Le sorti della videocrazia - Teoria e Tecniche della Televisione - a.a. 2017-2018 Prof. Christian Ruggiero - Coris

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Le sorti della videocrazia - Teoria e Tecniche della Televisione - a.a. 2017-2018 Prof. Christian Ruggiero - Coris
Le sorti della videocrazia

Teoria e Tecniche della Televisione – a.a. 2017-2018
Prof. Christian Ruggiero
Le sorti della videocrazia - Teoria e Tecniche della Televisione - a.a. 2017-2018 Prof. Christian Ruggiero - Coris
Prima della videocrazia
Le sorti della videocrazia - Teoria e Tecniche della Televisione - a.a. 2017-2018 Prof. Christian Ruggiero - Coris
Le età della politica in tv
Infanzia e giovinezza

L’intervista-tribuna
- Tribuna Elettorale (1960)
- Tribuna Politica (1961)

Il reportage
- Rotocalco televisivo (1962)
- Tv7 (1963)
- Zoom (1966)
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La progressiva vittoria dell’immagine

«Dovete accettarci belli o
brutti che siamo […] non
possiamo lasciare a delle
controfigure il compito di
rappresentarci»

        Mario Scelba, Tribuna
   Elettorale, 11 ottobre 1960
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La progressiva vittoria dell’immagine

Tra le “responsabilità” di Tribuna politica

«aver introdotto le ballerine e Togliatti nel cuore delle
famiglie italiane»
                                    I. Cipriani, Tribuna politica in Tv,
                         in «Il Contemporaneo», marzo‐aprile 1962

«il parroco in canonica, girando un semplice bottone, ha
ascoltato, forse per la prima volta, un comizio di Togliatti»
             G. Pajetta, Considerazioni sulla propaganda elettorale,
                                         in «Rinascita», 02/03/1963
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La progressiva vittoria dell’immagine

«Moro, Michelini, Togliatti, Covelli, Malagodi,
Reale, Saragat, Nenni si alternano davanti
alle telecamere, parlando per circa dieci minuti
per poi rispondere alle domande dei giornalisti.
Togliatti, per esempio, di fronte a quindici milioni di
telespettatori, si vede costretto a rispondere alle
domande del giornalista socialdemocratico della
‹Giustizia› Romolo Mangione, che, estraendo una copia
de ‹l’Unità›, legge un articolo del tutto immaginario»

              F. Anania, In ogni epoca lo spettacolo della politica:
                                        le elezioni alla televisione
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La progressiva vittoria dell’immagine

1963: il coup de théâtre di Pajetta a Tribuna Elettorale
La Democrazia Cristiana
rifiuta di far partecipare al
dibattito Paolo Bonomi,
sotto accusa per una
gestione poco trasparente
delle scorte pubbliche di
frumento gestite dalla
Federconsorzi. Pajetta
lascia intorno al tavolo al
quale è seduto con
Occhetto, Rossanda e
Terracini, una sedia vuota.
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La progressiva vittoria dell’immagine

1978: con un silenzio di venticinque minuti, ripartito nelle
tre Tribune dedicate ai Comitati promotori dei referendum,
Marco Pannella, Emma Bonino e gli altri «oratori» radicali
non solo suscitano un vastissimo clamore, rendendo le loro
apparizioni ben più memorabili di quanto sarebbe stata
                           qualunque dichiarazione, ma
                           realizzano un happening che
                           si pone come figura di una
                           moderna retorica per immagini

                                G. Statera, La politica spettacolo,
                                          Mondadori, 1986, p. 47
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Le età della politica in tv
Infanzia e giovinezza

Nascita del talk
- Bontà loro (1976)
- Acquario (1978)
- Grand’Italia (1979)

Intervista-spettacolo
- Mixer (1980)
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La progressiva vittoria dell’immagine

1976: la prima apparizione di un Presidente del Consiglio in
carica come ospite di un talk show. La trasmissione è Bontà
loro, l conduttore Maurizio Costanzo, l’ospite Giulio Andreotti.
La scenografia dello studio è composta da tre poltroncine
color aragosta, uno sgabello
e un orologio a cucù, una
«testimonianza» della diretta.
Come nello scompartimento
di un treno, al Presidente del
Consiglio capita di trovarsi
seduto tra un press agent
ed una balia asciutta.
La progressiva vittoria dell’immagine

1978: nasce Acquario; gli elementi innovativi sono una porta,
che introduce gli invitati «a sorpresa» al cospetto dell’ospite
principale, e un telefono, «segno» del contatto con l’esterno.
Celebri gli scontri tra il pretore Salmieri e la pornostar
Ilona Staller, e le ire femministe che colpiscono il deputato
Trombadori per un
“cocca mia” indirizzato
a Emma Bonino.
La progressiva vittoria dell’immagine

1979: è la volta di Grand’Italia, «uno strano bar […] dove gli
avventori non pagano le consumazioni, assistono gratis a
‹attrazioni internazionali›, e la sola moneta che è richiesta loro
è lo scambio di confessioni, colloqui, bisticci, chiacchiere»
(Aldo Grasso). E in cui Marco Pannella si vede togliere la
parola nel corso di un appello al Presidente della Repubblica
da una torta «servita»
in faccia al conduttore dalla
cameriera d’eccezione
Marina Lante della Rovere.
Politica anni Ottanta

  Titolo Presentazione   21/05/2018   Pagina 13
Politica anni Ottanta

«Dopo gli anni Cinquanta (la ricostruzione), Sessanta
(l’uscita dalla povertà e il primo accenno di benessere),
Settanta (i problemi e le paure), negli anni Ottanta
esplode la corsa al benessere».

             M. Livolsi, L’Italia che cambia, La Nuova Italia,
                                         Firenze 1993, p. 58.

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Politica anni Ottanta

                 La prima concessione obbligata del gruppo di
                 potere democristiano riguarda la presidenza del
                 Consiglio, affidata nel 1981 al repubblicano
                 Giovanni Spadolini. Ma la crisi dell’egemonia
                 centrista si fa evidente con i risultati delle
                 elezioni del 1983: la discesa del primo partito
                 italiano al 32,9% apre le porte al leader
                 socialista Bettino Craxi e alla sua opera di
                 restyling comunicativo del PSI, che, tra il
                 1978 e il 1985, elimina dal simbolo la falce e il
                 martello sostituendoli con un garofano rosso, e
                 gioca sulla identificazione con il suo leader e
                 con la Milano del secondo miracolo economico.

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Politica anni Ottanta

Il tentativo di catturare i pubblici di
riferimento si esprime attraverso le
telefonate in diretta, la partecipazione
della «gente comune» ai talk show,
le lusinghe di miracolosi concorsi a
premi, ma anche attraverso l’imporsi di
nuovi linguaggi. La pubblicità ricorre
sempre più massicciamente
all’emozionalità del consumatore,
l’informazione si esprime anche
attraverso il mezzobusto di una
conduttrice o il chiacchiericcio di
interviste senza contenuto pubblicate
sui giornali.
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Politica anni Ottanta

«Ogni parere, anche se infondato o di
parte, ha pari dignità in una comunicazione
dove è sempre più importante come si
dicono le cose e non cosa si dice. Sui
giornali e sugli schermi televisivi ha
accesso solo chi ha potere-capacità di
comunicare, di diffondere le proprie idee
[…] Il pluralismo delle idee si trasforma nel
vuoto chiacchiericcio dei mass media e,
nei tempi lunghi, in una profonda diffidenza
e/o nel ritiro della fiducia dei cittadini».

     M. Livolsi, L’Italia che cambia, La Nuova Italia,
                                 Firenze 1993, p. 69.
Politica anni Ottanta

Nell’olimpo dei miti degli anni Ottanta
rientrano gli imprenditori, eroi della
produzione, cui tuttavia manca, come è
invece in America, una identificazione
con l’erotismo, la trasgressione, la
stravaganza: essi non proiettano, ancora,
un’immagine legata al tempo libero od
orientata in senso culturale, ma esprimono
i valori della mobilità attraverso il lavoro, il
successo, il potere, il denaro.

      Titolo Presentazione    21/05/2018           Pagina 18
Politica anni Ottanta

Nell’autunno del 1985 il «popolo della tv»
insorge contro la forzosa interruzione di
questo servizio. «Il vento gonfia la vela di
Berlusconi. Appassionatamente al suo
fianco i ragazzini affezionati ai Puffi, le
fans delle telenovelas, gli anziani
costretti a casa», tutti quegli italiani che
«possono sopportare il cattivo
funzionamento delle USL, possono vivere
con pensioni inadeguate, ma se gli tolgono
le televisioni è come se gli togliessero la
corrida.
Gli anni Ottanta e la politica-spettacolo

     Mixer, 12 maggio 1980:

•   un commento alla notte degli Oscar con il regista Brusati
•   un’intervista al cantautore De Gregori
•   un faccia a faccia con Bettino Craxi sulla vicenda Moro
•   gli esiti di un sondaggio sul tema italiani e informazione
Le età della politica in tv
Infanzia e giovinezza

La nascita del “salotto”
- Maurizio Costanzo Show (1982)

La Tv (anche) politica nel privato
- Cipria e Italia Parla (1983)

Le nuove Tribune
- Rotocalco elettorale (1983)
Gli anni Ottanta e la politica-spettacolo: il 1983

 Cipria, con Enzo Tortora

 Non tutti erano però convinti che fosse questa la direzione giusta
 e che modificare il modo di comunicare dei politici significasse
 farli cantare. Alla performance di Pietro Longo aveva fatto seguito
 un dura polemica. «Son troppo amico di tutti gli uomini politici -
 aveva scritto Jacobelli - che sono apparsi e che appariranno in
 Cipria per ritenerli fatui esibizionisti, per non sapere che essi
 hanno aderito come si aderisce ad un gioco, per essere certo
 che essi lo hanno fatto a "fin di bene"».

 E. Novelli, Dalla TV di partito al partito della TV:
 televisione e politica in Italia, 1960-1995,
 La Nuova Italia, 1995
Le età della politica in tv
Maturità

L’innovazione della Terza Rete
- Samarcanda (1987)

La nascita della piazza virtuale
- Profondo Nord (1991)
- Milano, Italia (1992)
Gli anni Ottanta e la politica-spettacolo: il 1987

 Samarcanda, di Michele Santoro
 Il 4 aprile, dopo il Congresso socialista di Rimini, Valentino
 Parlato ed Alberto Abruzzese si confrontano sull’efficacia dei
 messaggi sublimali lanciati dalla scenografia
 finto‐ateniese di Panseca.

 Il rientro della crisi del «patto della staffetta» viene
 commentato da Michele Serra squadernando la vignetta
 del settimanale satirico Tango che ritrae Craxi nelle
 vesti di Babbo Natale mentre lascia Palazzo Chigi al suo
 avversario dopo essersi portato via finanche l’argenteria nel
 sacco che porta sulle spalle.
L’Italia (e i media)
in transizione

   Titolo Presentazione   21/05/2018   Pagina 25
L’Italia (e i media) in transizione

All’apertura delle indagini del pool di Milano le pratiche
corruttorie hanno raggiunto un livello intollerabile proprio in
funzione di questo uso politico, interno ai partiti e alle
coalizioni di governo, e al conseguente innalzamento del
livello quantitativo dei costi delle tangenti, divenuto
insostenibile per il sistema delle imprese pubbliche e
private. Il delicato meccanismo che permetteva a tali
aziende di far proseguire lo «scambio occulto» tra
imprenditori, politici e burocrati era
andato in crisi insieme alla labile
distinzione tra il peccato veniale di
«rubare per il partito» e il peccato
grave di «rubare per sé».
L’Italia (e i media) in transizione

Il modus operandi dei giudici di Milano segna un
nuovo passaggio del potere dei media di influenzare
la vita pubblica italiana: la «giustizia spettacolo».
Mentre nelle aule di giustizia procedono le inchieste,
le trasmissioni di maggior successo al di fuori delle
lottizzate rai 1 e rai 2, forti della loro connotazione di
«neutrale» mezzo di informazione per i cittadini, si
schierano compatte contro la partitocrazia corrotta, e
in particolare contro i socialisti.
L’Italia (e i media) in transizione

Il Presidente della Repubblica Francesco Cossiga
inaugura una stagione di interventi pubblici, e televisivi in
particolare, di tale impatto, per il linguaggio e i referenti
degli attacchi presidenziali, da meritare l’epiteto di
«picconate». Dal Parlamento, eletto nel 1987 e
sconfessato dalla preferenza espressa dalle urne, di cui
caldeggia lo scioglimento, al CSM, che intende riunirsi per
deliberare su un ordine del giorno che non trova la sua
approvazione, il Presidente conduce i suoi attacchi
contro le altre istituzioni repubblicane attraverso
appelli lanciati al popolo direttamente dal
teleschermo, a reti unificate.
L’Italia (e i media) in transizione

  La perdita del controllo della vecchia élite di governo sulle
  piazze mediatiche trova la sua ratifica nel clamoroso
  affondo portato da Giorgio La Malfa al direttore del TG1
  Bruno Vespa a commento dei risultati elettorali del 1992:
  «onorevole Vespa, lei è stato sconfitto come
  l’onorevole Forlani. Se ne deve andare!».
  La difesa di Vespa rimane un quadro perfettamente
  chiaro di un sistema di cui forse neppure il direttore del
  telegiornale della prima rete avvertiva il crollo
  imminente: «se l’editore della rai è il Parlamento,
  l’editore di riferimento per questo telegiornale,
  secondo gli accordi tra gli azionisti, è la Democrazia
  Cristiana, che resta leader del mercato senza
  concorrenti».
L’Italia (e i media) in transizione

Il 29 aprile 1993 la Camera è chiamata a votare per
l’autorizzazione a procedere contro Craxi: il voto negativo
provoca la violenta reazione dei parlamentari di Lega e
MSI, al grido di «ladri», e scatena l’ira dell’opinione
pubblica, che dal giorno dopo si concretizza in
manifestazioni di dissenso in tutt’Italia. La fine della carriera
politica del leader socialista è registrata dai maggiori TG
nazionali, che trasmettono le immagini della folla che lancia
insulti e soprattutto monetine contro di lui all’uscita
dall’Hotel Raphael.
L’Italia (e i media)
in transizione

Sono state proposte due interpretazioni della comparsa
in politica del soggetto Forza Italia, diretta emanazione
di Berlusconi: l’assunzione di un ruolo di supplenza della
televisione, che avrebbe occupato lo spazio lasciato
vuoto dai vecchi partiti – interpretazione benevola – o
l’intervento di un personaggio da sempre parte della
maggioranza di governo affondata da Tangentopoli,
rimasto sino al 1994 ai margini delle contese politico-
parlamentari e «sceso in campo» per ricostruire il
vecchio sistema di potere – interpretazione malevola.

  P. Ortoleva, Un ventennio a colori. Televisione privata e società in
                               Italia (1975-95), Giunti, Firenze 1995
Le età della politica in tv
Maturità

L’approfondimento contro il light
- Il Rosso e il Nero (1993)

Sulla notizia, maleducatamente
- Mezzogiorno italiano (1991,1992)

“Nascita” del confronto all'americana
- Braccio di ferro (1994)
Il tempo nuovo della (tele)politica
la “favola bella” di Silvio Berlusconi

Primo tempo: la discesa in campo: “Il racconto è antico. Lo
conosciamo bene. Lo abbiamo imparato a scuola: la patria chiama
e l’eroe – semplice e disinteressato – accorre”

         A. Abruzzese, Elogio del tempo nuovo, Costa&Nolan, 1994, p. 16

Secondo tempo: la campagna elettorale: “Un incalzante stop and go
nel corso del quale anche i passi falsi vengono girati in positivo
(“sono un imprenditore, non sono avvezzo alle sofisticherie dei
politici”)”

               G. Statera, Il volto seduttivo del potere, SEAM, 1994, p. 86
Il tempo nuovo della (tele)politica
l’alluvione informativa

Alla discesa in campo del patron di Fininvest segue la creazione di
un ideale bipolarismo informativo

La RAI alterna la valorizzazione di format esistenti, quali Cartolina, Il
rosso e il nero, Milano Italia, Mixer e la creazione di due programmi
«ad hoc»: Al voto al voto! e Oltre le parole

Fininvest «tradisce» la sua mission orientata anzitutto
all’intrattenimento affiancando al rodato Radio Londra ben sette
programmi nuovi: Braccio di ferro, Dieci domande a, Elettorando,
Funari Leader, Luogo comune, O di qua o di là, Qui Italia

                         M. Morcellini, E-lezioni di Tv, Costa&Nolan, 1995
Il tempo nuovo della (tele)politica
l’alluvione informativa

Fininvest investe su programmi di breve durata, trasmessi
spesso più volte al giorno (come Qui Italia), programmi‐spot
che difficilmente superano i quindici minuti contro programmi
di maggior durata e a cadenza settimanale che difficilmente
“occupano” meno di mezz’ora (Il rosso e il nero arriva a durare
quasi tre ore)

Una programmazione commerciale di flusso contro una
programmazione statale ancora di palinsesto

                      M. Morcellini, E-lezioni di Tv, Costa&Nolan, 1995
Lo spettacolo della politica
dall’Ulivo a Berlusconi

  Titolo Presentazione   21/05/2018   Pagina 36
Le età della politica in tv
Maturità
Il giornalismo come indagine della realtà
- Linea3 (1995)

Professionalità anglosassone
- Il Fatto (1995)

La prova-tv della politica della Seconda Repubblica
- Porta a Porta (1996)

La piazza contro il Palazzo
- Il Raggio Verde (2000)
La trasformazione del sistema mediale
Trasmissioni e conduttori

Indipendenza delle trasmissioni e dei
conduttori, che sono in grado di
imporre il proprio marchio al dialogo
e mettere alla prova il personale
politico

Ruolo importante della par condicio,
contribuisce a determinare un
registro di discorso condiviso dai
media, a cui i politici si devono
adeguare

              M. L. Bionda, A. Bourlot, V. Cobianchi, M. Villa, Lo spettacolo della politica.
                    Protagonismo e servizio pubblico nel talk show, Rai-Eri, Roma 1998
La trasformazione del sistema mediale
Servizio pubblico e Tv politica

Peculiare ruolo del servizio pubblico,
ulteriore cornice per l’organizzazione
del palinsesto e la messa in scena
delle trasmissioni

Conduttori portatori di una ideologia
mediatica, filosofia di
comportamento sul fare televisione e
sul fare televisione politica

               M. L. Bionda, A. Bourlot, V. Cobianchi, M. Villa, Lo spettacolo della politica.
                     Protagonismo e servizio pubblico nel talk show, Rai-Eri, Roma 1998
La trasformazione del sistema mediale
Un nuovo protagonismo dei mediatori
Emergono figure di conduttori carismatici,
che si assumono il ruolo di “mediare […]
fra il mezzo televisivo, le sue possibilità di
controllo, di denuncia, in una parola il suo
potere, e il popolo televisivo, del cui
diritto di parola si presentano
soprattutto garanti”.

La funzione del talk diviene anzitutto
“delineare e proporre figure di opinione,
rispetto alle quali misurare virtualmente
adesione o dissenso”.

                         I. Pezzini, La Tv delle parole. Grammatica del talk show,
                                                         Rai-Eri, Roma 1999, p. 17
Il 1996, l’anno della normalizzazione

Porta a Porta, di Bruno Vespa

La familiarità con cui Vespa si rivolge agli
ospiti politici, ricordando la presenza loro,
o di loro diretti alleati o contendenti, in
quella stessa sede, è funzionale a
riannodare il filo di una narrazione che
sembra dover obbligatoriamente
passare per il suo salotto
Il 1996, l’anno della normalizzazione

Mixer, di Giovanni Minoli

La capacità veridittiva del mezzo:
la presenza in scena del «terzo attore» rappresentato dall’immagine
ingigantita dell’intervistato e di un’inquadratura che alterna la
prospettiva dell’ospite con il conduttore di schiena o viceversa,
ben si presta a un’operazione di veridizione che passa attraverso
l’osservazione del volto dell’intervistato
Il 1996, l’anno della normalizzazione

Linea3, di Lucia Annunziata

La redazione del programma, visibile
attraverso la parete di vetro che costituisce il
fondo della visione prospettica dello
spettatore, indica la volontà di invocare una
istanza autoriale diffusa

La verità è qualcosa che deve essere
indagato in maniera collettiva, per poi essere
trasmesso da una portavoce carismatica
2001: gli ultimi fasti della telepolitica?

Porta a Porta: la terza Camera della Repubblica

Il 25 settembre 2000, Giuliano Amato
sceglie Porta a Porta per annunciare
la candidatura di Francesco Rutelli.

Un piccolo evento mediale che
rappresenta un tacito riconoscimento
della funzione quasi-istituzionale
dello studio di Bruno Vespa
2001: gli ultimi fasti della telepolitica?

Porta a Porta: la terza Camera della Repubblica

L’8 maggio 2001, lo studio subisce
una radicale trasformazione: via la
postazione centrale e le poltroncine,
per far spazio alla scrivania di ciliegio
su cui Silvio Berlusconi firma, alla
presenza del notaio Vespa, il
Contratto con gli Italiani.
Un vero e proprio media event,
annunciato e posizionato con cura nel
palinsesto; la messa in scena del
simulacro degli «Italiani»
2001: gli ultimi fasti della telepolitica?

Il raggio verde, di Michele Santoro

Le puntate settimanali prevedono interviste in studio o in esterni,
servizi filmati, telefonate in diretta, presentazione di sondaggi, e
tutti questi elementi
ruotano intorno alla figura di
Michele Santoro, che
«controlla con forza l’interazione
[...] sempre tesa e polemica,
spesso apertamente conflittuale»

                                      A. Marioni, Il pubblico della telepolitica.
                                       Poca campagna per pochi interessati
Le età della politica in tv
Maturità
Il talk-lampo
- Otto e mezzo (2001)

Il salotto alternativo
- L'Infedele (2002)

La piazza nonostante il Palazzo
- Ballarò (2002)

Il ritorno della «inquisizione»
- In Mezz’Ora (2005)
Le età della politica in tv
Maturità

La trasmissione di Giovanni Floris rappresenta un’arena
peculiare: lo studio non si estende in un semiciclo,
ma in un lungo rettangolo,
una sorta di via maestra
attraversata dalla scritta
Ballarò entro la quale
il conduttore può muoversi
con disinvoltura tra i
diversi attori comunicativi
chiamati nell’agorà.
Le età della politica in tv
Maturità

Il videowall che occupa il lato corto del rettangolo e dà
profondità allo studio, autentico rappresentante dell’istanza
autoriale della trasmissione, sul quale scorrono in apertura le
copertine di Gene Gnocchi
(poi Maurizio Crozza), e durante il programma i servizi
filmati che introducono i temi di discussione o i disegni dallo
stile inconfondibile che sono chiamati a fornire un frame
silenzioso ma autorevole all’intera puntata.
La politica senza
mediazione

  Titolo Presentazione   21/05/2018   Pagina 50
Le età della politica in tv
      Maturità

     «Lei adesso mi fa la cortesia di lasciarmi parlare, sennò mi alzo
                          e me ne vado»

 Lucia Annunziata perde ogni interesse nei confronti della nutrita
scaletta della puntata, rifiuta di parlare della campagna elettorale e
 pretende, formalmente, che Berlusconi ritiri la sua affermazione

    «Che lei si alzi e se ne vada è una cosa che non può dire»

                                           In Mezz’ora, 12 marzo 2006
Le età della politica in tv
   Maturità

L’antisalotto della politica «di routine»
- Matrix (2005)

Le nuove tribune della politica in campagna
- Leader a confronto (2006)
Le età della politica in tv
Maturità

Il setting è simile a quello di Porta a
Porta, anche se Mentana disconosce
la «paternità» di Vespa nei confronti
del talk dalle poltroncine bianche

La caratterizzazione
«telegiornalistica» del conduttore è
decisamente più marcata, il confronto
risente di un ritmo incalzante dettato
da Mentana e mette in scena un
salotto tutt’altro che «salottiero»
Le età della politica in tv
Maturità

Elezioni 2006:
Leader a confronto

I candidati appaiono a mezzobusto, e non sono
inquadrati mentre vengono poste loro le domande.
Nello studio non è presente un pubblico, la scenografia
è minimalista, i leader sono seduti dietro un tavolo
trasparente, con un pannello a coprire le gambe.
L’unica funzione del moderatore è garantire il rispetto
dei tempi: 30 secondi per le domande dei due
giornalisti sorteggiati, 2 minuti e 30 per le risposte, un
minuto per le repliche, tre minuti per un appello al voto.
Le età della politica in tv: il declino della videocrazia

Elezioni politiche del 2008: il Cavaliere inarrestabile e
i conduttori delegittimati

A Porta a Porta, giovedì 10 aprile, Berlusconi tende una
trappola spettacolare a Vespa: lo invita a “sentire col naso” la
mano che gli tende, ed esclama verso il pubblico
“è odore di santità”
Le età della politica in tv: il declino della videocrazia

Elezioni politiche del 2008: il Cavaliere inarrestabile e
i conduttori delegittimati

A Matrix, venerdì 11 aprile, Berlusconi rientra in studio
dopo il termine dell’intervista, mentre Mentana sta
illustrando le modalità di voto, per “spiegare” al pubblico
che il voto all’IDV “è un voto nullo”; il conduttore è
costretto a chiudere la diretta.
Il ritorno della
videocrazia?

   Titolo Presentazione   21/05/2018   Pagina 57
Le età della politica in tv:
  oltre il declino?

  Elezioni politiche 2013: la precampagna

  Il 23 dicembre 2012, Berlusconi è ospite de L’Arena, segmento
  informativo di Domenica In condotto da Massimo Giletti

  Lo scontro tra i due si consuma ancora una volta sui toni del
  “mi alzo e me ne vado”, con due differenze:
• il contesto di intrattenimento
• la gestione del conflitto da parte del conduttore
Le età della politica in tv:
oltre il declino?

La gestione del conflitto. Giletti rivendica, quasi come
Annunziata nel 2006, il diritto del giornalista a fare delle
domande e a pretendere risposte, e il rispetto dell’ospite
in collegamento (Massimo Franco), ma al tempo stesso
opera delle ritirate strategiche esprimendo attraverso il
linguaggio verbale e non verbale un certo grado di
subordinazione al suo ospite, allo scopo dichiarato di
mantenere aperto il processo di mediazione
Le età della politica in tv:
oltre il declino?

Elezioni politiche 2013: la precampagna

Il 9 gennaio 2013, Berlusconi è a Porta a Porta
Stavolta, è il conduttore a mettere in campo una strategia di
delegittimazione del leader: chiesto a Berlusconi perché non
abbia provveduto alle riforme che chiede ora nei suoi quattro
anni di governo, e di fronte alla risposta “standard” del
Cavaliere, lo fronteggia con un ironico
                “Lei muove la bocca e io ripeto”
a “dimostrazione” della perfetta sovrapponibilità della funzione
del giornalista a quella del politico-format
Le età della politica in tv:
oltre il declino?

Elezioni politiche 2013: la precampagna

Il 10 gennaio 2013, Berlusconi è a Servizio Pubblico: è la
resa dei conti con Michele Santoro e Marco Travaglio

Il momento di maggiore spettacolarità avviene nella seconda
parte della puntata: dopo aver ascoltato il monologo di
Travaglio, Berlusconi ottiene di prendere il suo posto alla
scrivania, per leggere una lettera
Le età della politica in tv:
oltre il declino?

L’interazione con Santoro assume toni apertamente
aggressivi quando Berlusconi approfitta del palco appena
conquistato per un intervento tutto politico, sganciato dalle
“accuse” di Travaglio e dalle modalità discorsive “richieste”
da quella postazione.

Il conduttore si infuria di fronte al mancato rispetto delle
regole concordate e allo “spreco” televisivo

(“Abbiamo buttato via un quarto d’ora di trasmissione”)
Le età della politica in tv:
oltre il declino?

Elezioni politiche 2013: la campagna

Il 5 febbraio 2013, Berlusconi concede a Giovanni Floris
un’intervista in esclusiva. Il prezzo da pagare è di dividere la
trasmissione in due segmenti: prima un dibattito tra
Giannino, De Magistris, Maroni, poi l’intervista

Lo studio si trasforma: le due file di poltrone contrapposte
lasciano il posto ad una singola poltrona per Berlusconi e ad
un panchetto per Floris. Le luci sono basse, a sottolineare la
richiesta al pubblico in sala di non intervenire
Le età della politica in tv:
oltre il declino?

Elezioni politiche 2013: la campagna

Floris inizia con una “softball question”, i motivi della discesa
in campo, ma presto concentra la discussione sullo
svolgimento di una domanda decisamente “hardball”: le
modalità di copertura della promessa di restituzione dell’IMU
2012, i tempi tecnici di un accordo con la Svizzera, la
possibilità di prendere i soldi “a debito” dalla Cassa Depositi
e Prestiti.
Alcune ipotesi interpretative

     Rivendicazione della mediazione
               giornalistica
        Gestione aggressiva della
             conversazione
Fallimento dell’interazione discorsiva

                          Rivendicazione della mediazione
                                      giornalistica
                                 Gestione alternata
                              aggressiva/remissiva della
                                    conversazione
                       Felicità dell’interazione discorsiva
Alcune ipotesi interpretative

      Manipolazione del setting della
    trasmissione ad opera dell’ospite
Mancata cooperazione ospite/conduttore
            Fallimento della
    spettacolarizzazione televisiva

                          Manipolazione del setting della
                           trasmissione ad opera dell’ospite
                          Cooperazione ospite/conduttore
                        Felicità della spettacolarizzazione
                                       televisiva
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