La digitalizzazione delle PA ed il Decreto semplificazioni

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La digitalizzazione delle PA ed il Decreto semplificazioni

Cogliendo l’occasione dell’avvio del nuovo anno abbiamo in queste prime settimane di gennaio
trattato in diverse occasioni degli adempimenti derivanti dalla normativa in materia di privacy,
trasparenza, accessibilità, lotta alla corruzione e digitalizzazione delle PA (qui le nostre
comunicazioni del 2021). E’ infatti importante, a nostro avviso, che anche le istituzioni scolastiche
abbiano piena consapevolezza dell’evoluzione del quadro normativo per uscire da una gestione
emergenziale ed iniziare a programmare le proprie attività. Tale programmazione, partendo
dall’analisi della situazione di partenza, deve stabilire gli obiettivi (spesso indicati dalla normativa) e
gli strumenti da utilizzare per il loro conseguimento (fra i quali vi invitiamo a considerare anche i
servizi proposti da VargiuScuola alla fine della nota)..
In questa nota vogliamo approfondire le misure previste dal Decreto “Semplificazioni” (D. Lgs
76/2020 “misure urgenti per la semplificazione e l'innovazione digitale”) con cui si è voluto dare un
nuovo impulso al processo di digitalizzazione delle pubbliche amministrazioni visto come necessario
a semplificare e rendere più efficiente l’attività delle amministrazioni e dello stato.

    1. Il CAD ed il Decreto “semplificazioni”
Ricordiamo che il quadro legislativo entro il quale si attua l’uso delle tecnologie info-telematiche nella
pubblica amministrazione è fissato dal D.Lgs 7 marzo 2005, n. 82 (noto anche come Codice
dell’Amministrazione Digitale o CAD) oggetto nel tempo di frequenti integrazioni e modifiche, più
o meno rilevanti, ultima delle quali è per l’appunto il Decreto “semplificazioni”. Tale decreto quindi
non è niente di rivoluzionario o particolarmente innovativo ma cerca di imporre alle pubbliche
amministrazioni l’uso di strumenti già da tempo presenti (e a persuadere all’uso i cittadini anche con
incentivi).
I servizi online, l’identificazione degli utenti con Spid e Carta d'identità elettronica, le firme
elettroniche e la PEC, i pagamenti informatici attraverso PagoPA, l’utilizzo di IO (l'app dei servizi
pubblici) sono quindi destinati ad essere sempre più utilizzati e a cambiare profondamente il rapporto
dei cittadini con le pubbliche amministrazioni. Sembra quindi finalmente arrivato il momento di
concretizzare il processo di digitalizzazione che va avanti da anni fra mille difficoltà e che oggi
dispone di norme, tecnologie e risorse (anche provenienti dai fondi europei di cui tanto si discute)
oltre ad una nuova consapevolezza derivante dall’esperienza fatta con l’emergenza Covid.

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2. Le scadenze del Decreto “semplificazioni”
Il Decreto “Semplificazioni” stabilisce una serie di misure, sia tecniche che organizzative, da attuare
da parte di tutte le amministrazioni pubbliche. In esso spicca una data fondamentale nel processo
di innovazione delle PA che è quella del 28 febbraio 2021 entro la quale dovrà avvenire:
      Passaggio dalle diverse modalità di autenticazione online al Sistema Pubblico di Identità
        Digitale (SPID) e alla Carta d'Identità Elettronica (CIE)
      Avvio dei processi di trasformazione digitale per l’uso dell’App IO (con la possibilità di
        presentare con essa istanze, dichiarazioni ed autocertificazioni)
      Switch off Pago PA e strumenti di pagamento elettronico

    3. SPID e CIE
Entro il 28 febbraio 2021, tutte le amministrazioni sono tenute ad avviare il passaggio dalle diverse
modalità di autenticazione online al Sistema Pubblico di Identità Digitale (SPID) e alla Carta d'Identità
Elettronica (CIE). Da tale data le amministrazioni non potranno più rilasciare o rinnovare le vecchie
credenziali. Potranno essere utilizzate le credenziali rilasciate in precedenza fino alla loro naturale
scadenza e non oltre il 30 settembre 2021. Sempre in tema di identità digitale, è esteso il diritto
all’identificazione digitale per l’accesso ai servizi dei concessionari di pubblici servizi e delle società
a partecipazione pubblica.
Lo Spid è il «sistema pubblico di autenticazione» che garantisce l’accesso, con una sola
password ai servizi della pubblica amministrazione italiana (ma anche a quelli delle Amministrazioni
dell’Unione europea). Il sistema Spid è dotato di tre livelli di sicurezza, che vanno definiti al
momento dell’attivazione del servizio (o aggiunti dopo). Il primo consente di accedere ai servizi
online grazie al nome utente e alla password scelti dall’utente; il secondo e il terzo livello,
fondamentali per i servizi che richiedono un grado di sicurezza maggiore (come quelli fiscali),
consentono l’accesso con le credenziali unite alla generazione di un codice temporaneo d’accesso.
Per avere lo Spid si deve essere maggiorenni e avere:
    un indirizzo e-mail;
    il numero di telefono del proprio smartphone;
    un documento di identità valido;
    la tessera sanitaria con il codice fiscale.
A questo punto, ci si deve registrare sul sito di uno dei gestori di identità digitale accreditati che
effettueranno il riconoscimento prima del rilascio della identità Spid. C’è da segnalare che è ora
possibile effettuare il riconoscimento anche da remoto e senza la presenza contestuale di un
operatore nel rispetto delle condizioni fissate da Garante Privacy (vedere Newsletter Garante).

3.1 SPID e CIE per l’identificazione e la firma dei documenti
L'identificazione digitale è equiparata all’esibizione di un documento d'identità ed è estesa per
l'accesso ai servizi dei concessionari pubblici e delle società a partecipazione pubblica. Il Sistema
Pubblico di Identità Digitale (SPID) e la Carta d’identità elettronica (CIE) hanno ora lo stesso valore
di un qualsiasi documento d’identità nello svolgimento di pratiche amministrative online.
Questo è un evidente vantaggio in termini di semplificazione e di sicurezza delle procedure anche
per le pubbliche amministrazioni che non dovranno più raccogliere fotocopie di documenti di identità
(vedere nota VargiuScuola 79/2020 sulla liceità della richiesta di copia del documento di identità).
Mettiamo in evidenza che a dare un ulteriore spinta in tale direzione è la determinazione n. 157/2020
del 23/3/2020 con cui AGID definisce le Linee Guida che consentono di firmare documenti online
con SPID, in conformità all’art. 20 del CAD.

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3.2 I vantaggi per i cittadini e le amministrazioni
Fino a oggi i cittadini hanno dovuto utilizzare numerose credenziali per accedere ai vari servizi
pubblici digitali mentre le credenziali SPID permettono l’accesso a tutti i servizi della pubblica
amministrazione. Questo ovviamente semplifica l’uso dei servizi online.
Le amministrazioni hanno invece il vantaggio di non doversi far carico di gestire sistemi di rilascio
e gestione delle credenziali di accesso dei propri utenti. Un evidente risparmio di risorse e di
tempo.

3.3 Cosa sta accadendo
L’uso di SPID, il cui rilascio è gratuito per i cittadini, si sta diffondendo anche perché necessario
per accedere ad alcuni incentivi messi in campo per l’emergenza Covid, per il bonus docenti, per il
bonus diciottenni, per il cashback per i pagamenti elettronici, etc.
All’uso di SPID e CIE quali unici strumenti di autenticazione online si stanno adeguando gli enti e le
amministrazioni più grandi e meglio strutturate. Ad esempio l’INPS con circolare 85 del 17/7/2020
ha comunicato che a decorrere dal 1° ottobre 2020 non rilascerà più PIN come credenziale di
accesso ai servizi dell’Istituto. Il PIN dispositivo sarà mantenuto per gli utenti che non possono avere
accesso alle credenziali SPID, come ad esempio i minori di diciotto anni o i soggetti extracomunitari,
e per i soli servizi loro dedicati. Altro esempio è l’accesso a NoiPA, anch’esso possibile con SPID.

3.4 Cosa devono fare le scuole
L’uso di SPID è molto importante anche per le scuole che possono semplificare e rendere più sicuri
i servizi on line forniti agli utenti ed ai dipendenti. Questi sono ancora pochi ma sempre più la scuola
dovrà mettere a disposizione servizi on line per la presentazione di istanze, per l’accesso agli atti,
per l’accesso a informazioni riservate, etc.
E’ evidente, per esempio, che l’uso di SPID per un servizio di istanze online o di presentazione on
line delle domande MAD semplifica enormemente le operazioni di identificazione del richiedente
che rimane a carico di SPID e non deve essere condotto dalla scuola (ma con quali strumenti?).
Anche l’accesso a servizi riservati, come ad esempio la visione delle circolari per il personale,
potrebbe essere condotto in modo semplice e sicuro con le credenziali SPID. La scuola può quindi
valutare di attivare l’identificazione mediante SPID dei servizi on line già in uso e programmare
l’attivazione di nuovi servizi on line, come prescritto dalla normativa.
Perché questi servizi basati sulla identificazione mediante SPID possano essere davvero utili è
importante che la scuola si impegni nella promozione del suo uso presso i propri dipendenti e
l’utenza. I primi a dover attivare SPID dovrebbero essere il Dirigente Scolastico, il DSGA, il personale
amministrativo e quello docente, fino ad arrivare a tutto il personale ATA. Se tutto il personale fosse
dotato di credenziali SPID, ad esempio, sarebbe più facile procedere alla identificazione dei presenti
ad una riunione da remoto di un organo collegiale e gestirne le votazioni. Per fare un altro esempio,
uno dei principali problemi che abbiamo dovuto affrontare nello sviluppo della piattaforma per il voto
remoto per il rinnovo del Consiglio di Istituto è stato quello dell’identificazione dei votanti che
sarebbe invece stata più semplice e sicura se fosse stato possibile utilizzare lo SPID. Ricordiamo
peraltro che i dipendenti pubblici registrati sulla piattaforma NoiPA possono ottenere l’Identità
Digitale in modo veloce e gratuito utilizzando il servizio Ottieni SPID (Vedi nota VargiuScuola
10/2019).
Materiale informativo per l’attivazione dell’identità SPID dovrebbe quindi essere pubblicizzato nel
sito della scuola per favorirne la diffusione fra il personale e l’utenza scolastica (cercheremo di
produrre del materiale utile per questo scopo).
Ovviamente devono essere nel contempo riviste le procedure adottate dalla scuola per la gestione
delle istanze e deve essere formato il personale che deve operare sui documenti informatici
dell’amministrazione.

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4. L’App IO
Anche in questo caso non una novità ma una spinta all’attuazione della normativa vigente visto che
l'articolo 64-bis del CAD parla di IO come di:
      un diritto per gli utenti che, a regime, dovranno poterla utilizzare per tutte le interazioni con
        le amministrazioni;
      un obbligo per gli enti che, attraverso di essa, devono erogare in modo semplice e usabile
        tutti i servizi.
Il decreto semplificazioni ha disposto l’avvio, entro il 28 febbraio 2021, dei processi di trasformazione
digitale per l’uso dell’App IO che deve diventare punto di accesso a tutti i servizi pubblici resi in
digitale. Il decreto introduce per i vari rami della Pubblica amministrazione l’obbligo di rendere fruibili
i propri servizi in rete tramite l'applicazione IO. L’applicazione IO, attraverso un apposito servizio,
consentirà ai cittadini di effettuare autocertificazioni o di presentare istanze e dichiarazioni
utilizzando il proprio telefono cellulare. Con IO si potranno effettuare i pagamenti alla Pubblica
amministrazione attraverso la piattaforma PagoPa, integrata nell’app.
L’applicazione IO per i servizi pubblici contribuirà a semplificare i rapporti tra cittadini e Pubblica
amministrazione. Fino ad oggi, i cittadini che per evitare le file agli sportelli decidevano di utilizzare
i servizi online, dovevano districarsi tra le diverse piattaforme digitali dei vari enti. Con IO le
amministrazioni mettono a disposizione degli utenti, tramite un’unica app, i servizi resi in digitale. In
questo modo consentono di gestire operazioni o effettuare pratiche in modo rapido, puntuale e
sicuro, comodamente dal proprio smartphone (vedere anche Il sito dedicato al progetto IO).
Cosa devono fare le scuole
Le scuole interessate ad attivare dei servizi su piattaforma IO devono:
    Individuare i servizi da erogare attraverso la piattaforma
    Predisporre l’integrazione tecnologica attraverso il backoffice raggiungibile all’indirizzo
       https://developer.io.italia.it
    Sottoscrivere l’accordo di adesione ad IO e definire le modalità di gestione sicurezza e
       privacy
    Comunicare ai cittadini la presenza dei servizi sulla piattaforma

    5. Pago PA
PagoPA, già previsto dall’art. 65, comma 2, del D.lgs n. 217/2017, è la piattaforma che, tramite i
Prestatori di Servizi di Pagamento (PSP) aderenti, permette ai cittadini di effettuare i pagamenti
elettronici verso la Pubblica Amministrazione in modo standard assicurando efficienza e risparmi
agli Enti.
Dopo diversi rinvii (vedere nota VargiuScuola 42/2020), il 28 febbraio 2021 segna la scadenza ultima
fissata dal decreto “semplificazioni” entro cui Pubbliche Amministrazioni, Enti pubblici e Prestatori di
Servizi di Pagamento (PSP) devono integrare la piattaforma pagoPA, con l’obiettivo di uniformare
le modalità di pagamento e di riscossione a livello nazionale. A partire da tale data anche le
Istituzioni Scolastiche devono adottare e utilizzare in via esclusiva la piattaforma PagoPA
(Pago in Rete per le scuole), in quanto i servizi di pagamento alternativi risulteranno illegittimi. Inoltre,
il D. Lgs 165/2001, art. 1, comma 2, impone l’utilizzo obbligatorio di PagoPA per ogni tipologia
di incasso, senza nessuna esclusione.

I passi operativi
    1. consultare la documentazione tecnica che chiarisce le regole di adesione a pagoPA
    2. Richiedere le credenziali di primo accesso al Portale delle Adesioni scrivendo una mail a:
        helpdesk@pagopa.it;

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3. scegliere la modalità di adesione che si preferisce: diretta o intermediata, grazie al
       coinvolgimento di un soggetto tecnico;
    4. accedere al Portale delle Adesioni, per attuare i passaggi necessari a completare l’adesione:
       se serve aiuto, consultare il Manuale Utente del Portale delle Adesioni;

Materiale utile:
nota VargiuScuola 42/2020 – scadenza del 30/6/2020 per l’attivazione di Pago in Rete (PagoPA):
nota MIUR n. 1125 dell' 8/05/2020 del Responsabile Transizione Digitale con oggetto “Chiarimenti
adesione alla Piattaforma PagoPA e scadenza del termine di cui all’art. 65, comma 2, del D.lgs n.
217/2017”
nota MIUR n. 1304 del 3/6/2020 del Responsabile Transizione Digitale con oggetto “Istruzioni per la
corretta gestione dei dati personali relativi ai soggetti versanti associati all’alunno, nell’ambito del
servizio “Pago In Rete”, per l’abilitazione di tali soggetti all’esecuzione dei pagamenti telematici
intestati”.

    6. Posta Elettronica Certificata (PEC)
Da anni il CAD prevede che la comunicazione fra pubbliche amministrazioni e fra queste e
professionisti ed imprese debba avvenire per mezzo di strumenti elettronici quale la PEC che di
fatto ha sostituito la raccomandata con ricevuta di ritorno. Il decreto Semplificazioni non introduce
su questo aspetto grandi novità ma prevede delle esplicite sanzioni per l’inosservanza della legge
come, per esempio, la mancata comunicazione del proprio domicilio elettronico.
Domicilio digitale
Le novità più interessanti sono state, appunto, introdotte dall’art. 37 del provvedimento, attraverso il
quale vengono disposte misure che si propongono di dare effettiva attuazione alle disposizioni
contenute nel Codice dell’Amministrazione Digitale (art. 16, D.L. n. 185/2008 e art. 5, D.L. n.
179/2012), che impongono:
    alle imprese costituite in forma societaria, la comunicazione del proprio indirizzo di posta
       elettronica certificata al Registro delle imprese
    ai professionisti iscritti in albi ed elenchi, la comunicazione ai rispettivi ordini o collegi.
Nel decreto viene, inoltre, rafforzato il concetto di domicilio digitale che è al momento identificato
con la PEC. Ricordiamo che i domicili digitali sono registrati nei seguenti indici:
    Indice nazionale degli indirizzi PEC delle imprese e dei professionisti (INI-PEC): per le
       imprese e i professionisti (http://www.inipec.gov.it/)
    Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente (ANPR): per i cittadini
       (https://www.anpr.interno.it/portale/)
    Indice PA: per le pubbliche amministrazioni (indicepa.gov.it)
Obblighi per le imprese ed i professionisti
Il decreto semplificazioni prevede ora che entro il 1° ottobre 2020 “tutte le imprese, già costituite in
forma societaria, comunichino al registro delle imprese il proprio domicilio digitale, se non hanno
già provveduto a tale adempimento”. Alle società che a quella data ne saranno sprovviste ne verrà
fornita una d’ufficio, ma dovranno pagare una sanzione da 206 a 2.064 euro (sanzione compresa
tra i 30 a 1.548 euro per le ditte individuali). I professionisti che non ottemperano alla legge
saranno sospesi dall’albo di appartenenza (che dovrà quindi ricevere la comunicazione
dell’indirizzo PEC dell’iscritto).

Collegi ed Ordini
Anche per i Collegi o Ordini è previsto un giro di vite: infatti, la reiterata inadempienza dell’obbligo
di comunicare all’Indice nazionale degli indirizzi PEC delle imprese e dei professionisti (INI-
PEC) l’elenco dei domicili digitali e i relativi aggiornamenti, costituisce motivo di scioglimento e

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di commissariamento del collegio o dell’ordine inadempiente ad opera del Ministero vigilante sui
medesimi.
In caso di domicilio digitale inattivo
Nella medesima direzione verso la garanzia di effettività della disposizione, si prevede che il
Conservatore dell’ufficio del registro delle imprese, ove rilevi, anche a seguito di segnalazione, un
domicilio digitale inattivo, chieda alla società di provvedere all’indicazione di un nuovo domicilio
digitale entro il termine di 30 giorni. Decorsi 30 giorni dalla richiesta, perdurando l’inattività e in
assenza di opposizione da parte della stessa società, il Conservatore procede alla
cancellazione dell’indirizzo dal registro delle imprese.

    7. Piattaforma digitale per la notifica degli atti della PA
Il decreto prevede anche l’avvio della piattaforma digitale unica per le notifiche di atti e provvedimenti
della PA a cittadini e imprese. Anche in questo caso nessuna vera novità ma la conferma che la
raccomandata cartacea viene sostituita da una comunicazione digitale, con conseguente
semplificazione per l’attività dell’amministrazione e risparmio di tempo per i cittadini che potranno
avere la disponibilità dell’atto sul cellulare. Poiché i cittadini, a differenza di professionisti ed aziende,
non sono costretti ad avere una PEC, resta confermata la procedura di recapito attraverso posta
ordinaria per i cittadini che non posseggono un domicilio digitale.
La notifica digitale avverrà grazie ad una piattaforma tecnologica che funzionerà come una sorta di
“buca delle lettere digitale”, accessibile anche dal proprio cellulare. La Pubblica amministrazione
potrà effettuare, con valore legale, l’invio di notifiche di atti, provvedimenti e avvisi al domicilio digitale
del cittadino “caricando” le comunicazioni sulla piattaforma in via telematica. Al tempo stesso il
cittadino o l’impresa potrà “aprire” in qualsiasi momento il proprio “cassetto notifiche” sulla stessa
piattaforma per “ritirare” direttamente l’atto ed effettuare il relativo pagamento, se necessario.
L’utilizzo della piattaforma per la notifica digitale degli atti pubblici ridurrà sensibilmente i tempi di
comunicazione tra Enti e cittadini e consentirà l’invio e la ricezione di avvisi in tempo reale.
Permetterà alla Pubblica amministrazione di risparmiare sulle spese di spedizione e diminuirà i casi
di mancato recapito.
Cosa devono fare le scuole
Le scuole che già usano diffusamente la PEC per le comunicazioni con professionisti, imprese ed
altre amministrazioni devono valutare attentamente se un cittadino cui devono inviare una
comunicazione non abbia istituito domicilio digitale. In tal caso la comunicazione non potrebbe
avvenire per raccomandata ma solo attraverso la PEC o, quando realizzata, la piattaforma digitale
per la notifica degli atti.

    8. Piattaforma nazionale per i dati della PA
Il decreto introduce misure che semplificano la gestione e il funzionamento della Piattaforma digitale
nazionale dati. Attraverso questa piattaforma vengono resi immediatamente interrogabili, disponibili
e fruibili i dati dei vari rami della Pubblica amministrazione. Le norme non ampliano le informazioni
a cui la Pubblica amministrazione può accedere, ma rendono più facile la modalità di condivisione
dei dati tra i diversi uffici. La piattaforma consentirà inoltre di valorizzare e rendere immediatamente
disponibili alle amministrazioni notevoli flussi di dati aggregati e anonimizzati.
Anche queste non sono certo delle novità dato che il CAD stesso stabilisce che ai cittadini e alle
imprese non possa essere richiesto da un ufficio di fornire dati già in possesso di altri uffici pubblici.
La realtà è che fino ad oggi in numerose occasioni i dati sono incamerati e custoditi in “compartimenti
stagni” che di fatto hanno impedito la loro fruibilità tra diverse amministrazioni. Le autorità di governo,
centrali, regionali e locali, potranno inoltre disporre di un insieme significativo di dati aggregati utili a

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compiere scelte normative e amministrative più informate sulle esigenze della collettività e le
evoluzioni di queste nel corso del tempo.
Le scuole sono già coinvolte in progetti di interoparabilità applicativa con altri enti (si pensi all’INPS)
in cui saranno sempre più presenti.

    9. Una Pubblica amministrazione più digitale
Il decreto semplificazioni vuole, in conclusione, portare ad attuazione le disposizioni del CAD che
già prevedono che quella digitale sia la modalità abituale di comunicare tra uffici pubblici e tra
amministrazioni e cittadini. In realtà ancora c’è molto da fare per raggiungere tale obiettivo, come
hanno constatato le amministrazioni che nel momento in cui dovevano urgentemente attivare
modalità di lavoro agile (smart working) per il contenimento della diffusione del covid si sono rese
conto delle difficoltà legate ad una mancata digitalizzazione dei documenti e delle procedure (non
può esserci smart working senza digitalizzazione). La Pubblica amministrazione è oggi tenuta a
dotarsi di beni, servizi e sistemi informatici idonei a consentire l’accesso da remoto ai propri
dipendenti (vedere nota VargiuScuola 6/21: il Piano Organizzativo Lavoro Agile - POLA).
La comunicazione digitale rende più semplici e veloci i rapporti della Pubblica amministrazione con
cittadini e imprese. La digitalizzazione delle amministrazioni pubbliche consente al cittadino di avere
servizi di qualità dal proprio PC o smartphone senza muoversi da casa e al dipendente pubblico di
operare, anche da casa, su dati ed applicazioni in cloud.
Come abbiamo detto in altre occasioni la informatizzazione della istituzione scolastica è un processo
complesso che deve affrontare aspetti tecnologici, organizzativi e normativi che vanno attentamente
valutati.

      I servizi VargiuScuola
VargiuScuola fornisce oggi un servizio di informazione gratuito alle scuole inserite nella propria
mailing list che può essere utile per orientarsi fra i molteplici adempimenti in materia di privacy,
trasparenza, accessibilità, lotta alla corruzione e digitalizzazione delle PA (CAD). Per affrontare la
complessa riorganizzazione che anche gli istituti scolastici sono chiamati a fare servono però servizi
più evoluti che VargiuScuola mette a disposizione delle scuole in contratto.

Privacy e consulenza normativa
VargiuScuola si occupa di privacy dal 2003, anno di approvazione del D.Lgs 196/2003 (Codice
Privacy) e da maggio 2018, data della piena operatività del Regolamento UE, assiste le scuole nel
ruolo di Responsabile Protezione Dati (RPD o DPO). Come abbiamo visto gli impegni che le scuole
devono affrontare non si limitano a quelli relativi alla privacy ma altrettanto onerose sono le
incombenze che derivano dalla normativa su trasparenza, accessibilità, lotta alla corruzione e CAD.
VargiuScuola non limita quindi i suoi servizi all’ambito privacy ma include sempre servizi di
assistenza e consulenza per l’attuazione di tutta la normativa di riferimento per le istituzioni
scolastiche.
Se siete interessati alla nomina di un RPD e di un referente per l’attuazione della normativa in
materia di privacy, trasparenza, accessibilità, lotta alla corruzione e CAD potete prendere visione
del preventivo al presente link dove sono presentati i servizi acquistabili da piattaforma MEPA con
i seguenti codici:
     VS-DPO-1A: assunzione dell’incarico di Responsabile Protezione Dati (RPD o DPO) e di
        referente per l’attuazione della normativa in materia di trasparenza, accessibilità, lotta alla
        corruzione e digitalizzazione delle PA (CAD) – durata 1 anno – canone 950 € + IVA 22%

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 VS-DPO-3A: assunzione dell’incarico di Responsabile Protezione Dati (RPD o DPO) e di
      referente per l’attuazione della normativa in materia di trasparenza, accessibilità, lotta alla
      corruzione e digitalizzazione delle PA (CAD) – durata 3 anni – canone annuo 850 € + IVA
      22%
Si evidenzia che la durata pluriennale del contratto è suggerita da ANAC con la delibera 13 maggio
2020 alle pubbliche amministrazioni che devono da un lato rispettare il principio di rotazione del DPO
ma che al tempo stesso hanno la necessità di garantire la continuità nel tempo di una figura dagli
elevati contenuti professionali e centrale nell’attuazione della normativa (“I particolari requisiti e
obiettivi di esperienza e stabilità nell’organizzazione del servizio, richiesti dalla normativa di settore,
possono essere perseguiti dalla stazione appaltante, già in fase di programmazione dei fabbisogni
e di progettazione del servizio da affidare, attraverso la previsione di una durata del contratto
che sia congrua rispetto agli obiettivi individuati e alle prestazioni richieste al contraente”.)
Ciò considerato suggeriamo di prendere in considerazione la proposta di contratto triennale (codice
MEPA VS-DPO-3A) precisando che, a maggior tutela dell’amministrazione scolastica, la durata
triennale costituisce vincolo per VargiuScuola mentre la scuola ha la facoltà di dare
comunicazione di recesso senza necessità di motivazione ad ogni scadenza annuale dalla
sottoscrizione del contratto (art. 5 della bozza di contratto proposto).

Consulenza normativa
Per le scuole che avessero già nominato il proprio DPO ma che fossero interessate ai nostri servizi
di assistenza e consulenza normativa (vedere presentazione al presente link) abbiamo messo a
catalogo MEPA i seguenti prodotti:
     VS-NOR-1A: servizio di assistenza nel ruolo di referente per l’attuazione della normativa in
      materia di trasparenza, accessibilità, lotta alla corruzione e digitalizzazione delle PA (CAD)
      – durata 1 anno – canone 500 € + IVA 22%
     VS-NOR-3A: servizio di assistenza nel ruolo di referente per l’attuazione della normativa in
      materia di trasparenza, accessibilità, lotta alla corruzione e digitalizzazione delle PA (CAD)
      – durata 3 anni – canone annuo 400 € + IVA 22%
Condizioni particolari per le scuole che, in attesa della scadenza del contratto con il proprio attuale
DPO ed in previsione di sottoscrivere il contratto con VargiuScuola, volessero sottoscrivere un
contratto per una porzione di anno.
Rimaniamo in particolare a disposizione delle scuole che vedranno scadere il contratto con il proprio
DPO nei prossimi mesi e alle quali, nel candidarci per assumere l’incarico, possiamo nel frattempo
proporre la fornitura gratuita dei nostri servizi per tre mesi in modo da poterne concretamente
valutare utilità ed importanza. E’ infatti evidente che non è possibile aspettare la primavera per
avviare le attività di cui parliamo nella nota, in particolare per le scuole che in tale periodo saranno
di nuovo assorbite da una chiusura di anno scolastico quanto mai impegnativa.

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