Il ruolo del Case Manager e Il Case-Management nel Post Acuzie
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Servizio Sanitario Nazionale Regione Marche Azienda Ospedaliera Ospedali Riuniti Marche Nord Presidio Ospedaliero Santa Croce Viale Veneto, 2 - 61032 Fano UNITA’ DI CURA POST-ACUZIE Il ruolo del Case Manager e Il Case-Management nel Post Acuzie Inf.CASE MANAGER Francesca Bonci Unità di Cure Post-Acuzie - Fano
L’Infermiere Case Manager… …è l’operatore a cui viene delegato il compito di collegare e fare interagire le diverse figure dell’equipe multiprofessionale e che definisce la valutazione del piano assistenziale per ogni singolo caso, con particolare responsabilità circa la consapevolezza dei bisogni dell’assistito e delle risorse disponibili… Il case manager è il referente del caso, garantisce la presa in carico dell’utente e della sua famiglia favorendo la partecipazione attiva dell’utente, il coordinamento e la continuità tra i servizi ospedalieri e territoriali…
La presa in carico Prendere in carico significa seguire nel tempo i problemi dei pazienti, garantire la continuità tra ospedale e territorio (continuità di assistenza e di informazione), farsi carico anche dei problemi emotivi e non solo di quelli clinici, fornire un riferimento continuo. [Haggerty 2003]
La prevalenza oggi di malattie croniche che evolvono nel tempo presentando fasi differenti, richiede nuove “forme organizzative” che integrino i luoghi e i diversi professionisti coinvolti. Numerose e differenti Multi- Multi- sedi di disciplinarietà professionalità erogazione Sistema integrato per la gestione del percorso del paziente fragile
Valutazione dei Bisogni e definizione del Piano Assistenziale Obiettivo Erogazione di assistenza appropriata con identificazione del percorso idoneo alla dimissione Responsabilità Case manager - Equipe ospedaliera e territoriale - Tempi Subito dopo la segnalazione del paziente Modalità Visita al paziente in ospedale Colloquio con la famiglia/care-giver
Attivazione delle risorse territoriali Dimissione concordata Obiettivo Continuità assistenziale del paziente alla dimissione dall’ospedale Responsabilità Case manager Tempi Subito dopo la valutazione in Ospedale Modalità 1. Ricerca del Posto Letto in Residenza (RSA,CP) 2. Attivazione dei servizi territoriali (MMG, IP, Ass.sociali, SAA)
“…i percorsi assistenziali sono lo strumento più idoneo per un’analisi complessiva, che abbraccia sia gli aspetti clinico-assistenziali che quelli sociali e organizzativi, sviluppando le dimensioni della qualità professionale e le dimensioni della qualità organizzativo-gestionale.” “In questo ambito risulta fondamentale la costituzione di percorsi integrati per la continuità assistenziale, da intendersi sia a livello interdipartimentale che territoriale…”
PUNTI DI FORZA Case Manager come agente di integrazione Effettiva rispondenza ai bisogni del paziente Coordinamento dei diversi tipi di assistenza De-istituzionalizzazione Comunicazione continua e collaborativa Inserimento nella rete dei servizi Realizzazione di punti/figure di riferimento
“Funzione dell’infermiere è quella di assistere l’individuo sano o malato, per aiutarlo a compiere tutti quegli atti tendenti al mantenimento della salute o alla guarigione, atti che compirebbe da solo se disponesse della forza,della volontà o delle cognizioni necessarie, e di favorire la sua partecipazione attiva in modo da aiutarlo a riconquistare il più rapidamente possibile la propria indipendenza”(1960)
persona • Individuo che necessita di assistenza per poter giungere ad uno stato di salute e di indipendenza oppure ad una morte serena • l’uomo tende a una condizione di indipendenza • l’uomo necessita di forza, volontà o conoscenze per eseguire attività necessarie ad una vita sana
salute • La definizione di salute è strettamente collegata al concetto di indipendenza indipendenza capacità di un individuo di operare in modo indipendente rispetto al soddisfacimento dei 14 bisogni fondamentali
Assistenza infermieristica • Aiuto che viene dato al paziente nel soddisfacimento dei 14 bisogni fondamentali, con l’obiettivo di creare le condizioni affinchè possa recuperare velocemente l’indipendenza • l’infermiere supplisce l’individuo nelle sue funzioni vitali e fondamentali
I 14 bisogni fondamentali • Respirare • mangiare e bere • espletare i bisogni corporali • muoversi e mantenere una posizione confortevole • dormire e riposare • vestirsi e spogliarsi • mantenere la temperatura del corpo entro limiti normali • essere pulito e proteggere i tessuti cutanei • evitare pericoli • comunicare con gli altri • praticare la propria religione • agire per la propria realizzazione • divertirsi • apprendere
Fonti di difficoltà • Si intendono le ragioni che impediscono all’individuo di soddisfare i propri bisogni fondamentali. • Le cause dei problemi di dipendenza sono di tre tipi: – mancanza di forza fisica – mancanza di conoscenza – mancanza di volontà
Infermiere come agisce? • Applica i tre livelli della relazione infermiere-paziente: – sostituto (fornisce al paziente ciò che gli manca per essere autonomo) – aiutante (lo sostiene) – partner (lo educa e lo informa)
Assistenza infermieristica • Definito come: comportamento osservabile che si espleta mediante la prestazione • l’obiettivo che si pone è di fornire la risposta al bisogno specifico di assistenza infermieristica delle persone
• il piano di assistenza
Cos’è il piano di assistenza È lo strumento che permette di documentare il processo di assistenza infermieristica Metodo scientifico di risoluzione dei problemi specifico della disciplina infermieristica SI DOCUMENTA NELLA CARTELLA INFERMIERISTICA
Esiste un obbligo legislativo per utilizzare la cartella infermieristica? • Con la Legge n. 42 del 26/2/99 si sono definiti due importanti elementi della vita professionale dell'infermiere: - la sostituzione della definizione "professione sanitaria ausiliaria" con la definizione "professione sanitaria". - l'abolizione del DPR 225/74 conosciuto come il "Mansionario". • La cartella infermieristica è Atto pubblico in senso lato (la sua adozione è riconosciuta nel D.P.R. 384 del 1990) perché redatto da un incaricato di pubblico servizio nell'esercizio delle sue funzioni • Per quanto concerne la regolare compilazione, il segreto e la conservazione sono applicabili le normative dedicate alla cartella clinica.
Il Processo di assistenza è il metodo che permette in modo sistematico di raggiungere lo scopo della dell’assistenza infermieristica: aiutare gli individui, le famiglie e i gruppi a determinare e raggiungere il loro potenziale fisico, mentale e sociale, nel contesto mutevole dell’ambiente in cui essi vivono e lavorano
Il processo di assistenza è formato da 4 fasi: • raccolta dati o accertamento • pianificazione con indentificazione del problema e/o diagnosi infermieristica • attuazione • valutazione dei risultati
scopo • Identificare i problemi per affrontarli in modo logico • Risolvere i problemi • soddisfare i bisogni della persona in modo individualizzato
Caratteristiche del processo • È circolare e dinamico • è valutabile • è riproducibile • è osservabile • è centrato sull’utente/paziente (suoi problemi)
• Il processo di assistenza permette di coniugare la struttura teorica e concettuale dell’assistenza con la struttura sintattica cioè con proceure, strumenti, elementi applicativi, scale di valutazione ecc… • la struttura concettuale è costituita dall’insieme di teorie elaborate nel contesto disciplinare • lo scopo di una teoria è di descrivere, spiegare, predeterminare e controllare i risultati
PROCESSO DI ASSISTENZA E PROBLEM SOLVING IL PROCESSO ASSISTENZIALE E’ UN METODO DI IDENTIFICAZIONE DEI PROBLEMI. DERIVA DAL METODO SCIENTIFICO, MA NON E’ PRIVO DI INFLUENZE VALORIALI. (Gordon, 1994)
PROCESSO DI ASSISTENZA E PROBLEM SOLVING SI ATTUA ATTRAVERSO L’APPLICAZIONE DI UN PROCESSO CHE INIZIA DALLA IDENTIFICAZIONE DEI PROBLEMI VALUTAZIONE DEGLI INTERVENTI PIANIFICATI
FASI DEL PROCESSO ASSISTENZIALE • ACCERTAMENTO • PIANIFICAZIONE * DEFINIZIONE DIAGNOSI * IDENTIFICAZIONE OBIETTIVI * SCELTA INTERVENTI • ATTUAZIONE DEGLI INTERVENTI • VALUTAZIONE
Dati anagrafici Dati sui livelli di ACCERTAMENTO: e di ricovero dipendenza e problemi o diagnosi infermieris. A Schema - Parti PIANIFICAZIONE e C) INTERVENTI INFERMIERISTICI ATTUAZIONE: Pianificazione Attuazione B della cartella infermieristica C D ATTUAZIONE: SCHEDE COLLABORATIVE Scheda terapia Scheda Scheda Scheda ..... SCHEDA TERAPIA diagnostica parametri SCHEDA DIAGNOSTICA SCHEDA PARAMETRI VITALI SCHEDA ....... S.1 S.2 S.3 S.n SCHEDA DI E) DIMISSIONE e TRASFERIMENTO Scheda di TRASFERIMENTO VALUTAZIONE: dimissione E
FASI DEL PROCESSO ASSISTENZIALE • ACCERTAMENTO • PIANIFICAZIONE * DEFINIZIONE DIAGNOSI * IDENTIFICAZIONE OBIETTIVI * SCELTA INTERVENTI • ATTUAZIONE DEGLI INTERVENTI • VALUTAZIONE
Analisi dei dati Raccolta dati interpretazione in base alla situazione interpretazione influenzata da: • conoscenza • esperienza • valori identificazione dei problemi della
STRUMENTI VALIDATI E RICONOSCIUTI DALLA COMUNITA’ SCIENTIFICA SCALE DI RILEVAZIONE, ORGANIZZAZIONE E ANALISI DEI DATI • SCALA DI BRADEN • SCALA DI BARTHEL • SCALA DI GLASGOW
ORGANIZZAZIONE DEI DATI E LORO ANALISI UTILIZZO DI MODELLI CONCETTUALI DI RIFERIMENTO O TEORIE INFERMIERISTICHE CHE SERVONO DA GUIDA • MODELLI, SCHEMI, CONCETTI E LINGUAGGIO COMUNE • CONDIVISO E CONDIVISIBILE • FONDATO SU BASI SCIENTIFICHE
FASI DEL PROCESSO ASSISTENZIALE • ACCERTAMENTO • PIANIFICAZIONE * DEFINIZIONE DIAGNOSI * IDENTIFICAZIONE OBIETTIVI * SCELTA INTERVENTI • ATTUAZIONE DEGLI INTERVENTI • VALUTAZIONE
Documentare la PIANIFICAZIONE INFERMIERISTICA OGGI E’ LA PARTE DEL PROCESSO DI ASSISTENZA MENO DOCUMENTATA NELLA PRATICA QUOTIDIANA, PUR ESSENDO AMPIAMENTE UTILIZZATA IN FORMA VERBALE DOMANI UN DOCUMENTO SCRITTO, COMPLETO, RINTRACCIABILE, CONFRONTABILE, UNIVOCO, RAPPRESENTATIVO E APPROPRIATO
IDENTIFICAZIONE DEGLI OBIETTIVI •Gli obiettivi si definiscono dopo la formulazione della diagnosi infermieristica •Sono la meta da raggiungere in termini di risultati previsti per la persona •Non devono essere espressi in termini di azioni infermieristiche e neppure in maniera vaga •Deve essere una descrizione precisa dei comportamenti che la persona dovrà compiere e o dei risultati che dovrà raggiungere
SCELTA DEGLI INTERVENTI Risponde alla necessità di definire gli interventi assistenziali da attuare Per interventi si intende ogni trattamento di assistenza diretta che l’infermiere compie a beneficio della persona, hanno origine Dai trattamenti prescritti dal Dagli obiettivi medico e relativa gestione Che derivano dalla delle complicanze formulazione della Problemi collaborativi Diagnosi infermieristica
REGISTRAZIONE DELLA PIANIFICAZIONE E ATTUAZIONE La registrazione degli interventi consente agli infermieri di: •Condividere la gestione dell’assistenza generale infermieristica della persona •Garantire la continuità assistenziale •Modificare la pianificazione in funzione della valutazione dello stato di salute della persona •Integrare gli aspetti standardizzati del percorso clinico assistenziale con la Visione olistica della persona
VALUTAZIONE FINALE •VERIFICA DEI RISULTATI DEL PROCESSO DI ASSISTENZA FEEDBACK FINALE •VALUTAZIONE DELLE FASI FEEDBACK CONTINUO
LUNGODEGENZA POSTACUZIE : un po’ di storia • Dalla fine degli anni ’80 e all’ inizio degli anni ’90 la Sanità italiana ha iniziato un processo di modifica strutturale rimarcato da una sempre crescente attenzione a modelli gestionali volti a realizzare una assistenza efficace ed efficiente, organizzata secondo livelli di intensità di cure.
QUALE TIPOLOGIA DI PAZIENTI?
LUNGODEGENZA POSTACUZIE : Delibera Regione E.R. 1997/1455 …. Pazienti in fase post-acuzie stabilizzati Questa categoria comprende ad esempio: a) Pazienti con recenti fratture e/o con apparecchi gessati che comunque necessitino di lungo riposo a domicilio, in carenza di sostegno familiare adeguato. b) Cardiopatici a bassa gravità clinica e non complicati, con quadro clinico acuto a rapida risoluzione (ad es. cardiomiopatia ischemica cronica riacutizzata, edema polmonare acuto recidivante in cardiomiopatia cronica) diabetici in scompenso lieve, etc., per cui persiste la necessità di trattamento sanitario di ridotta intensità. c) Pazienti reduci da malattie acute che, non potendo presumibilmente recuperare un'autonomia completa, sono in attesa di essere accolti presso strutture residenziali extraospedaliere. d) Broncopneumopatici cronici con lieve/media insufficienza respiratoria, il cui iter diagnostico in fase acuta è già concluso, ma sono considerati ancora suscettibili e bisognosi di sorveglianza medica. e) Sindromi ipocinetiche secondarie a patologie comunque t bili t
LUNGODEGENZA POSTACUZIE : Delibera Regione E.R. 1997/1455 …. Pazienti in fase post-acuzie non stabilizzati Possono essere descritti secondo due categorie: A1) Pazienti che a seguito della fase acuta di definizione diagnostica e trattamento della patologia responsabile del ricovero, in via di regressione, presentano tuttavia pluripatologie e/o instabilità clinica tali da rendere necessario un ulteriore periodo di sorveglianza medica e, soprattutto, di assidua assistenza infermieristica, al fine di recuperare un buon compenso clinico A2) Pazienti che a seguito della fase di definizione diagnostica e trattamento della patologia per cui è stato effettuato il ricovero hanno recuperato un buon compenso clinico ma nei quali persistono limitazioni nelle condizioni di autosufficienza che richiedono un periodo di riabilitazione estensiva (generalmente non superiore ai 30 giorni) con finalità di recupero, anche attraverso un progetto riabilitativo individualizzato.
LUNGODEGENZA POSTACUZIE : per chi e come ? - PAZIENTE POLIPATOLOGICO spesso ANZIANO CHE HA PRESENTATO UNA INSTABILIZZAZIONE SEVERA - Scompenso cardiaco - BPCO - Infezione severa con necessità di continuazione di terapie non fattibili a domicilio - Stabilizzazione di sintomatologie dolorose
LUNGODEGENZA POSTACUZIE : per chi e come ? - PAZIENTI CHE NECESSITANO DI TERMINARE UN PERCORSO RIABILITATIVO - DI AMBITO INTERNISTICO - Ictus cerebrale - Disfagici e/o pazienti con percorso nutrizionale finalizzato a nutrizione enterale domiciliare
Problemi della vita reale: • L’invecchiamento demografico nei pazienti ricoverati è stato “drammatico” negli ultimi 10 anni e ha fatto saltare ogni programmazione • Molti dei pazienti ricoverati nei reparti medici per acuti sono malati cronici anziani polipatologici ed il confine tra acuto e post-acuto, stabilizzato e parzialmente stabilizzato può essere pertanto sfumato. • Anche i pazienti ricoverati nei reparti chirurgici si sono molto modificati negli ultimi 10 anni : anche in questo caso l’età e la polipatologia hanno creato uno scenario nuovo • in questo contesto il timore paventato nella delibera 1455/1977 che la dimissione precoce favorita dal sistema di finanziamento a DRG potesse comportare rischi per la salute del paziente in assenza di una assistenza adeguata post-acuzie è più che mai attuale
Post-acuzie:modelli organizzativi -Il modello organizzativo post-acuti deve prevedere una multidimensionalità,una gestione della complessità legata alla tipologia della maggior parte dei pazienti che può essere garantita solo da una gestione strettamente integrata medico-infermieristica di formazione internistica. -Per i pazienti cronici con prevalenti bisogni socio-assistenziali è peraltro perfino eccessivo pensare ad una gestione infermieristica ospedaliera,che spesso risulta frustrante per gli operatori
• Considerato l'aumento esponenziale di pazienti anziani cronici e polipatologici ,solo con il potenziamento di altri modelli di “long-term care” (in particolare Hospice e RSA) si potranno decongestionare le LD post-acuzie da pazienti gestibili sul territorio • D’altronde,per le medesime considerazioni, si potrebbero ipotizzare sempre meno letti per malati acuti nei reparti chirurgici, prevedendo un rapido passaggio in reparti di post- acuzie provvisti di adeguata dotazione di personale medico e soprattutto infermieristico,per la gestione della complessità e per le finalità riabilitative.
Proprio considerata la tipologia dei pazienti il modello organizzativo non può essere che di tipo internistico • L'integrazione medico- infermieristica potrà prevedere modelli duttili anche in base alla disponibilità di professionalità dedicate (assistente sociale di ospedale; infermiere case- manager)
L’INFERMIERE CASE MANAGER CASE MANAGEMENT E RAPPORTO CON IL COORDINATORE
CASE MANAGEMENT E RAPPORTO CON IL COORDINATORE
ORGANIZZAZIONE RIMODULAZIONE DELLA RETE OSPEDALIERA: DIVERSIFICAZIONE DELL’OFFFERTA DELL’ASSISTENZA RESIDENZIALE SECONDO FORME DIVERSIFICATE IN BASE ALLE CARATTERISTICHE DEI PAZIENTI (P.A., L.D., R.I., R.E.) RIORGANIZZAZIONE DEI SERVIZI TERRITORIALI FORTE INTEGRAZIONE CON LE STRUTTURE TERRITORIALI: CARATTERISTICHE ASSISTENZIALI SIA DI MATRICE SANITARIA CHE SOCIALE NUOVA DEFINIZIONE DI MODELLI: ORGANIZZATIVI ,GESTIONALI, ASSISTENZIALI
MODELLI PROGETTI ASSISTENZIALI INDIVIDUALIZZATI FORTE INTEGRAZIONE TRA LE DIVERSE PROFESSIONALITA’ RUOLO ATTIVO DEL PAZIENTE E/O CARE GIVER INTERAZIONE CON IL CONTESTO SOCIALE CONOSCENZA DEL TERRITORIO E DELLE RISORSE DISPONILI FORTE INTEGRAZIONE FRA I PROFESSIONISTI DEI DUE CONTESTI
MODELLI PROGETTI ASSISTENZIALI INDIVIDUALIZZATI COMPLESSITA’ ASSISTENZIALE TIPOLOGIA ED INTENSITA’ DELL’ASSISTENZA RICHIESTA APPROPRIATEZZA DEL PROGETTO IDIVIDUATO OTTIMIZZAZIONE DELLE RISORSE DISPONIBILI
I MODELLI ORGANIZZATIVI INFERMIERISTICI FASE ACUTA: IL BISOGNO DI ASSISTENZA MEDICA È MAGGIORMENTE RAPPRESENTATO PER PREVALENZA E PER INTENSITÀ FASE POST-ACUTA: IL BISOGNO DI ASSISTENZA INFERMIERISTICA È QUELLO MAGGIORMENTE RAPPRESENTATO PER PREVALENZA E PER INTENSITÀ
I MODELLI ORGANIZZATIVI INFERMIERISTICI PREVALENZA DELLA FORMA DI ASSISTENZA INFERMIERISTICA AUTONOMA PREVALENZA DELLA FORMA DI ASSISTENZA INFERMIERISTICA IN CORRESPONSABILITÀ CON L’AREA RIABILITATIVA E SOCIALE
I MODELLI ORGANIZZATIVI INFERMIERISTICI il management IL COORDINATORE E IL MANAGEMENT ORGANIZZATIVO L’ICM E IL MANAGEMENT CLINICO L’INFERMIERE E IL MANAGEMENT ASSISTENZIALE
I MODELLI ORGANIZZATIVI INFERMIERISTICI I processi: PRESA IN CARICO ASSISTENZA DIMISSIONE I principi : continuità assistenziale valutazione del rischio per il pz.
IL RUOLO STRATEGICO DEL COORDINATORE CONDIVIDE, INDIVIDUA , IMPLEMENTA E SVILUPPA OBIETTIVI: AZIENDALI, DIPARTIMENTALI, DI UNITÀ OPERATIVA, TERRITORIALI CHE SI SVILUPPANO NELL’UNITÀ ASSISTENZIALE. IL RUOLO E’ QUELLO DI GUIDA E SOSTEGNO NEL CAMBIAMENTO PER IL SUO STAFF
IL RUOLO STRATEGICO DEL CASE MANAGER Condivide con il Coordinatore le modalità di Accoglienza, Assistenza, Dimissione del Paziente Condivide con il Coordinatore gli Strumenti necessari alla gestione dei percorsi Clinico/Assistenziali Garantisce il coordinamento del progetto assistenziale individualizzato con gli Infermieri Sovrintende al corretto raccordo con i servizi necessari
IL SISTEMA DI VERIFICA DEL COORDINATORE CONDIVIDE GLI INDICATORI, VALUTA E VERIFICA GLI ASPETTI QUALI E QUANTITATIVI DELL’ATTIVITA’ SVOLTA INDIVIDUA E CONDIVIDE I CORRETTIVI NECESSARI
IL SISTEMA DI VERIFICA DEL CASE MANAGER VALUTA E VERIFICA IL PERCORSO CLINICO/ASSISTENZIALE CONCORRE CON GLI INFERMIERI ALLA VALUTAZIONE E VERIFICA DEL PIANO ASSISTENZIALE CONCORRE AL SISTEMA DI VALUTAZIONE DEGLI OBIETTIVI INTERDISCIPLINARI (TEAM) E NE VERIFICA IL RAGGIUNGIMENTO
ASPETTI ORGANIZZATIVO/ GESTIONALI DEL COORDINATORE INDIVIDUA I MODELLI ASSISTENZIALI E GESTIONALI CONDIVIDE GLI STRUMENTI OPERATIVI
ASPETTI ORGANIZZATIVO/ GESTIONALI DELCASE MANAGER AGISCE SECONDO IL MODELLO ASSISTENZIALE AGISCE SECONDO IL MODELLO GESTIONALE CONCORRE ALLA CORRETTA COMPILAZIONE DELLA DOCUMENTAZIONE CLINICO/ASSISTENZIALE UNITAMENTE AGLI INFERMIERI DELL’EQUIPE
IL COORDINATORE E IL FABBISOGNO DI CONOSCENZE E’ RESPOSNSABILE DELLA FORMAZIONE DEGLI OPERATORI DEL SUO STAFF GARANTISCE LA FREQUENZA AI CORSI DI AGGIORNAMENTO IMPLEMENTA PROCESSI DI APPRENDIMENTO/AGGIORNAMENTO E’ GARANTE DELLA QUALITA’ DELL’ASSISTENZA EROGATA COLLABORA CON LE UNIVERSITA’ E CON ALTRI ISTITUTI DI FORMAZIONE NEL PIANO DI STUDI DEGLI STUDENTI ACCOLTI
L’ICM E IL FABBISOGNO DI CONOSCENZE RILEVA GLI ELEMENTI DI CRITICITA’ IN COLLABORAZIONE CON GLI INFERMIERI SOSTIENE IL NEO-ASSUNTO/INSERITO NEL PROCESSO DI INSERIMENTO COLLABORA CON IL TUTOR DEGLI STUDENTI NELLA FUNZIONE DI INSEGNAMENTO
IL COORDINATORE E LE RISORSE E’ GARANTE DEL CORRETTO APPORTO DI RISORSE MATERIALI, TECNICHE E PROFESSIONALI GARANTISCE UN EFFICACE PASSAGGIO DI INFORMAZIONE NEL CAMBIAMENTI ORGANIZZATIVI DEI SERVIZI CHE AFFERISCONO L’U.A. (MAGAZZINO, FARMACIA, ETC.) NEGOZIA LE RISORSE ED I PROGETTI DI CAMBIAMENTO
L’ICM E LE RISORSE GARANTISCE IL CORRETTO APPORTO DI RISORSE MATERIALI, TECNICHE E PROFESSIONALI AI PAZIENTI PRESI IN CARICO DISCUTE CON GLI INFERMIERI LA QUALITA’ DELLE RISORSE DA ACQUISIRE PER I PAZIENTI ACCOLTI
IL COORDINATORE E LE POSIZIONI DI LAVORO DEFINISCE LE POSIZIONI DI LAVORO DEI COLLABORATORI CONDIVIDE IL PIANO DELLE ATTIVITA’ DEFINISCE LA TURNISTICA E CONDIVIDE LE MODALITA’ DI GESTIONE GESTISCI I PROCESSI DI VALUTAZIONE DEL PERSONALE ALLE SUE DIPENDENZE, VALORIZZA LE CAPACITA’ E I SITEMI PREMIANTI
L’ICM E LE POSIZIONI DI LAVORO SI INSERISCE NEL PROPRIO PIANO DI ATTIVITA’ CONDIVIDE IL PIANO DI LAVORO CON GLI INFERMIERI FUNGE DA RACCORDO NEI DIVERSI MOMENTI ASSISTENZIALI
IL COORDINATORE E LE RELAZIONI LA RELAZIONE E’ L’ELEMENTO PIÙ COMPLESSO E PIÙ QUALIFICANTE DEL COORDINATORE, RISENTE DEGLI IMPUT ESTERNI , INTERNI ALL’ORGANIZZAZIONE, DEL SISTEMA PAZIENTE/FAMIGLIA RICHIEDE CONOSCENZA ED EQUILIBRIO RAPPRESENTA LO STAFF ASSISTENZIALE AI DIVERSI LIVELLI DELL’ORGANIZZAZIONE
L’ICM E LE RELAZIONI E’ L’ELEMENTO CHE STA ALLA BASE DELLA SUA FUNZIONE NEL RUOLO DI: SOSTEGNO, DI GUIDA PER IL PAZIENTE E I CARE GIVERS DI GESTORE DI PERCORSI INTRA ED EXTRA-OSPEDALIERI COLLABORA CON IL TEAM NELL’ORIENTAMENTO DEGLI ASSISTITI NEL RIENTRO AL DOMICILIO O VERSO LE STRUTTURE TERRITORIALI CONTIBUISCE A CONTENERE L’ANSIA NELL’ELABORAZIONE DELLA DIAGNOSI E A MANTENERE UN CLIMA TERAPEUTICO
IL RAPPORTO ILCOORDINATORE SVILUPPA LE SUE COMPETENZE SUL VERSANTE ORGANIZZATIVO E GESTIONALE DELL’EQUIPE ASSISTENZIALE L’ICM SVILUPPA LE SUE COMPETENZE NEL GOVERNO DEI PERCORSI CLINICO ASSISTENZIALI
CASE MANAGEMENT • Meccanismo autonomo di miglioramento dell’efficacia e dell’efficienza dell’assistenza sanitaria, basato sulla logica di coordinamento delle risorse da utilizzare per la specifica patologia di un paziente attraverso le diverse strutture e organizzazioni del Sistema Sanitario.
Case Management: componenti fondamentali • Conoscenza clinica ed economica del percorso di una malattia articolato sulla base di linee guida in grado di rispondere alle modalità di intervento di ogni fase del processo di intervento • Un sistema sanitario senza le tradizionali separazioni di struttura e specialità • Un processo in evoluzione capace di sviluppare le conoscenze cliniche, di ridefinire le linee guida e di modificare il sistema di cure
CASE MANAGEMENT • MODALITÀ DI GESTIONE CLINICO ORGANIZZATIVA, AD ELEVATA COMPLESSITÀ, CENTRATA SUL SINGOLO CASO Risponde ai principi della Community care, la migliore assistenza possibile per il minor costo e con la maggiore efficacia
GESTIONE DEL CASO NECESSITÀ - Contatto costante con paziente e familiari - Controllo dell’adesione alle terapie prescritte - Gestione agenda degli appuntamenti - Facilitazione dell’inserimento in attività riabilitative - Affiancamento ai familiari per la gestione sociale - Report di spesa per il singolo caso
Programma di intervento in case management per pazienti Alto Carico • Creazione di gruppi di discussione del caso con medico referente • Individuazione dei casi da gestire • Individuazione dei cases managers ed assegnazione individuale • Scelta dei canali di contatto immediato • Informazione ad utenza • Gestione • Valutazione in itinere
INTERAZIONE OSS - INFERMIERE CASE MANAGER NELL’UNITA’ ASSISTENZIALE POSTACUTI Ci presenti il paziente ?
Presa in carico in Post Acuti L’INFERMIERE CASE MANAGER PRESENTA ALL’OSS E ALL’INFERMIERE DI SETTORE IL PAZIENTE VALUTATO NEL REPARTO INVIANTE
Presa in carico in Post Acuti L’OSS , L’INFERMIERE CASE MANAGER E L’INFERMIERE DEL SETTORE INDIVIDUANO L’UNITÀ DA ASSEGNARE ALL’UTENTE IN BASE ALLA SUA AUTONOMIA, AL SESSO E AGLI OBIETTIVI ASSISTENZIALI DA RAGGIUNGERE
Presa in carico in Post Acuti L’OSS ACCOGLIE L’UTENTE E I FAMIGLIARI , LI ACCOMPAGNA IN CAMERA, ILLUSTRA LORO L’UNITÀ DI DEGENZA E LE ABITUDINI DI REPARTO
Presa in carico in Post Acuti L’OSS COLLABORA CON L’INFERMIERE NELLA RILEVAZIONE DEI PARAMETRI VITALI
ASSISTENZA L’OSS PARTECIPA ATTIVAMENTE CON L’EQUIPE INFERMIERISTICA AL BREAFING DI SETTORE , RIFERENDO PER CIÒ CHE È DI SUA COMPETENZA, SULL’ANDAMENTO DELLE ATTIVITÀ DI VITA DEI PAZIENTI
RESPONSABILITÀ MATRICE DI RESPONSABILITA’ DEL PROCESSO DI ACCOGLIENZA I.C.M INF OSS SET. Visita di pre –accoglienza R Identificazione degli obbiettivi a lungo termine e del R processo di dimissione Analisi delle risorse necessarie R Presentazione R Accoglienza in reparto R C Sistemazione nell’unità di degenza A Rilevazione dei parametri vitali all’ingresso R SA
Il primo dovere di un Case Manager è il prendersi cura dell’utente nella sua totalità, ponendolo al centro , assisterlo nelle cure , coordinarle e tenendo in considerazione principalmente la sicurezza, la tempestività , l’efficacia , l’efficienza e l’equità. Il processo del Case Management è centrato sull’utente e sui sistemi di supporto.
I Case Manager devono possedere un’elevata istruzione e formazione , un’elevata conoscenza e competenza delle pratiche clinico-assistenziali e possedere una giusta e necessaria esperienza per rendere effettivamente adeguate le cure e maggiormente sicure con un ottimo grado di qualità.
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