La composizione fotografica

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La composizione fotografica
La composizione fotografica
La composizione fotografica
La composizione fotografica
Nel realizzare una immagine abbiamo due
tipologie di considerazioni da fare:
●
    Considerazioni di tipo pratico, come la scelta
    della posizione in cui scattare la foto
    (inquadratura, prospettiva);
●
    Considerazione tecniche: esposizione, messa
    a fuoco,uso di filtri..
La composizione fotografica
"Pensare prima di scattare"
1)Immaginare la fotografia "finita";
2)Esporre correttamente;
3)Inquadrare;
4)Scattare;
5)Siamo soddisfatti della foto ottenuta?
La composizione fotografica
L'esposizione
●
    In fotografia il termine esposizione indica la
    quantità totale di luce che in un certo
    periodo di tempo passa attraverso il sistema
    ottico per colpire il sensore/pellicola.
●
    La quantità di luce che passa dipende da 3
    fattori: tempo, ISO e apertura diaframma.
●
    Esporre correttamente è fondamentale per
    avere una "buona immagine";
La composizione fotografica
La composizione fotografica
Tipi di esposizione
La composizione fotografica
Grigio 18%
●
    Per convenzione il calcolo dell'esposizione (il
    valore letto sull'esposimetro) viene fatto in
    modo tale che la zona di riferimento, per
    esempio il centro nella modalità spot, sia reso
    con un livello luminoso intermedio.
●
    Tale valore è quello del grigio 18%, cioè quello
    di una superficie con riflettanza pari al 18%.
●
    Il valore esposimetrico misurato è da
    intendersi come punto di partenza su cui
    effettuare le proprie scelte, piuttosto che come
    una prescrizione.
La composizione fotografica
La composizione fotografica
Il bracketing/esposizione a forcella
●
    In alcune situazioni esporre correttamente è
    "una vera e propria sfida";
●
    La presenza di aree molto luminose e di aree
    molto in ombra nella stessa scena impedisce di
    trovare la corretta esposizione;
●
    Si realizzano un minimo di tre scatti, con la
    stessa inquadratura, con valori di esposizione
    diversi;
●
    Le tre immagini vengono poi "fuse" usando dei
    software di postproduzione (HDR);
La composizione fotografica
L'istogramma
L'istogramma
●
 L’istogramma è un grafico che dice come sono distribuiti i pixel di una foto al variare
della luminosità.
●
 L’istogramma riordina i pixel di un’immagine dai più scuri (a sinistra), che corrispondono
alle zone d’ombra, ai più chiari (a destra);
●
  Ogni linea verticale del grafico indica quanti pixel dell’immagine hanno un determinato
valore di luminosità: più è alta, maggiore il numero di pixel corrispondente a quel livello di
luminosità.
L'istogramma
●
    L'istogramma costituisce un "buon
    riferimento" per comprendere se la propria
    immagine è esposta correttamente;
●
    Un istogramma "ideale" dovrebbe avere i valori
    esposti a "campana".. ma ovviamente ciò
    dipende dal tipo di foto che si vuole ottenere;
Cos'è la composizione?
●
    Con il termine di composizione fotografica si
    intendono tutte le decisioni prese dal fotografo,
    al momento dello scatto, riguardo alla scelta del
    soggetto da rappresentare e alle sue relazioni
    con l'ambiente circostante (sfondo).
Composizione fotografica
●
    Obiettivo di queste decisioni è il comporre
    un'immagine che trasmetta le sensazioni di quel
    particolare momento, coinvolgendo
    l'osservatore (...il punctum??) e
    focalizzandone l'attenzione su determinati
    particolari.
Coinvolgimento del observer
●
    Per coinvolgere l'osservatore dobbiamo rendere
    un'immagine dinamica, allontanandola dal
    senso di staticità che si può creare fotografando
    un soggetto immobile (un albero, delle
    montagne).
●
    Il soggetto di una foto può essere una persona
    ma anche un oggetto o un panorama: in questo
    caso scegliere il soggetto significa anche
    scegliere il metodo di comporre l'immagine.
Scattare una foto ben composta non è sempre
    semplice, poiché la quantità di elementi
 presenti nell'inquadratura potrebbe rendere
difficile il posizionamento di un soggetto in
modo tale che attragga l'attenzione, fugandola
 da particolari secondari o indesiderati (es: il
                 classico “palo”).
La scelta dell'inquadratura
●
    La scelta dell'inquadratura e di come gli oggetti
    che fotografiamo vengono disposti nella
    composizione è un fattore soggettivo;
●
    Spesso la composizione che si ha in una foto
    distingue il fotografo amatoriale dal fotografo
    professionista;
●
    Esistono delle "regole" che aiutano il fotografo
    nella composizione di un immagine;
Le regole di composizione
●
    La regola dei terzi;
●
    La sezione aurea;
La regola dei terzi
●
    Una delle regole base della composizione in fotografia,
    una delle più citate, è la regola dei terzi.
●
    Questa regola deriva dal fatto che, istintivamente,
    l’occhio umano si concentra sui punti identificati proprio
    dalle intersezioni delle righe.
●
    E' necessario dividere idealmente l’inquadratura in nove
    riquadri tracciando due linee verticali e due orizzontali
    equidistanti tra loro e dai bordi dell’immagine.
●
    I punti di interesse principali della foto vanno posizionati
    lungo le linee o, meglio ancora, in corrispondenza delle
    loro intersezioni.
La sezione aurea
La sezione aurea o golden rule
Il Partenone...
La sezione aurea
●
  Nel Rinascimento si diffuse la consapevolezza che questo
numero (1,6180..) corrispondesse a un rapporto tra dimensioni che
ricorre molto spesso in natura (come le proporzioni tra gli arti di
molti esseri viventi.. come negli esseri umani!).
●
 Molti artisti ne fecero uso nella composizione dei loro quadri, delle
opere architettoniche, delle statue e così via.
●
  Si scoprì ben presto che il numero aureo (detto anche sezione
aurea, rapporto aureo o proporzione divina) applicato alle arti
figurative permetteva composizioni particolarmente piacevoli per
l’occhio umano.
Sequenza di Fibonacci
●
    Leonardo Pisano detto il Fibonacci (1175-
    1250), individuò questa serie per la prima volta
    nel 1202, per risolvere un problema pratico:
    quante coppie di conigli si ottengono in un anno
    da una sola coppia supponendo che produca
    ogni mese (tranne il primo) una nuova coppia
    che a sua volta diventa fertile a partire dal
    secondo mese?
●
    La risposta è 144 coppie di conigli...
Sequenza di Fibonacci
●
    In questa serie ogni numero è il risultato della
    somma dei due precedenti: 0, 1, 1, 2, 3, 5, 8,
    13... fino all’infinito.
●
    Fino al XIX secolo a questa successione non fu
    attribuita alcuna importanza, finché si scoprì
    che può essere applicata, per esempio, nel
    calcolo delle probabilità, nella sezione aurea e
    nel triangolo aureo.
La spirale aurea
Il triangolo aureo
Lightroom
Strumento sovrapposizione ritaglio
●
 In modalità sviluppo premere O per selezionare il tipo di griglia e Shift + O per
cambiare l’orientamento.
La messa a fuoco
La messa a fuoco
●
  Quando ci guardiamo attorno con i nostri occhi, abbiamo la percezione
che tutto sia nitido e sempre a fuoco: l’occhio umano è un organo
altamente complesso, abituato a “focalizzare” continuamente quello che
sta osservando e abituato a continui cambiamenti repentini di luce e
inquadrature.
●
  In realtà il nostro occhio vede a fuoco solamente quello che sta
puntando direttamente, tutto quello che è attorno (coda dell’occhio)
rimane riconoscibile ma sicuramente sfuocato.
●
 L’obiettivo della macchina fotografica si comporta nello stesso modo
dei nostri occhi, solo una parte dell’immagine viene messa a fuoco,
questa area viene chiamata profondità di campo.
Tipi di messa a fuoco
Tecnicamente la messa consiste nella regolazione della distanza
tra le lenti dell'obiettivo e il sensore della fotocamera in modo
che il soggetto risulti ben nitido sul sensore.

La regolazione può essere fatta in modalità:
●
    Messa a fuoco manuale;
●
    Messa a fuoco automatica;
    ●
        Sistema attivo;
    ●
        Sistema passivo;
La messa a fuoco
●
 Mettere a fuoco significa “fare in modo che ciò che vogliamo fotografare
abbia dei bordi definiti”.
Il piano di fuoco è sempre e soltanto uno.
●

●
 Il “piano” è l’insieme dei punti che hanno la stessa distanza dal sensore
della macchina fotografica.
●
 Il piano di fuoco è quel piano geometrico che contiene tutti i punti
che sono a fuoco in un singolo scatto: la fotocamera è in grado di
mettere a fuoco solo oggetti ad una distanza ben definita e nient’altro.
●
 Agire sulla ghiera della messa a fuoco del nostro obiettivo (facendolo
manualmente o lasciandolo fare alla macchina) significa spostare
avanti o indietro il piano di fuoco.
La messa a fuoco
●
    Le moderne fotocamere possiedono molti
    punti di messa a fuoco, ed è possibile
    selezionare l’area del fotogramma in cui si trova
    il soggetto che si vuole mettere a fuoco.
●
    Se il soggetto risulta decentrato potete
    inquadrarlo e metterlo a fuoco posizionandolo
    al centro del fotogramma, per poi ricomporre
    l’inquadratura senza rilasciare il pulsante di
    scatto in modo da mantenere le impostazioni,
    infine non vi resta che scattare!
I punti di messa a fuoco
●
    I punti di MF a croce sono particolarmente
    precisi proprio perché la forma a croce del
    sensore permette di rilevare la fase e il
    contrasto su una superficie più ampia rispetto ai
    più classici punti a linea verticale;
I punti di messa a fuoco

  Eos 1300 D: 9 punti di MF totali, di cui 1 a croce
Punti di messa a fuoco

 Nikon 7200 – 51 punti di MF, 15 a croce.
Messa a fuoco con il sistema attivo
●
    Nel sistema attivo, la macchina fotografca emette onde ad
    ultrasuoni/infrarossi e, misurando il tempo di ritorno di queste onde
    per rifessione, calcola correttamente la distanza dell’oggetto e quindi
    la messa a fuoco corretta.
●
    Con tale sistema però è difcile mettere a fuoco attraverso vetri o
    superfci trasparenti perché ingannano il calcolo della distanza.
Messa a fuoco sistema passivo
●
 Nel sistema passivo, la messa a fuoco non avviene attraverso l’emissione di
onde bensì captando la luce emessa naturalmente dal soggetto.
●
 Il sistema passivo può essere a sua volta a “rilevamento di contrasto” o a
“rilevamento di fase”.
●
 Il rilevamento della fase consiste nel dividere la luce in ingresso in due
immagini e nel compararle. Questo sistema viene utilizzato nelle macchine
reflex sia digitali che a pellicola.
●
 La misurazione del contrasto, invece, consiste nel determinare quando la
massima messa a fuoco corrisponde al massimo contrasto, all’interno del
campo del sensore.
●
 Questo è un metodo comunemente utilizzato nelle videocamere e nelle
macchine fotografiche digitali, e la misurazione viene effettuata attraverso la
lente effettiva.
Tipi di messa a fuoco automatica
La modalità di messa a fuoco automatica ha a sua volte 3 differenti tipologie di
funzionamento:
●
    Messa a fuoco singola (one shot su Canon, AF-S su Nikon);
●
    Messa a fuoco continua (al servo su Canon, AF-C su Nikon);
●
    Messa a fuoco intelligente o ibrida (al Focus su Canon, AF-A su Nikon);
●
    Messa a fuoco predittiva;
MESSA A FUOCO SINGOLA ( ONE
          SHOT )
●
 Questa tipologia di messa a fuoco è ideale per panorami o per
soggetti statici, una volta effettuata la messa a fuoco non cambia sino al
rilascio del pulsante di scatto.
●
 E’ solitamente la tipologia più usata anche perché è sicuramente la più
semplice da gestire.
MESSA A FUOCO CONTINUA
           ( AI SERVO )
●
  In questa modalità la macchina fotografica effettua una messa a
fuoco continua sul soggetto inizialmente prescelto.
●
 E’ particolarmente utilizzata per fotografare soggetti in continuo
movimento come bambini o animali.
●
 Una volta messo a fuoco il soggetto, premendo a metà il pulsante
di scatto, la macchina lo seguirà di continuo finché non verrà
scattata la fotografia.
●
  Ovviamente questa è una tipologia di messa a fuoco abbastanza
difficile da gestire, spesso il soggetto è talmente veloce nello
spostamento che si rischia di farlo uscire dall’inquadratura o di non
lasciar tempo alla macchina di rimettere a fuoco correttamente.
AF intelligente
●
    AF intelligente, AI Focus (Canon) o AF-A
    (Nikon);
●
    la fotocamera decide automaticamente
    interpretando la scena se usare la modalità AF-
    S o la modalità AF-C (a fuoco continuo);
●
    Questo tipo di messa a fuoco è detta anche
    ibrida per questa sua particolarità.
AF predittivo
●
    Da utilizzare con soggetti in movimento;
●
    La fotocamera corregge la messa a fuoco
    cercando di prevedere il punto di messa a
    fuoco futuro stimando lo spostamento del
    soggetto nel breve intervallo di tempo dello
    scatto.
La profondità di campo
●
    In fotografia, la profondità di campo rappresenta la zona in cui gli
    oggetti nell'immagine appaiono ancora nitidi e sufficientemente
    focalizzati, nonostante il piano a fuoco sia uno soltanto.
●
    Gergalmente in pubblicazioni tecniche viene spesso abbreviata con
    l'acronimo PdC (o DoF dall'inglese Depth of Field).
●
    Viene misurata generalmente in metri (raramente in piedi, "feet"), ma
    è possibile trovare valori anche in centimetri o in millimetri: la
    profondità di campo nella macrofotografia è notevolmente ridotta
    (qualche millimetro), rispetto a quella tipica della fotografia
    paesaggistica (qualche chilometro).
La profondità di campo
●
    La PdC può essere considerata come la
    quantità dei piani ripresi, i quali mantengono
    una sufficiente apparenza di nitidezza.
I Fattori che influenzano la pdc sono:
●
    L'apertura del diaframma.
●
    La distanza di messa a fuoco.
●
    La lunghezza focale dell'obiettivo.
La distanza iperfocale
●
    “La lunghezza iperfocale è la più corta distanza a cui mettere a
    fuoco mantenendo gli oggetti più lontani (all’infinito) a una
    nitidezza accettabile.”
●
    “La distanza iperfocale è la distanza oltre la quale tutti gli
    oggetti hanno una nitidezza accettabile, impostando la messa a
    fuoco all’infinito.”
●
    Una volta determinata la lunghezza iperfocale (per gli amici,
    semplicemente iperfocale) basta mettere a fuoco a quella
    distanza per avere tutto a fuoco, da metà di quella distanza
    fino all’infinito.
●
    Esiste una formula per calcolare la distanza iperfocale...
Calcolare la pdc

●
    “D” è il diaframma;
●
    “F” è la lunghezza focale dell’obiettivo;
●
    “d” è la distanza del soggetto;
●
    “c” è il cerchio di confusione;
●
    Esistono app/siti per il calcolo della pdc... :)
Il cerchio di confusione
●
    La profondità di campo è legata anche all’ingrandimento della
    foto su stampa o a monitor.
●
    In una stampa di piccole dimensioni, infatti, possono apparire
    nitidi dei particolari che invece, quando vengono ingranditi,
    risultano evidentemente sfocati.
●
    Quando si mette perfettamente a fuoco un punto, esso viene
    riprodotto nell’immagine come un punto.
●
    I punti che si trovano su un piano diverso vengono riprodotti
    come cerchiolini. Fino ad una certa dimensione però l’occhio
    umano non è in grado di distinguere il cerchietto e
    continua a vederlo come un punto.
●
    Pertanto finché i cerchietti vengono percepiti come puntiformi
    dall’occhio umano, quel piano è considerato ancora a fuoco.
Circolo di confusione
Il focus staking
Il focus stacking
●
    Il Focus Stacking è una tecnica fotografica digitale che prevede
    l'esecuzione di una serie di scatti della stessa inquadratura
    ognuno su un piano di messa a fuoco diverso in sequenza, allo
    scopo di ottenere un'immagine finale con una profondità di
    campo maggiore di quella ottenibile con le tecniche tradizionali.
●
    Si usa principalmente in macro e micro fotografia, ove la
    distanza ravvicinata del soggetto restringe la profondità di
    campo a pochi millimetri.
●
    Per elaborare la sequenza delle immagini ottenute, si utilizzano
    dei software di editing che combinando le zone a fuoco e
    l'allineamento dei vari scatti, fondendo il tutto in un'unica
    immagine.
●
    I più utilizzati sono Adobe Photoshop ma solo dalla versione
    CS4 in poi, Helicon Focus, Zerene Stacker e Combine ZP.
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