Fuori dalla gabbia - Un filmato di Francesca Cerreto e Sandra Rosato "Progetto 5" Liceo Artistico Zurigo
←
→
Trascrizione del contenuto della pagina
Se il tuo browser non visualizza correttamente la pagina, ti preghiamo di leggere il contenuto della pagina quaggiù
Fuori dalla gabbia Un filmato di Francesca Cerreto e Sandra Rosato „Progetto 5“ Liceo Artistico Zurigo
Tutto è partito dalla semplice passione per il ballo. La location Il concetto Come si sa e si vede spesso nei film, nel mondo del ballo il concetto di limite è ben marcato. Si sente spesso parlare del grande divario tra la danza classica e l‘hip-hop, due mondi che vanno in direzioni opposte. In uno le parole chiave sono: ordine, regole e rigidità. Nell‘altro invece: naturalezza, improvvisazione e originalità. La location era di fondamentale importanza. È proprio su questo pensiero che si basa questo lavoro. Il posto scelto è il MFO Park, che è una costruzione in acciaio zincato che copre sim- Inscenare due stili di ballo, il loro confronto, la loro fuga l‘uno dall‘altro e la loro resa, messa in atto da una fusione e la conseguente nascita di un nuovo stile. bolicamente l‘area della vecchia fabbrica di macchine. Una vera e propria architettura Gli stili di cui si parla sono il flamenco e la danza classica, che una verde. volta fusi sfociano in un ballo nuovo, basato sulla danza contemporanea. È situato accanto alla stazione ferroviaria di Oerlikon, a Zurigo, e si prestava perfetta- mente per questo progetto, perchè ricorda una gabbia. Ognuna di noi rappresenta uno stile di ballo: Sandra il fla- menco e Francesca la danza classica. In un primo momento entrambe ci troviamo nel mondo del nostro stile di danza, questo significa che siamo vestite in modo tipico per quel ballo e che abbiamo tutti gli accessori tradizionali. Ad un certo punto i due stili vengono a contatto l‘uno con l‘altro, il che ci mette in crisi. Inizia così una fuga, in direzioni opposte, da parte di ent- rambe; vogliamo scappare dall‘altra e da ciò che rappresenta. In questa fuga abbiamo modo di accentuare i tratti tipici del nostro stile. La fuga continua affinchè, ad un certo punto, le nostre strade si incrociano e rimane un‘unica via di fuga comune. A quel punto si calmano gli animi, anzichè fuggire dall‘altra persona, la si guarda attentamente e si cerca di comprendere cosa possa effettivamente essere e/o fare. Dopodichè e conclusivamente, entrambe ci spogliamo delle nostre vesti tradizionali e rimaniamo in un completo color pelle, che simboleggia lo „spogliarsi“, ovvero togliersi di dos- A destra e sinistra si trovano due scalinate che portano al primo piano. A queste seguono rispettivamente un altra scalinata che porta al secondo piano e alla so tutto ciò che rappresenta uno stile preciso di ballo e rima- fine le piattaforme a grate di ambe le parti portano ad un unica scaletta sul lato sinistro. Infine si giunge ad una piattaforma superiore che è situata al di sop- nere nude. In questo stato, saliamo le scale insieme, giungendo sulla pi- ra della struttura, o meglio, della gabbia. attaforma finale, e ci liberiamo sia dalla gabbia vera e propria Inoltre se ci si trova là attorno a mezzogiorno si può osservare che la luce del sole proietta perfettamente le travi superiori della struttura, ricreando delle e sia dai limiti stilistici, finendo con una coreografia nuova e forme quadratiche sul suolo. priva di una vera classificazione tecnica. Tutte queste caratteristiche sono combacianti con il nostro progetto.
Realizzazione Conclusione Iniziate con una fotocamera e poi rifatte e continuate con il cellulare, le riprese sono state realizzate in vari giorni e in vari momenti della giornata. Come si legge sulla pagina riguardante il concetto ad esempio, le riprese della parte iniziale, dove ci troviamo ognuna in un proprio quadrante, andava ripresa a mez- zogiorno spaccate. Questo perchè a quell‘ora il sole è pre- cisamente perpendicolare e non modifica la forma dei quadrati. Le riprese, invece, del ballo finale andava fatto di matti- na, quando il sole giocava con le nostre ombre e il colore del cielo risultava ancora „fresco e nuovo“ come la nostra coreografia. Inoltre era importante collegare sempre ciò che accadeva con ciò che si vedeva e di conseguenza abbiamo ripreso le varie coreografie sempre solo là dove c‘era una piatta- forma, mentre dove c‘erano i „corridoi“, che collegavano le varie piattaforme, e sulle scale, avveniva solo la fuga senza ballare. Il lavoro ha vari livelli di interpretazione. Il primo livello di interpretazione è quello di due danze che escono dagli schemi e si aprono a nuovi orizzonti. Come si vede nel video realizzato infatti, si finisce per osservare l‘altra persona e non a voltargli le spalle. Si vuole sensibilizzare quindi, che non c‘è uno stile che si possa definire „quello giusto“ e che sia completo artisticamente. Il flamenco non guarda se i piedi sono posizionati precisamente come si fa nella dan- za classica, ma nella danza classica, non si hanno movimenti sensuali come nel flamenco. Tutte le danze messe insieme formano un intero. Il secondo livello di interpretazione, invece, è a livello universale e metaforico. Questo progetto descrive la paura del nuovo e la nostra tendenza a rimanere nei nostri limiti, in cui ci sentiamo al sicuro. Il confronto con il diverso ci ob- bliga ad uscire dalla nostra zona di confort e per quanto si possa fuggire, continuando a rinchiudersi nel proprio mondo, la soluzione migliore è spogliarsi di queste paure e capire che in realtà è tutto in simbiosi.
Puoi anche leggere