IL GOVERNO DELLA GUERRA 1961/2018 - BRENT SCOWCROFT IL VIETMAM E L' "AGENT ORANGE" - La Bestia
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IL GOVERNO DELLA GUERRA 1961/2018 - BRENT SCOWCROFT IL VIETMAM E L’ “AGENT ORANGE” Dal libro la Bestia, pag. 3 segg., Nella sua testimonianza il giudice Rose afferma che costui è sta- to «estradato in USA da Giovanni Falcone». Ne dà conferma un altro giudice che lo affianca, Laurie Bersella. Queste dichiarazioni mi lasciano stupefatto. Riscontrare la presenza in Italia di un pericoloso terrorista già costituisce una grossa novità nella storia del nostro Paese. Più inquietante è trovarne uno appena prima dell’uccisione di Falcone e apprendere che proprio quest’ultimo lo aveva consegnato agli americani. Sento che si tratta di un elemento significativo, rilevante, e inizio subito a fare ricerche sui personaggi italiani e americani presenti nella vicenda. E incontro grosse difficoltà. Dell’arresto dell’arabo nel nostro Paese non trovo traccia. Come legale di parti offese mi rivolgo alle autorità 1
amministrative del massimo livello. Non mi viene fornita alcuna informazione. Cerco allora sul versante americano. E quando infine trovo qualcosa, rimango ancora più allibito. Mi imbatto infatti nel nome di George Bush senior, allora presidente degli Stati Uniti, e in quelli dei componenti del suo staff militare: il capo di Stato maggiore John Sununu, il consigliere per la Sicurezza nazionale Brent Scowcroft (nome spesso affiancato al suo socio in affari Henry Kissinger), il segretario di Stato James Baker. Li vedo anche immortalati davanti a un elicottero da guerra americano in una foto ricordo scattata appena prima della loro partenza da Roma per gli Stati Uniti. Sono stati in Italia per un summit mili- tare della NATO, verso la fine del 1991. E con loro c’è anche l’am- basciatore in Italia Peter Secchia. Hanno parlato non solo dell’invasione in atto dell’Iraq di Saddam Hussein e della nascente «Nuova Europa», ma anche di questo pericoloso terrorista, come racconterà Peter Secchia. In sostanza «parlano» di questo arabo i massimi vertici dei supremi apparati militari degli Stati Uniti: NSA, CIA, NATO, FBI, DEA, Stay-behind, ovvero personaggi che, allora come sempre, governano il mondo attraverso questi summit. È un circolo rarefatto e potente che s’incontra anche attraverso altri enti ed eventi riservati denominati Council on Foreign Relations, Bilderberg, Trilaterale, costantemente diretti ad attuare the 2
New World Order, «il Nuovo Ordine Mondiale»; o attraverso misteriose società ed entità cui talvolta sono collegati, come la Skull and Bones dell’Università di Yale (confraternita segreta che avrebbe visto tra i propri membri vari futuri presidenti degli Stati Uniti); la confraternita Phi Sigma Kappa della West Virginia Univer- sity; l’Ordine dell’Impero britannico; la Chiesa di Gesù Cristo dei santi degli ultimi giorni, ossia la Chiesa dei mormoni.“ Dal libro “La Bestia, pag. 330 “. Chi era, in quel summit di Roma, il grande Capo (della National Security Agency), occhio di Dio, attraverso satelliti vaganti non certo per caso nel nostro cielo, collegati ai nostri maxi-radar di Sigonella? Si chiamava Brent Scowcroft. Ancora nel settembre del 1969 questo personaggio, di appartenenza mormone, risultava assegnato alla direzione delle questioni relative al Consiglio di sicurezza nazionale, intento a occuparsi della guerra in Vietnam con il vicepresidente Nelson A. Rockefeller e il direttore dell’Agenzia di intelligence centrale William Colby. Quest’ultimo, direttore della CIA dal 1973, già dal 1958 era stato incaricato di impedire l’ascesa del comunismo in Italia. Il 2 aprile 1976 presso la Georgetown University di Washington si tenne un convegno organizzato dal CSIS, Center for Strategic and 3
International Studies. Radunò vari personaggi, tra cui un certo Michael Leeden allo scopo di studiare assieme quello che ne era il tema di fondo: il miglior modo per gli Stati Uniti di intervenire in Italia «al fine di contenere la minaccia comunista». Oltre a Colby parteciparono a quel convegno grossi esponenti dei servizi militari USA e personaggi con importanti ruoli politici fra cui William Casey (intimo di Reagan e poi direttore della CIA), John Connolly (ex segretario al Tesoro con Nixon, finanziere, petroliere, legato in molti affari con Michele Sindona, definito da tanti animatore della politica dell’estrema destra americana nei confronti dell’Italia), e anche Claire Sterling (la giornalista che dette dell’attentato al papa la nota versione che ne addebita le responsabilità ai servizi segreti bulgari e russi).* Scowcroft, oltre al centralissimo ruolo pubblico che ricopriva, a suo tempo era privatamente in società con Henry Kissinger nella produzione e vendita di mezzi militari, in particolare tramite la Lockheed Martin, azienda aerospaziale globale americana: difesa, sicurezza e tecnologie avanzate con interessi a livello mondiale. Oggi, nel 2018, è a capo dello Scowcroft Center for Strategy and Security – Atlantic Council, da cui continua a governare sul mondo.” 4
Documentazione informativa 1) Sulla attualità del problema e sulla necessità di immediati interventi di ausilio, pag. 5 sgg. 2) Sugli effetti dell’Agent Orang, pag. 37 sgg. ! Ancora guai per Monsanto: governo Vietnamita riapre causa per risarcire milioni di vittime dell’ Agent Orange agosto 27, 2018 Elisa Mussio Approfondimenti Il Ministero degli Esteri vietnamita ha dichiarato che riesaminerà i canali legali possibili nel tentativo di ricevere danni, per oltre un milione di persone, da un 5
gruppo di società chimiche tra cui Monsanto e Dow Chemical, che hanno prodotto il mortale erbicida Agent Orange per le forze armate statunitensi durante la guerra del Vietnam. L’annuncio del Ministero degli Esteri è arrivato come diretta conseguenza del precedente legale stabilito dal verdetto di San Francisco del 10 agosto, in cui Monsanto è stata condannata a pagare oltre 289 milioni di dollari in danni totali all’ex guardia forestale Dewayne “Lee” Johnson, un padre della California che ha contratto il linfoma non-Hodgkin a causa dell’uso prolungato degli erbicidi a base di glifosato (specialmente il Roundup Ready) prodotti dalla Monsanto sul posto di lavoro. “Questo caso è un precedente che cambia necessariamente gli argomenti finora avanzati da svariate entità sia scientifiche che governative, ovvero che gli erbicidi forniti alle forze armate statunitensi da Monsanto e altre aziende chimiche americane durante la guerra del Vietnam non sono dannosi per la salute delle persone”, ha detto giovedì il vice portavoce del Ministero degli Esteri Nguyen Phuong Tra. “Riteniamo che la Monsanto debba essere ritenuta responsabile del risarcimento dei milioni di vittime vietnamite dell’Agent Orange per i danni causati dagli erbicidi della società”, ha proseguito Tra. Secondo le stime della Croce Rossa vietnamita, sulla base di studi locali, almeno un milione di persone in Vietnam soffre attualmente di disabilità o di altri 6
problemi di salute associati ai danni causati dall’Agent Orange. L’Associazione vietnamita delle vittime dell’Agent Orange ha dichiarato che le persone colpite sono “le più povere del paese”. Il 70% delle famiglie vive al di sotto della soglia di povertà e il 22% conta tre o più vittime. Molti sono gravemente disabili; il 90 per cento è disoccupato. L’onere dell’assistenza a queste vittime ricade sui loro genitori o parenti, molti dei quali sono ormai in età avanzata. Il problema è grande, e lo sarà ancora di più quando i genitori e chi si prende cura di queste vittime alla fine moriranno”. Una precedente causa intentata dalla Vietnam Association of Victims of Agent Orange (associazione vietnamita delle vittime dell’Agent Orange) nei primi anni 2000 è fallita nel sistema giudiziario statunitense, tuttavia il governo vietnamita ritiene che una nuova causa legale, possibilmente al di fuori degli Stati Uniti, sarebbe ora più forte. Le stesse aziende chimiche che avrebbero potuto affrontare nuove pressioni legali dal Vietnam convennero nel 1984 di accordarsi con tutti i veterani dell’esercito degli Stati Uniti, Australia e Nuova Zelanda, che servirono in Vietnam tra il 1961 e il 1972, e che credevano che loro stessi o i loro figli sono stati danneggiati dall’esposizione all’Agent Orange. All’epoca, il risarcimento di 180 milioni di dollari che ricevettero era il più grande della storia.L’esercito statunitense ha utilizzato l’Agent Orange e altri defolianti nell’ambito del suo 7
programma di guerra chimica “Operation Ranch Hand”. Dow Chemical e Monsanto furono i due maggiori produttori di Agent Orangeper l’esercito statunitense, insieme a decine di altre società, tra cui Diamond Shamrock, Uniroyal, Thompson Chemicals e Hercules.Nel 1961 e 1971, il governo degli Stati Uniti e la Repubblica del Vietnam (Vietnam del Sud) utilizzarono gli “erbicidi arcobaleno” (Agent Orange, Agent Pink, Agent Green, Agent Purple, Agent White e Agent Blue) per defogliare foreste e mangrovie al fine di liberare perimetri per uso militare e distruggere colture per affamare il nemico (Vietnam del Nord e Fronte di liberazione nazionale). Il più irrorato di questi erbicidi era l’Agent Orange. È stato utilizzato dal 1965 al 1970 e gli scienziati stimano che ne sono stati sparsi circa 45.677.937 litri (12.066.834 galloni) durante questo periodo.In totale, gli “erbicidi arcobaleno” rappresentavano circa 72 milioni di litri (19 milioni di galloni). Durante la guerra sono stati distrutti fino a 2 milioni di ettari di terreno e foreste a causa delle irrorazioni di erbicidi e sono stati colpiti anche la Cambogia e il Laos. Che cos’è l’Agent Orange? Il principio attivo dell’Agent Orange era una miscela equivalente di due erbicidi fenossi – l’acido 2,4- diclorofenossiacetico (2,4-D) e l’acido 2,4,5- triclorofenossiacetico (2,4,5-T) – in forma di estere isoottile, che conteneva tracce della 2,3,7,8- 8
tetraclorodibenzo-p-diossina (TCDD) della diossina.Il TCDD era una traccia (tipicamente 2-3 ppm, ma variava da 50 ppb a 50 ppm), ciononostante rimaneva un contaminante significativo dell’Agent Orange. La TCDD è la più tossica delle diossine ed è classificata come cancerogena per l’uomo dall’Agenzia statunitense per la protezione dell’ambiente (Environmental Protection Agency). Secondo le Nazioni Unite, le diossine sono “uno dei composti più tossici conosciuti dall’uomo”. 9
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! Agente arancio e Vietnam, l’eredità di un conflitto Pubblicato il 9 giugno 2016 di Matthias Canapini Procedendo verso sud, in alcune zone di aperta campagna, gli alberi hanno cessato di crescere. Solo ampie distese di terra arida. Il vuoto. Il 30 aprile del 1975, stando ai resoconti storici, finiva la guerra in Vietnam, ma gli effetti dell’agente arancio, una diossina lanciata dall’esercito statunitense durante il conflitto, sono tuttora ben visibili. Alcuni terreni agricoli e gran parte delle acque dei fiumi, soprattutto nel sud, sono ancora contaminate e rendono impossibile il sostentamento di contadini e famiglie locali. 13
A distanza di circa quaranta anni l’agente arancio, come un parassita, continua a mangiarsi l’ecosistema di questo vasto paese del sud-est asiatico. Oltre al disastro naturale, si aggiunge il dramma umano. Tantissimi bambini, ancora oggi, nascono con gravi malformazioni fisiche, problemi mentali, tumori e malattie di ogni tipo. I veterani o i civili contaminati dalla diossina vivono una vita di stenti e dolori. Alcuni, grandi e piccoli, si spengono lentamente, giorno dopo giorno, sdraiati su letti o brandine con lo sguardo vuoto a fissare il soffitto. Secondo l’associazione locale VAVA (Vietnamese Association of Victims of Agent Orange), ben 4,8 milioni di persone in Vietnam sono state esposte all’erbicida e circa 3 milioni di esse soffrono di malattie mortali. L’eredità di un conflitto. Ly Thi Son ha un sorriso disarmante. Incute dolcezza e sollievo laddove potrebbe regnare solo rabbia e dolore. Davanti alla sua minuscola casetta ha costruito una specie di mercatino e tenta ogni giorno di vendere caramelle alla menta e lattine di Red Bull ai vari passanti. Ci sediamo sulla sponda del letto, stretti come sardine. Suo figlio Tran Van Thi è accucciato in un angolo dello stanzino. «Mio marito è morto pochi mesi fa ed è stato contaminato dall’agente arancio mentre era al fronte. Nessuno in tempo di guerra sapeva cosa potesse essere quel gas verdognolo che cadeva dal cielo. Sentivamo la pelle bruciare, unta come olio. Quando è nato nostro figlio abbiamo fatto degli esami medici e abbiamo capito. 14
Abbiamo scoperto la verità». Tran non si muove, non si lava, non mangia e non beve, se non grazie all’aiuto della madre. Ha le ginocchia sbucciate e lo sguardo perso. Si sposta gattonando ma non emette parole. Solo lamenti che riempiono la stanza di malessere. L’automobile si ferma senza preavviso di fronte ad una umile casa in cemento in un remoto angolo del nord Vietnam. In linea d’aria siamo a circa 200 km da Hanoi, persi tra risaie e buoi intenti a mangiare l’erba a bordo della strada. Una ragazza, o forse un’anziana si rotola nel cortile della struttura, gemendo, urlando e ridendo in un misto di raccapricciante follia. Qualche cagnolino le gira attorno, lei si dondola tra sé e sé, persa nella sua mente e nella polvere del giardino. Alza la testa al cielo e solo allora noto che è cieca. Due buchetti azzurri le incorniciano il viso. Non ha capelli, solo rade chiazze di peluria disseminate sul cranio. La mamma emerge dal ventre della casa. Si chiama Le Thi Teo, ha settanta anni ed un braccio rotto, ma non si sa come. «Si, la mia storia è uguale a quella di tante altre vedove o donne sparse nel Vietnam. Mio marito ha combattuto, è venuto a contatto con la diossina ed ecco qui il risultato». Indica con un sorriso il corpo della figlia. «L’umore di Hong Gam dipende molto dal tempo, ma sostanzialmente è impazzita durante il corso degli anni. Se si avvicina un temporale, il suo cervelletto ne risente, diventa isterica e nervosa e sono costretta a chiuderla in una stanzina senza porte né finestre, solo sbarre alle pareti in modo che non rompa niente o non 15
lanci oggetti». Continuiamo a parlare, ma i gemiti pazzi di Hong raggiungono il nostro tavolo scuotendomi dentro. La città di Saigon è in fermento. Motorini, venditrici di frutta e turisti sudati. L’asfalto è rovente. Ottengo finalmente il permesso per visitare il “villaggio della pace”, un reparto del Tu Du Hospital dedicato ai bambini dalle due settimane di vita ai dieci anni circa vittime dell’agente arancio. Un luogo desolato e fatiscente. Al secondo piano, sigillati dentro bocce di vetro, ci sono i corpi dei neonati, morti appena dati alla luce, poco dopo la fine del conflitto. Una targhetta in plastica ricorda il loro nome, l’età ed il motivo del decesso, gran parte delle volte avvenuta per malformazioni fisiche. Le scale che conducono al terzo piano si animano di schiamazzi, urla, guaiti. Provengono dalle quattro stanze dislocate lungo il corridoio. Neonati deformi mangiati da tumori e bolle infettive. Occhi fuori dalla orbite e crani tre volte più grandi del normale. Gravissime malformazioni ossee, articolazioni gonfie e corpi quasi scheletrici. Molti dei bambini o adolescenti presenti si dondolano sui bordi del letto e sbattono la testa contro le pareti. Non riesco a immaginare quali tipi di dolori possano provare. Un ragazzotto sui tredici anni ha la pelle come bruciata, coperta da croste. Le infermiere sono state costrette a legargli i polsi con delle manette per evitare che si gratti e peggiori la sua condizione. Mi chiedo però, se esista un “peggio” in situazioni simili. 16
Questo breve reportage è tratto dal libro “Oltre l’est – cronache dai margini” di prossima uscita per Prospero Editore. Per maggiori informazioni sull’agente arancio visita la pagina di Vietnam Agent Orange Relief and Responsibility Campaign. 17
https://www.giornalettismo.com/archives/1095957/ leredita-dellagente-arancio I figli dell’Agente Arancio di MAZZETTA | 10/09/2013 Milioni di vietnamiti e un numero imprecisato di veterani sono stati contaminati dai diserbanti usati dagli americani, che ne conoscevano la loro tossicità, ma fecero finta di non saperlo. 18
NOVE ANNI DI BOMBARDAMENTI CON I DISERBANTI – L’Operation Ranch Hand è durata dal 1962 al 1971 ed è stata arrestata solo dopo che nel 1970 uno studio ha scoperto che il 2,4,5-T poteva causare difetti nei nascituri delle cavie, l’anno 19
successivo le forze americane smisero di usare erbicidi in Vietnam. La sostanza rappresentava il 50% del famigerato Agente Arancio, una miscela 1:1 di 2,4- D (acido-2,4-diclorofenossiacetico) e 2,4,5-T (acido-2,4,5-triclorofenossiacetico), due potenti e noti erbicidi, il nome deriva dal colore del nastro che distingueva i loro contenitori da quelli degli agenti blu, rosa etc. che avevano altre formulazioni. L’Agente Arancio fu il più utilizzato in Vietnam. 20
LO SAPEVANO DA PRIMA – Sul fatto che le autorità degli Stati Uniti sapessero da prima della tossicità dell’Agente Arancio oggi non ci sono più dubbi, si tratta di un fatto accertato nelle aule giudiziarie e dalla storiografia. Per dirla con le parole del dottor James R. Clary (uno scienziato che ha lavorato per la Chemical Weapons Branch, BW/CW Division ) andò che: «Quando noi (gli scienziati militari) cominciammo il programma erbicida negli anni ’60, sapevamo del danno potenziale dovuto dalla contaminazione di diossina. Sapevamo anche che la formulazione “militare” aveva una concentrazione di diossina superiore a quella “civile”, a causa dei costi inferiori e della maggiore velocità di produzione. Tuttavia, visto che il materiale doveva essere usato sul “nemico”, nessuno di noi era troppo preoccupato.» TANTA DIOSSINA – Il “nemico erano i vietnamiti, perché sotto le nuvole di spray sparse dagli americani 21
c’erano soprattutto civili vietnamiti, gli stessi che hanno continuato a morire o a dare alla luce figli deformi fino a oggi. Gli epidemiologi calcolano che nelle zone irrorate dagli americani le nascite deformi siano il triplo della media e che tale valore impenni nelle campagne e nelle zone più pesantemente colpite. Lo studio del 1970 nasce dalla scoperta nel 1969 che l’Agente Arancio era contaminato da una diossina, la TCDD, la stessa del disastro di Seveso, una molecola descritta come “forse la molecola più tossica mai sintetizzata dall’uomo e che questa contaminazione stava producendo gli effetti fino ad allora “inspiegabili” in quanti erano rimasti esposti all’Agente Arancio. In seguito si scopriranno anche dei memorandum con i quali i principali produttori del diserbante, da Monsanto che fece la parte del leone a Diamond Shamrock, Dow Chemical Company, Hercules e altre, con i quali queste aziende informavano il governo della contaminazione da diossina del 2,4,5-T e che nella sua produzione un surriscaldamento accidentale della sostanza poteva provocare condensare il prodotto e sintetizzare così la TCDD. Un fatto noto e un avvertimento che saranno prese sottogamba, se proprio questo rischio nella produzione si concretizzerà nella tragedia di Seveso. 22
DIOSSINA: LA VERITA’ NASCOSTA Senza categoria di Navdanya il manifesto 2012.05.23 – 11 INCHIESTE Fusti di morte tra Seveso e Mantova ANDREA TORNAGO. «Diossina: la verità nascosta», un libro di Paolo Rabitti per Feltrinelli Sulla destinazione finale dei temibili fusti con la diossina di Seveso «uno dei veleni più potenti mai prodotti dall’uomo», la tetraclorodibenzop- diossina (Tcdd) fuoriuscita dall’Icmesa il 10 luglio 1976 – è stato scritto e fantasticato molto: finiti in una miniera argillosa del «blocco sovietico» grazie alla mediazione del Pci; abbandonati in un ex mattatoio di AnguilcourtLe Sart dall’ex paracadutista Bernard Paringaux e presi in custodia dall’esercito francese; bruciati in Svizzera negli inceneritori della Ciba-Geigy o da una nave-inceneritore in una rotta fantasma sul mare del Nord; tumulati in discarica a Schönberg nell’ex Rdt. Tra l’Icmesa e la Montedison Paolo Rabitti, autore di Diossina: la verità nascosta (Feltrinelli, pp. 292, euro 16), ingegnere superperito delle procure nei processi per i maggiori disastri 23
ambientali italiani, ci restituisce in questa «inchiesta sull’eredità nascosta di Seveso» un finale tristemente verosimile: i fusti con la diossina dell’Icmesa non hanno mai lasciato l’Italia, e neppure i confini della regione Lombardia. Rabitti, che è stato consulente dell’ex pm Felice Casson sul petrolchimico di Porto Marghera, ha collaborato con la procura di Napoli per l’emergenza rifiuti in Campania e sta curando la perizia sulle scorie smaltite in Lombardia sotto la nuova autostrada «Brebemi», fa tesoro dell’esperienza acquisita nei «processi impossibili» contro i colossi industriali per tentare di far luce su uno dei grandi misteri italiani: l’incidente dell’estate del ’76 al reattore di triclorofenolo dell’Icmesa e la nube letale di diossina che investì i vicini comuni di Seveso, Meda, Cesano Maderno, Desio, Bovisa. La sua indagine suggestiva, che riesce anche a dimostrare come il reattore dell’Icmesa fosse congegnato per la produzione di diossina per l’industria militare, parte da un dettaglio, un’invisibile evidenza che è sempre stata sotto gli occhi di tutti: due binari ferroviari, discreti e sicuri, che collegano l’Icmesa di Seveso alla Montedison di Mantova. La «pista italiana» Portare ad ogni costo le scorie dell’Icmesa «fuori dall’Italia» era la missione ufficiale del senatore andreottiano Luigi Noè, 24
a capo dell’Ufficio speciale Seveso dal 1979 dopo diversi anni passati ad occuparsi di scorie nucleari ai vertici dell’Enea. Secondo la versione ufficiale, la notte del 10 settembre 1982 Noè avrebbe seguito personalmente il carico con la diossina fino a Ventimiglia, al valico con la Francia. Cosa sarebbe accaduto poi ai fusti che contenevano le terre di bonifica e i residui del reattore A101 poco importava, il problema era liberarsi dell’incubo diossina, poter dire che il pericolo era lontano da Seveso e da Milano, in un luogo segreto e ovviamente «al sicuro». I fusti sarebbero diventati, come riporta Rabitti, il vero «spettro» in giro per l’Europa: secondo i francesi non c’è alcuna traccia di quel passaggio alla dogana di Ventimiglia. L’ex ufficiale paracadutista Paringaux, cui Noè affidò il carico letale, fu arrestato poco dopo per aver trasportato illegalmente i rifiuti in territorio francese, ma nemmeno davanti ai giudici rivelò dove si trovavano i fusti. E se semplicemente non fossero mai usciti dall’Italia? Torniamo a Mantova. Nel 1975 la Montedison inaugura un inceneritore per rifiuti pericolosi all’avanguardia in Europa, in grado di bruciare le scorie a una temperatura di oltre 1000 gradi centigradi, temperatura alla quale si credeva erroneamente di poter distruggere la molecola di diossina. Tra gli stabilimenti Montedison e Icmesa era attivo un collegamento ferroviario. E in molti a Mantova ricordano un episodio dell’estate dell’80, quando all’improvviso le foglie delle piante rivolte 25
verso il petrolchimico diventano gialle, le altre rimangono verdi. Alberi che d’improvviso si sono seccati e sono morti, come quelli del Vietnam sotto l’Agent Orange alla diossina sparato dai marines. Il racconto si sposta poi dieci anni più tardi, quando un medico di base comincia a riscontrare un inspiegabile aumento di sarcomi dei tessuti molli nella popolazione vicino al petrolchimico di Mantova, un tumore raro direttamente associato alla diossina di Seveso (Tcdd). I fusti con la Tcdd partiti dall’Icmesa il 10 settembre 1982 (foto a sinistra); i bidoni ritrovati ad Anguilcourt-Le Sart, in Francia, il 19 maggio 1983 (foto a destra). Come si può notare, quelli partiti hanno cerchiature metalliche tipiche dei fusti Enea per il trasporto delle scorie nucleari, quelli ritrovati sono invece semplici bidoni. L’autore lo specifica più volte: non posso affermare che la diossina dell’Icmesa sia stata bruciata a Mantova. «La pistola fumante non c’è scrive Rabitti – però ci sono le tracce del passaggio dell’assassino, ci sono le vittime, non manca l’impronta digitale». C’è la scomparsa di 35mila metri cubi di terre scavate nella «zona A» di Seveso; c’è l’incertezza sulla sorte di 1600 tonnellate di prodotti clorurati stoccati nell’azienda che, secondo l’Ufficio speciale, «sembra siano andate alla combustione nel mare del Nord». C’è la confessione, in punto di morte, di un ex operaio della Montedison. C’è la prova, come dimostrato dai documenti fotografici, che i fusti ritrovati nell’83 ad 26
Anguilcourt-Le Sart non sono uguali a quelli partiti dall’Icmesa. L’eredità di Seveso Ma soprattutto c’è la ragionevole consapevolezza che non vi era alcun motivo di portare a tutti i costi la diossina fuori dal territorio italiano, tessendo intrighi internazionali, sborsando miliardi di lire e accumulando segreti, e ricatti, in giro per l’Europa. La questione del disastro dell’Icmesa si poteva regolare benissimo nell’«eccellente» Lombardia. In Diossina si possono trovare tutti gli elementi di quell’inquietante «sistema» in cui ancora oggi sprofonda la regione «locomotiva d’Italia»: imprese che nascondono o falsificano i dati, autorità sanitarie che non controllano, studi epidemiologici che non concludono mai nulla, stampa imboccata con informazioni e scoop pilotati. Eredità dei «giorni del silenzio» di cui parla anche Andrea Palladino nel suo Trafficanti (Laterza): quegli interminabili otto giorni del luglio ’76 in cui la popolazione ha continuato ignara a vivere, camminare, mangiare, respirare in mezzo alla diossina 27
http://www.internationalcrimesdatabase.org/Case/ 196/Vietnam-Association-for-Victims-of-Agent- Orange-v-Dow/ Vietnam Association for Victims of Agent Orange v. Dow Chemical Co. ! (Source picture: Wikipedia) Vietnam Association for Victims of Agent Orange v. Dow Chemical Co. Court United States Court of Appeals For the Second District, United States case number 05-1953-cv Decision Judgment title Decision 22 February 2008 date 28
• Vietnam Association for Victims of Agent Orange, and others Parties • Dow Chemical Company, and others Other names • Agent Orange Categories Crimes against humanity, Genocide, Torture, War crimes Agent Orange, crimes against humanity, herbicides, infliction of unnecessary Keywords suffering, product liability, Vietnam War, war crimes, wrongful death Links • Judgment Summary During the Vietnam War in the 1960’s, the United States sprayed toxic herbicides in areas of South Vietnam. Herbicides were considered effective in meeting important US and allied military objectives in Vietnam. Vietnamese nationals and a Vietnamese organisation representing the victims of Agent Orange brought a case before US court against several US- registered companies that were deployed by the United States military during the Vietnam War. They claimed to have suffered injuries as a result of their exposure to and contamination by these herbicides. The Plaintiffs brought the case to court under the Alien Tort Statute, which grants the district courts jurisdiction over any civil action by an alien claiming damages for a tort committed in violation of international law or a treaty of the United States. They also asserted claims grounded in domestic tort law. Plaintiffs sought monetary damages as well as injunctive relief in the form of environmental abatement, clean-up, and disgorgement of profits. 29
The District court determined that Plaintiffs had failed to demonstrate an alleged violation of international law because Agent Orange (toxic herbicide) was used to protect United States troops against ambush and not as a weapon of war against human populations. On 22 February 2008, the Court of Appeals confirmed this decision. Procedural history On 10 September 2004, a complaint was filed on behalf of the Vietnam Association for Victims of Agent Orange and several individuals against various (chemical production) companies. The civil action was filed pursuant to the Alien Tort Claims Act (ATCA), 28 U.S.C. para. 1350, and pursuant to other statutory and common law provisions, for aiding and abetting violations of international law and war crimes. The claims arise out of defendants’ manufacture and supply of herbicides which were used in Vietnam between 1961 and 1975 and which have caused death and injury. Therefore, the plaintiffs sought money damages for personal injuries, wrongful death and birth defects and injunctive relief for environmental contamination and disgorgement of profits. After the District Court dismissed these claims in 2005, the plaintiffs appealed. Related developments A writ of certiorari with the Supreme Court was issued, but on 27 February 2009 the Supreme Court decided against hearing the case. 30
In August 2012 the US government announced its commitment to a joint project with Vietnam to clean up the chemicals left over from the use of Agent Orange and other herbicides during the Vietnam War. Legally relevant facts The US government implemented a program to spray herbicides in Southeast Asia, which was called ‘Operation Trail Dust’. United States Air Force aircraft dispersed more than 95% of all herbicides used in Operation Trail Dust (Complaint, p. 13). The South Vietnamese government subsequently used these herbicides until 1975. The plaintiffs include Vietnamese nationals residing in both what was former North and South Vietnam and the Vietnamese Association for Victims of Agent Orange (“VAVAO”). This non-governmental organisation represented persons who were exposed to Agent Orange and other herbicides during the war. Due to this exposure, the plaintiff alleged that they incurred several injuries, such as miscarriages, birth defects, breast cancer, ovarian tumours, lung cancer, Hodgkin’s Disease, and prostate tumours. They claimed that the defendant did not take adequate or reasonable measures to reduce the content of dioxin or other toxic chemicals in their products or to otherwise prevent or mitigate their toxicity to humans who might come into contact with the herbicide, concerning the uses to which it would be put (Complaint, p. 17). The District Court determined that Plaintiffs had failed to prove a violation of international law because Agent 31
Orange was used to protect US troops against ambush and not as a weapon of war against human populations (p. 6). The final judgment dismissing the Complaint was entered on March 25, 2005, after which the plaintiffs filed an appeal. back to top Core legal questions • Do the alleged acts constitute a breach of customary international law? • Is the Alien Tort Law was applicable to the current case (Court of Appeal Decision, pp. 17-18)? • Has the District Court prematurely dismissed the claims for injunctive relief (Court of Appeal Decision, pp. 17-18)? back to top Specific legal rules and provisions • Article 23 of the Annex to the Hague Convention IV Respecting the Laws and Customs of War on Land signed October 18, 1907. • 1925 Geneva Protocol for the Prohibition of the Use in War of Asphyxiating, Poisonous or Other Gases, and of Bacteriological Methods of Warfare. • Article 3 of the Geneva Convention relative to Protection of Civilian Persons in Time of War. • Article 2 of the Convention on the Prevention and Punishment of the Crime of Genocide. • UN General Assembly Resolution 2603(XXIV)-A. • Paragraphs 1091 and 2441 of Title 18 of the US Code. 32
• Federal Question, Paragraph 1331 of Title 28 of the US Code. • Diversity Jurisdiction, Paragraph 1332 of Title 28 of the US Code. • Regulation of Commerce, Paragraph 1337 of Title 28 of the US Code. • Alien Tort Claims Act, Paragraph 1350 of Title 28 of the US Code. • US Torture Victim Protection Act of 1991. back to top Court's holding and analysis In order to answer the first core question, the Court had to determine the existence of a breach of customary international law and the subsequent application of Alien Tort Law. In doing so, the Court relied on the Sosa case, in which the Supreme Court stated that courts should be careful in deciding whether violations of the law of nations can lead to an ATS claim (p. 21). In the light of this judgment, the Court evaluated the complaints of the plaintiffs. They alleged that the United States government violated international law by spraying toxic herbicides in areas of Vietnam from 1962 to 1970 and that the defendants either aided and abetted the government’s violations by supplying it with Agent Orange or that they were directly liable in their corporate capacities (p. 5). Although the Court agreed with the plaintiffs that the herbicide campaign was controversial, it did not support the contention that the use Agent Orange violated universally accepted norms as those norms 33
would not necessarily prohibit the deployment of materials that are only secondarily, not intentionally, harmful to humans’ (pp. 26-27). Moreover ‘alleged customary international norms proscribing the use of poisons as a weapon against human beings’ cannot be applied anyhow, since the Supreme Court held in Sosa v. Alvarez-Machain that to file a claim under the ATCA, the allegedly breached norm should be ‘obligatory’ and ‘universal’. According to the Court, these qualifications did not apply to this case (pp. 32-33). With respect to the second core question, the Court was convinced that the fact relied upon by the District court were readily apparent. The Court did not find any signs of abuse of discretion in the District Court’s decision to reject injunctive relief and therefore dismissed the claim of the plaintiffs (p. 35). Further analysis • L.S. Mullenix, ‘Practical Wisdom and Third- Generation Mass Tort Litigation’, Loyola of Los Angeles Law Review, 1998, vol. 31, pp. 550-556. back to top Instruments cited • Convention (IV) respecting the Laws and Customs of War on Land and its annex: Regulations concerning the Laws and Customs of War on Land, The Hague, 18 October 1907. 34
• Protocol for the Prohibition of the Use in War of Asphyxiating, Poisonous or Other Gases, and of Bacteriological Methods of Warfare, Geneva, 17 June 1925. • Geneva Convention relative to the Protection of Civilian Persons in Time of War (GC IV), 12 August 1949, 75 UNTS 287, entered into force 21 October 1950. • Convention on the Prevention and Punishment of the Crime of Genocide, 78 UNTS 227, 9 December 1948, entered into force 12 January 1951. • UN General Assembly Resolution 2603(XXIV)-A on the Question of chemical and bacteriological weapons, 1836th Plenary Session of the UN General Assembly, 16 December 1969. • Paragraphs 1091 and 2441 of Title 18 of the US Code • Federal Question, Paragraph 1331 of Title 28 of the US Code. • Diversity Jurisdiction, Paragraph 1332 of Title 28 of the US Code. • Regulation of Commerce, Paragraph 1337 of Title 28 of the US Code. • Alien Tort Claims Act, Paragraph 1350 of Title 28 of the US Code. • Torture Victim Protection Act of 1991. Additional materials • ‘Agent Orange Appeal in US Court’, BBC, 19 June 2007; 35
• M. Graybow, ‘US Court Upholds Dismissal of 'Agent Orange' Suit’, Reuters, 22 February 2008; • G. McCool and N. Nhat. Lam, ‘US "Agent Orange" Ruling Disappoints Vietnamese; Pleases Monsanto, Dow Chemical’, Common Dreams, 23 February 2008; • ‘US Starts Agent Orange Clean-Up in Vietnam’, BBC, 9 August 2012. Social media links • J.K. Cogan, ‘Vietnam Association for Victims of Agent Orange v. Dow Chemical Co.’, International Law Reporter, 23 February 2008. • J.Ku, ‘Second Circuit Rejects Agent-Orange Alien Tort Statute Lawsuit’, Opinio Juris, 24 February 2008. • On Twitter: #agentorange 36
Dal sito: https://english.vietnamnet.vn/fms/ vietnam-in-photos/101247/agent-orange-pain--- p a i n f u l - i m a g e s - f r o m - t u - d u - hospital.html#ui=mobile&ui=mobile VIETNAM-IN-PHOTOS Last update 10:00 | 15/06/2014 Agent Orange pain - painful images from Tu Du Hospital VietNamNet Bridge - The most hardened hearts would have to be stunned by pictures of Agent Orange victims taken by photographer Philip Jones Griffiths at the Tu Du Obstetrics Hospital in 1980 and 2002. A deformed conjoined twins due to Agent Orange is preserved in formaldehyde solution at Tu Du Hospital. 37
The research facility of Tu Du Hospital, HCM City, keeps many bodies of the babies who died from Agent Orange, 1980. 38
Bodies that are not in human form. ! Perhaps the heartbreaking images like this can move the most stony hearts. Source: Kien Thuc 39
Beautiful firmiana simplex flowers in Cham Island Photo Hanoians hide from scorching heat Photo Retired teacher makes World Cup mascots from eggshells Photo Overcrowded hospital in Hanoi in scorching heat Photo Discover Phu Yen's sedge mat craft village Photo Innocent smiles of mountainous children Photo Nostalgic photos captures Vietnamese families past and present Photo World Cup fever breaks out in Hanoi hospitals Photo Lai Chau, Ha Giang devastated by historic flooding Photo Couples with disabilities tie knot in Hanoi mass wedding Photo 40
Dal sito: https://amp.news.com.au/world/asia/ vietnams-horrific-legacy-the-children-of-agent-orange/ news-story/c008ff36ee3e840b005405a55e21a3e1: Vietnam’s horrific legacy: The children of Agent Orange MAY 25, 2015 3:12PM ! These children all have hydrocephalus from left to right is Huu Loc (aged 3), Ti Ni (12), Tinh (4) and Tu (5). Photo: Ash Anand / NEWSMODO ASH ANANDnews.com.au FORTY years after the end of the Vietnam War this is a country which should be rising back to its feet. 41
Instead it is crippled by the effects of Agent Orange, a chemical sprayed during combat, stripping leaves off trees to remove enemy cover. Its contaminant, dioxin — now regarded as one of the most toxic chemicals known to man — remains in Vietnam’s ecosystem, in the soil and in the fish people eat from rivers. Nearly 4.8 million Vietnamese people have been exposed, causing 400,000 deaths; the associated illnesses include cancers, birth defects, skin disorders, auto-immune diseases, liver disorders, psychosocial effects, neurological defects and gastrointestinal diseases. According to the Red Cross of Vietnam, up to one million people are currently disabled or have health problems due to Agent Orange, 100,000 of which are children. In Ho Chi Minh City’s Go Vap orphanage, five-month- old Hong gazes serenely from her metal-barred cot, empty, save for a soft yellow teddy bear watching over her. From her head grows a huge veiny mass — a rare neural tube defect known as encephalocele, which research suggests could be caused by Agent Orange exposure. Without successful surgery, Hong’s future is bleak. She could suffer from paralysis of the limbs, vision impairment, mental disability and seizures. 42
! Hong Tu, 5 months old, with Encephalocele — a rare neural tube defect characterised by sac-like protrusions of the brain and the membranes that cover it through openings in the skull. Photo: Ash Anand / NEWSMODO ! 43
Phan Thanh Hong Duc, aged 19, suffering from microcephaly (an abnormal smallness of the head, a congenital condition associated with incomplete brain development). Photo: Ash Anand / NEWSMODO In the capital’s Tu Du Hospital, within the Children’s Agent Orange ward lives 13-year-old Tran, with Fraser Syndrome. A rare genetic disorder, it’s characterised by completely fused eyelids, partially webbed fingers and toes and genital malformations. Tran’s nurses explain how he spends hours each day crying out relentlessly, rocking himself back and forth in his cot. ! Tran Huynh Thuong Sinh, aged 13, with Fraser Syndrome — a rare genetic disorder characterised (as 44
in Tran’s case) with partial webbing of the fingers and/ or toes, kidney abnormalities, genital malformations and complete fusion of the eyelids. Photo: Ash Anand / NEWSMODO Named Agent Orange after the coloured stripe on the barrels it was stored in, the US Army, supporting the South Vietnamese, spent a decade from 1961, spraying approximately 80 million litres over 30,000 square miles of southern Vietnam. The aim was to “smoke out” and weaken the Viet Cong enemy of the north, by decreasing their food supplies. Studies have shown that dioxin still remains at alarmingly high concentrations in soil, food, human blood and breast milk in people who live near former US military bases. 45
! Tra My, aged 9, with hydrocephalus, a condition where fluid accumulates in the brain, enlarging the 46
head and causing brain damage. Photo: Ash Anand / NEWSMODO ! 47
Nguyen Minh Anh, aged 21, born with ichthyosis (thought to be unrelated to Agent Orange) and mental illness (his scaly skin led him to be nicknamed Ca, the Vietnamese word for ‘fish’). Photo: Ash Anand / NEWSMODO But it’s not just families in Vietnam that are affected. Here in Australia, where almost 60,000 troops served in the war, a growing number of veterans, their children and now grandchildren believe they’re battling with the effects of Agent Orange exposure. Hope White, 39, from the Sunshine Coast, suffers from fibromyalgia, spinal problems and infertility. In 1968, her father was deployed for a year in Vietnam’s Phuoc Tuy Province, which was widely sprayed with Agent Orange. “I’ve had a number of health problems from a young age — especially with my spine forming. I’m only on my feet through heavy medication, lots of physiotherapy and treatments for my back. I feel like my body’s fighting itself all the time, some days I can’t even get out of bed,” she explains. 48
! Huu Loc, aged three. Photo: Ash Anand / NEWSMODO 49
! Tu, aged 5. Photo: Ash Anand / NEWSMODO 50
Although statistics on the number of people affected by Agent Orange in Australia and their associated illnesses aren’t currently recorded, animal studies have shown that exposure to dioxin can lead to female infertility. “I’ve found that childlessness is very common across the daughters of Vietnam veterans that I’ve spoken with”, says Hope. “It’s had a massive impact on my husband and me. Not having children has changed our lives significantly.” Dr. Wayne Dwernychuk, a retired senior scientist, adviser with Hatfield and Agent Orange specialist, warns that “countless more generations could be affected in the future”. Research suggests that another six to twelve generations will have to pass before dioxin stops affecting the genetic code. 51
! Truong Minh Hiep, aged 16, born with physical deformities feeds breakfast to Tran Thi Ngoc Nhu, 52
aged 8, with Down ’s syndrome. Photo: Ash Anand / NEWSMODO ! 53
Tran Thi Vy, aged 6, with cerebral palsy and limb stiffness. Photo: Ash Anand / NEWSMODO ! These pictures are of Hien whose 12 children have passed away from the effects of Agent Orange. He has built a shrine where his children are buried, on top of a dune beside his home. Photo: Ash Anand / NEWSMODO 54
! 16-year-old Thao in Cu Chi is unable to walk unaided, his legs bound from birth. He practices twice a day on his father’s makeshift rehabilitation walkway, steadied by wooden rails — and waits for funding to come through for an operation. A quiet, timid boy who’s never been to school because of his disability, Thao sits beside his 15-year-old able-bodied brother, Hieu. Their grandfather fought in the war. As in Thao’s case, it’s common for Agent Orange illnesses to skip siblings and even entire generations within the same family. Photo: Ash Anand / NEWSMODO Support services, however, are steadily increasing for Agent Orange-affected families in Vietnam. In Da Nang, the NGO, Vietnam Association for Victims of Agent Orange, operates two day centres for disabled children, offering vocational training, rehabilitation and the chance to make friends. It’s a safe haven for 55
children often left on the margins of society because of their disabilities. Charitable donations also help children like 16-year- old Thao in Cu Chi, who’s waiting for funding for an operation on his legs. Unable to walk unaided, his legs bound from birth, he practices twice a day on his father’s makeshift rehabilitation walkway, steadied by wooden rails. A quiet, timid boy who’s never been to school because of his disability, Thao sits beside his 15-year-old able- bodied brother, Hieu. Their grandfather fought in the war. “When I see my brother like this, I feel sorry for him”, says Hieu, “I help him at home, sometimes I feed him and we play marbles together around the house.” “What do you usually do at home?” I ask Thao. “I just lay there. I don’t have anything to do. I don’t feel sad, I’m used to it”. He only has one wish. “I just want to be able to walk,” Thao says quietly. To make a donation or volunteer your time to help Vietnamese families affected by Agent Orange, visit VAVA (Vietnam Association for Victims of Agent Orange) or SJ Vietnam. 56
Cops find missionary burial site Police believe they know where a remote island tribe buried US missionary John Chau but are unsure about how to recover his body from hostile locals. TRAVEL INCIDENTS Man buys storage for $700, finds $10m A man who bought a storage unit from a reality TV star for $700 has hit the jackpot after opening up a safe he found inside. 57
Mugabe gravely ill in Singapore African tyrant Robert Mugabe, who ruled Zimbabwe for almost 40 years, has fallen ill in Singapore and is currently unable to leave the country. Shoppers stabbed, shot during Black Friday 58
A man was shot in a New Jersey mall and two men were stabbed in a New York Macy’s as Black Friday madness seized the US and billions of dollars in sales were rung up. Paris burns as fuel riots grow violent Paris has descended into chaos as protesters rioting against rising fuel costs set the City of Lights on fire and demand a response from President Macron. 59
British director Nicolas Roeg dies Nicolas Roeg, the British director responsible for movies like the iconic Australian film Walkabout, as well as Don’t Look Now and David Bowie’s The Man Who Fell To Earth, has died. 60
Daughters’ moving letter to slain dad Jamal Khashoggi’s daughters have written a poignant farewell to him as they made a vow to their late father that they promised to uphold. Vatican mystery: Human bones found 61
Bones initially believed to have been the remains of two missing teenagers found in the Vatican’s Roman embassy identified as male. Trump’s ‘highly unusual’ next step Trump administration has asked US Supreme Court to speed up process disallowing transgender individuals from serving in the military. 62
Dal sito: https://socialdocumentary.net/exhibit/ Catherine_Karnow/1202 ! Photographer: Catherine Karnow Exhibit Title: Agent Orange: A Terrible Legacy Location: Viet Nam Looking in the mirror, it is unclear how Ly regards herself. Nevertheless, she takes great care with her appearance, wearing the same pretty (faux) pearl bracelet and necklace each day. Danang, Vietnam. Nguyen Thi Ly, 9, is afflicted with diseases associated with Agent Orange, passed down from her grandfather, who was a soldier in the Vietnam War. Danang, Vietnam. 63
MODEL RELEASED During the Vietnam War, the U.S military sprayed some 12 million gallons of the Agent Orange defoliant over Vietnam. Now, almost four decades later, the toxic herbicide continues to have a devastating effect on thousands of Vietnamese people. Passed down genetically, Agent Orange has caused various diseases and deformities in three generations of Vietnamese families. This is the story of lives of two families who struggle with diseases associated with Agent Orange. While one family receives care and support, the other receives very little - both bearing a terrible burden. Although the United States' government is finally addressing this issue, it is hoped that imminent funding will help more of the victims of Agent Orange. Exhibit Abstract This is the story of the lives of two families who struggle with diseases associated with Agent Orange. During the Vietnam War, the U.S military sprayed some 12 million gallons of the Agent Orange defoliant over Vietnam. Now, almost four decades later, the toxic herbicide continues to have a devastating effect on thousands of Vietnamese people. Passed down genetically, Agent Orange has caused various diseases and deformities in three generations of Vietnamese families. As an American, I feel a 64
responsibility to expose this horrifying problem, and to help bring about real change. Through photography and the voices of the victims and their families, I know that we can bring much more support than now exists. In a more immediate way, I can see the way that my photographs bring a sense of affirmation to these individuals who are suffering in illness and isolation. I worked with the organization, Children of Vietnam, who help these families enormously. Quite simply, they address the specific needs of each child and each family. Photographer's Statement 65
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