IL MERCATO DEL LAVORO IN LOMBARDIA E NELLE PRINCIPALI REGIONI UE A SPECIALIZZAZIONE MANIFATTURIERA
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IL MERCATO DEL LAVORO IN LOMBARDIA E NELLE PRINCIPALI REGIONI UE A SPECIALIZZAZIONE MANIFATTURIERA Maggio 2018 Introduzione Questo approfondimento mette a confronto l’andamento sul periodo 2008-2017 dei principali indicatori nel mercato del lavoro lombardo con quelli di altre regioni italiane ed europee a vocazione manifatturiera, aggiornando un precedente contributo pubblicato nel 2016. Inoltre, l’approfondimento illustra i cambiamenti che sono intervenuti nei mercati del lavoro, confrontando le dinamiche del periodo più segnato dalla crisi economica (2008-2013) con quelle del periodo della ripresa economica (2013-2017). Le regioni considerate nel approfondimento sono, oltre alla Lombardia, il Veneto e l’Emilia-Romagna, per l’Italia; le regioni “Motori d’Europa” del Baden-Württemberg (Germania), Catalunya (Spagna) e Rhône-Alpes (Francia), e altre due regioni europee a forte specializzazione manifatturiera: la Baviera (Germania) e il West Midlands (Regno Unito). Vengono inoltre presentati i dati della ripartizione del Nord-ovest, il dato medio italiano e quello dell’Europa a 28. Per fornire una rappresentazione il più possibile esaustiva, sono stati utilizzati dati provenienti da diverse fonti (Eurostat, Istat, Rapporti di ricerca) e sono state effettuate alcune elaborazioni ad-hoc sui microdati Istat sulle forze di lavoro (mIcro.Stat)1. Gli anni considerati sono il 2008 (pre-crisi) il 2013 (inizio della ripresa) e il 2017 (o ultimo anno disponibile). L’analisi si basa sulle informazioni disponibili al 3 maggio 2018. Il contributo si compone nella seguente maniera: una prima parte inquadra il contesto economico generale, una seconda sezione illustra le dinamiche dei principali indicatori del mercato del lavoro, e una terza parte approfondisce l’analisi delle caratteristiche e dell’evoluzione dell’occupazione sul periodo 2008-2017. -1 I file mIcro.STAT- disponibili sul sito Istat- presentano le seguenti caratteristiche: (i) grazie ad una appropriata metodologia statistica volta a tutelare la riservatezza dei rispondenti, i dati mIcro.STAT possono essere scaricati liberamente e direttamente dal sito Istat;(ii) i dati sono ottenuti attraverso tecniche di campionamento applicate al file per la ricerca, di cui quindi eredita struttura, livello di dettaglio e trattamento delle variabili; (iii) a seguito del campionamento vengono calcolati i pesi di riporto all’universo da utilizzare per le analisi dei dati; (iv) precisione e accuratezza delle stime risultano inferiori rispetto a quelle ottenute utilizzando i microdati originali oppure il corrispondente file per la ricerca. Quindi è possibile che alcuni dati ottenuti elaborando il mIcro.STAT non coincidano con quanto già pubblicato dall’Istat. 1
Il mercato del lavoro in Lombardia e nelle principali regioni UE a specializzazione manifatturiera 1. Il quadro economico Nel 2016 e 2017 si consolida la ripresa dell’economia lombarda iniziata nel 2014. La stabilità politico- istituzionale europea e la ripresa del commercio globale hanno sostenuto la crescita dell’economia italiana e regionale: il 2017 vede una crescita tendenziale del PIL nazionale dell’1,6% e dell’1,8% in Lombardia, crescita che è sostenuta principalmente dalla domanda estera. Secondo le previsioni Prometeia sugli scenari delle economie locali2 anche per i prossimi anni l’economia lombarda dovrebbe continuare a crescere ad un tasso superiore rispetto a quello nazionale e quello delle altre regioni del nord ovest, sebbene con ritmi di crescita meno sostenuti (Tabella 1). Tabella 1 – Il PIL in Lombardia: variazioni percentuali su valori concatenati 2010 Ripartizione 2016 2017 2018 2019 2020 Lombardia 1,2 1,8 1,8 1,2 1,2 Nord ovest 0,9 1,7 1,7 1,1 1,1 Nord est 1,3 1,8 1,8 1,1 1,1 Italia 0,9 1,6 1,5 0,9 1,0 Fonte: Prometeia, Scenari per le economie locali, febbraio 2018 Rispetto alle altre regioni europee qui considerate, il PIL pro capite (in parità di potere d’acquisto3) lombardo è inferiore solo alle regioni del Baden-Württemberg e della Baviera, che superano abbondantemente i 40mila euro. Con i 37.300 euro del 2016, il PIL pro capite della Lombardia è superiore a quello registrato nelle altre regioni europee a specializzazione manifatturiera di Francia, Spagna e Gran Bretagna e delle altre regioni italiane prese a confronto. Infatti, dopo la battuta di arresto della seconda fase della recessione che porta il PIL pro capite regionale a 34.500 euro, tra il 2013 e il 2016 si registra una crescita dell’8,1% che fa sì che il dato salga sopra il valore pre-crisi del 2008 (36.500 euro). Figura 1 – PIL per abitante in standard di potere d’acquisto (SPA), 2008-2013-2016 2008 2013 2016 41.700 41.300 38.400 37.900 37.300 36.500 35.300 35.000 34.700 34.500 34.100 34.000 33.700 32.300 32.300 32.200 32.000 30.800 30.800 30.000 29.800 29.200 28.800 28.200 28.200 28.100 27.800 26.800 26.400 26.100 25.700 23.300 22.700 Rhône-Alpes Baviera West Midlands EU 28 Lombardia Veneto Catalunya Emilia Romagna Württemberg Italia Nord-Ovest (DE) (ES) Baden- (FR) (DE) (UK) Fonte: EUROSTAT La produzione industriale lombarda, dopo il risultato eccezionale di fine anno (+5,1%), mantiene il tasso tendenziale di crescita nel primo trimestre del 2018 in linea con la media annua 2017 (+3,6%) (Unioncamere 2 Prometeia, “Gli scenari per l’economia lombarda", 6 febbraio 2018, http://www.unioncamerelombardia.it/images/file/OE%20Analisi%20congiunturale%202017/scenari_6febbraio.pdf 3 La misurazione del PIL in standard di potere d'acquisto (SPA) consente di comparare il potere di acquisto tra regioni degli Stati membri dell’UE con valute nazionali diverse e con livelli dei prezzi differenti. 2
Il mercato del lavoro in Lombardia e nelle principali regioni UE a specializzazione manifatturiera Lombardia, 2018)4. In particolare, rispetto al 2010 la produzione industriale lombarda cresce di 11 punti 5, dietro al Baden-Württemberg che registra un incremento di 15 punti. Dopo la forte riduzione avvenuta a cavallo del 2012 -2013 anche la produzione industriale della Catalunya torna a crescere, anche se a tassi inferiori rispetto alla Lombardia. Nonostante la ripresa della produzione il differenziale rispetto al picco precrisi risulta ancora negativo in Lombardia. Sul fronte delle esportazioni, la domanda estera continua a fare da traino alla ripresa economica lombarda: nel 2017 le esportazioni regionali hanno raggiunto un nuovo record a 120 miliardi di euro, +7,5% rispetto al 2016, evidenziando una dinamica tra le migliori nel confronto nazionale e europeo che riflette gli andamenti positivi di tutte le province e di tutti i settori manifatturieri; crescono in particolare farmaceutica (+25,2%), alimentare (+17,0%) e metalli (+9,0%) e accelerano tra ottobre e dicembre automotive, elettronica e gomma/plastica (Assolombarda, aprile 2018). Grazie alla robusta accelerazione la Lombardia sta accorciando il differenziale di performance sul precrisi rispetto a tutti i benchmark (+15,6% il 2017 sul 2008). Tuttavia, lo scarto resta ampio sia nel confronto nazionale (nel 2017 sul 2008 ed Emilia-Romagna +26,0%) sia nel confronto europeo (Catalunya +40,2% nel 2017 rispetto al 2008 e Baden-Württemberg +34,9%). Figura 2 – Esportazioni (miliardi di euro) e variazioni percentuali 2008-2017 Esportazioni in miliardi di euro Variazioni percentuali delle esportazioni 2017 2013 2008 Variazione complessiva 2008-2017 Periodo 2013-2017 Periodo 2008-2013 39,2% 201 34,9% 192 173 166 154 149 26,0% 24,7% 22,6% 120 21,4% 108 20,3% 104 19,6% 17,9% 16,2% 15,7% 16,4% 14,8% 15,6% 13,0% 71 11,3% 13,2% 61 60 60 59 53 53 53 51 51 50 15,7% 16,1% 48 7,8% 13,2% 6,9% 5,7% 5,8% 5,3% 3,8% Baviera Rhône-Alpes Veneto Lombardia Baden-Württemberg Baviera Italia Emilia Romagna Veneto Catalunya Emilia Romagna Lombardia Rhône-Alpes Württemberg Catalunya Nord-Ovest (DE) (DE) (ES) (ES) Baden- (FR) (FR) (DE) (DE) Fonte: ISTAT, Assolombarda “Booklet economia”, Centro Studi, n.26/aprile 2018 BOX- Industria 4.0 e mercato del lavoro Le tecnologie digitali e dell'information technology - reti di comunicazione, cloud, big data, stampa 3D, sensori- aprono la strada per l’Internet of things, l'apprendimento delle macchine (intelligenza artificiale), il controllo remoto, le macchine e i sistemi autonomi. Le nuove tecnologie digitali e dell’informazione hanno indotto cambiamenti radicali in quasi tutti i processi produttivi e sociali degli ultimi decenni: dal commercio (e-commerce), ai trasporti (veicoli automatizzati), alla salute (telemedicina), all’istruzione (corsi online), fino alle interazioni sociali e le relazioni personali (social networks). Secondo un recente contributo (Lucifora, 2016) 6 del Forum Interuniversitario su Industria 4.07, l’impatto delle nuove tecnologie digitali e dell’informazione sul mercato del lavoro riguarderà sia la domanda di lavoro sia la composizione dell’occupazione. In particolare, l’introduzione massiccia delle tecnologie informatiche e dell’automazione cambierà la 4 Unioncamere Lombardia (2018), “Indagine trimestrale settore industria. 1° trimestre 2018 Allegato Statistico”, Unioncamere Lombardia Funzione Informazione economica, maggio 2018 5 Produzione industriale- Indice trimestrale destagionalizzato, 2010=100 6 Lucifora, C. (2016) “Lombardia 4.0. Competenze e lavori per il futuro”, Materiali del Forum Interuniversitario promosso dalla Direzione Generale Istruzione Formazione e Lavoro di Regione Lombardia nel periodo aprile-luglio 2016. 7 Forum promosso dalla Direzione Generale Istruzione Formazione e Lavoro di Regione Lombardia in collaborazione, Unioncamere Lombardia, Assolombarda Confindustria Milano Monza e Brianza, Éupolis Lombardia: 3
Il mercato del lavoro in Lombardia e nelle principali regioni UE a specializzazione manifatturiera composizione dell’occupazione accentuando la tendenza già in atto della polarizzazione delle professioni, che vede scomparire le professioni intermedie (legate a mansioni routinarie) a vantaggio sia delle professioni a bassa qualifica, difficilmente sostituibili dalla tecnologia, sia delle professioni a elevata specializzazione che sono complementari al capitale e alle tecnologie informatiche. Industria 4.0 cambierà anche la composizione settoriale dell’occupazione, spostandola verso i settori più legati alle nuove tecnologie digitali e informatiche (salute, ICT, agro-alimentare, bio-tech, materiali avanzati, e creazione di idee). Inoltre, alcuni gruppi di lavoratori, più di altri, sopporteranno l’onere dell’aggiustamento: si tratta dei meno istruiti e qualificati, dei giovani e degli immigrati. L’utilizzo delle nuove tecnologie richiederà ai lavoratori un insieme di competenze più ampie e trasversali, complementari a quelle digitali: i lavoratori dovranno essere in grado di lavorare in team e svolgere compiti complessi e meno automatici. Aumenterà la domanda di abilità trasversali: problem solving, abilità comunicative e relazionali e flessibilità. Per fronteggiare la trasformazione digitale in atto saranno quindi indispensabili politiche e investimenti per la formazione e l’adattamento delle competenze della forza lavoro e soprattutto dei disoccupati (OECD, 2016)8. Negli ultimi anni cresce anche la propensione all’innovazione e la spesa in ricerca e sviluppo. Infatti, secondo l’indagine di Assolombarda Confindustria Milano Monza e Brianza “Le performance delle imprese europee: un’analisi benchmark” (2017) 9, nel triennio 2013-2015 aumenta la propensione all’innovazione, soprattutto in riferimento a un’innovazione integrata tra prodotti e processi. L’attività di Ricerca e Sviluppo costituisce uno dei fattori abilitanti dell’innovazione. I dati Eurostat, disponibili fino al 2015 per tutte le regioni oggetto di analisi, mostrano che in Lombardia la spesa in R&S nel settore privato è aumentata in maniera costante tra il 2008 e il 2015, passando dall0 0,6% allo 0,8% del PIL, in controtendenza rispetto alla media nazionale. Tuttavia la crescita regionale si situa su livelli inferiori rispetto a quelli registrati a livello medio Europeo, che raddoppia tra il 2008 e il 2015. Cresce anche la spesa in R&S in Emilia-Romagna, così come nelle altre regioni europee, fatta eccezione per la Baviera che rimane ferma ad un tasso seppur elevato del 2,4% del PIL. Figura 3 – Spesa in R&S (intra muros) percentuale su PIL- Settore privato, 2008*-2013-2015 2008* 2013 2015 4,0 3,8 3,7 2,4 2,4 2,4 1,8 1,6 1,6 1,4 1,3 1,3 1,3 1,2 1,1 1,1 1,0 1,0 0,9 0,9 0,9 0,9 0,9 0,8 0,8 0,8 0,8 0,7 0,7 0,7 0,7 0,6 0,0 West Midlands Catalunya Lombardia Veneto Emilia Romagna EU 28 Rhône-Alpes Italia Baden-Württemberg * Baviera * Nord-Ovest (DE) (ES) (FR) (UK) (DE) *Baden-Württemberg e Baviera dati 2009; per Rhône-Alpes i dati sono disponibili solo fino al 2013 Fonte: EUROSTAT 8 OECD (2016) “Skills for a Digital World”, Policy Brief on the future of work, December 2016. 9 Assolombarda (2017) “Le performance delle imprese europee: un’analisi benchmark”, Centro Studi Assolombarda, Ricerca n.1/2017 4
Il mercato del lavoro in Lombardia e nelle principali regioni UE a specializzazione manifatturiera 2. I principali indicatori del mercato del lavoro: tassi di occupazione, disoccupazione e attività Il rafforzamento della congiuntura economica regionale è stato accompagnato da un graduale e costante miglioramento del mercato del lavoro. In Lombardia, nel 2017 il tasso di occupazione della popolazione adulta (15-64 anni) supera, seppur di poco, il livello pre-crisi attestandosi al 67,3%, valore che tuttavia resta al di sotto di quello delle altre regioni europee considerate (ad eccezione della Catalunya duramente colpita dalla crisi economica). È soprattutto la crescita dell’occupazione femminile che determina la ripresa dei livelli occupazionali, con un incremento del tasso di occupazione femminile di 2pp rispetto al 2008 che raggiunge il 59,3% nel 2017. Tra il 2013 e il 2017 aumenta anche il tasso di occupazione maschile (+ 3pp) anche se non a sufficienza da raggiungere il livello del 2008. La crescita del tasso di occupazione femminile durante e dopo la crisi è un fenomeno generalizzato nelle economie europee prese a confronto. Nelle regioni tedesche del Baden- Württemberg e della Baviera il tasso di occupazi0ne femminile aumenta di circa 6pp rispetto al 2008, portando il tasso di occupazione femminile a oltre il 73% e contribuendo ad una crescita più sostenuta dell’occupazione rispetto alla Lombardia e alle altre regioni a specializzazione manifatturiera. Più in generale, in tutte le regioni considerate, incluse quelle italiane, si registra una riduzione più o meno marcata del tasso di occupazione tra il 2008 e il 2013 (fatta eccezione per le due regioni della Germania e il Rhône-Alpes) e una successiva ripresa tra il 2013 e il 2017 che riporta i livelli occupazionali sopra o vicino al dato precedente alla crisi. Tra le regioni europee considerate solo la Catalunya, colpita in maniera molto forte dalla crisi, ha un tasso di occupazione inferiore a quello del 2008 di circa 3,4pp. Figura 4 - Tassi di occupazione per genere (15-64 anni), 2008-2013-2017 Uomini 2008 2013 2017 83,0 82,4 81,9 81,4 80,7 80,6 78,0 77,4 77,0 76,5 76,2 75,5 75,3 75,2 75,1 74,9 73,7 73,5 72,9 72,9 72,8 72,7 72,6 72,1 70,9 70,8 70,8 70,3 70,1 69,3 67,1 64,7 63,0 Baviera Veneto Italia Emilia Romagna Lombardia Württemberg Rhône-Alpes Catalunya West Midlands EU 28 Nord-Ovest (DE) (ES) Baden- (FR) (DE) (UK) Donne 74,3 2008 2013 2017 73,5 72,1 71,8 67,6 67,6 66,4 64,6 63,3 63,0 62,8 62,7 62,4 62,3 62,3 62,1 60,7 59,7 59,3 58,8 58,7 58,7 57,4 57,2 57,1 56,9 56,6 56,5 55,7 53,3 48,9 47,2 46,5 Baviera Veneto Italia Emilia Romagna Catalunya Rhône-Alpes Lombardia Württemberg EU 28 West Midlands Nord-Ovest (DE) (ES) Baden- (FR) (DE) (UK) Totale 78,7 2008 2013 2017 77,8 77,2 76,6 74,2 74,1 71,3 70,3 70,2 69,3 68,6 68,6 68,1 67,6 67,3 66,9 66,9 66,5 66,4 66,2 66,2 66,1 66,0 65,7 65,4 64,8 64,0 63,7 63,1 59,8 58,6 58,0 55,5 Baviera Rhône-Alpes Veneto Italia Emilia Romagna Lombardia Württemberg Catalunya West Midlands EU 28 Nord-Ovest (DE) (ES) Baden- (FR) (DE) (UK) Fonte: EUROSTAT, ISTAT 5
Il mercato del lavoro in Lombardia e nelle principali regioni UE a specializzazione manifatturiera Purtroppo la dinamica positiva dell’occupazione osservata nel periodo 2013-2017 non è altrettanto forte per i più giovani tra i 15 e i 24 anni (si veda figura A1 in Allegato) per i quali il tasso di occupazione nel 2017 rimane molto al di sotto di quello del 2008 in Lombardia (-11pp), così come nel Nord-ovest (-10,7pp) e nel complesso nazionale (-7,1pp). Nonostante la ripresa registrata tra il 2013 e il 2017 il tasso di occupazione dei giovani rimane molto al di sotto del valore precedente alla crisi anche in Catalunya (-14,6pp). Tiene invece, anche durante la crisi, l’occupazione dei giovani nelle regioni tedesche grazie alle politiche delle imprese che hanno mantenuto personale qualificato per ridurre al minimo i costi e grazie ai “patti per l'occupazione e la competitività” a livello aziendale con concessioni da parte di datori di lavoro e parti sociali (Dietrich, 2012)10. Anche per i giovani, in tutte le regioni considerate, la caduta del tasso di occupazione è più marcata per la componente maschile che per quella femminile. Nel 2017, in Lombardia i tassi occupazionali dei giovani rimangono intorno al 20% a fronte di una media europea che supera il 30%, sia per gli uomini che per le donne. Rispetto alle altre regioni europee a caratterizzazione manifatturiera, la Lombardia ha il tasso di occupazione dei giovani più basso (21,7%), segue la Catalunya con un 26,7% e la regione del Rhône-Alpes con un 34,1%. Particolarmente elevato il tasso di occupazione dei giovani nelle regioni tedesche della Baviera e Baden- Württemberg (oltre il 50%) sostenuto dal sistema duale e di alternanza scuola-lavoro. Tra il 2008 e il 2013 il tasso di disoccupazione cresce in tutte le regioni considerate e per entrambi i generi, fatta eccezione per quelle tedesche che ne sperimentano addirittura una riduzione. L’incremento della disoccupazione è particolarmente rilevante (+14pp) in Catalunya, dove raggiunge il 23% nel 2013. Nello stesso periodo la Lombardia registra un aumento del tasso di disoccupazione (+4,3pp) inferiore a quello medio italiano (+5,4pp), ma comunque superiore alle altre regioni europee a specializzazione manifatturiera. Nel periodo successivo alla seconda fase di recessione (che ha investito solo alcuni paesi europei, tra cui Italia e Spagna) si registra un calo generalizzato a livello europeo dei tassi di disoccupazione. Tuttavia, al 2017 la Lombardia, così come la Catalunya e il Rhône-Alpes riportano tassi di disoccupazione che sono più elevati rispetto al 2008. 10 Dietrich H (2012), Integrating young people into the labour market: Apprenticeship training and pre-training courses, Mutual Learning Programme, Autumn Peer Review 2012, Berlin: Ministry of Labour and Social Affairs 6
Il mercato del lavoro in Lombardia e nelle principali regioni UE a specializzazione manifatturiera Figura 5 - Tassi di disoccupazione per genere (15 anni e oltre), 2008-2013-2017 Uomini 2008 2013 2017 23,7 12,5 11,5 10,8 10,3 9,5 9,0 8,4 8,4 7,5 7,5 7,4 7,3 7,0 6,6 6,4 6,1 5,9 5,5 5,4 5,4 5,3 5,1 3,9 3,7 3,3 3,3 3,0 2,9 2,9 2,4 2,3 2,3 Baviera Veneto Italia Emilia Romagna Lombardia Württemberg Rhône-Alpes Catalunya West Midlands EU 28 Nord-Ovest (DE) (ES) Baden- (FR) (DE) (UK) Donne 22,4 2008 2013 2017 14,4 13,1 12,4 10,9 9,6 9,6 9,5 8,7 8,7 8,7 8,6 8,5 8,4 8,0 7,9 7,9 7,7 7,5 7,4 6,8 5,6 5,5 5,5 5,1 4,9 4,8 4,7 4,2 3,4 3,1 2,8 2,2 Baviera Veneto Italia Emilia Romagna Catalunya Rhône-Alpes Lombardia Württemberg EU 28 West Midlands Nord-Ovest (DE) (ES) Baden- (FR) (DE) (UK) Totale 23,1 2008 2013 2017 13,4 12,1 11,2 10,9 9,1 8,9 8,9 8,4 8,4 8,0 7,6 7,6 7,4 7,2 7,0 6,7 6,6 6,5 6,4 6,3 6,3 5,5 4,3 4,2 4,2 3,7 3,4 3,3 3,2 3,0 2,9 2,3 Baviera Rhône-Alpes Veneto Italia Emilia Romagna Lombardia Württemberg Catalunya West Midlands EU 28 Nord-Ovest (DE) (ES) Baden- (FR) (DE) (UK) Fonte: EUROSTAT, ISTAT C’è da dire, tuttavia, che in tutte le regioni considerate nell’analisi aumentano i tassi di partecipazione al mercato del lavoro, soprattutto quelli delle donne. L’incremento dei tassi di disoccupazione rispetto all’inizio della crisi è quindi dovuto sia alla distruzione di posti di lavoro, sia all’aumento, di natura anticiclica, della partecipazione al mercato del lavoro dei “lavoratori secondari”. Cioè quei componente di popolazione in età lavorativa che durante i periodi di recessione diventano disponibili al lavoro per compensare la mancanza di reddito del “lavoratore primario”. Aumentano infatti in maniera significativa i tassi di attività delle donne in tutte le aree analizzate, mentre rimangono costanti o si riducono i tassi di attività degli uomini, soprattutto nella prima fase della recessione. In Lombardia il tasso di attività femminile cresce dal 60% del 2008 al 64,3% del 2017, un valore più elevato rispetto alla media italiana (55,9%) ma ancora inferiore alla media europea (67,8%). La partecipazione al mercato del lavoro delle donne lombarde si attesta così su valori inferiori rispetto a quelli delle altre regioni motori d’Europa e a caratterizzazione manifatturiera. Tra gli uomini invece, la crisi ha prodotto effetti di scoraggiamento soprattutto nella prima fase della recessione, ad eccezione del Rhône-Alpes e delle due regioni tedesche, dove aumenta il tasso di attività anche per la componente maschile della popolazione. Grazie ad una ripresa di fiducia nel periodo 2013-2017 torna a crescere anche in Lombardia il tasso di partecipazione maschile (+1,5pp), così come nelle altre regioni italiane. 7
Il mercato del lavoro in Lombardia e nelle principali regioni UE a specializzazione manifatturiera Mentre nella Catalunya e nella regione inglese del West Midlands prosegue il clima di sfiducia e si riduce ulteriormente il tasso di attività maschile. Figura 6 - Tassi di attività per genere (15-64 anni), 2008-2013-2017 Uomini 2008 2013 2017 85,1 85,1 84,9 84,5 84,2 84,1 83,7 82,7 81,8 81,5 81,1 80,6 79,9 79,6 79,5 79,1 78,9 78,9 78,8 78,8 78,8 78,3 78,1 77,9 77,9 77,8 77,6 77,4 77,3 75,0 74,7 74,3 73,3 Baviera Veneto Italia Emilia Romagna Lombardia Württemberg Rhône-Alpes Catalunya West Midlands EU 28 Nord-Ovest (DE) (ES) Baden- (FR) (DE) (UK) Donne 2008 2013 2017 76,0 75,7 74,4 74,3 73,5 73,0 71,1 71,0 70,4 69,8 69,0 68,8 68,0 67,8 67,5 67,0 66,2 66,0 65,2 65,1 64,4 64,3 63,6 62,9 62,6 62,1 60,2 60,0 59,0 58,7 55,9 53,6 51,6 Baviera Veneto Italia Emilia Romagna Catalunya Rhône-Alpes Lombardia Württemberg EU 28 West Midlands Nord-Ovest (DE) (ES) Baden- (FR) (DE) (UK) Totale 2008 2013 2017 80,6 80,1 79,7 79,3 77,9 77,6 77,4 77,3 77,2 75,5 75,1 74,4 74,0 73,5 73,3 72,6 72,5 72,4 72,0 72,0 71,7 70,7 70,6 70,5 70,0 69,9 69,5 69,1 68,8 68,3 65,4 63,4 62,9 Rhône-Alpes Baviera Veneto Italia Emilia Romagna Lombardia Württemberg Catalunya West Midlands EU 28 Nord-Ovest (DE) (ES) Baden- (FR) (DE) (UK) Fonte: EUROSTAT, ISTAT A distanza di dieci anni dall’inizio della crisi, i giovani presentano ancora una situazione critica sul fronte della disoccupazione. Infatti, ad eccezione delle due regioni tedesche, che ancora una volta si distinguono dalle altre, i tassi di disoccupazione dei giovani tra i 15 e i 24 anni restano al di sopra di quelli pre-crisi (si veda figura A2 in Allegato). In Lombardia il tasso di disoccupazione dei giovani, sebbene in calo rispetto al 2013 in cui viene quasi raggiunto il 31%, resta comunque alto (22,9% nel 2017) e di oltre 10pp superiore a quello del 2008. Si tratta del valore più elevato tra le regioni europee considerate, dopo quello della Catalunya che raggiunge il 50% nel 2013, per poi scendere al 30,4% nel 2017. A differenza delle altre regioni italiane (Veneto ed Emilia-Romagna) in Lombardia, così come nelle altre regioni manifatturiere europee, non si rilevano significative differenze nei tassi di disoccupazione tra maschi e femmine. Bisogna però rilevare che la partecipazione al mercato del lavoro delle ragazze sotto i 24 è 8
Il mercato del lavoro in Lombardia e nelle principali regioni UE a specializzazione manifatturiera inferiore in Lombardia rispetto a quanto accade nelle altre due regioni italiane (si veda figura A3 in Allegato). In Lombardia l’effetto scoraggiamento tra i giovani è stato più forte rispetto alla media italiana e soprattutto tra i maschi: -11pp la riduzione nei tassi di attività dei giovani lombardi tra il 2008 e il 2017 a fronte di una riduzione media di -5,7pp in Italia. Nel quadro europeo delle regioni a vocazione manifatturiera, la Lombardia è la regione che ha sperimentato la maggiore riduzione nei tassi di attività dei giovani (maschi e femmine) dopo la Catalunya. Gli effetti della crisi sui giovani si ripercuotono anche sulla quota di giovani che vengono inclusi tra i NEET, cioè i giovani che non lavorano (perché disoccupati o inattivi) e che non sono iscritti a percorsi di istruzione e/o formazione. Nella prima fase della recessione in Lombardia la quota di giovani NEET tra i 18 e i 24 anni aumenta di quasi 9pp raggiungendo il 22,2% nel 2013; tra le altre regioni europee oggetto di confronto un livello di tale entità si registra nel West Midlands e nella Catalunya (25,7%). Con la ripresa economica anche in Lombardia si riduce la quota di NEET restando però ancora sopra i valori pre-crisi e sopra il livello medio europeo. Figura 7 – NEET rate: giovani 18-24 anni, 2008-2013-2017 Uomini 2008 2013 2017 29,9 28,0 26,1 24,4 23,0 20,3 19,1 19,1 19,0 18,7 18,7 17,9 16,7 16,7 16,0 15,8 14,1 13,9 13,4 13,2 12,3 11,9 11,1 10,7 9,8 8,5 7,7 7,0 6,5 6,3 5,4 4,6 4,6 Baviera Veneto Italia Emilia Romagna Lombardia Württemberg Rhône-Alpes Catalunya West Midlands EU 28 Nord-Ovest (DE) (ES) Baden- (FR) (DE) (UK) Donne 28,3 2008 2013 2017 25,4 24,4 24,0 23,5 23,2 22,7 22,4 21,5 21,5 19,8 19,5 17,4 17,4 17,3 16,6 16,5 16,2 16,1 15,9 15,6 14,7 14,3 12,5 11,5 11,4 10,8 10,6 9,5 7,4 7,1 7,1 6,8 Baviera Veneto Italia Emilia Romagna Catalunya Rhône-Alpes Lombardia Württemberg EU 28 West Midlands Nord-Ovest (DE) (ES) Baden- (FR) (DE) (UK) Totale 2008 2013 2017 29,1 25,7 25,7 23,4 22,2 22,1 21,7 21,0 20,6 19,4 17,7 17,6 17,5 17,3 17,1 16,4 16,2 15,6 14,3 14,0 13,6 13,6 12,4 11,6 11,2 11,0 9,6 8,8 7,9 6,8 6,3 5,8 5,6 Rhône-Alpes Baviera Veneto Italia Emilia Romagna Lombardia Württemberg Catalunya West Midlands EU 28 Nord-Ovest (DE) (ES) Baden- (FR) (DE) (UK) Fonte: EUROSTAT 9
Il mercato del lavoro in Lombardia e nelle principali regioni UE a specializzazione manifatturiera 3. L’occupazione: caratteristiche ed evoluzione durante la crisi Nel 2017 in Lombardia il numero di occupati11 è pari a 4 milioni e 399 mila, circa 125mila unità in più del 2008 (+2,9% sul periodo). Dal 2013 l’occupazione torna a crescere compensando le perdite registrate nel periodo 2008-2013 (-1,2%). In termini percentuali l’aumento dell’occupazione lombarda rispetto al periodo pre-crisi è superiore a quello delle altre regioni italiane prese a confronto: in Veneto e in Emilia-Romagna il calo dell’occupazione durante la crisi (2008-2013) era stato più forte. Tuttavia la crescita occupazionale in Lombardia risulta debole se confrontata a quella registrata nelle altre regioni europee a vocazione manifatturiera: sia le regioni tedesche sia la regione del Rhône-Alpes presentano tassi di crescita dell’occupazione a due cifre (intorno al 10%) e il West-Midlands registra una crescita del 6%. La Catalunya presenta invece una situazione ancora critica, con 300mila occupati in meno (-8,5%) rispetto al 2008. Se si entra nel dettaglio delle caratteristiche dell’occupazione emergono degli aspetti interessanti della dinamica occupazionale osservata sul periodo 2008-2017. In particolare, in tutto il periodo e per tutte le regioni considerate si registra un incremento dell’occupazione part-time, soprattutto durante la fase più acuta della crisi economica. Il part-time viene utilizzato come ammortizzatore della caduta della domanda e permette di mantenere posizioni occupazionali che altrimenti sarebbero andate distrutte. Dal 2008 l’occupazione part-time aumenta del 47% in Emilia-Romagna e del 27,5% Lombardia, dove la quota degli occupati a tempo parziale passa da un 15% circa a un 18,5% nel 2017. L’aumento dell’occupazione a tempo parziale è invece meno rilevante nelle due regioni tedesche, in Rhône- Alpes e nel West-Midland, caratterizzate da un elevato utilizzo del part-time anche prima della crisi, con un’incidenza pari al 20-25% già nel 2008. Dopo una brusca caduta, tra il 2013 e il 2017 torna a crescere anche l’occupazione a tempo pieno in tutte le regioni: le variazioni maggiori si osservano in Catalunya (che partiva da livelli più basti visto il crollo (-20,5%) registrato tra il 2008 e il 2013), nel West-Midlands e nelle regioni del Baden-Württemberg e della Baviera. Figura 8 – Orari di lavoro: variazioni percentuali dell’occupazione, 2008-2013-2017 Part-time Full-time Totale 2008-2013 2013-2017 2008-2017 2008-2013 2013-2017 2008-2017 2008-2013 2013-2017 2008-2017 50 15 15 45 10 10 40 6,0 12,6 5 5,5 11,6 4,3 7,3 5 6,6 10,3 5,3 35 6,5 4,4 2,6 1,7 3,9 2,8 2,7 5,6 5,2 4,0 3,6 4,2 3,4 3,8 5,4 30 0 -0,5 2,4 -2,0 0 2,7 5,0 4,4 0,9 -6,1 -7,3 -5,1 -6,5 -7,9 -6,0 -1,2 -2,6 -3,9 -3,3 25 5,8 8,6 -5 -4,6 -2,3 6,3 -5 20 -10 -20,5 -17,1 15 6,9 7,4 30,8 -10 -15 10 3,1 9,3 0,0 10,6 21,2 19,9 20,0 4,6 11,6 12,6 9,2 -20 -15 5 9,3 8,7 4,5 3,3 -20 0 -25 Rhône-Alpes (FR) Bayern (DE) EU28 Lombardia Rhône-Alpes (FR) Veneto Bayern (DE) Italia Nord-Ovest EU28 Cataluña (ES) Emilia Romagna Baden-Württemberg (DE) Lombardia West Midlands (UK) West Midlands (UK) Baden-Württemberg (DE) EU28 Bayern (DE) Veneto Emilia Romagna Italia Rhône-Alpes (FR) Veneto Nord-Ovest Lombardia Nord-Ovest Baden-Württemberg (DE) Emilia Romagna Cataluña (ES) Italia Cataluña (ES) West Midlands (UK) *Le barre e i valori numerici si riferiscono alle variazioni 2008-2013 e 2013-2017, la variazione totale 2008-2017 è indicata dal pallino Fonte: EUROSTAT, microdati Forze di lavoro, Istat (mIcro.STAT) 11 Tutti i dati sull’occupazione e le disaggregazioni presentate nelle figure si riferiscono al totale degli occupati di 15 anni e oltre. 10
Il mercato del lavoro in Lombardia e nelle principali regioni UE a specializzazione manifatturiera Nel 2017 oltre la metà del lavoro a tempo parziale in Lombardia, così come nella media delle regioni italiane, è part-time involontario: la quota di lavoratori che dichiara di lavorare part-time perché non ha trovato un lavoro a tempo pieno passa dal 30,6% del 2008 a circa il 54% dopo la crisi. Tra il 2008 e il 2017 in Lombardia aumenta anche il lavoro a tempo determinato (+1,6pp) sebbene in misura minore rispetto alla media italiana e alle regioni prese a confronto: Emilia-Romagna (+4,4pp) e Veneto (+ 3,6pp). Nel 2017 il lavoro a tempo determinato nella regione conta il 15,4% del totale degli occupati dipendenti. Figura 9 – Incidenza del part-time involontario e del lavoro a tempo determinato, 2008-2013- 2017 Incidenza del part-time involontario su totale part-time 2008 2013 2017 61,5 61,3 55,8 54,7 53,8 53,7 52,8 51,3 51,0 47,2 40,2 33,2 30,6 29,2 25,9 Italia Veneto Romagna Lombardia Nord-ovest Emilia Incidenza del lavoro a tempo determinato sul lavoro dipendente 2008 2013 2017 16,5 15,5 15,4 14,1 13,3 13,2 12,4 12,2 11,9 11,9 11,3 10,4 10,1 9,7 9,5 Veneto Italia Lombardia Romagna Nord-ovest Emilia Fonte: microdati Forze di lavoro, Istat (mIcro.STAT) L’aumento dell’utilizzo del lavoro part-time ha permesso di contenere la caduta degli occupati durante la crisi. Tuttavia, se invece di considerare gli occupati totali si guarda alle unità di lavoro full-time equivalent (cioè, gli occupati part-time contano mezza unità e quelli full-time una unità) si registra un minore incremento dell’occupazione, rispetto a quanto registrato dai dati ufficiali. Infatti, in termini di FTE l’occupazione in Lombardia crescerebbe, tra il 2008 e il 2017, di sole 35.700 unità, a fronte di un aumento del dato ufficiale di 125mila occupati. Differenze importanti in questo senso si rilevano anche per le regioni tedesche. Mentre altre regioni tra quelle qui considerate, come Catalunya, Veneto e Emilia-Romagna vedono accentuata la caduta dell’occupazione. Figura 10 – Variazione dell’occupazione 2008-2017: occupati e unità di lavoro Full-time equivalent (FTE)* Occupati totali (teste) Occupati FTE 705,1 540,1 509,7 371,2 257,8 220,6 154,0 125,9 125,2 35,7 23,4 -306,0 -332,2 -15,4 -36,2 -40,3 West Midlands Baviera Lombardia Rhône-Alpes Baden-Württemberg Veneto Catalunya Emilia Romagna (DE) (ES) (FR) (UK) (DE) *Il calcolo degli occupati FTE utilizza un metodo semplificato in quanto non sono disponibili per le regioni europee le informazioni sulle ore medie lavorate distinte per part-time e full-time. Nello specifico, per calcolare l’occupazione FTE un lavoratore a tempo pieno è stato contabilizzato come una unità e un lavoratore a tempo-parziale (nell'occupazione principale) è stato contabilizzato come 0,5 unità di lavoro. Fonte: EUROSTAT, ISTAT 11
Il mercato del lavoro in Lombardia e nelle principali regioni UE a specializzazione manifatturiera Sul fronte della tipologia di lavoro, si osservano effetti contrastanti in Europa rispetto all’andamento di lavoro dipendente e indipendente. In particolare, in Lombardia, la contrazione dell’occupazione registrata sul periodo 2008-2013 interessa in misura superiore il lavoro autonomo (-7,7%), che continua a ridursi anche nel periodo più recente, contabilizzando un -10,5% sul periodo 2008-2017. Il trend negativo del lavoro indipendente sembra essere un fenomeno che caratterizza l’Italia nel suo complesso. Rispetto alle altre regioni europee prese a confronto questo fenomeno si osserva anche nelle regioni tedesche - soprattutto la Baviera -, mentre in Catalunya dopo una forte caduta tra il 2008 e il 2013 (-16%) si registra una parziale ripresa nel periodo successivo. Al contrario, Rhône-Alpes e nel West-Midlands sperimentano una forte crescita del lavoro indipendente su tutto il periodo 2008-2017. Figura 11 – Variazioni percentuali dell’occupazione per tipo di lavoro, 2008-2013-2017 Dipendenti Indipendenti Totale 2008-2013 2013-2017 2008-2017 2008-2013 2013-2017 2008-2017 2008-2013 2013-2017 2008-2017 20 50 15 15 40 6,8 10 6,0 5,3 5,4 10 7,4 5 6,6 10,3 3,6 4,2 30 6,7 3,4 3,8 8,0 11,2 5,0 4,4 5 6,8 6,3 2,7 1,5 4,0 6,7 5,1 6,1 6,9 5,3 6,0 6,7 20 0 3,0 37,8 12,4 0 1,1 -0,3 0,7 0,8 -0,7 -3,1 -3,4 -2,3 -1,2 -2,6 -3,9 -3,3 -6,3 10 -5 -17,1 -4,6 -5 10,9 0 0,3 5,8 1,3 -10 -17,3 -10 -5,2 -6,1 -7,7 -8,3 -6,3 -3,5 -10 -4,4 -15,9 -4,9 -10,4 -0,8 -15 -15 -5,9 -3,1 -2,9 -3,0 -20 -20 -20 Rhône-Alpes (FR) Bayern (DE) EU28 Lombardia Rhône-Alpes (FR) Veneto Bayern (DE) Italia Nord-Ovest EU28 Cataluña (ES) Emilia Romagna Baden-Württemberg (DE) Lombardia West Midlands (UK) West Midlands (UK) Baden-Württemberg (DE) EU28 Bayern (DE) Veneto Emilia Romagna Italia Rhône-Alpes (FR) Veneto Nord-Ovest Lombardia Nord-Ovest Baden-Württemberg (DE) Emilia Romagna Cataluña (ES) Italia Cataluña (ES) West Midlands (UK) *Le barre e i valori numerici si riferiscono alle variazioni 2008-2013 e 2013-2017, la variazione totale 2008-2017 è indicata dal pallino Fonte: EUROSTAT, microdati Forze di lavoro, Istat (mIcro.STAT) La crisi economica ha avuto degli effetti anche sul livello medio di istruzione della forza lavoro occupata. Infatti, accanto agli effetti dovuti al ricambio generazionale, la contrazione della domanda di lavoro ha spiazzato i lavoratori con bassi titoli di studio a favore dei lavoratori più istruiti. Come si può osservare dalla figura sotto, rispetto alla situazione precedente alla crisi, l’occupazione per titolo di studio nelle regioni considerate ha sperimentato una significativa ricomposizione: sono aumentati in maniera significativa i laureati e si è ridotto il numero dei lavoratori poco istruiti. Tale fenomeno è stato particolarmente rilevante nella regione del Rhône-Alpes, mentre in Lombardia, così come nelle altre regioni europee fortemente specializzate nella manifattura, le posizioni con bassa istruzione si sono ridotto meno. 12
Il mercato del lavoro in Lombardia e nelle principali regioni UE a specializzazione manifatturiera Figura 12 – Variazioni percentuali dell’occupazione per titolo di studio, 2008-2013-2017 Obbligo formativo Diploma o qualifica professionale Titolo universitario 2008-2013 2013-2017 2008-2017 2008-2013 2013-2017 2008-2017 2008-2013 2013-2017 2008-2017 10 50 50 7,4 6,4 40 45 0 3,9 40 -12,8 -12,5 -12,7 -12,8 -15,6 30 -10 -19,5 -16,7 -15,0 35 16,8 -21,9 -28,1 -24,0 -2,4 -2,3 20 30 19,2 21,9 -6,2 -3,2 13,4 3,0 25 -20 -6,6 -3,1 10 7,5 6,0 11,0 5,2 5,3 3,7 1,3 1,8 3,0 3,8 7,9 10,5 21,0 16,7 17,3 0 -0,1 2,8 3,6 -1,8 -0,3 0,0 0,1 20 5,4 -30 -1,0 1,7 2,5 -15,8 -4,8 15 -10 19,7 26,0 -25,4 10 17,3 13,3 14,1 13,1 12,0 -40 17,0 19,2 -20 5 11,6 15,4 2,7 -50 -30 0 Rhône-Alpes (FR) Bayern (DE) EU28 Lombardia Rhône-Alpes (FR) Veneto Bayern (DE) Italia Nord-Ovest EU28 Cataluña (ES) Emilia Romagna Baden-Württemberg (DE) Lombardia West Midlands (UK) West Midlands (UK) Baden-Württemberg (DE) EU28 Bayern (DE) Veneto Emilia Romagna Italia Rhône-Alpes (FR) Veneto Nord-Ovest Lombardia Nord-Ovest Baden-Württemberg (DE) Emilia Romagna Cataluña (ES) Italia Cataluña (ES) West Midlands (UK) *Le barre e i valori numerici si riferiscono alle variazioni 2008-2013 e 2013-2017, la variazione totale 2008-2017 è indicata dal pallino Fonte: EUROSTAT, ISTAT A livello di settori economici, si rileva un processo di terziarizzazione in tutte le economie considerate. Infatti, fatta eccezione per la Catalunya, che registra una contrazione occupazionale nel periodo 2008-2013: in tutte le regioni considerate cresce l’occupazione nel settore dei servizi. In Lombardia gli occupati nei servizi aumentano di oltre il 9% tra il 2008 e il 2017, valore superiore alle altre regioni italiane. La crescita dell’occupazione nei servizi è ancora più marcata nelle altre regioni europee. Nonostante la recente fase di ripresa economica, nel 2017 il settore industriale lombardo e quello delle costruzioni non sono ancora riusciti a recuperare l’occupazione persa durante la fase più acuta della recessione: -3% e -22% rispetto al 2008. Particolarmente negativa la performance della Catalunya nelle costruzioni (-49% rispetto al 2008) a causa della crisi economica con lo scoppio della bolla immobiliare. Solo le regioni tedesche riescono a mantenere e vedere crescere l’occupazione in questo settore. La performance occupazionale dell’industria italiana e in particolare lombarda si conferma migliore di quella delle costruzioni: le consistenti perdite rilevate tra il 2008 e il 2013 vengono in parte recuperate negli anni successivi. Per le altre regioni europee si conferma il trend di crescita positivo di Baden-Württemberg e Baviera, mentre la situazione risulta ancora critica per Catalunya (- 23% rispetto al 2008), West Midlands e Rhône-Alpes (- 12% circa rispetto al 2008). Figura 13 – Variazioni percentuali dell’occupazione per settore, 2008-2013-2017 Industria Costruzioni Servizi 2008-2013 2013-2017 2008-2017 2008-2013 2013-2017 2008-2017 2008-2013 2013-2017 2008-2017 10 30 20 5 4,5 7,9 20 5,1 3,0 6,4 5,2 15 0 1,6 2,1 1,8 2,7 10 12,3 -3,4 -4,3 -4,6 10,4 13,3 3,7 9,5 -5 -3,8 -5,0 -6,4 0 3,2 6,3 3,0 10 7,0 6,4 10,0 -10 -8,5 -8,1 -15,6 -10 -5,9 -19,7 -19,6 -18,6 -15,2 -15,3 -20,5 -19,9 8,2 5 10,8 4,8 6,6 6,5 -15 -28,7 -9,7 -11,7 -20 -8,6 -7,4 -8,8 6,5 6,7 5,3 5,1 -13,3 -15,1 5,4 3,8 2,8 2,6 5,0 -20 -30 -54,7 0 0,9 1,1 0,2 1,6 -25 -40 -6,8 -5 -30 -50 -35 -60 -10 Rhône-Alpes (FR) Bayern (DE) EU28 Lombardia Rhône-Alpes (FR) Veneto Bayern (DE) Italia Nord-Ovest EU28 Cataluña (ES) Emilia Romagna Baden-Württemberg (DE) Lombardia West Midlands (UK) West Midlands (UK) Baden-Württemberg (DE) EU28 Bayern (DE) Veneto Emilia Romagna Italia Rhône-Alpes (FR) Veneto Nord-Ovest Lombardia Nord-Ovest Baden-Württemberg (DE) Emilia Romagna Cataluña (ES) Italia Cataluña (ES) West Midlands (UK) *Le barre e i valori numerici si riferiscono alle variazioni 2008-2013 e 2013-2017, la variazione totale 2008-2017 è indicata dal pallino Fonte: EUROSTAT, ISTAT 13
Il mercato del lavoro in Lombardia e nelle principali regioni UE a specializzazione manifatturiera Nell’industria manifatturiera lombarda cresce l’occupazione solo nel comparto a medio alta tecnologia, si riducono invece gli occupati di tutti gli altri ambiti tecnologici: alta tecnologia, bassa e medio bassa. Ciò nonostante nel confronto con le altre regioni europee la Lombardia risulta, in termini occupazionali, la regione a maggiore specializzazione manifatturiera di medio-bassa tecnologia (figura 15). Infatti, rispetto alla media europea la quota di occupazione nella manifattura a medio-bassa tecnologia è quasi due volte superiore. Le regioni del Baden-Württemberg e della Baviera sono quelle che hanno quota maggiore di occupati nel comparto manifatturiero ad alta e a medio-alta tecnologia: oltre due volte e mezzo rispetto alla media europea. La specializzazione occupazionale riflette le principali divisioni manifatturiere: prodotti in metallo (medio- bassa tecnologia) e macchinari (medio-alta) per la Lombardia; macchinari e mezzi di trasporto (entrambi medio-alta tecnologia) per il Baden-Württemberg; industria alimentare (bassa tecnologia) per la Catalunya. Il Rhône-Alpes presenta invece una struttura più omogenea 12. Più in generale, rispetto al pre-crisi si osserva in quasi tutte le regioni considerate (fatta eccezione per il West Midlands e Veneto) una ricomposizione dell’occupazione verso il comparto della medio-alta tecnologia a scapito degli altri comparti. Solo le regioni tedesche e la Catalunya registrano livelli occupazionali superiori al 2008 nel comparto manifatturiero high tech. Figura 14 – Variazioni percentuali dell’occupazione nel settore manifatturiero: classificazione high-tech, 2008-2013-2017 High technology Medium high-technology 2008-2013 2013-2017 2008-2017 2008-2013 2013-2017 2008-2017 30 30 20 2,4 20 2,9 11,1 10 20,6 10 20,1 12,8 9,8 15,2 16,1 2,7 8,6 8,6 6,8 11,2 9,2 10,2 7,7 11,1 0 5,1 0 2,2 0,9 5,3 4,6 -0,6 -4,0 -3,7 -3,5 -6,9 -7,1 -11,1 -9,1 -10 -11,5 -18,5 -19,7 -10 -7,6 -15,8 -8,0 -11,4 -7,2 -9,8 -32,8 -20 -3,5 -20 -12,7 -1,4 -30 -30 -40 -40 EU28 Bayern (DE) Rhône-Alpes (FR) Veneto Lombardia EU28 Cataluña (ES) Bayern (DE) Rhône-Alpes (FR) Nord-Ovest Lombardia Nord-Ovest Italia Baden-Württemberg (DE) Emilia Romagna Baden-Württemberg (DE) West Midlands (UK) Veneto Italia Emilia Romagna Cataluña (ES) West Midlands (UK) Medium low-technology Low-technology 2008-2013 2013-2017 2008-2017 2008-2013 2013-2017 2008-2017 20 15 10 10 12,9 2,4 5 10,0 0 3,3 0,0 2,0 4,6 5,5 1,5 -5,2 -5,8 0 3,5 -6,9 -11,3 0,1 -14,0 -15,7 -15,2 -12,3 -14,8 -13,7 -7,0 -5,1 -10 -9,0 -3,2 -5 -10,1 -2,0 -12,8 -13,1 -13,8 -13,0 -14,3 -10 -19,8 -16,7 -20 -42,3 -10,3 -0,8 -0,1 -15 -26,5 -6,6 -30 -1,2 -20,7 -6,5 -20 -2,6 -40 -25 -50 -30 EU28 Bayern (DE) Rhône-Alpes (FR) West Midlands (UK) Lombardia EU28 Veneto Emilia Romagna Bayern (DE) Nord-Ovest Italia Baden-Württemberg (DE) Rhône-Alpes (FR) Cataluña (ES) Lombardia Veneto Nord-Ovest Italia Baden-Württemberg (DE) Cataluña (ES) Emilia Romagna West Midlands (UK) 12“Lombardia 4.0. Competenze e lavori per il futuro”, Materiali del Forum Interuniversitario promosso dalla Direzione Generale Istruzione Formazione e Lavoro di Regione Lombardia nel periodo aprile-luglio 2016. 14
Il mercato del lavoro in Lombardia e nelle principali regioni UE a specializzazione manifatturiera *Le barre e i valori numerici si riferiscono alle variazioni 2008-2013 e 2013-2017, la variazione totale 2008-2017 è indicata dal pallino Fonte: EUROSTAT, mIcro.STAT Figura 15 –Indice di specializzazione dell’occupazione: industria manifatturiera classificazione high-tech, anno 2017 Alta tecnologia 3,0 2,5 Baden-Württemberg 2,0 1,5 1,4 Bayern 1,0 0,5 Cataluña Bassa tecnologia 1,2 0,0 1,6 Medio-alta tecnologia Rhône-Alpes (NUTS 2013) West Midlands (UK) Lombardia 1,9 Medio-bassa tecnologia Fonte: EUROSTAT, mIcro.STAT Il livello tecnologico dei diversi comparti manifatturieri riflette il livello di istruzione degli occupati. In particolare, nel comparto ad alta tecnologia lombardo, nel 2017, quasi un terzo degli occupati ha almeno la laurea e il 45% un diploma. Mentre nelle aziende dei comparti a bassa e medio-bassa tecnologia intorno al 45% degli occupati ha un livello di istruzione basso (obbligo formativo) e meno del 10% dei lavoratori è laureato. Figura 16 –Composizione dell’occupazione per livello di istruzione nei comparti manifatturieri secondo la classificazione high-tech, Lombardia anno 2017 Alta tecnologia 23,50 45,14 31,36 Medio-alta tecnologia 34,69 52,72 12,59 Medio-bassa tecnologia 43,43 48,70 7,87 Bassa tecnologia 44,87 45,27 9,87 Obbligo formativo Diploma Università e oltre Fonte: mIcro.STAT L’elevata quota di occupati nei comparti high tech della manifattura e dei servizi fanno sì che la Lombardia presenti una distribuzione dell’occupazione per professioni più vicina alla media europea rispetto alle altre regioni italiane. In Lombardia nel 2017 gli occupati nelle professioni a elevata qualifica sfiorano il 40%, rispetto ad una media del 36,5% dell’Italia. Quasi la metà degli occupati nelle professioni a elevata qualifica ha almeno la laurea e un altro 44% ha un diploma di scuola superiore. Resta invece molto bassa la quota di laureati nelle professioni a media qualifica legate alle attività commerciali e al lavoro di ufficio: solo il 12%. Si mantiene invece molto elevata la percentuale di lavoratori con il solo obbligo formativo nelle professioni a bassa 15
Il mercato del lavoro in Lombardia e nelle principali regioni UE a specializzazione manifatturiera qualificazione: nel complesso circa il 60% tra artigiani, agricoltori, conduttori di impianti e professioni non qualificate. Figura 17 – Composizione percentuale dell'occupazione per gruppi di professioni 13, 2017 Fonte: EUROSTAT, mIcro.STAT (Italia e regioni italiane) Figura 18 –Gruppi di professioni: composizione % per titolo di studio, Lombardia 2017 2,3 11,8 48,9 38,0 59,7 43,8 59,7 28,4 7,2 Elevata qualifica Media qualifica Bassa qualifica Obbligo formativo Diploma Università e oltre Fonte: mIcro.STAT Tra il 2013 e il 2017 si osserva una crescita generalizzata dell’occupazione tra le professioni ad elevata qualifica. Le variazioni più consistenti si registrano in Veneto (+14%), segue la Lombardia con +9,2%, valore simile a quello rilevato a livello nazionale in Germania e in Francia. La crescita dell’occupazione registrata tra il 2013 e il 2017 coinvolge anche le professioni a media e bassa qualifica, sebbene con tassi molto inferiori. In Lombardia gli occupati nelle professioni a media qualifica aumentano del 1,9% mentre gli occupati nelle professioni a bassa qualifica aumentano meno dell’1%. 13 Professioni a elevata qualifica (high-skill): "Dirigenti", le "Professioni intellettuali, scientifiche e di elevata specializzazione", "Professioni tecniche". Professioni a media qualifica (medium-skill): “Professioni esecutive nel lavoro d'ufficio”, le "Professioni qualificate nelle attività commerciali e nei servizi". Professioni a bassa qualifica (low-skill): "Artigiani, operai specializzati e agricoltori", i "Conduttori di impianti e operai di macchinari fissi e mobili" e le "Professioni non qualificate. 16
Il mercato del lavoro in Lombardia e nelle principali regioni UE a specializzazione manifatturiera Figura 19 – Variazione dell’occupazione per gruppi di professioni (variazione % 2013-2017) Elevata qualifica Media qualifica Bassa qualifica 16 10 14 14 12 8 12 8.1 10 6 8 10 4 5.1 6 11.6 8 4.1 14.0 2 3.3 3.5 4 7.2 6 1.9 2.6 2 9.4 9.8 9.2 0 1.9 0.5 0.8 0.9 3.2 4 8.7 -1.9 1.4 1.3 7.3 0 6.1 6.0 5.6 2 -2 -2 -1.4 0 -4 -4 EU28 Germania Lombardia Emilia Romag Nord-ovest Francia Spagna Veneto Italia EU28 Germania Lombardia Nord-ovest Francia Emilia Romag Germania Spagna EU28 Spagna Veneto Emilia Romag Nord-ovest Italia Francia Veneto Lombardia Italia * Non è possibile effettuare il confronto con il 2008 perché nel 2011 è cambiata la classificazione delle professioni CP2011 (Istat) Fonte: EUROSTAT, mIcro.STAT (Italia e regioni italiane) BOX- Le professioni più richieste in Lombardia per il 2017 14 Secondo la rilevazione Excelsior, sul totale delle entrate previste per il 2017 dalle imprese lombarde il 43% riguarda professioni a bassa qualifica, un terzo professioni a media qualifica e solo il 24% professioni ad elevata qualifica (18% il dato a livello nazionale) 15. Le professioni più richieste per il 2017 sono prevalentemente a media e bassa qualifica: addetti alle attività di ristorazione, addetti alle vendite, personale non qualificato nei servizi di pulizia, personale non qualificato addetto a spostamento e consegna merci e conduttori di veicolo a motore. Tra le professioni a più elevata qualificazione i tecnici dei rapporti con i mercati 16 sono quelli più richiesti dalle imprese nel 2017. Le professioni più richieste per il 2017 in Lombardia 85.530 Addetti nelle attività di ristorazione 77.560 Personale non qualificato nei servizi di pulizia 59.540 Addetti alle vendite 46.200 Tecnici dei rapporti con i mercati 35.760 Personale non qualificato addetto a spostamento/consegna… 34.900 Conduttori di veicoli a motore Fonte: elaborazioni su dati Excelsior 2017 Se le professioni maggiormente richieste dalle imprese lombarde sono a medio-bassa qualifica, tra le professioni che presentano le maggiori difficoltà di reperimento sul territorio regionale ci sono quelle high skilled. In particolare, le professioni tecniche e specialistiche legate alle nuove tecnologie informatiche: Tecnici informatici, telematici e delle telecomunicazioni (53,5% di difficile reperimento), Tecnici in campo ingegneristico, Specialisti in scienze matematiche, informatiche, chimiche, fisiche e naturali, Ingegneri e professioni assimilate. Le difficoltà di reperimento sono prevalentemente legate alla mancanza di canditati, motivazione seguita dalla preparazione inadeguata. 14 “Excelsior Informa. Lombardia. 2017”, Unioncamere - ANPAL, Sistema Informativo Excelsior, 2017 15 Si veda nota 13. 16 Analista di mercato, Economista aziendale, Operatore e Operatrice delle reti di vendita, Tecnico e Tecnica degli acquisti e della catena di distribuzione, Tecnico e Tecnica del marketing, Traduttore e Traduttrice per il commercio. 17
Il mercato del lavoro in Lombardia e nelle principali regioni UE a specializzazione manifatturiera Le professioni a maggiore difficoltà di reperimento nel 2017 in Lombardia* 53,5 Tecnici informatici, telematici e delle telecomunicazioni 48,6 Specialisti in scienze matematiche, informatiche, chimiche,… 46,0 Fabbri ferrai, costruttori di utensili e assimilati 45,9 Tecnici in campo ingegneristico 42,2 Ingegneri e professioni assimilate Fonte: elaborazioni su dati Excelsior 2017 Conclusioni Nel 2016 e 2017 si consolida la ripresa dell’economia lombarda iniziata nel 2014, sostenuta principalmente dalla domanda estera. Il Pil pro capite lombardo sale sopra i livelli pre-crisi, con un valore superiore sia a quello registrato nelle altre regioni italiane prese a confronto (Veneto ed Emilia-Romagna) sia a quello registrato da Catalunya, Rhône-Alpes e West-Midlands. Negli ultimi anni crescono anche la propensione all’innovazione e la spesa in ricerca e sviluppo delle imprese lombarde, anche se a livelli inferiori rispetto a quelli registrati a livello medio europeo e degli altri “Motori d’Europa”. Il rafforzamento della congiuntura economica regionale è accompagnato da un graduale e costante miglioramento del mercato del lavoro: dal 2013 l’occupazione in Lombardia torna a crescere compensando le perdite registrate nel periodo 2008-2013 e si riduce il tasso di disoccupazione, pur restando sopra il livello pre- crisi. Tuttavia, la ripresa del mercato del lavoro risulta più debole rispetto a quella registrata dalle altre regioni europee a vocazione manifatturiera, fatta eccezione per la Catalunya che si trova in una situazione ancora molto critica. È soprattutto la crescita dell’occupazione femminile, fenomeno generalizzato a livello europeo, che determina la ripresa dei livelli occupazionali lombardi: con un incremento del tasso di occupazione femminile di 2pp rispetto al 2008. Fatta eccezione per le regioni tedesche (Baden-Württemberg e Baviera), i più giovani (tra i 15 e i 24) continuano a risentire degli effetti della crisi in tutti gli indicatori del mercato del lavoro: rispetto alle altre regioni europee a caratterizzazione manifatturiera, nel 2017 la Lombardia ha il tasso di occupazione dei giovani più basso. Dal 2013 l’occupazione torna a crescere compensando le perdite registrate nel periodo 2008-2013 e nel 2017 il numero di occupati supera di circa 125mila unità quello del 2008, raggiungendo quasi i 4 milioni e 400 mila lavoratori. In tutte le regioni considerate (italiane ed europee) aumentano soprattutto gli occupati con contratto di lavoro part-time, che viene usato come ammortizzatore della caduta della domanda e permette di mantenere posizioni occupazionali che altrimenti sarebbero andate distrutte. Nel 2017 oltre la metà del lavoro a tempo parziale in Lombardia è di tipo involontario e nel periodo 2008-2017 aumenta anche la quota del lavoro a tempo determinato. Nel periodo 2008-2013 si registra in Lombardia anche una riduzione marcata del lavoro autonomo, che continua a ridursi anche nel periodo più recente. Questo fenomeno si osserva anche nelle regioni tedesche del Baden-Württemberg e della Baviera. La crisi economica ha avuto degli effetti anche sul livello medio di istruzione della forza lavoro occupata: aumentano in maniera significativa i laureati e si riducono i poco istruiti. Tuttavia, questo fenomeno, 18
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