Le sorti della videocrazia - Teoria e Tecniche della Televisione - a.a. 2019-2020 Prof. Christian Ruggiero - Coris

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Le sorti della videocrazia - Teoria e Tecniche della Televisione - a.a. 2019-2020 Prof. Christian Ruggiero - Coris
Le sorti della videocrazia

Teoria e Tecniche della Televisione – a.a. 2019-2020
Prof. Christian Ruggiero
Le sorti della videocrazia - Teoria e Tecniche della Televisione - a.a. 2019-2020 Prof. Christian Ruggiero - Coris
L’Italia (e i media)
in transizione

Titolo Presentazione   29/11/2019
                       Pagina 2
Le sorti della videocrazia - Teoria e Tecniche della Televisione - a.a. 2019-2020 Prof. Christian Ruggiero - Coris
L’Italia (e i media)
in transizione

Sono state proposte due interpretazioni della comparsa in
politica del soggetto Forza Italia, diretta emanazione di
Berlusconi: l’assunzione di un ruolo di supplenza della
televisione, che avrebbe occupato lo spazio lasciato vuoto
dai vecchi partiti – interpretazione benevola – o
l’intervento di un personaggio da sempre parte della
maggioranza di governo affondata da Tangentopoli,
rimasto sino al 1994 ai margini delle contese politico-
parlamentari e «sceso in campo» per ricostruire il vecchio
sistema di potere – interpretazione malevola.

P. Ortoleva, Un ventennio a colori. Televisione privata e società in Italia (1975-95),
                                                                Giunti, Firenze 1995
Le sorti della videocrazia - Teoria e Tecniche della Televisione - a.a. 2019-2020 Prof. Christian Ruggiero - Coris
Il tempo nuovo della (tele)politica
la “favola bella” di Silvio Berlusconi

Primo tempo: la discesa in campo: “Il racconto è antico. Lo
conosciamo bene. Lo abbiamo imparato a scuola: la patria chiama
e l’eroe – semplice e disinteressato – accorre”
                    A. Abruzzese, Elogio del tempo nuovo, Costa&Nolan, 1994, p. 16

Secondo tempo: la campagna elettorale: “Un incalzante stop and go
nel corso del quale anche i passi falsi vengono girati in positivo
(“sono un imprenditore, non sono avvezzo alle sofisticherie dei
politici”)”
                          G. Statera, Il volto seduttivo del potere, SEAM, 1994, p. 86
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Il tempo nuovo della (tele)politica
Il «bipolarismo informativo»

La RAI alterna la valorizzazione di format
esistenti, quali Cartolina, Il rosso e il nero, Milano Italia, Mixer e la
creazione di due programmi «ad hoc»: Al voto al voto! e Oltre le parole.
Fininvest «tradisce» la sua mission orientata anzitutto
all’intrattenimento affiancando al rodato Radio Londra ben sette
programmi nuovi: Braccio di ferro, Dieci domande a, Elettorando, Funari
Leader, Luogo comune, O di qua o di là, Qui Italia

Fininvest investe su programmi di breve durata, trasmessi spesso più volte
al giorno (come Qui Italia), programmi‐spot che difficilmente superano i
quindici minuti contro programmi di maggior durata e a cadenza
settimanale che difficilmente “occupano” meno di mezz’ora (Il rosso e il
nero arriva a durare quasi tre ore). Una programmazione commerciale di
flusso contro una programmazione statale ancora di palinsesto

                                          M. Morcellini, E-lezioni di Tv, Costa&Nolan, 1995
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La trasformazione del sistema mediale
Trasmissioni e conduttori

Indipendenza delle trasmissioni e dei conduttori,
in grado di imporre il proprio marchio al dialogo
e mettere alla prova il personale politico. I
conduttori divengono portatori di una ideologia
mediatica, filosofia di comportamento sul fare
televisione e sul fare televisione politica,

Peculiare ruolo del servizio pubblico, ulteriore
cornice per l’organizzazione del palinsesto e la
messa in scena delle trasmissioni. Ruolo
importante della par condicio, contribuisce a
determinare un registro di discorso condiviso
dai media, a cui i politici si devono adeguare.

                 M. L. Bionda, A. Bourlot, V. Cobianchi, M. Villa, Lo spettacolo della politica.
                       Protagonismo e servizio pubblico nel talk show, Rai-Eri, Roma 1998
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La trasformazione del sistema mediale
Un nuovo protagonismo dei mediatori

Emergono figure di conduttori carismatici,
che si assumono il ruolo di “mediare […]
fra il mezzo televisivo, le sue possibilità di
controllo, di denuncia, in una parola il suo
potere, e il popolo televisivo, del cui
diritto di parola si presentano
soprattutto garanti”.

La funzione del talk diviene anzitutto
“delineare e proporre figure di
opinione, rispetto alle quali misurare
virtualmente adesione o dissenso”.

                            I. Pezzini, La Tv delle parole. Grammatica del talk show,
                                                            Rai-Eri, Roma 1999, p. 17
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Tre modelli di talk:
Il salotto

Titolo Presentazione   29/11/2019
                       Pagina 8
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Porta a Porta, di Bruno Vespa: 1996

La familiarità con cui Vespa si rivolge agli
ospiti politici, ricordando la presenza loro,
o di loro diretti alleati o contendenti, in
quella stessa sede, è funzionale a
riannodare il filo di una narrazione che
sembra dover obbligatoriamente
passare per il suo salotto
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Porta a Porta, di Bruno Vespa: 2001
La terza Camera della Repubblica

Il 25 settembre 2000, Giuliano Amato sceglie
Porta a Porta per annunciare la candidatura
di Francesco Rutelli.
Un piccolo evento mediale che rappresenta
un tacito riconoscimento della funzione
quasi-istituzionale dello studio di Vespa.

L’8 maggio 2001, in studio compare la
scrivania di ciliegio su cui Silvio Berlusconi
firma, alla presenza del notaio Vespa,
il Contratto con gli Italiani.
Un vero e proprio media event, e posizionato
con cura nel palinsesto; la messa in scena
del simulacro degli «Italiani»
Porta a Porta, di Bruno Vespa: 2008
 Il declino della videocrazia

 Giovedì 10 aprile,
 Berlusconi tende una
 trappola spettacolare a
 Vespa: lo invita a
 “sentire col naso” la
 mano che gli tende, ed
 esclama verso il pubblico
 “è odore di santità”
Porta a Porta, di Bruno Vespa: 2013
Il ritorno della videocrazia

Il 9 gennaio 2013 è il conduttore a mettere in campo una strategia di
delegittimazione del leader: chiesto a Berlusconi perché non abbia
provveduto alle riforme che chiede ora nei suoi quattro anni di
governo, e di fronte alla risposta “standard” del Cavaliere, lo
fronteggia con un ironico

Lei muove la bocca
    e io ripeto

a “dimostrazione” della perfetta sovrapponibilità della funzione del
giornalista a quella del politico-format
Tre modelli di talk:
La macchina della verità

Titolo Presentazione        29/11/2019
                           Pagina 13
Mixer, di Giovanni Minoli, 1980-1998

La capacità veridittiva del mezzo:
la presenza in scena del «terzo attore»
rappresentato dall’immagine ingigantita
dell’intervistato e di un’inquadratura che
alterna la prospettiva dell’ospite con il
conduttore di schiena o viceversa, ben si
presta a un’operazione di veridizione che
passa attraverso l’osservazione del volto
dell’intervistato.
Linea3, di Lucia Annunziata, 1995-1996

La redazione del programma, visibile
attraverso la parete di vetro che costituisce il
fondo della visione prospettica dello
spettatore, indica la volontà di invocare una
istanza autoriale diffusa

La verità è qualcosa che deve essere
indagato in maniera collettiva, per poi essere
trasmesso da una portavoce carismatica
In mezz’ora, di Lucia Annunziata, 2005

«Lei adesso mi fa la cortesia di lasciarmi parlare, sennò mi alzo e
me ne vado»

Lucia Annunziata perde interesse
nei confronti della nutrita scaletta
della puntata, rifiuta di parlare della
campagna elettorale e pretende,
formalmente, che Berlusconi ritiri
la sua affermazione

«Che lei si alzi e se ne vada è una cosa che non può dire»
                                                       12 marzo 2006
Tre modelli di talk:
La piazza

Titolo Presentazione    29/11/2019
                       Pagina 17
Il raggio verde, di Michele Santoro (2001)

                            Interviste in studio o in esterni, servizi
                            filmati, telefonate in diretta, sondaggi:
                            tutti questi elementi ruotano intorno
                            alla figura di Michele Santoro, che
                            controlla con forza l’interazione [...]
                            sempre tesa e polemica, spesso
                            apertamente conflittuale

                            Marioni, A., Il pubblico della telepolitica. Poca campagna
                                                     per pochi interessati, 2001, p. 78.
Servizio Pubblico, di Michele Santoro, 2013
Il 10 gennaio 2013: la resa dei conti tra Silvio Berlusconi, Michele
Santoro e Marco Travaglio
Il momento di maggiore spettacolarità avviene nella seconda parte
della puntata: dopo aver ascoltato il monologo di Travaglio,
Berlusconi ottiene di prendere il suo posto alla scrivania, per
leggere una lettera.
L’intervento è tutto politico, sganciato dalle “accuse” di Travaglio e
dalle modalità discorsive “richieste” da quella postazione.
Il conduttore si infuria di fronte al mancato rispetto delle regole
concordate e allo “spreco” televisivo

Abbiamo buttato via
  un quarto d’ora
 di trasmissione
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