Freud o l'interpretazione dei sogni - Sito di consultazione per gli studenti di ...

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Freud o l'interpretazione dei sogni - Sito di consultazione per gli studenti di ...
Freud
o l’interpretazione dei sogni
di Stefano Massini
regia Federico Tiezzi
Freud o l'interpretazione dei sogni - Sito di consultazione per gli studenti di ...
La pubblicazione dell’Interpretazione dei sogni gioca con un
                                     apparentemente marginale spostamento temporale: uscito il 4
                                     novembre 1899, per volontà di Freud e dell’editore porta sul
                                     frontespizio la data 1900. Un dettaglio, uno spostamento, che, come
                                     nei sogni che analizza, ha un grande significato: la consapevolezza che
                                     Freud aveva della portata epocale del suo lavoro. Sapeva di avere
                                     aperto una porta, sempre rimasta chiusa, di aver osato uno sguardo
                                     rivoluzionario sull’“io”.
                                     Poco meno di tre secoli prima, Galileo Galilei era altrettanto
                                     consapevole che il Sidereus Nuncius era la porta di un nuovo sguardo
                                     sul mondo, non solo tra gli scienziati. Uno sguardo innovatore,
                                     rivoluzionario. La luna era sempre “stata lì”, le sue macchie erano sotto
                                     gli occhi di tutti. Galileo aveva osato puntare il cannocchiale oltre
                                     l’apparenza: le imperfezioni della luna non sarebbero potute più essere
                                     “rimosse” come estranee alla sua natura. Nascevano, con quel gesto,
                                     un nuovo mondo e un nuovo linguaggio.
                                     Freud ha “osato” la stessa cosa, ha puntato un nuovo strumento nelle
                                     profondità dell’io, ha cercato nel “rimosso”, negli scarti, il senso dell’io.
                                     In questo “osare” non poteva non mettere in gioco il proprio sogno,
                                     cercandolo negli altri. Apre il baratro del conoscere profondo della
                                     complessità del vivere.
                                     Il paziente Hernest D., in uno dei sogni più brevi dello spettacolo, dice
                                     al Dottor Freud «La condanna peggiore che un essere umano possa
                                     ricevere è comprendere le cose», ovvero il possesso definitivo del
                                     sapere è esiziale, si ha paura di scandagliare se stessi e di guardarsi
                                     allo specchio. È quanto avviene anche al termine dell’ultima seduta con
                                     il paziente Ludwig R.: «Non posso proseguire la seduta, ho bisogno di
                                     finire qui» ripete un Freud terrorizzato all’idea di guardare ancora dentro
                                     se stesso. Per lo stesso motivo, nonostante un carteggio durato più di
                                     vent’anni, il “vero” Freud accettò solo molto tardi di incontrare
                                     Schnitzler, lo scrittore con il quale condivideva la stessa passione per lo
                                     scandaglio della coscienza «Io ritengo di averla evitata per una specie
                                     di timore del sosia», gli scrisse nell’ennesima lettera. Affacciarci sul
                                     baratro ci terrorizza, ma da Freud in poi non abbiamo più potuto farne
                                     a meno, perché è il nostro punto di osservazione a essere cambiato.
                                     L’opposto di ciò che sta accadendo oggi, quando l’“io” sembra
                                     scivolare sulla superficie liscia di un eterno presente, rimuove memoria,
                                     dubbi, ombre, si illude di “raccontarsi”, in un continuo chiacchiericcio
                                     che sovrasta inquietudini e contraddizioni profonde, ora ancora più
                                     complesse.
                                     Nel 1900 che Freud volle sul frontespizio, nasce a Vienna Wolfgang
                                     Pauli; nel 1901, a Würzburg, in Germania, Werner Heisenberg. Sono i
                                     due fisici che, di lì a qualche decennio, rivoluzioneranno la scienza del
                                     secolo precedente, aprendo la “porta”, lo sguardo nuovo della fisica
                                     quantistica. Nulla sarebbe stato uguale: a cambiare, grazie al loro
                                     lavoro, sarebbe stato il profondo rapporto tra osservatore e osservato.
                                     Avrebbero cambiato lo “sguardo”, non solo tra gli scienziati.
                                     Così, dopo l’Interpretazione dei sogni, tutto sarebbe mutato: il lavoro di
                                     Freud non è solo un “romanzo” del ’900, ma SUL ’900 con cui noi non
                                     abbiamo ancora “chiuso i conti”.
                                     Il testo di Massini, la versione drammaturgica dello spettacolo che
in copertina, Andy Warhol Sigmund    Tiezzi ne ha tratto, usano – e osano – la stessa struttura del sogno,
Freud, da Ten Portraits of Jews of   procedono per immagini, spostamenti, associazioni, sogno nel sogno.
the Twentieth Century, 1980 © 2017   Il sogno di Freud è fatto della stessa materia di cui è fatto il Teatro.
Foto The Jewish Museum/ Art
Resources /Scala Firenze © The
Andy Warhol Foundation for the       Sergio Escobar
Visual Arts inc. by SIAE 2017        Direttore Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa

                                                                                                                3
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Piccolo Teatro Strehler
23 gennaio 2018

                                                                                              Freud
                                                                                              o l’interpretazione dei sogni
collaboratori responsabili all’allestimento   costumi realizzati dalla Sartoria del Piccolo   di Stefano Massini                                 regia Federico Tiezzi
                                              Teatro di Milano – Teatro d’Europa              riduzione e adattamento Federico Tiezzi
direzione tecnica Marco Rossi                 reparto sartoria Chiara Angioletti,             e Fabrizio Sinisi
                                              Monica Codazzi, Donatella Carrafa,
assistenti alla direzione tecnica             Maria Kurenkova, Antonella Fabozzi,
Giulia Breno, Paolo Di Benedetto              Marisa Cosenza, Alice Agrimonti,                scene Marco Rossi                                 consulenza musicale Sandro Lombardi
                                              Paola Catalini, Giulia-Claudia Gambi            costumi Gianluca Sbicca                           preparazione vocale Francesca Della Monica
direzione di scena Giuseppe Milani            impianti elettrici Giuseppe Cirillo,            luci Gianni Pollini                               movimenti coreografici Raffaella Giordano
                                              Davide Cognata, Pasquale Longobardi,            video Luca Brinchi e Daniele Spanò                trucco e acconciature Aldo Signoretti
capo macchinista Giuseppe Rossi               Corrado Rovida, Marco Stagni, Roberto Testi
                                              scene, maschere e sculture realizzate dal
capi elettricisti Claudio De Pace,            Laboratorio di Scenografia “Bruno Colombo
Gianluigi Ronchi                              e Leonardo Ricchelli” del Piccolo Teatro di     personaggi                                        interpreti
                                              Milano – Teatro d’Europa                        (in ordine di apparizione)
costruzioni Alberto Parisi                    reparto costruzioni, carpenteria metallica,
                                              macchinisti Giorgio Armanni, Ovidio Girjoi,     Freud                                             Fabrizio Gifuni
scenografia Mauro Colliva                     Alessio Rongione                                Tessa W.                                          Elena Ghiaurov
                                              costruzioni Agostino Biallo, Marco Premoli,     Wilhelm T.                                        Giovanni Franzoni
capo sartoria Roberta Mangano                 Alfredo Rivetta, Angelo Superbi                 Greta S.                                          Valentina Picello
                                              reparto scenografia Nicolina Matilde            Ludwig R.                                         Marco Foschi
sicurezza Michele Carminati                   Barravecchia, Barbara Gentilin,                 Oskar K.                                          Umberto Ceriani
                                              Emanuela Colombi Moroni, Simone Totaro          Elga K.                                           Sandra Toffolatti
                                                                                              Clarissa F.                                       Alessandra Gigli
                                                                                              Solomon F.                                        Michele Maccagno
direttore di scena Angelo Ferro               primo fonico Luca Mazzucco
                                                                                              Elfriede H.                                       Bruna Rossi
primo attrezzista Mario Gaiaschi              microfonista Davide Fusetti
                                                                                              Hernest D.                                        David Meden
attrezzisti Lucia Morandi, Flavio Pezzotti    tecnico video Giuseppe Crispo
                                                                                              Martha                                            Debora Zuin
primo macchinista Matteo Benini               sarte Paola Catalini, Giulia-Claudia Gambi
                                                                                              Dottor Krauss                                     Nicola Ciaffoni
macchinisti Paolo Beolchi, Radu Laurentiu,    trucco e acconciature Nicole Tomaini,
                                                                                              Dottor Edgar                                      Stefano Scherini
Luana Marchesini, Marco Premoli,              Francesca Scalera
Alessio Rongione                              aiuto trucco e acconciature Gaia Balduzzi
primo elettricista Manuel Frenda
                                                                                              regista assistente Giovanni Scandella             assistente scenografa Giulia Breno
elettricista Simone Calogero                  coordinamento di produzione Gaia Scaglione
                                                                                                                                                assistente costumista Gianluca Carrozza
foto di scena Masiar Pasquali                 si ringrazia                                    un particolare ringraziamento a
                                              Paul Mitchell per i prodotti professionali      Giulio Paolini e al Teatro di San Carlo di Napoli per l’utilizzo dell’immagine
                                              per capelli

                                                                                              produzione Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa

4                                                                                                                                                                                         5
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FREUD E IL TURBAMENTO
                                           DELLA COSCIENZA
                                           Conversazione con Federico Tiezzi

Sotto, Michelangelo Buonarroti,            Chi è per te Sigmund Freud e in che modo il “tuo”
Mosè (Tomba di Giulio II) marmo,           Freud si riverbera nel personaggio del testo di
1513-1515 circa (ritocchi 1542)
Roma, basilica di San Pietro in            Massini?
Vincoli. © 2018. Foto Scala, Firenze       Freud è colui che squarcia il velo, smaschera le nostre
– su concessione Ministero Beni e
Attività Culturali e del Turismo.          menzogne. Non è solo lo scopritore e il codificatore delle
A sinistra, Jean-Auguste-Dominique         leggi dell’inconscio o del sogno: è chi chiama per nome i
Ingres, Edipo e la Sfinge, olio su tela,
1808-1827, Parigi, Museo del               nostri più oscuri desideri e progetti, denuda l’elemento
Louvre. © 2018. Foto Scala, Firenze.       caldo/freddo, “empedocleo”, dell’essere umano, il
                                           centro, il nucleo dal quale dipende la vita psichica di
                                           ciascuno di noi. Freud ci indica la strada da percorrere
                                           per scandagliare la nostra interiorità. Negli anni del liceo
                                           ricordo di aver letto L’interpretazione dei sogni e la
                                           Psicopatologia della vita quotidiana, due libri che allora mi
                                           impressionarono molto. Forse anche grazie a quelle
                                           letture giovanili, quando affronto un testo, opero sempre
                                           una distinzione tra una scrittura “manifesta” –
                                           immediatamente evidente alla lettura – e una “latente”,
                                           una seconda lingua, la visione altra, che ogni autore cela
                                           ed è compito nostro portare alla luce. In Pirandello
                                           questo discorso è evidentissimo, ma ogni autore, a mio
                                           avviso, è portatore di questa doppia linea.

                                           Il testo di Massini non è l’adattamento de
                                           L’interpretazione dei sogni di Freud, bensì è una
                                           drammaturgia teatrale popolata da personaggi.
                                           Uno di loro è il dottor Sigmund Freud…
                                           Lo spettacolo, come il testo, è la messa in scena di un
                                           racconto di formazione, di un percorso che il
                                           protagonista compie in cerca della propria identità.
                                           Questo nostro Sigmund Freud è molto diverso dallo
                                           scienziato “vincente” che siamo abituati a conoscere:
                                           è un uomo che fallisce, sbaglia, procede per tentativi,
                                           coltiva continui dubbi, si scontra con i pazienti.
                                           È un Freud cercatore, un uomo dalla ricchissima e
                                           tormentata umanità.

                                           Del resto è il pioniere di una ricerca e di una
                                           disciplina scientifica che nascono con lui…
                                           Immagino lo spettacolo come la messa in scena di un

                                                                                                       7
Freud o l'interpretazione dei sogni - Sito di consultazione per gli studenti di ...
CONVERSAZIONE CON FEDERICO TIEZZI

Sigmund Freud fu, per tutta la            lungo pensiero, forse di un sogno. È come se tutti noi
vita, un appassionato                     spettatori ci avventurassimo nella testa di Freud, nel suo
collezionista di antichità e un
profondo conoscitore della storia         cervello popolato da riflessioni, immagini, dai ricordi dei
dell’arte.                                pazienti. Per questo Freud è sdoppiato, ha una duplice
In queste pagine, proponiamo
alcuni suoi oggetti, per gentile          personalità: è colui che interpreta, riflette, pensa, trascrive
concessione del Freud Museum              sul taccuino le esperienze della sua vita di scienziato e
London dove sono oggi                     medico, ma è anche il cercatore, il pellegrino che si
conservati.
Riproduciamo inoltre alcune               addentra con una certa malinconia in un’indagine
celebri opere d’arte dalle quali la       scientifica della quale ancora ignora i possibili esiti.
ricerca scientifica di Freud fu
fortemente influenzata.                   Dobbiamo anche tenere sempre in considerazione il
                                          contesto nel quale Freud vive e opera, le persone con cui
Nella pagina accanto, da sinistra
a destra, dall’alto in basso:             ha frequenti scambi di idee e informazioni: è amico dello
1) Statuetta di un dio con corona         scrittore Arthur Schnitzler, che ammira, e dello psichiatra
appuntita, che regge un globo,            e psicologo svizzero Ludwig Biswanger. Con entrambi
bronzo e legno;
2) Statuetta di Minerva, bronzo e         intrattiene una fitta corrispondenza, ma a Schnitzler
legno;                                    riconosce il dono straordinario di riuscire a mettere sulla
3) Amuleto di Anubi, legno, 747-350
a.C., Egitto, tardo periodo della 30a     pagina, grazie all’intuizione artistica, quello stesso
dinastia;                                 scandaglio dell’animo umano che egli, così come
4) Lekythos, ceramica, 500-475 a.C.,
Grecia. Vaso utilizzato per               Biswanger, può realizzare solo con i mezzi della scienza.
conservare oli profumati e unguenti. Il
dipinto a figure nere raffigura un        Nella malinconia alla quale alludevi gioca un
satiro e due menadi che cavalcano
mucche;                                   qualche ruolo l’essere vissuto a cavallo tra le due
5) Oinochoe a forma di testa              guerre, aver assistito alla fine di un mondo, essere
femminile, terracotta, V sec. a.C.,
Grecia. Vaso utilizzato come brocca       fuggito davanti all’orrore del nazismo?
per vino e acqua;                         Nel 1899 vengono poste due pietre fondamentali del
6) Oinochoe, ceramica, 325-300
a.C., Grecia.                             Novecento e di tutto quello che verrà dopo: Freud scrive
                                          L’interpretazione dei sogni e Arnold Schönberg pubblica,
                                          a soli venticinque anni, la Verklärte Nacht, la notte
                                          trasfigurata, forse il più bel brano musicale del secolo e
                                          del quale ho voluto che alcune note risuonassero anche
                                          all’inizio dello spettacolo. In concomitanza di questi due
                                          eventi, la Vienna della Belle Époque è costretta a gettare
                                          la maschera. Facciamo un gioco, proviamo per un attimo
                                          a collocare cronologicamente alcune personalità
                                          fondamentali del periodo: di Schönberg abbiamo detto;
                                          nel 1899 Schnitzler e Klimt hanno trentasette anni,
                                          Richard Strauss trentacinque, Hugo von Hofmannsthal e
                                          Karl Kraus venticinque, Robert Musil diciannove, Anton
                                          Webern sedici, Oskar Kokoschka tredici, Ludwig
                                          Wittgenstein dieci, Egon Schiele nove… Forse solo il
                                          Rinascimento a Firenze ha registrato una simile
                                          concentrazione di personalità geniali. Nell’arco di pochi
                                          anni si incrina – e crolla – il mito dell’Austria Felix: chi può
                                          dirsi felice, nel momento in cui tutti questi artisti e
                                          intellettuali cominciano a svelare le ferite dell’essere
                                          umano, a rintracciarne l’origine, interna all’individuo, a
                                          denudare le malattie segrete della coscienza, che altro
                                          non sono se non le passioni?

                                          Scene, costumi, luci, l’impiego del video e una certa
                                          ricerca musicale danno al tuo spettacolo una

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                                             connotazione a tratti fortemente cinematografica.                                                      Quel semplice atto di spingere un campanello si caricava
                                             Ho voluto impiegare tutti gli elementi che concorrono a                                                di una ridda di emozioni: era una ricerca di aiuto, di
                                             creare un’opera d’arte totale, forse anche per quello che                                              sollievo, di comprensione… Ma chi era veramente il
                                             dicevamo delle grandi personalità del periodo, che si                                                  dottor Freud? Un mago, uno stregone, un medico? Si
                                             espressero ai massimi livelli in ogni disciplina artistica: fa                                         credeva, si sperava, di trovare sollievo, di andare incontro
                                             parte di quel “livello latente” di cui dicevo all’inizio. Il                                           alla soluzione dei propri problemi.
                                             nostro racconto teatrale ha molti punti in comune con                                                  Di sicuro si era profondamente turbati. Ed è quel
                                             una sceneggiatura per il cinema: si sviluppa attraverso                                                turbamento di allora che vorrei che gli attori, oggi,
                                             diversi setting, uno concatenato all’altro, tutti quanti                                               testimoniassero al pubblico in sala.
Tommaso di Cristoforo Fini, noto             inseriti in un progetto visivo più ampio e articolato.
come Masolino da Panicale,                   Immagini corali si alternano a momenti nei quali l’occhio
Guarigione dello zoppo e
resurrezione di Tabita, affresco,            dello spettatore, come in un piano sequenza, è portato                                                 (a cura di Eleonora Vasta)
1424-1425, Firenze, Chiesa di Santa          ad avvicinarsi alle coppie formate da Freud e dal paziente
Maria del Carmine.
© 2018. Foto Scala, Firenze/Fondo            con il quale egli sta in quel momento dialogando. A volte
Edifici di Culto – Ministero dell’Interno.   penso che sia il mio primo film...                                Lo studio di Freud a Londra.
                                                                                                               Sulla scrivania e sulla mensola
                                                                                                               sono visibili alcuni degli oggetti
                                             Perché Freud fa così parte, a tuo avviso,                         della sua ricca collezione,
                                             dell’immaginario occidentale?                                     oltre agli inconfondibili occhiali
                                                                                                               appoggiati su un manoscritto.
                                             Uno degli elementi della sua popolarità forse è proprio il        © Freud Museum London.
                                             cinema. È grazie ad alcuni film che, indubbiamente,
                                             Sigmund Freud è entrato a far parte di un immaginario
                                             collettivo e condiviso. D’altra parte, se vogliamo dare una
                                             lettura più profonda, ciascuno di noi, nella propria
                                             esistenza, si trova prima o poi a fare i conti con se stesso
                                             ed è lì che fa capolino il Dottor Freud.

                                             Il Freud dello spettacolo è tutt’altro che empatico o
                                             consolatorio.
                                             Non deve esserlo. Nei setting, nei quadri attraverso i quali
                                             procede il racconto, mi interessava sottolineare i conflitti,
                                             mettere in evidenza lo scontro tra Freud e i suoi pazienti-
                                             personaggi. Non volevo che i loro racconti e le sedute di
                                             analisi si riducessero ai progressivi tasselli di una scoperta
                                             scientifica: senza dubbio lo sono, ma sono soprattutto
                                             incontri di boxe, ring sui quali si svolge un ininterrotto
                                             incontro di pugilato, dal momento che il nostro Freud è
                                             un uomo in crisi, in cerca di se stesso, che non ha né sa
                                             dare risposte. Concludo raccontando una mia esperienza
                                             personale, alla quale ho pensato spesso montando lo
                                             spettacolo. Quest’estate mi sono recato più volte nello
                                             studio di Freud a Vienna, in quella che oggi è la casa
                                             museo al numero 19 della Berggasse. Ebbene, un giorno
                                             mi sono trovato incredibilmente solo, circostanza degna
                                             di nota, dal momento che di norma la fila di turisti è
                                             considerevole. Così, ho provato a immaginarmi nell’abito
                                             mentale di un paziente dell’epoca, quando, dopo aver
                                             suonato il campanello, gli veniva aperto il portone, ed egli
                                             – o ella – attraversava il cortile con il grande albero, saliva
                                             le scale e si trovava di fronte alla porta con la targa
                                             “Dottor Sigmund Freud”. Ho capito che chi compiva quel
                                             percorso dove prenderla tutt’altro che sportivamente.

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FREUD, L’ANALISTA CHE ANDAVA
                                         IN CERCA DI SE STESSO
                                         sette domande a Stefano Massini

Calco in gesso raffigurante una          Da cosa nasce la tua passione per Freud e per
donna che incede con grazia              i suoi studi sul sogno?
conosciuta come “Gradiva” (in latino,
colei che cammina), copia del 1908       Mi sono sempre sorpreso di come il teatro non abbia
dall’originale di epoca romana           scoperto prima di me la potente vocazione scenica di
custodito nei Musei Vaticani.
L’interesse di Freud per questa          questo trattato. Lo stesso Freud in fondo definiva la sua
scultura nacque da una segnalazione      teoria onirica come una forma estremamente elaborata
di Carl Gustav Jung, che consigliò
al collega di leggere la novella         di drammaturgia: in comune con il teatro, i sogni hanno
di Wilhelm Jensen Gradiva. Una           la necessità di un’ampia gamma simbolica, la possibilità
fantasia pompeiana, in cui si            di condensare immagini, l’abilità per una
racconta l’ossessione di un
archeologo per la ragazza raffigurata.   gestualizzazione di concetti e di stati d’animo, per non
Freud fu molto colpito da quel testo,    parlare dell’utilizzo demistificante dell’ironia. Insomma,
tanto da dedicargli un saggio, Delirio
e sogni nella “Gradiva” di W. Jensen,    nell’ingranaggio dei sogni cogliamo il nucleo del
e da acquistare, durante un              linguaggio teatrale, la sua intrinseca umanità. A questo
soggiorno a Roma, il calco qui
riprodotto. Lo teneva appeso             si aggiunga il fascino di un libro in cui i sogni vengono
a una parete dello studio, accanto       trattati come enigmi da sciogliere, ricostruendo ogni
al celebre divano.                       volta un alfabeto critico e svelando le metafore sulla
© Freud Museum London.
                                         base del vissuto esperienziale del sognatore: sette anni
                                         fa – quando iniziai a lavorare su questo storico volume –
                                         trovai che un simile catalogo di umanissimi rebus fosse
                                         un portentoso materiale da tradurre in forma scenica.

                                         Qual è, secondo te, la ragione per cui Freud e il
                                         suo universo esercitano un così potente fascino
                                         su di noi?
                                         A intrigare, credo, è la giustizia del dar voce a chi non
                                         ne ha. Perché di questo si tratta, in fondo: Freud rivela
                                         in ogni essere umano un portatore di contraddizioni.
                                         Questo è il punto di partenza del suo discorso sui sogni:
                                         ognuno di noi vive il conflitto fra una vita voluta e una
                                         vita vissuta. La frustrazione del non essere ciò che si
                                         vorrebbe – piegati come siamo ai piccoli grandi
                                         compromessi della società borghese – alimenta in noi
                                         un profondo discorso su attitudini tradite e volontà
                                         represse, la cui manifestazione ha luogo in forma di
                                         immagini perché proibito da una coscienza guardiana.
                                         Ecco, l’interesse per questo grido clandestino nasce
                                         dalla percezione della sua drammaticità, dalla
                                         consapevolezza di una dialettica interiore ardita,
                                         in cui ognuno di noi è vittima e carnefice negli omicidi

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SETTE DOMANDE A STEFANO MASSINI                                                                                      FREUD, L’ANALISTA CHE ANDAVA IN CERCA DI SE STESSO

Da sinistra a destra,
Marie Bonaparte, Sigmund Freud,
Martha Freud, Ernst Freud, Josefine
Stross e il cane di Freud nel 1938
a casa di Marie Bonaparte a Parigi.
Discendente diretta di Napoleone I,
la principessa Bonaparte fu scrittrice
e psicanalista. Fu paziente di
Sigmund Freud, ne tradusse l’opera
in francese e lo aiutò ad allontanarsi
da Vienna nel 1938, per sfuggire alla
minaccia nazista.
Nella pagina accanto, Sigmund
Freud nel 1937 a Grinzing, nei pressi
di Vienna.
© Freud Museum London.

                                         quotidiani dei propri desideri. La necessità di stare al        la condizione imprescindibile per instaurare davvero un
                                         passo della vita concreta (soldi, carriera, schemi familiari,   rapporto con lo spettatore, coinvolgendolo in un
                                         imperativi sociali, ecc.) obbliga al sotterfugio una parte      ingranaggio che lo reclami come parte attiva. Creo dei
                                         autentica di noi la cui voce si esprime appunto nei sogni.      testi articolati, strutture elaborate e dense di architetture
                                                                                                         interne, affinché lo spettatore si senta costretto a
                                         Che tipo di lavoro hai fatto sugli originali freudiani          costruirsi una propria mappa, a orientarsi stabilendo
                                         per trasformarli in un testo teatrale?                          traiettorie, fissando punti cardinali. Trovo che la
                                         Ho dato umanità a ciò che era prevalentemente teorico.          tecnologia oggi ci abbia messo nella condizione di poter
                                         Intanto è importante sottolineare come Freud nel libro          sempre contare su un’artificiale semplicità, come se
                                         dedichi pochissimo spazio alla descrizione dei suoi             tutto ci venisse incontro senza nodi, già ad uso e
                                         sognatori. Si può dire anzi che essi vengano a malapena         consumo di chi ne fruirà. Ecco, la poesia – o se
                                         citati. Né tantomeno ci viene raccontato il dialogo             preferiamo i linguaggi artistici nel loro complesso – non
                                         maieutico che condusse a decrittare il rebus di ogni            possono emulare questa regola: credo in un teatro che
                                         sogno. Io mi sono inserito – come spesso avviene                ti sfidi a scendere in campo, presentandoti l’ingresso del
                                         – in questa lacuna dell’originale (se vogliamo in una           labirinto.
                                         intercapedine del testo), ricostruendo arbitrariamente il
                                         percorso di scavo induttivo-deduttivo con cui Freud             Anche Freud, al pari dei suoi pazienti, è un
                                         giunse a formulare i capisaldi della propria teoria. Ogni       personaggio, per l’esattezza il protagonista, del
                                         paziente (ogni caso, dunque ogni sogno) costituisce a           tuo testo. Quali caratteristiche, quali tratti umani
                                         suo modo nello spettacolo un gradino progressivo nel            gli hai attribuito?
                                         tentativo di mettere a punto una tecnica di analisi del         Freud è qui come una stella al centro di una galassia.
                                         sogno. Ho spesso unito quelli che nell’originale erano          Pensiamo al sole: è la fonte del movimento dei pianeti,
                                         sogni diversi, creando una decina di casi simbolo,              ma ognuno di loro mantiene una propria straordinaria
                                         ognuno necessario per sviluppare una parte del                  peculiarità, da Marte pianeta rosso alla Terra cosparsa di
                                         discorso, aggiungendo poi – nei passaggi chiave –               vita, da Saturno con gli anelli gassosi allo sterminato
                                         l’autoanalisi di alcuni famosi sogni di Freud stesso.           Giove, fino ai gelidi pianeti più lontani.
                                         Ripeto: il procedimento è scientifico, si tratta di acquisire   Dopodiché, vari pianeti hanno a loro volta un satellite
                                         sempre più elementi necessari per impossessarsi di un           che da loro dipende. Ecco, così ho immaginato i miei
                                         linguaggio oscuro. È come la decrittazione dei geroglifici      personaggi: i pazienti ruotano attorno a Sigmund con le
                                         attraverso la Stele di Rosetta.                                 proprie profonde e diverse personalità, facendosi in
                                                                                                         alcuni casi accompagnare da satelliti dal ruolo tutt’altro
                                         Questo si risolve in un sistema drammaturgicamente              che secondario. Infine c’è l’incandescente sole, al cui
                                         complesso, in questo senso simile a quello di                   interno tuttavia si muovono energie contrastanti e sbalzi
                                         Lehman Trilogy.                                                 di materia (si pensi alle tempeste solari). Ebbene, non è
                                         Direi che la complessità è una componente necessaria            diverso il mio ritratto di Freud: egli vive dilaniato da dubbi
                                         in ogni mio lavoro. In sintesi, sono convinto che essa sia      e conflitti, primo fra tutti quello di essere un ingordo
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SETTE DOMANDE A STEFANO MASSINI

Nella pagina accanto, da sinistra a      rapace di intimità altrui, immolate al proprio obiettivo
destra, dall’alto in basso:              scientifico. Alcuni casi lo metteranno infatti in crisi, come
1) Statuetta femminile, marmo e
legno;                                   quello del paziente Ludwig R. o della signora Elga K. Più
2) Scultura in legno rappresentante      volte ho usato la metafora del mitico Prometeo: Freud
due giovani serve che trasportano dei
contenitori sulle teste, Egitto;         vive in scena luci e ombre del suo essere pioniere.
3) Statuetta in legno raffigurante uno
scriba, Egitto;
4) Testa femminile in terracotta.        Lehman Trilogy era un intrecciarsi di linguaggi e
© Freud Museum London.                   stili diversi, nonché di registri (dal narrativo al
                                         lirico, dal saggio alla commedia), creando un
                                         modus scrivendi che ti è stato riconosciuto come
                                         nuovo e personale. In questo caso come si è
                                         tradotto sul materiale freudiano?
                                         Nuovamente ho fatto ricorso a una contaminazione fra
                                         generi, alternandoli in modo da creare nell’opera un
                                         sistema di più opere affiancate e interdipendenti.
                                         Qui ci sono il diario clinico di Sigmund Freud, scritto con
                                         lo stile tipico degli appunti scientifici, ma dopo un attimo
                                         si passa alla sceneggiatura cinematografica con dialoghi
                                         a due in un interno viennese di fine Ottocento. E ancora:
                                         i sogni di Freud sono messi in scena come in un teatro
                                         surreale in cui egli stesso entra sulla scena onirica e
                                         interroga le sue creazioni (penso all’Alice di Lewis
                                         Carroll). Altri sogni sono raccontati come in monologhi
                                         brechtiani. Ci sono addirittura personaggi che recitano
                                         i propri sogni sotto forma di lettera.
                                         Insomma: oltre a essere un catalogo di sogni, è anche
                                         un catalogo di generi e di possibilità narrative. Perché
                                         un’opera è sempre multipla.

                                         Vari mesi prima del debutto, è stato pubblicato
                                         da Mondadori il libro L’interpretatore dei sogni:
                                         quali sono le differenze con il testo dello
                                         spettacolo?
                                         Il libro è scritto in forma di romanzo, nel senso che si
                                         sviluppa con un’idea del tempo meno calcolata sulle
                                         necessità di un’opera teatrale. Mi sono potuto dilungare
                                         sulle descrizioni dei personaggi, su certi dettagli nelle
                                         situazioni e negli ambienti. È come se avessi messo per
                                         scritto ciò che in scena semplicemente si vedrà.
                                         Naturalmente poi il libro ospita numerosi altri casi, ci
                                         sono personaggi assenti nello spettacolo. Ho voluto
                                         ricreare in quelle pagine il falso storico di un quaderno
                                         di appunti di Freud, quel quaderno di cui egli stesso ci
                                         racconta a più riprese l’esistenza, ma che nessuno ha
                                         mai potuto leggere. Se è vero che ogni libro necessita
                                         di una sua ragion d’essere, la sua è questa: inventare
                                         ciò che non potremo mai sapere in merito a colui che ha
                                         dato un senso ai sogni.

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Freud o l'interpretazione dei sogni - Sito di consultazione per gli studenti di ...
LA VIENNA DI FREUD
                                           di Mara Fazio*

Lou Andreas-Salomé in una fotografia       La prima edizione de L’interpretazione dei sogni esce a
del 1900 circa. Nel 1911 Lou prese
parte al Congresso della Società           Vienna il 4 novembre 1899. Ma, per desiderio di Freud,
psicanalitica di Vienna, conobbe           consapevole del suo valore epocale, il libro porta la data
Sigmund Freud e iniziò a coltivare la
passione per la psicanalisi, divenendo     del 1900. L’opera segna la nascita della psicoanalisi, una
lei stessa psicoterapeuta.                 svolta nel lavoro del dottor Freud che, emancipandosi
Per oltre vent’anni intrattenne un fitto
carteggio con Freud.                       dalla neurologia e dalla biologia del cervello, aveva
© Freud Museum London.                     inventato una nuova scienza che indagava gli aspetti
                                           nascosti della psiche e aveva scoperto l’inconscio. Ma
                                           perché la psicoanalisi nasce a Vienna? Centro della civiltà
                                           artistica e letteraria di tutta l’Europa centrale, intorno al
                                           1900 Vienna contava circa due milioni di abitanti, era la
                                           terza città più grande d’Europa dopo Londra e Parigi,
                                           capitale di un vasto impero cosmopolita che
                                           comprendeva, oltre l’Austria, l’Ungheria, la Boemia, la
                                           Cecoslovacchia. Per quasi sessant’anni, dal 1848 al
                                           1916, a capo di quell’Impero multinazionale regna
                                           l’imperatore Francesco Giuseppe. I primi decenni del suo
                                           regno sono anni di liberalismo illuminato, fiducia nel
                                           progresso, stabilità, sicurezza, frivola leggerezza. Un
                                           tempo centro della cultura alta, dell’opera lirica e del
                                           teatro serio, il più grande in lingua tedesca, Vienna
                                           diventa la capitale del Valzer e dell’operetta. Il clima tra i
                                           sudditi è di reciproca tolleranza. Vivere e lasciar vivere è il
                                           motto viennese diffuso in tutti gli ambienti. Poveri e ricchi,
                                           ebrei e cristiani, slavi e tedeschi, vivevano insieme con
                                           indulgenza bonaria. Estranei alla cosa pubblica, si
                                           sentivano tutti protetti dalla figura stabile dell’imperatore,
                                           nei confronti del quale c’era un diffuso senso di
                                           devozione. Francesco Giuseppe esercitava il suo fascino
                                           direttamente, senza la mediazione dello Stato: con la sua
                                           propensione all’immutabilità, diventa simbolo della
                                           continuità dell’Austria. Sul finire del secolo ha inizio una
                                           crisi. Nascono e si diffondono i movimenti di massa.
                                           L’impero è minacciato da un’ondata di nazionalismi che
                                           sembrano gettarlo nel caos, affiora l’antisemitismo. Nel
                                           1897 l’antisemita Karl Lueger diventa borgomastro di
                                           Vienna. Anche se, apparentemente, tutto tiene e
                                           sostanzialmente nulla cambia radicalmente, l’antica
                                           sicurezza viennese si tramuta progressivamente nel

                                                                                                        19
MARA FAZIO                                                                                                                                                                                      LA VIENNA DI FREUD

                                        presentimento della fine. All’immobilità dell’impero                                                       all’interno. Artisti e letterati abbandonano la sfera pubblica
                                        austroungarico corrisponde una società che si percepisce                                                   e sociologica per volgersi alla sfera privata e psicologica.
                                        avviata alla disintegrazione.                                                                              Dallo studio della superficie, di ciò che si vede, allo studio
                                        Ma la frustrazione politica provoca per contrasto una                                                      di ciò che si nasconde dietro la superficie, di ciò che non
                                        straordinaria e particolare effervescenza culturale nella                                                  si vede. Nella Vienna di fine secolo arte e scienza iniziano
                                        letteratura, nella musica, nell’arte, nel teatro, nella scienza.                                           a dialogare. Contemporaneamente a Freud, che scopre la
                                        Nel sostenere e incrementare la cultura sovranazionale                                                     natura largamente irrazionale della mente e le motivazioni
                                        viennese gioca un ruolo determinante la borghesia                                                          inconsce dell’agire umano, nell’arte, nella letteratura e
                                        ebraica, in parte affluita nella capitale dalle diverse                                                    nella musica si esplorano nuove forme per penetrare nella
                                        province, vicine o lontane, dell’impero: è il caso di Freud,                                               natura istintuale e irrazionale dell’uomo, scoprire e
                                        nato in Moravia e portato a Vienna dal padre quando era                                                    indagare nuovi aspetti della vita mentale. Incrinata la
                                        bambino. I luoghi di incontro e di scambi in cui circolano                                                 razionalità ottocentesca, la sfiducia nel mondo e nella vita
                                        le nuove idee, si integra la conoscenza e gli intellettuali                                                attiva provoca una svolta comune verso l’introspezione e
                                        viennesi (artisti, scrittori, medici, scienziati, giornalisti)                                             l’inconscio. Klimt, che in origine era un pittore “ufficiale”
                                        interagiscono, sono le università, alcuni salotti, ma                                                      piuttosto convenzionale, nel 1888 dipinge un quadro
                                        soprattutto i caffè. I caffè a Vienna – ha scritto Stefan                                                  emblematico. Incaricato di immortalare l’ultima
                                        Zweig – «rappresentano un’istituzione sui generis, senza                                                   rappresentazione al Burgtheater che doveva essere
Martha Bernays, moglie di Sigmund       paragoni al mondo. Sono una sorta di club, democratici e            Fotografia di Marie Bonaparte          demolito e sostituito da una struttura moderna, invece
Freud, in un’immagine del 1884 circa.   accessibili a tutti al modico prezzo di una tazzina di caffè,       (cfr. nota a pag. 14) con dedica       di riprodurre una veduta del palcoscenico dipinse gli
© Freud Museum London.                                                                                      “Al professor Freud/In ricordo/1925-
                                        in cui ogni cliente, in cambio di questo piccolo obolo, può         26/Marie Bonaparte”.                   spettatori visti dal palco, immersi nei loro pensieri, come
                                        restare per ore a discutere, scrivere, giocare a carte,             © Freud Museum London.                 se la vera recita di Vienna fosse non sul palco ma nella
                                        evadere la propria corrispondenza e soprattutto leggere                                                    mente dello spettatore.
                                        un numero infinito di quotidiani e di riviste. Nei migliori                                                Il clima culturale viennese era tale da favorire una sorta
                                        caffè della città non si trovavano soltanto tutti i giornali                                               di fascinazione nei confronti sia della malattia mentale sia
                                        viennesi, ma anche quelli dell’impero tedesco, quelli                                                      delle problematiche sessuali. L’Università, grazie
                                        francesi, inglesi, italiani e americani, oltre a tutte le più                                              all’afflusso di studiosi e scienziati da tutte le parti
                                        importanti riviste d’arte e letteratura del mondo intero. (...)                                            dell’Impero, divenne una grande università di ricerca.
                                        Avevamo così notizie di prima mano in merito a tutto ciò                                                   Giovani artisti e letterati frequentano i corsi di biologia
                                        che avveniva nel mondo; eravamo informati di ogni libro                                                    e presenziano alle autopsie nelle aule di anatomia della
                                        recente, della data e del luogo di ogni rappresentazione,                                                  facoltà di medicina dove aveva insegnato Krafft-Ebing,
                                        di cui poi confrontavamo le critiche nei diversi giornali.                                                 autore della Psychopathia sexualis, pubblicata nel 1886,
                                        Nulla forse ha contribuito alla vivacità intellettuale e                                                   il primo tentativo di studio sistematico dei comportamenti
                                        all’orientamento internazionale degli austriaci quanto la                                                  sessuali devianti nel quale vengono analizzati circa 500
                                        possibilità e la facilità di informarsi al caffè sugli eventi del                                          casi clinici. Mentre Freud, studiando l’isteria, smaschera
                                        mondo, discutendoli al contempo fra amici».                                                                senza giudizi moralistici il perbenismo ipocrita della
                                        A cavallo tra i due secoli, tra il 1890 e il 1900, si affaccia                                             società, che negava e reprimeva la sessualità femminile,
                                        una nuova variegata generazione di giovani artisti,                                                        nel 1897 Klimt, insieme a un gruppo di artisti viennesi,
                                        musicisti e letterati, quasi tutti ebrei: Mahler, che diventa                                              si stacca dall’ufficialità della Künstlerhaus e
                                        direttore dell’Opera a 38 anni, Schnitzler, Hofmannsthal,                                                  dall’Accademia di Belle Arti di Vienna per dare vita alla
                                        Klimt, Altenberg, Kraus, Adolf Loos, Theodor Herzl,                                                        secessione viennese, la Neue Secession, e inaugurare il
                                        fondatore del sionismo. Lo scrittore e critico Hermann                                                     nuovo stile, versione austriaca dell’Art Nouveau.
                                        Bahr, animatore della scuola poetica dello Jung Wien                                                       Dominato dal pensiero ossessivo dell’eros, della morte,
                                        (La giovane Vienna) aveva il suo quartier generale nel                                                     dell’isteria, Klimt, in migliaia di disegni, ritrasse la
                                        mitico caffè Griensteidl, dove a soli 17 anni debutta con i                                                sessualità femminile senza alcun moralismo, come un
                                        suoi versi il giovane Hofmannsthal. Teorico del                                                            elemento naturale della vita. Qualche anno dopo,
                                        superamento del Naturalismo e inventore del neologismo                                                     comprendendo che la bidimensionalità dava all’immagine
                                        moderno, Bahr diventa il sostenitore della Nervenkunst.                                                    una dimensione atemporale (come atemporale è
                                        Non più squallidi sobborghi proletari (come nei romanzi di                                                 l’inconscio), ispirandosi all’arte bizantina abbandonò il
                                        Zola e nei primi drammi di Hauptmann), ma                                                                  realismo tradizionale e rappresentò la profondità della
                                        Seelenzuständen, paesaggi dell’anima. La realtà esterna                                                    psiche umana su una superficie piana, bidimensionale.
                                        perde importanza, tutte le energie mentali sono rivolte                                                    Un critico ostile nel 1902 lo definì il pittore dell’inconscio.

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MARA FAZIO                                                                                                                                                                        LA VIENNA DI FREUD

             Nello stesso anno in cui Freud pubblica L’interpretazione        Medaglione in bronzo coniato nel           e la stessa spietatezza con cui Freud per quattro anni
             dei sogni, un altro ebreo viennese, Schnitzler, che aveva        1906 per il cinquantesimo                  aveva autoanalizzato se stesso. Kokoschka, che aveva
                                                                              compleanno di Sigmund Freud.
             studiato alla Scuola di medicina di Vienna ed era stato          Sul verso reca l’immagine di Edipo         trent’anni meno di Freud, nella sua autobiografia arrivò
             medico prima che scrittore, nel racconto Il Sottotenente         che scioglie l’indovinello della Sfinge    a sostenere con poca modestia di aver lavorato
                                                                              circondata dai versi dell’Edipo re di
             Gustl introduce per la prima volta nella letteratura             Sofocle: O∑ TА/ΚLEIN’ AINIГMAT’            parallelamente al fondatore della psicoanalisi per scoprire
             austriaca il monologo interiore, che avrebbe ripreso più         HIΔEI/KAI KPATI∑TO∑ ‘HN ANHP               il mondo psichico degli esseri umani, leggendo nella
                                                                              Colui che sciolse il celebre enigma e
             tardi nella Signorina Else, «morbosa e incalzante                fu uomo molto potente.                     mente dei soggetti ritratti come Freud leggeva nella mente
             registrazione di flussi di pensiero e associazioni di idee»      L’iscrizione contiene peraltro un errore   dei suoi pazienti.... Annunciata dall’assassinio del
             (Magris) di una ragazza nevrotica e probabilmente isterica.      di ortografia perché L maiuscola (in       pretendente al trono Francesco Ferdinando nel giugno
                                                                              greco lambda) corrisponde al segno
             Molti anni dopo, nel suo racconto Traumnovelle (Doppio           Λ. Quella riportata è la lettera latina.   1914, che scatena la prima guerra mondiale, e dalla
             sogno), una specie di viaggio negli abissi della coscienza,      © Archiv der Universität, Wien.            morte di Francesco Giuseppe nel ’16, la Finis Austriae
             incentrato sulla crisi coniugale di una giovane coppia e                                                    arriva nel 1918. L’impero austroungarico si disgrega in
             sulla dicotomia fedeltà-tradimento, affiora anche in                                                        una serie di nuovi stati nazionali, e nasce la prima piccola
             Schnitzler l’idea del sogno come regione interiore in cui è                                                 Repubblica austriaca. Nel marzo 1938 con l’Anschluss
             possibile la realizzazione di desideri repressi che possono                                                 l’Austria viene annessa alla Germania. Con la fine della
             provocare turbamenti anche nell’anima più candida.                                                          Repubblica finiscono anche l’arte e la letteratura della
             Tuttavia, come suggerisce Giuseppe Forese, grande                                                           Grande Vienna, omologata all’estetica e all’ideologia
             specialista di Schnitzler, non si può parlare di una                                                        hitleriana. Freud emigra a Londra dove l’anno dopo
             dipendenza di Schnitzler da Freud, quanto piuttosto di                                                      muore. In seguito, mentre viene universalmente
             sintonia intellettuale e condivisione di uno stesso clima                                                   riconosciuto il ruolo epocale di Freud (il suo nome viene
             culturale, tipico di Vienna all’inizio del Novecento, che                                                   dato a un minuscolo cratere lunare nella parte
             stimolava la curiosità scientifica nei confronti della mente e                                              nordoccidentale della faccia visibile della luna), gli ultimi
             delle emozioni. «Non è nuova la psicoanalisi, ma Freud.                                                     anni dell’Impero, singolare intreccio di presagio di fine e di
             Così come non era nuova l’America, ma Colombo»                                                              effervescenza culturale descritti da Stefan Zweig ne Il
             dichiarò Schnitzler nel 1924. Due anni prima, nel 1922,                                                     mondo di ieri, divennero oggetto di mito, il mito descritto
             Freud scrisse una lettera a Schnitzler in occasione del                                                     da Magris nel suo libro Il mito asburgico nella letteratura
             sessantesimo compleanno dello scrittore. «Le confesserò                                                     moderna. Un mito che grazie agli scrittori delle
             una cosa che La prego di voler cortesemente tenere per                                                      generazioni successive a Freud, Musil, Roth, Broch, è
             sé. (...) Mi son chiesto tormentosamente come mai in tutti                                                  arrivato fino a noi, ritratto di un’Austria illuminata, pacifica
             questi anni io non ho mai cercato la Sua compagnia. (...)                                                   e cosmopolita, molto lontana da quella di oggi, in cui è
             Penso di averLa evitata per una specie di timore, di                                                        riaffiorato l’antisemitismo.
             incontrare il mio sosia. (...) Il Suo determinismo e il Suo
             scetticismo (...), la Sua profonda comprensione delle                                                       (* docente di Discipline dello Spettacolo, “Sapienza” Università di Roma)
             verità dell’inconscio e della natura biologica dell’uomo (...)
             e la Sua vastità di pensiero nell’abbracciare l’antitesi di
             amore e morte, suscitano in me il senso fantastico di
             qualcosa di familiare. Perciò è sorta in me l’impressione
             che Lei conosca intuitivamente (in realtà in seguito a una
             fine auto osservazione) tutto quello che io ho scoperto
             negli altri grazie a un faticoso lavoro. Credo che Lei sia
             soprattutto un esploratore del profondo».
             Come il clima artistico e letterario viennese influenza
             Freud, – anche se lui frequentava raramente i caffè, ancor
             meno i teatri, e non si interessava all’arte contemporanea
             – Freud influenza autori ed artisti. Hofmannsthal dichiarò
             di aver consultato i saggi di Freud durante la stesura del
             libretto per l’opera di Richard Strauss in cui Elektra viene
             rappresentata come una donna isterica (1906). Schiele,
             allievo di Klimt, nei suoi autoritratti del 1910-11
             autoanalizza la propria personalità, la propria ansia e i
             propri impulsi istintuali con la stessa forza di penetrazione

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AL CINEMA CON IL DOTTOR FREUD
                                          di Maurizio Porro

Amuleto raffigurante l’occhio di Horus,   Come sempre, una delle battute più belle su Freud
incisione in avorio. Nella mitologia      è di Billy Wilder che, da giornalista, come già fatto con
egizia, Horus (che spesso ha le
sembianze di un bambino) è figlio di      Richard Strauss e Arthur Schnitzler, tentò di intervistare,
Iside e Osiride; rappresenta l’ordine,    prima di partire per Hollywood (non a caso sarà detta la
l’equilibrio, il bene, contrapposti al
caos, alla violenza e al male incarnati   “Fabbrica dei sogni”…), il famoso psicanalista,
da Seth. L’occhio di Horus era un         specificando che nessun austriaco comunque allora
talismano di guarigione.
© Freud Museum London.                    andava in analisi. Nel libro di Cameron Crowe
                                          Conversazioni con Billy Wilder (ed. Adelphi) il regista
                                          racconta che fu messo alla porta subito dal professore,
                                          senza poter dire mezza parola né stringergli la mano,
                                          per odio preconcetto verso la stampa. Un odio restituito
                                          con i dovuti interessi da Wilder nei suoi film (la visita e
                                          corsa in ambulanza in Prima pagina), miniera di psycho
                                          annotazioni, come sarà tutta la scuola yiddish con capo
                                          classe Woody Allen. E divertente è che, flash back del
                                          1925, mentre Wilder penetrò nello studio del
                                          dr. Sigmund, Berggasse n. 19, pieno di tappeti turchi e
                                          arte africana e precolombiana, fece in tempo a sbirciare
                                          “quel” famoso divano, trovandolo particolarmente
                                          piccolo e corto: «Evidentemente le sue teorie si
                                          basavano sull’analisi di persone minuscole», commentò.
                                          La verità è che ci sarà pure una ragione se il cinema e la
                                          psicanalisi (oltre l’arte di volare, in senso reale oltre che
                                          metaforico) sono nati nello stesso periodo, lasciando
                                          stare il teatro che vince sempre perché già i Greci e
                                          Shakespeare avevano capito tutto delle tragedie che si
                                          consumano in tre atti di inconscio. Ma nient’altro come
                                          il cinema, per sua potenza espressiva e per il tasso
                                          emotivo di comunicazione è stato, in 120 anni di storia,
                                          calamita così potente per illustrare i meccanismi onirici
                                          (una volta bastava ondulare lo schermo e si entrava nel
                                          mondo dei sogni) e dare così la priorità a quell’invisibile
                                          che il buon cinema (vedi Antonioni, Kieslowski, Truffaut e
                                          moltissimi altri) deve saper esprimere. Si adoperano allo
                                          scopo, avendone le possibilità, le associazioni libere,
                                          come ha fatto Fellini in 8 1/2, che non a caso è il
                                          risultato di anni di sedute junghiane col prof. Bernhard,
                                          (post trauma da Dolce vita), da cui poi proviene anche
                                          quella meraviglia che è il Libro dei sogni. Diciamo, a

                                                                                                    25
MAURIZIO PORRO

Nella pagina accanto, da sinistra a         parte il jolly Fellini giocato subito, che i due mezzi, la
destra, dall’alto in basso:
1) Ritratto del Fayyum di uomo riccio       psicanalisi dichiarata, singola del lettino e quella occulta
con barba, periodo romano                   e condivisa delle poltrone, si sono frequentati e hanno
250 d.C.-300 d.C.;                          convissuto con armonia, sviluppando un odio-amore,
2) Ritratto del Fayyum di uomo di
mezza età con capelli grigi, periodo        scoprendo che con le nevrosi di origine sessuale –
romano, 250 d.C.-300 d.C.                   quante paure di Virginia Woolf, quanti Edipi, quante
I ritratti del Fayyum prendono il nome
dall’oasi, a circa 130 km a sud ovest       sedute da Actors Studio – si poteva iniziare a diffondere
del Cairo, dove sono stati ritrovati        quel lato pruriginoso, ma fino ad allora occulto, dei
alcuni preziosissimi papiri e una serie
di circa 600 ritratti funebri che           sovvertimenti di sensi, per restare a Vienna, un titolo di
ricoprivano i volti di mummie di epoca      Zweig. Arrivarono i nostri a dire che siamo malati dentro,
romana.                                     con in testa Tennessee Williams, Elia Kazan, le signore
3) Vaso canopo a forma di testa di
falco raffigurante Qebehsenuef, che         melò Crawford e Davis, Stanwyck e Turner, a rendere
indossa una parrucca “a campana”            popolari infelicità con desideri nascosti e grovigli di
striata e un collare.
I vasi canopi erano i contenitori in cui,   vipere di ogni genere, sesso e natura. Se il sogno disvela
durante il processo della                   i meccanismi nascosti della nostra personalità,
mummificazione, venivano riposte le
interiora del defunto. Questa divinità in   il cinema, che si vede al buio e richiede l’alt
particolare era la protetttrice degli       dell’incredulità, è stato subito il mezzo più consono a
intestini.                                  esprimere l’attività onirica, essendone per virtù propria la
© Freud Museum London.
                                            copia con filtro. Senza pensare solo alla famosa scena di
                                            Io ti salverò di Hitchcock (maestro di analisi lungo una
                                            meravigliosa psycho carriera, anche personalmente),
                                            scena ideata da Salvador Dalì, anche Porter, uno dei
                                            pionieri del cinema americano (1870-1941) che ebbero
                                            il privilegio di provare i doppi sogni per la prima volta,
                                            realizzò in tempi non sospetti due brevi film
                                            sull’immaginazione notturna. Sono Uncle Josh’s
                                            nightmare (L’incubo di zio Josh, 1900) e Dream of the
                                            Rarebit Fiend (Sogno del diavoletto, 1906), con sfoggio
                                            di effetti speciali che forse derivano solo da una cena
                                            pesante. L’attività onirica del cinema, per l’autore e per
                                            chi accoglie il cinemascopico messaggio, è il tentativo
                                            di andare al di là delle leggi narrative di spazio tempo,
                                            utilizzando il plus valore immaginifico, credibilmente
                                            incredibile e viceversa, della cosiddetta settima arte,
                                            appellativo conquistato a fatica e con snobismi di grandi
                                            scrittori, da Mann a Proust. Del resto lo stesso Freud
                                            considerava spazzatura il cinema, almeno fino a un certo
                                            punto: rifiutò sdegnosamente l’offerta di 100.000 dollari
                                            (oggi un milione?) per scrivere per il grande produttore
                                            Samuel Goldwyn (uno dei ruggiti della MGM) che lo
                                            considerava «il più grande specialista del mondo in fatto
                                            d’amore» e pensava di affidargli la storia di Antonio e
                                            Cleopatra. Così come rifiuterà anche altri contratti e pure
                                            un’offerta tedesca dell’UFA che pensava con Pabst a
                                            una versione dell’Interpretazione dei sogni
                                            (I misteri di un’anima del ’26, dramma della gelosia e di
                                            un trauma classico, ovviamente molto criticato poi da
                                            Freud). Dalla vecchia celluloide al digitale, passando per
                                            vari formati di inconscio anche dettati dal progresso
                                            regresso della tecnica, dal muto al sonoro, dalla
                                            cinepresa fissa ai carrelli, dal dolly alla steadycam, dal

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MAURIZIO PORRO                                                                                                    AL CINEMA CON IL DOTTOR FREUD

                 bianco e nero al colore, il cinema acquistò la parola ma         recente A Dangerous Method di Cronenberg
                 già era in grado di comunicare ogni cosa nascosta                (Fassbender-Carl Gustav “versus” Mortensen-Sigmund).
                 dentro l’anima: la Falconetti Giovanna d’Arco di Dreyer          Altre apparizioni ironiche e-o fantastiche si trovano in
                 parlava già con gli occhi. Le parole (e poi la musica)           Un inguaribile romantico, Sogni d’oro, Cattiva, Prendimi
                 servirono per spiegare i meccanismi delle nevrosi.               l’anima, mentre Diario di una schizofrenica di Nelo Risi
                 Così tutta la saga dei grandi melodrammi ’40 e ’50,              (1968) fu l’opera di un medico regista e poeta, e 1919
                 quando gli uomini erano in guerra e le signore tenevano          di Hugh Brody, dell’83, è l’incontro nella Vienna anni ’70
                 i fazzoletti nella borsetta, ma non più per sovvertire le        di due pazienti di Freud (Scofield e la Schell),
                 leggi del racconto letterario, come accadde nei tempi            omosessuali vittime del nazismo.
                 felicemente surreali e fantastici di Luis Buñuel di cui è        Ma il potere inconscio del film non sta solo nel soggetto
                 obbligatorio citare non solo, per ragioni oftalmiche,            biografico dei dottori e nel riprendere il lettino; o in alcuni
                 Un chien andalou del ’29, come anche Il fascino                  prodigiosi noir che sono magnifici casi freudiani, ma nel
                 discreto della borghesia, con un magnifico sogno                 traslato che la vicenda comunica, giacché ogni
                 collettivo sul palco di un teatro: va in scena la vita, così     spettatore è un potenziale Freud e un film offre più
                 come era un incubo L’angelo sterminatore, trionfo                materia fantastica e quel briciolo di arte che magari
                 dell’assurdo. Il montaggio in un film, fondamentale per          manca a volte nella vita vissuta. In tutto ciò si
                 indicare senso e direzione come sapeva bene                      presuppone la patologia delle figure dei maggiori generi,
                 Eisenstein, equivale in soldoni all’inconscio onirico, con       noir e western (fino ai Segreti di Brokeback Mountain
                 gli accostamenti non sempre giudiziosi legati alla               si poteva solo intuire l’utilizzo del tempo libero dei
                 memoria del vissuto fatto a pezzi e ricomposto secondo           cowboys), poliziesco e melodramma, che è una summa
                 altre regole occulte.                                            di inferni familiari a porte chiuse. Patologie oggi riversate
                 Il 28 dicembre 1895 mentre si proiettava il primo film dei       in magnifiche serie che non hanno niente da invidiare
                 fratelli Lumière a Parigi, Freud a Vienna interpretava il        alle nevrosi del grande schermo (Mad men, Sopranos
                 suo primo sogno: il dottore vedrà il suo primo film in           con le sedute di Gandolfini dalla sua analista, oltre
                 Piazza Colonna a Roma solo nel 1907, confessando il              ovviamente a In treatment, cronistoria di alcuni pazienti-
                 suo “incantesimo”; nel 1909, al Victoria Theatre di New          tipo visti seduta dopo seduta). Osservazioni prima
                 York, assistette ad alcuni rulli comici in compagnia di          taciute si sono poi infine svelate senza paura con
                 Jung, Ferenczi e Jones, non proprio il pubblico                  l’ingresso trionfale del complesso di Edipo (in cui si
                 scherzoso dei cine panettoni. Poi nel ’36-’37 pare si            riconoscevano tutti i giovani divi anni ’50 da Dean a
                 fosse divertito con due film americani di genere                 Brando a Newman), le gatte sui tetti che scottano, i
                 (noir o western?) e di sicuro amava Chaplin e l’avrebbe          concertati femminili di Cukor, amico delle donne, le
                 volentieri fatto sdraiare sul suo lettino, probabilmente         paure di castrazione (sempre il caro Tennessee) e i
                 con ottimi risultati per entrambi. Dicevamo che, coevi,          turbamenti delle Colazioni da Tiffany di Capote (una
                 cinema e psicanalisi hanno vissuto insieme (quasi) felici        miniera freudiana, fin troppa grazia). Si arriva seguendo
                 e contenti. Tutti i film in verità si possono leggere in         la strada maestra fino ai grandi torturati-torturatori
                 controluce dal punto di vista psicanalitico: sarebbe             Bergman, Buñuel, Almodóvar e Mizoguchi, Lynch,
                 più facile dire in quali pochissimi titoli l’analisi non sia     Tarantino, Keaton e mille altri con menzione di merito
                 presente o ipotetica. Per il resto, decine di migliaia           agli asiatici. Un elenco infinito che sarebbe impossibile
                 di titoli, l’esperienza dell’inconscio è dichiarata, alla base   anche soltanto tentare, ma dove i nostri registi (Fellini
                 del processo creativo e anche di quel meccanismo                 primo, ma anche Antonioni, Germi, Bertolucci superstar,
                 di ricezione misto che è una platea, dove Mia Farrow             Bellocchio e oggi Sorrentino) hanno avuto un peso
                 si può alzare ed entrare nello schermo (La rosa purpurea         specifico molto rilevante e sempre in fieri.
                 del Cairo). C’è una manciatina di bio movies classici
                 sulle vite di Freud e Jung, come si sono raccontati non
                 solo ma soprattutto a Hollywood amori e miracoli, di
                 artisti, musicisti, scienziati, letterati. Il primo fu John
                 Huston con Freud con Montgomery Clift nel ’62, che
                 sembrò però, allora, dopo tanta attesa, una delusione;
                 l’improbabile Sherlock Holmes: soluzione sette per cento
                 di Herbert Ross, ’76 (Alan Arkin è un Freud alle prese
                 con droga e Sherlock); infine Freud e Jung insieme nel

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Freud
o l’interpretazione dei sogni
di Stefano Massini
regia Federico Tiezzi

foto Masiar Pasquali
Stefano Massini                                  scena di nuovo Ottavia Piccolo             vince il Premio Franco Enriquez per il     dell’autore, interprete Isabella          spagnola prodotta dal Grec di              Federico Tiezzi (regia e
                          Nato a Firenze         (diretta da Sergio Fantoni) in             teatro di prosa. Per Estate Fiorentina     Ragonese.                                 Barcellona con la regia di R. Romei.       drammaturgia)
                          nel 1975,              La commedia di Candido, ma                 realizza il progetto Voci Pratolini dove   A novembre 2014 nasce 7 minuti            Nell’autunno 2016 si colloca il                                     Regista,
                          laureato in Lettere    soprattutto tiene a battesimo il testo     coinvolge, fra gli altri, Marco Baliani,   regia di Alessandro Gassmann,             debutto di Fabrizio Bentivoglio nel                                 drammaturgo,
                          Antiche                Donna non rieducabile                      Massimo Ranieri, Ottavia Piccolo,          protagoniste undici attrici fra cui       nuovo L’ora di ricevimento, mentre i                                attore e storico
                          all’Università della   memorandum teatrale su Anna                Maurizio Scaparro.                         Ottavia Piccolo (ERT/Teatro Stabile       palcoscenici stranieri vedono                                       dell’arte, si
                          sua città, si          Politkovskaja, pubblicato da Ubulibri      Nel settembre 2012 riceve la               del Veneto/Teatro Stabile                 debuttare sette nuove versioni                                      impone, negli
                          avvicina al teatro     e interpretato da Ottavia Piccolo          commissione di Progetto                    dell’Umbria), mentre Einaudi              di Credoinunsolodio (Germania,                                      anni Settanta del
                          nell’anno 2000         (regia Silvano Piccardi) dopo una          Connections per Before Hamlet              pubblica il testo nella collana teatro.   Svizzera, Algeria, Perù, Messico,                                   secolo scorso,
                          come assistente        versione messa in scena dall’autore        (Teatro Litta, Milano), mentre             7 minuti diventa nel 2016 un film         Canada e Francia in un acclamato                                    con lavori che
ospite di Luca Ronconi al Piccolo                nel festival diretto da Dacia Maraini e    prepara, per Barbara Valmorin e            diretto da Michele Placido,               allestimento diretto da Arnaud                                      affrontano una
Teatro di Milano, e prima ancora                 poi a Primavera dei teatri,                Alvia Reale, La porta, dal romanzo di      cosceneggiato con l’autore e              Meunier con l’interpretazione di           ricerca concettuale sul mito e
come aiuto di registi internazionali             Castrovillari 2008.                        Magda Szabó.                               interpretato da un cast                   Rachida Brakni).                           sull’origine del linguaggio teatrale, da
presso il Maggio Musicale Fiorentino.            Nel 2009 L’Arche Éditeur di Parigi         A novembre 2012 RAI-Radiotre gli           internazionale.                           Donna non rieducabile viene                cui scaturiscono spettacoli-manifesto
Fra il 2000 e il 2005 si dedica                  inizia a pubblicare i suoi testi in        affida una serata intera dedicata al       Il mese di gennaio 2015 vede il           contemporaneamente allestito in            quali: La donna stanca incontra il
principalmente alla regia, allestendo            francese, mentre Mireille Perrier          testo Lehman Trilogy, letto da             debutto di Lehman Trilogy prodotto        Canada, Argentina. Perù e Messico.         sole (1972), Presagi del vampiro
prima Il diario di Anne Frank, e a               porta in scena Femme non-                  Riccardo Bini, Fausto Russo Alesi,         dal Piccolo Teatro di Milano, regia di    Inizia la collaborazione con il            (1977), Vedute di Porto Said (1978),
seguire vari titoli di drammaturgia              rééducable con regia di Michèle            Maria Paiato, Graziano Piazza,             Luca Ronconi, fra gli interpreti          quotidiano La Repubblica.                  Punto di rottura (1979), nei quali è
contemporanea italiana e                         Guigon. In Germania il testo viene         Barbara Valmorin e Alvia Reale.            Fabrizio Gifuni, Massimo Popolizio,       Nel 2017 Irina Brook dirige per il         evidente il contatto con le arti visive
internazionale.                                  presentato ai Kammerspiele di              Nella primavera 2013 debutta in            Massimo De Francovich, Paolo              TNN di Nizza Point d’interrogation;        contemporanee. Sono gli anni in cui,
Fra il 2003 e il 2005 inizia a                   Monaco di Baviera. Nel maggio 2009         Belgio l’ennesima versione di              Pierobon. Lo spettacolo vince             Sonia Bergamasco dirige Federica           con la compagnia che ha creato
sperimentare la scrittura scenica,               il Teatro Stabile della Toscana gli        Femme non-rééducable, regia di             cinque premi Ubu, fra cui il premio       Fracassi e Isabella Ragonese in            insieme a Sandro Lombardi, Tiezzi è
realizzando per il Teatro di Rifredi             commissiona testo e regia di una           Michel Bernard per il Marni di             per miglior testo. Vince anche il         Louise e Renée, liberamente tratto         presente nei principali teatri e festival
(Firenze) Io sono il mare, Prima                 riduzione da Frankenstein di Mary          Bruxelles.                                 Premio Maschere del Teatro (Napoli,       dalle Memorie di due giovani spose         europei di tendenza: Amsterdam,
dell’alba, Memorie del boia allestito            Shelley (debutto maggio 2009, con          A maggio 2013 dirige gli attori di         Teatro Mercadante) come miglior           di Balzac. Per Pistoia Capitale            (in residenza al Mickery Theater),
con le scenografie di Emanuele                   Sandro Lombardi), immediatamente           Arca Azzurra Teatro in                     testo e spettacolo dell’anno. A           Italiana della Cultura scrive Il Vangelo   Bruxelles (Théâtre des 140), Parigi
Luzzati. È tuttavia nel 2005 che                 successivo a Cosmologia                    Il Principe riscrittura dal testo di       maggio 2015 debutta Shenzhen              secondo Judah interpretato da Luigi        (Centre Pompidou), Barcellona
decolla la sua attività di                       interpretato da Massimo Dapporto.          Machiavelli, e nel dicembre dello          significa inferno, spettacolo             Lo Cascio e Ugo Pagliai davanti al         (Mercat de les Flors), Londra
drammaturgo, vincendo all’unanimità              Per la stagione 2009-2010 debutta          stesso anno vince il Premio Ubu            conclusivo della collaborazione con il    fregio di Della Robbia del loggiato        (Riverside Studios), Nancy (Festival
con L’odore assordante del bianco il             in Francia una nuova versione              speciale per il complesso della sua        TDD. Massini inizia a collaborare con     dello Spedale del Ceppo. In autunno        du Jeune Théâtre), Vienna (Wiener
Premio Pier Vittorio Tondelli,                   di Femme non-rééducable diretta da         drammaturgia. Nell’agosto 2013             alcune delle case di produzione           Occident express debutta con               Festwochen)… La compagnia
massimo riconoscimento per la                    Anton Koutnetsov per il Théâtre du         nelle Fiandre olandesi debutta             cinematografica in Italia, fra cui        grande successo                            partecipa inoltre con successo a ben
scrittura teatrale in Italia. Già nel            Limousin. Inizia una collaborazione        Frankenstein diretto da Emmanuel           Fandango di Domenico Procacci,            contemporaneamente in Italia, con          tre edizioni del Theater der Welt
2004 aveva vinto il Premio Flaiano, e            con il Teatro Nazionale di Praga che       Dekoninck per il festival di Villers-      Cattleya, RaiCinema.                      Ottavia Piccolo e l’Orchestra              (Amburgo, Colonia, Monaco); mentre
ricevuto una segnalazione al Premio              propone L’odore assordante del             LaVille. Ottobre 2013 vede il debutto      Nel mese di maggio 2015 è                 Multietnica di Arezzo, a Vienna e a        a Berlino l’Akademie der Kunst
Vallecorsi con La fine di Shavuoth.              bianco con regia di Luzie                  della versione francese di Lehman          chiamato da Sergio Escobar come           Colonia.                                   dedica alla giovane compagnia la
Nella stagione 2005-2006 inaugura                Belhodaraska. In Italia debutta invece     Trilogy, diretta da Arnaud Meunier         nuovo consulente artistico del            Il libro Qualcosa sui Lehman si rivela     sua prima retrospettiva.
per il Centro di Drammaturgia                    L’arte del dubbio con Ottavia Piccolo      per la Comédie de Saint-Etienne/Les        Piccolo Teatro di Milano – Teatro         uno dei casi letterari del 2017            Il lavoro di Federico Tiezzi sfocia
“Teatro delle Donne” il progetto                 (regia Sergio Fantoni, dal libro di        Théâtres de la Ville de                    d’Europa. Vince il Premio Giovanni        aggiudicandosi il Premio Mondello-         successivamente in spettacoli
“Trittico delle Gabbie” presentando              Gianrico Carofiglio) e L’Italia s’è        Luxembourg/Théâtre du Rond-Point:          Boccaccio per Lehman Trilogy, ed è        Super Mondello e il Premio                 dichiaratamente aperti a uno
l’atto unico La gabbia, che gli vale il          desta regia di Ciro Masella                l’allestimento vince il gran premio        chiamato come scrittore a far parte       Campiello Selezione Giuria dei             sguardo sulla contemporaneità: del
Premio Nazionale della Critica e un              (Primavera dei teatri, Castrovillari       della critica francese come                della casa editrice Mondadori, per la     Letterati, oltre al Premio Giusti e        1979 è Ebdòmero, tratto dal
terzo posto ai Premi Ubu per migliore            2010), mentre Fabrizio Gifuni              Spettacolo dell’Anno. Intanto              quale pubblica nel 2016 il romanzo        Premio Fiesole. A novembre inoltre         romanzo di Giorgio De Chirico; del
novità italiana.                                 interpreta per la Città della Creatività   debutta la prima versione greca di         Qualcosa sui Lehman, versione             riceve il Premio De Sica.                  1980 Crollo nervoso – dove per la
Nel dicembre 2005 esce per Ubulibri              il testo Questions (about tomorrow).       Donna non rieducabile (KRT di              integrale da cui fu tratta la             Nell’autunno 2017 esce il secondo          prima volta Tiezzi applica le ricerche
il volume Una quadrilogia con                    Intanto Donna non rieducabile viene        Atene). Nel marzo 2014 è chiamato          drammaturgia. Nell’autunno 2015           romanzo per Mondadori                      di Edward Gordon Craig sullo spazio
prefazione di Franco Quadri. Sempre              tradotto e allestito in vari paesi del     come professore a contratto                Lluís Pasqual dirige al Lliure di         L’interpretatore dei sogni. Anche da       teatrale – mentre Sulla strada,
nel 2005 scrive Muro di silenzio                 mondo, dalla Spagna (Teatro Off di         dall’Università di Siena, e Einaudi        Barcellona le versioni catalane di        questo romanzo è tratto un                 ispirato al romanzo di Jack Kerouac,
portato in scena da Anna Bonaiuto.               Madrid, Teatro Pradillo di Madrid) alla    pubblica nella collana teatro il testo     Donna non rieducabile e                   importante spettacolo teatrale,            debutta a Venezia per la Biennale
Nel novembre 2006 debutta                        Francia (Tolosa, Avignone,                 Lehman Trilogy con prefazione di           Credoiunsolodio, testo che di lì a        diretto da Federico Tiezzi, in scena al    Teatro del 1982. Sempre nel 1980
Processo a Dio regia di Sergio                   Strasburgo, Rennes), e ancora il           Luca Ronconi. Sempre nel marzo             poco debutta anche al Piccolo             Piccolo Teatro di Milano da gennaio        allestisce, allo Stadio Olimpico di
Fantoni con una compagnia                        Canada francese (regia di Olivier          2014, realizza per Festival Dedica di      Teatro di Milano per la cura di           2018.                                      Monaco, Ins Null (Verso lo zero), cui
capitanata da Ottavia Piccolo,                   Lépine) e la Russia (Baltiski Dom di       Pordenone la versione scenica di           Manuela Mandracchia, Sandra               Nel 2018 più testi di Massini saranno      partecipa Hanna Schygulla. Rainer
mentre nel febbraio 2007 il Teatro               San Pietroburgo). Nel febbraio 2010        Creatura di sabbia da Tahar Ben-           Toffolatti, Mariangeles Torres.           in scena a Broadway.                       Werner Fassbinder filma a Colonia
Stabile della Toscana presenta                   riceve a Reggio Emilia il Premio           Jelloun, affidata a Maria Paiato. Al       A gennaio 2016 il TNN di Nizza                                                       Ebdòmero e Crollo Nervoso per il
L’odore assordante del bianco con la             Matilde di Canossa e vede la luce          Théâtre de l’Atelier di Parigi va in       presenta Terre noire, testo                                                          suo film Theater in Trance (1981).
regia dell’autore (nella terna dei               Sanguinis Capitula interpretato e          scena per due mesi ininterrotti una        commissionato con la regia di Irina                                                  Alla metà degli anni Ottanta, Tiezzi
Premi Ubu 2007). Sempre nel 2007,                diretto da Giorgio Albertazzi. A           nuova versione di Donna non                Brook, mentre si diffonde la notizia                                                 inizia a teorizzare e praticare una
Massini vince il Premio Vallecorsi, e            novembre 2010 è chiamato per un            rieducabile interpretata da Anne           che il regista premio Oscar Sam                                                      forma di teatro di poesia, volta a
presenta nei festival la seconda parte           master all’Università Ca’ Foscari di       Alvaro.                                    Mendes metterà in scena a Londra                                                     coniugare drammaturgia in versi e
del Trittico delle Gabbie, ovvero Zone           Venezia, mentre debuttano Io non           La casa editrice P. Lauke di               Lehman Trilogy. Sempre durante                                                       scrittura scenica. Questa fase
d’ombra, destinato a completare il               taccio riscrittura dalle prediche di       Amburgo inizia a tradurre i testi in       l’anno 2016 la versione tedesca                                                      coincide, inizialmente, con
progetto nel 2008 con Versione dei               Savonarola (per don Andrea Gallo), e       tedesco, e di lì a breve i maggiori        di Lehman Trilogy viene allestita                                                    l’elaborazione drammaturgica di una
fatti (il trittico verrà poi riunito al          Elogio della follia da Erasmo da           teatri della Germania preparano i          contemporaneamente da sei teatri                                                     trilogia di testi scritti e messi in scena
Festival delle Colline Torinesi nel              Rotterdam per Gioele Dix. A Los            primi allestimenti: Lehman Trilogy         pubblici (Monaco, Dresda, Colonia,                                                   tra il 1984 e il 1985: Genet a Tangeri,
2009, in occasione della                         Angeles viene presentata la prima          debutta prima a Dresda, poi a              Linz, Lucerna, Hannover). Il Rideau                                                  Ritratto dell’attore da giovane e Vita
pubblicazione del volume edito da                versione inglese di Donna non              Colonia (regia Stephan Bachmann),          di Bruxelles produce la versione                                                     immaginaria di Paolo Uccello,
Ubulibri). Nel novembre 2007                     rieducabile (regia B. Hochwald).           quindi a Hannover, Linz, Monaco,           belga di Lehman Trilogy con la regia                                                 presentati, poi, nel 1985, alla
debutta La fine di Shavuoth,                     Nella stagione 2011-2012 dirige            mentre Donna non rieducabile va in         di Lorent Wanson, vincendo il                                                        Biennale Teatro di Venezia.
prodotto dal Teatro Stabile di                   Lucilla Morlacchi ne Lo Schifo             scena a Oldenburg e                        premio della critica teatrale come                                                   Nel 1987 porta in scena, su
Bolzano per la regia di Cristina                 (Teatro Metastasio di Prato), scrive       Credoinunsolodio a Colonia.                spettacolo dell’anno. Una grande                                                     drammaturgia di Franco Quadri, il
Pezzoli.                                         per Luisa Cattaneo Balkan Burger           Settembre 2014 vede il debutto di          accoglienza di pubblico e critica è                                                  romanzo di Samuel Beckett Come è.
La stagione 2007-2008 vede in                    (prodotto dal Teatro delle Donne), e       African Requiem testo e regia              riservata anche alla versione                                                        Nello stesso anno presenta, al Teatro

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