L'INCIDENTE NUCLEARE DI THREE MILE ISLAND: FISICA/MENTE - Roberto ...
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THREE MILE ISLAND Page 1 of 71 FISICA/MENTE L'INCIDENTE NUCLEARE DI THREE MILE ISLAND: RAPPORTO KEMENY Roberto Renzetti Dopo gli incidenti nucleari si costituiscono delle commissioni d'inchiesta per capire cosa è accaduto ed in linea di principio per risolvere eventuali problemi per il futuro. Sono venuto da poco in possesso di un documento di grande interesse che avevo cercato a suo tempo senza successo. Mi riferisco al rapporto sull'incidente nucleare di Three Mile Island che raccoglie le conclusioni della Commissione Kemeny appositamente costituita dal Presidente degli Stati Uniti, Jimmy Carter, per far luce su quel grave incidente avvenuto alle ore 4 del mattino del 28 marzo 1979(1) in un reattore entrato in funzione da soli tre mesi. E' curioso come io sia venuto in possesso di tale documento. Premetto che ero in Spagna per lavoro ed avevo difficoltà di comunicazione con l'Italia (la Spagna è entrata nelle UE nel 1986). Solo da poco ho saputo che a suo tempo (non c'era ancora internet), nel 1980, tale rapporto era stato pubblicato in Italia dalla Etas Libri (Harrisburg, emergenza nucleare: il rapporto americano sull'incidente alla centrale di Three Mile Island). Andavo questa estate in cerca di qualche libro nel mercato all'aperto di Porta Portese di Roma e su una bancarella, a 5 euro, trovo questo libro. E' stato per me una sorpresa piacevole perché http://www.fisicamente.net/DIDATTICA/index-1570.htm 23/03/2011
THREE MILE ISLAND Page 2 of 71 si sono risvegliate vecchie curiosità mai appagate e la possibilità di risolverle. Compro il libro ed ho subito una brutta sorpresa a margine del libro stesso. Nella prima pagina interna trovo che proviene dalla Biblioteca della Regione Lazio (Presidenza Giunta, Economato e Contabilità, presa in carico 304/40). Ci resto male a toccare con mano il disprezzo per tali documenti fondamentali per una biblioteca di una istituzione pubblica. Chissà chi se ne è sbarazzato, a che livello di responsabilità, con quale incoscienza. Io ho già scritto sull'incidente di Harrisburg ma con questo documento, e con altri che nel frattempo sono stati prodotti, credo di avere l'opportunità di essere più preciso e di fare un lavoro analogo a quello fatto per Chernobyl. Per cui leggerò, trascriverò le cose d'interesse, integrerò con notizie acquisite successivamente e con informazioni tecnico scientifiche che riterrò necessarie. Anche qui non farò una cronaca del terrore ma mi terrò su di un piano eminentemente tecnico, anche se divulgativo. IL MANDATO DELLA COMMISSIONE Nelle prime pagine del rapporto si dice che l'incidente che dovrà essere indagato ha creato molto allarme sia a livello nazionale che internazionale, sulla sicurezza dell'energia nucleare. Si tratta perciò di rispondere a tali preoccupazioni. Per farlo occorre indagare sugli eventi, sugli apparati e sugli operatori per capire l'accaduto. Occorreva poi capire cosa era accaduto in termini di rilascio di materiale radioattivo confrontando ciò con i rischi in normale funzionamento del reattore sia degli operatori che delle popolazioni residenti nelle vicinanze della centrale. La commissione ha poi indagato sia sull'azienda elettrica proprietaria della centrale, sia sui fornitori di materiali alla medesima, sia sui programmi di formazione degli operatori, sia sulle procedure di esercizio della centrale. Sono stati anche analizzati i piani di emergenza previsti sia locali che statali ed il modo di reazione all'incidente da parte di tali autorità e di tutti gli enti che si occupano di tali questioni. Attenzione è stata riservata anche al modo con cui sono state date le informazioni da parte di tutti, giornali, TV, enti autorità locali e statali. Si è distinto tra notizie sbagliate per ignoranza, quelle sbagliate per voglia di sensazionalismo ma anche quelle che minimizzano per tranquillizzare. http://www.fisicamente.net/DIDATTICA/index-1570.htm 23/03/2011
THREE MILE ISLAND Page 3 of 71 Da ultimo, particolare attenzione è stata data all'organismo federale di controllo delle attività nucleari, l'NRC che ha fissato norme, comportamenti, criteri per la concessione delle autorizzazioni, per le ispezioni, per la formazione e per il tipo di informazione che ha fornito. La commissione è molto chiara nei suoi intenti e dice anche ciò che non è stato fatto: non si è estesa l'indagine al nucleare in genere negli Usa e nel mondo, non si è studiata la filiera nucleare con gli eventuali problemi dell'arricchimento del combustibile, del trasporto, della gestione delle scorie, non si è studiata l'industria nucleare che realizza pezzi e componenti per una centrale (anche se, nel fare ciò che la commissione ha fatto, se n'è fatta un'idea). La commissione non ha neppure tentato di arrivare a conclusioni drastiche sull'abbandono del nucleare e non ha neppure tentato un confronto tra i rischi nucleari e quelli di altre fonti. Risulta di vitale importanza che si tenga conto di quanto si è ricavato per migliorare la sicurezza ed il rapporto si è proposto proprio questo fine: i cambiamenti che si possono e si debbono introdurre alla luce di quanto è avvenuto. A questo punto il rapporto passa alle conclusioni raggiunte ma io preferisco andare invece alle caratteristiche di quell'impianto nucleare ed alla sequenza che ha portato all'incidente. Credo che così si capisca meglio cosa conclude la commissione. IL REATTORE NUCLEARE TMI-2 Diamo, prima di iniziare, le caratteristiche della centrale TMI-2: SITUAZIONE GEOGRAFICA Comune di Dauphin County, Stato di Pennsylvania (USA) Aeroporto civile a 4 km Città vicine: Middletown - 5 km - 9.000 abitanti Harrisburg - 16 km - 68.000 abitanti Lancaster - 25 km - 580.000 abitanti. http://www.fisicamente.net/DIDATTICA/index-1570.htm 23/03/2011
THREE MILE ISLAND Page 4 of 71 In un raggio di 5 Km si hanno 9700 abitanti ed 1 milione di abitanti in un raggio di 50 Km. CARATTERISTICHE GENERALI Architetto industriale: B et R / Gilbert Reattore: Babcock et Wilcox (B&W) Gruppo Turbo-Alternatore: Westinghouse Potenza termica: 2.772 MW Potenza elettrica lorda 959 MWe Potenza elettrica netta 905 MWe, con un rendimento del 32,7% Raffreddamento atmosferico a tiraggio naturale con due torri CRONOLOGIA Ordinativo reattore: 3 febbraio1967 Permesso di costruzione: 4 novembre 1968 Entrata in servizio industriale prevista all'inizio nell'ottobre 1976 Prima criticità: 28 marzo1978 Entrata reale in servizio industriale: 30 dicembre 1978 CARATTERISTICHE DEL REATTORE Temperatura d'ingresso del nocciolo: 291°C Temperature d'uscita del nocciolo: 320°C Pressione: 150 bar Massa lorda degli elementi di combustibile (UO2): 82 t. Arricchimento iniziale: 2,57% Natura della guaina: Zircaloy 4 Tipo di reticolo: 15 x 15. Generatori di vapore (tipo Babock): 2 (Il sistema era a doppio circuito, con ciascun circuito dotato di due pompe ed un generatore di vapore in linea con una minima riserva d'acqua). Turbine velocità di rotazione 1800 giri/minuto temperatura di vapore ad alta pressione: 296° C pressione di vapore ad alta pressione: 62 bar pressione al condensatore : 85 millibar. Edificio di contenzione: cemento armato ed acciaio. http://www.fisicamente.net/DIDATTICA/index-1570.htm 23/03/2011
THREE MILE ISLAND Page 5 of 71 Ed ora passiamo allo schema che è allegato al medesimo rapporto della commissione. Figura 1 La prima cosa da notare è l'esistenza dell'edificio di contenimento che non esiste nelle centrali del tipo in uso nell'Europa dell'Est. Si capisce dal nome che tale edificio in cemento armato (in genere è la cupola che si vede nelle centrali nucleari) serve a prevenire la fuoriuscita di materiali radioattivi dal reattore in caso di malfunzionamento. Tutto ciò che è all'interno di tale edificio è la parte nucleare della centrale. A sinistra vi è un edificio ausiliario dedicato principalmente al rifornimento d'acqua del reattore, allo sfogo dei gas ed alla raccolta provvisoria di residui radioattivi mentre a destra vi è l'edificio turbine per la generazione di corrente elettrica ed il sistema che avvia l'acqua che ha già prodotto vapore al raffreddamento delle torri esterne che svettano vicino alle centrali e che mandano fuori non fumi ma vapore d'acqua. http://www.fisicamente.net/DIDATTICA/index-1570.htm 23/03/2011
THREE MILE ISLAND Page 6 of 71 L'edificio di contenzione di TMI-2 Occupiamoci di ciò che c'è dentro l'edificio di contenimento. Al centro dello schema è mostrato il nocciolo, dove avvengono le reazioni nucleari che possono essere regolate dalle barre di controllo. Tali reazioni producono calore che in questo tipo di centrale (PWR) va a scaldare ed a portare ad alta pressione dell'acqua che a sua volta va dentro degli scambiatori di calore (i due cilindri che affiancano il nocciolo) che producono il vapore da inviare alle turbine. Nel disegno schematico semplificato riportato nella figura seguente, dentro l'edificio di contenzione a sinistra vi è il nocciolo ed a destra un solo scambiatore di calore o generatore di vapore. Dentro il nocciolo, in rosso, vi sono le barre di combustibile nucleare (uranio arricchito) e, in nero, le barre di controllo (spesso grafite). In color viola vi è l'acqua ad alte temperatura e pressione che circola in un circuito chiuso. Quando quest'acqua arriva al generatore di vapore cede parte del suo calore e torna, aiutata da una pompa, all'interno del nocciolo. Questa funzione è indispensabile oltre che per fornire energia anche per raffreddare il nocciolo che altrimenti diventerebbe fonte di gravissimi problemi. Il generatore di vapore è invece alimentato da acqua circolante in un circuito separato da primo. Torno per un istante alla prima figura per osservare che oltre a due generatori di vapore, vi è http://www.fisicamente.net/DIDATTICA/index-1570.htm 23/03/2011
THREE MILE ISLAND Page 7 of 71 anche un cilindro bianco tra il generatore di destra ed il nocciolo. Tale cilindro è il pressurizzatore che svolge un ruolo fondamentale: serve a mantenere l'acqua del circuito di raffreddamento del reattore (circuito primario) ad una pressione sempre elevata e tale da non mandarla in ebollizione. Nel pressurizzatore di TMI-2 vi erano circa 23 metri cubi di acqua con circa altrettanti metri cubi di vapore sovrastanti. La pressione del vapore viene regolata scaldando o raffreddando l'acqua del pressurizzatore che, a sua volta, viene utilizzata per regolare la pressione dell'acqua di raffreddamento del reattore. L'acqua che si trova nel generatore di vapore (circuito secondario), scaldata da quella del primario, diventa vapore ad alta pressione che è inviato per muovere le turbine che vanno a generare energia elettrica. Vediamo cosa accade dopo con la figura seguente (che corrisponde all'edificio di destra della prima figura). Il vapore va alle turbine. La prima è quella che prende il vapore ad alta pressione. Il vapore che fuoriesce da questa turbina ha ancora dell'energia che http://www.fisicamente.net/DIDATTICA/index-1570.htm 23/03/2011
THREE MILE ISLAND Page 8 of 71 viene utilizzata per muovere la seconda turbina. Le turbine muovono degli alternatori che generano la corrente elettrica. Ma questa parte non interessa ora. Il vapore è ancora ad alta temperatura (zone rosse di figura) e deve essere raffreddato prima di essere inviato di nuovo nel generatore di vapore mediante delle pompe. Per raffreddare si usa il sistema chiamato condensatore che serve proprio a riportare il vapore allo stato liquido mediante altra acqua prelevata dall'ambiente esterno (fiume, lago, mare). L'acqua esterna che entra nel condensatore esce a temperatura elevata e necessita di essere raffreddata prima di essere rinviata da dove era stata prelevata ed a questo servono le torri di raffreddamento. Risulta evidente che la parte critica di un reattore nucleare di questo tipo è il nocciolo ed il circuito primario d'acqua ad esso connesso direttamente con le relative pompe. Normalmente l'acqua per il reattore della TMI-2 attraversava il sistema chiuso di tubazioni del circuito primario. L'acqua veniva forzata in circolazione nel reattore a mezzo di quattro pompe, ciascuna comandata da un motore elettrico da 9.000 HP. Nel reattore l'acqua preleva calore al passaggio attorno a ciascun elemento di combustibile, per attraversare poi tubazioni in acciaio inox da circa un metro di diametro (36 pollici), chiamate in gergo candy canes (bastoncini di zucchero), e finire nei generatori di vapore. Nei generatori di vapore ha luogo lo scambio di calore: l'acqua ad altissima temperatura proveniente dal sistema del fluido refrigerante scende lungo i generatori di vapore, attraversando una serie di condotte resistenti alla corrosione. Nel frattempo viene mandata nel generatore di vapore acqua di pressione proveniente da un altro sistema chiuso, il circuito secondario. L'acqua del primario, che ha perduto ormai parte del suo calore, viene http://www.fisicamente.net/DIDATTICA/index-1570.htm 23/03/2011
THREE MILE ISLAND Page 9 of 71 ripompata nel reattore per circolare tra gli elementi del combustibile, prelevare altro calore e ricominciare il ciclo. In condizioni normali di esercizio, né l'acqua che raffredda i condennsatori, né i pennacchi vaporosi che escono dalle torri di raffreddamento, né l'acqua che circola nell'impianto idraulico di alimentazione risultano radioattivi, al contrario, come è ovvio, dell'acqua che circola nel sistema refrigerante, la quale è stata appunto esposta al materiale radioattivo presente nel nocciolo. Ogni impianto elettronucleare prevede a progetto tutta una serie di accorgimenti per la prevenzione delle avarie. Ciascuno dei suoi principali sistemi è dotato di un sistema automatico di supporto che subentra a quello regolare in caso di guasto. Per esempio, in caso di avaria per perdita di refrigerante (LOCA o Loss of coolant accident), cioè un incidente in cui si registra perdita di fluido di refrigerazione del reattore, il massimo incidente possibile in un reattore nucleare, entra in funzione automaticamente l'impianto d'emergenza di raffreddamento del nocciolo (l'ECCS o Emergency Care Cooling System), utilizzando sempre l'attrezzatura normale della centrale per assicurare la copertura del nocciolo con acqua di raffreddamento. In caso di LOCA, il tipo d'avaria verificatosi alla TMI-2, un ruolo di primo piano viene assunto da una parte dell'ECCS, cioè dalle pompe a iniezione a pressione (HPI o High Pressure Injection), le quali sono in grado di riversare fino a circa 4000 litri/minuto (mille galloni/minuto) nel nocciolo per compensare la perdita d'acqua di raffreddamento che si sia determinata per l'inceppamento in apertura di una valvola, per la lacerazione di una condotta o per qualsiasi altro tipo di perdita. Resta il fatto che l'ECCS può riuscire efficace soltanto se gli addetti alla centrale lo mantengono in funzionamento al regime previsto a progetto. A Three Mile Island ciò non è accaduto. L'INCIDENTE Alle ore 4 e 36 secondi del mattino del 28 marzo 1979, mentre il reattore era al 97% della sua potenza, suonò il primo allarme. Si era arrestata improvvisamente una pompa che portava l'acqua al generatore di vapore (in gergo un arresto improvviso di un sistema meccanico si chiama trip). Ciò comportava la mancanza di scambio di calore con il primario e quindi una brusca elevazione di temperatura del nocciolo del reattore. La mancanza http://www.fisicamente.net/DIDATTICA/index-1570.htm 23/03/2011
THREE MILE ISLAND Page 10 of 71 di alimentazione d'acqua al secondario comportava la mancanza di produzione di vapore che a sua volta comportava l'arresto automatico delle turbine e, di conseguenza, dell'alternatore. Siamo alle 4 ore e 38 secondi. La temperatura dell'acqua del primario che si elevava bruscamente comportò un suo aumento di volume. Conseguenza di ciò fu che il livello dell'acqua nel pressurizzatore salì a scapito di quello del vapore che risultava compresso nella parte superiore del pressurizzatore medesimo e che la pressione lì dentro salì al valore di 2255 psi(2), oltre 100 psi sopra la norma. Questo eccesso di pressione, come previsto dal progetto, fece aprire automaticamente nel pressurizzatore la valvola comandata di sicurezza (PORV o Pilot-Operated Relief Valve, indicata con il n° 10 in Figura 1) per scaricare vapore ed acqua dal circuito primario che sarebbero poi andati nel pozzo di raccolta (n° 17 di Figura 1) e quindi, mediante pompe, nel deposito esterno (n° 6 di Figura 1) all'edificio di contenzione. Ciò non bastò perché la pressione continuò a salire. Un altro sistema automatico entrò in funzione, lo scram, quello che fa cadere nel nocciolo del reattore le barre di controllo per arrestare la reazione nucleare. Siamo alle 4 ore e 44 secondi. Qui il rapporto dice qualcosa di contraddittorio. Era passato sì e no un secondo dallo scram, che il calore generato dalla fissione era sceso praticamente a zero. Ciò non toglie che, come in qualsiasi reattore nucleare, il materiale radioattivo in decadimento, residuo del processo di fissione, continuasse a riscaldare il fluido refrigerante. Questo calore non era che una parte minima (appena il 6 %) di quello prodottosi in fissione, ma era ancora troppo elevato: doveva essere quindi asportato per impedire il surriscaldamento del nocciolo. La prima frase è inutile perché l'andare avanti comunque delle reazioni nucleari, pur se in forma ridotta, è un fattore ineliminabile. Resta però la conclusione che afferma che anche un 6% di calore residuo prodotto era troppo elevato e che doveva essere asportato per impedire la cosa più temuta in un reattore nucleare, il surriscaldamento del nocciolo. Ma vi è qui qualcosa che non è stato spiegato: la potenza residua del 6% dovrebbe diminuire rapidamente al 4% dopo 30 secondi ed all'1% dopo 2 ore, ma così non è sembrato a TMI-2. Segue qui una sequenza molto rapida di eventi in stretta connessione tra loro. Quando andarono fuori uso le pompe che http://www.fisicamente.net/DIDATTICA/index-1570.htm 23/03/2011
THREE MILE ISLAND Page 11 of 71 normalmente inviano acqua al generatore di vapore, erano entrate automaticamente in funzione tre pompe d'alimentazione d'emergenza. Ma quattordici secondi dopo l'inizio dell'avaria (siamo alle 4 ore e 50 secondi) un addetto alla sala controllo della centrale aveva notato che le pompe d'emergenza erano entrate in funzione. Un altro guasto era però intervenuto. Le due condotte di alimentazione di emergenza erano ostruite ciascuna da una valvola che si era chiusa non si sa bene come e perché e l'acqua non poteva comunque giungere ai generatori di vapore. L'operatore non si era però accorto delle due spie luminose che segnalavano l'ostruzione al passaggio dell'acqua: una spia risultava nascosta da un cartellino giallo di manutenzione, mentre nessuno ha saputo dire come mai fosse sfuggita l'altra spia. Siamo nella situazione di reattore bloccato con le barre di controllo calate nel nocciolo (scram) e con ancora aperta la valvola PORV. In tale situazione, considerando che nel reattore veniva prodotto ancora calore, si continuava a perdere acqua nel circuito primario. Quanto accaduto, a parte il non vedere le spie rosse accese, era tutta una conseguenza degli automatismi progettati per la centrale. A questo punto però subentrò un ulteriore problema. Quando erano passati 13 secondi dall'inizio dell'incidente (alle 4 ore e 49 secondi), con la http://www.fisicamente.net/DIDATTICA/index-1570.htm 23/03/2011
THREE MILE ISLAND Page 12 of 71 pressione tornata a 2205 psi, si sarebbe dovuta richiudere automaticamente la valvola PORV. Il quadro di controllo indicava che ciò era avvenuto mediante una spia rossa che diceva che era avvenuto il blocco della corrente che aveva fatto aprire tale valvola. Ma la valvola si era bloccata in posizione aperta ed in tale posizione sarebbe rimasta per ben 2 ore e 22 minuti facendo fuoriuscire l'acqua di refrigerazione del nocciolo (in una quantità pari ad oltre 120 mila litri in 100 minuti, oltre un terzo dell'acqua del sistema di refrigerazione) fino al punto da dare inizio alla fusione del nocciolo (LOCA). A questo punto la commissione afferma: Se la valvola si fosse richiusa secondo le previsioni di progetto o se gli addetti alla sala controllo si fossero resi conto del blocco in apertura della PORV e avessero chiuso una valvola di riserva per arginare il deflusso del prezioso refrigerante, o se anche si fossero limitati a lasciare in funzione le pompe d'iniezione a pressione, l'incidente di Three Mile Island non sarebbe andato al di là di una noiosa http://www.fisicamente.net/DIDATTICA/index-1570.htm 23/03/2011
THREE MILE ISLAND Page 13 of 71 seccatura per la Met Ed [ovvero la Metropolitan Edison Company, proprietaria della centrale]. Non c'è dubbio. Sembra evidente che si tratta ora di capire perché sia avvenuto l'errore umano. E qui entriamo in una ricostruzione che va presa per quello che è. E' inutile fare illazioni meglio leggere dal rapporto come si sono comportati gli operatori: L'onere di gestire i primi stadi, le fasi cruciali, dell'incidente di Three Mile Island ricadeva sulle spalle di quattro uomini, William Zewe, capoturno sia alla TMI-l sia alla TMI-2, Fred Scheimann, capoturno alla TMI-2, Edward Frederick e Craig Faust, entrambi operatori della sala di controllo. Ciascuno di loro era stato addestrato alla propria mansione dalla Met Ed e dalla Babcock & Wilcox, la società che aveva fornito il reattore e l'impianto vapore; ciascuno di loro aveva ottenuto il certificato di idoneità dalla Nuclear Regulatory Commission; ciascuno di loro era il prodotto dell'addestramento ricevuto, un addestramento che non li aveva preparati a sufficienza ad affrontare l'incidente di TMI-2. Anzi, fu proprio il tipo di formazione ricevuta da questi uomini a determinare almeno in parte l'escalation di un'avaria di poco conto in un incidente potenzialmente catastrofico. Frederick e Faust si trovavano in sala controllo quando risuonò il primo allarme, seguito subito da una tempesta di allarmi, almeno un centinaio in pochi minuti. Gli operatori reagirono prontamente, come era stato loro insegnato, per far fronte all'arresto della turbina e allo scram del reattore. Così Faust avrebbe in seguito ricordato, a beneficio dell'inquirente, la propria reazione a quel turbinio di allarmi: «Mi venne voglia di spaccare il quadro luminoso: non ci forniva la minima informazione utile.» Zewe, che stava lavorando in un box di vetro alle spalle degli operatori, allertò la sala comandi della TMI-1 sullo scram alla TMI·2 e richiamò il suo capoturno in centrale. Scheimann stava sorvegliando la manutenzione del filtro 7 della centrale, uno dei dispositivi destinati ad allontanare dall'impianto d'alimentazione idraulica i minerali in soluzione. La sua squadra si stava servendo di una miscela d'aria e acqua per sciogliere la resina che aveva intasato una condotta. Una successiva indagine avrebbe rivelato che, a causa di una valvola http://www.fisicamente.net/DIDATTICA/index-1570.htm 23/03/2011
THREE MILE ISLAND Page 14 of 71 difettosa in uno dei filtri, c'era una perdita d'acqua continua in direzione del sistema pneumatico che comanda la chiusura e l'apertura delle valvole dei filtri: questa potrebbe essere la spiegazione dell'improvvisa chiusura di queste valvole subito prima dell'incidente. Forse era stato proprio questo inconveniente a dare il via al trip delle pompe che sta all'origine dei fatti. Alla TMI-2 il problema delle perdite d'acqua nel sistema di comando delle valvole dei filtri si era verificato in precedenza almeno altre due volte. Se la Met Ed si fosse preoccupata di riparare tempestivamente il guasto, è probabile che la successione dei fatti del 28 marzo non sarebbe neppure cominciata. Bloccatasi in apertura la PORV e con il calore che veniva asportato dai generatori di vapore, calarono di colpo la temperatura e la pressione dell'impianto del refrigerante, mentre nel recipiente in pressione calava il livello d'acqua. A tredici secondi dall'inizio dell'incidente, gli operatori misero in funzione una pompa per alimentare d'acqua il sistema, in quanto l'acqua già in circolazione andava perdendo volume per raffreddamento, rendendo così necessario il rabbocco. Al quarantottesimo secondo, mentre la pressione continuava a calare, il livello d'acqua nel pressurizzatore riprese a salire: a questo punto, infatti, il sistema stava ricevendo dalle pompe di riserva una quantità d'acqua superiore a quella che andava perduta attraverso la PORV. A un minuto e quarantacinque secondi dall'inizio dell'incidente i generatori di vapore, essendo bloccate le condotte che li caricavano d'acqua, si prosciugarono totalmente per ebollizione. A questo punto il refrigerante del reattore riprese temperatura, tornando a dilatarsi e contribuendo all'ulteriore innalzamento del livello d'acqua nel pressurizzatore. Allo scadere del secondo minuto, con il livello del pressurizzatore in continua risalita, si ebbe una precipitosa perdita di carico nel sistema del refrigerante: automaticamente due grosse pompe cominciarono a riversare nel sistema circa 4000 litri d'acqua al minuto. Queste pompe, dette di iniezione a pressione (HPI), fanno parte del sistema d'emergenza di raffreddamento del nocciolo. Il livello dell'acqua nel pressurizzatore continuava a salire e gli operatori, condizionati a mantenere un dato livello nel serbatoio, http://www.fisicamente.net/DIDATTICA/index-1570.htm 23/03/2011
THREE MILE ISLAND Page 15 of 71 interpretarono il fatto come segno di un'abbondante riserva d'acqua in circolazione. In realtà si trattava di un calo di pressione dell'acqua refrigerante, mentre la sua temperatura andava assumendo un valore costante. Circa due minuti e mezzo dopo l'entrata in funzione delle pompe HPI, il Frederick ne escluse una, riducendo nel contempo nell'altra la portata a meno di 400 litri/minuto. La perdita di carico, accompagnata da un andamento costante della temperatura del refrigerante dopo l'entrata in funzione delle pompe HPI, avrebbero dovuto far capire chiaramente agli addetti che la centrale TMI-2 era entrata in avaria LOCA e che ogni buona norma di sicurezza imponeva il mantenimento dell'iniezione a pressione. In seguito, testimoniando davanti alla Commissione d'inchiesta, il Frederick ebbe a dire: «Il rapido aumento di livello nel pressurizzatore all'inizio dell'incidente mi portò a ritenere che fosse eccessiva l'iniezione a pressione e che stavamo rischiando di andare in "sistema compatto".» Quando si parla di «sistema compatto», si intende dire che l'intero reattore, con il suo sistema di raffreddamento, pressurizzatore compreso, si riempie totalmente d'acqua. Agli operatori era stato insegnato a evitare a tutti i costi questo fenomeno patologico, a causa del quale sarebbe stato infinitamente più difficile regolare la pressione nell'impianto del refrigerante, con gravi danni per l'intero sistema. Gli operatori si adeguarono appunto a questo discorso, dimenticandosi per oltre quattro ore di una minaccia ben più grave: lo scoprimento del nocciolo a seguito di un'eccessiva perdita di acqua. Il punto di saturazione fu raggiunto al quinto minuto e mezzo dell'incidente: nell'impianto del refrigerante cominciarono a formarsi bolle di vapore, con conseguente dislocazione dell'acqua refrigerante nello stesso reattore. L'acqua così spostata si trasferì nel pressurizzatore, facendone ulteriormente aumentare il livello, circostanza che convinse sempre più i tecnici che nel sistema la riserva d'acqua fosse più che sufficiente. Non si erano resi conto, insomma, che in effetti, all'interno del reattore, l'acqua era in continua evaporazione: essendo la quantità di fluido allontanata dal sistema superiore a quella in entrata, il nocciolo cominciava a scoprirsi. Gli operatori, invece, http://www.fisicamente.net/DIDATTICA/index-1570.htm 23/03/2011
THREE MILE ISLAND Page 16 of 71 cominciarono a scaricare l'acqua di raffreddamento attraverso il cosiddetto sistema 1et-down, cioè di allontanamento del fluido. All'ottavo minuto ci fu qualcuno (non è stato possibile accertare chi) che si accorse che ai generatori di vapore non arrivava più acqua. L'operatore Faust andò a controllare una per una le spie luminose che, sull'apposito pannello, dicono se le valvole d'alimentazione d'emergenza sono aperte o chiuse. Verificò prima di tutto una serie di valvole destinate ad aprirsi non appena le pompe abbiano raggiunto il pieno regime: erano aperte. Poi andò a guardare una seconda coppia di valvole dell'alimentazione idraulica d'emergenza, le cosiddette «valvole dodici», normalmente aperte tranne il caso di un particolare test che si effettua di tanto in tanto sulle pompe di riserva. Le due «valvole dodici» erano chiuse. Faust ne azionò l'apertura e l'acqua rifluì nei generatori di vapore. Che le due «valvole dodici» fossero chiuse due giorni prima, il 26 marzo, era cosa nota, giacché a quella data era stato effettuato il test di manutenzione previsto. L'inchiesta della nostra commissione non è però riuscita ad appurare perché mai all'ottavo minuto dell'incidente tali valvole fossero di fatto chiuse. Ecco le spiegazioni più verosimili: finito il collaudo del 26 marzo, non erano state riaperte oppure erano state riaperte, ma i tecnici della sala di controllo le avevano richiuse per errore al primo insorgere dell'avaria, oppure erano state chiuse, sempre per errore, da punti di comando esterni alla sala controllo successivamente al test del 26, ma prima dell'avaria del 28. La perdita dell'acqua d'emergenza per la durata di otto minuti non poteva avere ripercussioni di rilievo sull'esito dell'incidente, ma la cosa importante è che questo inconveniente contribuì non poco alla confusione che tolse agli operatori la serenità necessaria a interpretare correttamente la causa del problema primario. Per almeno due ore dall'insorgere dell'avaria gli operatori ignorarono o non compresero la portata di diverse circostanze che avrebbero dovuto avvertirli come si fosse in presenza di una PORV bloccata in apertura e di un'avaria per perdita di refrigerante. Un dato era quello delle temperature elevate nella tubazione di scarico che, attraverso la PORV, versava nel serbatoio di smaltimento del refrigerante. Una http://www.fisicamente.net/DIDATTICA/index-1570.htm 23/03/2011
THREE MILE ISLAND Page 17 of 71 procedura d'emergenza stabilisce che una temperatura di 200 gradi °F(3) (93 °C) in tubazione denuncia una PORV aperta; un'altra prevede la chiusura della valvola di blocco a valle della PORV non appena si registri una temperatura di 130 gradi °F (54 °C) sulla tubazione di scarico. I tecnici addetti hanno invece dichiarato all'inquirente che già normalmente, a causa di lievi perdite alla PORV o a qualche altra valvola, si registravano temperature di tubazione piuttosto elevate. «Consultando i registri dopo l'incidente» ha dichiarato Zewe alla Commissione d'inchiesta, «ho visto circa 198 gradi (92 °C), però mi ricordo anche di casi precedenti ... , un po' più su di 200 gradi (93 °C).» È per questo che sia Zewe sia la sua nuova squadra trascurarono il significato dei valori di temperatura, valori che, secondo quanto ricorda Zewe, dovevano essere intorno ai 230 gradi °F (110 °C). I dati registrati indicano una punta massima di 285 gradi °F (140 °C). Alla commissione Zewe ha dichiarato di aver interpretato come calore residuo le alte temperature nella condotta di scarico: « ... sapendo che la valvola di sicurezza si era sollevata, prevedevo una forte temperatura allo scarico e sapevo che ci sarebbe voluto un po' di tempo prima che la tubazione tornasse al valore prestabilito di 200 gradi (93 °C).» Alle ore 4 e 11 minuti del mattino, un avvisatore acustico segnalò acqua alta nel pozzo di raccolta dell'edificio di contenimento, segno evidente di perdita o di avaria nel sistema. L'acqua, mista a vapore, era fuoriuscita dalla PORV rimasta aperta, precipitando prima nel serbatoio di scarico sul pavimento dell'edificio di contenimento e poi colmando il serbatoio stesso e finendo per affluire nel pozzo di raccolta. Alle 4 e 15, all'aumentare della pressione nel serbatoio, saltò un disco a rottura prestabilita presente sul serbatoio di scarico, fatto che accrebbe leggermente la quantità di acqua radioattiva che si versava sul pavimento e nel pozzo di raccolta; di qui una pompa prelevava il fluido per trasferirlo in un apposito serbatoio ubicato nell'adiacente edificio ausiliario (vedi Figura 1). Cinque minuti dopo, alle ore 4 e 20, gli strumenti che misurano i neutroni all'interno del nocciolo denunciarono un conteggio superiore al normale, altro segno (tuttavia ignorato dagli operatori) che nel nocciolo si andavano formando bolle di vapore che http://www.fisicamente.net/DIDATTICA/index-1570.htm 23/03/2011
THREE MILE ISLAND Page 18 of 71 espellevano l'acqua di raffreddamento dal gruppo degli elementi di combustibile. Intanto, a causa del calore e del vapore che sfuggivano attraverso la PORV e il collettore di scarico, la temperatura e la pressione all'interno dell'edificio di contenimento erano salite rapidamente. Allora i tecnici misero in funzione le apparecchiature di raffreddamento e di aerazione all'interno dell'edificio stesso: il fatto che non si fossero resi conto che la situazione in atto fosse dovuta a un'avaria LOCA rivela una gravissima lacuna nel tipo di addestramento tecnico ricevuto. Più o meno in quei momenti Edward Frederick prese una chiamata dall'edificio ausiliario: qualcuno lo avvertiva che nel collettore di scarico dell'edificio di contenimento, secondo i dati della strumentazione, l'acqua aveva superato i due metri. Frederick interrogò il computer della sala comandi e ricevette la medesima risposta, fatto che l'indusse a consigliare l'esclusione delle due pompe di smaltimento che prelevavano acqua dal pozzo di scarico nell'edificio di contenimento: poiché non sapeva di dove venisse quell'acqua, voleva evitare che acqua di origine ignota, magari radioattiva, abbandonasse l'edificio di contenimento. Entrambe le pompe di smaltimento furono arrestate alle 4 e 39, ma ormai nell'edificio ausiliario si erano già riversati non meno di 30.000 litri di acqua lievemente radioattiva. Erano passati soltanto 39 minuti dall'inizio dell'incidente. George Kunder, sovraintendente al supporto tecnico della TMI-2, convocato per telefono, si presentò in centrale verso le 4 e 45. Quel giorno era lui il dirigente di servizio e a lui era stato detto che la TMI-2 aveva subito un blocco per arresto della turbina e scram del reattore: arrivato però sul posto, non trovò quel che si aspettava. Avrebbe dichiarato poi alla Commissione "Secondo me ci trovavamo in presenza di una situazione insolita, perché personalmente non avevo mai visto un innalzamento rapido del livello del pressurizzatore e, contemporaneamente, la diminuzione della pressione. C'era sempre stato buon accordo tra i due parametri.» L'opinione di Kunder era condivisa dai tecnici della sala controllo, i quali avrebbero definito in seguito l'episodio come una concomitanza di fatalità di cui mai avevano avuto esperienza, sia nella manovra effettiva della centrale sia in addestramento al simulatore. http://www.fisicamente.net/DIDATTICA/index-1570.htm 23/03/2011
THREE MILE ISLAND Page 19 of 71 Poco dopo le cinque del mattino, le quattro pompe del refrigerante del reattore entrarono in paurosa vibrazione, semplicemente perché, insieme all'acqua, stavano pompando vapore, ulteriore sintomo, se ce ne fosse stato bisogno, del rapido passaggio a vapore per ebollizione dell'acqua del reattore. Gli operatori temevano che lo scuotimento violento potesse danneggiare o le pompe (che mandano l'acqua in circolazione forzata nel nocciolo) o le condotte del refrigerante. Zewe e i suoi tecnici si attennero alle manovre apprese in addestramento: alle 5 e 14 due delle quattro pompe furono spente. Ventisette minuti dopo gli operatori esclusero le altre due pompe, interrompendo così la circolazione forzata nel nocciolo. Intorno alle sei del mattino era ormai chiaro che almeno una parte delle incamiciature degli elementi di combustibile si stava lacerando sotto la spinta delle forti pressioni interne, consentendo così il versamento nel fluido refrigerante di almeno una parte dei gas radioattivi che si andavano accumulando all'interno degli elementi. Il primo allarme giunse dai rivelatori di radioattività all'interno dell'edificio di contenimento. Con l'incessante fuoriuscita di refrigerante dalla PORV bloccata in apertura, e a causa della scarsezza d'alimentazione d'acqua, la parte superiore del nocciolo cominciò a scoprirsi, raggiungendo la temperatura alla quale la lega di zirconio del rivestimento degli elementi di combustibile comincia a reagire con il vapore per dare idrogeno. Nella circostanza, parte di quest'idrogeno sfogò nell'edificio di contenimento attraverso la PORV aperta e il serbatoio di scarico e un'altra parte rimase all'interno del reattore. Fu questo idrogeno (e forse altro idrogeno formatosi nel corso di quella giornata) a provocare l'esplosione verificatasi nella struttura di contenimento il pomeriggio di mercoledì e a creare la bolla gassosa che doveva destare tanta preoccupazione alcuni giorni dopo. Intanto la sala di controllo della TMI-2 si stava affollando di altri dirigenti TMI, tra i quali Richard Dubiel, il fisico responsabile della protezione e della chimica delle radiazioni, Joseph Logan, sovraintendente della TMI-2 e Michael Ross, responsabile delle operazioni per la TMI-1. http://www.fisicamente.net/DIDATTICA/index-1570.htm 23/03/2011
THREE MILE ISLAND Page 20 of 71 Poco dopo le ore sei del mattino George Kunder partecipava a una conferenza in simultanea telefonica con le seguenti persone: John Herbein, direttore della centrale della Met Ed per la generazione di energia elettrica; Gary Miller, dirigente di stazione per la TMI e massimo dirigente Met Ed presso la centrale nucleare; Leland Rogers, rappresentante di cantiere della Babcock and Wilcox presso la TMI. I quattro discussero della situazione alla centrale. Nel corso della sua deposizione Rogers ha ricordato un importante quesito da lui posto nel corso della conferenza telefonica: aveva domandato se la valvola di blocco interposta tra il pressurizzatore e la PORV (una valvola d'emergenza - vedi n° 11 in Figura 1 - che si poteva chiudere in caso di mancata chiusura della PORV) fosse stata appunto chiusa. Domanda: Quale fu la risposta? Rogers: L'immediata risposta di George è stata «Non lo so» e siccome aveva qualcuno in appoggio al capoturno in sala controllo, mandò a sentire se la valvola di blocco era stata chiusa. Domanda: Lei gli sentì impartire queste istruzioni? Rogers: Sì, e poco dopo sentii la risposta data da un'altra persona a George, che diceva: «Sì, la valvola di blocco è stata chiusa ... » I tecnici avevano chiuso la valvola di blocco alle ore 6 e venti due minuti, due ore e ventidue minuti dopo l'inceppamento della PORV in apertura. Resta sempre, però, da vedere se fosse Rogers o qualcun altro responsabile della chiusura della valvola. Edward Frederick ha testimoniato che la valvola era stata chiusa dietro suggerimento di un capoturno della successiva guardia entrante, ma lo stesso Frederick ha aggiunto che la valvola venne chiusa perché né lui né i suoi colleghi erano riusciti ad escogitare un altro modo per riportare sotto controllo il reattore. Comunque sia, la perdita di refrigerante fu arrestata e la pressione cominciò a salire, ma l'avaria perdurava. Adesso, a carte viste, sappiamo che alle 6 e 15 l'acqua del reattore era discesa al di sotto del livello di colmo http://www.fisicamente.net/DIDATTICA/index-1570.htm 23/03/2011
THREE MILE ISLAND Page 21 of 71 del nocciolo. Eppure, per motivi inesplicabili, doveva passare quasi un'altra ora prima che si desse il via all'iniezione ad alta pressione per compensare l'acqua sfogata attraverso la PORV e l'impianto di alleggerimento; e a questo punto Kunder, Dubiel e colleghi avrebbero dovuto già capire di trovarsi alle prese con una gravissima emergenza che coinvolgeva l'intera centrale. Nel corso delle due ore successive all'arresto della turbina spie e avvisatori avevano segnalato la presenza di radiazioni a basso livello all'interno dell'edificio di contenimento comunque deserto. A partire dalle ore 6 i valori di radioattività cominciarono a salire rapidamente. Verso le 6 e 30 un tecnico delle radiazioni, servendosi di un contatore portatile, cominciò a ispezionare l'edificio ausiliario, operazione che richiese circa venti minuti e al termine della quale fu denunciato un rapido aumento di radioattività, anche di un rem/ora(4). Intanto sia i monitor della schermatura sia quelli dell'edificio ausiliario segnalavano radioattività in aumento. Alle 6 e 48 minuti diversi punti della centrale erano già colpiti da forti livelli di radioattività, mentre a questo punto, secondo le prove esaminate, erano allo scoperto non meno di due terzi del settore superiore del nocciolo (rispetto a un'altezza complessiva di circa quattro metri). Analisi e calcoli effettuati dopo l'incidente hanno rivelato l'esistenza sul nocciolo, durante il tempo di massimo scoperto, di temperature che andavano dai 3.500 ai 4.000 gradi °F (dai1900 ai 2100 °C). Alle ore 6 e 54 i tecnici riaprirono una delle pompe del refrigerante del reattore; ma furono costretti a escluderla nuovamente dopo diciannove minuti a causa delle intense vibrazioni. Intanto aumentavano le segnalazioni strumentali della radioattività. Poco prima delle sette del mattino, Kunder e Zewe dichiararono l'emergenza parziale (localizzata), misura prevista dal piano d'emergenza della TMI qualora un qualsiasi evento minacci «la fuga incontrollata di materiale radioattivo verso le immediate vicinanze» della centrale. Gary Miller, dirigente di stazione di TMI, si portò in sala comandi della TMI-2 qualche minuto dopo le sette, cioè quando in tutta la centrale i livelli di radioattività erano in rapida ascesa. Miller aveva saputo quasi subito dell'arresto improvviso della http://www.fisicamente.net/DIDATTICA/index-1570.htm 23/03/2011
THREE MILE ISLAND Page 22 of 71 turbina e dello scram del reattore, ma aveva dovuto sostenere diverse conversazioni telefoniche con il personale di centrale, compresa la conferenza in simultanea delle ore 6. Una volta giunto a Three Mile Island, Miller trovò la centrale già in emergenza parziale. Assunse immediatamente il comando in qualità di direttore dell'emergenza, costituendo una équipe di dirigenti tecnici che lo aiutassero a riportare l'avaria sotto controllo e ad attuare il piano d'emergenza previsto per la TMI-2.'9 Miller incaricò Michael Ross di dirigere l'attività dei tecnici in sala comando; Richard Dubiel assunse la direzione delle attività antiradiazione, compreso il monitoraggio dentro e fuori la centrale. ]oseph Logan fu incaricato di assicurare il rispetto più rigoroso dell'insieme di procedure e di piani in previsione d'emergenza. George Kunder si occupò del supporto tecnico e delle comunicazioni. Daniel Shovlin, sovraintendente ai servizi generali di TMI, si mise alla direzione della manutenzione d'emergenza. Leland Rogers, funzionario della B&W, fu invitato a fornire consulenza tecnica e ad assicurare i collegamenti con la sede della sua società. Miller affidò inoltre a James Seelinger, sovraintendente della TMI-1, l'incarico di dirigere il centro di comando d'emergenza costituito presso la sala controllo, della centrale sorella. In base al piano di emergenza di TMI, infatti, è previsto che la sala controllo dell'unità non coinvolta nell'incidente divenga il posto di comando d'emergenza: il 28 marzo la TMI-1 aveva in corso le operazioni di rifornimento di combustibile, ma era pronta a rientrare in funzione (5). Il personale, intanto, stava già attuando il piano previsto, dopo aver comunicato alle autorità statali la dichiarazione di emergenza parziale. La Pennsylvania Emergency Management Agency (PEMA) fu invitata ad avvertire il Bureau of Radiation Protection (BRP), facente parte del dicastero per le risorse ambientali dello stato di Pennsylvania. Il Bureau telefonò a sua volta a Kevin Molloy, responsabile dell'Ufficio per la protezione civile della contea di Dauphin, il territorio amministrativo comprendente le municipalità di Harrisburg e di Three Mile Island, mentre venivano avvisate anche le contee confinanti e la polizia di stato. http://www.fisicamente.net/DIDATTICA/index-1570.htm 23/03/2011
THREE MILE ISLAND Page 23 of 71 La vista delle centrali dalla cittadina di Harrisburg Dal canto suo la Met Ed allertò, presso il Laboratorio nazionale di Brookhaven, l'ufficio per i piani di assistenza antiradiazioni del Dipartimento federale dell'energia. Ci volle invece più tempo per comunicare con King of Prussia, Pennsylvania, sede della Regione I della Commissione per la normativa nucleare (NRC): la prima telefonata fu ricevuta da una segreteria telefonica, attraverso la quale si tentò di raggiungere nei rispettivi domicili il dirigente di servizio della NRC e il vice direttore regionale i quali erano però già in viaggio per recarsi al lavoro. Quando finalmente la NRC venne a sapere dell'incidente (cioè alle 7 e 45, orario di apertura della sede regionale), Miller aveva già disposto l'escalation dell'emergenza parziale in emergenza generale. Poco dopo le ore 7 e 15 del mattino il personale d'emergenza dovette evacuare l'edificio ausiliario della TMI-2. William Dornsife, ingegnere nucleare del BRP, era in quel momento al telefono con la sala di controllo della centrale nucleare. Attraverso il ricevitore udì gli altoparlanti impartire l'ordine di evacuazione. Durante la deposizione Dornsife ha ricordato: «Mi dissi: "Adesso sì, che ci siamo.»" Alle ore 7 e 20 un allarme segnalò che il monitor di cupola alla sommità dell'edificio di contenimento indicava 8 rem all'ora di emissioni radioattive. Il monitor è protetto da una schermatura in piombo destinata a ridurre di cento volte la radioattività che raggiunge il monitor stesso: fu così che coloro che si trovavano in sala controllo interpretarono il segnale monitor nel senso che in quel momento la radioattività http://www.fisicamente.net/DIDATTICA/index-1570.htm 23/03/2011
THREE MILE ISLAND Page 24 of 71 esistente nell'edificio di contenimento aveva raggiunto gli 800 rem/ora. Quasi contemporaneamente i tecnici si erano finalmente decisi a mettere in azione le pompe di iniezione ad alta pressione, tornando ad alimentare d'acqua il reattore, ma questo intenso afflusso fu mantenuto soltanto per diciotto minuti. Intanto risuonarono in sala controllo altri avvisatori di radiazioni. Ecco perché alle 7 e 24 Gary Miller aveva dichiarato l'emergenza generale. A Three Mile Island l'emergenza generale è per definizione «un incidente che presenta l'eventualità di gravi conseguenze radiologiche a carico dell'incolumità e della sicurezza della popolazione». Le centrali TMI ed i centri abitati interessati alla sicurezza A norma del piano d'emergenza di TMI, le autorità dello stato dovettero essere nuovamente avvertite, mentre su tutta l'isola e sulla battigia venivano inviate le squadre di rilevazione della radioattività. La prima squadra, designata Alfa e composta di due tecnici, fu spedita sul versante occidentale dell'isola, in quel momento sottovento. Una squadra di altri due uomini, la squadra Charlie, puntò su Goldsboro, un comune di circa seicento abitanti sulla sponda occidentale del Susquehanna, cioè al di là del fiume rispetto a Three Mile Island. Nel frattempo la squadra inviata nell'edificio ausiliario riferiva aumenti di livello radioattivo e parziale allagamento degli scantinati. Alle http://www.fisicamente.net/DIDATTICA/index-1570.htm 23/03/2011
THREE MILE ISLAND Page 25 of 71 ore 7 e 48 la squadra Alfa comunicò che i livelli di radioattività rilevati lungo la riva occidentale dell'isola risultavano inferiori a un millirem l'ora. Qualche minuto dopo un'altra squadra di rilevazione riferì valori analoghi sia al capo settentrionale dell'isola sia lungo la statale 441, che corre parallela alla sponda orientale del Susqueehanna. A circa quattro ore di distanza dall'inizio dell'avaria l'edificio di contenimento andò automaticamente in isolamento a tenuta. L'isolamento è destinato a impedire la diffusione nell'ambiente esterno di materiale radioattivo eventualmente liberato a seguito di incidente. Quando però si parla di isolamento a tenuta, non si intende l'esclusione totale dell'edificio: tra l'edificio di contenimento e l'edificio ausiliario corrono le tubazioni che trasportano il refrigerante, tubazioni che si chiudono automaticamente all'atto dell'isolamento, ma che possono essere riaperte dagli operatori. Ciò si è verificato appunto alla TMI-2, consentendo il moto di acqua radioattiva nelle condotte anche in regime di isolamento. Per lievi perdite lungo le condotte, parte del materiale radioattivo finì nell'edificio ausiliario e, di qui, nell'atmosfera esterna. Nel settembre 1975 la NRC aveva istituito il suo Piano di revisione standard che comprendeva anche nuovi criteri di isolamento. Erano previste tre condizioni (aumento di pressione, livelli crescenti di radioattività e attivazione dell'impianto di raffreddamento d'emergenza): al verificarsi contemporaneo di almeno due delle tre condizioni, era previsto l'isolamento dell'edificio di contenimento. La norma non andava però applicata alle centrali elettronucleari che già avessero ottenuto la licenza di costruzione. Nel caso della TMI-2, che pure era in attesa di ricevere l'autorizzazione all'esercizio, valeva ovviamente l'esenzione, poiché i lavori di montaggio erano da tempo ultimati. Secondo le previsioni a progetto l'isolamento per la TMI-2 doveva scattare soltanto allorquando la pressione all'interno dell'edificio di contenimento avesse raggiunto un certo valore, nominalmente fissato in 4 psi, mentre l'emissione radioattiva di per sé, indipendentemente dall'intensità, non sarebbe stata motivo né di entrata in isolamento né di attivazione del sistema di raffreddamento d'emergenza. Come http://www.fisicamente.net/DIDATTICA/index-1570.htm 23/03/2011
THREE MILE ISLAND Page 26 of 71 abbiamo visto, benché fin dai primi momenti dell'avaria forti quantitativi di vapore fossero entrati nell'edificio di contenimento attraverso la PORV bloccata in apertura, gli operatori erano riusciti a mantenere basso il carico, ricorrendo all'impianto di raffreddamento e di aerazione. Comunque anche il mancato isolamento tempestivo non ebbe molta importanza nel corso dell'incidente: anche dopo l'isolamento si verificò sempre una certa fuga di materiale radioattivo verso l'atmosfera a causa delle perdite delle condotte di alleggerimento che continuavano a inviare acqua radioattiva dall'edificio di contenimento a quello ausiliario. Alle ore 8 e 26 gli addetti tornarono a mettere in funzione le pompe di iniezione a pressione dell'ECCS, conservando una portata relativamente alta. In quel momento il nucleo era ancora scoperto: a quanto risulta dalle testimonianze raccolte, si doveva attendere fino alle 10 e 30 prima che l'intervento delle pompe HPI consentisse il ricoprimento del nocciolo. Alle 7 e 50 i funzionari della Prima Regione NRC erano riusciti a stabilire il contatto telefonico diretto con la sala comandi della centrale. Dieci minuti dopo la Regione I attivò il proprio Centro antinfortunio di King of Prussia, allacciò una linea telefonica diretta con il centro comando d'emergenza nella sala controllo della TMI -1 e avvertì la sede tecnica della NRC a Bethesda, Maryland. I dirigenti di regione raccolsero quanti più dati fosse possibile ottenere e li trasmisero alla sede della NRC, la quale mise in azione il proprio Centro antinfortunio. La Regione I inviò poi due squadre di ispettori a Three Mile Island: la prima si mosse circa alle nove meno un quarto, la seconda alcuni minuti dopo. Verso le ore otto Gary Miller aveva perfettamente capito che il reattore della TMI-2 aveva subito un danno agli elementi di combustibile: glielo dicevano i livelli di radioattività. Eppure egli avrebbe dichiarato agli inquirenti: « ... non penso che in quel momento fossi intimamente sicuro che il nocciolo fosse rimasto totalmente o parzialmente scoperto.»· Nella zona circostante la centrale i valori di radioattività rilevati si mantenevano bassi: la squadra di rilevamento Charlie riferiva addirittura mancanza di http://www.fisicamente.net/DIDATTICA/index-1570.htm 23/03/2011
THREE MILE ISLAND Page 27 of 71 valori rilevabili in località Goldsboro. Il dato era incoraggiante: verso le 8 e 30 Miller e diversi suoi collaboratori giunsero alla conclusione che il piano d'emergenza veniva attuato a dovere. Con il notiziario delle ore 8 e 25 la WKBO, un'emittente locale di musica «Top 40», lanciò la notizia-bomba. Il redattore che si interessa alla viabilità, soprannominato Captain Dave, si serve per il suo lavoro di un'autovettura dotata di ricetrasmittente CB. Quel giorno verso le otto intercettò i messaggi di mobilitazione della polizia e dei vigili del fuoco della zona di Middletown e ne riferì alla propria stazione radio. Mike Pintek, redattore dei notiziari WKBO, telefonò a Three Mile Island e chiese di parlare con un dirigente delle pubbliche relazioni. Gli passarono invece la sala controllo e una voce gli disse: «In questo momento non posso dirle niente, abbiamo un problema.» La persona in questione smentì «che vi fossero autopompe dei vigili del fuoco» e consigliò a Pintek di telefonare alla sede della Met Ed a Reading in Pennsylvania. Pintek seguì il consiglio e alla fine raggiunse Blaine Fabian, responsabile dei servizi di comunicazione della Met Ed. Così Pintek riferì, in un colloquio con il personale tecnico della commissione inquirente, quello che avvenne in quella circostanza: «Viene Fabian al telefono e mi dice che c'è uno stato d'emergenza generale. E che diavolo sarebbe? Dice che un'emergenza generale è un provvedimento amministrativo che la NRC richiede qualora si verifichino certe circostanze. Quali circostanze? "C'è stato un inconveniente a una pompa d'acqua. La centrale è chiusa. Ci stiamo lavorando. Nessun pericolo all'esterno. Nessun pericolo per la popolazione." Così andò in onda il servizio alle 8,25. Io ho cercato di minimizzare la notizia per non allarmare gli ascoltatori.» Alle 9 e sei secondi l'Associated Press passò il suo primo servizio sui fatti, un breve comunicato per telescrivente alle redazioni dei giornali e delle reti radiotelevisive di tutti gli Stati Uniti. Nell'articolo si citava la polizia dello stato di Pennsylvania, secondo cui era stata dichiarata l'emergenza generale, «non esistevano fughe radioattive» e la direzione della Met http://www.fisicamente.net/DIDATTICA/index-1570.htm 23/03/2011
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