"Ha da passà 'a nuttata" - Da Eduardo De Filippo a Maurizio De Giovanni, Napoli tra tradizione e rinascita
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“Ha da passà ‘a nuttata” Da Eduardo De Filippo a Maurizio De Giovanni, Napoli tra tradizione e rinascita dal 30 aprile al 03 maggio 2021 “Adda passà a nuttata”, cosi si chiude Napoli Milionaria di Eduardo De Filippo che maestro e figlio di questa meravigliosa città, racchiude in una frase la filosofia di questa terra figlia di un crogiolo di popoli dai Greci ai Romani, dagli Angioini agli Aragonesi dagli Spagnoli ai Francesi. Tutti hanno lasciato e preso da questa città dove il senso di comunità si vive ad ogni passo, dove la gioia di vivere ti accompagna, dove la bellezza ti circonda, il tutto condensato nel fatalismo ottimista dei napoletani che non si arrendono mai, tenere duro, resistere a crederci perché la notte passerà e il sole tornerà a splendere. 1 GIORNO: NAPOLI In mattinata ritrovo dei partecipanti e partenza per la Campania. Pranzo libero lungo il percorso. Arrivo a Napoli, visita panoramica alla collina di Posillipo, quartiere di Napoli che dalla collina arriva fino al mare e separa il golfo di Napoli da quello di Pozzuoli; è oggi zona di eleganti e storiche ville e parchi, ricco di scorci e punti panoramici da cui ammirare la baia e la città. Palazzi storici, grandi parchi e monumenti funebri di grandi personaggi del passato, come la tomba di Virgilio, costituiscono le attrazioni di questo quartiere napoletano dove convivono spiaggia e collina e dove godere le meraviglie di Napoli. Sistemazione in hotel situato in zona centrale, cena e pernottamento. 2 GIORNO: NAPOLI Prima colazione in hotel. Mattinata dedicata al Miglio Sacro: percorrerlo significa attraversare il Rione Sanità ed un pezzo della storia della città che ha mantenuto il suo volto più autentico. Il percorso inizia dalla Basilica dell’Incoronata, dal cui giardino si accede alle Catacombe di San Gennaro. La Basilica fu costruita come omaggio e come custodia del quadro della Madre del Buon Consiglio, tela ritenuta miracolosa visto che parve mettere fine all’epidemia di colera dello stesso anno e nel 1906 fermò le ceneri del Vesuvio. Raggiungiamo le Catacombe di San Maxymaviaggi Pagina 1
Gennaro, che nacquero dall’ampliamento di una cappella gentilizia a partire dal II secolo d.C.. Queste sepolture sono composte da due livelli non sovrapposti e caratterizzate da spazi ampi, scavati in orizzontale, che conservano l’antica tomba di San Gennaro, preziosi mosaici e affreschi di antiche famiglie napoletane recuperati dalla rovina. Appena fuori l’uscita delle Catacombe troviamo la basilica paleocristiana, costruita nel V secolo d.C., che fu abbandonata dopo il furto delle spoglie di San Gennaro nel V secolo e ristrutturata e adeguata al gusto barocco nel XVII secolo. Al posto del vicino monastero fu costruito un ospedale per appestati (San Gennaro dei Poveri), poi ospizio per i poveri. Nonostante un nuovo restauro dei primi del Novecento la riportò alle forme originarie, la Basilica diventò un deposito del vicino ospedale, per poi tornare alla funzione originaria nel 2008. Uscendo dalla Basilica entriamo nel cuore del Rione, celebrato in tante canzoni napoletane, che resta ancor oggi quasi sconosciuto ai turisti ma rivela un volto autentico della città. Visita della Basilica di Santa Maria della Sanità, conosciuta come Chiesa del Monacone perché custodisce la statua di San Vincenzo Ferreri, frate domenicano e patrono della Sanità. La basilica è un autentico museo della pittura napoletana del XVII secolo, con preziosi quadri e opere di Luca Giordano e Andrea Vaccaro. Visita alle catacombe di San Gaudioso. Proseguendo lungo le vie del quartiere, sosta per ammirare uno dei capolavori del barocco napoletano, progettato da Ferdinando Sanfelice a inizio del Settecento come sua residenza privata. Il palazzo è composto da due corpi unificati dalla facciata, ma la sua particolarità è la scalinata interna ad ali di falco, dal grande effetto scenografico, che ha fatto da sfondo al film “Questi Fantasmi!”, tratto dalla commedia di Eduardo De Filippo. A pochissimi passi, un altro dei palazzi più famosi di Napoli: Palazzo dello Spagnolo, commissionato dal marchese di Poppano, che unificò due edifici ricevuti in dote. Pranzo libero. Nel pomeriggio proseguimento della visita con il quartiere di Margellina, il famoso lungomare di Via Partenope e l’isola di Megaride, l’isola minore del Golfo di Napoli su cui sorge imponente il Castel dell'Ovo. Una delle più fantasiose leggende napoletane farebbe risalire il suo nome all'uovo che Virgilio avrebbe nascosto all'interno di una gabbia nei sotterranei del castello. Il luogo ove era conservato l'uovo fu chiuso da pesanti serrature e tenuto segreto poiché da "quell'ovo pendevano tutti li facti e la fortuna dil Castel Marino". Da quel momento il destino del Castello, unitamente a quello dell'intera città di Napoli, è stato legato a quello dell'uovo. Le cronache riportano che, al tempo della regina Giovanna I, il castello subì ingenti danni a causa del crollo dell'arcone che unisce i due scogli sul quale esso è costruito e la regina fu costretta a dichiarare solennemente di aver provveduto a sostituire l'uovo per evitare che in città si diffondesse il panico per timore di nuove e più gravi sciagure. Rientro in hotel. Cena libera in alternativa sarà proposto una cena sul lungo mare di Napoli a cura del nostro accompagnatore. 3 GIORNO: NAPOLI Prima colazione in hotel. Giornata dedicata alla scoperta di alcuni tra i monumenti più significativi della città, spesso non inclusi nelle visite guidate classiche. Attraversando il cuore di Napoli scopriremo, accanto ai monumenti più blasonati, quelli meno noti ma che conservano opere di inestimabile valore e ci raccontano storie di personaggi illustri che hanno fatto di questa città uno scrigno di tesori. Proseguimento a piedi, attraversando il cuore pulsante della città da Piazza del Gesù, il Monastero di Santa Chiara e il suo chiostro sublime sino alla meravigliosa San Domenico Maggiore, complesso monumentale (oggi Museo Doma) che costituisce un’esperienza assai suggestiva perché ci Maxymaviaggi Pagina 2
permette di attraversare otto secoli tra arte, storia, cultura e fede. In questo complesso, uno dei monumenti più importanti del Centro storico napoletano, hanno lasciato traccia San Tommaso d’Aquino, Giordano Bruno, Tommaso Campanella, Tiziano, Michelangelo, Caravaggio, Raffaello, Giuseppe de Ribera, Tino di Camaino, Francesco Solimena, Luca Giordano, Luigi Vanvitelli, Domenico Vaccaro, Cosimo Fanzago, Mattia Preti e una moltitudine di altri artisti noti e meno noti. La fondazione della chiesa risale al 1283, anno in cui Carlo II d’Angiò ne finanziò l’edificazione e affidò l’imponente edificio gotico (terminato nel 1324) ai Frati Predicatori (i Domenicani), che a tutt’oggi risiedono nel convento dove visse San Tommaso d’Aquino e che fu anche sede dell’Università di Napoli. Il complesso monumentale si trova nel bel mezzo del centro storico di Napoli dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco, tra il Decumano inferiore e quello maggiore. Fin dal Rinascimento ha rappresentato un polo rilevante per la storia della città grazie anche alla scelta dei sovrani aragonesi di elevare la chiesa di San Domenico a pantheon dinastico: qui infatti tuttora è possibile ammirarne le sepolture, le cosiddette Arche aragonesi. La maestosa Basilica, in cui risuona un organo di 1640 canne, presenta una particolarità: alla Piazza San Domenico Maggiore si mostra con l’abside e non con la facciata principale. L’ingresso primario si spalanca invece nel cortile del convento. Dalla piazza, costruita in epoca successiva alla chiesa, si accede alla Basilica attraverso la grande scalinata sul lato occidentale, voluta da Alfonso I d’Aragona per la chiesetta romanica di San Michele Arcangelo a Morfisa, inglobata nel complesso, che conduce al transetto destro della Basilica. Durante la visita si ammireranno la Sagrestia, le Arche Aragonesi, la Sala degli Arredi Sacri con la Collezione di abiti del XVI secolo e il Salvator Mundi della scuola di Leonardo da Vinci, il Corridoio e la Cella di San Tommaso d’Aquino e, quando possibile, la Sala del Capitolo e i Refettori. Il Santo filosofo studiò e visse a più riprese nella Basilica di San Domenico Maggiore: qui si conservano oggetti appartenuti al Santo e il Crocifisso prodigioso del XIII secolo che secondo la tradizione parlò al frate aquinate. Pranzo libero. Nel pomeriggio proseguimento della visita con il Duomo di Napoli, al quale si giungerà attraversando la famosissima “strada dei presepi”, colorata e suggestiva in ogni stagione dell’anno. Visita del complesso del Duomo e dell’annesso Museo di San Gennaro dedicato all’esposizione di preziose opere relative al Tesoro di San Gennaro, considerato uno dei musei tra i più ricchi al mondo. Al suo interno conserva gioielli, oggetti preziosi, argenti e dipinti donati nel corso dei secoli al Santo da papi, sovrani ed uomini illustri. Tra i pezzi più celebri: la Collana di San Gennaro, composta da tredici grosse maglie in oro massiccio alle quali sono appese croci tempestate di zaffiri e smeraldi. Proseguimento con la visita delle “Stazioni dell’Arte”, complesso artistico-funzionale composto da fermate della metropolitana di Napoli in cui è stata prestata particolare attenzione a rendere gli ambienti belli, confortevoli ed efficienti. Si visiterà la nuovissima Fermata Duomo, una particolare struttura in equilibrio tra moderno e antico; durante gli scavi per la costruzione della stazione sono state infatti ritrovate eccezionali scoperte archeologiche che si trovavano sotto metri e metri di terra e che hanno riportato alla luce la città antica. La nuova stazione Duomo della Linea 1 della metropolitana di Napoli è una delle più belle al mondo grazie al progetto dell’archistar Massimiliano Fuksas e dalla moglie Doriana Mandrelli. Si proseguirà con la stazione Toledo, premiata come la più impressionante d'Europa dal quotidiano “The Daily Telegraph”. Rientro in hotel. Cena con sfizi e tipica pizza napoletana. 4 GIORNO: NAPOLI – MILANO Prima colazione in hotel. Visita alla Galleria Borbonica, uno dei percorsi del circuito della Napoli Sotterranea più affascinanti e suggestivi della città. Vanto dell’ingegneria civile borbonica, il tunnel si estende sotto la collina di Pizzofalcone, nei pressi di Palazzo Reale. Fu il re Ferdinando II di Borbone ad avviarne la realizzazione, nel 1853: sebbene l’opera rientrasse nell’ambito delle opere pubbliche, il vero fine del traforo sotterraneo era militare. Nelle reali intenzioni del re, infatti, la galleria avrebbe dovuto costituire una rapida via di fuga, verso il Maxymaviaggi Pagina 3
mare, per la famiglia reale in caso di tumulti e un collegamento con la reggia per i soldati alloggiati nelle caserme di Chiaia. I lavori durarono tre anni ma l’opera, che si snoda attraverso grandi ambienti dal valore architettonico immenso, non fu mai completata e si fermò nel cortile alle spalle del colonnato di Piazza del Plebiscito. Durante gli scavi vennero portati alla luce vecchie cave di tufo, imponenti cisterne a servizio della rete idrica sotterranea e tratti di percorso di epoca greca e romana. Inoltre, si realizzarono pozzi verticali di ventilazione e un ponte lungo 20 metri e alto 10 metri. Durante il periodo bellico, tra il 1939 e il 1945, la Galleria fu utilizzata come rifugio antiaereo per migliaia di napoletani e in seguito, fino agli anni ’70, come Deposito Giudiziale Comunale, dove veniva immagazzinato tutto ciò che era stato estratto dalle macerie a seguito dei bombardamenti, oltre al materiale recuperato da crolli, sfratti e sequestri. Dal 2005 la struttura è tornata all’attenzione dei geologi. Tra i diversi interventi che hanno interessato la Galleria Borbonica vi è soprattutto quello del restauro e dell’esposizione delle auto e moto d’epoca rinvenute sotto cumuli di detriti, insieme a statue di epoche diverse, tra cui il monumento funebre di Aurelio Padovani, capitano dei bersaglieri nella Prima Guerra Mondiale. Al termine della visita, passeggiata lungo l’elegante quartiere di Chiaia, arrivo in piazza del Plebiscito, salotto buono della città. Visita di Galleria Umberto e di uno dei gioielli di Napoli, il Teatro San Carlo. Con una guida interna al teatro si potrà ammirare il teatro più bello del mondo. Il San Carlo è il più antico teatro d'opera in Europa e del mondo ancora attivo, essendo stato fondato nel 1737 per volontà di Carlo di Borbone. Sosta per assaggiare la celebre e deliziosa “sfogliatella” presso il salone storico e privato del caffè “Gambrinus”, realizzato in elegante stile liberty. Pranzo libero. Al termine partenza per il rientro con arrivo previsto in serata. QUOTA DI PARTECIPAZIONE € 585,00 + q.i. SUPPLEMENTO SINGOLA € 210,00 ASSICURAZIONE ANNULLAMENTO € 20,00 MEDICO, BAGAGLIO, ANNULLAMENTO, COVID LA QUOTA COMPRENDE LA QUOTA NON COMPRENDE Autobus GT per tutta la durata del tour Tasse di soggiorno Hotel 4 stelle in zona centrale Bevande ai pasti Cena in hotel Cena in tipica pizzeria Ingressi a Musei e monumenti ** Nostro accompagnatore San Domenico € 7,00 Guide locali come da programma Teatro San Carlo € 7,00 Miglio Sacro € 15,00 Galleria Borbonica € 10,00 Museo di San Gennaro € 5,00 Chiostro si Santa Chiara € 5,00 *** Soggetti a riconferma Tutto quanto non specificato alla voce: “La quota comprende” Maxymaviaggi Pagina 4
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