La lettera e il postino - Educazione. Giornale di pedagogia ...
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Editoriale La lettera e il postino Abstract The letter and the postman Due to the explosion of the pandemic, the need for alternative solu- tions to face-to-face teaching has arisen. However, the solutions adopted did not thoroughly consider the instructional message and its general framework. Distance education has sustained a supple- mentary role, and, particularly in Italy, it has been put in place fol- lowing neither a long-term plan nor a culture of teaching communi- cation. Keywords: Pandemic, Distance education, Teaching models, Italy, Instructional message. Resumen La carta y el cartero Debido a la eclosión de la pandemia, se necesitaban soluciones de comunicación alternativas a la presencial. Sin embargo, estas soluciones han eclipsado el mensaje educativo, así como la creación de un conjunto orgánico de intervenciones que se habría podido poner en marcha. La función de la educación a distancia ha sido esencialmente vicaria y, por lo menos en Italia, se ha ejercido sin la elaboración de un plan, el desarrollo de una capacidad de planificación específica y la elaboración de una cultura de la comunicación didáctica. Palabras clave: Pandemia, Educación a distancia, Modelos de enseñanza, Italia, Mensaje educativo. Verso la fine dell’inverno 2020, per cercare di contenere il contagio da Covid-19, in molti paesi è stato necessario disporre, in pochi giorni, la sospensione di larga parte EDUCAZIONE. Giornale di pedagogia critica, IX, 1 (2020), pp. 1-6. ISSN 2280-7837 © 2020 Editoriale Anicia, Roma, Italia. DOI: 10.14668/Educaz_9101
Editoriale dei servizi pubblici. Anche le scuole hanno chiuso i bat- tenti (e ancora non sappiamo per quanto tempo, né in che modo l’attività sarà ripresa). Non si potevano la- sciare milioni di allievi privi di qualche forma, per quanto attenuata, di educazione scolastica. Si è subito avvertita l’esigenza di individuare una soluzione alter- nativa. Fin qui non c’era nulla da eccepire. C’era molto da eccepire, invece, sul modo in cui in Italia si è cercato di sostituire un’esperienza coinvolgente sul piano cogni- tivo, su quello affettivo e della socializzazione, con un’offerta di studio che di coinvolgente aveva ben poco. Molti, e non solo in Italia, hanno immediatamente pro- posto di sostituire le normali attività didattiche con pro- cedure d’istruzione a distanza. E, anche su questo, non ci sono da muovere particolari obiezioni. Semmai, c’è da chiedersi su quali basi fossero avanzate tali proposte. Diciamo che, senza contestare la scelta nella sua dizione più comprensiva, si avverte la necessità di procedere con cautela quando si passa dalle parole alle azioni. Da quel che si è visto e sentito (prescindendo dai soliti trionfalismi), possiamo ricavare, a posteriori, no- zioni piuttosto difformi dell’istruzione a distanza. Ne elenchiamo alcune, a solo titolo esemplificativo, perché l’elenco potrebbe continuare ponendo l’enfasi su aspetti organizzativi o su regole di comportamento stabilite per gli allievi o per gli insegnanti: - va considerata istruzione a distanza qualunque solu- zione didattica che non preveda la presenza contem- poranea nel medesimo luogo di insegnanti e allievi; - si può considerare istruzione a distanza una pratica didattica nella quale il messaggio di istruzione è co- municato tramite un dispositivo di qualche comples- sità tecnica; 2
La lettera e il postino - il canale cui è affidato il messaggio d’istruzione distin- gue l’istruzione a distanza da quella tradizionale; - l’istruzione a distanza fornisce una soluzione organiz- zativa per distribuire in un arco di tempo messaggi che potrebbero essere comunicati anche in modi tradizio- nali (per esempio, tramite i libri di testo); - nell’istruzione a distanza l’insegnante impartisce di- sposizioni per accedere secondo un piano a messaggi già disponibili, per l’apprendimento e per le esercita- zioni; - chi studia a distanza si distingue da un autodidatta per- ché soggetto a valutazione degli apprendimenti conse- guiti; - la didattica a distanza richiede che siano semplificati i messaggi di apprendimento; - nella didattica a distanza gli allievi seguono la lezione dell’insegnante tramite un dispositivo digitale; ecce- tera. In breve, quel che è emerso con chiarezza è che, oltre all’impegno della parte di insegnanti che ha cercato di cor- rispondere al meglio alle esigenze che si ponevano in una condizione di emergenza, non era molto chiaro che cosa fosse l’istruzione a distanza, e tanto meno si aveva una no- zione di didattica che interpretasse le specifiche esigenze che si ponevano in mancanza di una interazione diretta fra gli allievi e gli insegnanti. Ancora una volta è risultata evi- dente l’assenza di spessore della cultura pedagogica. L’istruzione a distanza, per i suoi improvvisati promotori, era qualcosa di attuale da mettersi in relazione con la di- sponibilità di nuove tecnologie per la comunicazione. Po- chi erano consapevoli che si trattava di una soluzione che negli ultimi secoli aveva conosciuto molte interpretazioni, ma la cui caratteristica principale era l’originalità dell’im- pianto didattico e l’esplicitazione di un modello per l’ap- prendimento. 3
Editoriale Eppure, l’istruzione a distanza può vantare un padre nobile, come Jean-Jacques Rousseau. Questi, appassio- nato di botanica, pensò di diffondere la conoscenza del mondo naturale tramite quello che possiamo considerare un prototipo dell’istruzione a distanza. Va notato prelimi- narmente che Rousseau era un grande esperto di botanica (si ricordano le Lettres sur la botanique à Madame Deles- sert). Le sue conoscenze teoriche si univano ad una grande esperienza compiuta come erborizzatore: nel suo vagare per i prati e i boschi raccoglieva campioni di piante. Pensò quindi di organizzare un vero e proprio corso di botanica, disponendo opportunamente i campioni su grandi fogli, corredati da suoi testi esplicativi. I fogli erano spediti ad un certo numero di abbonati in vari paesi d’Europa, dove in alcuni musei sono ancora visibili al pubblico. Ricaviamo dunque da Rousseau, in forme sia impli- cite sia esplicite, alcune fondamentali implicazioni: l’istru- zione a distanza è frutto di studio e di esperienza, risponde a esigenze avvertite dai possibili destinatari e richiede, da parte di chi si dedica ad essa, una capacità di progettazione originale. Rousseau ha avuto molti emuli nel corso dell’Ottocento, quando si è visto nell’istruzione a distanza, che si attuava soprattutto nella forma di istruzione per cor- rispondenza, sia un modo per diffondere conoscenze e competenze in campi specifici (dal giardinaggio alla cu- cina, al cucito, alla lavorazione di materiali), sia una solu- zione per offrire quella che successivamente è stata chia- mata seconda opportunità (ovviamente per chi non aveva potuto fruire della prima). Basti pensare che alla fine dell’Ottocento era già possibile, negli Stati Uniti, studiare a distanza per conseguire un dottorato. Quella che abbiamo indicato come seconda opportu- nità è da considerarsi una metafora di un altro impedi- mento, di ordine non sociale, ma fisico: era necessario of- frire opportunità di istruzione ai bambini e ai ragazzi (ma 4
La lettera e il postino anche agli adulti) che non potevano accedere all’offerta corrente d’istruzione perché dislocati in territori difficili da raggiungere. Per soddisfare tali esigenze sono nati impor- tanti istituzioni che hanno assicurato almeno l’istruzione fondamentale nelle aree isolate dell’Australia e del Ca- nada. Successivamente, nell’Unione Sovietica l’istruzione a distanza ha agito come un potente fattore di perequa- zione sociale, consentendo l’accesso a tutti i livelli di stu- dio nell’immenso territorio europeo e asiatico. Nella se- conda metà del Novecento, si stima che circa la metà dei laureati avesse studiato a distanza, a cominciare da un Primo Segretario del PCUS, Michail Gorbačëv, che nel 1967 ottenne una laurea in Economia agraria presso l’Uni- versità di Stavropol. Se quelli ricordati sono esempi significativi del ruolo che l’istruzione a distanza ha avuto nello sviluppo dell’educazione, è anche il caso di ricordare che in alcune fasi e in alcuni paesi essa ha assunto una funzione politica di grande rilievo. Cito per tutti l’esempio del CNED (Cen- tre national d’enseignement à distance) in Francia, fondato nel 1939. Basterebbe tener conto della data per rendersi conto che la situazione era eccezionale. La scuola francese stava per subire l’irreggimentazione da parte del regime di Pétain: un gruppo di intellettuali democratici collaborò per offrire un’alternativa all’educazione fascista. Gli esempi citati danno l’idea della funzione vicaria che l’istruzione ha esercitato nel tempo, e che continua a esercitare ancora oggi. Anche in occasione del contagio che ha colpito, a partire dallo scorso inverno, la funzione dell’istruzione a distanza è stata essenzialmente vicaria. Il fatto è che, almeno in Italia, la funzione vicaria è stata eser- citata senza che fosse elaborato un piano, che si svilup- passe una specifica capacità progettuale, che fosse elabo- rata una cultura della comunicazione didattica. Gli inse- gnanti sono stati abbandonati a sé stessi, a cercare di 5
Editoriale inventare qualcosa che non avrebbe potuto essere di livello accettabile senza che fosse stato elaborato e messo in opera uno specifico programma. Qualcuno potrebbe obiettare che i tempi d’intervento erano troppo ristretti per pensare a un progetto specifico. L’unica proposta subito avanzata è stata quella di usare mezzi digitali per consentire una rapida comunicazione. È come dire che si assumono postini anche in mancanza di lettere da recapitare. E, invece, avrebbe dovuto essere pro- prio la lettera il punto di partenza (ricordiamo ciò che fece Rousseau). Chi abbia riflettuto sullo stato della scuola in Italia sa bene quante difficoltà si presentino che trarreb- bero vantaggio dallo sviluppo di iniziative che superino la dimensione locale: penso, fra le tante, a interventi per pro- muovere la lettura ad alta voce, per rilanciare la scrittura corsiva, per potenziare il calcolo mentale. L’istruzione a distanza potrebbe offrire l’opportunità per affiancare l’of- ferta didattica a interazione diretta (quando, speriamo pre- sto, sarà ripresa) con una proposta di istruzione volta a pre- disporre un terreno capace di migliorare il livello della cul- tura collettiva. Al momento si tratterebbe di usare l’emergenza non come un riempitivo, ma come un inter- vento generalizzato a carattere compensativo; in seguito le esperienze compiute potrebbero costituire una traccia da utilizzare per una riorganizzazione innovativa dell’offerta didattica. fm bv 6
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