La quotidianità del vivere con la Persona con disturbi cognitivi - Luigi Pais dei Mori Infermiere Coordinatore Infermiere Legale e Forense - Ulss ...
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La quotidianità del vivere con la Persona con disturbi cognitivi Luigi Pais dei Mori Infermiere Coordinatore Infermiere Legale e Forense
Cos’è la quotidianità?
• Deficit della memoria • -> disorientamento progressivo • -> perdita delle abilità • -> progressiva NON autosufficienza (mesi o anni) D. lieve D. moderata D. grave
Il ribaltamento dei rapporti familiari • Da genitore / coniuge che cura, aiuta, protegge, rassicura, sostiene, la Persona diviene bisognosa di essere aiutata, sostenuta, protetta, rassicurata, curata. • Tristezza il senso di colpa, collegato al rifiuto o alla vergogna per il proprio famigliare.
• Il primo ed il più grande rischio della Persona demente è quello di essere giudicato “non meritevole di alcun trattamento” e perciò abbandonato a se stesso. • In realtà molto si può fare per rallentare al massimo il processo di decadimento, esaltare le capacità residue: le Persone dementi ben assistiti hanno un rallentamento del deterioramento.
• Se la Persona non è in grado di svolgere un determinato compito è possibile provare a semplificare il processo scomponendolo in singole azioni ed aiutarla, in vari modi, a compiere quelle che è in grado di svolgere. • Es.: l’igiene quotidiana.
• Un errore che spesso si rischia di compiere è la sovrastima delle disabilità, con conseguente scarsa utilizzazione delle abilità residue e dunque aumento della disabilità stessa.
• Vale anche l’opposto: spesso le reazioni caratterizzate da rifiuto ed agitazione (“reazioni catastrofiche”) sono provocate da richieste di prestazioni eccedenti le possibilità della Persona
E’ necessaria una attenta valutazione delle abilità residue della Persona (processo continuo).
Strategie • La standardizzazione della giornata • La standardizzazione del suo mondo fisico
La giornata • La scansione precisa dei tempi: gli eventi che formano la giornata della Persona (es. alzata, pasti, riposo, messa a letto, ecc.) devono avvenire alla medesima ora e con rituale costante (es. alzata alla 7.00, fare la pipì, fare il bidet, fare la barba, lavarsi il viso, ecc. ecc. esattamente nella stessa sequenza)
• Adattarsi ai ritmi della Persona e non viceversa, rispettando, tra l’altro, il suo ritmo sonno veglia. • La corretta programmazione e rispetto del ritmo sonno-veglia è una delle strategie vincenti contro la confusione notturna. • Allungare i tempi • Riconoscere i successi (è dignità!)
• Parlare con chiarezza e molto lentamente, usare parole semplici e frasi molto brevi, accompagnando il linguaggio verbale con una gestualità coerente.
• Man mano che la comunicazione verbale diventa più difficile, si fa maggior affidamento sulla comunicazione non verbale, ricordando che difficoltà di comunicazione non è sinonimo di incapacità di comunicare.
• E’ importante quindi utilizzare la mimica, il tono della voce e la gestualità per trasferire al paziente senso di sicurezza, fiducia e tranquillità, senza ignorare ciò che egli intende comunicare, sia pure in un modo diverso dall'usuale.
• Componenti della comunicazione non verbale sono: • Volto. • Sguardo e comportamento visivo. • Gesti. • Contatto corporeo. • Postura e orientamento del corpo. • Aspetti non verbali del parlato (tono, volume, ritmo). • Aspetto esteriore.
• Non lesinate gesti di affetto, baci, carezze... questi aspetti di grande valore comunicativo saranno il modo di comunicare che rimarrà quando la malattia sarà gravemente invalidante.
• Importante evitare l’eccesso di sonnellini diurni e mantenere “la barra a dritta” sugli orari prefissati sulle sue abitudini (bioritmo personale).
• Rendere stimolante una giornata significa anche offrire scelte semplici su cosa fare (mangiare, vestirsi, camminare, fare giardinaggio, orticoltura, giocare a bocce, scopare per terra, asciugare le stoviglie, ecc.). • Leggete il giornale insieme e commentate gli eventi
Il SUO mondo fisico
• Create un SUO mondo fisico, che sia stimolante (ricco di spunti affettivi e di attività controllate) e sicuro. • Garantite la costanza degli ambienti (es. non cambiare arredamento o disposizione dei mobili, ma anche dei singoli oggetti!) • E’ utile ridurre al minimo il numero di persone che lo accudiscono per permettere alla Persona di riconoscerle nel suo mondo
• Sarebbe opportuno che i servizi igienici fossero ben raggiungibili e che i vari ambienti venissero resi ben riconoscibili e distinguibili tra loro (es. porte o mobilia o pareti di colore diverso) • Le stesse stoviglie che usa la Persona dovrebbero essere di colore diverso per permetterle di riconoscerle e di sentirle sue.
• È fondamentale mantenere il più a lungo possibile legami con la famiglia e con il proprio passato attraverso la presenza di oggetti personali (es. fotografie di persone care). • Mettete in bella vista un bel calendario e un orologio a muro (cifre grandi...)
• Massima attenzione alla sicurezza in casa!Occorre “stanare” le zone pericolose, togliere stuoini o pedane che possono far scivolare, fissare i tappeti, chiudere il gas ogni volta che si esce di casa. • Attenzione a scale e scalini, ad oggetti pericolosi, all’elettricità,...
• Lasciare in camera una luce notturna. • Lasciate accesa la luce del bagno.
W la Libertà! • Va evitata la coercizione, cercando di dare alla Persona l’impressione che sia libera di muoversi a proprio agio nel suo mondo
Tolleranza • E’ un problema NOSTRO! • Dobbiamo saper capire ed accettare certi comportamenti: non stiamo educando un bambino e non dobbiamo correggere comportamenti che imbarazzano NOI (es. mangiare con le mani)
Grazie per l’attenzione! “Nell'ambito familiare ci si aspetta il peggio, si spera per il meglio e ci si aiuta l'un l'altro il più possibile” (S. Glickstein)
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