LA CITTÀ DELLE PIANTE - Come creare la propria "giungla urbana" a Prato: tetti e pareti verdi, giardini e orti, alleati indispensabili per la ...
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LA CITTÀ DELLE PIANTE Come creare la propria “giungla urbana” a Prato: tetti e pareti verdi, giardini e orti, alleati indispensabili per la nostra vita A cura di: Maria Rita Cecchini, Fausto Ferruzza, Federico Gasperini, Elisa Turiani
LA CITTÀ DELLE PIANTE Come creare la propria “giungla urbana” a Prato: tetti e pareti verdi, giardini e orti, alleati indispensabili per la nostra vita A cura di: Maria Rita Cecchini, Fausto Ferruzza, Federico Gasperini, Elisa Turiani Realizzato da Legambiente Toscana nell’ambito del progetto Prato Urban Jungle, co-finanziato dal Fondo europeo di sviluppo regionale attraverso l’iniziativa dell’Unione Europea “Urban Innovative Actions” 2020
Il progetto Prato Urban Jungle è cofinanziato dal Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale attraverso l’iniziativa Urban Innovative Actions
INDICE - LA CITTÀ DELLE PIANTE Premessa 7 CAPITOLO 1 L’INTELLIGENZA DELLE PIANTE 9 Piante e animali: fuori dai luoghi comuni 10 Intelligenza vegetale: in quale forma? 11 La radice 12 I numerosi sensi delle piante 13 Vista 13 Olfatto 14 Gusto 14 Tatto 15 Udito 15 ...e gli altri sensi che noi non abbiamo 15 Le piante comunicano 16 Le piante si muovono 19 Quando le piante suggeriscono soluzioni 21 CAPITOLO 2 VERDE URBANO E SERVIZI ECOSISTEMICI 23 Il verde urbano produce “servizi” per i cittadini 25 Servizi di fornitura 27 Servizi di supporto alla vita 27 Servizi di regolazione ambientale 27 Il verde urbano produce soprattutto benessere 29 Il verde urbano produce paesaggio 29 Il verde urbano favorisce la socialità 30 Il verde fa bene alla salute 31 Il verde urbano a Prato, oggi e domani 32 Dati sul verde urbano pratese 32 I tre “ecosistemi” del territorio pratese 33 Censimento degli alberi 38 CAPITOLO 3 LA GIUNGLA URBANA 39 Definizione di giungla urbana, aree verdi ad alta densità 40 Il verde nella nostra percezione 42 La natura nelle città 42 Alleanze con il mondo vegetale 43 La biodiversità e la sua protezione 43 Il progetto Prato Urban Jungle 44 Cos’è Prato Urban Jungle 44 Prato Urban Jungle e il Piano Operativo 46 Prato Urban Jungle: i tre progetti pilota 47 La Giungla Urbana di ESTRA 48 3
INDICE - LA CITTÀ DELLE PIANTE La Giungla Urbana di via Turchia 49 La Giungla Urbana del Nuovo Mercato coperto 50 Il partenariato di Urban Jungle 52 Strategie, strumenti e risorse per realizzare la giungla urbana 54 Le politiche nazionali 54 Politiche e strategie della Regione Toscana 54 Le risorse messe in campo dalla Regione Toscana 55 Buone pratiche fuori Regione 55 Una giungla non è fatta solo di alberi 56 Tetti verdi 56 Orti urbani 56 Pareti verdi 58 CAPITOLO 4 CREARE UNA GIUNGLA 59 Il suolo, uso e recupero 60 Cos’è il suolo? 60 Le funzioni del suolo 61 Produzione 61 Protezione 63 Mitigazione 63 Valenza naturalistica 64 Paesaggio 65 Il recupero del suolo 65 Scelta delle piante e loro rapporto con la fauna 68 Piante e fauna: un legame indissolubile 68 Le piante e gli invertebrati 68 Le piante e gli uccelli 71 Le piante e… tutti gli altri! 72 Tecniche di giardinaggio naturale 72 Erbe infestanti… e non solo! 73 Nutrire e disintossicare il terreno grazie agli scarti di cucina 74 Consigli per risparmiare e depurare acqua 76 Tutti i vantaggi delle micorrize 76 Alleanza fra piante: le consociazioni 77 La “coltura” della rigenerazione 78 Leggere la giungla come indicatore della qualità ambientale 79 Le briofite 79 L’utilità delle piante acquatiche 80 Lo studio delle foglie 81 Fiori e pollini 81 Chiedere aiuto alle giungle 82 APPENDICE 83 Acronimi 83 4
INDICE - LA CITTÀ DELLE PIANTE Glossario 83 Leggi, norme, strategie e piani di riferimento 87 Bibliografia e sitografia essenziali 87 INDICE DELLE FIGURE Figura 1 – La radice è la parte più “intelligente” della pianta Figura 2 – Dioanea muscipula Figura 3 – Schema simbiosi mutualistica nelle micorrize Figura 4 – Impollinazione Figura 5 – Mimosa pudica Figura 6 – Torre Fillotattica dell’architetto iraniano Saleh Masoumi Figura 7 – Victoria amazonica Figura 8 – Prato, Action Plan per la Forestazione Urbana Figura 9 – I rilievi del Monteferrato visti da Prato Nord (via di Cantagallo) Figura 10 –Le prime pendici calcaree della Calvana, viste dal quartiere della Querce (Via A. Bresci) Figura 11 – Cascine di Tavola, relitti dell’antica foresta planiziale pratese Figura 12 – Tratto dal Piano Operativo di Prato. Rielaborazione a cura di Legambiente Figura 13 – La natura permea la città Figura 14 – Rana Figura 15 – Animali a Praga Figura 16 – Cosa si intende per giungla urbana Figura 17 – Verde in città Figura 18 – L’edificio sede di Consiag-Estra Figura 19 – Via Turchia Figura 20 – Via Turchia, prima e dopo Figura 21 – Interno del Nuovo mercato coperto - progetto di giungla urbana a cura di PNAT Figura 22 – Presentazione del progetto Prato Urban Jungle al Centro Pecci Figura 23 – Progetto OrtiAlti, il tetto in questione è quello delle Fonderie Ozanam Figura 24 – Museo di Quai Branly Figura 25 – Radici nel terreno Figura 26 – Ciclo del carbonio Figura 27 – Scavi nel Parco Archeologico di Vulci Figura 28 – Esempio di pavimentazione verde Figura 29 – Processo di fitorimediazione Figura 30 – Esempio di tetto verde Figura 31 – Adalia bipunctata che preda afidi Figura 32 – Macroglossum stellatarium Figura 33 – Cyanistes caeruleus che preda un bruco Figura 34 – Esempio di pacciamatura Figura 35 – Esempio di compost Figura 36 – Rhizopogon vulgaris, fungo ectomicorrizico usato negli inoculi Figura 37 – Moneta da 1 dollaro dedicata ai popoli nativi americani e che rappresenta “le tre sorelle” Figura 38 – Colletto di carota germogliato Figura 39 – Esempio di corteccia ricoperta da muschi e licheni 5
PREMESSA - LA CITTÀ DELLE PIANTE PREMESSA COME NASCE QUESTO TESTO manutenere le aree verdi, specie se ne riconosce il Questa pubblicazione nasce come elemento di valore e l’utilità, e se contemporaneamente sa come valorizzazione delle attività svolte nel progetto operare. europeo “Prato Urban Jungle”, finanziato dal A COSA SERVE programma Urban Innovative Actions (UIA), che fornisce alle aree urbane di tutta Europa risorse La principale funzione di questo toolkit è quella di per testare soluzioni innovative attraverso le quali sfatare i pregiudizi culturali sul “regno vegetale”. affrontare le sfide urbane. “Parte tutto da una scintilla scientifica: negli ultimi Prato Urban Jungle declina il concetto di sostenibilità anni la botanica, storicamente “cenerentola” della urbana progettando e realizzando all’interno della biologia per ruolo (e finanziamenti), ha iniziato città aree verdi ad alta intensità, per la cui sostenibilità una sorta di piccola riscossa”, scrive la giornalista è necessario creare una solida cultura, tramite Chiara Palmerini per Il Tascabile Treccani. Insieme a strumenti di semplice comprensione. questo nuovo modo di guardare il mondo, si crea un Il toolkit guida il cittadino dentro una “mappa obiettivo alla portata di tutti, si crea cultura, si crea mentale” in grado di legare in modo logico il progetto cittadinanza. Questo è il nucleo innovativo di Prato di Prato Urban Jungle con la realtà di Prato, con il Urban Jungle. sistema di pianificazione vigente, con una nuova COME FUNZIONA consapevolezza del mondo vegetale, attualmente spesso relegato a piacevole cornice di alcuni luoghi Il toolkit è una “cassetta di attrezzi”, un insieme di delle città. strumenti operativi; utilizzandolo, ciascuno potrà individuare e organizzare la propria strategia del A CHI SI RIVOLGE verde, attraverso informazioni generali e consigli L’obiettivo generale del progetto è quello di rafforzare pratici utili a supportare un processo dalla fase di le capacità della società civile di scegliere e applicare avvio a quella di mantenimento o gestione ordinaria, soluzioni basate sui processi naturali per migliorare ottenendo risultati che si possano diffondere e la vivibilità della propria città e la propria qualità di autorigenerare nel tempo. vita. Il cittadino può creare, curare, ristrutturare e Buona lettura! 7
CAPITOLO 1 L’INTELLIGENZA DELLE PIANTE Piante e Le piante non sono esseri viventi di “serie B”, al contrario sono intelligenti, adattabili e capaci di trovare soluzioni per la propria sopravvivenza. animali: fuori Nelle piante l’ingegno si esprime come capacità di reazione agli eventi esterni, capacità che dai luoghi garantisce la loro vita e la nostra. comuni Secondo le definizioni più consuete gli animali come siano infondati i luoghi comuni che si riferiscono “sono gli esseri viventi caratterizzati dal movimento, alle piante, con “stella polare” la cospicua bibliografia dall’avere gli organi situati all’interno del corpo... scientifica e divulgativa di Stefano Mancuso che su e dall’essere eterotrofi”, mentre i vegetali “sono questi temi, partendo dalla conoscenza scientifica immobili (o poco mobili), hanno gli organi esterni ... e dalla ricerca, ha incentrato il proprio messaggio e sono autotrofi” (Enciclopedia Scientifica Tecnica indirizzato al grande pubblico. Garzanti, 1985). Certamente piante ed animali sono diversi: la prima Per il “Dizionario della lingua italiana” Devoto Oli differenza che si nota ad occhio nudo è quella (Le Monnier, 1990), la definizione di animale è del movimento: le piante sono ferme, radicate al riconducibile ad “ogni essere animato, cioè dotato di terreno (si muovono su tempi lunghi), gli animali moto e di sensi”. si muovono; le piante nutrono gli essere viventi, mentre gli animali si nutrono di esseri viventi; le Gli animali secondo la classificazione linneana piante “fissano” l’anidride carbonica attraverso la (Imperium Naturae, 1735), oggi integrata e superata, fotosintesi clorofilliana, invece gli animali producono fanno parte di uno dei regni in cui vengono suddivisi anidride carbonica; le piante sono costituite da i corpi esistenti in natura, il Regno Animale appunto, sistemi distribuiti, dove le decisioni sono assunte in contraddistinto dall’insieme delle specie animali modo “democratico”, collettivo e condiviso mentre viventi sulla Terra, che si diversifica dal Regno gli animali sono costituiti da sistemi centralizzati. Vegetale e dal Regno Minerale. Detto questo, non ci sono evidenze per cui le piante Tralasciando quest’ultimo costituito da elementi per qualche ragione debbano essere “declassate”. inorganici, il confronto che comunemente viene fatto Anzi ci sono degli elementi oggettivi che farebbero tra animali e vegetali, ancora oggi, vede le piante affermare il contrario. relegate ad esseri viventi di “serie B”. Ciò è confermato La vita sul pianeta Terra è possibile poiché le piante anche quando le funzioni delle piante sono associate giocano un ruolo fondamentale: usano l’energia alla descrizione di uno stato dell’Homo sapiens. solare per le loro necessità e producono materia ed Quando il verbo “vegetare” (ancora dal Devoto-Oli) energia per gli animali. è riferito a persona significa che l’individuo conduce Il 99,7% della massa vivente presente sulla Terra “una vita inerte apatica senza ideali né aspirazioni...”. è costituito da vegetali mentre il restante 0,3% Del resto, più volte sarà capitato di sentire la frase “...è è costituito da animali, compreso l’uomo. Quindi ridotto ad un vegetale” quando per un essere umano i vegetali, per usare una terminologia consueta sono solo presenti le funzioni essenziali su cui, per il in ecologia, sono “dominanti” ciò vuol dire che senso comune, si basa l’esistenza di una pianta. sono adattabili e capaci di risolvere problemi per sopravvivere, e quindi, al contrario di quanto si possa In questo capitolo saranno confutati e dimostrati immaginare, sono intelligenti. 10
CAPITOLO 1 L’INTELLIGENZA DELLE PIANTE Intelligenza È necessario, per comprendere il mondo vegetale, abbandonare alcuni stereotipi. Le piante non hanno organi, ma le funzioni del cuore, del vegetale: in cervello, dello stomaco vengono svolte da ogni singola cellula vegetale, che permette loro di quale forma? superare brillantemente la dipendenza da una sola parte del proprio corpo. Risolvere problemi per far sopravvivere la specie o meno sofisticato a seconda della scala evolutiva, è certamente una forma di intelligenza e le piante trasmette impulsi alle altre parti del corpo mentre la mettono in pratica come gli animali. Inoltre, si nei vegetali le funzioni non sono separate da quelle difendono dai predatori, si “muovono” per procurarsi corporee ma compresenti in ogni singola cellula cibo, acqua, luce e ossigeno necessari alle funzioni (Mancuso S., Viola A., 2015). vitali, mettono in essere forme di collaborazione con animali, registrano parametri ambientali e Le piante sono strutturate a moduli, cioè non hanno conseguentemente prendono decisioni. le funzioni concentrate in organi singoli ma diffuse nell’intero corpo della pianta. Le piante sono intelligenti ma non hanno cervello, E questo è il segreto del loro successo: possono cioè mancano di un organo singolo preposto alla perdere parte del loro organismo ma continuano sede dell’intelligenza, comune invece tra gli animali, a vivere. Facendo il solito raffronto con il mondo come del resto non hanno altri organi come cuore, animale sono più simili a colonie che a individui. polmoni o stomaco eppure svolgono tutte le funzioni Ma esiste una parte della pianta più “intelligente” di ad essi correlate. Il cervello negli animali, in modo più altre? 11
CAPITOLO 1 L’INTELLIGENZA DELLE PIANTE La radice La radice è la parte della pianta che, addentrandosi nel terreno, serve ad ancorarla, ha la funzione di assorbire e condurre l’acqua ed i sali minerali e quindi è importante per la nutrizione: ma c’è dell’altro. Già nell’ ‘800 Charles Darwin aveva notato che una parte della pianta e più specificamente l’apice radicale, era dotato di una sensibilità superiore alle altre. Oggi lo stesso Mancuso spiega come alla radice siano deputate decisioni importanti e talvolta contrapposte: avvicinarsi ad una fonte di fosforo piuttosto che ad una di azoto ubicata dalla parte opposta; decidere se andare in basso alla ricerca di acqua o in alto verso l’ossigeno; schivare ostacoli rappresentati da altre piante, parassiti, inquinanti chimici. Sono scelte effettuate in nome e per conto dell’intera pianta e non solo per una parte di essa. L’apice radicale (la punta estrema della radice) svolge un’attività elettrica in grado di trasmettere segnali in maniera simile ai neuroni animali, ed è parte di una rete immensa dato che possono essere milioni gli apici radicali anche in una pianta di modeste dimensioni. Quindi la radice è un apparato in grado di registrare segnali ed elaborare dati per poi trasmetterli agli altri apici radicali per poter soddisfare le esigenze dell’organismo vegetale. Una grande rete “internet” con cui dialogare, un’intelligenza diffusa quella delle piante, certamente meno sofisticata di un cervello evoluto come quello dell’uomo ma in grado, attraverso la sua struttura, di sopravvivere anche qualora ne venisse compromessa una parte. Se quindi riusciamo a comprendere ed accettare l’esistenza di forme di intelligenza anche senza cervello, non meraviglia che le piante possano avere anche una memoria, come dimostrano gli esperimenti su Mimosa pudica di Lamarck-Desfontaines effettuati nel ‘700 e più recentemente dal gruppo di ricerca di Mancuso Fig. 1 - La radice è la parte più “intelligente” (Mancuso S., 2017). della pianta - Foto di Ben Yi da Pexels 12
CAPITOLO 1 L’INTELLIGENZA DELLE PIANTE I numerosi Vista, olfatto, gusto, tatto, udito, ma anche altri sensi che noi non possediamo, che permettono alle piante di analizzare il proprio habitat e costruirsi sensi delle le più favorevoli alternative di sopravvivenza. piante La presunta supremazia del mondo animale Eppure le piante hanno sviluppato tutti i sensi (molto (al cui apice c’è l’uomo) sul mondo vegetale è più numerosi di quelli degli animali) senza avere oggi in discussione. Piante e animali, è acclarato organi (né naso, né orecchie né occhi...). scientificamente, hanno una fisiologia diversa. Se pensiamo bene alla condizione base di un vivente Gli animali hanno concentrate le loro funzioni vegetale, quella dell’immobilismo, e la facciamo principali in pochi organi importanti, cervello, nostra, allora come conseguenza viene più facile polmoni, cuore; le piante immobili, e quindi prede comprendere lo sviluppo più accentuato degli altri facili, hanno distribuito le loro funzioni in moduli sensi per poter esplorare l’ambiente circostante o ripetibili dove non ci sono organi. difendersi da esso. Vista Secondo alcune definizioni la vista è il senso che sue lunghezze d’onda e, in conseguenza, sviluppare permette di percepire gli stimoli visivi. Quindi le funzioni vitali (crescita, fioritura ecc.). Queste dato che le piante hanno “il senso della luce” e molecole si trovano diffuse su tutto il corpo (abbiamo sono in grado di intercettare gli stimoli luminosi già parlato della struttura modulare delle piante) ed (dalla luce arriva l’energia per la pianta) sia in modo in particolare sulle foglie. Tuttavia anche le radici quantitativo che qualitativo, sono in qualche modo sono dotate di fotorecettori ma che rifuggono la capaci di vedere. Le piante modificano la propria luce (fototropismo negativo) allontanandosi dalla posizione alla ricerca della luce (fototropismo sorgente luminosa. positivo) e talvolta, ad esempio in un bosco, entrano Gli “occhi” più sensibili e numerosi sono sulle foglie. in competizione tra loro (in particolare quelle di Quando nei climi continentali caratterizzati da inverni specie diverse) attuando il meccanismo della “fuga rigidi le piante caducifoglie perdono le foglie, entrano dall’ombra” (crescono più rapidamente della pianta in una sorta di letargo, il riposo vegetativo, in modo da vicina per metterla in “difficoltà”). La pianta assorbe non esporre la parte più delicata della pianta a gelate. la luce attraverso fotorecettori (molecole chimiche) La pianta “riaprirà gli occhi” con le nuove foglie nella in grado di distinguere l’energia luminosa in base alle primavera successiva. 13
CAPITOLO 1 L’INTELLIGENZA DELLE PIANTE Olfatto Le piante hanno una sensibilità diffusa ed “annusano” conosciuto. Alcuni odori sono trasmessi per attirare con tutto il corpo. Dalle foglie alle radici, sono insetti, altri per comunicare ad organismi vegetali presenti moltissime cellule con recettori di sostanze della stessa specie un attacco imminente e mettere volatili che mandano segnali a tutto il corpo della in moto strategie difensive. Un caso noto in tal senso pianta. Ma a cosa serve l’olfatto nelle piante? Gli è quello del pomodoro: quando è attaccato da insetti organismi vegetali usano i Composti Organici erbivori emette BVOC per comunicare a distanza il Volatili di Origine Biogenica (BVOC) per scambiare pericolo ad altre piante di pomodoro; queste ultime, informazioni con l’ambiente, con gli insetti e tra loro. allertate, emettono sostanze chimiche che rendono Gli odori delle piante sono le loro parole, spiega indigeribili le proprie foglie. Stefano Mancuso, ma il cui significato è ancora poco Gusto I recettori del gusto selezionano le sostanze Ellis) che modificando parti del loro corpo (come chimiche che usano le piante per alimentarsi e sono le foglie) e trasformandole in una sorta di trappola, dislocati perlopiù nelle radici. Le radici attraverso catturano e digeriscono attraverso enzimi gli animali i recettori del gusto riescono a individuare anche (insetti ma non solo) per assorbire l’azoto di cui hanno concentrazioni minime di nutrienti (fosforo, potassio, bisogno per le loro funzioni vitali. Quello delle piante nitrati) e crescere indirizzandosi verso queste fonti di carnivore è un esempio particolare di come i vegetali sostentamento. Del resto quando i nutrienti, ed in esercitino il senso del gusto. particolare le fonti di azoto, scarseggiano nel terreno bisogna reperirli in altro modo, magari per via aerea e cambiando dieta. Una risposta in tal senso è stata fornita dalle piante carnivore (si veda la venere Fig. 2 - Dioanea muscipula acchiappamosche, Dioanea muscipula Soland. ex Foto by Bouba
CAPITOLO 1 L’INTELLIGENZA DELLE PIANTE Tatto Le piante hanno sviluppato il senso del tatto Le piante possono mettere in atto anche il attraverso recettori, i cosiddetti canali meccano- meccanismo inverso: cioè sono loro a farsi avanti e a sensibili, organi che si trovano diffusi lungo l’intero “toccare”. Un esempio è quello dell’apice radicale corpo ma prevalentemente nelle cellule epidermiche, che crescendo e diramandosi verso il basso alla cioè in quelle superficiali a contatto con l’esterno. ricerca di acqua e nutrienti, tocca e schiva gli ostacoli Questi canali si attivano quando la pianta è toccata o che impedirebbero il suo incedere rendendo vano interessata da vibrazioni sonore. Gli esempi più noti l’obiettivo fondamentale per l’intera pianta. sono quelli delle piante carnivore che chiudono le Altro esempio è quello delle piante rampicanti che loro trappole quando sentono al tatto l’arrivo delle producono viticci che si avvolgono sull’oggetto con prede, oppure il caso della Mimosa pudica che ritrae cui sono venute a contatto. le sue foglie quando è toccata. Udito Come funziona questo senso? Negli animali che sensibili. Tutta la pianta è provvista di “orecchie” che hanno orecchie esterne, le vibrazioni sotto forma tra l’altro sono interessate anche alla musica, come di onde sonore sono trasmesse in aria, è questo il dimostra l’esperimento scientifico condotto sulle vettore, e captate dai padiglioni auricolari, quindi viti realizzato per oltre un lustro a Montalcino (SI): la indirizzate ai timpani che le traducono in segnali coltivazione dei vitigni, con l’ausilio della musica, ha elettrici che arrivano al cervello attraverso il nervo prodotto uva più saporita. uditivo. Ovviamente nelle piante nulla di tutto questo. Le piante, che non hanno orecchie, sentono con la Come spiega Mancuso “non è il genere di musica che “tecnica” dei pellerossa. Il vettore delle onde sonore influenza la loro crescita, ma le frequenze sonore di nelle piante, ma anche in alcuni animali sprovvisti cui è composta: certe frequenze soprattutto quelle di orecchie esterne, è il suolo. basse nell’intervallo 100-500Hz favoriscono la Appoggiare l’orecchio al suolo fa udire rumori che germinazione dei semi, l’accrescimento delle piante sono prodotti anche a lunga distanza. Il suolo è un e l’allungamento della radice; mentre altre più alte ottimo conduttore e le vibrazioni sono captate da hanno un effetto inibitorio” (Mancuso S., Viola A., tutta la pianta attraverso i soliti canali meccano- 2015). ...e gli altri sensi che noi non abbiamo Oltre ai sensi “classici” descritti, le piante ne hanno altri. Possono sentire l’umidità nel terreno ed individuare le fonti idriche. Inoltre percepiscono la gravità, i campi elettromagnetici, e i gradienti chimici diffusi nel terreno: sia i nutrienti utili alla loro crescita che le sostanze dannose tipo i metalli pesanti. Questi sensori sono perlopiù ubicati nella radice che a seconda dei casi citati dà indicazioni di avvicinamento o di fuga. 15
CAPITOLO 1 L’INTELLIGENZA DELLE PIANTE Le piante Capaci di collegare anche parti distanti del proprio corpo (radici e chiome, ad esempio) le piante sentono il Sole, e la presenza di altre piante, comunicano con le quali condividono o competono, secondo le stesse leggi di sopravvivenza che regnano nel mondo animale. Le piante comunicano tra loro e con gli altri esseri più complesso ed entrano in gioco anche altre viventi. strutture fondamentali, gli stomi, specie di “pori” Una prima forma di comunicazione nel mondo che si trovano nella parte inferiore delle foglie e vegetale è quella che si svolge all’interno della pianta: che collegano l’interno della pianta con l’esterno. cioè la comunicazione, a doppio senso, tra radice e Attraverso gli stomi viene introdotta la CO2 (anidride foglie necessaria per l’intero organismo affinché carbonica) necessaria per la fotosintesi. possa mantenersi in vita. Se la funzione fosse solo questa gli stomi, almeno con la luce, sarebbe opportuno che rimanessero sempre I segnali che servono alla pianta per trasportare aperti. Ma attraverso queste aperture la pianta perde informazioni da una parte all’altra del suo organismo acqua per traspirazione. Quindi la regolazione è sono di tre tipi: elettrici, idraulici e chimici. I segnali complessa e basata su un delicato equilibrio che varia elettrici sono trasmessi senza tessuti dedicati come durante le ore del giorno a seconda delle situazioni e invece avviene negli animali con i nervi. Per i tratti delle esigenze della pianta. Gli stomi saranno aperti brevi i segnali passano da una cellula all’altra attraverso per il nutrimento e chiusi per non perdere acqua, il delle aperture ubicate nella parete cellulare, i tutto regolato dalla comunicazione che si diffonde plasmodesmi. Mentre per i percorsi lunghi (esempio attraverso segnali elettrici veloci e chimico-ormonali radice-foglie) le piante usano il sistema vascolare più lenti. principale. Si tratta dell’apparato circolatorio delle piante che è sprovvisto della pompa centrale (il cuore Le piante sono poi in grado di mettere in essere degli animali) ma funziona altrettanto egregiamente. altre forme di comunicazione. Ad esempio alcune I liquidi vengono spostati dal basso verso l’alto piante “toccandosi” danno innesco al già citato attraverso il sistema xilematico e dall’alto in basso meccanismo di “fuga dall’ombra” per assumere attraverso il sistema floematico. Questi due sistemi condizioni di vantaggio nell’assorbimento della luce trasportano elementi diversi: lo xilema conduce solare rispetto ai propri rivali; oppure evitano di far acqua e minerali dalle radici alla chioma, mentre toccare le loro chiome con quelle del vicino per non il floema trasferisce gli zuccheri prodotti dalla disturbarsi a vicenda come avviene per le Pinacee, nel fotosintesi (il cibo della pianta) dalle foglie alle radici cosiddetto meccanismo di “timidezza delle chiome”. e ai frutti. Quindi la fonte energetica deve essere Per metterlo in atto le piante devono comunicare e trasportata a tutte le parti dell’organismo, mentre “sentire” la presenza del vicino. l’acqua assorbita dalle radici è inviata alle foglie che la perdono per traspirazione e quindi necessitano di un Un metodo di comunicazione consolidato nel mondo reintegro continuo. vegetale è quello attraverso le molecole chimiche liberate in aria o acqua. Mediante i segnali chimici Il meccanismo così sinteticamente descritto è molto trasmessi attraverso le radici, le piante riconoscono 16
CAPITOLO 1 L’INTELLIGENZA DELLE PIANTE le specie affini, gli estranei e distinguono gli amici Fig. 3 - Schema simbiosi mutualistica nelle micorrize Charlotte Roy and Salsero35 dai nemici, mettendo in campo tutta una serie di comportamenti per garantire la prosecuzione della specie. Questi segnali vengono scambiati nella rizosfera, cioè nella parte di suolo che è a contatto capitolo 4). Il fungo avvolge la pianta in una sorta di con le radici delle piante, dove si trovano organismi manicotto e fornisce alla radice elementi minerali, simbionti che possono essere funghi e batteri. Ad mentre riceve dalla pianta gli zuccheri che derivano esempio, attraverso le radici la pianta riconosce i dalla fotosintesi come fonte di energia. Naturalmente funghi amici con cui instaurare rapporti proficui bisogna riconoscere i funghi buoni, con cui allearsi, come nelle micorrize (Di Giovanni A., 2019). Si tratta da quelli patogeni che attaccano la pianta per di casi di simbiosi mutualistica (win to win) dove tutti nutrirsene. E qui entra in gioco il meccanismo della i contrattori dell’accordo traggono vantaggi (si veda comunicazione chimica tra fungo e radice. 17
CAPITOLO 1 L’INTELLIGENZA DELLE PIANTE Un altro esempio di simbiosi che si instaura a valle di servizio di trasporto sono ben remunerati: infatti le un meccanismo di comunicazione è quello noto tra le piante producono nettare, sostanza zuccherina di radici di leguminose e i batteri azoto-fissatori. I batteri cui vanno ghiotti. ricavano energia dagli zuccheri presenti nelle radici e Sempre nella fase riproduttiva si instaurano altre rendono disponibile l’azoto in forme assimilabili dalla forme di comunicazione con gli animali, questa pianta: infatti trasformano l’azoto gassoso inerte e volta per la diffusione dei semi. Gli animali sono non utilizzabile in ammonio e nitrati utili alla pianta attirati dalla polpa dei frutti che oltre a proteggere i per la sua crescita. semi fino a maturazione, rappresenta la ricompensa Le piante inoltre comunicano con gli animali per per il servizio di trasporto dei semi stessi lontano mettere in atto strategie difensive. Quando sono dalla pianta madre, favorendo così la diffusione attaccate da qualche “nemico” che si vuole nutrire della specie. In particolare gli uccelli sono ghiotti di di parti della pianta, inviano un SOS attraverso frutti maturi che ingoiano insieme ai semi per poi, la produzione di sostanze chimiche volatili, attraverso le feci, depositarli lontano e dare origine che è raccolto da alcuni amici che sono nemici ad una nuova pianta (si veda capitolo 4). dell’aggressore e che arrivano in soccorso. Questo sistema di comunicazione è frequente con gli insetti. Altro momento importante di comunicazione per le piante, avviene durante una fase cruciale del loro ciclo di vita: quella riproduttiva. In questo caso sono sollecitati alcuni animali (insetti, ma anche uccelli e mammiferi come i pipistrelli) a fungere da vettori Fig. 4 - Impollinazione affidabili del polline. Gli animali per compiere questo Foto di Leonardo Jarro da Pexels
CAPITOLO 1 L’INTELLIGENZA DELLE PIANTE Le piante si Ancorate al terreno che le ospita, è l’idraulica a sostituire la funzione del muscolo nelle piante: così esse sono capaci di modificare la loro posizione e muovono la loro forma trovando la miglior relazione con le condizioni esterne sulle quali non possono agire altrimenti. Le piante sono così sensibili perché hanno dovuto Fig. 5 - Mimosa pudica Foto di Ji-Elle attuare risposte affinate rispetto alla condizione di immobilità (sono ancorate al substrato nel corso della loro vita) che le rende vulnerabili. In realtà le piante si muovono in tempi lunghi con movimenti lenti anzi lentissimi rispetto a quelli degli esseri viventi del mondo animale, tanto che sono visibili ai nostri occhi solitamente attraverso tecniche cinematografiche. Quindi le piante sono lente ma si muovono e lo fanno attraverso movimenti attivi (consumando energia interna) o passivi consumando l’energia dell’ambiente. Le piante non hanno muscoli ma si basano su movimenti idraulici con trasporto di acqua (in forma liquida o gassosa) che entra ed esce dai tessuti. Nei movimenti attivi è il flusso osmotico attraverso le membrane cellulari il protagonista del movimento. Mancuso spiega nel dettaglio il meccanismo: “l’acqua entrando nella cellula guidata da una diversa soluzione di soluto, provoca un aumento di pressione che spinge la membrana contro la parete cellulare e induce così rigidità all’organo, e quindi il movimento” (Mancuso S., 2017). In questo modo si attua l’apertura degli stomi o la Mimosa pudica chiude le sue foglie al contatto. 19
CAPITOLO 1 L’INTELLIGENZA DELLE PIANTE I movimenti passivi si verificano nella parete cellulare, all’innalzamento della temperatura variano il loro struttura che caratterizza le cellule vegetali e ne habitat come è successo a leccio, faggio, abete costituisce lo scheletro. La parete è composta da fibre rosso che si trovano ad altitudini superiori rispetto al di cellulosa immerse in una struttura soffice costituita passato. da polisaccaridi, emicellulosa, proteine solubili che In altri casi si tratta di vere e proprie migrazioni come quando viene a contatto con l’acqua si espande quelle che attraverso vari meccanismi effettuano le reversibilmente. Un esempio classico in tal senso è specie definite esotiche (in alcuni casi invasive), spesso rappresentato dall’apertura delle pigne oppure dal importate volontariamente o involontariamente movimento delle reste di molte specie di avena che dall’uomo, specialmente da quando si sono diffusi rispondono alle variazioni di umidità atmosferica. i mezzi di trasporto e resi più facili gli spostamenti. Un caso di movimento del tutto particolare è legato Mancuso ricordando le qualità delle specie invasive al cosiddetto “sonno” delle piante. La nictinastia (crescita rapida, ottima dispersione dei semi, è la capacità che hanno molte piante di cambiare tolleranza agli stress ambientali...) sottolinea come posizione di foglie e fiori tra giorno e notte. Si tratta questi “migranti” in molti casi si siano ben integrati di una reazione alla luce che viene tradotta da specie (vedi i casi del mais e del pomodoro) e quindi le piante a specie anche in modo diverso: chi raddrizza le foglie invasive di oggi potrebbero essere la flora ritenuta verso l’alto (spinacio), chi verso il basso (fagiolo), chi autoctona domani. le arrotola intorno ai fiori (trifoglio). Sulle specie invasive (si veda il glossario per le Linneo definiva questo comportamento come una definizioni), ci sono anche opinioni autorevoli predisposizione al riposo notturno come avviene opposte (Scalera R. et al. 2018, www.lifeasap.eu) ma per gli animali, prova ulteriore della cosiddetta al di là di come la si pensi su questo specifico tema, intelligenza vegetale. comunque è assodato che le piante non si muovono nel corso della vita ma hanno una grande capacità Ci sono poi movimenti o meglio dire “spostamenti” di di espandere il loro areale geografico attraverso le carattere diverso dovuti ad esempio a cambiamenti generazioni e, mediante i semi, viaggiare anche nel delle condizioni climatiche. Alcune specie in risposta tempo. 20
CAPITOLO 1 L’INTELLIGENZA DELLE PIANTE Quando Succede che chi cerca ispirazione nel grande catalogo dei fenomeni naturali spesso trovi la soluzione di un problema, che la natura ha già le piante affrontato e risolto, con estrema pazienza, nel lento processo dell’evoluzione. suggeriscono soluzioni Le piante talvolta sono state fonte d’ispirazione per il mondo dell’architettura ed hanno anche suggerito soluzioni per l’efficienza ambientale delle costruzioni. La fillotassi è il modo in cui le foglie si dispongono su un ramo e piante di specie diverse lo fanno in modi differenti. Dal punto di vista funzionale, come già Leonardo da Vinci faceva notare, la fillotassi è la disposizione che garantisce alle foglie la migliore esposizione alla luce senza che si ombreggino tra loro. L’architetto Saleh Masoumi ha usato questo stesso principio per costruire grattacieli residenziali in cui tutti gli appartamenti ricevono insolazione dai vari lati migliorando quindi l’efficientamento energetico. Fig. 6 - Torre Fillotattica dell’architetto iraniano Saleh Masoumi - Foto di Saleh Masoumi
CAPITOLO 1 L’INTELLIGENZA DELLE PIANTE Dal risparmio energetico a quello idrico. Le Cactacee Fig. 7 - Victoria amazonica Foto di James Steakley (ad esempio le varie specie del genere Opuntia) che hanno una spiccata capacità di condensare l’acqua e quindi sono adatte per vivere in climi aridi, sono state fonte d’ispirazione per la costruzione di alcuni acqua (fino a 100 l al giorno) sfruttando l’umidità manufatti tecnologici in grado di dare una mano in atmosferica. In termini architettonici anche l’estetica termini di approvvigionamento idrico in aree in cui vuole la sua parte e ancora le piante vengono in l’acqua scarseggia. aiuto. Le nervature della pagina inferiore fogliare di Un esempio in tal senso è il “Warka Water” progettato Victoria amazonica sono state fonte di imitazione dall’architetto Arturo Vittori e realizzato nell’area di per l’ingegner Pier Luigi Nervi e per l’architetto Dorze in Etiopia. Annibale Vitellozzi per la costruzione del Palazzetto Si tratta di una sorta di “albero” che produce dello Sport di Roma. 22
CAPITOLO 2 VERDE URBANO E SERVIZI ECOSISTEMICI
CAPITOLO 2 VERDE URBANO E SERVIZI ECOSISTEMICI La vita sul nostro pianeta, senza le piante, sarebbe origine vegetale siano alla base della produzione semplicemente impossibile. Le piante forniscono di farmaci utili per la salute della nostra specie. Ben ossigeno, ma sappiamo anche che, sotto svariate sapendo che in tutti gli ambienti, dai più naturali forme, forniscono energia a tutto il regno animale. ai più artificiali, è possibile sempre intervenire Infatti, nelle piante è concentrata quell’energia per migliorarne qualità, vivibilità e accessibilità, solare che la fotosintesi clorofilliana ha convertito in con progetti mirati e soluzioni innovative: sono le energia chimica. Raggi solari e CO2, in altri termini, Plant Based Solutions (PBS). In questo capitolo ci sono stati trasformati in zuccheri e quindi in energia occuperemo, pertanto, di descrivere i numerosi immediatamente spendibile. Non solo: le cosiddette “servigi” che le piante e più in generale gli ecosistemi “magnifiche sei” (grano, mais, riso, patata, soia e canna rendono alla nostra vita. da zucchero) rappresentano la base insostituibile dell’alimentazione umana. Se ciò non bastasse per comprendere l’importanza Fig. 8 - Prato, Action Plan per la Forestazione Urbana, delle piante, ricordiamo come molte molecole di di Stefano Boeri Architetti
CAPITOLO 2 VERDE URBANO E SERVIZI ECOSISTEMICI Il verde urbano Una rete di sistemi naturali può migliorare la nostra vita, fornendoci servizi essenziali per il nostro benessere. Il capitale naturale dà produce prestazioni per il solo fatto di esistere, e scoprirne le funzioni ci rende più coscienti e più efficaci nel “servizi” proteggere ciò che ci protegge. per i cittadini A livello mondiale è in atto ormai da decenni un della montagna. Fatto sta che all’aumentare della processo sociale ed economico che ha determinato densità abitativa, nelle città aumentano anche smog il progressivo abbandono delle aree rurali e interne e impermeabilizzazione dei suoli. A tali fenomeni, e l’accentuarsi di un nuovo “inurbamento”. Questo già di per sé assai problematici per diverse ragioni, fenomeno ha due facce. Nei Paesi in via di sviluppo si aggiungono oggi gli effetti della crisi climatica. si rivolge soprattutto alla creazione di vere e proprie Da questo punto di vista, è esemplare il fenomeno “megalopoli”, conurbazioni enormi, con diverse urbano delle cosiddette “isole di calore”, prodotto dal decine di milioni di abitanti ciascuna. Nell’occidente consumo dissennato di energia in case e uffici (specie più avanzato e in Europa in particolare, questo nei cicli: riscaldamento / raffrescamento). movimento va ad arricchire invece la demografia di città di media grandezza, generalmente poste nella Forse è anche per questo che, per la prima volta nel corona delle aree metropolitane di pianura. Il fatto nostro Paese, con una organica Strategia Nazionale appena descritto è particolarmente evidente in un del Verde Urbano (MATTM, 2018), si è cominciato Paese come il nostro, caratterizzato da una orografia a vedere quel 40% della superficie territoriale soprattutto collinare e montana. In questo contesto, italiana coperta da sistemi forestali non più solo non è pleonastico ricordare che l’Italia vanta due come il sintomo più evidente dell’abbandono delle primati planetari assai significativi. Il primo, in pratiche agrosilvopastorali tradizionali, ma come termini di densità culturale e storico/monumentale una grandissima opportunità. Una “rivoluzione dei suoi borghi e delle sue innumerevoli città d’arte. delle piante” che potrebbe e dovrebbe interessare Il secondo, in termini di biodiversità pura, un dato non solo l’universo rurale ma anche e soprattutto questo perfettamente coerente con la straordinaria i contesti più urbanizzati. Il verde come grimaldello varietà ambientale e paesaggistica del suo frastagliato efficace per migliorare la qualità della vita nelle nostre territorio. città, da tutti i punti di vista. In termini di “salute”, di “benessere” nel senso più lato del lemma, ma anche Attualmente, proprio a causa dell’abbandono in termini strettamente “economici”. incessante dei territori ad economia rurale, in città vive circa il 55% della popolazione mondiale e oltre La riflessione della comunità scientifica si sta il 75% di quella italiana e si calcola che tali percentuali concentrando oggi su alcune evidenze empiriche. possano arrivare al 65% nel mondo e al 90% in Se da un lato l’insostenibilità del modello di sviluppo, Italia entro il 2050. Si tratta di un processo storico, sottolineata platealmente dalla pandemia 2020, ha sociale ed economico difficilmente contenibile, visto nelle città le cause e gli effetti più tangibili delle anche se non mancano suggestioni accademiche crisi in atto (climatica, sanitaria, economica), è anche e culturali che evocano e auspicano un ritorno alla vero che spetta doverosamente al mondo “urbano” terra, quando non addirittura una nuova centralità la ricerca di soluzioni per uscire dallo stallo attuale. 25
CAPITOLO 2 VERDE URBANO E SERVIZI ECOSISTEMICI Ecco da dove nasce la scommessa d’immaginare attraverso il capitale naturale (inteso qui in senso una rivoluzione copernicana nell’approccio alla onnicomprensivo: organismi viventi, aria, acqua, dimensione verde, sia nella pianificazione che suolo e risorse geologiche). Servizi, beninteso, che il nella progettazione dei nostri centri abitati. Le capitale naturale fornisce all’uomo per il solo fatto di future “biocittà”, che il paesaggista Richard Weller esistere. Per avere un’idea dello spessore economico suggerisce di pensare come nodi di una rete più dei servizi ecosistemici, basti pensare che il Comitato vasta, planetaria, capace d’interconnettere con per il capitale naturale – istituito dalla Legge n. corridoi ecologici tutte le 160.000 aree protette 221/2015 e presieduto dal Ministro dell’Ambiente – della Terra (in un Parco Mondiale!), ci entusiasma e ci ha stimato, nel suo Rapporto sullo stato del capitale offre una cornice di senso per illustrare il significato naturale in Italia pubblicato nel 2017, che il valore più autentico dei servizi ecosistemici gentilmente complessivo dei servizi ecosistemici in Italia nel 2015 offertici dalla natura. era pari a 338 miliardi di euro. Nel report, visto che la stragrande maggioranza degli italiani vive ormai in Non si tratta quindi qui di magnificare semplici città, la nota sul verde urbano assume una rilevanza enclave verdi, bensì di suggerire la creazione di una del tutto particolare. Ce lo indica e rappresenta rete (strutturale e funzionale) di sistemi naturali come un capitale naturale fondamentale, in grado di capaci coi propri “servizi” di migliorare la qualità della fornire moltissimi ed essenziali servizi ecosistemici di vita dei cittadini. In termini individuali, sociali e quindi prossimità a tutti gli abitanti. anche economici. Stiamo parlando di una rivoluzione verde che Dal punto di vista tassonomico, già nel 2005 il promette di migliorare la resilienza degli habitat, Millennium Ecosystem Assessment, la più ampia l’efficienza energetica dei quartieri, la piena sistematizzazione delle conoscenze sino ad allora funzionalità e connettività degli ecosistemi, oltre acquisite sullo stato degli ecosistemi del mondo, ha che la qualità percettiva dei luoghi, che rimanda a fornito una prima classificazione utile, a tutt’oggi una incessante e necessaria opera di riparazione accettata dalla comunità scientifica, suddividendo i paesaggistica dei contesti più degradati. servizi ecosistemici in quattro categorie principali: Tutto ciò avrà anche un ruolo fondamentale per (1) servizi di fornitura (provisioning); (2) servizi realizzare finalmente piani e progetti urbani di supporto alla vita (supporting); (3) servizi di più attenti alle istanze della mitigazione e regolazione ambientale (regulating); (4) servizi dell’adattamento ai cambiamenti climatici. di tipo immateriale (cultural). I primi tre saranno affrontati nel presente paragrafo, quelli ricadenti nella Quello del verde urbano è quindi un tema che quarta tipologia, proprio perché per lungo tempo si colloca nel più ampio quadro della produzione sottovalutati e trascurati, saranno debitamente dei servizi che gli ecosistemi ci forniscono esplosi nel prossimo. 26
CAPITOLO 2 VERDE URBANO E SERVIZI ECOSISTEMICI Servizi di fornitura Ripetiamo qui una semplice constatazione. Se il re- che altro non sono che l’accumulo sotterraneo dell’e- gno vegetale può tranquillamente fare a meno della nergia solare che le piante pazientemente hanno fis- nostra specie, l’essere umano è totalmente dipen- sato nella biosfera tramite la fotosintesi clorofilliana. dente dalle piante e dal loro stato di salute. A partire Un habitat naturale ci offre, inoltre, una riserva stra- dalla qualità dell’aria che respiriamo. ordinaria di biodiversità, fondata su una vastissima La prima fornitura, infatti, che ci regalano alberi e fo- gamma di specie viventi e sulla loro varietà genetica, reste è quella dell’ossigeno che ci tiene in vita. Poi che ci permette anche di disporre di sostanze e prin- dobbiamo pensare al cibo cui abbiamo accesso: gli cipi attivi indispensabili per l’industria farmaceutica e ecosistemi naturali sono una enorme sorgente di ani- quindi per la nostra stessa salute. mali e piante commestibili. Ed entro questo scenario, Infine, un ecosistema sano, ben dotato di verde, ci comunque, in fondo alla catena alimentare, dopo una garantisce la fornitura di acqua dolce, essenziale per specie carnivora od onnivora, c’è sempre un erbivoro la vita di tutte le specie. e quindi il mondo vegetale. Fiumi, torrenti, laghi e falde sotterranee sono le no- E ancora: il verde ci fornisce per via diretta o indiret- stre riserve vitali di acqua naturale pulita, una risorsa ta una quantità cruciale di materie prime, quali il le- assai esigua se pensiamo che rappresenta meno del gname, le fibre (la iuta, il cotone, la canapa, la seta, la 2% dell’acqua presente sulla terra. lana), le resine, fino ad arrivare ai combustibili fossili Servizi di supporto alla vita Con supporting services s’intendono quei servizi nismi animali (insetti, uccelli), ma anche dal vento e ecosistemici che sostengono e permettono indiret- dall’acqua, che permette la fecondazione delle piante tamente la fornitura di tutti gli altri tipi di servizi, quali e quindi per via indiretta anche la produzione di cibo, ad esempio la formazione del suolo fertile e il ciclo tra cui i frutti e altri “prodotti naturali” di origine ve- dei nutrienti. Un sistema naturale sano, in altri ter- getale. Senza le specie impollinatrici selvatiche, molte mini, è capace di metterci a disposizione elementi varietà di piante si estinguerebbero e gli attuali livelli minerali importanti quali l’azoto, il fosforo e il potas- di produttività potrebbero essere mantenuti solo con sio, indispensabili per lo sviluppo di tutti gli organi- alti investimenti tramite l’impollinazione artificiale. I smi viventi. Inoltre, i servizi ecosistemici di supporto servizi di supporto alla vita si differenziano dai servizi sostengono la riproduzione, l’alimentazione, il rifugio di fornitura e da quelli di regolazione ambientale in per specie animali stanziali e in migrazione e il mante- quanto i loro impatti sono spesso indiretti e/o trac- nimento dei loro processi evolutivi (su base fenotipi- ciabili nel corso di una finestra temporale molto lun- ca e/o genetica) nei vari habitat. Infine, essi svolgono ga, mentre i cambiamenti nelle altre categorie hanno una funzione fondamentale a supporto dell’impolli- impatti relativamente diretti e rapidi sulle persone e nazione: è il servizio svolto soprattutto da certi orga- le comunità locali. Servizi di regolazione ambientale Ecosistemi in salute ci regalano altri fondamentali guardi assumono poi un rilievo del tutto particolare “benefici”, che è persino riduttivo definire “servizi”. in ambiente urbano. Queste libere donazioni della natura nei nostri ri- Stiamo parlando di: 27
CAPITOLO 2 VERDE URBANO E SERVIZI ECOSISTEMICI - REGOLAZIONE DEI GAS ATMOSFERICI do con cura, ora rallentandone il ruscellamento, più Il verde contribuisce a immettere e a estrarre dall’at- spesso proteggendo e tenendo in custodia la qualità mosfera numerosi elementi chimici, influenzando di- e la quantità stessa della risorsa. versi aspetti, tutti fondamentali per la vita sulla Terra. - PROTEZIONE DAL RUMORE Ad esempio, regola il bilancio O2/CO2 dell’aria, il man- È ormai acclarato dalla comunità scientifica che l’in- tenimento dello strato di ozono (O3) che ci protegge quinamento acustico, oltre a deteriorare la qualità dai dannosissimi raggi ultravioletti consentendoci, degli ambienti, costituisce un fattore di rischio im- filtrandola, di avere aria pulita e respirabile e, più in portante per l’insorgenza di alcune patologie umane generale, le condizioni di minima per l’abitabilità del (depressione, disturbi del sonno, malattie cardiova- nostro pianeta. Imponente e decisiva, a puro tito- scolari). Quando non si riesca a prevenire alla fonte lo di esempio, l’azione delle piante nell’intercettare l’emissione eccessiva di onde sonore, è quindi im- e rimuovere metalli pesanti e particolato fine (PM10 portante intervenire a valle, presso i luoghi raggiunti e PM2,5) dall’aria. Questa azione è tanto più efficace dal rumore. Una delle tecniche più valide ed efficaci quanto più estesa è la superficie verde opposta agli per ridurlo e assorbirlo è quella delle barriere verdi. inquinanti. Quindi un albero molto frondoso, ricco di Quinte vegetali fatte da arbusti e alberi sempreverdi fogliame dotato di peluria ruvida o di superfici cera- interposte in modo perpendicolare rispetto alla fonte te, migliora la propria capacità d’intercettazione dello sonora, in sinergia con rilevati coperti da specie erba- smog. cee, riescono ad abbattere significativamente l’inqui- - REGOLAZIONE DEL CLIMA namento acustico. Un ecosistema urbano sufficientemente verde, so- - PROTEZIONE DALL’EROSIONE leggiato e dotato di acqua interagisce con le com- Gli assetti strutturali degli ecosistemi, specialmente plesse caratteristiche della circolazione dell’aria, a se si pensa al regno vegetale e al complesso universo scala globale, regionale e locale, contribuendo in dei suoi apparati radicali, giocano poi un ruolo fonda- modo determinante alla fisionomia meteoclimati- mentale nel controllo e nella prevenzione dell’erosio- ca del luogo. Da questo punto di vista, formidabile è ne. Le radici degli alberi, con la propria tentacolare e l’azione del verde nell’abbattimento delle escursioni ramificata armatura, assicurano, infatti, la stabilità dei termiche giornaliere, nella mitigazione degli effetti terreni. Le chiome e le foglie, invece, intercettano le delle ondate di calore estive e nell’abbassamento del- precipitazioni attutendo molto il loro “effetto batten- le temperature massime registrate in città. te” e riducendo quindi ancora una volta il rischio di Ombreggiamento, umidità relativa, permeabilità dei erosione del suolo nudo. suoli, sono tutte caratteristiche ideali di un habitat - PROTEZIONE DAL DISSESTO IDROGEOLOGICO più salubre e più resiliente al riscaldamento globale. Se piante, arbusti e alberi stabilizzano i versanti e do- E sono tutti servizi che il verde riesce perfettamente a nano solidità strutturale e funzionale ai terreni, allora regalarci nei nostri centri abitati. la loro azione nel medio/lungo periodo contribuisce - REGOLAZIONE DELLE ACQUE anche a contenere il rischio da dissesto idrogeologi- Si parta qui da una evidenza di ordine generale: la co. Piogge, frane, vento sono infatti fenomeni del tut- quantità complessiva di acqua presente sulla Terra è to naturali. Innaturale è, invece, la frequenza di eventi sempre la stessa e il suo “ciclo vitale” ne permette il meteorologici estremi che il nostro Paese ha dovuto riuso attraverso i noti processi di evaporazione, con- sopportare nell’ultimo decennio (oltre 750!) a causa densazione, precipitazione, infiltrazione, scorrimen- della crisi climatica. Evidente quindi l’importanza di to e flusso sotterraneo. questo servizio ecosistemico che, tra le altre cose, Ebbene, è il verde a regolare sapientemente il flus- riducendo la perdita di terreno fertile, mantiene in so delle acque sulla superficie terrestre. Ora filtran- buono stato anche la produttività agricola. 28
CAPITOLO 2 VERDE URBANO E SERVIZI ECOSISTEMICI Il verde urbano Il verde gratifica, emoziona, rilassa. Produce i paesaggi che popolano le nostre foto di vacanza e ispirano il nostro immaginario, le nostre visioni. produce Favorisce il nostro stare insieme, fa bene alla nostra salute e ci fa stare a contatto con noi stessi. soprattutto benessere Chiunque abbia fatto esperienza di una passeggiata e riparare i danni inferti da una urbanizzazione diffusa nel parco più prossimo alla propria abitazione, e selvaggia, che ha finito per infliggere ferite spesso sa che questa semplice azione ha il potere di irreversibili alle nostre campagne, non è quindi solo gratificare, emozionare, rilassare. Ecco, in questo etico e giusto, diventa soprattutto necessario se capitolo, cercheremo di affrontare il tema del vogliamo dare un futuro alle prossime generazioni benessere indotto e donato da ecosistemi dotati di umane. Come propone la Strategia Nazionale del una componente biotica e vegetale sana, salubre, Verde Urbano (MATTM, 2018, cit.), non dobbiamo florida. E, in particolare, cercheremo di argomentare più pensare in termini di metri quadrati, bensì in perché è necessario sovvertire il primato che ettari. Dobbiamo ridurre nel minor tempo possibile nella pianificazione le infrastrutture grigie hanno le superfici minerali (o asfaltate) delle nostre città. sempre detenuto nei confronti dell’armatura verde Dobbiamo, infine, ed è il compito più gravoso e delle nostre città. Una giungla urbana è in fondo la importante, impostare la progettazione delle “giungle miglior metafora di una orchestra, sapientemente urbane” adottando la matrice forestale come loro diretta e assemblata. Un caos solo apparente, base di riferimento, sia dal punto di vista strutturale che nasconde in realtà una coralità di contributi che funzionale. Solo in questo modo riusciremo a biotici coerentemente organizzata. Un festival sottrarci alla vecchia e superata dicotomia che ha della mutualità e della collaborazione effettiva tra visto spesso contrapposte l’etica degli ambientalisti esseri viventi. Arrestare il consumo di suolo, ricucire più intransigenti all’estetica dei cultori del paesaggio. Il verde urbano produce paesaggio Come in ogni azione compositiva e quindi progettua- quella riconciliazione tra “bellezza, coscienza e sa- le, c’è un artefice (un deus ex machina), c’è uno status cro” cui tanto ha lavorato uno dei padri dell’ecologia quo da modificare e ci sono, soprattutto, i materiali moderna: Gregory Bateson. Per troppo tempo, infat- con cui plasmare e trasformare un contesto. Ebbene, ti, abbiamo ritenuto la bellezza come una categoria nella disciplina del paesaggio, le tessere materiche minore, da far recedere di fronte all’urgenza delle sfi- con cui si trasforma il mosaico territoriale sono stra- de che la crisi climatica c’impone. Lungi dal sottrarsi namente composite. Ci sono certo le permanenze del a queste sfide epocali, è altrettanto necessario dedi- costruito antropico, ci sono le infrastrutture grigie, carsi alla riparazione e alla ricostruzione dei tanti pae- ma svettano in tutto il loro inconsueto protagonismo saggi offesi dal riscaldamento globale. Ghiacciai alpini soprattutto gli elementi del vivente. Cespugli, prati, e appenninici che scompaiono, foreste abbattute dal arbusti, soprattutto alberi. Ecco, nell’immagine an- vento, linee di costa erose dall’avanzata inesorabile cestrale dell’albero, potremmo dire che si condensa del mare, città devastate da eventi estremi sempre 29
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