GEOGRAFIA Prof. Marcello Tanca ()

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GEOGRAFIA Prof. Marcello Tanca ()
Corso di Laurea: Lettere (L-10)

Corso di Studi:
Lettere classiche/Lettere moderne/Storia

Periodo di erogazione: 2° semestre
                                                                  Università degli Studi
                                                                       di Cagliari
Durata del corso e crediti attribuiti: 60 ore frontali (12 cfu)    Anno Accademico
                                                                      2019-2020

  GEOGRAFIA
  Prof. Marcello Tanca
  (mtanca@unica.it)
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Argomento del corso:

Il corso sarà suddiviso idealmente in 2 parti.
Nella prima si affronteranno i principali temi della geografia umana
(rapporto uomo/ambiente, globalizzazione, città, popolazione,
paesaggio, Europa ecc.).
Nella seconda si approfondirà un argomento specifico: nell'Anno
Accademico 2019/20 saranno il turismo (e la sentiment analysis)

 GEOGRAFIA
 Prof. Marcello Tanca
 (mtanca@unica.it)
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Programma del corso
1) F. Barteletti, Geografia. Teoria e prassi,
Torino, Bollati Boringhieri, 2012.
I seguenti capitoli:

-   3,   La costruzione della geografia moderna: Humboldt e Ritter
-   4,   La geografia nell'era dell'evoluzionismo
-   5,   Il possibilismo come reazione al determinismo ambientale
-   6,   I concetti di regione e di paesaggio e la loro evoluzione
-   8,   La new geography e la "rivoluzione quantitativa"
-   9,   La geografia sociale e la geografia "critica"

2) A.L. Greyner, G. Dematteis, C. Lanza, Geografia umana. Un
approccio visuale, Torino, Utet, 2012.
I seguenti capitoli:

- 2, La geografia culturale e la globalizzazione
- 3, Popolazione e migrazioni
- 10, Geografia urbana
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Programma del corso
3) E. dell’Agnese (a cura di), Geo-grafia.
Strumenti e parole, Milano, Unicopli, 2009.
I seguenti capitoli:

- E. Squarcina, Carta (pp. 85-94)
- M. Schmidt di Friedberg, Ambiente (pp. 165-192)

4) G. de Vecchis, C. Palagiano (a cura di),
Le parole chiave della geografia, Roma,
Carocci, 2003.
I seguenti capitoli:

- M. Maggioli, Globalizzazione (pp. 225-234)
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Programma del corso
5) D. Gavinelli, G. Zanolin,
Geografia del turismo contemporaneo:
pratiche, narrazioni, luoghi,
Roma, Carocci, 2019.

6) V. Albanese,
Il territorio mediato: sentiment analysis methodology
e sua applicazione al Salento,
Bologna, Bononia University Press, 2017.

7) M. Tanca,
When Music Invades the Urban Spaces: the Piano City
Festival in Milan, a New Paradigm of Sociability?,
“Almatourism”, 19, 2019, pp. 69-102.
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Attenzione!
      Le slide delle lezioni sono parte integrante del
       programma di esame

      I non frequentanti devono preparare 2 capitoli
       a scelta dal libro di E. dell’Agnese (a cura di),
       Geo-grafia. Strumenti e parole, Milano, Unicopli,
       2009 oppure dal libro di G. de Vecchis, C.
       Palagiano (a cura di), Le parole chiave della
       geografia, Roma, Carocci, 2003.

      Gli studenti non frequentanti sono invitati a
       prendere contatto col docente al seguente
       indirizzo di posta elettronica: mtanca@unica.it
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Geografia della popolazione
                   Che cos’è e di che cosa si occupa la
                     geografia della popolazione?

             Si tratta di una branca della geografia umana che studia:

              la distribuzione della popolazione sulla terra e le
               dinamiche demografiche

              le relazioni che intercorrono tra le dinamiche
               demografiche, le strutture di una popolazione e il
               territorio che essa occupa

              i processi di natura endogena ed esogena che ne
               modificano il profilo della popolazione ridisegnandone
               l'identità e i confini in una costante dialettica tra
               continuità e cambiamento
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Geografia della popolazione
                    Che cos’è e di che cosa si occupa la
                      geografia della popolazione?

             "Tratti demografici strutturali" elementi che
             vengono presi in considerazione:

                età, sesso, stato civile, composizione familiare
                comunanza linguistica, fede religiosa
                forme di organizzazione e attività economica
                livello di scolarizzazione
                luogo di residenza, abitudini e stili di vita
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marcello_tanca_2020
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Geografia della popolazione
                  Che cos’è e di che cosa si occupa la
                    geografia della popolazione?

             "Tratti demografici strutturali" elementi che
             vengono presi in considerazione:

             Tasso di natalità
Geografia della popolazione

                                                                                              marcello_tanca_2020
                                                Tasso di natalità
  Che cos’è e di che cosa si occupa la
    geografia della popolazione?
                                                rapporto tra il numero delle nascite in una
"Tratti demografici strutturali" elementi che   comunità o in un popolo durante un
vengono presi in considerazione:                periodo di tempo e la quantità della
                                                popolazione media dello stesso periodo.
Geografia della popolazione
                                       Che cos’è e di che cosa si occupa la
                                         geografia della popolazione?

                                  "Tratti demografici strutturali" elementi che
                                  vengono presi in considerazione:

            marcello_tanca_2020
                                  Tasso di natalità

                                  rapporto tra il numero delle nascite in una
                                  comunità o in un popolo durante un periodo
                                  di tempo e la quantità della popolazione
                                  media dello stesso periodo.

                                                                   Link all'articolo su Repubblica
Geografia della popolazione
                                              Tasso di natalità
                                 Il tasso di natalità è diverso da territorio a territorio, perché su
                                 di esso incidono fattori come lo sviluppo economico, il grado di
                                 modernizzazione del territorio, fattori politici, strutturali, sociali

           marcello_tanca_2020
                                 e culturali.

                                 Ad esempio, per comprendere le differenze tra tassi è necessario
                                 rifarsi alla struttura per età e alla composizione per sesso di
                                 una popolazione: una popolazione strutturalmente giovane
                                 tenderà a presentare tassi di natalità più elevati rispetto a quelli
                                 di una anziana; analogamente, se una popolazione è
                                 caratterizzata da un elevato numero di donne in età fertile
                                 il tasso di natalità dovrebbe essere più elevato.

                                 Nei paesi in via di sviluppo, ad es., il tasso di natalità tenderà ad
                                 essere più elevato di quello di paesi industrializzati, per una
                                 struttura dell’età mediamente più giovane della popolazione
                                 residente in quei paesi (ma questa, evidentemente non è la sola
                                 ragione).
Geografia della popolazione
     marcello_tanca_2020
                           Che cos’è e di che cosa si occupa la
                             geografia della popolazione?

                                             "Tratti        demografici
                                             strutturali" elementi che
                                             vengono        presi    in
                                             considerazione:

                                             Tasso di mortalità

                                             rapporto tra il numero
                                             delle morti in una
                                             comunità o in un popolo
                                             durante un periodo di
                                             tempo e la quantità della
                                             popolazione media dello
                                             stesso periodo.
Geografia della popolazione
                                       Che cos’è e di che cosa si occupa la
                                         geografia della popolazione?

            marcello_tanca_2020
                                  "Tratti demografici strutturali" elementi che
                                  vengono presi in considerazione:

                                  Tasso di mortalità

                                  rapporto tra il numero delle morti in una
                                  comunità o in un popolo durante un periodo
                                  di tempo e la quantità della popolazione
                                  media dello stesso periodo.
L’invecchiamento della popolazione in Italia
marcello_tanca_2020
Geografia della popolazione
                  Tasso di mortalità
              Il tasso di mortalità misura la frequenza delle morti di una
              popolazione in un arco di tempo e normalmente viene riferito
              a un anno di calendario. Questo dato viene utilizzato per
              verificare lo stato negativo di sviluppo di una popolazione.

              Ad es. in paesi economicamente sviluppati, ci sono livelli di
              mortalità molto alti, dovuti ad una popolazione
              prevalentemente anziana, mentre paesi economicamente più
              deboli, in cui il tenore di vita e l’età media risultano più
              basse, registrano una mortalità più bassa tra gli anziani ma
              molto alta tra i bambini (soprattutto tra i neonati). La
              mortalità infantile e quella materna sono indicatori precisi
              dello stato di salute di una nazione (nutrizione, benessere e
              sanità della popolazione).
natalità e mortalità in Italia
                                            Nel 2019 sono nati in Italia 435mila
                                            bambini (erano 473mila nel 2016 e
                                                    569mila nel 2009).

                   marcello_tanca_2020
                                                 Risulta battuto, pertanto, il
                                              precedente record di minimo
                                              storico dall'Unità d'Italia. Le
                                                 nascite registrano la nona
                                            consecutiva diminuzione dal 2008,
                                             anno in cui furono pari a 577mila.

                                         Il 19,4% delle nascite stimate per il 2017 è da
                                         madre straniera, una quota in lieve flessione
                                         rispetto al 2016 (19,7%), mentre l'80,6% è da
                                         madre italiana. In assoluto, i nati da cittadine
                                         straniere sono stimati in 90mila, il 3,6% in meno
                                         dell'anno prima. Di questi, 66mila sono quelli avuti
                                         con partner straniero, 24mila quelli con partner
                                         italiano. I nati da cittadine italiane sono 374mila,
                                         con una riduzione dell'1,6% sul 2016.
L’Italia: quadro sintetico
 al 1 gennaio 2019 la popolazione residente in Italia è                     Le nascite di bambini stranieri si concentrano
  pari a 60 milioni 391mila, oltre 90mila in meno                             nelle regioni dove la presenza straniera è più
  sull'anno precedente (-1,5 per mille). Al 1° gennaio 2019                   diffusa e radicata: nel Nord-ovest (21,0%) e nel
  gli over 65enni sono 13,8 milioni (rappresentano il                         Nord-est (20,7%). L’Emilia-Romagna ha la
  22,8% della popolazione totale), i giovani fino a 14 anni                   percentuale più alta di nati stranieri (24,3%), la
  sono circa 8 milioni (13,2%), gli individui in età attiva                   Sardegna la più bassa (4,5%).
  sono 38,6 milioni (64%).
 Gli stranieri (5.255.503) aumentano e rappresentano
  l'8,7% della popolazione.

                                                              marcello_tanca_2020
 Mentre cala la popolazione totale in Italia, si vive più
  a lungo. Al 1 gennaio 2019 si contano infatti 449mila
  nascite (9mila in meno del 2017, 128mila in meno del
  2008) contro 636mila decessi
 Le regioni del Paese con le più favorevoli condizioni di
  sopravvivenza continuano a essere quelle del Nord-est
  e del Centro.
marcello_tanca_2020
geografia regionale:
la distribuzione della popolazione in Italia
                               •            abitanti Sardegna= 1.653.135 (24.100 km²)

                               •            abitanti provincia di Palermo = 1.276.525 (5.009 km²)

                               •            abitanti Sicilia = 5.056.641 (25.832 km²)

                               •            abitanti Toscana = 3.742.437 (22.987 km²)

                      marcello_tanca_2020
geografia regionale:
la distribuzione della popolazione in Italia

                     marcello_tanca_2020
geografia regionale:
     la distribuzione della popolazione in Italia

                                         marcello_tanca_2020

•Il 3,5% dei Sardi risiede in montagna
•Il 47,4%dei Sardi risiede in collina
•Il 49,1% dei Sardi risiede in pianura
La piramide della
    popolazione è una
 rappresentazione grafica
   usata nella statistica
      demografica per
descrivere la distribuzione
       per età di una
       popolazione.
    Dalla forma di una
 piramide delle età si può
      dedurre la storia
 demografica di quasi un
 secolo (circa 80-90 anni)
   di una popolazione e
l'andamento demografico
    a cui sta tendendo:
    forma piramidale:
 popolazione in crescita
 piramide tendente a un
      rettangolo:
      crescita nulla
 piramide tendente a un
        trapezio:
       decremento
marcello_tanca_2020
marcello_tanca_2020
marcello_tanca_2020
marcello_tanca_2020
marcello_tanca_2020
                      1861/2011
ITALIA 1987                         ITALIA 2019

              marcello_tanca_2020
Storia demografica d’Italia
ovvero storia dei suoi assetti territoriali [1]
                                           • All’indomani dall’Unità d’Italia (1861) è
                                             evidente la differenziazione nei
                                             comportamenti demografici tra le
                                             diverse parti del paese:

                     marcello_tanca_2020
                                                 - mortalità più elevata nelle regioni meridionali

                                                         - natalità più elevata al sud che al nord

                                           - movimenti migratori interni su scala intraregionale:
                                                            Friuli, Venezia Giulia e il Bellunese

                                              - movimenti migratori verso l’estero: emigrazione
                                                                 transoceanica tra il 1900-1914
Storia demografica d’Italia
ovvero storia dei suoi assetti territoriali [1]
                                           • All’indomani dall’Unità d’Italia (1861) è
                                             evidente la differenziazione nei
                                             comportamenti demografici tra le
                                             diverse parti del paese:

                                                 - mortalità più elevata nelle regioni meridionali
                                                                 (Basilicata: 41 per 1000; Liguria: 27 per 1000)

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                                                         - natalità più elevata al sud che al nord
                                                              (Puglia: 43 per 1000; Veneto: 31 per 1000)
                                           - movimenti migratori interni su scala intraregionale:
                                                            Friuli, Venezia Giulia e il Bellunese

                                              - movimenti migratori verso l’estero: emigrazione
                                                                 transoceanica tra il 1900-1914
Storia demografica d’Italia
ovvero storia dei suoi assetti territoriali [1]
                                           • All’indomani dall’Unità d’Italia (1861) è
                                             evidente la differenziazione nei
                                             comportamenti demografici tra le
                                             diverse parti del paese:

                                                 - mortalità più elevata nelle regioni meridionali

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                                                                       (Basilicata: 41 per 1000; Liguria: 27 per 1000)
                                                             - natalità più elevata al sud che al nord
                                                                   (Puglia: 43 per 1000; Veneto: 31 per 1000)
                                           - movimenti migratori interni su scala intraregionale:
                                                            Friuli, Venezia Giulia e il Bellunese

                                              - movimenti migratori verso l’estero: emigrazione
                                                                 transoceanica tra il 1900-1914
                                                  (l’ondata migratoria si riversa prevalentemente nel Nord-America,
                                             Argentina e Brasile, ma non esclude Europa e bacino del Mediterraneo)
L’emigrazione verso l’estero
                                    L'emigrazione italiana
                                   dal secondo dopoguerra

             marcello_tanca_2020
L’emigrazione verso l’estero

                                                          marcello_tanca_2020
in circa 100 anni fino al 1976 sono partiti dall'Italia
circa 28 milioni di migranti
L’emigrazione verso l’estero

             marcello_tanca_2020
Storia demografica d’Italia come storia dei suoi
            assetti territoriali [2]
                          All’indomani della II Guerra Mondiale e alle
                           soglie degli anni ‘50 strutturazione dualistica
                           degli assetti territoriali:
                                       montagna/pianura
                                       interno-costa
                                       sud-nord

                              aumenta il peso relativo degli insediamenti
                               di pianura e di costa rispetto a quelli
                               montano-collinari,e non solo per la
                               presenza di grandi aggregati urbani, ma
                               anche per la maggiore prossimità agli assi
                               di comunicazione o alle aree di richiamo
                               turistico
                          Ripresa del grande movimento migratorio sia
                           interno che verso l’estero, con cambiamento
                           delle mete di destinazione degli italiani
L’Italia, paese di emigrazione
                                  Nel secondo dopoguerra, dal 1945 al 1955 e
                                   durante tutto il “boom economico” (dagli
                                   anni Cinquanta alla fine degli anni Sessanta)
                                   gli Italiani sono un popolo che emigra

           marcello_tanca_2020
                                  Emigrazioni interne ed emigrazioni esterne ai
                                   confini nazionali

                                  oltre 9.000.000 di italiani lasciarono il sud-
                                   Italia alla volta del nord del paese e
                                   dell’estero
L’emigrazione verso l’estero
                                       Le mete degli italiani che emigrano fuori dal
                                        paese smettono di essere l’ America Latina (che
                                        nel frattempo aveva perso per motivi economici e
                                        politici la capacità attrattiva dei decenni
                                        precedenti) e il Belgio (culminata con la tragedia
                                        della miniera di Marcinelle)

                 marcello_tanca_2020
     6.867.000                         le grandi mete migratorie diventano la Francia e
                                        in seguito, in maniera assolutamente dominante,
                                        la Svizzera e la Germania

                                       Nel 1963 Germania e Svizzera raccolgono l’86%
                                        dell’intera emigrazione italiana verso l’Europa
                                        settentrionale
L’emigrazione interna
              •fra gli anni ’55-’63, un flusso notevole di persone scorre
             verso le città del centro-nord Italia, in particolare verso le
                    metropoli di Milano, Torino e Genova, ai vertici del
                                       cosiddetto “triangolo industriale”

          marcello_tanca_2020
        •In quegli anni dalle regioni del Mezzogiorno emigrano oltre
             un milione e trecentomila persone. Dalle 69.000 nuove
             iscrizioni anagrafiche del 1958 nei comuni del triangolo
         industriale, si passa nel 1963 ad un numero quasi triplicato
                             (183.000), già superato l’anno successivo
                                  fino a raggiungere le 200.000 unità.

        •“L’emigrazione ha rappresentato il fenomeno sociale che ha
           contribuito forse più di ogni altro ai cambiamenti sociali e
          alla modernizzazione avvenuti in Italia e in particolare nel
                               Mezzogiorno a partire dal dopoguerra”
                                                       •(Enrico Pugliese)
L’emigrazione interna
                                                    •fra gli anni ’55-’63, un flusso notevole di persone scorre
                                                   verso le città del centro-nord Italia, in particolare verso le
                                                          metropoli di Milano, Torino e Genova, ai vertici del
                                                                             cosiddetto “triangolo industriale”

                                                •In quegli anni dalle regioni del Mezzogiorno emigrano oltre
                                                     un milione e trecentomila persone. Dalle 69.000 nuove
                                                     iscrizioni anagrafiche del 1958 nei comuni del triangolo
                                                 industriale, si passa nel 1963 ad un numero quasi triplicato
                                                                     (183.000), già superato l’anno successivo
                                                                          fino a raggiungere le 200.000 unità.

                                                •“L’emigrazione ha rappresentato il fenomeno sociale che ha
                                                   contribuito forse più di ogni altro ai cambiamenti sociali e
                                                  alla modernizzazione avvenuti in Italia e in particolare nel
Uliano Lucas, Milano, 1963. Stazione Centrale                          Mezzogiorno a partire dal dopoguerra”
                                                                                             •(Enrico Pugliese)
L’emigrazione interna
                                                       •fra gli anni ’55-’63, un flusso notevole di persone scorre
                                                      verso le città del centro-nord Italia, in particolare verso le
                                                             metropoli di Milano, Torino e Genova, ai vertici del
                                                                                cosiddetto “triangolo industriale”

                             marcello_tanca_2020
                                                   •In quegli anni dalle regioni del Mezzogiorno emigrano oltre
                                                        un milione e trecentomila persone. Dalle 69.000 nuove
                                                        iscrizioni anagrafiche del 1958 nei comuni del triangolo
                                                    industriale, si passa nel 1963 ad un numero quasi triplicato
                                                                        (183.000), già superato l’anno successivo
                                                                             fino a raggiungere le 200.000 unità.

                                                   •“L’emigrazione ha rappresentato il fenomeno sociale che ha
                                                      contribuito forse più di ogni altro ai cambiamenti sociali e
                                                     alla modernizzazione avvenuti in Italia e in particolare nel
                                                                          Mezzogiorno a partire dal dopoguerra”
                                                                                                 (Enrico Pugliese)
Uliano Lucas, Milano, 1968
1973:
 crisi e inversione di tendenza
                                                    •1973; crisi energetica fa da spartiacque tra 2
gli italiani all'estero
                                                  epoche. Il modello basato su elevati consumi di
                                                  materie prime a basso costo e sulle economie di
                                                   agglomerazione entra in una fase di profonda
                                                                                         recessione

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                                                •Le aree urbano-industriali delle regioni dell’Italia
                                                   settentrionale e dell’Europa centro-occidentale
                                                               perdono il loro potere di attrazione

                                                  •Immediato arresto dell’immigrazione italiana
                                                   all’estero e dell’emigrazione interna dall’Italia
                                                 meridionale alle regioni del triangolo industriale
L’Italia, meta dei flussi migratori
                                        l’Italia è diventata solo in tempi recenti (e in ritardo
                                   rispetto ad altre realtà europee) un paese di immigrazione

                                      In concomitanza con il ridimensionamento, negli anni
                                           ’70, dell’emigrazione italiana, è solo a partire dalla

             marcello_tanca_2020
                                         seconda metà degli anni ’80 che si registra l’arrivo di
                                   consistenti flussi migratori provenienti dal Terzo Mondo e
                                                                            dall’Europa dell’est

                                      nel 1975 il 44,5% della presenza straniera in Italia era
                                   costituito da cittadini di uno dei paesi dell’Europa dei 151;
                                         oggi, l’85% degli stranieri sono soggiornanti non UE
                                         (fonte: Caritas 2013, su dati Istat e Ministero dell’Interno)

                                    al 1° gennaio 2020 sono 5.255.503 gli stranieri residenti
                                               in Italia, l’ 8,7% della popolazione residente
IX RAPPORTO ANNUALE. Gli stranieri nel mercato
del lavoro in Italia 2019
Geografia della popolazione:
   gli stranieri in Italia
                 Le comunità straniere più consistenti al 1°
                 gennaio 2019:

                 1.   Romania (1.206.938, pari al 22,97% degli immigrati
                      totali)
                 2.   Albania (441.027, l’8,39% degli immigrati totali)
                 3.   Marocco (422.980, pari all’ 8,05% degli immigrati
                      totali)

                 4.   Rep. Popolare cinese (299.823, pari al 5,70% degli
                      immigrati totali)
                 5.   Ucraina (239.424, pari al 4,56% degli immigrati totali)
                 6.   Filippine (168.292, pari al 3,20% degli immigrati totali)

                 7.   India (157.965, pari al 3,01% degli immigrati totali)
                 8.   Bangladesh (139.953, pari al 2,66% degli immigrati
                      totali)
                 9.   Rep. di Moldavia (128.979, pari al 2,45% degli
                      immigrati totali)

                 10. Pakistan (122.308, pari al 2,33% degli immigrati totali)
Geografia della popolazione:
                                                                                                                      gli stranieri in Italia
                                                                                                              Per quanto riguarda la distribuzione territoriale degli
                                                                                                              immigrati in Italia al 1 gennaio 2018, le 10 regioni con la
                                                                                                              maggiore incidenza della popolazione straniera residente
                                                                                                              sono:

                                                                                                              1.   Lombardia (1.153.835)            6. Toscana (408.463)
                                                                                                              2.   Lazio (679.474)                  7. Campania (258.524)
                                                                                                              3.   Emilia-Romagna (535.974)         8. Sicilia (193.014)

                                                                                        marcello_tanca_2020
                                                                                                              4.   Veneto (487.864)                 9. Liguria (141.720)
                                                                                                              5.   Piemonte (423.506)              10. Marche (136.045)

                                                                                                              al 1° gennaio 2018 gli stranieri residenti in Sardegna
                                                                                                              (17esimo posto) sono 54.224 e rappresentano il 3,3%
                                                                                                              della popolazione residente.
                                                                                                              La comunità straniera più numerosa è quella proveniente
                                                                                                              dalla Romania con il 26,2% di tutti gli stranieri presenti sul
                                                                                                              territorio sardo, seguita dal Senegal (8,9%) e dal
i numeri dentro i cerchietti si riferiscono alla % di Stranieri sulla popolaz. totale                         Marocco (8,0%).
Geografia della popolazione:
                              gli stranieri in Italia

marcello_tanca_2020
L’Italia, meta dei flussi migratori

                      marcello_tanca_2020
Da paese di emigrazione
a paese di immigrazione
                              Modalità insediative degli immigrati in Italia:

                              I) iniziali insediamenti nei rioni gravitanti intorno agli
                                 snodi di transito come le stazioni ferroviarie (come a
                                 Milano, Torino, Roma, Bologna, Napoli ecc.) o marittime
                                 (Genova, Bari, Palermo, Catania, Cagliari ecc.)

        marcello_tanca_2020
                              I) i “luoghi degli immigrati” emergono progressivamente
                                 nel corpo urbano apparendo dispersi, esplosi, diffusi
                                 nelle prime e seconde periferie, nelle prossimità
                                 interstiziali dei quartieri residenziali, nei centri storici
                                 che diventano “etnici” (almeno in parte) conoscendo fasi
                                 di degrado quanto nuovi valori patrimoniali; le periferie
                                 assumono inedite funzioni di spazio pubblico e di
                                 aggregazione per comunità di differenti provenienze;
                                 nelle scuole si formano classi di alunni sempre più miste
                                 (in alcune città del Nord si annoverano fino a 100
                                 nazionalità e 50 lingue differenti);
Da paese di emigrazione
a paese di immigrazione
                               Modalità insediative degli immigrati in Italia:
                               -   «spazi di incistamento» ossia situazioni urbane o città dove si
                                   sono formati quartieri a base etnica, che possono rimanere
                                   “enclave” comunitarie oppure trasformarsi in quartieri
                                   plurietnici; dare luogo a spazi pubblici; a sovrapposizioni di
                                   funzioni urbane, ecc.; e che si palesano sempre più anche in città

         marcello_tanca_2020
                                   piccole e medie.

                               -   quartieri etnici: l’Esquilino a Roma, Veronetta a Verona, il Vasto
                                   a Napoli, via Sarpi a Milano, S. Agabio a Novara, Macrolotto Zero
                                   a Prato (dove risiede la seconda comunità cinese d’Europa)

                               -   Territorializzazione degli spazi urbani: gli immigrati scelgono
                                   quartieri che hanno una tradizione insediativa migratoria (ad es.
                                   zone in cui si concentrava l’immigrazione meridionale a cui
                                   subentrano)

                               -   La presenza dei migranti si fa più visibile che altrove e i paesaggi
                                   urbani mutano e si rinnovano maggiormente: produzione di un
                                   ethnoscape
Da paese di emigrazione
a paese di immigrazione
                              Modalità insediative degli immigrati in Italia:
                              -   «spazi di incistamento» ossia situazioni urbane o città dove si
                                  sono formati quartieri a base etnica, che possono rimanere
                                  “enclave” comunitarie oppure trasformarsi in quartieri
                                  plurietnici; dare luogo a spazi pubblici; a sovrapposizioni di
                                  funzioni urbane, ecc.; e che si palesano sempre più anche in città

        marcello_tanca_2020
                                  piccole e medie.

                              -   quartieri etnici: l’Esquilino a Roma, Veronetta a Verona, il Vasto
                                  a Napoli, via Sarpi a Milano, S. Agabio a Novara, Macrolotto Zero
                                  a Prato (dove risiede la seconda comunità cinese d’Europa)

                              -   Territorializzazione degli spazi urbani: gli immigrati scelgono
                                  quartieri che hanno una tradizione insediativa migratoria (ad es.
                                  zone in cui si concentrava l’immigrazione meridionale a cui
                                  subentrano)

                              -   La presenza dei migranti si fa più visibile che altrove e i paesaggi
                                  urbani mutano e si rinnovano maggiormente: produzione di un
                                  ethnoscape
Da paese di emigrazione
a paese di immigrazione
                               Modalità insediative degli immigrati in Italia:
                               -   «spazi di innesto» sono invece i contesti più ampi e città nelle
                                   quali la presenza immigrata, e le situazioni di cosmopolitismo
                                   che ne derivano, sono divenute consustanziali.
                                   Gli stranieri e gli immigrati sono al contempo presenti e dispersi,
                                   essi partecipano attivamente e complessivamente dell’urbanità e
                                   dell’immagine della città. Qui, anche i quartieri a forte
                                   omogeneità etnica o pluri-etnica appaiono più aperti e
                                   interagenti con lo spazio urbano nella sua globalità.

         marcello_tanca_2020
                               -   Le comunità “altre” divengono anche in breve tempo
                                   consustanziali della vita delle città per esserne parte ri-fondante,
                                   irrinunciabile della vita comunitaria. Mentre le comunità
                                   meridionali “incistate” nelle città industriali del settentrione
                                   italiano hanno impiegato più di una generazione per completare
                                   il loro “innesto”, alle nuove comunità internazionali presenti
                                   nelle grandi aree metropolitane italiane, paiono essere bastati
                                   pochi anni per entrare a fare parte dell’immagine, della ricchezza,
                                   dei linguaggi, dell’urbanità della città. La
Da paese di emigrazione
a paese di immigrazione
                               I nuovi contesti di contatto (fisici e
                               dell’immaterialità) in cui si verifica
                               l'innesto delle comunità di immigrati nel
                               tessuto sociale e territoriale italiano:

         marcello_tanca_2020
                               a) gli spazi domestici

                               b) i mezzi di trasporto

                               c) gli spazi virtuali delle rappresentazioni e
                               della produzione multimediale e televisiva
l'innesto delle comunità di immigrati nel tessuto
           sociale e territoriale italiano

                      - Gli spazi domestici: qui si genera una nuova familiarità
                      multi-culturale di contatto tra i nuclei locali e gli stranieri
                      (donne e uomini) impiegati del lavoro domestico
                      (badanti, collaboratori familiari, guardiani, giardinieri,
                      babysitter ecc.). In questi luoghi «protetti» si forma la prima
                      interconnessione della conoscenza reciproca e
                      del disvelamento di una convivenza di usanze, di linguaggi, di
                      culti, di solidarietà ma anche di dominanza e intolleranza.
                      La casa, inoltre, è anche lo spazio di incontro e condivisione
                      di comunità di immigrati di provenienze diverse che
                      socializzano proprio attraverso l’esperienza migratoria.
Ministero del
                         Lavoro
                         e delle
                        Politiche
                         Sociali

marcello_tanca_2020
l'innesto delle comunità di immigrati nel tessuto
           sociale e territoriale italiano
                                           -   ci sono alcune comunità che si collocano prevalentemente nel
                                               settore Altri servizi collettivi e personali, come quella filippina
                                               (70% del totale degli occupati della comunità), ucraina (67,8%),
                                               srilankese (61%), moldava (54,4%), peruviana (50,8%), moldava
                                               (49,8%), ecuadoregna (47,4%).

                     marcello_tanca_2020
                                           -   Più nel dettaglio si rileva che buona parte degli occupati
                                               provenienti da Ghana (58,3%), Pakistan (43,2%), India (32,5%),
                                               Marocco (29,8%), Cina (28,2%) sono assorbiti dall’Industria in
                                               senso stretto, così come poco più di un terzo degli indiani
                                               dall’Agricoltura (31,3%).

                                           -   Gli egiziani si distribuiscono prevalentemente nelle Costruzioni,
                                               in Attività immobiliari, servizi alle imprese etc. e in Alberghi e
                                               ristoranti (rispettivamente 14,7%, 17,7% e 33,4%); i bengalesi in
                                               Industria in senso stretto (23,6%), Alberghi e ristoranti (29,8%),
                                               Commercio (25,6%); i cinesi oltre che nel settore industriale,
                                               anche nel Commercio (36,6%). Infine, nel comparto edile si
                                               rileva una larga presenza di albanesi (28,3%) e tunisini (22,8%).
In sintesi
 Dal 2015 il nostro Paese è entrato in una fase di                                  La presenza di quasi 50 nazionalità differenti con più di
  declino demografico. Il 2019 ha confermato le tendenze                              10 mila residenti conferma il quadro multietnico del
  degli ultimi anni, fortemente caratterizzate dal calo delle                         nostro Paese. La crescita della popolazione italiana degli
  nascite, dall’invecchiamento della popolazione e, a partire                         ultimi vent’anni è avvenuta unicamente grazie all’aumento
  dal 2015, da una perdita di residenti. Le proiezioni dell’Istat                     della componente di origine straniera. Una componente che
  per il futuro accreditano come altamente verosimile la                              al 1° gennaio 2019 conta 5 milioni e 255 mila residenti, pari
  prospettiva di un’ulteriore riduzione di popolazione                                all’8,7 per cento della popolazione, una numerosità di tutto

                                                                    marcello_tanca_2020
  residente nei prossimi decenni. Si tratta di dinamiche che,                         rilievo e superiore al numero degli abitanti di nove dei
  quand’anche condivise con altri partner europei, da noi                             ventisette paesi dell’Ue.
  sono generalmente più veloci e più accentuate che altrove.

 Si accentua l’invecchiamento della popolazione –
  nonostante la presenza degli stranieri, con struttura per età
  più giovane di quella italiana e fecondità più elevata – con
  un’accresciuta domanda di cura che mette in tensione il
  ruolo di sostegno della rete di parentela. L’aumento della
  popolazione anziana – dovuto ai guadagni in termini di
  sopravvivenza – e la presenza di generazioni di giovani
  sempre meno folte, conseguenza del continuo calo delle
  nascite – rendono l’Italia il secondo paese più vecchio al
  mondo.
                                                                                                                   qui per scaricare il Rapporto
Geografia
 2019-20      Università degli Studi di Cagliari

                 Anno Accademico 2019-2020

            Per dubbi e/o informazione, scrivere a: mtanca@unica.it
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