     24 mesi
                     Stabilità UV                                             4           4            4
                     Adesione su diversi materiali                            5           3            3
                     Elasticità                                               5           5            2
                     Assorbimento di sporco del cordolo                       4           2            4
                     Assorbimento plastificati sui davanzali in pietra        4           2            4
                     Sovraverniciabilità                                      4           1            4
                     Resistenza all’acqua dopo essiccazione                   5           5            1
                     Ritiro                                                   5           4            1
                     Adesione su superfici umide                              5           1            1
                     Resistenza agli agenti esterni                           5           5            1

  Nella posa degli infissi il loro impiego prevalente è nella sigillatura della traversa inferiore del telaio al davanzale; in
  alcuni casi viene però utilizzato anche per la sigillatura interna ed esterna dei nodi secondari (laterale e superiore) e per
  la chiusura delle fessure interne e delle crepe all’attacco con la muratura.

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2.6 . LA PROGETTAZIONE DEL SISTEMA DI FISSAGGIO ALLA MURATURA
Il fissaggio meccanico del serramento al muro è un’operazione molto importante in quanto un fissaggio non ben realizzato
può comportare rischi per l’incolumità degli utilizzatori e pregiudicare la sicurezza in uso del serramento.
Deve pertanto essere attentamente dimensionato per far sì che tutte le sollecitazioni del serramento (peso proprio,
pressione del vento, chiusure improvvise) tramite il controtelaio vengano trasferite direttamente al muro e deve essere
eseguito con grande attenzione, tenendo anche conto del fatto che le moderne finestre sono molto più grandi e pesanti delle
finestre di alcuni anni fa e quindi il loro ancoraggio alla muratura deve essere molto più stabile.
Per quanto riguarda il fissaggio del controtelaio alla muratura esistono due metodologie alternative tra loro:
 tramite zanche da fissare al muro con leganti cementizi o con viti e tasselli
 tramite turboviti autofilettanti da muro a tutto filetto

                                                                                         Turbovite

                            Zanca

Indipendentemente dal sistema di ancoraggio scelto (tuboviti o zanche) la determinazione dei punti di fissaggio deve
seguire regole ben precise sia per avere un corretto trasferimento dei carichi al muro sia per evitare che, infiggendo le viti a
caso, quando poi si fisserà il telaio al controtelaio ci sia una sovrapposizione tra i punti di fissaggio o comunque una
distanza troppo ravvicinata che potrebbe causare un eccessivo indebolimento del controtelaio.
Per quanto riguarda invece il fissaggio del serramento al controtelaio o al muro, si usano delle viti autofilettanti a tutto
filetto che rappresentano il metodo più semplice e più efficace .
Per ulteriori dettagli si rimanda alla parte applicativa.

2.7. L’INDIVIDUAZIONE DI SPECIFICHE SOLUZIONI PER LA POSA IN PRESENZA DI SISTEMI
OSCURANTI E/O ZANZARIERE
Un corretto sistema di posa deve prevedere anche apposite soluzioni per la posa dei serramenti in presenza di sistemi di
oscuramento o ombreggiamento e/o di zanzariere.
Questo significa che deve consentire una perfetta sigillatura dei nodi anche in corrispondenza dei nodi tra serramento e
cassonetto.
Deve inoltre assicurare, soprattutto nel caso di murature con cappotto termico, il fissaggio delle guide di scorrimento di teli
avvolgibili, zanzariere o frangisole oppure dei cardini di scuri e persiane senza che venga interrotta la continuità dello strato
coibente.
L’operazione più critica in una muratura con cappotto termico è proprio il fissaggio di scuri o persiane: non è possibile
montare i cardini direttamente sullo strato isolante esterno in quanto non verrebbe garantita la necessaria resistenza
meccanica e occorre dunque ancorarsi direttamente alla muratura; in tal modo però si rischia di creare dei pericolosi ponti
termici che, oltre a esser sede di dispersioni di calore, in particolari condizioni di temperatura e umidità possono determinare
l’insorgenza di muffe e condensa.
E la stessa problematica si riscontra anche per quanto riguarda la posa dei ferma-scuri, delle aste di chiusura, della piastra
per la spagnoletta e degli eventuali accessori.
Un corretto sistema di posa dovrebbe aver studiato a monte tali questioni, aver progettato apposite soluzioni e averle
tradotte in tavole grafiche di posa.
Solo in questo modo si creano le condizioni per poter eseguire una posa a regola d’arte anche in presenza di particolari
componenti senza dover improvvisare in cantiere.

2.8 LA NECESSITA’ DI UN ADEGUATO CONTROLLO DELL’IRRAGGIAMENTO SOLARE DIRETTO
Da quando la necessità di ridurre i consumi energetici degli edifici è diventata sempre più pressante, l’industria dei
serramenti si è concentrata sulla progettazione e produzione di finestre principalmente in grado di evitare gli sprechi di
calore durante la stagione invernale: si è lungamente lavorato sullo spessore dei profili riducendo la loro trasmittanza
termica, si sono migliorate le prestazioni di tenuta all’aria dei collegamenti anta-telaio, si è fatto uso di vetri basso-emissivi.

                                                                  17

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per ridurre il passaggio dall’interno verso l’esterno della radiazione infrarossa e si sono studiate attentamente le modalità di
posa in opera al fine di assicurare una perfetta sigillatura e un ottimo isolamento dei nodi di collegamento.
L’insieme di queste strategie definiscono l’efficienza energetica della finestra e riducono durante l’inverno le perdite di calore
dell’involucro edilizio attraverso il vano serramento.
                                                       Nella stagione estiva però gli apporti energetici dovuti all’irraggiamento
                                                       solare diretto sulle finestre portano ad un surriscaldamento degli
                                                       ambienti.        Tale       situazione     viene
                                                       normalmente mitigata con l’uso di
                                                       condizionatori i quali però richiedono
                                                       spesso una quantità di energia superiore a
                                                       quella che si è risparmiata con la riduzione
                                                       delle perdite invernali e comunque causano
                                                       un notevole disagio abitativo.
                                                       Il sole infatti va utilizzato in maniera saggia,
                                                       approfittando del suo irraggiamento in
                                                       inverno, ma controllandolo nei mesi estivi,
                                                       soprattutto nelle stanze dove, per la loro
                                                       esposizione, il suo apporto potrebbe essere        Le tende interne riescono
   L’11% delle        case italiane      hanno il                                                          ad abbattere solo il 25%
   condizionatore, che potrebbe essere evitato
                                                       eccessivo.                                           della radiazione solare
   con un adeguato controllo solare esterno            Nelle finestre rivolte a nord, non essendoci                incidente
                                                       mai irraggiamento diretto, non ci saranno
ovviamente problemi mentre nelle finestre rivolte a sud, a est e soprattutto ad ovest l’irraggiamento potrebbe veramente
causare un notevole aumento della temperatura interna.
Nelle finestre esposte ad ovest in modo particolare, la bassa inclinazione dei raggi sull’orizzonte nelle ore pomeridiane li
porta direttamente ad entrare negli ambienti anche in presenza di aggetti come poggioli o gronde; se in inverno questo fatto
è utile, in estate causerà sempre grossi problemi anche nelle latitudini più settentrionali del nostro Paese.
Del resto non è possibile rinunciare agli apporti gratuiti del sole specie in previsione dell’obbligo di costruzione di case a
consumo di energia quasi zero che scatterà dal 31 dicembre 2020 (per gli edifici pubblici tale obbligo è anticipato al 31
dicembre 2018).
E’ dunque importante installare, quando sia possibile, vetrate in grado di massimizzare gli apporti energetici gratuiti del sole
ma contemporaneamente è fondamentale inserire dei sistemi di ombreggiamento esterni che, intercettando i raggi solari,
consentano di evitare l’irraggiamento diretto sulle vetrate quando non desiderato.
Tra le varie tipologie di schermature solari le griglie frangisole esterne sono le più efficaci: svolgono un’azione di
                                           abbattimento della radiazione solare incidente (e quindi di contenimento dei
                                           guadagni solari passivi) pari a circa l’85%, mentre le tende interne ne abbattono
                                           solo il 25% e le veneziane all’interno delle vetrate il 50%.
                                           La maggior parte degli altri sistemi esterni di oscuramento (scuri a pannello cieco,
                                           persiane, gli stessi teli oscuranti che scorrono perpendicolari alla finestra) riduce la
                                           luce ma non riesce ad intercettare e deviare definitivamente la radiazione solare
                                           incidente; pertanto la scelta delle griglie frangisole esterne è quasi obbligata per il
                                           comfort abitativo interno e per risparmiare energia in tutte le finestre con superficie
                                           superiore a 1,0 m2 esposte a est e ovest (o a sud-est, sud-ovest) a meno che non
       Le griglie frangisole sono il       ci siano degli ombreggiamenti naturali dovuti a piante, altri edifici o ad una
   sistema migliore per controllare la     particolare situazione orografica.
          radiazione solare senza
       rinunciare alla luce naturale
                                           Le griglie frangisole esterne mobili vengono montate con un apposito cassonetto
                                           applicato alla traversa superiore della finestra o murato nella mazzetta
Negli allegati grafici viene riportata una tavola di posa in cui è presente tale sistema di ombreggiamento: si tratta di una
griglia frangisole della ditta Griesser, che fa parte del Sistema PosaClima scelto come sistema di posa dalla nostra azienda.
Una valida alternativa sono le tende microforate ombreggianti da esterni o le persiane a lamelle mobili.

2.9 LA SCELTA E IL FISSAGGIO DEL DAVANZALE O DELLA SOGLIA
Il davanzale ha un ruolo principalmente funzionale: deve infatti garantire il deflusso dell’acqua piovana oltre la parete per
evitare di bagnare e quindi danneggiare la facciata.

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                                       Realizzato da : Pavanello Infissi - Finestre in Legno
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