L'ARTE ETRUSCA LICEO SCIENTIFICO - ANNO SCOLASTICO 2019-2020 - Materia: STORIA DELL'ARTE Docente: prof. Alessandro Tricoli - MCurie
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ISTITUTO DI ISTRUZIONE SECONDARIA SUPERIORE MARIE CURIE – SAVIGNANO SUL RUBICONE LICEO SCIENTIFICO - ANNO SCOLASTICO 2019-2020 Materia: STORIA DELL’ARTE Docente: prof. Alessandro Tricoli L’ARTE ETRUSCA
LA CIVILTÀ ETRUSCA Si sviluppa tra il IX e il VII secolo a.C. è una civiltà urbana divisa tra città-‐stato indipendenti. Le città, spesso in lotta tra le loro, non costituiranno mai uno Stato unitario. A differenza dell’antica Grecia, dove l’attività artistica era considerata una libera attività dello spirito, presso gli Etruschi le manifestazioni artistiche sono sempre legate a necessità di tipo religioso.
LE CASE I primi villaggi etruschi erano costituiti da capanne a pianta circolare e ovale, più tardi anche rettangolare. La struttura era in legno, mentre il tetto era ricoperto in paglia impermeabilizzata con argilla. La copertura era tenuta ferma appoggiandovi grossi rami, le cui terminazioni si incrociavano in corrispondenza del colmo. Queste forme ci sono note attraverso piccole urne cinerarie dette “a capanna”. 1 2 3 1) Schema ricostruttivo di un’abitazione etrusca del VII secolo a. C.; 2) Urna cineraria dell’Osteria, prima metà del VII secolo, dalla necropoli dell’Osteria di Vulci (Viterbo); 3) Urna cineraria a capanna, metà del VII secolo a.C., da Cerveteri.
LE MURA DELLE CITTÀ ETRUSCHE Generalmente la città etrusca è circondata da mura realizzate sovrapponendo blocchi di pietra (di solito tufo o pietra calcarea) sagomati in forma di parallelepipedo in filari isodomi a secco (ovvero utilizzando blocchi della stessa altezza e (senza leganti) dello stesso spessore) disposti a giunti sfalsati Porta di Giove a Falerii Novi 1) Filari isodomi; 2) Giunto fra due blocchi; (Civita Castellana, Viterbo). 3) Blocco del filare inferiore; 4) Blocco del filare superiore.
LE PORTE DELLE CITTÀ ETRUSCHE 1 2 1) Perugia, Arco Etrusco (o di Augusto), metà del III secolo; 2) Perugia, Porta Marzia, seconda metà del III secolo; 3) Porta di Giove a Falerii Novi (Civita Castellana, Viterbo), 3 seconda metà del III secolo.
PORTA ALL’ARCO DI VOLTERRA La porta risale al III-‐II secolo a.C. ed è in blocchi di tufo sovrapposti a secco. S’inserisce nella preesistente cinta muraria in panchina (pietra calcarea locale). La porta è caratterizzata da un arco (1) a tutto sesto. Verso l’esterno tre teste scolpite in 2 pietra sottolineano la chiave di volta (2) e le imposte dell’arco (3), ovvero i punti, 1 giacenti sulla medesima superficie detta 3 piano d’imposta (4), a partire dai quali s’innalza l’arco. 3 Le teste forse rappresentano la Triade Divina: Tinia, Uni e Minerva (Giove, Schema di un arco a tutto sesto Giunone e Minerva presso i Romani).
IL TEMPIO ETRUSCO Ci sono giunte scarse tracce dell’architettura religiosa etrusca che, al contrario di quella egizia e greca, era realizzata con materiali d e p e r i b i l i ( l e g n o , m a t t o n i , terracotta). Possediamo informazioni sui templi etruschi soprattutto grazie al De Architectura di Vitruvio.
IL TEMPIO ETRUSCO Caratteristiche principali del tempio etrusco: -‐ s’innalza su un alto basamento in muratura (pòdio) -‐ è diviso in due parti: una posteriore con tre celle e una anteriore porticata avente funzione di pronao.
LA COLONNA ETRUSCA Gli etruschi elaborano un loro ordine architettonico, detto tuscanico, forse derivato dall’ordine dorico. Quest’ordine fu ripreso dai Romani. Caratteri principali dell’ordine tuscanico: • Colonne poggianti su base, spesso con fusto liscio (ovvero senza scanalature) e privo di entasi; • Trabeazione del tutto simile a quella dell’ordine dorico.
LE DECORAZIONI Antefissa con testa di Menade, 510-‐500 a.C., terracotta con Antefissa con testa di Gorgone, 510-‐500 a.C., terracotta con tracce di colore nero, cm 46 x 42, dal tempio di Portonaccio tracce di colore nero, cm 42 x 45, dal tempio di Portonaccio presso Veio. presso Veio.
LE DECORAZIONI I principali motivi decorativi del Acroterio tempio etrusco, realizzati spesso tramite stampi, sono gli Antefisse acroteri e le antefisse in terracotta dipinta. La loro funzione, oltre che decorativa, era anche apotropàica, cioè di protezione contro le funeste divinità infernali. Questo spiega la scelta dei soggetti, sempre legati a temi rituali e mitologici, come nel caso delle antefisse provenienti dal tempio di Portonaccio, presso l’antica Veio.
L’ARCHITETTURA FUNERARIA
LE TOMBE ETRUSCHE Le tombe sono riunite in necropoli poste all’esterno della città. Le principali tipologie di sono decorate e arredate come se tombe sono: fossero case, con oggetti familiari e colori vivaci per rendere l’ambiente più accogliente. 1) tombe ipogee 2) tombe a tumulo 3) tombe ad edicola
LE TOMBE IPOGEE: L’IPOGEO DEI VOLUMNI Le tombe ipogee sono scavate sottoterra; di conseguenza vengono dette anche a camera interrata. Uno degli esempi più significativi è l’Ipogeo dei Volumni, risalente alla seconda metà del II secolo a.C. Fa parte della necropoli del Palazzone (Perugia). La tomba è stata realizzata in tufo. Dalla scala si accede all’atrio con copertura a capanna, da cui si accede alla camera sepolcrale dove sono conservate statue votive e sette urne cinerarie, realizzate in travertino stuccato e dipinto.
LE TOMBE IPOGEE: L’IPOGEO DEI VOLUMNI 1. Scala di accesso 2. Atrio 3. Camera principale 4. Camere secondarie
LE TOMBE IPOGEE: L’IPOGEO DEI VOLUMNI
LE TOMBE A TUMULO: LA TOMBA DELLA MONTAGNOLA Le tombe a tumulo sono generalmente costituite da una struttura circolare chiamata tamburo, costruita in blocchi di pietra a secco, sormontata da una thòlos. All’esterno la tomba è ricoperta da un tumulo di terra, ricoperto a sua volta da vegetazione. La tomba della Montagnola, presso Quinto Fiorentino (Firenze), è un esempio di tomba a tumulo. Risale al VII-‐VI secolo a.C. circa. Si accede tramite un dromos (corridoio) scoperto. La camera sepolcrale è a tholos, mentre la copertura è una pseudocupola di filari concentrici che si chiudono su un massiccio pilastro centrale.
LE TOMBE A TUMULO: LA TOMBA DELLA MONTAGNOLA Sezione schematica di una pseudocupola etrusca.
LE TOMBE A EDICOLA: LA TOMBA DEL BRONZETTO DELL’OFFERENTE Le tombe a edicola (dal latino aedicula, “tempietto”), più rare, sono costruite integralmente fuori terra. Hanno la forma di un tempio in miniatura. Esse rassomigliano anche alle antiche abitazioni etrusche, concentrando dunque in un’unica costruzione il senso della vita (la casa), il senso della religiosità (il tempio) e il senso della morte (la tomba). Tra le tombe edicola meglio conservate si può ricordare la Tomba del Bronzetto dell’Offerente, presso Populonia, che risale al 530-‐450 a.C. La costruzione ha pianta rettangolare e presenta una copertura a spioventi realizzata in panchina (pietra arenaria tipica della Toscana).
LE TOMBE A EDICOLA: LA TOMBA DEL BRONZETTO DELL’OFFERENTE
LA PITTURA FUNERARIA
LA PITTURA FUNERARIA ETRUSCA L a p i t t u r a f u n e r a r i a e t r u s c a è soprattuto ad affresco. Vengono usati colori vivaci e campiture piatte. Le scene e i personaggi sono tratti dalla vita quotidiana (atleti, musici danzanti, aruspici, artigiani). I personaggi di solito presentano un aspetto rigido e una colorazione simbolica basata sul sesso dei Tecnica dell’affresco presso gli etruschi: 1) Muratura personaggi. 2) 3) Rinzaffo Arriccio La pittura ha soprattutto la funzione di 4) Disegno preparatorio 5) Applicazione dei colori rassicurare il defunto.
LA TOMBA DELLE LEONESSE
LA TOMBA DELLE LEONESSE La tomba risale al 530-‐520 a.C. Si trova nella necropoli dei Monterozzi, presso Tarquinia. È un particolare che ritrae due danzatori. La gamba e il piede sinistri del danzatore di destra, che ne reggono l’intero peso, sono sproporzionati. Questo espediente serve a esprimere meglio l’idea dello sforzo compiuto dall’arto sinistro.
LA SCULTURA
IL SARCOFAGO DEGLI SPOSI
IL SARCOFAGO DEGLI SPOSI A partire dal VI secolo a.C. assume grande importanza la realizzazione di sarcofagi. Nonostante la dimensione, essi erano quasi sempre usati come semplici cinerari e la loro ricchezza decorativa serviva a manifestare la potenza della famiglia che li aveva fatti eseguire. Il sarcofago più famoso è il Sarcofago degli Sposi, che risale al 530-‐520 a.C. ca. e proviene da Cerveteri. È un sarcofago per le ceneri in terracotta che rappresenta marito e moglie distesi su un triclinio. La coppia conserva la rigidità del sorriso arcaico di derivazione greca, ma i dettagli del vestiario e l’intimità affettiva sono tipicamente etruschi.
LA CHIMERA DI AREZZO
LA CHIMERA DI AREZZO L’opera, ritrovata nel 1553 presso Arezzo, risale alla fine del V -‐ inizi del IV secolo a.C. ed è una statua bronzea a tutto tondo. L’opera è stata oggetto di vari restauri, l’ultimo dei quali, del tutto errato, nel 1785: il serpente doveva infatti avventarsi minacciosamente contro un avversario e non mordere Ricostruzione dell’aspetto originario della statua un corno della capra. Diversi elementi rendono la ferocia del mitico mostro: la schiena inarcata, il pelo ritto, la criniera irta, i muscoli gonfi, le fauci spalancate.
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