Freud o l'interpretazione dei sogni - Sito di consultazione per gli studenti di ...
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La pubblicazione dell’Interpretazione dei sogni gioca con un apparentemente marginale spostamento temporale: uscito il 4 novembre 1899, per volontà di Freud e dell’editore porta sul frontespizio la data 1900. Un dettaglio, uno spostamento, che, come nei sogni che analizza, ha un grande significato: la consapevolezza che Freud aveva della portata epocale del suo lavoro. Sapeva di avere aperto una porta, sempre rimasta chiusa, di aver osato uno sguardo rivoluzionario sull’“io”. Poco meno di tre secoli prima, Galileo Galilei era altrettanto consapevole che il Sidereus Nuncius era la porta di un nuovo sguardo sul mondo, non solo tra gli scienziati. Uno sguardo innovatore, rivoluzionario. La luna era sempre “stata lì”, le sue macchie erano sotto gli occhi di tutti. Galileo aveva osato puntare il cannocchiale oltre l’apparenza: le imperfezioni della luna non sarebbero potute più essere “rimosse” come estranee alla sua natura. Nascevano, con quel gesto, un nuovo mondo e un nuovo linguaggio. Freud ha “osato” la stessa cosa, ha puntato un nuovo strumento nelle profondità dell’io, ha cercato nel “rimosso”, negli scarti, il senso dell’io. In questo “osare” non poteva non mettere in gioco il proprio sogno, cercandolo negli altri. Apre il baratro del conoscere profondo della complessità del vivere. Il paziente Hernest D., in uno dei sogni più brevi dello spettacolo, dice al Dottor Freud «La condanna peggiore che un essere umano possa ricevere è comprendere le cose», ovvero il possesso definitivo del sapere è esiziale, si ha paura di scandagliare se stessi e di guardarsi allo specchio. È quanto avviene anche al termine dell’ultima seduta con il paziente Ludwig R.: «Non posso proseguire la seduta, ho bisogno di finire qui» ripete un Freud terrorizzato all’idea di guardare ancora dentro se stesso. Per lo stesso motivo, nonostante un carteggio durato più di vent’anni, il “vero” Freud accettò solo molto tardi di incontrare Schnitzler, lo scrittore con il quale condivideva la stessa passione per lo scandaglio della coscienza «Io ritengo di averla evitata per una specie di timore del sosia», gli scrisse nell’ennesima lettera. Affacciarci sul baratro ci terrorizza, ma da Freud in poi non abbiamo più potuto farne a meno, perché è il nostro punto di osservazione a essere cambiato. L’opposto di ciò che sta accadendo oggi, quando l’“io” sembra scivolare sulla superficie liscia di un eterno presente, rimuove memoria, dubbi, ombre, si illude di “raccontarsi”, in un continuo chiacchiericcio che sovrasta inquietudini e contraddizioni profonde, ora ancora più complesse. Nel 1900 che Freud volle sul frontespizio, nasce a Vienna Wolfgang Pauli; nel 1901, a Würzburg, in Germania, Werner Heisenberg. Sono i due fisici che, di lì a qualche decennio, rivoluzioneranno la scienza del secolo precedente, aprendo la “porta”, lo sguardo nuovo della fisica quantistica. Nulla sarebbe stato uguale: a cambiare, grazie al loro lavoro, sarebbe stato il profondo rapporto tra osservatore e osservato. Avrebbero cambiato lo “sguardo”, non solo tra gli scienziati. Così, dopo l’Interpretazione dei sogni, tutto sarebbe mutato: il lavoro di Freud non è solo un “romanzo” del ’900, ma SUL ’900 con cui noi non abbiamo ancora “chiuso i conti”. Il testo di Massini, la versione drammaturgica dello spettacolo che in copertina, Andy Warhol Sigmund Tiezzi ne ha tratto, usano – e osano – la stessa struttura del sogno, Freud, da Ten Portraits of Jews of procedono per immagini, spostamenti, associazioni, sogno nel sogno. the Twentieth Century, 1980 © 2017 Il sogno di Freud è fatto della stessa materia di cui è fatto il Teatro. Foto The Jewish Museum/ Art Resources /Scala Firenze © The Andy Warhol Foundation for the Sergio Escobar Visual Arts inc. by SIAE 2017 Direttore Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa 3
Piccolo Teatro Strehler 23 gennaio 2018 Freud o l’interpretazione dei sogni collaboratori responsabili all’allestimento costumi realizzati dalla Sartoria del Piccolo di Stefano Massini regia Federico Tiezzi Teatro di Milano – Teatro d’Europa riduzione e adattamento Federico Tiezzi direzione tecnica Marco Rossi reparto sartoria Chiara Angioletti, e Fabrizio Sinisi Monica Codazzi, Donatella Carrafa, assistenti alla direzione tecnica Maria Kurenkova, Antonella Fabozzi, Giulia Breno, Paolo Di Benedetto Marisa Cosenza, Alice Agrimonti, scene Marco Rossi consulenza musicale Sandro Lombardi Paola Catalini, Giulia-Claudia Gambi costumi Gianluca Sbicca preparazione vocale Francesca Della Monica direzione di scena Giuseppe Milani impianti elettrici Giuseppe Cirillo, luci Gianni Pollini movimenti coreografici Raffaella Giordano Davide Cognata, Pasquale Longobardi, video Luca Brinchi e Daniele Spanò trucco e acconciature Aldo Signoretti capo macchinista Giuseppe Rossi Corrado Rovida, Marco Stagni, Roberto Testi scene, maschere e sculture realizzate dal capi elettricisti Claudio De Pace, Laboratorio di Scenografia “Bruno Colombo Gianluigi Ronchi e Leonardo Ricchelli” del Piccolo Teatro di personaggi interpreti Milano – Teatro d’Europa (in ordine di apparizione) costruzioni Alberto Parisi reparto costruzioni, carpenteria metallica, macchinisti Giorgio Armanni, Ovidio Girjoi, Freud Fabrizio Gifuni scenografia Mauro Colliva Alessio Rongione Tessa W. Elena Ghiaurov costruzioni Agostino Biallo, Marco Premoli, Wilhelm T. Giovanni Franzoni capo sartoria Roberta Mangano Alfredo Rivetta, Angelo Superbi Greta S. Valentina Picello reparto scenografia Nicolina Matilde Ludwig R. Marco Foschi sicurezza Michele Carminati Barravecchia, Barbara Gentilin, Oskar K. Umberto Ceriani Emanuela Colombi Moroni, Simone Totaro Elga K. Sandra Toffolatti Clarissa F. Alessandra Gigli Solomon F. Michele Maccagno direttore di scena Angelo Ferro primo fonico Luca Mazzucco Elfriede H. Bruna Rossi primo attrezzista Mario Gaiaschi microfonista Davide Fusetti Hernest D. David Meden attrezzisti Lucia Morandi, Flavio Pezzotti tecnico video Giuseppe Crispo Martha Debora Zuin primo macchinista Matteo Benini sarte Paola Catalini, Giulia-Claudia Gambi Dottor Krauss Nicola Ciaffoni macchinisti Paolo Beolchi, Radu Laurentiu, trucco e acconciature Nicole Tomaini, Dottor Edgar Stefano Scherini Luana Marchesini, Marco Premoli, Francesca Scalera Alessio Rongione aiuto trucco e acconciature Gaia Balduzzi primo elettricista Manuel Frenda regista assistente Giovanni Scandella assistente scenografa Giulia Breno elettricista Simone Calogero coordinamento di produzione Gaia Scaglione assistente costumista Gianluca Carrozza foto di scena Masiar Pasquali si ringrazia un particolare ringraziamento a Paul Mitchell per i prodotti professionali Giulio Paolini e al Teatro di San Carlo di Napoli per l’utilizzo dell’immagine per capelli produzione Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa 4 5
FREUD E IL TURBAMENTO DELLA COSCIENZA Conversazione con Federico Tiezzi Sotto, Michelangelo Buonarroti, Chi è per te Sigmund Freud e in che modo il “tuo” Mosè (Tomba di Giulio II) marmo, Freud si riverbera nel personaggio del testo di 1513-1515 circa (ritocchi 1542) Roma, basilica di San Pietro in Massini? Vincoli. © 2018. Foto Scala, Firenze Freud è colui che squarcia il velo, smaschera le nostre – su concessione Ministero Beni e Attività Culturali e del Turismo. menzogne. Non è solo lo scopritore e il codificatore delle A sinistra, Jean-Auguste-Dominique leggi dell’inconscio o del sogno: è chi chiama per nome i Ingres, Edipo e la Sfinge, olio su tela, 1808-1827, Parigi, Museo del nostri più oscuri desideri e progetti, denuda l’elemento Louvre. © 2018. Foto Scala, Firenze. caldo/freddo, “empedocleo”, dell’essere umano, il centro, il nucleo dal quale dipende la vita psichica di ciascuno di noi. Freud ci indica la strada da percorrere per scandagliare la nostra interiorità. Negli anni del liceo ricordo di aver letto L’interpretazione dei sogni e la Psicopatologia della vita quotidiana, due libri che allora mi impressionarono molto. Forse anche grazie a quelle letture giovanili, quando affronto un testo, opero sempre una distinzione tra una scrittura “manifesta” – immediatamente evidente alla lettura – e una “latente”, una seconda lingua, la visione altra, che ogni autore cela ed è compito nostro portare alla luce. In Pirandello questo discorso è evidentissimo, ma ogni autore, a mio avviso, è portatore di questa doppia linea. Il testo di Massini non è l’adattamento de L’interpretazione dei sogni di Freud, bensì è una drammaturgia teatrale popolata da personaggi. Uno di loro è il dottor Sigmund Freud… Lo spettacolo, come il testo, è la messa in scena di un racconto di formazione, di un percorso che il protagonista compie in cerca della propria identità. Questo nostro Sigmund Freud è molto diverso dallo scienziato “vincente” che siamo abituati a conoscere: è un uomo che fallisce, sbaglia, procede per tentativi, coltiva continui dubbi, si scontra con i pazienti. È un Freud cercatore, un uomo dalla ricchissima e tormentata umanità. Del resto è il pioniere di una ricerca e di una disciplina scientifica che nascono con lui… Immagino lo spettacolo come la messa in scena di un 7
CONVERSAZIONE CON FEDERICO TIEZZI Sigmund Freud fu, per tutta la lungo pensiero, forse di un sogno. È come se tutti noi vita, un appassionato spettatori ci avventurassimo nella testa di Freud, nel suo collezionista di antichità e un profondo conoscitore della storia cervello popolato da riflessioni, immagini, dai ricordi dei dell’arte. pazienti. Per questo Freud è sdoppiato, ha una duplice In queste pagine, proponiamo alcuni suoi oggetti, per gentile personalità: è colui che interpreta, riflette, pensa, trascrive concessione del Freud Museum sul taccuino le esperienze della sua vita di scienziato e London dove sono oggi medico, ma è anche il cercatore, il pellegrino che si conservati. Riproduciamo inoltre alcune addentra con una certa malinconia in un’indagine celebri opere d’arte dalle quali la scientifica della quale ancora ignora i possibili esiti. ricerca scientifica di Freud fu fortemente influenzata. Dobbiamo anche tenere sempre in considerazione il contesto nel quale Freud vive e opera, le persone con cui Nella pagina accanto, da sinistra a destra, dall’alto in basso: ha frequenti scambi di idee e informazioni: è amico dello 1) Statuetta di un dio con corona scrittore Arthur Schnitzler, che ammira, e dello psichiatra appuntita, che regge un globo, e psicologo svizzero Ludwig Biswanger. Con entrambi bronzo e legno; 2) Statuetta di Minerva, bronzo e intrattiene una fitta corrispondenza, ma a Schnitzler legno; riconosce il dono straordinario di riuscire a mettere sulla 3) Amuleto di Anubi, legno, 747-350 a.C., Egitto, tardo periodo della 30a pagina, grazie all’intuizione artistica, quello stesso dinastia; scandaglio dell’animo umano che egli, così come 4) Lekythos, ceramica, 500-475 a.C., Grecia. Vaso utilizzato per Biswanger, può realizzare solo con i mezzi della scienza. conservare oli profumati e unguenti. Il dipinto a figure nere raffigura un Nella malinconia alla quale alludevi gioca un satiro e due menadi che cavalcano mucche; qualche ruolo l’essere vissuto a cavallo tra le due 5) Oinochoe a forma di testa guerre, aver assistito alla fine di un mondo, essere femminile, terracotta, V sec. a.C., Grecia. Vaso utilizzato come brocca fuggito davanti all’orrore del nazismo? per vino e acqua; Nel 1899 vengono poste due pietre fondamentali del 6) Oinochoe, ceramica, 325-300 a.C., Grecia. Novecento e di tutto quello che verrà dopo: Freud scrive L’interpretazione dei sogni e Arnold Schönberg pubblica, a soli venticinque anni, la Verklärte Nacht, la notte trasfigurata, forse il più bel brano musicale del secolo e del quale ho voluto che alcune note risuonassero anche all’inizio dello spettacolo. In concomitanza di questi due eventi, la Vienna della Belle Époque è costretta a gettare la maschera. Facciamo un gioco, proviamo per un attimo a collocare cronologicamente alcune personalità fondamentali del periodo: di Schönberg abbiamo detto; nel 1899 Schnitzler e Klimt hanno trentasette anni, Richard Strauss trentacinque, Hugo von Hofmannsthal e Karl Kraus venticinque, Robert Musil diciannove, Anton Webern sedici, Oskar Kokoschka tredici, Ludwig Wittgenstein dieci, Egon Schiele nove… Forse solo il Rinascimento a Firenze ha registrato una simile concentrazione di personalità geniali. Nell’arco di pochi anni si incrina – e crolla – il mito dell’Austria Felix: chi può dirsi felice, nel momento in cui tutti questi artisti e intellettuali cominciano a svelare le ferite dell’essere umano, a rintracciarne l’origine, interna all’individuo, a denudare le malattie segrete della coscienza, che altro non sono se non le passioni? Scene, costumi, luci, l’impiego del video e una certa ricerca musicale danno al tuo spettacolo una 8
CONVERSAZIONE CON FEDERICO TIEZZI FREUD E IL TURBAMENTO DELLA COSCIENZA connotazione a tratti fortemente cinematografica. Quel semplice atto di spingere un campanello si caricava Ho voluto impiegare tutti gli elementi che concorrono a di una ridda di emozioni: era una ricerca di aiuto, di creare un’opera d’arte totale, forse anche per quello che sollievo, di comprensione… Ma chi era veramente il dicevamo delle grandi personalità del periodo, che si dottor Freud? Un mago, uno stregone, un medico? Si espressero ai massimi livelli in ogni disciplina artistica: fa credeva, si sperava, di trovare sollievo, di andare incontro parte di quel “livello latente” di cui dicevo all’inizio. Il alla soluzione dei propri problemi. nostro racconto teatrale ha molti punti in comune con Di sicuro si era profondamente turbati. Ed è quel una sceneggiatura per il cinema: si sviluppa attraverso turbamento di allora che vorrei che gli attori, oggi, diversi setting, uno concatenato all’altro, tutti quanti testimoniassero al pubblico in sala. Tommaso di Cristoforo Fini, noto inseriti in un progetto visivo più ampio e articolato. come Masolino da Panicale, Immagini corali si alternano a momenti nei quali l’occhio Guarigione dello zoppo e resurrezione di Tabita, affresco, dello spettatore, come in un piano sequenza, è portato (a cura di Eleonora Vasta) 1424-1425, Firenze, Chiesa di Santa ad avvicinarsi alle coppie formate da Freud e dal paziente Maria del Carmine. © 2018. Foto Scala, Firenze/Fondo con il quale egli sta in quel momento dialogando. A volte Edifici di Culto – Ministero dell’Interno. penso che sia il mio primo film... Lo studio di Freud a Londra. Sulla scrivania e sulla mensola sono visibili alcuni degli oggetti Perché Freud fa così parte, a tuo avviso, della sua ricca collezione, dell’immaginario occidentale? oltre agli inconfondibili occhiali appoggiati su un manoscritto. Uno degli elementi della sua popolarità forse è proprio il © Freud Museum London. cinema. È grazie ad alcuni film che, indubbiamente, Sigmund Freud è entrato a far parte di un immaginario collettivo e condiviso. D’altra parte, se vogliamo dare una lettura più profonda, ciascuno di noi, nella propria esistenza, si trova prima o poi a fare i conti con se stesso ed è lì che fa capolino il Dottor Freud. Il Freud dello spettacolo è tutt’altro che empatico o consolatorio. Non deve esserlo. Nei setting, nei quadri attraverso i quali procede il racconto, mi interessava sottolineare i conflitti, mettere in evidenza lo scontro tra Freud e i suoi pazienti- personaggi. Non volevo che i loro racconti e le sedute di analisi si riducessero ai progressivi tasselli di una scoperta scientifica: senza dubbio lo sono, ma sono soprattutto incontri di boxe, ring sui quali si svolge un ininterrotto incontro di pugilato, dal momento che il nostro Freud è un uomo in crisi, in cerca di se stesso, che non ha né sa dare risposte. Concludo raccontando una mia esperienza personale, alla quale ho pensato spesso montando lo spettacolo. Quest’estate mi sono recato più volte nello studio di Freud a Vienna, in quella che oggi è la casa museo al numero 19 della Berggasse. Ebbene, un giorno mi sono trovato incredibilmente solo, circostanza degna di nota, dal momento che di norma la fila di turisti è considerevole. Così, ho provato a immaginarmi nell’abito mentale di un paziente dell’epoca, quando, dopo aver suonato il campanello, gli veniva aperto il portone, ed egli – o ella – attraversava il cortile con il grande albero, saliva le scale e si trovava di fronte alla porta con la targa “Dottor Sigmund Freud”. Ho capito che chi compiva quel percorso dove prenderla tutt’altro che sportivamente. 10 11
FREUD, L’ANALISTA CHE ANDAVA IN CERCA DI SE STESSO sette domande a Stefano Massini Calco in gesso raffigurante una Da cosa nasce la tua passione per Freud e per donna che incede con grazia i suoi studi sul sogno? conosciuta come “Gradiva” (in latino, colei che cammina), copia del 1908 Mi sono sempre sorpreso di come il teatro non abbia dall’originale di epoca romana scoperto prima di me la potente vocazione scenica di custodito nei Musei Vaticani. L’interesse di Freud per questa questo trattato. Lo stesso Freud in fondo definiva la sua scultura nacque da una segnalazione teoria onirica come una forma estremamente elaborata di Carl Gustav Jung, che consigliò al collega di leggere la novella di drammaturgia: in comune con il teatro, i sogni hanno di Wilhelm Jensen Gradiva. Una la necessità di un’ampia gamma simbolica, la possibilità fantasia pompeiana, in cui si di condensare immagini, l’abilità per una racconta l’ossessione di un archeologo per la ragazza raffigurata. gestualizzazione di concetti e di stati d’animo, per non Freud fu molto colpito da quel testo, parlare dell’utilizzo demistificante dell’ironia. Insomma, tanto da dedicargli un saggio, Delirio e sogni nella “Gradiva” di W. Jensen, nell’ingranaggio dei sogni cogliamo il nucleo del e da acquistare, durante un linguaggio teatrale, la sua intrinseca umanità. A questo soggiorno a Roma, il calco qui riprodotto. Lo teneva appeso si aggiunga il fascino di un libro in cui i sogni vengono a una parete dello studio, accanto trattati come enigmi da sciogliere, ricostruendo ogni al celebre divano. volta un alfabeto critico e svelando le metafore sulla © Freud Museum London. base del vissuto esperienziale del sognatore: sette anni fa – quando iniziai a lavorare su questo storico volume – trovai che un simile catalogo di umanissimi rebus fosse un portentoso materiale da tradurre in forma scenica. Qual è, secondo te, la ragione per cui Freud e il suo universo esercitano un così potente fascino su di noi? A intrigare, credo, è la giustizia del dar voce a chi non ne ha. Perché di questo si tratta, in fondo: Freud rivela in ogni essere umano un portatore di contraddizioni. Questo è il punto di partenza del suo discorso sui sogni: ognuno di noi vive il conflitto fra una vita voluta e una vita vissuta. La frustrazione del non essere ciò che si vorrebbe – piegati come siamo ai piccoli grandi compromessi della società borghese – alimenta in noi un profondo discorso su attitudini tradite e volontà represse, la cui manifestazione ha luogo in forma di immagini perché proibito da una coscienza guardiana. Ecco, l’interesse per questo grido clandestino nasce dalla percezione della sua drammaticità, dalla consapevolezza di una dialettica interiore ardita, in cui ognuno di noi è vittima e carnefice negli omicidi 13
SETTE DOMANDE A STEFANO MASSINI FREUD, L’ANALISTA CHE ANDAVA IN CERCA DI SE STESSO Da sinistra a destra, Marie Bonaparte, Sigmund Freud, Martha Freud, Ernst Freud, Josefine Stross e il cane di Freud nel 1938 a casa di Marie Bonaparte a Parigi. Discendente diretta di Napoleone I, la principessa Bonaparte fu scrittrice e psicanalista. Fu paziente di Sigmund Freud, ne tradusse l’opera in francese e lo aiutò ad allontanarsi da Vienna nel 1938, per sfuggire alla minaccia nazista. Nella pagina accanto, Sigmund Freud nel 1937 a Grinzing, nei pressi di Vienna. © Freud Museum London. quotidiani dei propri desideri. La necessità di stare al la condizione imprescindibile per instaurare davvero un passo della vita concreta (soldi, carriera, schemi familiari, rapporto con lo spettatore, coinvolgendolo in un imperativi sociali, ecc.) obbliga al sotterfugio una parte ingranaggio che lo reclami come parte attiva. Creo dei autentica di noi la cui voce si esprime appunto nei sogni. testi articolati, strutture elaborate e dense di architetture interne, affinché lo spettatore si senta costretto a Che tipo di lavoro hai fatto sugli originali freudiani costruirsi una propria mappa, a orientarsi stabilendo per trasformarli in un testo teatrale? traiettorie, fissando punti cardinali. Trovo che la Ho dato umanità a ciò che era prevalentemente teorico. tecnologia oggi ci abbia messo nella condizione di poter Intanto è importante sottolineare come Freud nel libro sempre contare su un’artificiale semplicità, come se dedichi pochissimo spazio alla descrizione dei suoi tutto ci venisse incontro senza nodi, già ad uso e sognatori. Si può dire anzi che essi vengano a malapena consumo di chi ne fruirà. Ecco, la poesia – o se citati. Né tantomeno ci viene raccontato il dialogo preferiamo i linguaggi artistici nel loro complesso – non maieutico che condusse a decrittare il rebus di ogni possono emulare questa regola: credo in un teatro che sogno. Io mi sono inserito – come spesso avviene ti sfidi a scendere in campo, presentandoti l’ingresso del – in questa lacuna dell’originale (se vogliamo in una labirinto. intercapedine del testo), ricostruendo arbitrariamente il percorso di scavo induttivo-deduttivo con cui Freud Anche Freud, al pari dei suoi pazienti, è un giunse a formulare i capisaldi della propria teoria. Ogni personaggio, per l’esattezza il protagonista, del paziente (ogni caso, dunque ogni sogno) costituisce a tuo testo. Quali caratteristiche, quali tratti umani suo modo nello spettacolo un gradino progressivo nel gli hai attribuito? tentativo di mettere a punto una tecnica di analisi del Freud è qui come una stella al centro di una galassia. sogno. Ho spesso unito quelli che nell’originale erano Pensiamo al sole: è la fonte del movimento dei pianeti, sogni diversi, creando una decina di casi simbolo, ma ognuno di loro mantiene una propria straordinaria ognuno necessario per sviluppare una parte del peculiarità, da Marte pianeta rosso alla Terra cosparsa di discorso, aggiungendo poi – nei passaggi chiave – vita, da Saturno con gli anelli gassosi allo sterminato l’autoanalisi di alcuni famosi sogni di Freud stesso. Giove, fino ai gelidi pianeti più lontani. Ripeto: il procedimento è scientifico, si tratta di acquisire Dopodiché, vari pianeti hanno a loro volta un satellite sempre più elementi necessari per impossessarsi di un che da loro dipende. Ecco, così ho immaginato i miei linguaggio oscuro. È come la decrittazione dei geroglifici personaggi: i pazienti ruotano attorno a Sigmund con le attraverso la Stele di Rosetta. proprie profonde e diverse personalità, facendosi in alcuni casi accompagnare da satelliti dal ruolo tutt’altro Questo si risolve in un sistema drammaturgicamente che secondario. Infine c’è l’incandescente sole, al cui complesso, in questo senso simile a quello di interno tuttavia si muovono energie contrastanti e sbalzi Lehman Trilogy. di materia (si pensi alle tempeste solari). Ebbene, non è Direi che la complessità è una componente necessaria diverso il mio ritratto di Freud: egli vive dilaniato da dubbi in ogni mio lavoro. In sintesi, sono convinto che essa sia e conflitti, primo fra tutti quello di essere un ingordo 14 15
SETTE DOMANDE A STEFANO MASSINI Nella pagina accanto, da sinistra a rapace di intimità altrui, immolate al proprio obiettivo destra, dall’alto in basso: scientifico. Alcuni casi lo metteranno infatti in crisi, come 1) Statuetta femminile, marmo e legno; quello del paziente Ludwig R. o della signora Elga K. Più 2) Scultura in legno rappresentante volte ho usato la metafora del mitico Prometeo: Freud due giovani serve che trasportano dei contenitori sulle teste, Egitto; vive in scena luci e ombre del suo essere pioniere. 3) Statuetta in legno raffigurante uno scriba, Egitto; 4) Testa femminile in terracotta. Lehman Trilogy era un intrecciarsi di linguaggi e © Freud Museum London. stili diversi, nonché di registri (dal narrativo al lirico, dal saggio alla commedia), creando un modus scrivendi che ti è stato riconosciuto come nuovo e personale. In questo caso come si è tradotto sul materiale freudiano? Nuovamente ho fatto ricorso a una contaminazione fra generi, alternandoli in modo da creare nell’opera un sistema di più opere affiancate e interdipendenti. Qui ci sono il diario clinico di Sigmund Freud, scritto con lo stile tipico degli appunti scientifici, ma dopo un attimo si passa alla sceneggiatura cinematografica con dialoghi a due in un interno viennese di fine Ottocento. E ancora: i sogni di Freud sono messi in scena come in un teatro surreale in cui egli stesso entra sulla scena onirica e interroga le sue creazioni (penso all’Alice di Lewis Carroll). Altri sogni sono raccontati come in monologhi brechtiani. Ci sono addirittura personaggi che recitano i propri sogni sotto forma di lettera. Insomma: oltre a essere un catalogo di sogni, è anche un catalogo di generi e di possibilità narrative. Perché un’opera è sempre multipla. Vari mesi prima del debutto, è stato pubblicato da Mondadori il libro L’interpretatore dei sogni: quali sono le differenze con il testo dello spettacolo? Il libro è scritto in forma di romanzo, nel senso che si sviluppa con un’idea del tempo meno calcolata sulle necessità di un’opera teatrale. Mi sono potuto dilungare sulle descrizioni dei personaggi, su certi dettagli nelle situazioni e negli ambienti. È come se avessi messo per scritto ciò che in scena semplicemente si vedrà. Naturalmente poi il libro ospita numerosi altri casi, ci sono personaggi assenti nello spettacolo. Ho voluto ricreare in quelle pagine il falso storico di un quaderno di appunti di Freud, quel quaderno di cui egli stesso ci racconta a più riprese l’esistenza, ma che nessuno ha mai potuto leggere. Se è vero che ogni libro necessita di una sua ragion d’essere, la sua è questa: inventare ciò che non potremo mai sapere in merito a colui che ha dato un senso ai sogni. 16
LA VIENNA DI FREUD di Mara Fazio* Lou Andreas-Salomé in una fotografia La prima edizione de L’interpretazione dei sogni esce a del 1900 circa. Nel 1911 Lou prese parte al Congresso della Società Vienna il 4 novembre 1899. Ma, per desiderio di Freud, psicanalitica di Vienna, conobbe consapevole del suo valore epocale, il libro porta la data Sigmund Freud e iniziò a coltivare la passione per la psicanalisi, divenendo del 1900. L’opera segna la nascita della psicoanalisi, una lei stessa psicoterapeuta. svolta nel lavoro del dottor Freud che, emancipandosi Per oltre vent’anni intrattenne un fitto carteggio con Freud. dalla neurologia e dalla biologia del cervello, aveva © Freud Museum London. inventato una nuova scienza che indagava gli aspetti nascosti della psiche e aveva scoperto l’inconscio. Ma perché la psicoanalisi nasce a Vienna? Centro della civiltà artistica e letteraria di tutta l’Europa centrale, intorno al 1900 Vienna contava circa due milioni di abitanti, era la terza città più grande d’Europa dopo Londra e Parigi, capitale di un vasto impero cosmopolita che comprendeva, oltre l’Austria, l’Ungheria, la Boemia, la Cecoslovacchia. Per quasi sessant’anni, dal 1848 al 1916, a capo di quell’Impero multinazionale regna l’imperatore Francesco Giuseppe. I primi decenni del suo regno sono anni di liberalismo illuminato, fiducia nel progresso, stabilità, sicurezza, frivola leggerezza. Un tempo centro della cultura alta, dell’opera lirica e del teatro serio, il più grande in lingua tedesca, Vienna diventa la capitale del Valzer e dell’operetta. Il clima tra i sudditi è di reciproca tolleranza. Vivere e lasciar vivere è il motto viennese diffuso in tutti gli ambienti. Poveri e ricchi, ebrei e cristiani, slavi e tedeschi, vivevano insieme con indulgenza bonaria. Estranei alla cosa pubblica, si sentivano tutti protetti dalla figura stabile dell’imperatore, nei confronti del quale c’era un diffuso senso di devozione. Francesco Giuseppe esercitava il suo fascino direttamente, senza la mediazione dello Stato: con la sua propensione all’immutabilità, diventa simbolo della continuità dell’Austria. Sul finire del secolo ha inizio una crisi. Nascono e si diffondono i movimenti di massa. L’impero è minacciato da un’ondata di nazionalismi che sembrano gettarlo nel caos, affiora l’antisemitismo. Nel 1897 l’antisemita Karl Lueger diventa borgomastro di Vienna. Anche se, apparentemente, tutto tiene e sostanzialmente nulla cambia radicalmente, l’antica sicurezza viennese si tramuta progressivamente nel 19
MARA FAZIO LA VIENNA DI FREUD presentimento della fine. All’immobilità dell’impero all’interno. Artisti e letterati abbandonano la sfera pubblica austroungarico corrisponde una società che si percepisce e sociologica per volgersi alla sfera privata e psicologica. avviata alla disintegrazione. Dallo studio della superficie, di ciò che si vede, allo studio Ma la frustrazione politica provoca per contrasto una di ciò che si nasconde dietro la superficie, di ciò che non straordinaria e particolare effervescenza culturale nella si vede. Nella Vienna di fine secolo arte e scienza iniziano letteratura, nella musica, nell’arte, nel teatro, nella scienza. a dialogare. Contemporaneamente a Freud, che scopre la Nel sostenere e incrementare la cultura sovranazionale natura largamente irrazionale della mente e le motivazioni viennese gioca un ruolo determinante la borghesia inconsce dell’agire umano, nell’arte, nella letteratura e ebraica, in parte affluita nella capitale dalle diverse nella musica si esplorano nuove forme per penetrare nella province, vicine o lontane, dell’impero: è il caso di Freud, natura istintuale e irrazionale dell’uomo, scoprire e nato in Moravia e portato a Vienna dal padre quando era indagare nuovi aspetti della vita mentale. Incrinata la bambino. I luoghi di incontro e di scambi in cui circolano razionalità ottocentesca, la sfiducia nel mondo e nella vita le nuove idee, si integra la conoscenza e gli intellettuali attiva provoca una svolta comune verso l’introspezione e viennesi (artisti, scrittori, medici, scienziati, giornalisti) l’inconscio. Klimt, che in origine era un pittore “ufficiale” interagiscono, sono le università, alcuni salotti, ma piuttosto convenzionale, nel 1888 dipinge un quadro soprattutto i caffè. I caffè a Vienna – ha scritto Stefan emblematico. Incaricato di immortalare l’ultima Zweig – «rappresentano un’istituzione sui generis, senza rappresentazione al Burgtheater che doveva essere Martha Bernays, moglie di Sigmund paragoni al mondo. Sono una sorta di club, democratici e Fotografia di Marie Bonaparte demolito e sostituito da una struttura moderna, invece Freud, in un’immagine del 1884 circa. accessibili a tutti al modico prezzo di una tazzina di caffè, (cfr. nota a pag. 14) con dedica di riprodurre una veduta del palcoscenico dipinse gli © Freud Museum London. “Al professor Freud/In ricordo/1925- in cui ogni cliente, in cambio di questo piccolo obolo, può 26/Marie Bonaparte”. spettatori visti dal palco, immersi nei loro pensieri, come restare per ore a discutere, scrivere, giocare a carte, © Freud Museum London. se la vera recita di Vienna fosse non sul palco ma nella evadere la propria corrispondenza e soprattutto leggere mente dello spettatore. un numero infinito di quotidiani e di riviste. Nei migliori Il clima culturale viennese era tale da favorire una sorta caffè della città non si trovavano soltanto tutti i giornali di fascinazione nei confronti sia della malattia mentale sia viennesi, ma anche quelli dell’impero tedesco, quelli delle problematiche sessuali. L’Università, grazie francesi, inglesi, italiani e americani, oltre a tutte le più all’afflusso di studiosi e scienziati da tutte le parti importanti riviste d’arte e letteratura del mondo intero. (...) dell’Impero, divenne una grande università di ricerca. Avevamo così notizie di prima mano in merito a tutto ciò Giovani artisti e letterati frequentano i corsi di biologia che avveniva nel mondo; eravamo informati di ogni libro e presenziano alle autopsie nelle aule di anatomia della recente, della data e del luogo di ogni rappresentazione, facoltà di medicina dove aveva insegnato Krafft-Ebing, di cui poi confrontavamo le critiche nei diversi giornali. autore della Psychopathia sexualis, pubblicata nel 1886, Nulla forse ha contribuito alla vivacità intellettuale e il primo tentativo di studio sistematico dei comportamenti all’orientamento internazionale degli austriaci quanto la sessuali devianti nel quale vengono analizzati circa 500 possibilità e la facilità di informarsi al caffè sugli eventi del casi clinici. Mentre Freud, studiando l’isteria, smaschera mondo, discutendoli al contempo fra amici». senza giudizi moralistici il perbenismo ipocrita della A cavallo tra i due secoli, tra il 1890 e il 1900, si affaccia società, che negava e reprimeva la sessualità femminile, una nuova variegata generazione di giovani artisti, nel 1897 Klimt, insieme a un gruppo di artisti viennesi, musicisti e letterati, quasi tutti ebrei: Mahler, che diventa si stacca dall’ufficialità della Künstlerhaus e direttore dell’Opera a 38 anni, Schnitzler, Hofmannsthal, dall’Accademia di Belle Arti di Vienna per dare vita alla Klimt, Altenberg, Kraus, Adolf Loos, Theodor Herzl, secessione viennese, la Neue Secession, e inaugurare il fondatore del sionismo. Lo scrittore e critico Hermann nuovo stile, versione austriaca dell’Art Nouveau. Bahr, animatore della scuola poetica dello Jung Wien Dominato dal pensiero ossessivo dell’eros, della morte, (La giovane Vienna) aveva il suo quartier generale nel dell’isteria, Klimt, in migliaia di disegni, ritrasse la mitico caffè Griensteidl, dove a soli 17 anni debutta con i sessualità femminile senza alcun moralismo, come un suoi versi il giovane Hofmannsthal. Teorico del elemento naturale della vita. Qualche anno dopo, superamento del Naturalismo e inventore del neologismo comprendendo che la bidimensionalità dava all’immagine moderno, Bahr diventa il sostenitore della Nervenkunst. una dimensione atemporale (come atemporale è Non più squallidi sobborghi proletari (come nei romanzi di l’inconscio), ispirandosi all’arte bizantina abbandonò il Zola e nei primi drammi di Hauptmann), ma realismo tradizionale e rappresentò la profondità della Seelenzuständen, paesaggi dell’anima. La realtà esterna psiche umana su una superficie piana, bidimensionale. perde importanza, tutte le energie mentali sono rivolte Un critico ostile nel 1902 lo definì il pittore dell’inconscio. 20 21
MARA FAZIO LA VIENNA DI FREUD Nello stesso anno in cui Freud pubblica L’interpretazione Medaglione in bronzo coniato nel e la stessa spietatezza con cui Freud per quattro anni dei sogni, un altro ebreo viennese, Schnitzler, che aveva 1906 per il cinquantesimo aveva autoanalizzato se stesso. Kokoschka, che aveva compleanno di Sigmund Freud. studiato alla Scuola di medicina di Vienna ed era stato Sul verso reca l’immagine di Edipo trent’anni meno di Freud, nella sua autobiografia arrivò medico prima che scrittore, nel racconto Il Sottotenente che scioglie l’indovinello della Sfinge a sostenere con poca modestia di aver lavorato circondata dai versi dell’Edipo re di Gustl introduce per la prima volta nella letteratura Sofocle: O∑ TА/ΚLEIN’ AINIГMAT’ parallelamente al fondatore della psicoanalisi per scoprire austriaca il monologo interiore, che avrebbe ripreso più HIΔEI/KAI KPATI∑TO∑ ‘HN ANHP il mondo psichico degli esseri umani, leggendo nella Colui che sciolse il celebre enigma e tardi nella Signorina Else, «morbosa e incalzante fu uomo molto potente. mente dei soggetti ritratti come Freud leggeva nella mente registrazione di flussi di pensiero e associazioni di idee» L’iscrizione contiene peraltro un errore dei suoi pazienti.... Annunciata dall’assassinio del (Magris) di una ragazza nevrotica e probabilmente isterica. di ortografia perché L maiuscola (in pretendente al trono Francesco Ferdinando nel giugno greco lambda) corrisponde al segno Molti anni dopo, nel suo racconto Traumnovelle (Doppio Λ. Quella riportata è la lettera latina. 1914, che scatena la prima guerra mondiale, e dalla sogno), una specie di viaggio negli abissi della coscienza, © Archiv der Universität, Wien. morte di Francesco Giuseppe nel ’16, la Finis Austriae incentrato sulla crisi coniugale di una giovane coppia e arriva nel 1918. L’impero austroungarico si disgrega in sulla dicotomia fedeltà-tradimento, affiora anche in una serie di nuovi stati nazionali, e nasce la prima piccola Schnitzler l’idea del sogno come regione interiore in cui è Repubblica austriaca. Nel marzo 1938 con l’Anschluss possibile la realizzazione di desideri repressi che possono l’Austria viene annessa alla Germania. Con la fine della provocare turbamenti anche nell’anima più candida. Repubblica finiscono anche l’arte e la letteratura della Tuttavia, come suggerisce Giuseppe Forese, grande Grande Vienna, omologata all’estetica e all’ideologia specialista di Schnitzler, non si può parlare di una hitleriana. Freud emigra a Londra dove l’anno dopo dipendenza di Schnitzler da Freud, quanto piuttosto di muore. In seguito, mentre viene universalmente sintonia intellettuale e condivisione di uno stesso clima riconosciuto il ruolo epocale di Freud (il suo nome viene culturale, tipico di Vienna all’inizio del Novecento, che dato a un minuscolo cratere lunare nella parte stimolava la curiosità scientifica nei confronti della mente e nordoccidentale della faccia visibile della luna), gli ultimi delle emozioni. «Non è nuova la psicoanalisi, ma Freud. anni dell’Impero, singolare intreccio di presagio di fine e di Così come non era nuova l’America, ma Colombo» effervescenza culturale descritti da Stefan Zweig ne Il dichiarò Schnitzler nel 1924. Due anni prima, nel 1922, mondo di ieri, divennero oggetto di mito, il mito descritto Freud scrisse una lettera a Schnitzler in occasione del da Magris nel suo libro Il mito asburgico nella letteratura sessantesimo compleanno dello scrittore. «Le confesserò moderna. Un mito che grazie agli scrittori delle una cosa che La prego di voler cortesemente tenere per generazioni successive a Freud, Musil, Roth, Broch, è sé. (...) Mi son chiesto tormentosamente come mai in tutti arrivato fino a noi, ritratto di un’Austria illuminata, pacifica questi anni io non ho mai cercato la Sua compagnia. (...) e cosmopolita, molto lontana da quella di oggi, in cui è Penso di averLa evitata per una specie di timore, di riaffiorato l’antisemitismo. incontrare il mio sosia. (...) Il Suo determinismo e il Suo scetticismo (...), la Sua profonda comprensione delle (* docente di Discipline dello Spettacolo, “Sapienza” Università di Roma) verità dell’inconscio e della natura biologica dell’uomo (...) e la Sua vastità di pensiero nell’abbracciare l’antitesi di amore e morte, suscitano in me il senso fantastico di qualcosa di familiare. Perciò è sorta in me l’impressione che Lei conosca intuitivamente (in realtà in seguito a una fine auto osservazione) tutto quello che io ho scoperto negli altri grazie a un faticoso lavoro. Credo che Lei sia soprattutto un esploratore del profondo». Come il clima artistico e letterario viennese influenza Freud, – anche se lui frequentava raramente i caffè, ancor meno i teatri, e non si interessava all’arte contemporanea – Freud influenza autori ed artisti. Hofmannsthal dichiarò di aver consultato i saggi di Freud durante la stesura del libretto per l’opera di Richard Strauss in cui Elektra viene rappresentata come una donna isterica (1906). Schiele, allievo di Klimt, nei suoi autoritratti del 1910-11 autoanalizza la propria personalità, la propria ansia e i propri impulsi istintuali con la stessa forza di penetrazione 22 23
AL CINEMA CON IL DOTTOR FREUD di Maurizio Porro Amuleto raffigurante l’occhio di Horus, Come sempre, una delle battute più belle su Freud incisione in avorio. Nella mitologia è di Billy Wilder che, da giornalista, come già fatto con egizia, Horus (che spesso ha le sembianze di un bambino) è figlio di Richard Strauss e Arthur Schnitzler, tentò di intervistare, Iside e Osiride; rappresenta l’ordine, prima di partire per Hollywood (non a caso sarà detta la l’equilibrio, il bene, contrapposti al caos, alla violenza e al male incarnati “Fabbrica dei sogni”…), il famoso psicanalista, da Seth. L’occhio di Horus era un specificando che nessun austriaco comunque allora talismano di guarigione. © Freud Museum London. andava in analisi. Nel libro di Cameron Crowe Conversazioni con Billy Wilder (ed. Adelphi) il regista racconta che fu messo alla porta subito dal professore, senza poter dire mezza parola né stringergli la mano, per odio preconcetto verso la stampa. Un odio restituito con i dovuti interessi da Wilder nei suoi film (la visita e corsa in ambulanza in Prima pagina), miniera di psycho annotazioni, come sarà tutta la scuola yiddish con capo classe Woody Allen. E divertente è che, flash back del 1925, mentre Wilder penetrò nello studio del dr. Sigmund, Berggasse n. 19, pieno di tappeti turchi e arte africana e precolombiana, fece in tempo a sbirciare “quel” famoso divano, trovandolo particolarmente piccolo e corto: «Evidentemente le sue teorie si basavano sull’analisi di persone minuscole», commentò. La verità è che ci sarà pure una ragione se il cinema e la psicanalisi (oltre l’arte di volare, in senso reale oltre che metaforico) sono nati nello stesso periodo, lasciando stare il teatro che vince sempre perché già i Greci e Shakespeare avevano capito tutto delle tragedie che si consumano in tre atti di inconscio. Ma nient’altro come il cinema, per sua potenza espressiva e per il tasso emotivo di comunicazione è stato, in 120 anni di storia, calamita così potente per illustrare i meccanismi onirici (una volta bastava ondulare lo schermo e si entrava nel mondo dei sogni) e dare così la priorità a quell’invisibile che il buon cinema (vedi Antonioni, Kieslowski, Truffaut e moltissimi altri) deve saper esprimere. Si adoperano allo scopo, avendone le possibilità, le associazioni libere, come ha fatto Fellini in 8 1/2, che non a caso è il risultato di anni di sedute junghiane col prof. Bernhard, (post trauma da Dolce vita), da cui poi proviene anche quella meraviglia che è il Libro dei sogni. Diciamo, a 25
MAURIZIO PORRO Nella pagina accanto, da sinistra a parte il jolly Fellini giocato subito, che i due mezzi, la destra, dall’alto in basso: 1) Ritratto del Fayyum di uomo riccio psicanalisi dichiarata, singola del lettino e quella occulta con barba, periodo romano e condivisa delle poltrone, si sono frequentati e hanno 250 d.C.-300 d.C.; convissuto con armonia, sviluppando un odio-amore, 2) Ritratto del Fayyum di uomo di mezza età con capelli grigi, periodo scoprendo che con le nevrosi di origine sessuale – romano, 250 d.C.-300 d.C. quante paure di Virginia Woolf, quanti Edipi, quante I ritratti del Fayyum prendono il nome dall’oasi, a circa 130 km a sud ovest sedute da Actors Studio – si poteva iniziare a diffondere del Cairo, dove sono stati ritrovati quel lato pruriginoso, ma fino ad allora occulto, dei alcuni preziosissimi papiri e una serie di circa 600 ritratti funebri che sovvertimenti di sensi, per restare a Vienna, un titolo di ricoprivano i volti di mummie di epoca Zweig. Arrivarono i nostri a dire che siamo malati dentro, romana. con in testa Tennessee Williams, Elia Kazan, le signore 3) Vaso canopo a forma di testa di falco raffigurante Qebehsenuef, che melò Crawford e Davis, Stanwyck e Turner, a rendere indossa una parrucca “a campana” popolari infelicità con desideri nascosti e grovigli di striata e un collare. I vasi canopi erano i contenitori in cui, vipere di ogni genere, sesso e natura. Se il sogno disvela durante il processo della i meccanismi nascosti della nostra personalità, mummificazione, venivano riposte le interiora del defunto. Questa divinità in il cinema, che si vede al buio e richiede l’alt particolare era la protetttrice degli dell’incredulità, è stato subito il mezzo più consono a intestini. esprimere l’attività onirica, essendone per virtù propria la © Freud Museum London. copia con filtro. Senza pensare solo alla famosa scena di Io ti salverò di Hitchcock (maestro di analisi lungo una meravigliosa psycho carriera, anche personalmente), scena ideata da Salvador Dalì, anche Porter, uno dei pionieri del cinema americano (1870-1941) che ebbero il privilegio di provare i doppi sogni per la prima volta, realizzò in tempi non sospetti due brevi film sull’immaginazione notturna. Sono Uncle Josh’s nightmare (L’incubo di zio Josh, 1900) e Dream of the Rarebit Fiend (Sogno del diavoletto, 1906), con sfoggio di effetti speciali che forse derivano solo da una cena pesante. L’attività onirica del cinema, per l’autore e per chi accoglie il cinemascopico messaggio, è il tentativo di andare al di là delle leggi narrative di spazio tempo, utilizzando il plus valore immaginifico, credibilmente incredibile e viceversa, della cosiddetta settima arte, appellativo conquistato a fatica e con snobismi di grandi scrittori, da Mann a Proust. Del resto lo stesso Freud considerava spazzatura il cinema, almeno fino a un certo punto: rifiutò sdegnosamente l’offerta di 100.000 dollari (oggi un milione?) per scrivere per il grande produttore Samuel Goldwyn (uno dei ruggiti della MGM) che lo considerava «il più grande specialista del mondo in fatto d’amore» e pensava di affidargli la storia di Antonio e Cleopatra. Così come rifiuterà anche altri contratti e pure un’offerta tedesca dell’UFA che pensava con Pabst a una versione dell’Interpretazione dei sogni (I misteri di un’anima del ’26, dramma della gelosia e di un trauma classico, ovviamente molto criticato poi da Freud). Dalla vecchia celluloide al digitale, passando per vari formati di inconscio anche dettati dal progresso regresso della tecnica, dal muto al sonoro, dalla cinepresa fissa ai carrelli, dal dolly alla steadycam, dal 26
MAURIZIO PORRO AL CINEMA CON IL DOTTOR FREUD bianco e nero al colore, il cinema acquistò la parola ma recente A Dangerous Method di Cronenberg già era in grado di comunicare ogni cosa nascosta (Fassbender-Carl Gustav “versus” Mortensen-Sigmund). dentro l’anima: la Falconetti Giovanna d’Arco di Dreyer Altre apparizioni ironiche e-o fantastiche si trovano in parlava già con gli occhi. Le parole (e poi la musica) Un inguaribile romantico, Sogni d’oro, Cattiva, Prendimi servirono per spiegare i meccanismi delle nevrosi. l’anima, mentre Diario di una schizofrenica di Nelo Risi Così tutta la saga dei grandi melodrammi ’40 e ’50, (1968) fu l’opera di un medico regista e poeta, e 1919 quando gli uomini erano in guerra e le signore tenevano di Hugh Brody, dell’83, è l’incontro nella Vienna anni ’70 i fazzoletti nella borsetta, ma non più per sovvertire le di due pazienti di Freud (Scofield e la Schell), leggi del racconto letterario, come accadde nei tempi omosessuali vittime del nazismo. felicemente surreali e fantastici di Luis Buñuel di cui è Ma il potere inconscio del film non sta solo nel soggetto obbligatorio citare non solo, per ragioni oftalmiche, biografico dei dottori e nel riprendere il lettino; o in alcuni Un chien andalou del ’29, come anche Il fascino prodigiosi noir che sono magnifici casi freudiani, ma nel discreto della borghesia, con un magnifico sogno traslato che la vicenda comunica, giacché ogni collettivo sul palco di un teatro: va in scena la vita, così spettatore è un potenziale Freud e un film offre più come era un incubo L’angelo sterminatore, trionfo materia fantastica e quel briciolo di arte che magari dell’assurdo. Il montaggio in un film, fondamentale per manca a volte nella vita vissuta. In tutto ciò si indicare senso e direzione come sapeva bene presuppone la patologia delle figure dei maggiori generi, Eisenstein, equivale in soldoni all’inconscio onirico, con noir e western (fino ai Segreti di Brokeback Mountain gli accostamenti non sempre giudiziosi legati alla si poteva solo intuire l’utilizzo del tempo libero dei memoria del vissuto fatto a pezzi e ricomposto secondo cowboys), poliziesco e melodramma, che è una summa altre regole occulte. di inferni familiari a porte chiuse. Patologie oggi riversate Il 28 dicembre 1895 mentre si proiettava il primo film dei in magnifiche serie che non hanno niente da invidiare fratelli Lumière a Parigi, Freud a Vienna interpretava il alle nevrosi del grande schermo (Mad men, Sopranos suo primo sogno: il dottore vedrà il suo primo film in con le sedute di Gandolfini dalla sua analista, oltre Piazza Colonna a Roma solo nel 1907, confessando il ovviamente a In treatment, cronistoria di alcuni pazienti- suo “incantesimo”; nel 1909, al Victoria Theatre di New tipo visti seduta dopo seduta). Osservazioni prima York, assistette ad alcuni rulli comici in compagnia di taciute si sono poi infine svelate senza paura con Jung, Ferenczi e Jones, non proprio il pubblico l’ingresso trionfale del complesso di Edipo (in cui si scherzoso dei cine panettoni. Poi nel ’36-’37 pare si riconoscevano tutti i giovani divi anni ’50 da Dean a fosse divertito con due film americani di genere Brando a Newman), le gatte sui tetti che scottano, i (noir o western?) e di sicuro amava Chaplin e l’avrebbe concertati femminili di Cukor, amico delle donne, le volentieri fatto sdraiare sul suo lettino, probabilmente paure di castrazione (sempre il caro Tennessee) e i con ottimi risultati per entrambi. Dicevamo che, coevi, turbamenti delle Colazioni da Tiffany di Capote (una cinema e psicanalisi hanno vissuto insieme (quasi) felici miniera freudiana, fin troppa grazia). Si arriva seguendo e contenti. Tutti i film in verità si possono leggere in la strada maestra fino ai grandi torturati-torturatori controluce dal punto di vista psicanalitico: sarebbe Bergman, Buñuel, Almodóvar e Mizoguchi, Lynch, più facile dire in quali pochissimi titoli l’analisi non sia Tarantino, Keaton e mille altri con menzione di merito presente o ipotetica. Per il resto, decine di migliaia agli asiatici. Un elenco infinito che sarebbe impossibile di titoli, l’esperienza dell’inconscio è dichiarata, alla base anche soltanto tentare, ma dove i nostri registi (Fellini del processo creativo e anche di quel meccanismo primo, ma anche Antonioni, Germi, Bertolucci superstar, di ricezione misto che è una platea, dove Mia Farrow Bellocchio e oggi Sorrentino) hanno avuto un peso si può alzare ed entrare nello schermo (La rosa purpurea specifico molto rilevante e sempre in fieri. del Cairo). C’è una manciatina di bio movies classici sulle vite di Freud e Jung, come si sono raccontati non solo ma soprattutto a Hollywood amori e miracoli, di artisti, musicisti, scienziati, letterati. Il primo fu John Huston con Freud con Montgomery Clift nel ’62, che sembrò però, allora, dopo tanta attesa, una delusione; l’improbabile Sherlock Holmes: soluzione sette per cento di Herbert Ross, ’76 (Alan Arkin è un Freud alle prese con droga e Sherlock); infine Freud e Jung insieme nel 28 29
Freud o l’interpretazione dei sogni di Stefano Massini regia Federico Tiezzi foto Masiar Pasquali
Stefano Massini scena di nuovo Ottavia Piccolo vince il Premio Franco Enriquez per il dell’autore, interprete Isabella spagnola prodotta dal Grec di Federico Tiezzi (regia e Nato a Firenze (diretta da Sergio Fantoni) in teatro di prosa. Per Estate Fiorentina Ragonese. Barcellona con la regia di R. Romei. drammaturgia) nel 1975, La commedia di Candido, ma realizza il progetto Voci Pratolini dove A novembre 2014 nasce 7 minuti Nell’autunno 2016 si colloca il Regista, laureato in Lettere soprattutto tiene a battesimo il testo coinvolge, fra gli altri, Marco Baliani, regia di Alessandro Gassmann, debutto di Fabrizio Bentivoglio nel drammaturgo, Antiche Donna non rieducabile Massimo Ranieri, Ottavia Piccolo, protagoniste undici attrici fra cui nuovo L’ora di ricevimento, mentre i attore e storico all’Università della memorandum teatrale su Anna Maurizio Scaparro. Ottavia Piccolo (ERT/Teatro Stabile palcoscenici stranieri vedono dell’arte, si sua città, si Politkovskaja, pubblicato da Ubulibri Nel settembre 2012 riceve la del Veneto/Teatro Stabile debuttare sette nuove versioni impone, negli avvicina al teatro e interpretato da Ottavia Piccolo commissione di Progetto dell’Umbria), mentre Einaudi di Credoinunsolodio (Germania, anni Settanta del nell’anno 2000 (regia Silvano Piccardi) dopo una Connections per Before Hamlet pubblica il testo nella collana teatro. Svizzera, Algeria, Perù, Messico, secolo scorso, come assistente versione messa in scena dall’autore (Teatro Litta, Milano), mentre 7 minuti diventa nel 2016 un film Canada e Francia in un acclamato con lavori che ospite di Luca Ronconi al Piccolo nel festival diretto da Dacia Maraini e prepara, per Barbara Valmorin e diretto da Michele Placido, allestimento diretto da Arnaud affrontano una Teatro di Milano, e prima ancora poi a Primavera dei teatri, Alvia Reale, La porta, dal romanzo di cosceneggiato con l’autore e Meunier con l’interpretazione di ricerca concettuale sul mito e come aiuto di registi internazionali Castrovillari 2008. Magda Szabó. interpretato da un cast Rachida Brakni). sull’origine del linguaggio teatrale, da presso il Maggio Musicale Fiorentino. Nel 2009 L’Arche Éditeur di Parigi A novembre 2012 RAI-Radiotre gli internazionale. Donna non rieducabile viene cui scaturiscono spettacoli-manifesto Fra il 2000 e il 2005 si dedica inizia a pubblicare i suoi testi in affida una serata intera dedicata al Il mese di gennaio 2015 vede il contemporaneamente allestito in quali: La donna stanca incontra il principalmente alla regia, allestendo francese, mentre Mireille Perrier testo Lehman Trilogy, letto da debutto di Lehman Trilogy prodotto Canada, Argentina. Perù e Messico. sole (1972), Presagi del vampiro prima Il diario di Anne Frank, e a porta in scena Femme non- Riccardo Bini, Fausto Russo Alesi, dal Piccolo Teatro di Milano, regia di Inizia la collaborazione con il (1977), Vedute di Porto Said (1978), seguire vari titoli di drammaturgia rééducable con regia di Michèle Maria Paiato, Graziano Piazza, Luca Ronconi, fra gli interpreti quotidiano La Repubblica. Punto di rottura (1979), nei quali è contemporanea italiana e Guigon. In Germania il testo viene Barbara Valmorin e Alvia Reale. Fabrizio Gifuni, Massimo Popolizio, Nel 2017 Irina Brook dirige per il evidente il contatto con le arti visive internazionale. presentato ai Kammerspiele di Nella primavera 2013 debutta in Massimo De Francovich, Paolo TNN di Nizza Point d’interrogation; contemporanee. Sono gli anni in cui, Fra il 2003 e il 2005 inizia a Monaco di Baviera. Nel maggio 2009 Belgio l’ennesima versione di Pierobon. Lo spettacolo vince Sonia Bergamasco dirige Federica con la compagnia che ha creato sperimentare la scrittura scenica, il Teatro Stabile della Toscana gli Femme non-rééducable, regia di cinque premi Ubu, fra cui il premio Fracassi e Isabella Ragonese in insieme a Sandro Lombardi, Tiezzi è realizzando per il Teatro di Rifredi commissiona testo e regia di una Michel Bernard per il Marni di per miglior testo. Vince anche il Louise e Renée, liberamente tratto presente nei principali teatri e festival (Firenze) Io sono il mare, Prima riduzione da Frankenstein di Mary Bruxelles. Premio Maschere del Teatro (Napoli, dalle Memorie di due giovani spose europei di tendenza: Amsterdam, dell’alba, Memorie del boia allestito Shelley (debutto maggio 2009, con A maggio 2013 dirige gli attori di Teatro Mercadante) come miglior di Balzac. Per Pistoia Capitale (in residenza al Mickery Theater), con le scenografie di Emanuele Sandro Lombardi), immediatamente Arca Azzurra Teatro in testo e spettacolo dell’anno. A Italiana della Cultura scrive Il Vangelo Bruxelles (Théâtre des 140), Parigi Luzzati. È tuttavia nel 2005 che successivo a Cosmologia Il Principe riscrittura dal testo di maggio 2015 debutta Shenzhen secondo Judah interpretato da Luigi (Centre Pompidou), Barcellona decolla la sua attività di interpretato da Massimo Dapporto. Machiavelli, e nel dicembre dello significa inferno, spettacolo Lo Cascio e Ugo Pagliai davanti al (Mercat de les Flors), Londra drammaturgo, vincendo all’unanimità Per la stagione 2009-2010 debutta stesso anno vince il Premio Ubu conclusivo della collaborazione con il fregio di Della Robbia del loggiato (Riverside Studios), Nancy (Festival con L’odore assordante del bianco il in Francia una nuova versione speciale per il complesso della sua TDD. Massini inizia a collaborare con dello Spedale del Ceppo. In autunno du Jeune Théâtre), Vienna (Wiener Premio Pier Vittorio Tondelli, di Femme non-rééducable diretta da drammaturgia. Nell’agosto 2013 alcune delle case di produzione Occident express debutta con Festwochen)… La compagnia massimo riconoscimento per la Anton Koutnetsov per il Théâtre du nelle Fiandre olandesi debutta cinematografica in Italia, fra cui grande successo partecipa inoltre con successo a ben scrittura teatrale in Italia. Già nel Limousin. Inizia una collaborazione Frankenstein diretto da Emmanuel Fandango di Domenico Procacci, contemporaneamente in Italia, con tre edizioni del Theater der Welt 2004 aveva vinto il Premio Flaiano, e con il Teatro Nazionale di Praga che Dekoninck per il festival di Villers- Cattleya, RaiCinema. Ottavia Piccolo e l’Orchestra (Amburgo, Colonia, Monaco); mentre ricevuto una segnalazione al Premio propone L’odore assordante del LaVille. Ottobre 2013 vede il debutto Nel mese di maggio 2015 è Multietnica di Arezzo, a Vienna e a a Berlino l’Akademie der Kunst Vallecorsi con La fine di Shavuoth. bianco con regia di Luzie della versione francese di Lehman chiamato da Sergio Escobar come Colonia. dedica alla giovane compagnia la Nella stagione 2005-2006 inaugura Belhodaraska. In Italia debutta invece Trilogy, diretta da Arnaud Meunier nuovo consulente artistico del Il libro Qualcosa sui Lehman si rivela sua prima retrospettiva. per il Centro di Drammaturgia L’arte del dubbio con Ottavia Piccolo per la Comédie de Saint-Etienne/Les Piccolo Teatro di Milano – Teatro uno dei casi letterari del 2017 Il lavoro di Federico Tiezzi sfocia “Teatro delle Donne” il progetto (regia Sergio Fantoni, dal libro di Théâtres de la Ville de d’Europa. Vince il Premio Giovanni aggiudicandosi il Premio Mondello- successivamente in spettacoli “Trittico delle Gabbie” presentando Gianrico Carofiglio) e L’Italia s’è Luxembourg/Théâtre du Rond-Point: Boccaccio per Lehman Trilogy, ed è Super Mondello e il Premio dichiaratamente aperti a uno l’atto unico La gabbia, che gli vale il desta regia di Ciro Masella l’allestimento vince il gran premio chiamato come scrittore a far parte Campiello Selezione Giuria dei sguardo sulla contemporaneità: del Premio Nazionale della Critica e un (Primavera dei teatri, Castrovillari della critica francese come della casa editrice Mondadori, per la Letterati, oltre al Premio Giusti e 1979 è Ebdòmero, tratto dal terzo posto ai Premi Ubu per migliore 2010), mentre Fabrizio Gifuni Spettacolo dell’Anno. Intanto quale pubblica nel 2016 il romanzo Premio Fiesole. A novembre inoltre romanzo di Giorgio De Chirico; del novità italiana. interpreta per la Città della Creatività debutta la prima versione greca di Qualcosa sui Lehman, versione riceve il Premio De Sica. 1980 Crollo nervoso – dove per la Nel dicembre 2005 esce per Ubulibri il testo Questions (about tomorrow). Donna non rieducabile (KRT di integrale da cui fu tratta la Nell’autunno 2017 esce il secondo prima volta Tiezzi applica le ricerche il volume Una quadrilogia con Intanto Donna non rieducabile viene Atene). Nel marzo 2014 è chiamato drammaturgia. Nell’autunno 2015 romanzo per Mondadori di Edward Gordon Craig sullo spazio prefazione di Franco Quadri. Sempre tradotto e allestito in vari paesi del come professore a contratto Lluís Pasqual dirige al Lliure di L’interpretatore dei sogni. Anche da teatrale – mentre Sulla strada, nel 2005 scrive Muro di silenzio mondo, dalla Spagna (Teatro Off di dall’Università di Siena, e Einaudi Barcellona le versioni catalane di questo romanzo è tratto un ispirato al romanzo di Jack Kerouac, portato in scena da Anna Bonaiuto. Madrid, Teatro Pradillo di Madrid) alla pubblica nella collana teatro il testo Donna non rieducabile e importante spettacolo teatrale, debutta a Venezia per la Biennale Nel novembre 2006 debutta Francia (Tolosa, Avignone, Lehman Trilogy con prefazione di Credoiunsolodio, testo che di lì a diretto da Federico Tiezzi, in scena al Teatro del 1982. Sempre nel 1980 Processo a Dio regia di Sergio Strasburgo, Rennes), e ancora il Luca Ronconi. Sempre nel marzo poco debutta anche al Piccolo Piccolo Teatro di Milano da gennaio allestisce, allo Stadio Olimpico di Fantoni con una compagnia Canada francese (regia di Olivier 2014, realizza per Festival Dedica di Teatro di Milano per la cura di 2018. Monaco, Ins Null (Verso lo zero), cui capitanata da Ottavia Piccolo, Lépine) e la Russia (Baltiski Dom di Pordenone la versione scenica di Manuela Mandracchia, Sandra Nel 2018 più testi di Massini saranno partecipa Hanna Schygulla. Rainer mentre nel febbraio 2007 il Teatro San Pietroburgo). Nel febbraio 2010 Creatura di sabbia da Tahar Ben- Toffolatti, Mariangeles Torres. in scena a Broadway. Werner Fassbinder filma a Colonia Stabile della Toscana presenta riceve a Reggio Emilia il Premio Jelloun, affidata a Maria Paiato. Al A gennaio 2016 il TNN di Nizza Ebdòmero e Crollo Nervoso per il L’odore assordante del bianco con la Matilde di Canossa e vede la luce Théâtre de l’Atelier di Parigi va in presenta Terre noire, testo suo film Theater in Trance (1981). regia dell’autore (nella terna dei Sanguinis Capitula interpretato e scena per due mesi ininterrotti una commissionato con la regia di Irina Alla metà degli anni Ottanta, Tiezzi Premi Ubu 2007). Sempre nel 2007, diretto da Giorgio Albertazzi. A nuova versione di Donna non Brook, mentre si diffonde la notizia inizia a teorizzare e praticare una Massini vince il Premio Vallecorsi, e novembre 2010 è chiamato per un rieducabile interpretata da Anne che il regista premio Oscar Sam forma di teatro di poesia, volta a presenta nei festival la seconda parte master all’Università Ca’ Foscari di Alvaro. Mendes metterà in scena a Londra coniugare drammaturgia in versi e del Trittico delle Gabbie, ovvero Zone Venezia, mentre debuttano Io non La casa editrice P. Lauke di Lehman Trilogy. Sempre durante scrittura scenica. Questa fase d’ombra, destinato a completare il taccio riscrittura dalle prediche di Amburgo inizia a tradurre i testi in l’anno 2016 la versione tedesca coincide, inizialmente, con progetto nel 2008 con Versione dei Savonarola (per don Andrea Gallo), e tedesco, e di lì a breve i maggiori di Lehman Trilogy viene allestita l’elaborazione drammaturgica di una fatti (il trittico verrà poi riunito al Elogio della follia da Erasmo da teatri della Germania preparano i contemporaneamente da sei teatri trilogia di testi scritti e messi in scena Festival delle Colline Torinesi nel Rotterdam per Gioele Dix. A Los primi allestimenti: Lehman Trilogy pubblici (Monaco, Dresda, Colonia, tra il 1984 e il 1985: Genet a Tangeri, 2009, in occasione della Angeles viene presentata la prima debutta prima a Dresda, poi a Linz, Lucerna, Hannover). Il Rideau Ritratto dell’attore da giovane e Vita pubblicazione del volume edito da versione inglese di Donna non Colonia (regia Stephan Bachmann), di Bruxelles produce la versione immaginaria di Paolo Uccello, Ubulibri). Nel novembre 2007 rieducabile (regia B. Hochwald). quindi a Hannover, Linz, Monaco, belga di Lehman Trilogy con la regia presentati, poi, nel 1985, alla debutta La fine di Shavuoth, Nella stagione 2011-2012 dirige mentre Donna non rieducabile va in di Lorent Wanson, vincendo il Biennale Teatro di Venezia. prodotto dal Teatro Stabile di Lucilla Morlacchi ne Lo Schifo scena a Oldenburg e premio della critica teatrale come Nel 1987 porta in scena, su Bolzano per la regia di Cristina (Teatro Metastasio di Prato), scrive Credoinunsolodio a Colonia. spettacolo dell’anno. Una grande drammaturgia di Franco Quadri, il Pezzoli. per Luisa Cattaneo Balkan Burger Settembre 2014 vede il debutto di accoglienza di pubblico e critica è romanzo di Samuel Beckett Come è. La stagione 2007-2008 vede in (prodotto dal Teatro delle Donne), e African Requiem testo e regia riservata anche alla versione Nello stesso anno presenta, al Teatro 50 51
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