Flesh & Blood MONDO VAMPIRO - FRANCESCO MARRELLI - AMBROSIA LIBRI
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FRANCESCO MARRELLI MONDO VAMPIRO S.J. CONNOR Flesh & Blood 1
© AMBROSIA EXTRA 2020 DIRETTORE RESPONSABILE Maurizio De Paola CAPO REDATTORE Barbara Francone PUBBLICITÀ E COMUNICAZIONE Stefano Cerati EDITING Elmanuele Biani COPERTINA Corrado Quoiani https://www.facebook.com/corrado.quoiani PROPRIETARIO ED EDITORE: Edizioni BMS Soc. Coop. - Piazza Aspromonte 30 - 20131 Milano STAMPA: Reggiani Arti Grafiche Srl Via Dante Alighieri 50 21010 - Brezzo di Bedero (VA) DISTRIBUZIONE Pieroni Distribuzione S.r.l. - Via Carlo Cazzaniga 19 – 20132 MILANO telefono 02-25823176 – telefax 02-25823324 Semestrale - Anno VIII N. 17 - settembre 2020 Registrazione n° 154 del 23/03/2012 - Tribunale di Milano. È severamente vietata la riproduzione totale o parziale di articoli originali, traduzioni, disegni, loghi, marchi, fotografie ed altri elementi contenuti nella rivista senza autorizzazione scritta dell’editore. INFORMAZIONI E CONTATTI libri@ambrosialibri.it www.ambrosialibri.it
INDICE 5 Introduzione – Maurizio De Paola 11 MONDO VAMPIRO – Francesco Marrelli 13 Overture 61 Secondo Movimento: Allegro con Brio 115 Terzo Movimento: Andante Cantabile Con Moto 167 Quarto Movimento: Minuetto 219 Quinto Movimento: Adagio 261 Coda 273 FLESH & BLOOD – S.J. Connor
Mondo Vampiro 4
Introduzione Introduzione di Maurizio De Paola Ogni mattina in Africa, appena sorge il sole, un leone si sveglia e sa che dovrà correre più della gazzella o morirà di fame. Ogni mat- tina in Africa, appena sorge il sole, una gazzella si sveglia e sa che dovrà correre più veloce del leone o finirà sbranata. Ogni mattina in Africa, appena sorge il sole non importa che tu sia leone o gazzella, l’importante è che cominci a correre. (Proverbio africano) Quello appena letto è diventato uno dei proverbi più fa- mosi della nostra epoca e lo è diventato perché la rappre- senta meglio di qualsiasi altro scritto, motto ed espressio- ne letteraria. Poche righe per definire un mondo in cui o sei predatore o sei preda; ma non basta. Devi anche correre in conti- nuazione per non perdere tutto (vita compresa) da un mo- mento all’altro. Qualche migliore e più immediata meta- fora del mondo competitivo, veloce ed iper tecnologico in cui viviamo? Una spietata lotta per la sopravvivenza benedetta dai te- orici della competitività, della meritocrazia, della selezio- ne naturale a livello sociale. Corri, corri... corri appena ti svegli e non smettere di farlo finché non tramonta il Sole. Ma non solo: corri per sbranare la gazzella, non per sfuggire al leone. Eh sì, perché quando pensiamo a questo proverbio e lo trasliamo nelle nostre vite, quasi nessuno si identifica nel- la gazzella, ma tutti con il leone. La società vuole che ci sentiamo tutti predatori, azzannatori del prossimo, non prede che devono darsela a gambe. 5
Mondo Vampiro Solo sentendoci belve feroci, identificandoci con esse possiamo dare il massimo ed anche di più, possiamo sgo- mitare, schiacciare, competere... vincere. Sì, vincere. Perché crediamo che sia il leone a vincere quando ha sbranato la gazzella e non la gazzella quando è riuscita a sfuggire al leone, lasciandolo con un palmo di naso. Ma c’è un problema: nella savana questo rapporto fun- ziona benissimo perché le gazzelle sono tante ed i leoni sono pochi. Nel nostro mondo, dove tutti vogliamo essere leoni, le gazzelle finirebbero subito. Ed ai leoni non reste- rebbe che sbranarsi tra loro. In secoli di letteratura il vampiro non è mai stato visto esattamente come un predatore, ma più precisamente come un parassita. Vive in mezzo alle comunità umane, ma non produce niente, non crea nulla e si limita a godere delle creazioni altrui, nutrendosi del sangue di vittime isolate e condu- cendo una vita eterna fatta in realtà di un eterno presente in cui reitera all’infinito le stesse azioni. Spesso conduce un’esistenza agiata, ma non per merito suo. Occupa dimore che non sono sue o che al massimo ha ereditato, ricompensa poco e male i suoi servitori (quando ne ha) e non condivide niente con nessuno, nem- meno la passione per il sangue altrui. Dai vampiri non viene nulla e questo perché non hanno la scintilla creativa che serve per generare qualcosa di nuovo. La creazione è un mistero per i vampiri, una meta ambi- ta, ma mai raggiunta. A cominciare dalle opere d’arte: dipinti, romanzi, statue, palazzi, poemi... niente, nemme- no ricette di cucina. Il vampiro “classico” si ritiene un predatore, ma non ha un branco, non contribuisce alla catena alimentare e, dul- 6
Introduzione cis in fundo, non si riproduce. I vampiri “generano” altri vampiri per contagio, ma sempre in condizioni particolari e non molto spesso, ben consci che se il loro numero fosse maggiore, la loro como- da vita di parassiti sarebbe pressoché impossibile. Ma i tempi cambiano e la nostra società ci vuole tutti predatori ed anche parassiti dello stesso Sistema che ci governa. Ci spinge a succhiare il sangue del prossimo, anzi a dissanguarlo per ricevere una medaglia al merito, a sfruttare tutte le risorse che abbiamo a disposizione fino ad esaurirle completamente. Il vampiro non viene più presentato come un mostro parassita, ma come un modello da seguire, un’icona di una società che è vampirica nella sua quotidianità profon- da e che ha bisogno di “eroi” che la guidino. Il suo valore fondante non è la creazione di qualcosa di utile agli altri, ma la depredazione di ciò che gli altri hanno: sangue, energie, tesori, sentimenti, la vita stessa. Tutti vampiri, signore e signori! Anche se non avete i canini aguzzi, vi spunteranno prima o poi. E non c’è biso- gno di stare svegli di notte e dormire di giorno perché la società vuole che si tengano gli occhi aperti 24 ore su 24. Il riposo è stato abolito. Il vampiro vince, ma perde allo stesso momento perché l’equilibrio diventa altamente instabile e basta poco per farlo crollare. Tutti predatori... e le prede si estinguono presto. Che ci vuole? Una “catastrofe” ambientale o artificiale ed i debo- li vengono spazzati via. Il Mondo Vampiro trionfa, il mondo è dei vampiri. Che però, ora si trovano ad essere leoni senza gazzelle, parassiti senza ospiti, carnefici senza vittime. Ed ecco che Francesco Marrelli pensa: come sarebbe un 7
Mondo Vampiro Mondo Vampiro in cui – in seguito ad una non specificata “Catastrofe” – le prede (ovvero gli umani) si sono quasi estinti, mentre per motivi misteriosi i vampiri sono tutti sopravvissuti? Si trovano ad ereditare un mondo di cui apparentemente non sanno bene cosa farsene, perdono la cognizione del tempo e sembra che neanche lo sappiano più calcolare con precisione. Sono incapaci di creare il nuovo e solo alcuni riescono a mettere insieme qualcosa delle vecchie conoscenze cultu- rali e scientifiche umane, tra mille difficoltà ed incompren- sioni. Si fregiano di epiteti aristocratici e dei vecchi nomi che gli umani avevano dato loro, magari tirandoli fuori dal baule delle fantasie letterarie gotiche e mantenendoli anche quando sono nati come dispregiativi (non-morti, no- sferatu, ghoul) perché non sono in grado di inventarne altri. Questi vampiri padroni del mondo conoscono a malape- na l’esistenza di altri vampiri e solamente in un ristretto circondario territoriale, al massimo nel raggio di qualche centinaio di chilometri. Del resto, una nube tossica e ra- dioattiva avvolge il mondo e nessuno sa come dissolverla. Parlano in continuazione di se stessi, ma non conoscono la propria storia e, se la conoscono, se la dimenticano su- bito perché la loro attenzione è concentrata solo su una cosa: la sete. Quell’irrefrenabile bisogno di sangue che costituisce la loro vera natura e che rappresenta allo stesso tempo sia la loro forza sia la loro maledizione. Una tortura implacabile che può essere alleviata solo da sangue e per farlo ci vogliono gli umani, quegli stessi umani che ora, ridotti al lumicino nel numero, vanno ac- cuditi e preservati come bestiame indispensabile. Ciò che ti dà forza è anche ciò che ti distrugge, una dro- ga micidiale che ti fa andare avanti per lunghissimi giorni 8
Introduzione tutti uguali e che alla fine ti schiavizza. Perché il vampiro non crea, si prende solo quello che hanno creato altri. E le alternative sono due: proteggere chi è capace di “creare” o riuscire – tra sofferenze immen- se – a staccarsi ed essere capaci di farne definitivamente a meno. Disintossicati e muori di astinenza, oppure continua e prima o poi morirai di overdose. Accade così che i vampiri intuiscono istintivamente quel- lo che non comprende la nostra società. Nel Mondo Vampiro, essi si rendono conto della follia che lo domina ed in qualche maniera cercano di rimediare, maledicendo in eterno quello stesso “gregge” umano che fornisce loro sostentamento ed un’immortalità che, passo dopo passo, sembra perdere ogni giorno valore, come una linea ininterrotta di patimenti dovuti ad una sete ine- stinguibile e la consapevolezza di non lasciare nulla dietro di sé. Una vita in cui il passato ed il futuro diventano visioni dai contorni sempre più sbiaditi e dove ogni legame è messo alla prova della contingenze di un presente che di- vora lentamente lo spazio ed il tempo, perché in mancan- za della scintilla creativa, tutto ciò che esiste non sarà mai rinnovato, ma può solo sbriciolarsi progressivamente fino a scomparire. Esattamente come quel Mondo Umano che viene visto con una miscela di odio e di nostalgia, un paradiso che gli umani hanno perduto e che i vampiri – invincibili preda- tori senza prede – non sanno ritrovare. 9
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