Il nuovo edificio del Centro per l'arte contemporanea Luigi Pecci di Prato
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Il nuovo edificio del Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato Il 16 ottobre 2016 inaugura il nuovo Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato, a seguito del completamento dell’avveniristico ampliamento a forma di navicella spaziale dell’architetto di stanza a Rotterdam Maurice Nio e della riqualificazione dell’edificio originario di Italo Gamberini. Questo intervento rende il Pecci l’unica istituzione pubblica dedicata all’arte contemporanea in Italia, e una tra le poche in Europa, a inaugurare un nuovo edificio nel decennio 2010-2020. Prima istituzione in Italia con una sede costruita ex novo per esporre, collezionare, conservare, documentare e diffondere le ricerche artistiche più avanzate – il Centro Pecci si appresta a diventare un punto di riferimento internazionale per la sperimentazione dei molteplici linguaggi artistici contemporanei. La sua missione sarà, infatti, quella di indagare tutte le discipline della cultura contemporanea, toccando anche cinema, musica, perfoming arts, architettura, design, moda e letteratura, cercando al contempo di avvicinare il più possibile l’arte alla società. A questo scopo il nuovo Centro, oltre a spazi espositivi più che raddoppiati, avrà a disposizione anche l’archivio e la biblioteca specializzata, che conta un patrimonio di oltre 50.000 volumi, il teatro all’aperto, un cinema/auditorium, uno spazio performativo all’interno delle gallerie, un bookshop, un ristorante, un pub/bistrot. Sarà un luogo non solo espositivo, ma il più versatile e trasformabile possibile, basato sulla sperimentazione e la ricerca. Punterà a una relazione dinamica con il suo pubblico, divenendo un luogo particolarmente attivo con il prolungamento dell’apertura alla
sera, quando alle mostre si affiancano performance, concerti e proiezioni, ma anche conferenze, laboratori e corsi per adulti. Photogallery “Sensing the waves”, Nuova ala progettata da Maurice Nio. Foto: Ivan D’Alì Chiudi “Sensing the waves”, Nuova ala progettata da Maurice Nio. Dettaglio. Foto: Ivan D’Alì Chiudi Entrata della nuova ala progettata da Maurice Nio. Foto: Ivan D’Alì Chiudi Interno della nuova ala progettata da Maurice Nio. Foto: Ivan D’Alì Chiudi “Sensing the waves”, Nuova ala progettata da Maurice Nio. Foto: Ivan D’Alì Chiudi “Sensing the waves”, Nuova ala progettata da Maurice Nio. Foto: Ivan D’Alì Chiudi Scala della nuova ala progettata da Maurice Nio. Foto: Ivan D’Alì
Chiudi Scala della nuova ala progettata da Maurice Nio. Foto: Ivan D’Alì Chiudi Il Centro Pecci viene aperto nel 1988 su iniziativa dell’imprenditore Enrico Pecci, e donato alla città in memoria del figlio Luigi. La sua missione è stata quella di promuovere la sensibilità verso l’arte emergente – nazionale e internazionale – attraverso programmi di mostre temporanee, attività didattiche, di documentazione e informazione, spettacoli ed eventi multimediali. Il Centro Pecci vanta una collezione di oltre 1.000 opere dei principali artisti internazionali: da Anish Kapoor a Jan Fabre, da Jannis Kounellis a Sol LeWitt, così come dei grandi italiani del secolo scorso, come Mario Merz o Michelangelo Pistoletto. La collezione è stata purtroppo per lungo tempo sacrificata nei magazzini per la mancanza di spazi espositivi. Per garantire la giusta valorizzazione di questo patrimonio, all’inizio degli anni Duemila il Centro Pecci ha deciso di raddoppiare la superficie espositiva e, allo stesso tempo, di ristrutturare l’edificio originario di Gamberini, che ormai presentava alcuni aspetti critici e obsoleti. I lavori di ampliamento, sostenuti dal Comune di Prato e dalla Regione Toscana attraverso i Fondi Europei, sono iniziati nel 2006 e sono stati incentrati sulla costruzione di una nuova ala dal forte impatto architettonico, collegata alla sede originaria, di cui nel frattempo sono stati riqualificati e potenziati funzioni e servizi. L’Ambasciata del Regno dei Paesi Bassi in Italia ha supportato la nascita del nuovo edificio. ll complesso, a conclusione dei lavori, si estenderà su una superficie di quasi 10.000 metri quadrati, e oltre agli spazi espositivi ospiterà un archivio e una biblioteca specializzata, che conta un patrimonio di oltre 50.000 volumi, un teatro all’aperto da 1.000 posti, un cinema/auditorium da
140 posti, uno spazio performativo da 400, un bookshop, un pub/bistrot e un ristorante, oltre a laboratori e varie sale d’incontro. Il progetto di Maurice Nio Il progetto di ampliamento del Centro firmato dall’architetto Maurice Nio si inserisce in un territorio a vocazione industriale, economicamente fertile, ma ancora privo di segni architettonici di spicco. È concepito come estensione e raccordo della struttura museale esistente, realizzata dall’architetto Italo Gamberini nel 1988 con un profilo ispirato al paesaggio industriale che caratterizza l’area circostante. Il complesso si trova all’ingresso est di Prato, lungo la direttrice ad alto scorrimento che da Firenze conduce a Pistoia. “Sensing the Waves” è il nome che lo stesso Nio ha proposto per il progetto e che posiziona il centro come “un’antenna, un sensore, un sistema in grado di intercettare (e di trasmettere) le forme di creatività e le produzioni artistiche presenti sul territorio”. La sua forma si presta alle più varie declinazioni della fantasia e dell’immaginazione: un disco, un anello, un’onda lunga, un ferro di cavallo, una nave spaziale, una virgola di luna, “un piercing”, come è già stato definito. Una presenza scenica, un segnale urbano, un elemento catalizzatore di attenzioni. Un oggetto che capta, sollecita reazioni, provoca visioni.
Scala della nuova ala progettata da Maurice Nio. Foto: Ivan D’Alì “Rispetto al carattere rigido e meccanico della struttura preesistente – in parte ispirato all’architettura industriale di Prato -, il nuovo progetto”, racconta Nio, “propone un linguaggio intessuto di forme fluide e sognanti. Abbraccia e circonda l’edificio originario, sfiorandolo solo quando è necessario”. La soluzione di Nio, inoltre, mira a stabilire un rapporto di interazione fra il tessuto urbano e il museo: l’area verde intorno al Centro Pecci – già sede di una collezione open air – è stata riorganizzata e resa più accessibile, più visibile sia dai viali e dalle strade che circondano il complesso museale, sia dai grandi occhi, simili a oblò, che si aprono sull’anello di Nio. L’arte contemporanea esce dalle quinte del museo e si apre alla città. I nuovi ambienti del Centro Pecci sono distribuiti lungo il volume dal profilo anulare che abbraccia la struttura esistente, rifunzionalizzandola. L’intervento di Nio si salda alle due estremità del complesso originario. Si sviluppa su
due livelli: quello inferiore ospita le funzioni ricettive e si apre verso la città attraverso una cortina vetrata che corre ininterrottamente da un’estremità all’altra dell’anello; quello superiore è destinato alle esposizioni e si offre all’esterno con un rivestimento metallico color bronzo. L’anello, oltre ad ospitare nuove funzioni, offre alla struttura preesistente l’occasione di raddoppiare e diversificare i suoi percorsi. Trasparenza e opacità, concavità e convessità, masse leggere e masse gravi interagiscono continuamente creando un’atmosfera di curiosità che esorta all’esplorazione degli spazi, a una passeggiata guidata dalle differenze e allo stesso tempo dalle complementarietà. In cima all’anello, in posizione laterale rispetto all’asse di simmetria del complesso museale, si erge l’“antenna”, simbolo della missione del nuovo programma culturale: captare emergenze creative e segnalare la loro presenza sul territorio. Dice Nio: “È un’antenna. Sonda gli umori culturali, alla ricerca di nuove correnti”. Crediti Progettista e direttore artistico: Maurice Nio (NIO architecten)/www.nio.nl Responsabile del procedimento per il Comune di Prato: Luca Piantini Direzione lavori: Paolo Bartalini (dal 2007 al 2012) Antonella Cacciato (2012) Massimo Lastrucci (dal 2013 al 2016) Progetto e direzione lavori per la ristrutturazione e l’adeguamento dell’edificio originale di Italo Gamberini: Antonio Silvestri Progetto sistemazioni esterne: Luca Piantini, Michele Faranda Geologo: Deborah Bresci (dal 2007 al 2011) Damiano Franzoni (dal 2012 al 2016) Progetto di ingegneria strutturale: Ingenieursbureau Zonneveld, Iacopo Ceramelli, Alberto Antonelli, Daniele Storai Direzione operativa delle opere strutturali: Andrea Vignoli, Claudio Consorti
Impianti meccanici e antincendio: Dante Di Carlo Impianti elettrici: Maurizio Mazzanti (CMA) Coordinatore per la sicurezza: Paola Falaschi Progetto illuminotecnico: Bernardo D’Ippolito (Kino Workshop) Leggi anche: Snøhetta completa l’ampliamento del SFMoma di San Francisco
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