GESTIONE DEI RIFIUTI IN OTTICA DI ECONOMIA CIRCOLARE - Il caso dei prodotti assorbenti della persona (PAP): il percorso compiuto per ottenere la ...

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GESTIONE DEI RIFIUTI IN OTTICA
DI ECONOMIA CIRCOLARE
Parte inorganica
Il caso dei prodotti assorbenti della persona
(PAP): il percorso compiuto per ottenere la
qualifica dell’END OF WASTE
 Varese (on-line), 2 dicembre 2020

 Lorenzo Cafiero – SSPT-USER-T4RM
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Breve storia del riciclo dei PAP

L’azienda promotrice del riciclo dei PAP

FATER SpA

Fondata a Pescara nel 1958 ad opera della famiglia
Angelini, Fater è dal 1992 una joint venture paritetica fra il
Gruppo Angelini e Procter&Gamble.
Fater è presente sul mercato attraverso i suoi prodotti a
marchio Pampers, Lines, Dignity, Linidor,
Tampax, Infasil e Ace.

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Situazione nazionale dei rifiuti da assorbenti
sanitari
                   Il contesto in cui è nato il progetto

Produzione nazionale PAP

1,3 milioni di bambini e 1 milione di incontinenti; ca. 500 grammi
pannolini/giorno e 1400 grammi pannoloni/giorno. Totale: 800 - 900
mila tonnellate anno

Raccolta differenziata

1.   5,3 milioni abitanti in Toscana, Marche, Lombardia, Veneto.
2.   Comuni coinvolti: 394
3.   70% raccolta porta a porta
4.   19% raccolta stradale
5.   11% centri di raccolta

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Sperimentazione pilota

Realizzazione impianto nel centro riciclo di Vedelago (TV)

Nel 2012 il centro riciclo di Vedelago realizzò su autorizzazione della
regione Veneto un’unità pilota sperimentale per il riciclo di pannolini su
brevetto FATER. Il materiale veniva dalla RD del comune di Ponte nelle
Alpi (BL).

Il rifiuto trattato non presentava alcun rischio di agenti patogeni o di
sostanze sconosciute pericolose dal punto di vista sanitario.

Capacità autorizzata: 1500 t/a e 5t/g. .

A dicembre 2014 il centro Vedelago ha dichiarato fallimento anche per
le difficoltà di collocazione dei prodotti del riciclo sul mercato

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Caratteristiche principali del processo

Il cuore del processo è la fase di sterilizzazione batch in autoclave a tamburo rotativo.
Essa opera a 15 -25 atm e 150-250 °C

    Utilizzo di elementi a forma di bullone del peso di 0,5-1,5 volte il carico di PAP.
    Questi bulloni metallici si riscaldano e cadono sui pannolini lacerandoli e
    favorendone il contatto con il vapore di sterilizzazione

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Impianto riciclo PAP

•   Impianto di riciclo PAP su brevetto FATER
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Bilancio di materia del processo di riciclo di PAP
      Un impianto industriale può avere una taglia di 7000 - 15000 t/a
   1000 kg
             Sterilizzazione
                batch in             Essiccazione            I separazione              Film
               autoclave               a 5 stadi              densimetrica              Plastica
                                                                                        (PE e PP)
               Reflui 500 kg

                                                                                    estrusione
                     2000 kg con la condensa               Cellulosa e SAP
  II separazione                                               350 kg              Granuli
   densimetrica          Cellulosa                                                 150 kg

       SAP
4 frazioni potenzialmente riciclabili: 1) cellulosa in fiocchi e polimero
superassorbente “SAP”, ovvero sale sodico di acido poliacrilico
−CH2−CH(CO2Na)−]); 2) granuli di plastica (PE e PP);
                                                                                               7
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Bilancio di materia del processo di riciclo di PAP

                     Frazioni recuperabili
Pannolini 1000 kg
   Recupero           Cellulosa e SAP Sostituzione come
cellulosa e SAP           350 kg       cartone in fibra                    Prodotto:
                                            vergine                        280 kg
Consumi: 540 kWh/t
    pannolini                        Scarti 70 kg a discarica o
                                     incenerimento (poliacrilato di
                                     sodio)
    Recupero           Granuli Plastica        110 kg prodotto (Da 1 kg si
     plastica          150 kg                  sostituiscono 750 g poliolefine
                       (PE e PP)               vergini)

Emissioni: ammoniaca e
       metano                                  Scarti 40 kg plasmix

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Il riconoscimento europeo: progetto RECALL

Progetto RECALL: REcycling of Complex AHP waste through a
first time appLication of patented treatment process and
demonstration of sustainable business modeL

Programma di finanziamento: Eco-innovation sostenuto dalla Executive
Agency for competitiveness and innovation

Partenariato: Centro riciclo Vedelago (gestione rifiuti), Fater spa, il Comune
di Ponte nelle Alpi (BL) e l’Istituto di Ricerca Ambiente Italia, EUROPEAN
PLASTICS RECYCLERS (EuPR),
Durata: 18/07/2012 – 18/07/2015

Budget: 3 M €

Nel frattempo (2014) Vedelago è fallito e l’impianto è stato esercito da
Contarina di Treviso ….segue
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Il proseguimento dell’attività

Contarina S.p.A., società interamente pubblica. Si occupa della
gestione dei rifiuti nei 49 Comuni della provincia di Treviso, attraverso
un sistema integrato

Stabilimento TMB di Spresiano ospita una linea di trattamento pannolini
dal 2015 da 1500 t/a. Codice CER trattato 20 01 11 «prodotti tessili»

Si tratta di un’innovazione tecnologica e di sistema “made in Italy”,
riconosciuta dalla Commissione Europea come Eco-Innovation nel 2011
(RECALL - ECO/11/304440)

150.000 utenti coinvolti

              Titolo della presentazione
              GESTIONE      DEI RIFIUTI IN
                                         - luogo
                                            OTTICA
                                                 - data
                                                    DI ECONOMIA
                                                        (piè pagina - CIRCOLARE
                                                                      vedi istruzioniParte
                                                                                      per visualizzazione
                                                                                           inorganica– in
                                                                                                            10
              UNIONCAMERE
              tutta              Varese – 02/12/2020
                    la presentazione)
Il passaggio ad una scala industriale

 Progetto EMBRACED

Il progetto riceve fondi dalle Bio-Based Industries nell’ambito di
Horizon 2020 research and innovation programme (grant agreement
No. 745746)
 Scopo del progetto è la realizzazione su scala industriale di biobased building
blocks, polimeri e fertilizzanti da PAP

 Realizzazione di una linea da 10.000 t/a a Spresiano (TV)
 Durata: 06/2017 – 07/2022
 Partenariato: FATER, Procter and Gamble, Novamont, Contarina, Suez (olandese,
 gestione e costruzione impianti di trattamento rifiuti), Saponia (produttore detergenti),
 Terracycle (riciclo materiali post-consumo), Edizioni Ambiente, Fondazione Circe (Centre
 of Research for Energy Resources and Consumption), Istituto di ricerca Fraunhofer,
 Legambiente, Fertinagro Biotech, Wittenburg (produttore di elastomeri).

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Il percorso di riconoscimento End-of-Waste

FATER fin dal 2012 ha intrapreso il percorso per il riconoscimento del trattamento
brevettato di PAP come End of Waste
Il concetto di End-of-Waste è stato introdotto fin dal 2006 con Il Testo Unico Ambientale.
Il riconoscimento per una dato processo di riciclo doveva venire attraverso un decreto
del Ministero dell’Ambiente o un regolamento comunitario.
                  Elenco dei decreti End-of-Waste attualmente vigenti

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Il percorso di riconoscimento End-of-Waste

      In assenza di regolamento UE o DM come ci si sarebbe dovuti regolare quindi ?

La Corte di Cassazione, nel 2014, aveva stabilito che si dovevano applicare i decreti del Ministero
dell’Ambiente del 5 febbraio 1998 (per i rifiuti non pericolosi), 12 giugno 2002, n. 161 (per i rifiuti pericolosi) e
17 novembre 2005, n. 269 (per i rifiuti pericolosi provenienti dalle navi).

Il recupero era una fase della gestione del rifiuto e poteva essere condotto solo da un soggetto
autorizzato

Il Ministero dell’ambiente nel 2016 aveva confermato che con un’autorizzazione ordinaria o
un’AIA, un rifiuto, a valle di determinate operazioni di recupero, può cessare di essere
qualificato come tale.

Inoltre, sosteneva che anche le Regioni potevano definire criteri di End of Waste (in
mancanza dei decreti attuativi)

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Il percorso di riconoscimento End-of-Waste

La FATER, aveva ottenuto per il suo processo un’autorizzazione dalla Regione Veneto, nel
novembre 2014, ad effettuare l’attività sperimentale per il trattamento ed il recupero di rifiuti urbani
e assimilabili costituiti da pannolini, pannoloni ed assorbenti igienici, per un periodo di due anni

Nel 2015 FATER ha richiesto, “al fine di perfezionare il processo di trattamento per migliorare la qualità
dei materiali riciclabili”, che tali operazioni di recupero, prima identificate nella voce R12 (scambio di
rifiuti per sottoporli a una delle operazioni indicate da R1 a R11), fossero classificate come R3,
corrispondente a riciclo/recupero delle sostanze organiche non utilizzate come solventi, propedeutica
a classificare le frazioni riciclabili, recuperate attraverso il processo, come materie prime secondarie
(MPS).

                                  Si tenga conto che:
L’operazione R12 può comprendere le operazioni preliminari precedenti al recupero,
inclusi il pretrattamento come, tra l’altro, la cernita, la frammentazione, la compattazione,
la pallettizzazione, l’essicazione, la triturazione, il condizionamento, il ricondizionamento,
la separazione, il raggruppamento

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Il percorso di riconoscimento End-of-Waste

Nel 2016 La Regione Veneto autorizza le modifiche all’impianto ma non classifica le
operazioni come R3: quindi da rifiuto si ottiene rifiuto.

La FATER ha ricorso al TAR. Il TAR ha sostenuto che la Regione Veneto
poteva autorizzare le operazioni R3, ovvero l’End of Waste

La Regione Veneto ha fatto ricorso nel 2018, a sua volta, vincendolo, al
Consiglio di Stato

Il Consiglio di Stato nella sentenza ha negato, che enti e organizzazioni
interne allo Stato possano vedersi riconosciuto alcun potere di
“declassificazione” caso per caso in sede di autorizzazione, smentendo il
parere del Ministero dell’Ambiente
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Periodo di incertezza seguito alla sentenza del
 Consiglio di Stato

Il Consiglio di Stato, negando questa possibilità, ha praticamente sbarrato la strada alla
realizzazione dell’economia circolare: negando, cioè, che i criteri per l’End of Waste
possano essere definiti in autorizzazione paralizza, di fatto, qualsiasi attività di recupero
in procedura ordinaria che non rientri in quelle già oggetto di disciplina europea
(Regolamento (UE) n. 333/2011[52]; Regolamento (UE) n. 1179/2012[53]; Regolamento
(UE) n. 715/2013[54]) o nazionale (D.M. 14 febbraio 2013 n. 22, c.d. D.M. CSS[55]): allo
scadere delle autorizzazioni uniche per il trattamento dei rifiuti e delle autorizzazioni
integrate ambientali, gli impianti esistenti non potranno più trasformare i rifiuti in prodotti o
in materie prime.
Non solo. Come sottolineato dal presidente dell’Unione delle imprese dell’economia
circolare (Unicircular), “si rischiano conseguenze molto gravi per l’igiene pubblica, la
salvaguardia dell’ambiente e per la stessa sopravvivenza di molte imprese del settore.
Bloccare le attività legali poi non fa che creare più spazio ai traffici illeciti dei rifiuti”.

È proprio in tale ottica che il 18 aprile 2018 il Parlamento europeo ha approvato il
tanto atteso pacchetto “economia circolare”, tra cui la direttiva 2018/851/UE, è
questa direttiva che apre la strada al “caso per caso” su EoW che in Italia avverrà
con il recepimento tramite la Legge 2/11/2019 (pochi mesi dopo il DM PAP….)

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Periodo di incertezza seguito alla sentenza del
Consiglio di Stato

In seguito, la Provincia di Lodi ha inviato al MATTM un quesito per
avere chiarimenti sulle procedure amministrative applicabili alla richiesta
di autorizzazione per la produzione di gessi di defecazione dal
trattamento dei fanghi di depurazione. Il MATTM ha risposto con un
parere del settembre 2018: secondo il dicastero, tutta la questione
sarebbe stata superata dalla Direttiva 2018/851 (Economia circolare
nel settore dei rifiuti) che avrebbe espressamente introdotto la
possibilità, per le autorità competenti, di rilasciare autorizzazioni
sulla cessazione della qualifica di rifiuti “caso per caso”.

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Conclusioni

Il percorso si è positivamente concluso nel maggio 2019
quando finalmente il Ministero dell’Ambiente ha emanato il
decreto sul riciclo dei PAP, portando al riconoscimento di
questo processo come attività End-of-Waste

              Il DM 15 maggio 2019 n° 62

Regolamento recante disciplina della cessazione della
qualifica di rifiuto da prodotti assorbenti per la persona
(PAP), ai sensi del Testo Unico Ambientale

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Lorenzo Cafiero
lorenzo.cafiero@enea.it
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