INSIEME SI VINCE STEREOTIPI: LOMBARDIA - SPI CGIL LOMBARDIA

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NUOVI       Mensile del Sindacato Pensionati Italiani Cgil della Lombardia
            Numero 4-5 • Aprile-Maggio 2017
            Spedizione in abbonamento postale 45% art. 2 comma. 20/B legge 662/96 - filiale di Milano

Stereotipi:
insieme si vince

Lombardia
Mensile del Sindacato Pensionati Italiani Cgil della Lombardia

Sommario
    3       Introduzione                                                     35         Noi e i social: rischi e vantaggi
                                                                                        Lorenzo Rossi Doria
    5       Caveman allo SPI                                                 38         Conclusioni
            Donne e uomini vincono insieme                                              Come lo Spi sta cambiando
            Milano, 7 aprile 2016                                                       Stefano Landini
    6       Caveman allo Spi: donne e uomini
            vincono insieme                                                  45 A Erba riflettendo con gli studenti
            Carolina Perfetti                                                	del liceo Galilei
    9       Superare gli stereotipi                                             Il progetto del Coordinamento donne
            Giovanna Guslini                                                    Spi Como
    14      Come reagire                                                     46 Riflettendo con gli studenti
            all’inquinamento simbolico?                                         del Liceo Galilei
            Sveva Magaraggia                                                    Intervista a Carmen Maio di Fausta Clerici
    18      Conclusioni                                                      48 Tre generazioni a confronto
            Una strada diversa                                                  Giuseppe Cremonesi
            per guardare al mondo                                            51 Il danno sociale degli stereotipi
            Stefano Landini                                                     Carolina Perfetti
                                                                             53 Lezioni di genere contro gli stereotipi
    23      COMUNICAZIONE E VIOLENZA                                            Maria Teresa Manuelli
            DI GENERE
            Bergamo, 9 novembre 2016                                         57 Dall’assemblea nazionale
    24      Comunicazione e violenza di genere                               	delle donne Spi
            Carolina Perfetti                                                   Verona, 21-22-23 novembre 2016
    28      Le parole contano                                                58 Voci dalla Lombardia
            Monica Lanfranco
    32      Giornalismo e violenza sulle donne                               67         Assemblea nazionale donne Spi
            Maria Teresa Manuelli                                                       Il documento conclusivo

Nuovi Argomenti Spi Lombardia                                                Impaginazione: A&B, Besana in Brianza (MB)
Pubblicazione mensile del Sindacato Pensionati Italiani                      Prestampa digitale, stampa, confezione:
Cgil Lombardia                                                               RDS WEBPRINTING S.r.l.
Numero 4/5 • Aprile-Maggio 2017                                              Via Belvedere, 42 - 20862 Arcore (MB)
Direttore responsabile: Erica Ardenti                                        Registrazione Tribunale di Milano n. 477 del 20 luglio 1996
Editore: Mimosa srl uninominale, presidente Italo Formigoni                  Numero singolo euro 2,00
                                                                             Abbonamento annuale euro 10,32
2 Numero 4/5 • Aprile-Maggio 2017
Introduzione

S   tereotipi: continua il lavoro di approfondimento del Coordi-
    namento donne Spi Lombardia come questo numero di Nuovi
Argomenti, ampiamente documenta.
Troverete, infatti, gli atti delle due iniziative tenute nel 2016 ri-
spettivamente il 7 aprile Caveman allo Spi – Donne e uomini
vincono insieme e il 9 novembre Comunicazione e violenza
di genere.
Nel primo caso si è cercato di andare a indagare un po’ più a fondo at-
traverso il confronto con altre culture – grazie al contributo di Giovanna Gusli-
ni – mentre con Sveva Magaraggia si è analizzata la rappresentazione stereotipa
di donne e uomini nella pubblicità. Con lo spettacolo del pomeriggio si è poi cercato
di usare l’ironia come un’arma in più per combattere queste idee preconcette che
tanto incidono nella nostra esistenza. Il tutto avendo come obiettivo la condivisone
con gli uomini, altrimenti la partita è persa in partenza.
Altro importante appuntamento è stato quello tenutosi a Bergamo il 9 novembre,
che ha preceduto le iniziative territoriali dedicate alla giornata contro la violenza sulle donne.
Questa volta il focus è stato dedicato al tema comunicazione e violenza. Indagare sulle modalità con
cui i media trattano i femminicidi vuol dire anche in questo caso riflettere sulla nostra tradizione
culturale, come hanno ampiamente mostrato gli interventi di Monica Lanfranco e Maria Teresa Ma-
nuelli. Negli anni duemila diventa però di gran rilevanza anche la comunicazione on line, che tante
vittime miete, specie tra i più giovani. Per questo uno spazio è stato dedicato in specifico ai social e
all’uso che ne fa lo Spi, illustrato da Lorenzo Rossi Doria.
Tutto questo lavoro, che ha avuto poi molte ripercussioni anche sull’attività dei coordinamenti territo-
riali, è stato ‘premiato’ dall’attenzione che ha riscosso a livello nazionale, sia nel documento approvato
dall’assemblea nazionale delle donne Spi (riportato nella parte conclusiva di questo numero della
nostra rivista) sia nell’assunzione da parte del Coordinamento nazionale di un’analoga iniziativa su
La violenza sulle donne e l’influenza degli stereotipi, che si dovrebbe tenere prossimamente.
La terza sezione di questo Nuovi Argomenti è dedicata al progetto in atto presso il liceo scientifico
di Erba e curato dal Coordinamento donne di Como, di cui abbiamo già parlato nel numero dello
scorso anno. Il lavoro è andato avanti con un’indagine fatta con un questionario dato a nonni, geni-
tori e figli (gli studenti) per fare un confronto fra tre generazioni e qui presentiamo l’analisi delle ri-
sposte avute. Sempre presso l’istituto Galilei si è poi tenuta il 9 febbraio un’iniziativa dedicata al
danno sociale degli stereotipi cui hanno partecipato Perfetti e Manuelli.

                                                                                                         3
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Caveman
allo spi
7 aprile 2016

                5
Caveman allo Spi:
  donne e uomini
  vincono insieme
    Carolina Perfetti    Responsabile Coordinamento donne Spi Lombardia

I  l titolo del convegno Don-
   ne e uomini vincono insieme
ha forse creato delle aspetta-
                                                                                    raggia, docente di Sociologia
                                                                                    della comunicazione dei me-
                                                                                    dia, che partecipano al conve-
tive, certamente ha suscitato                                                       gno, intendiamo approfondi-
quella positiva curiosità che                                                       re l’analisi di alcuni fenomeni
ha indotto ad accettare l’in-                                                       legati a stereotipi anche in
vito a partecipare, così ci sia-                                                    paesi extraeuropei e proporre
mo ritrovati davvero in tan-                                                        strategie per trovare soluzioni
te e tanti, da tutti i territori                                                    ai problemi evidenziati.
della regione, segno dell’unità                                                     La locandina e l’invito per
dell’organizzazione e anche di                                                      questa iniziativa riportano
volontà di collaborare.                                                             l’immagine di uno spettacolo
Numerosa anche la rappre-                                                           teatrale di successo: Caveman.
sentanza maschile, solitamen-                                                       Uno spettacolo nato a New
te scarsa in occasione di iniziative organizzate            York nel 1995. Letteralmente caveman signi-
dal Coordinamento Donne, segno di una mag-                  fica cavernicolo.
giore sensibilità di fronte ai problemi sociali che         Ovviamente molti di voi si staranno domandando:
le donne portano all’attenzione di tutti.                   1. Cosa c’entra l’uomo delle caverne con lo Spi?
E siamo andati oltre lo Spi, con delegazioni da-            2. Dove troviamo la continuità con il convegno
gli altri sindacati dei pensionati, Fnp e Uilp, e la        sul danno sociale degli stereotipi?
presenza del segretario generale Fnp Lombardia.             L’autore di Caveman, Rob Becker, ha utilizza-
Tutti insieme, donne e uomini per cercare so-               to questo termine per affrontare il tema del rap-
luzioni a problemi comuni, per sottolineare il              porto tra uomini e donne con uno spettacolo
ruolo sociale del sindacato dei pensionati, per             frutto di tre anni di studi di antropologia, prei-
attirare l’attenzione su problemi intergenera-              storia, psicologia, sociologia e mitologia, che lo
zionali e contribuire a proporre soluzioni.                 hanno portato a evidenziare le differenze com-
L’incontro si colloca in continuità con il conve-           portamentali tra uomini e donne, con relative
gno del novembre 2015 sul tema Il danno sociale             incomprensioni, portate in scena con grande
degli stereotipi, che ci aveva offerto molti spunti         senso dell’ironia.
di riflessione, oltre a dati statistici e risultati di      Richard Bandler, psicologo, saggista e linguista
ricerche di diversi ambiti disciplinari.                    statunitense, sostiene:
Attraverso i contributi delle due relatrici: Gio-           “Se siete seri, siete bloccati. L’umorismo è la via più
vanna Guslini, esperta di Antropologia cultu-               rapida per invertire questo processo. Se potete ridere di
rale e Formazione internazionale, e Sveva Maga-             una cosa, potete anche cambiarla.”

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Dario Fo nel suo spettacolo L’anomalo bicefalo               si vuole evitare una progressiva ma inesorabile
cita una famosa frase di Molière:                            marginalizzazione.
“La satira obbliga a ridere e così si spalanca il cervello   Il Coordinamento donne si pone quindi in pri-
e si conficcano nella testa i chiodi della ragione”.         ma linea in questo laboratorio, per la definizio-
Quanto basta per provare a mettere in pratica                ne di un nuovo modo di fare politica sindaca-
questi suggerimenti e creare questo progetto da              le: nuove strategie di azione e nuovo stile nella
condividere: ridiamo insieme delle differenze                comunicazione, che mettano al centro la parte-
tra uomini e donne e troviamo il modo di fare                cipazione democratica e l’ascolto di coloro che
squadra e di ... vincere insieme, come auspicato             rappresentiamo e metta in secondo piano riti,
sulle locandine della nostra iniziativa.                     arte retorica e tempi non più compatibili con il
Donne e uomini vincono insieme, ma ... cosa                  contesto attuale.
devono vincere? Quale sfida devono affrontare?               Lo Spi, sindacato di donne e di uomini, è costitu-
E poi, perché se ne occupa il Coordinamento                  ito da oltre il 50 per cento di donne iscritte, ma
donne dello Spi?                                             nei comitati direttivi dei comprensori della Lom-
La risposta sta sempre nel ruolo sociale del sin-            bardia solo Como ha il 50 per cento di donne tra
dacato, che affermiamo nonostante tutto, nono-               i suoi componenti. Nella composizione delle se-
stante la crisi della legittimazione di tipo tra-            greterie comprensoriali, solo Brianza e Varese, in
dizionale, che non è certamente in linea con le              Lombardia, raggiungono la parità nella rappre-
profonde trasformazioni sociali, economiche e                sentanza di genere, e tra quattordici territori solo
tecnologiche che hanno caratterizzato il mondo               due hanno una segretaria generale1.
negli ultimi decenni.                                        Tutto ciò nonostante l’obbligo statutario al ri-
Una nuova sfida per il sindacato, una rinnovata              spetto rigoroso della norma antidiscriminato-
identità sociale, punto di riferimento per uo-               ria e la volontà dichiarata di mettere in atto
mini e donne alla ricerca di nuove forme di le-              un’adeguata politica di promozione di quadri
game sociale, in un intreccio tra vecchie e nuo-             femminili, in coerenza con l’obiettivo strategi-
ve generazioni.                                              co del rapporto paritario tra i sessi.
Il sindacato dunque come laboratorio di ana-                 I numeri, nella loro inesorabile evidenza, ci
lisi dei problemi sociali, in questo periodo di              danno un dato quantitativo che impone un’ade-
transizione e di trasformazione ineludibile, se              guata verifica delle cause, una valutazione del-

                                                                                                               7
le risorse e una programmazione                                   rale sul tema delle differenze di gene-
degli sviluppi futuri dell’attivi-                                     re tra uomini e donne, che devono
tà sindacale.                                                            essere valorizzate e non annulla-
La disponibilità del Coordi-                                               te, e sul superamento degli ste-
namento donne a collabora-                                                      reotipi e delle loro negati-
re a questo processo è lapa-                                                     ve conseguenze sociali.
lissiana, ma i riti radicati                                                     Una grande organizzazio-
nel sindacato, a conduzio-                                                     ne come lo Spi può e deve
ne prevalentemente maschi-                                                   svolgere un ruolo attivo nel
le, producono resistenze nei                                                 processo di evoluzione dei
ruoli tradizionali, frenando i                                               rapporti tra uomini e donne
cambiamenti.                                                              nel mondo del lavoro, a vantag-
La valutazione delle criticità nel                                    gio di tutti.
coinvolgimento delle donne nel-                                      Un’organizzazione sindacale ha nel
la direzione dell’attività sindacale                                  suo dna la difesa dei diritti di tut-
è spesso strumentalizzata o inter-                                    ti e di ciascuno, senza distinzione
pretata come incapacità ad adeguarsi a t e m -            di genere, ovviamente. Questo comporta an-
pi e riti consolidati all’interno di un’organizza-      che la capacità di compiere analisi dei problemi
zione che per generazioni ha definito le regole         sociali e di programmare interventi che portino
d’ingaggio su valori maschili.                          ad evoluzioni positive.
I cambiamenti culturali, come sappiamo, sono            Se le culture tradizionali di tanti Paesi han-
processi molto lunghi, che coinvolgono più              no prodotto un danno sociale sottostimando le
generazioni:                                            donne e relegandole a ruoli convenzionali, pri-
• il dibattito sulle pari opportunità, fin dall’esor-   vando il mondo dell’apporto di donne intelli-
dio (negli anni Settanta del Novecento) ha con-         genti e sensibili, il sindacato del ventunesimo
dizionato a credere che uomini e donne pensino          secolo deve essere in prima linea a guidare il
e agiscano in modo identico, ma non è così: gli         cambiamento.
uomini e le donne sono diversi e questa diffe-          I dirigenti dovranno necessariamente spostare
renza deve essere considerata un pregio;                l’attenzione dai conservatori determinati a di-
• le quote rosa, implicitamente introdotte nel          fendere la loro posizione e il loro potere, a quel-
sindacato attraverso la norma antidiscrimina-           li disponibili a collaborare e a creare valore at-
toria, spesso provocano risentimento negli uo-          traverso gli altri.
mini, che considerano il meccanismo iniquo e            Se consideriamo il sindacato lo specchio della
non meritocratico, frustrazione nelle donne che         società, abbiamo il dovere di esercitare in modo
si sentono sottostimate in un contesto domina-          coerente il nostro ruolo di rappresentanza e
to dai maschi;                                          l’elaborazione politica delle donne deve avere
• la conseguenza imprevista di quarant’anni di          rilevanza per l’intera organizzazione.
identicità di genere imposta, non ha necessaria-        Elaborare progetti e produrre formazione coe-
mente preparato il terreno per una maggiore             rente per rendere operative le proposte, rispon-
parità tra uomini e donne.                              de all’esigenza di riflettere un’immagine positi-
Un dibattito culturale, quello delle differenze         va alla platea che intendiamo rappresentare.
di genere, che abbiamo il dovere di sostenere,          Non è impossibile o idealistico pensare che
sia consolidando il valore della memoria delle          donne e uomini, lavorando insieme, possano
conquiste delle donne delle generazioni prece-          fare di questo mondo un luogo migliore.
denti, sia stimolando nuovi contributi da parte
delle generazioni di giovani.                           NOTA
L’iniziativa di oggi si colloca proprio in quest’ot-    1
                                                          La situazione a oggi, marzo 2017, è mutata: le segretarie generali
                                                        sono tre. Augusta passerà a Bergamo, Vanna Minoia a Lodi e Anna
tica ed è stata costruita con l’obiettivo di portare    Fratta a Pavia. Marinella Magnoni è entrata in segreteria Cgil Lom-
un contributo per arricchire il dibattito cultu-        bardia lasciando così la guida dello Spi Varese.

8 Numero 4/5 • Aprile-Maggio 2017
Superare
  gli stereotipi
   Giovanna Guslini      Esperta di formazione internazionale e antropologia culturale

D     opo avere analizzato il
      danno sociale prodotto
dagli stereotipi, è opportu-
                                                                                   moltiplicare l’efficacia dei no-
                                                                                   stri interventi.
                                                                                   Utilizzo quindi esperienze
no chiedersi: com’è possibi-                                                       positive che, in due Paesi del
le superarli?                                                                      mondo fra loro lontani, l’Egit-
Penso, infatti, che, dopo uno                                                      to e gli Usa, hanno generato
studio approfondito di que-                                                        o stanno generando azioni op-
ste forme di semplificazione                                                       poste al danno sociale:
estrema della realtà, occorra                                                      A. La campagna Give mom
evitare il rischio di ‘avvitar-                                                    back her name (Restituisci alla
si’ attorno ad esse, rimanen-                                                      mamma il suo nome) relativa
do nell’area della denuncia,                                                       alla destrutturazione di uno
della critica, del rifiuto, del-                                                   stereotipo nel mondo arabo.
la contestazione, nel caso si                                                      B. Il progetto The Gender
tratti di stereotipi negativi. È indispensabile,              Equality Project (Barbara Annis & Associates)
invece, pianificare interventi successivi all’ana-            volto a superare gli stereotipi nel mondo del la-
lisi del fenomeno, atti a destrutturare questi                voro ma applicabile senz’altro in alcuni suoi pun-
schemi mentali fissi e generalizzanti e a modifi-             ti al mondo della scuola e alla sfera famigliare.
care in positivo la visione della realtà.                     Con il primo esempio analizzo un video, tra
Per far comprendere meglio questa necessità                   quelli premiati nel 2015 al Festival internaziona-
di agire al più presto con iniziative concrete,               le della Creatività, che si svolge ogni anno a Can-
sono andata a cercare due esempi fuori dall’Ita-              nes, nell’ambito del Glass Lion - Cannes Lions.
lia, non tanto perché non ci siano da noi valide              Il filmato presenta una campagna pubblicitaria
pratiche volte ad agire e a cambiare, ma perché               che, partendo da uno stereotipo di genere molto
sono convinta che una nostra visione allargata                diffuso in Egitto, ha raggiunto tutto il mondo,
dei problemi e delle relative soluzioni ci possa              grazie a un’azione capillare promossa delle donne
molto arricchire.                                             nelle Nazioni Unite (Un Women). Inizia con brevi
Attraverso il confronto con altre realtà a noi                ma efficaci interviste rivolte a persone egiziane di
meno note, talvolta lontane nello spazio e nel                sesso maschile, giovani e meno giovani.
tempo, e attraverso la comprensione di fenome-                La domanda è semplicissima: “Come si chiama
ni locali collocati però in un contesto più ampio,            tua madre?”
internazionale, noi non possiamo infatti far al-              Le risposte lasciano a bocca aperta...
tro che accelerare i processi, trovare talvolta ina-          Il primo ragazzo intervistato per strada dice,
spettatamente le soluzioni che stiamo cercando,               sogghignando e nello stesso tempo vergognan-

                                                                                                                 9
dosi palesemente: “Il nome del papà è Ok. Il nome       sulto si gira di scatto e prende a pugni l’altro.
della mamma… non c’è modo di pronunciarlo!”. “Gli       Il gesto repentino e violento rivela chiaramente
uomini in Egitto si rifiutano di rivelare in pubbli-    rabbia per l’offesa.
co il nome della loro mamma”, afferma un secondo        Si vede poi nel video la figura di una donna,
uomo. “Abbiamo l’impressione che ci possa condurre al   con un velo che le incornicia il viso, e la sovra-
ridicolo e all’imbarazzo”, aggiunge un altro giova-     scritta: “Il nome della mamma nel corso del tempo si
ne alla guida di un’auto.                               dimentica”. La genitrice è inesorabilmente indi-
Alle interviste segue un brevissimo spezzone di         cata solo come “la madre di suo figlio maggiore”.
un film ambientato in un luogo pubblico, sem-           Segue il volto rattristato di un’altra donna che
bra un bar; appare un uomo che inveisce ver-            reclama: “Il mio nome è Zahira … dovrebbero chia-
so un altro, girato di spalle, che sta bevendo:         marmi con il mio nome!”. I nomi arabi hanno tut-
“Ehi tu… figlio di Baseema Omran … Hai senti-           ti dei significati pregnanti, Zahira in italiano
to cosa ti ho appena detto?”. Nell’udire pronuncia-     si traduce Splendente, Luminosa, ma nemmeno
re il nome di sua madre, il destinatario dell’in-       questo è un motivo valido per restituire a una
                                                        donna il suo nome.
                                                        Il particolare tabù del nome della mamma in
                                                        Egitto, portato alla luce da queste immagini
                                                        e interviste, sembra impossibile da estirpare,
                                                        eppure…
                                                        Nel giorno della festa della mamma il video
                                                        con le interviste è lanciato sui social media, con
                                                        l’idea di improvvisare un bel regalo per la par-
                                                        ticolare circostanza.
                                                        La risposta è immediata e il video, accompagnato
                                                        dall’hashtag #MyMothersNameIs, diventa virale!
                                                        I media nazionali in Egitto e quelli internazio-

10 Numero 4/5 • Aprile-Maggio 2017
nali aprono un dibattito in tutto il mondo, an-         • violenza di genere: (…) qualunque atto per-
che semplicemente chiedendo a personaggi fa-            petrato non solo su una donna in quanto tale,
mosi di articolare il nome della loro madre; gli        ma in ragione della connotazione d’inferiorità
arabi di ogni Paese sono invitati a unirsi a que-       del sesso / genere femminile in un sistema cul-
sto vivace dibattito sull’uguaglianza di genere,        turale strutturalmente asimmetrico.
in materia di diritti, che pervade i forum locali,      (Appunti tratti dalla relazione di Cristina Ca-
le strade, le scuole.                                   bras, Università di Cagliari).
Uomini e donne del mondo arabo, compresi per-           È possibile inoltre ritrovare nella campagna Give
sonaggi celebri, cominciano allora a pronunciare        Mom Back Her Name alcune caratteristiche del-
in pubblico il nome della loro mamma.                   lo stereotipo nella comunicazione pubblicitaria,
Così un diritto è finalmente restituito alle don-       messe in evidenza nel medesimo convegno:
ne: il tabù secolare ora non è più tabù.                • la pubblicità è uno specifico strumento che uti-
I mass media dichiarano: “È stato restituito un         lizza, per rappresentare, il concetto di stereotipo;
diritto alle madri egiziane.” (Al Arabiya News)         • lo stereotipo in pubblicità è una semplifica-
“Questa campagna da parte delle donne delle             zione della complessità;
Nazioni Unite ci ha fatto riflettere.” (Al Ahram        • la pubblicità rappresenta ciò che è già social-
News)                                                   mente condiviso, è una possibile rappresenta-
“Ci ricorda che è sempre possibile cambiare e           zione della cultura diffusa;
progredire.” (AdWeek)                                   • la pubblicità radica tre aspetti: credenze, aspet-
“Verità straziante, cambiamento potente.”               tative e comportamenti che generano cultura;
(Al Jazeera)                                            • i modelli pubblicitari sono credibili e affasci-
Alla frase “Il nome della madre? Non si pronuncia!”     nanti, quindi tendono a rafforzare i valori e a
possiamo chiaramente riferire alcuni tratti dello       suggerire modelli da imitare.
stereotipo già evidenziati nel convegno Il danno        (Appunti tratti dall’intervento di Claudia Cala-
sociale degli stereotipi, tenutosi a Milano il 10 no-   bi, pubblicitaria - Tplan Studio)
vembre 2015:                                            Tutti questi spunti tratti dal convegno Il danno
• la caratteristica saliente dello stereotipo è la      sociale degli stereotipi sono utili sia per conosce-
fissità, un modo stabile di pensare non più mes-        re meglio stereotipi e pregiudizi sia per legge-
so in discussione né rimodulato;                        re le differenze di genere come opportunità sia
• lo stereotipo ha una natura generalizzante. Un        per analizzare i contenuti della comunicazione
modello che dovrebbe semplificare la lettura del-       pubblicitaria, individuando anche alcuni sug-
la realtà, finisce spesso per portarci al pregiudi-     gerimenti operativi.
zio, vale a dire a un giudizio a priori, in negativo,   Scopriamo così che, con questi strumenti, abbia-
basato su presupposti non veri, e a condotte non        mo la possibilità di capovolgere modelli e valori,
adatte alla soluzione dei problemi.                     trasformandoli da negativi in positivi come nel-
(Appunti tratti dalla relazione di Marita Rampa-        la campagna pubblicitaria che ha restituito alle
zi, sociologa, Università di Pavia).                    madri la dignità e un loro diritto.
• lo stereotipo è una semplificazione della real-
tà. È una struttura cognitiva contenente cono-          Con il secondo esempio, voglio fare riferimento
scenze, credenze, aspettative, riguardanti gruppi       a The Gender Equality Project promosso negli Usa
o fenomeni, che sono già elaborate dalla società e      da Barbara Annis & Associates, allo scopo mi-
che acquisiamo e diamo per scontate. I contenu-         surare l’uguaglianza di genere nelle organizza-
ti possono essere positivi o negativi;                  zioni di tutto il mondo e fissare un benchmark
• gli stereotipi di genere sono spesso il prodot-       cui tutte le organizzazioni possono fare riferi-
to di una correlazione illusoria, cioè la tenden-       mento per diventare effettive Gender equality
za a percepire due variabili come associate an-         organizations.
che se in realtà non lo sono;                           In queste organizzazioni si misura l’intelligenza
• tra le funzioni dello stereotipo c’è quella di man-   di genere: uomini e donne sono in grado di ap-
tenere inalterati i rapporti di potere tra gruppi;      prezzare le naturali differenze e di utilizzarle. Le

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organizzazioni con maggiore intelligenza di ge-       contesto, hanno l’abitudine di offrire suggeri-
nere e con più equilibrio di genere, infatti, sono    menti, di personalizzare e di rimuginare il pro-
senza dubbio le più produttive.                       blema; gli uomini vedono in un modo ‘uni fo-
Già nel convegno del 10 novembre 2015 a Mi-           cale’, sono più direttivi, esternano la ricerca di
lano si sollecitava l’urgenza di superare gli ste-    soluzioni e parlano di strategie sui modi di risol-
reotipi, che portano a un danno sociale ma an-        vere il problema;
che economico:                                        B. se è richiesto a entrambi di apportare un’idea
• l’effetto combinato degli stereotipi che agisco-    in una riunione, la donna suggerisce qualcosa e
no sia dal lato dell’offerta sia dal lato della do-   aspetta poi un input dai presenti perché ama sol-
manda di lavoro porta a uno spreco di talento         lecitare la partecipazione e raccogliere poi i vari
che danneggia le donne, le imprese e la società;      contributi (dialog starter), l’uomo invece presen-
• gli stereotipi hanno rilevanza economica per-       ta, afferma direttamente la sua idea senza atten-
ché la loro azione impedisce la rivelazione del       dere contributi per la costruzione della sua idea
talento e distorce l’investimento in capitale         (bottom line);
umano, ostacolano il corretto abbinamento tra         C. pur utilizzando le stesse parole, il loro lin-
individui e posti di lavoro.                          guaggio è non di rado diverso;
(Luisa Rosti, Professoressa ordinaria di politica     D. le donne non si sentono spesso a proprio agio
economica, Università di Pavia).                      nel dare direttamente un feedback negativo, per-
Barbara Annis, esperta di differenze cognitive        ciò esprimono solitamente la loro disapprova-
di genere, e John Gray, psicoterapeuta, nel loro      zione o il loro disaccordo attraverso una doman-
bestseller Work with me, Palgrave Macmillan,          da retorica, indiretta; gli uomini sono invece
New York 2013, riassumono una lunga ricerca           molto più diretti.
che ha coinvolto, con centomila interviste, ses-      Nelle interviste condotte durante la ricerca, si
santa grandi imprese.                                 rilevano ulteriori differenze, nel riconoscimen-
Prioritariamente individuano otto punti ciechi,       to e nell’apprezzamento, ad esempio:
tra uomini e donne, nel mondo del lavoro, dei         - l’82 per cento delle donne vogliono un ricono-
veri e propri stereotipi che si generano contem-      scimento per lo sforzo e per la dedizione profusa
poraneamente da una parte e dall’altra, condu-        nel raggiungere i risultati; l’89% degli uomini
cendo a incomprensioni e a incomunicabilità:          vuole semplicemente che vengano riconosciuti
1. conflitto negli stili di comunicazione             i loro risultati;
2. diverse modalità di apprezzamento                  - solo il 48 per cento delle donne si sente ap-
3. senso di esclusione delle donne mentre gli         prezzato al lavoro, mentre tra gli uomini si rag-
uomini sono ignari di quello che avviene attor-       giunge il 79 per cento.
no a loro                                             Uomini e donne che possiedono intelligenza di
4. impressione degli uomini di dover cammina-         genere sanno fare squadra: riconoscono le dif-
re in punta di piedi in presenza delle donne          ferenze, entrano in empatia l’uno con l’altro e
5. imbarazzo e fastidio degli uomini quando le        trovano dei modi per affrontare, con le loro di-
donne rivolgono troppe domande                        verse risposte, le sfide sul posto di lavoro. La-
6. incapacità degli uomini ad ascoltare le donne      vorano così insieme in modo produttivo e con
mentre queste non capiscono che la capacità de-       meno attrito.
gli uomini nel prestare attenzione è limitata         Le stesse neuroscienze hanno reso evidenti le
7. diversi modi di esprimere emozioni da parte        differenze anatomiche, chimiche e funzionali,
di donne e uomini                                     ma essere biologicamente diversi non significa
8. uomini e donne sono insensibili gli uni ver-       né superiori né inferiori!
so gli altri.                                         Le donne sono più orientate al processo, ama-
Confrontando le donne e gli uomini in ambito          no rivolgere domande, sono più attente alla co-
lavorativo, gli autori della ricerca notano pale-     struzione di relazioni nel percorso di raggiun-
si differenze:                                        gimento degli obiettivi, attribuiscono grande
A. le donne vedono più facilmente le cose nel         importanza all’ascoltare e all’essere ascoltate,

12 Numero 4/5 • Aprile-Maggio 2017
esprimono il loro sentire quando hanno reazio-         comunicazione che incoraggerebbe a coinvolgere
ni emotive e sono anche multitasking.                  le persone dell’altro sesso:
Per contro gli uomini focalizzano la loro atten-       • uguaglianza di genere nei diritti. Differenze
zione su di un obiettivo, non parlano a ogni step,     di genere come opportunità
per loro le relazioni personali come la condivisio-    • leggere le differenze di genere come opportu-
ne dei crediti sono meno importanti della chiu-        nità, come risorse… Valorizzare le differenze…
sura di un progetto e del reclamare credito per        Agire in un’ottica di sistema con interventi mi-
se stessi, inoltre tengono le loro emozioni nasco-     rati a medio e lungo termine…
ste per sé e hanno difficoltà se si chiede a loro di   • opportunità di essere differenti nel rispetto
svolgere contemporaneamente più lavori.                delle proprie specificità, senza cadere nella trap-
È opportuno quindi prendere atto che l’identità        pola dell’egualitarismo a tutti i costi…
sessuale è una funzione sia della natura sia del-      (Appunti tratti dall’intervento del 10 novembre
la cultura.                                            2015 di Maria Assunta Zanetti, psicologa, Di-
Avere intelligenza di genere significa:                partimento Brain and Behavioural Sciences, Uni-
• comprendere e apprezzare le nostre differenze        versità di Pavia)
e non dare per scontato che siamo uguali;              Le differenze di genere, se colte attraverso una
• avere consapevolezza della natura intrinseca         visione complementare, permettono di vincere
degli uomini e delle donne al di là degli aspet-       insieme le sfide nel mondo del lavoro, oltre che
ti fisici e culturali;                                 di vivere in modo più consapevole nella sfera
• sapere che le differenze sono pregi e non difetti;   privata e di formare e valorizzare meglio i gio-
• essere tolleranti verso le differenze, senza per     vani in ambito educativo.
questo sentirci obbligati a cambiare i nostri          Entrambi gli esempi di superamento di stereotipi
comportamenti o impararne altri in cui non ci          ci fanno capire che, dopo ogni danno, sociale ed
riconosciamo.                                          economico, è ottimistico credere che la realtà e la
L’identicità è invece l’ostacolo maggiore al rag-      società possano cambiare e che si possa poter rico-
giungimento di un nuovo livello, più elevato, di       struire anche là dove sembrava impossibile.

                                                                                                       13
Come reagire
  all’inquinamento
  simbolico?
   Sveva Magaraggia       Ricercatrice, Dipartimento di sociologia e ricerca sociale, Università di Milano-Bicocca.

Q     uesto intervento si in-
      terroga sulle rappresen-
tazioni stereotipiche di donne
                                                                                     lazione tra immagini propo-
                                                                                     ste dai media e ricezione da
                                                                                     parte del pubblico è descrit-
(e quindi automaticamente                                                            ta come ci dice Buonanno
anche degli uomini) nella                                                            (1983) come una “influenza
pubblicità contemporanea e,                                                          indiretta sulle percezioni col-
per fare questo, presenta le ri-                                                     lettive e non più come con-
cerche svolte su queste tema-                                                        dizionamento diretto sulle
tiche ricostruendo, per gran-                                                        opinioni e i comportamenti
di linee, il corpus di studi su                                                      (cfr. McQuail, 1977; Noel-
donne e media. L’obiettivo è                                                         le-Neuman, 1979; Chaffee,
provare a capire a che punto                                                         1980)”.
siamo oggi in Italia e soprat-                                                       Ci dobbiamo quindi do-
tutto come potere uscire da                                                          mandare quali rappresen-
questo inquinamento simbolico (Tota 2008). Pren-                tazioni del maschile e del femminile vengano
do a prestito questo termine, perché mi sembra                  proposte dai mezzi di comunicazione e quali
molto efficace: infatti, come le polveri sottili                si àncorano normativamente nell’immaginario
danneggiano i nostri polmoni senza che ce ne                    collettivo, e quali, ancora, vengono tradotte
accorgiamo, così alcune immagini reiterate sono                 nella vita quotidiana attraverso una sorta di
capaci di inquinare le nostre menti e il nostro                 assorbimento indiretto. Risulta altresì oppor-
immaginario o, meglio, di inquinare le rappre-                  tuno capire in che misura i mass media, e nello
sentazioni sociali di certi fenomeni che elaboria-              specifico il mezzo televisivo, si facciano por-
mo con le nostre menti. Vorrei cercare di propor-               tatori e allo stesso tempo promuovano a loro
vi un discorso sulle rappresentazioni delle donne               volta dei ‘prototipi sociali’.
nei media italiani (prendendo spunto da diverse                 Vediamo alcuni nodi critici delle rappresenta-
ricerche), analizzare alcune rappresentazioni di                zioni delle donne presenti nei media occidentali
genere tipiche delle pubblicità e, infine, capire               negli anni 90.
come allenare il nostro sguardo a guardare con                  Ruoli: le ricerche hanno rilevato una assenza di
attenzione i modelli proposti.                                  ‘voci’ e punti di vista femminili, soprattutto nei
                                                                programmi di informazione, dove pochissime
Rappresentazioni delle donne                                    sono a tutt’oggi le donne invitate a parlare in
(e specularmente gli uomini)                                    qualità di esperte. Basti pensare, ad esempio,
nei media italiani                                              ai tg e ai talk show. Le donne ottengono più
Va detto subito che oggi in letteratura la re-                  facilmente lo status comunicativo di testimo-

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ni, pazienti portatrici delle proprie esperienze,     autonomia e potere. In questa chiave di lettura
ma raramente sono fonte di riflessione in merito      le donne non sono lette come vittime, ma come
alla competenza professionale o vengono inter-        agenti capaci di mettere a frutto il loro corpo:
pellate come esperte in un determinato campo.         “il loro corpo è il prodotto che vendono nello
Numeri: in media, la televisione presenta due         show business”.
uomini per ogni donna, sproporzione che au-           È paradossalmente una forma di ‘emancipazio-
menta nei generi polizieschi e d’avventura,           ne’ nuova, una emancipazione del corpo erotico.
mentre si riduce nelle storie incentrate su vi-       Se nel ‘900 l’emancipazione si giocava sui bina-
cende familiari e sentimentali. Oltre che meno        ri dell’eguaglianza, oggi, forse, emancipazione
presenti, le figure femminili risultano anche         può anche significare il fatto di portare le doti
meno valorizzate; sono soprattutto i personaggi       femminili nei luoghi di produzione. È l’eman-
maschili, infatti, che rivestono i ruoli protago-     cipazione del corpo in quanto tale. Ricompare
nistici e di maggior rilievo.                         sulla scena, nella polis un elemento che da lì era
Corpo: si registra un’enfasi e un’importanza          stato rimosso: il corpo. Il femminismo storico
attribuita sempre e comunque alla bellezza dei        (il femminismo degli anni ‘70) ha molto par-
corpi femminili, a discapito di tutte le altre        lato di corpo, e lo voleva come corpo, pensate,
qualità, come ad esempio le qualità intellet-         quando ha provato a decostruire il binarismo
tuali o creative. Inoltre, quasi tutte le imma-       mente/corpo.
gini femminili proposte dai media aderiscono          Oggi questo tipo di ‘emancipazione’ sembra
‘all’ideale di snellezza’ (Bordo 1993), devono        avere più il sapore di una rivalsa piuttosto che
quindi essere magre ma con seni prosperosi.           di un reale ribaltamento dei ruoli: uso quello
Sessualizzazione: è in atto una ri-sessualizza-       che era stato l’elemento della mia subordina-
zione dei corpi femminili di ogni fascia di età,      zione per entrare nel mercato del lavoro. È una
il corpo femminile oggettivato ed erotizzato è        emancipazione a tutti gli effetti, o è una ‘eman-
la norma.                                             cipazione malata’?
Rispetto a questa sovraesposizione e a questo         Queste diverse posizione nel dibattito mettono
trattamento del corpo femminile, troviamo nei         in luce, a mio parere, la persistenza di un para-
dibattiti due interpretazioni principali:             dosso antico, di una ambivalenza su cui vale la
• una prima chiave di lettura mette in luce           pena discutere e sviscerare: le due potenti at-
come sia ancora una volta sul corpo delle donne,      trattive del corpo delle donne, quella erotica e
e sulla sua definizione e utilizzo, che si misura     quella materna, continuano a essere le qualità
la politica dell’oppressione delle donne;             che rendono le donne potenti agli occhi degli
• la continua sottolineatura della bellezza del       uomini e al contempo però continuano a essere
corpo femminile mette un’altra volta in scena         la causa della subordinazione delle donne.
l’asservimento delle donne a una cultura ma-          Questo resta una ambivalenza e un nodo da
schilista nonché alle logiche del mercato.            dipanare.
Gli esempi ci aiutano a non sembrare ideolo-          Altro nodo da dipanare è che questa tendenza
gici: il condizionamento della nostra autostima       a trasformare il corpo perfetto in nuovo status
all’aderenza al modello voluto dal male gaze, dal-    symbol stia investendo e modificando anche il
lo sguardo maschile; l’asservimento alle logiche      maschile.
di mercato si vede nel ‘invitarci’ (obbligarci) a
spendere molti soldi in prodotti e trattamenti        Quali rappresentazioni di genere
di (chirurgia) estetica che ci permettano di ade-     nelle pubblicità?
guare il nostro corpo a quel modello.                 Queste immagini parlano da sé: infantilizza-
Una opposta interpretazione, invece, mette in         zione delle donne e adultificazione ed erotiz-
luce la agency delle donne, la loro volontà di pro-   zazione delle bambine. Donne rappresentate
gettare, di costruire e di mantenere il loro corpo    in posizione di passività, in secondo piano
secondo l’ideale di bellezza oggi ‘vincente’, ca-     rispetto a un maschile forte, messo in primo
pace di garantire affermazione sociale e quindi       piano, che guarda diritto dentro all’obietti-

                                                                                                     15
stereotipica oppure no.
                                                                     Un’ulteriore possibilità che ab-
                                                                     biamo è agire sull’industria cul-
                                                                     turale: l’industria culturale mo-
                                                                      stra una ripartizione effettiva e
                                                                      simbolica del potere tra i generi
                                                                      ancora a favore degli uomini. È
                                                                      fondamentale sostenere la pre-
                                                                       senza di donne nelle posizioni
                                                                       decisionali.
                                                        Non che l’essere donna significhi automatica-
vo, e che quindi sfida il nostro sguardo.            mente avere una sensibilità maggiore per que-
A voi il giudizio, aggiungo solo che non ritengo     ste tematiche, ma non è un caso che nel 2003 il
ci sia di per sé un modello giusto e uno ingiu-      consiglio di amministrazione della Rai ha votato
sto, ma dobbiamo tener presente che alcune ri-       una delibera, su proposta dell’allora presidente
cerche (Grayson e Stein, 2006) osservano come        Lucia Annunziata, che invita i programmi della
le potenziali vittime di una violenza segnalino      radiotelevisione pubblica a un maggiore rispetto
la loro vulnerabilità ai potenziali assalitori con   nei confronti dell’immagine delle donne. Nella
gesti, posture e movimenti uguali a quelli che       delibera si invitano i responsabili delle trasmis-
troviamo riprodotti nelle pubblicità. La mag-        sioni “a fare costante riferimento a modelli di
gior parte delle immagini pubblicitarie tende        comportamento rispettosi dell’immagine della
a riprodurre in modo glamour un’immagine             donna, che ne esaltino il ruolo nella società, evi-
debole e vulnerabile della donna, tende a ripro-     tando immagini, linguaggi e argomenti offensi-
durre le donne come potenziali vittime che non       vi della loro dignità”.
si sanno difendere.                                  Non è certo un caso se queste prese di posi-
                                                     zione vengono proposte prevalentemente (uni-
quale allenamento per il nostro sguardo?             camente?) da donne. Se le donne riuscissero
Un modo per allenare il nostro sguardo è quel-       a fare maggiori alleanze tra di loro e con gli
lo di sostituire le figure femminili con quelle      uomini attenti all’equità di genere di certo le
maschili. In questo modo ci possiamo rendere         resistenze al cambiamento potrebbero essere
conto se siamo di fronte a una rappresentazione      vinte più agevolmente.

16 Numero 4/5 • Aprile-Maggio 2017
Infine, possiamo sostenere e partecipare alle
azioni dei consumatori contro le pubblicità
sessiste, sostenendo le campagne dell’Asso-
ciazione Protocollo contro la pubblicità sessista.
Queste associazioni sono strumenti di par-
tecipazione attiva che possono costituire
un’efficace risposta a tali violenze di gene-
re. Possiamo anche organizzare, sostenere o
promuovere azioni di culture jamming (in-
terferenza culturale): la pratica del culture
jamming consiste nella decostruzione dei testi e     di un genere o di una etnia dominante, ma è
delle immagini dei media attraverso la tecni-        in grado di articolare luoghi di dissenso e di
ca dello straniamento e del détournement, cioè lo    contrapposizione, dando voce a immagini ete-
spostamento di immagini e oggetti dalla loro         rogenee e a discorsi diversificati.
collocazione abituale per inserirli in un diverso    Dunque, per concludere, è importante renderci
contesto semantico dove il loro significato ri-      conto che è dirimente agire e reagire in tempi
sulti mutato, se non addirittura capovolto. Il       brevi e su tutti i fronti, prima che il nostro im-
focus, in questo caso, è quello del rapporto tra     maginario non sia del tutto colonizzato, e pri-
rappresentazioni dei generi e forme di elabora-      ma che queste immagini che vediamo in televi-
zione sovversiva dei codici culturali dominanti      sione o appese ai muri delle nostre città non ci
insiti in tali rappresentazioni. È questo un mo-     sembrino del tutto ‘naturali’.
vimento che opera in risposta al potere dell’im-
maginario veicolato dai media.
Questi esempi, che agiscono su piani diversi,        bibliografia
possono essere dei modi per rendere anche le         Milly Buonanno, Cultura di massa e identità femminile. L’immagine del-
                                                     la donna in televisione, Edizioni Rai Radiotelevisione Italiana, Torino
immagini delle donne e degli uomini proposte         1983, p.14.
dai media simbolicamente sostenibili. Un im-         Tota, A (2008).
maginario è, infatti, sostenibile se non rappre-     Betty Grayson e Morris I. Stein (2006) Attracting assault: victims nonver-
senta solo gli interessi egemonici di una classe,    bal cues, Journal of Communication, 31(1).

                                                                                                                           17
Conclusioni
  Una strada diversa
  per guardare
  al mondo
   Stefano Landini      Segretario generale Spi Lombardia

A     nche in quest’occasione
      non cercherò di ‘stereoti-
pare’ una competenza che non
                                                                                decisione statutaria.
                                                                                Questo rende credibile, da
                                                                                noi, una discussione e un
ho. Il lavoro svolto da Carolina                                                approccio con un minimo di
e dal coordinamento donne,                                                      fondamento rispetto alla de-
che ha prodotto questa nostra                                                   mocrazia paritaria, obiettivo
iniziativa e ha reso possibile                                                  a cui tendere e la cui realiz-
l’avvalersi della competenza                                                    zazione appare, vista la foto-
delle due relatrici, ci permet-                                                 grafia attuale delle strutture,
te di insistere su un tema che                                                  in molti casi un obiettivo
abbiamo già trattato. Oggi                                                      lontano.
lo facciamo da un’altra ango-                                                   Inoltre io credo, proprio per-
latura, a dimostrazione della                                                   ché il nostro quadro attivo
serietà dell’impegno dello Spi                                                  è composto da pensionati e
su temi non scontati, che affrontano la questione           pensionate, importante il rispetto dei tempi,
della parità tra i sessi, con molto rigore partendo         l’evitare quell’assolutismo di un impegno che
dal non fare sconti a noi stessi.                           altrimenti inevitabilmente risulta selettivo,
Un sindacato di uomini e donne si legittima,                che penalizza le donne e ne rende inconciliabile
prima di tutto, nel garantire una rappresentanza,           l’incarico di direzione.
cosa non facile da praticarsi concretamente.                Far finta di non vedere il gravame dei tempi di
Lo Spi Lombardia può dire di essere la parte                cura significa non cogliere una difficoltà reale nel
mezza piena del bicchiere. C’è molto da fare,               garantire una completezza della rappresentanza.
ma in parte si è fatto e c’è una decisione che uo-          Per questa ragione i tempi dello Spi, questa
mini e donne insieme hanno assunto, per vincere             è una scelta chiara almeno in Spi Lombardia,
insieme: puntare su un progetto che favorisca la            debbono essere subordinati o, meglio ancora,
presenza delle donne nella direzione della no-              armonizzati con i tempi di una fase della vita,
stra organizzazione.                                        che forse, contempli una lentezza, direi meglio
La Cgil, è stato detto, ha statutariamente l’ob-            un distacco che consenta a tutti, in primis alle
bligo di avere una rappresentanza di genere non             compagne, piena cittadinanza.
inferiore al 40 per cento. Lo Spi è forse l’unica           Anche negli incarichi più rilevanti nella dire-
struttura ad adempiere in Lombardia a questa                zione dell’organizzazione.

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Del resto, l’esserci è condizione essenziale per      liberazione del nostro Paese dal nazifascismo, le
dare gambe alle politiche e condizionare la dire-     donne poterono per la prima volta votare.
zione di marcia, per rendere cogenti le scelte.       Si segnò così una nuova stagione per la nostra
                                                      Repubblica, il diritto al voto fu il grimaldello
La pari rappresentanza                                di una nuova fase, l’avvio che portò alla presen-
La maggior rappresentanza delle donne nelle isti-     za delle donne nella Costituente, l’avvio di un
tuzioni ha aperto il confronto – alzando l’asticel-   nuovo periodo anche dal punto di vista mate-
la – su temi come la parità e l’uguaglianza che       riale, spirituale, istituzionale.
sono un binomio, una straordinaria risorsa per il     Nel riconoscimento di un diritto individuale si
nostro Paese: per le donne come per gli uomini.       saldano strategie e processi di lungo periodo.
A livello istituzionale, nel 2012 la legge 215 ha     Noi come Spi – lo farà il nazionale, lo farà lo Spi
introdotto la doppia preferenza di genere e la        Lombardia – nell’ambito di una iniziativa sulle
quota di lista per le elezioni nei Comuni sopra i     riforme istituzionali ripercorreremo, il 17 giugno
5mila abitanti.                                       a Brescia, quella prima volta del voto alle don-
Nel 2014 si è modificata la legge per le elezioni     ne 70 anni fa. Un diritto che venne esercitato in
europee, introducendo la tripla preferenza di ge-     massa dalle donne che lo avevano conquistato e
nere, che sarà attiva con le prossime elezioni per    che segnò l’inizio di una nuova storia.
il Parlamento europeo.                                Ma per non eludere il tema degli stereotipi vorrei
Nel 2015 la modifica della legge elettorale ha        aggiungere, a quanto detto, alcune cose.
introdotto l’alternanza di genere nelle liste,        Possiamo dire che sia in Oriente che in Occiden-
l’obbligo che i capilista non siano, per più del      te gli stereotipi di genere sono stati la cartina di
60%, dello stesso sesso e la doppia preferenza        tornasole di equilibri, meglio dire disequilibri,
di genere.                                            su cui le società si sono costruite.
Infine, la legge 20/2016 per la pari rappresen-       Io però credo che a questo punto sia importante
tanza al livello dei Consigli regionali sarà la       dare una svolta ai nostri ragionamenti e chia-
base su cui cambiare quelle leggi elettorali, nel     marci in campo in prima persona. Dico questo
tentativo di ovviare a uno squilibrio pressante       nel senso che parlare di stereotipi non può essere
che, a questo livello, vede ben 18 Regioni sotto      l’alibi per non sentirsi responsabili dei propri atti
il 25% di rappresentanza femminile.                   o scelte, se la pubblicità, se tutto il mondo che
I progressi nella rappresentanza politica sono        ci circonda ancora parla per stereotipi basati su
fondamentali per costruire politiche concrete         antiche concezioni e differenziazioni dell’uomo
che promuovano, poi, la parità in termini di          e della donna, forse vuol dire che noi stessi per
partecipazione al mercato del lavoro, salute,         primi non abbiamo “lavorato” sulle nostre abi-
educazione, welfare e, in ogni settore della vita     tudini, sul nostro modo di intendere i rapporti
economica e sociale.                                  (difatti i primi studi sugli stereotipi come sulle
Dalla legge sulle dimissioni in bianco alle nor-      rappresentazioni di genere risalgono parecchie
me per la conciliazione e la condivisione, a          decine di anni fa).
quelle in favore delle donne vittime di violenza,     Noi possiamo plasmare i nostri modi di fare e
è chiaro che la qualità e la quantità delle leggi     di vivere.
approvate risentano della presenza femminile
nelle istituzioni.                                    La politica, le istituzioni
La pari rappresentanza è, infatti, un presuppo-       Nel lontano 1964 il VII Congresso dell’Udi ave-
sto per quelle politiche, ecco perché dobbiamo        va questa parola d’ordine: “Non è la donna che
continuare a batterci: la presenza delle donne        si deve adeguare alla società, ma la società che si
a partire dalle istituzioni porta in quelle aule      deve adeguare alle donne”.
competenze, esperienza, culture e interessi di        È passato più di mezzo secolo e questo non si è
cui, altrimenti, resteremmo privi.                    realizzato, nonostante le donne siano più accul-
Tutto questo è stato possibile perché, in quel        turate e presenti nelle attività produttive, nelle
marzo del 1946 a dodici mesi di distanza dalla        professioni, nei media, nelle università ecc., no-

                                                                                                        19
nostante siano cambiati i rapporti interpersona-       Prevale in larghi strati della popolazione l’indiffe-
li tra i due sessi.                                    renza nei confronti della politica, sentita lontana,
Oggi la donna subisce un pesante contrattacco          su cui non si può incidere, ridotta a triste spetta-
per quel che riguarda le conquiste che aveva fatto     colo nei troppi talk show che assediano le nostre
rispetto all’autodeterminazione nella maternità,       serate. Non solo, riemergono pericolose contrap-
nell’aborto, nella procreazione assistita; con la      posizioni di matrice confessionale che mettono in
crisi economica degli ultimi anni sono tantissi-       discussione anche la laicità dello stato, assistiamo
me le donne che hanno perso il posto di lavoro,        al ritorno di ideologie reazionarie, razziste, xeno-
lo smantellamento del welfare le porta a doversi       fobe e anche misogine. Le donne dovrebbero aver
accollare il lavoro di cura nei suoi diversi aspetti   ben chiaro che queste sono le peggiori manifesta-
(dai nipoti ai familiari più anziani e fragili).       zioni della cultura maschilista.
E le donne che si trovano in situazioni di potere      Per questo oggi una battaglia sullo specifico
si muovono con ritmi e modalità che sono trat-         femminile non serve più, l’impegno delle don-
te da un modello maschile, quello su cui sono          ne non può essere più rivolto al proprio interno,
modellate tutte le nostre società. C’è ancora oggi     autoreferenziale, ma si dovrebbe pensare a come
da fare i conti con una società dove il pubblico è     poter incidere direttamente sul sistema sociale,
maschile e il privato femminile, non si è ancora       sugli ordinamenti politici, bisognerebbe chie-
costruito un assetto sociale e politico configurato    dersi come impattare, incidere sui programmi
a misura di uomini e donne.                            e sull’agenda di partiti, istituzioni e governo e
Quello che ha bloccato il percorso che l’Udi e         porre in queste sedi il problema della democra-
altri movimenti delle donne volevano intrapren-        zia duale.
dere, cioè superare questa divisione, è stato forse    E in questo tipo di azioni le donne non possono
da un lato l’abbaglio /equivoco che il crescente       più porsi da sole, ma dovrebbero piuttosto farsi
ingresso delle donne nei vari settori della socie-     promotrici di un percorso comune di uomini e
tà, proprio degli anni ‘70/80, avrebbe portato a       donne perché il cambiamento lo si attua solo
un superamento ‘naturale’ di tale divisione, senza     insieme.
vedere che era possibile solo grazie all’omologa-      Questo periodo di crisi potrebbe essere favo-
zione delle donne al modello maschile. Dall’altro      revole a un cambio dei parametri. Se abbiamo
lato un peso notevole ha avuto la posizione di         studiosi come Amartya Sen, per citarne uno e
parte notevole del movimento femminista che te-        prima di lui Robert Kennedy (nel marzo del
orizzava il rifiuto di misurarsi con le istituzioni:   1968 tre mesi prima di essere ucciso), che so-
“i tempi delle donne non sono i tempi della poli-      stengono che adottare il Pil come unico para-
tica” si diceva. Una delle più importanti teoriche     metro per misurare la ricchezza di una nazione
del movimento femminista, Luisa
Muraro, sosteneva che la “politica
delle donne è del tutto indipen-
dente dalla storia degli uomini:
prescinde da crisi, da guerre, dal
sistema sociale, dagli ordinamenti
statuali”, col femminismo si ar-
rivò, ad un certo punto alla con-
trapposizione uomo/donna. Che
certo, in un momento di rottura,
di superamento di modelli e di
riferimenti culturali è stata anche
necessaria.
Oggi, sia a livello nazionale che
mondiale, sono aumentati gli squi-
libri e le disuguaglianze sociali.

20 Numero 4/5 • Aprile-Maggio 2017
è fuorviante perché non solo non ci dice come la         gnamento all’umanità. Le parole di tolleran-
ricchezza è distribuita, ma tanto meno ci par-           za e di riconferma di quell’essere cittadini del
la di fattori qualitativi come istruzione, salute,       mondo, valori a cui si sono ispirati i loro figli
qualità della vita, godimento dei diritti; se si è       riconfermando così quell’apertura, mi riferisco
aperto questo filone di ragionamenti allora lo           alla madre di Giulio Regeni e alla famiglia di
spazio per le donne nel ridisegnare una futura           Valeria Solesin.
società c’è. Si apre proprio se riflettiamo anche        E poi ancora, lezioni di alto valore civile ci ven-
su uno stereotipo che vuole efficienza, produt-          gono da quelle donne venute agli onori della
tività, competitività come valori maschili e ri-         cronaca come le nonne di Lesbo, quel piccolo
sparmio, allocazione ottimale delle risorse disponibi-   avamposto greco di fronte alle coste turche.
li, uso oculato del tempo come valori prettamente        Quelle donne, la prima cosa che hanno fatto
femminili.                                               è stato assistere i bambini, quelli che vengo-
                                                         no “dall’altra parte” come i Greci chiamano i
Storie di oggi                                           Turchi. Le nonne di Lesbo hanno messo in fila
Molto spesso una disponibilità a un dialogo sen-         una sfilza di biberon per dare le cure necessarie
za parlarci addosso è già un pezzo del merito.           a quei bambini, indipendentemente dal colore
Oggi il populismo spadroneggia nella nostra              della pelle.
società, così come la divisione tra buoni e cat-         Ci aggiungeremo volentieri, sia noi che lo Spi
tivi – dove i cattivi sono quelli che non la                  nazionale, a quella petizione per assegnare
pensano come te e i buoni quelli che ti                            a Mariuccia Maurapidu, 85 anni – la
danno ragione.                                                        cui piccola casa ha la porta d’entra-
Berlusconi vedeva comunisti da                                         ta in Grecia e la finestra che guar-
tutte le parti.                                                         da alla Turchia – il premio Nobel
Il populismo traccia una linea                                          per la Pace.
senza distinguere le storie, le bio-                                    Voglio chiudere così, con esempi
grafie, senza accettare la diversi-                                     di donne che ci indicano una stra-
tà, che è la bellezza della vita.                                       da diversa per guardare al mondo
E senza accettare i cambiamenti,                                       praticando un vecchio insegnamen-
quelli prodotti dal dubbio e dalla ne-                              to di un uomo, Pietro Ingrao, che ci
cessità di adattare le proprie convinzio-                          ha appena lasciato dopo la sua vita cen-
ni al mutamento del tempo storico.                                 tenaria: “se non sai da che parte stare,
Sforzarsi umilmente di capire il pro-                             se non sai che strada scegliere, guarda
prio tempo è spesso il miglior modo                             il mondo dalla parte dei più deboli, ti
di essere fedeli ai propri valori fondamentali.          cambierà la prospettiva e le tue scelte avranno
La contaminazione ci fa riscoprire il dubbio, la         il fondamento della giustizia sociale”.
contaminazione dei generi e quella delle cultu-          Non ci sono strade obbligate cui rassegnarci.
re è ossigeno. La libertà nasce da lì!                   Per il pezzo che ci compete, lo Spi, cerca di
Tutti gli Isis del mondo e della storia hanno            praticare una strada, sporcandosi le mani tut-
bruciato i libri e distrutto luoghi come Palmira         ti i giorni, nelle nostre 230 leghe e nei 1131
poiché sanno che le idee e la storia sono il prin-       comuni, nelle Camere del lavoro, tra la nostra
cipale nemico del totalitarismo.                         gente per fare della Cgil un sindacato utile.
Avere curiosità è l’unico antidoto e, per fortuna,       A voi, care compagne, va il nostro riconoscimen-
lo Spi è curioso, è tanto curioso.                       to e la nostra gratitudine per essere parte della
Un popolo di uomini e di donne che persegue              nostra organizzazione e per il continuo aiuto che
l’umiltà dell’intelligenza contro l’arroganza            ognuna di voi dà allo Spi e alla Cgil!
degli stupidi.
E ci sono donne che anche in questi giorni
di terrore per il mondo intero, donne colpite
negli affetti più cari, che lanciano un inse-

                                                                                                         21
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