FEBBRE CATARRALE DEGLI OVINI - MANUALE OPERATIVO ANNO 2007
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MANUALE OPERATIVO FEBBRE CATARRALE DEGLI OVINI Sezione n. 0 Titolo della sezione : INDICE Rev. n. 1, aprile 2007 Pag. 1 di 5 FEBBRE CATARRALE DEGLI OVINI MANUALE OPERATIVO ANNO 2007
MANUALE OPERATIVO FEBBRE CATARRALE DEGLI OVINI Sezione n. 0 Titolo della sezione : INDICE Rev. n. 1, aprile 2007 Pag. 2 di 5 INDICE
MANUALE OPERATIVO FEBBRE CATARRALE DEGLI OVINI Sezione n. 0 Titolo della sezione : INDICE Rev. n. 1, aprile 2007 Pag. 3 di 5 SEZIONE TITOLO REVISIONE REVISIONE MANUALE N. DATA SEZ. 0 INDICE 1 04/2007 SEZ. 1 1. INTRODUZIONE 1 04/2007 1.1 Scopo e Campo di Applicazione 1.2 Terminologia ed Abbreviazioni 1.2.1 Terminologia 1.2.2 Abbreviazioni 1.3 Legislazione di riferimento 1.4 Descrizione della Febbre catarrale degli ovini SEZ.2 2. SOSPETTO/CONFERMA DI CIRCOLAZIONE VIRALE 1 04/2007 2.1 Sospetto di Circolazione Virale 2.1.1 Segnalazione di Sintomatologia Clinica Compatibile 2.1.1.1 Segnalazione/Attivazione accesso 2.1.1.2 Accesso in allevamento 2.1.1.3 Verifica del sospetto 2.1.1.4 Infondatezza del sospetto 2.1.1.5 Fondatezza del sospetto 2.1.2 Segnalazione di positività sierologica su animali sentinella o nel caso di positività sierologica nel corso della sorveglianza in area A 2.1.3 Segnalazione di positività virologica su insetti vettori 2.2 Conferma della circolazione virale 2.2.1 Conferma della presenza della malattia 2.2.2 Conferma della presenza dell’infezione durante le attività di sorveglianza 2.3 Revoca del sospetto 2.4 Definizione della Zona di Protezione e della Zona di Sorveglianza 2.5 Campioni per gli esami di laboratorio 2.5.1 Campioni da prelevare in caso di sospetto focolaio 2.5.2 Modalità di conservazione e invio di campioni SEZ. 3 3. ZONA DI PROTEZIONE E ZONA DI SORVEGLIANZA 1 04/2007 3.1 Misure sanitarie previste in presenza di circolazione virale 3.1.1 Competenze del Livello Centrale – Autorità Centrale 3.1.1.1 Definizione della zona di sorveglianza e di protezione 3.1.1.1.1 Confini della zona di protezione 3.1.2 Competenze del Livello Regionale – Autorità Regionale 3.1.3 Compiti del Livello Territoriale – Servizi Veterinari Locali 3.2 Attività nella zona di protezione 3.2.1 Attività nell’allevamento con circolazione virale 3.2.2 Attività nel territorio 3.3 Attività nella zona di sorveglianza 3.4 Revoca della zona di protezione 3.5 Revoca della zona di sorveglianza SEZ. 4 4. RINTRACCIO DI ANIMALI USCITI DA ZONA DI 1 04/2007 PROTEZIONE 4.1 Rintraccio di Animali delle Specie Recettive in Territori Indenni 4.1.1 Controlli negli allevamenti di destinazione 4.1.2 Esito dei controlli e misure da adottare
MANUALE OPERATIVO FEBBRE CATARRALE DEGLI OVINI Sezione n. 0 Titolo della sezione : INDICE Rev. n. 1, aprile 2007 Pag. 4 di 5 SEZ. 5 5. ABBATTIMENTO DEGLI ANIMALI 0 09/2003 5.1 Valutazione dell’indennità di abbattimento 5.2 Procedure di abbattimento 5.2.1 Metodi ammessi 5.2.1.1 Stordimento 5.2.1.1.1 Pistola a proiettile captivo 5.2.1.1.2 Commozione cerebrale (Percussione) 5.2.1.1.3 Elettronarcosi 5.2.1.2 Abbattimento 5.2.1.2.1 Pistola o fucile a proiettile libero 5.2.2 Predisposizione del campo di morte 5.3. Distruzione delle carcasse 5.3.1 Distruzione per infossamento 5.3.1.1 infossamento in terreni naturalmente impermeabili senza il recupero di percolati 5.3.1.2 Infossamento in terreno "sufficientemente" impermeabile con raccolta di percolato 5.3.1.3 Infossamento mediante impermeabilizzazione artificiale del terreno con raccolta di percolato 5.3.1.4 Infossamento mediante impermeabilizzazione artificiale del terreno senza raccolta di percolati 5.3.2 Distruzione per cremazione 5.3.2.1 Incenerimento 5.3.2.1.1 Metodo 1 5.3.2.1.2 Metodo 2 5.3.2.1.3 Metodo 3 5.3.2.1.4 Metodo 4 5.3.2.1.5 Metodo 5 5.3.2.2 Incenerimento su pira 5.3.2.2.1 Scelta dell’area di incenerimento 5.3.2.2.2 Procedure di incenerimento 5.3.2.2.3 Requisiti dei combustibili SEZ. 6 6. VACCINAZIONE 1 04/2007 6.1 Disposizioni e criteri per la vaccinazione 6.2 Programma di vaccinazione 6.2.1 Distribuzione del vaccino ed interventi vaccinali 6.2.2 Monitoraggio di eventuali effetti indesiderati SEZ. 7 7. SORVEGLIANZA EPIDEMIOLOGICA 1 04/2007 7.1 Premessa 7.2 Normativa 7.3. Descrizione generale del sistema 7.3.1. Suddivisione del territorio nazionale 7.3.2. Criteri generali di scelta degli animali sentinella 7.3.3. Criteri generali di scelta degli animali da prelevare per la sorveglianza nell’area A dove si decida di non utilizzare animali sentinella SEZ. 8 8. SISTEMA INFORMATIVO NAZIONALE 1 04/2007 8.1 Sistema informativo 8.1.1 Scopo 8.1.2 Organizzazione del sistema 8.1.2.1 Schede di registrazione dei dati 8.1.2.2 Trasmissione e flusso dei dati 8.1.2.3 Divulgazione dei dati e delle informazioni
MANUALE OPERATIVO FEBBRE CATARRALE DEGLI OVINI Sezione n. 0 Titolo della sezione : INDICE Rev. n. 1, aprile 2007 Pag. 5 di 5 SEZ. 9 9. MODULISTICA 1 04/2007 Allegato 1: Composizione del Kit N. 1 – Veterinario Ufficiale (AUSL) Allegato 2: Composizione del Kit N. 2 - Veterinario IZS Allegato 3: Denuncia di Malattia Infettiva e Diffusiva degli Animali Allegato 4: Sequestro in Caso di Sospetto Allegato 5: Segnalazione sospetto/conferma focolaio di Bluetongue al Ministero della Salute Allegato 6: Segnalazione di focolaio di Bluetongue al Sindaco e trasmissione di ordinanza sindacale di sequestro Allegato 7: Fac - Simile Ordinanza di Sequestro Allegato 8: Fac - Simile Ordinanza Sindacale di Abbattimento Allegato 9: Fac - Simile Verbale di abbattimento Allegato 10: Fac - Simile Ordinanza per il rimborso indennizzo Allegato 11: Fac - Simile per la valutazione indennizzo Allegato 12: Fac - Simile Ordinanza Zona di Protezione Allegato 13: Comunicazione per il rintraccio delle partite di animali uscite da aziende in zona di protezione Allegato 14: Verbale Disinfezione/Disinfestazione
MANUALE OPERATIVO FEBBRE CATARRALE DEGLI OVINI Sezione n. 1 Titolo della sezione : INTRODUZIONE Rev. n. 1, Aprile 2007 Pag. 1 di 8 INTRODUZIONE 1.1 SCOPO E CAMPO DI APPLICAZIONE ................................................................................ 2 1.2 TERMINOLOGIA ED ABBREVIAZIONI............................................................................... 2 1.2.1 TERMINOLOGIA ............................................................................................................... 2 1.2.2 ABBREVIAZIONI ............................................................................................................... 4 1.3 LEGISLAZIONE DI RIFERIMENTO....................................................................................... 4 1.4 DESCRIZIONE DELLA FEBBRE CATARRALE DEGLI OVINI ......................................... 4
MANUALE OPERATIVO FEBBRE CATARRALE DEGLI OVINI Sezione n. 1 Titolo della sezione : INTRODUZIONE Rev. n. 1, Aprile 2007 Pag. 2 di 8 1.1 SCOPO E CAMPO DI APPLICAZIONE Questo Manuale descrive le modalità operative e di comportamento da seguire in caso di sospetto o di certezza di circolazione del virus della Febbre catarrale degli ovini. Descrive inoltre le regole generali e le responsabilità per attuare e tenere aggiornato il sistema di controllo e sorveglianza applicato a livello nazionale e predisposto per operare in conformità alla normativa comunitaria e nazionale di riferimento. 1.2 TERMINOLOGIA ED ABBREVIAZIONI 1.2.1 TERMINOLOGIA « Autorità competente », il Ministero della Salute o l’autorità cui siano delegate le funzioni in materia di profilassi e di polizia veterinaria. « Azienda », qualsiasi stabilimento agricolo, costruzione o altro luogo, anche all’aria aperta, in cui sono allevati, soggiornano, permanentemente o temporaneamente, animali appartenenti alle specie recettive alla malattia. « Specie recettiva », qualsiasi specie di ruminante, sia domestica che selvatica. « Proprietario », «Detentore », persone fisiche o giuridiche che hanno la proprietà degli animali o sono incaricate di allevarli o ne hanno la responsabilità. « Veterinario ufficiale », il medico veterinario dipendente dall’autorità competente. « Vettore », l’insetto della specie Culicoides imicola o qualsiasi altro insetto del genere Culicoides suscettibile di trasmettere la Febbre catarrale degli ovini. « Sospetto » rilievo di un qualsiasi elemento epidemiologico che possa far sospettare la presenza di circolazione virale in un territorio. Il sospetto di circolazione virale può essere emesso in seguito a: segnalazione di sintomatologia clinica riferibile a Febbre catarrale degli ovini, sieroconversione di animali sentinella o nel caso di positività sierologica nel corso della sorveglianza in area A (vedi sezione 7), presenza del virus o di materiale virale in insetti vettori. « Conferma dell’infezione », la dichiarazione, fatta dall’Autorità competente, della presenza in una zona determinata della Febbre catarrale degli ovini basata sui risultati di laboratorio; in caso di epidemia, tuttavia, l’Autorità competente può anche confermare la malattia in base a risultati clinici e/o epidemiologici. « Allevamento con infezione in atto », l’allevamento in cui da meno di 60 giorni sia stata dimostrata circolazione virale.
MANUALE OPERATIVO FEBBRE CATARRALE DEGLI OVINI Sezione n. 1 Titolo della sezione : INTRODUZIONE Rev. n. 1, Aprile 2007 Pag. 3 di 8 « Provincia/Territorio con obbligo di vaccinazione », il territorio di una Provincia per la quale il Ministero della Salute ha stabilito, sull’intero territorio provinciale o su parte di esso, la vaccinazione obbligatoria degli animali allevati appartenenti alle specie sensibili. La Provincia con obbligo di vaccinazione può essere indenne o soggetta a restrizione. « Provincia/Territorio indenne da infezione », il territorio di una Provincia non soggetta a restrizioni, nel quale il programma di sorveglianza sierologica ed entomologica non ha evidenziato la presenza di circolazione virale. « Provincia soggetta a restrizioni », il territorio delle Province elencate nell’Allegato I della decisione 2005/393/CE e successive modifiche, che comprende le zone di protezione e quelle di sorveglianza. « Zona di protezione o territorio con infezione in atto », il territorio dei Comuni situati, anche parzialmente, all’interno di un raggio di 20 km da un allevamento con infezione in atto. Il territorio con infezione in atto può essere modificato, dal Ministero della Salute, sulla base della copertura vaccinale e dei risultati della sorveglianza sierologica ed entomologica. L’elenco dei Comuni situati in zona di protezione è disponibile al sito http://www.izs.it. « Zona di sorveglianza », il territorio di una Provincia soggetta a restrizione ad esclusione della zona di protezione. « Territorio stagionalmente libero », il territorio di una Provincia, nel quale i programmi di sorveglianza sierologica ed entomologica hanno dimostrato, in un determinato periodo dell’anno (i), la cessazione della circolazione virale o l’assenza di Culicoides adulti (ii) (i) « periodo dell’anno »: il periodo dell’anno compreso tra il giorno in cui la temperatura massima giornaliera rimane per almeno una settimana stabilmente inferiore o uguale ai 10 gradi centigradi ed il giorno in cui la temperatura massima giornaliera rimane per più di una settimana al di sopra dei 10 gradi centigradi. (ii) « Assenza di Culicoidi »: l’assenza di esemplari di Culicoides oppure l’assenza di esemplari di Culicoides imicola e la presenza di al massimo 10 esemplari di Culicoides di altre specie per ciascuna cattura effettuata secondo i criteri del « piano di sorveglianza entomologica » e nell’ambito del periodo dell’anno interessato. L’elenco delle Province stagionalmente libere viene periodicamente diffuso con nota dirigenziale della Direzione Generale della Sanità Animale e del Farmaco Veterinario del Ministero della Salute. « Territorio con situazione epidemiologica sconosciuta », il territorio di una Provincia per la quale l’attività sierologica ed entomologica non sono state svolte o le informazioni sull’attività non sono state inviate al Sistema Informativo Nazionale della Febbre catarrale degli ovini con la frequenza prevista ai sensi dell’Ordinanza del Ministro della Sanità dell’11 maggio 2001. L’elenco dei territori con situazione epidemiologica sconosciuta verrà periodicamente diffuso con nota dirigenziale della Direzione Generale della Sanità Animale e del Farmaco Veterinario del Ministero della Salute.
MANUALE OPERATIVO FEBBRE CATARRALE DEGLI OVINI Sezione n. 1 Titolo della sezione : INTRODUZIONE Rev. n. 1, Aprile 2007 Pag. 4 di 8 1.2.2 ABBREVIAZIONI AUSL Azienda Unità Sanitaria Locale IZS Istituto Zooprofilattico Sperimentale SI Sistema Informativo nazionale della Febbre catarrale degli ovini BT Febbre catarrale degli ovini o Bluetongue CESME Centro Studi Malattie Esotiche o Centro di Referenza Nazionale per le Malattie Esotiche DGSAFV Direzione Generale della Sanità Animale e del Farmaco Veterinario COVEPI Centro Operativo Veterinario per l’Epidemiologia, la Programmazione e l’Informazione SSN Sistema Sanitario Nazionale NAS Nucleo Carabinieri per la Sanità OERV Osservatorio Epidemiologico Regionale Veterinario DSPVNSA Dipartimento per la Sanità Pubblica Veterinaria, la nutrizione e la sicurezza degli alimenti ZP Zona di Protezione ZS Zona di Sorveglianza SCOFCAH Comitato Permanente per la Catena Alimentare e la Salute degli Animali UE Unione Europea 1.3 LEGISLAZIONE DI RIFERIMENTO Per l’elenco della Legislazione Nazionale e Comunitaria di riferimento si rimanda all’annesso 1 del Piano di emergenza di cui il presente Manuale operativo è parte integrante. 1.4 DESCRIZIONE DELLA FEBBRE CATARRALE DEGLI OVINI La febbre catarrale degli ovini, più comunemente conosciuta come Bluetongue (BT), è una malattia infettiva, non contagiosa, dei ruminanti trasmessa da insetti vettori. L'agente eziologico è un virus appartenente alla famiglia Reoviridae, genere Orbivirus, del quale si conoscono 24 sierotipi, ed è un virus a RNA bicatenario privo di envelope di circa 68-70 nm. La loro patogenicità è variabile e, benché tutte le specie di ruminanti siano recettive, la malattia si manifesta in forma clinica principalmente negli ovini. La malattia è stata descritta negli ovini per la prima volta nel tardo Ottocento in Sud Africa, dove probabilmente era endemica nei ruminanti selvatici e dove si è manifestata in seguito all'importazione di pecore Merinos, razza che si è dimostrata particolarmente sensibile all’azione patogena del virus. Il virus della BT è trasmesso da insetti appartenenti al genere Culicoides, e la diffusione della malattia nel mondo è compresa in un'area geografica delimitata approssimativamente tra il 53° parallelo Nord e il 35° Sud, dove esistono le condizioni climatiche ed ambientali idonee al ciclo vitale degli stessi. La posizione geografica dell’Italia al centro del bacino del Mediterraneo, offre senz’altro condizioni climatiche tali da consentire la moltiplicazione e lo sviluppo dei vettori. In particolare condizioni ambientali favorevoli allo sviluppo di artropodi vettori possono essere individuate su tutto il territorio nazionale, ed anche nelle zone settentrionali si ritrovano
MANUALE OPERATIVO FEBBRE CATARRALE DEGLI OVINI Sezione n. 1 Titolo della sezione : INTRODUZIONE Rev. n. 1, Aprile 2007 Pag. 5 di 8 nicchie ecologiche che per le loro caratteristiche di umidità, clima e temperatura possono permettere la moltiplicazione e lo sviluppo di diverse specie di artropodi vettori. La Febbre catarrale degli ovini è presente in Medio Oriente, Africa, nel continente americano, in Australia e alcuni paesi del sud-est asiatico e dell’Oceania. Fra i Paesi del Bacino del Mediterraneo dal 1999 ad oggi, sono stati segnalati focolai in Grecia, Bulgaria, Macedonia, Albania, Bosnia Herzegovina, Serbia e Montenegro, Croazia, Algeria, Tunisia, Marocco, Turchia, Cipro, Francia (Corsica), Spagna , Portogallo e Italia. Nell’estate del 2006 la malattia è stata anche segnalata in Nord Europa, dove una vasta epidemia ha coinvolto l’Olanda, il Belgio, il Lussemburgo, la Germania e le regioni nord- orientali della Francia. Nel 1944 Du Toit, in Sud Africa, dimostrò che il virus viene trasmesso da Culicoides imicola, insetto appartenente al genere Culicoides. Tra questi, alcune specie sono vettori noti (C. imicola), altre sono considerate vettori sospetti o potenziali. C. variipennis ha un ruolo importante nel Nord America, C. insignis e C. fulvus in Australia. Nel bacino del Mediterraneo, così come i Africa, il principale vettore riconosciuto è Culicoides imicola. Altre specie di Culicoides sono però fortemente sospette di trasmettere la malattia in Europa. Esemplari di Culicoides appartenenti al complesso Pulicaris, sono stati associati a episodi di circolazione virale in Sicilia nel 2002. Nel medesimo anno il virus della bluetongue è stato isolato da esemplari di Culicoides appartenenti al complesso Obsoletus in focolai clinici di malattia in Campania e Puglia. Recentemente lo stesso complesso Obsoletus e Culicoides dewulfii sono stati collegati alla trasmissione del virus, sierotipo 8, nelle regioni del Nord Europa. La prevalenza della malattia è influenzata dai fattori che regolano la presenza dei vettori, pertanto il suo andamento è strettamente stagionale. I primi casi di malattia si osservano in estate inoltrata, la prevalenza maggiore si ha alla fine della stagione estiva per poi tendere a scomparire con il sopraggiungere dei primi freddi quando la temperatura scende al di sotto dei 10°C - 12°C. I Culicoides sono insetti appartenenti alla famiglia dei Ceratopogonidae ed hanno una dimensione da adulto che varia da 1 a 3 mm. Gli adulti di Culicoides sono attivi nelle ore notturne (dal tramonto all’alba) e pungono gli animali cibandosi del loro sangue. Gli insetti si infettano pungendo animali infetti in fase viremica e rimangono tali per il resto della loro vita. La trasmissione verticale (ovvero dall’adulto alle successive generazioni) del virus non avviene nell’insetto. Le caratteristiche ambientali e pedologiche degli habitat larvali ottimali per la riproduzione dei Culicoides è probabilmente l’aspetto meno conosciuto nella biologia di questi vettori. Per quanto riguarda le larve di C. imicola, la loro sopravvivenza è legata alla disponibilità di un ambiente umido. Infatti l’adulto di C. imicola depone le uova nelle zone umide di transizione tra la terra e l’acqua. Qui l’insetto compie le sue fasi di crescita (stadio di larva e pupa) e si trasforma in adulto. I terreni umidi e ricchi di materiale organico, anche di piccole estensioni, sono quindi quelli che permettono la riproduzione degli insetti vettori. Nel caso di C. obsoletus sensu stricto, diversi autori concordano nell’indicare nei boschi e nelle foreste, i luoghi ottimali ad ospitare gli habitat larvali di tali insetti. C. dewulfii, invece, depone le uova nelle feci dei bovini, ed è pertanto, strettamente associato alla presenza di tali ospiti vertebrati. L’insetto adulto rimane nell’ambito di poche centinaia di metri dal luogo dove è nato, anche se, trasportato dal vento, può percorrere più di 100 chilometri. Gli adulti del genere Culicoides
MANUALE OPERATIVO FEBBRE CATARRALE DEGLI OVINI Sezione n. 1 Titolo della sezione : INTRODUZIONE Rev. n. 1, Aprile 2007 Pag. 6 di 8 vivono in genere per 10-20 giorni, ma eccezionalmente, possono sopravvivere per periodi più lunghi (anche 60-90 giorni). La densità di adulti del genere Culicoides decresce a partire da temperature minori di +12°C. Nonostante ciò è stato provato che a temperature di –1,5°C il 15% degli esemplari adulti di C. imicola sopravvivono per oltre 15 giorni. In condizioni naturali, il virus, penetra nell’ospite sensibile mediante la puntura dell’insetto vettore, si moltiplica nei linfonodi regionali e diffonde in tutto l’organismo. Dopo la replicazione iniziale nei tessuti linfoidi e negli endoteli, inizia la viremia che raggiunge il picco 7-8 giorni dopo l’infezione. La viremia negli ovini di solito non supera i 30 giorni, in letteratura vengono riportati casi di animali infettati sperimentalmente in cui la viremia ha avuto una durata anche di 54 giorni. Nei bovini la viremia persiste in genere per periodi di 30-40 giorni, anche se può prolungarsi per periodi più lunghi. L’Organizzazione Mondiale della Sanità Animale (OIE), dopo una attenta disanima dei risultati di decine di studi scientifici, ha fissato in 60 giorni il periodo di infettività del bovino. Il bovino, pertanto, è importante per il mantenimento dell’infezione in un territorio, da una stagione epidemica all’altra. Nel sangue il virus è legato agli eritrociti e ai leucociti, e solo una piccola frazione virale circola libera nel plasma. Con la viremia il virus si diffonde a tutto l’organismo ed è in seguito evidenziabile nella maggior parte degli organi e tessuti. Vengono infettati i tessuti linforeticolari e le cellule endoteliali che vanno incontro a degenerazione e necrosi, con conseguente iperplasia ed ipertrofia rigenerativa dell’endotelio che provoca un’occlusione del vaso, con stasi ed essudazione. Queste lesioni conducono i tessuti circostanti ad ischemia, con edema, emorragie e sviluppo di lesioni secondarie a carico degli epiteli. Le lesioni secondarie sono aggravate da traumi meccanici e abrasioni, e si sviluppano soprattutto in tessuti quali la mucosa orale e la cute. Si verificano anche lesioni a carico delle fibre muscolari striate e sono una conseguenza diretta dell’effetto citopatico del virus. Il ruolo del seme bovino nella trasmissione della malattia è stato argomento dibattuto per lungo tempo. Il virus è stato isolato dal seme bovino solo in condizioni sperimentali. Infatti, nei secreti e negli escreti degli animali infetti si rinvengono modeste quantità di virus. Anche l’infezione in utero del feto è stata dimostrata solo sperimentalmente e la trasmissione verticale dell’infezione non sembra avere un ruolo significativo nel mantenimento dell’infezione in un territorio. Il periodo di incubazione negli ovini è di 5-20 giorni, la malattia può manifestarsi in diverse forme cliniche. Le forme clinicamente apparenti sono più frequenti negli ovini e in alcune specie di cervidi, mentre negli altri ruminanti l’infezione decorre solitamente in forma inapparente; negli ovini la letalità può variare tra il 2% ed il 30%. Una significativa eccezione a quanto sopra riportati su è avuta nel 2006, nel corso dell’epidemia da BTV 8, che ha interessato i paesi del Nord Europa. Nel corso di tale epidemia infatti, i classici sintomi clinici di malattia sono stati comunemente osservati nei bovini, dove, però, la letalità è risultata quasi del tutto assente. Forma iperacuta: gli animali muoiono senza segni clinici o per asfissia conseguente al grave edema polmonare.
MANUALE OPERATIVO FEBBRE CATARRALE DEGLI OVINI Sezione n. 1 Titolo della sezione : INTRODUZIONE Rev. n. 1, Aprile 2007 Pag. 7 di 8 Forma acuta: il primo sintomo a comparire è la febbre (fino a 42°C) che persiste per circa 6-8 giorni. In seguito si osserva depressione, inappetenza, rapida perdita di peso, edema delle labbra, della lingua, del retrobocca e della punta del petto. La mucosa orale può essere arrossata, cianotica, talora con petecchie ed erosioni. Anche la lingua può essere tumefatta e cianotica (da questo il nome di “blue tongue”). Le labbra sanguinano facilmente e le lesioni buccali necrotiche causano un alito fetido che talvolta è il primo segno clinico rilevato. Possono comparire emorragie petecchiali sul musello e sulla mucosa oculare, talora accompagnate da congiuntivite. Si osservano forme respiratorie con scolo nasale e croste attorno alle narici, edema polmonare e polmonite. A livello cutaneo invece possono essere messe in evidenza aree di iperemia che sfociano in dermatite circoscritta, che sono più gravi nei punti esposti direttamente alla luce del sole. E’ possibile la perdita del vello. Gli animali manifestano rigidità locomotoria o zoppia in seguito alle lesioni muscolari e podali, le lesioni muscolari possono provocare anche torcicollo. L’esame del piede può evidenziare una linea o zona rosso-porpora sulla cute in corrispondenza del cercine coronario, erosioni sul cercine ed emorragie del tessuto corneo. Dopo la guarigione rimane nel corno degli unghielli un’evidente increspatura, che persiste per molti mesi e costituisce un evidente segno della malattia anche durante la fase convalescente, quando tutti gli altri segni sono scomparsi. Negli agnelli in certi casi prima della morte si osserva diarrea emorragica. Le pecore gravide possono abortire. Nei feti che si sono infettati durante la gravidanza possono essere messe in evidenza malformazioni congenite (idrocefalo interno, cecità, artrogriposi, scoliosi, cifosi e prognatismo). L’esposizione degli animali infetti alla luce solare accresce la gravità della malattia e la mortalità aumenta drammaticamente quando gli ovini infetti sono esposti a condizioni di freddo umido come spesso accade nel tardo autunno. I soggetti che sopravvivono alle forme acute (gli altri muoiono in 8-10 giorni) guariscono di solito dopo una lunga convalescenza, talora con alopecia, sterilità e ritardi nell’accrescimento. Forma cronica: gli animali possono morire per polmoniti batteriche secondarie o per il grave deperimento, oppure in certi casi il decorso può essere molto prolungato. Forma sub clinica: gli animali malati si riprendono in pochi giorni con completa remissione della sintomatologia. Quando la malattia si manifesta nei bovini decorre in genere in forma lieve con tassi di letalità molto bassi. LESIONI ANATOMOPATOLOGICHE Lesioni macroscopiche: si osservano aree cutanee iperemiche che sfociano in dermatite circoscritta con perdita del vello. La cute è congesta in corrispondenza del cercine coronario e, spesso, si osservano emorragie del tessuto corneo e laminite. Nell’apparato digerente e respiratorio sono presenti congestione, edema, emorragie e ulcerazioni delle mucose (bocca, esofago, prestomaci, intestino, cavità nasali, faringe, trachea e polmoni). Si osserva inoltre iperemia ed edema polmonare con molta schiuma in trachea e idrotorace. Nelle forme acute e iperacute, in caso di irruzione dei germi di sortita si possono osservare broncopolmonite bilaterale. Ci può essere idropericardio con presenza di
MANUALE OPERATIVO FEBBRE CATARRALE DEGLI OVINI Sezione n. 1 Titolo della sezione : INTRODUZIONE Rev. n. 1, Aprile 2007 Pag. 8 di 8 emorragie petecchiali sul pericardio. Talora sono presenti petecchie, ecchimosi e emorragie più gravi nella tunica media dell’arteria polmonare vicino alla sua base (da alcuni sono considerate patognomoniche di BT, ma in realtà sono presenti anche in altre malattie). Alcune volte sono presenti emorragie subcapsulari della milza, a cui si associa spesso splenomegalia. I linfonodi faringei, cervicali e toracici sono edematosi e ingrossati. Negli animali morti si osserva grave edema, emorragie e degenerazione muscolari. Lesioni microscopiche: nelle mucose: è presente infiltrazione di cellule mononucleate e degenerazione e necrosi delle cellule epiteliali con accumulo di inclusi acidofili intracitoplasmatici. Nella muscolatura si osserva degenerazione ialina, necrosi e mineralizzazione di singole fibre muscolari ed inoltre edema, emorragie, infiltrazione di neutrofili, macrofagi e linfociti. Nei vasi sanguigni può essere presente coagulazione intravasale disseminata.
MANUALE OPERATIVO FEBBRE CATARRALE DEGLI OVINI Sezione n. 2 Titolo della sezione : SOSPETTO/CONFERMA DI CIRCOLAZIONE Rev. n. 1, aprile 2007 VIRALE Pag. 1 di 6 SOSPETTO/CONFERMA DI CIRCOLAZIONE VIRALE 2.1 SOSPETTO DI CIRCOLAZIONE VIRALE............................................................................. 2 2.1.1 SEGNALAZIONE DI SINTOMATOLOGIA CLINICA COMPATIBILE.................... 2 2.1.1.1 Segnalazione/attivazione accesso............................................................................. 2 2.1.1.2 Accesso in allevamento............................................................................................... 2 2.1.1.3 Verifica del sospetto .................................................................................................... 2 2.1.1.4 Infondatezza del sospetto.......................................................................................... 3 2.1.1.5 Fondatezza del sospetto ............................................................................................ 3 2.1.2 SEGNALAZIONE DI POSITIVITÀ SIEROLOGICA SU ANIMALI SENTINELLA O NEL CASO DI POSITIVITÀ SIEROLOGICA NEL CORSO DELLA SORVEGLIANZA IN AREA A ....................................................................................... 4 2.1.3 SEGNALAZIONE DI POSITIVITÀ VIROLOGICA SU INSETTI VETTORI .............. 4 2.2 CONFERMA DELLA CIRCOLAZIONE VIRALE................................................................. 4 2.2.1 CONFERMA DELLA PRESENZA DELLA MALATTIA .............................................. 5 2.2.2 CONFERMA DELLA PRESENZA DELL’INFEZIONE DURANTE LE ATTIVITÀ DI SORVEGLIANZA........................................................................................................ 5 2.3 REVOCA DEL SOSPETTO ....................................................................................................... 5 2.4 DEFINIZIONE DELLA ZONA DI PROTEZIONE E DELLA ZONA DI SORVEGLIANZA ...................................................................................................................... 5 2.5. CAMPIONI PER GLI ESAMI DI LABORATORIO .............................................................. 5 2.5.1 CAMPIONI DA PRELEVARE IN CASO DI SOSPETTO FOCOLAIO....................... 5 2.5.2 MODALITÀ DI CONSERVAZIONE E INVIO DI CAMPIONI ................................... 5
MANUALE OPERATIVO FEBBRE CATARRALE DEGLI OVINI Sezione n. 2 Titolo della sezione : SOSPETTO/CONFERMA DI CIRCOLAZIONE Rev. n. 1, aprile 2007 VIRALE Pag. 2 di 6 2.1 SOSPETTO DI CIRCOLAZIONE VIRALE Il sospetto di circolazione virale può essere emesso in seguito a: segnalazione di sintomatologia clinica riferibile a Febbre catarrale degli ovini sieroconversione di animali sentinella o nel caso di positività sierologica nel corso della sorveglianza in area A (vedi sezione 7) presenza del virus o di materiale virale in insetti vettori 2.1.1 SEGNALAZIONE DI SINTOMATOLOGIA CLINICA COMPATIBILE 2.1.1.1 SEGNALAZIONE/ATTIVAZIONE ACCESSO In caso di segnalazione di sospetto di Febbre catarrale degli ovini, il Veterinario Ufficiale, o altro personale del Servizio Veterinario della AUSL, registra immediatamente le seguenti informazioni: - data e ora della segnalazione; - nome, cognome e qualifica di chi ha fatto la comunicazione (veterinario AUSL, veterinario aziendale, veterinario libero professionista, allevatore, commerciante, ecc.); - nome dell’allevatore, codice azienda, indirizzo e numero telefonico, ecc.; - ubicazione, tipologia, specie animali presenti e consistenza dell’allevamento; - sintomi rilevati ed eventuali perdite; - possibile imminente movimentazione di animali; - eventuale presenza in allevamento di insetticidi. Il Veterinario Ufficiale, in caso di sospetto segnalato da altri o evidenziato in prima persona durante lo svolgimento dei compiti d’istituto, impartisce le prime istruzioni per impedire lo spostamento di animali da e per l’allevamento. Inoltre: - avvisa il Responsabile del Servizio Veterinario della AUSL; - contatta l’IZS competente per territorio e prende accordi per il sopralluogo nell’azienda sospetta; - recupera il kit n. 1 (Sezione 9) contenente il materiale necessario per il sopralluogo e i documenti amministrativi comprensivi della modulistica necessaria per l’alimentazione del Sistema Informativo Nazionale per la Febbre catarrale degli ovini. 2.1.1.2 ACCESSO IN ALLEVAMENTO Il Veterinario Ufficiale e quello dell’IZS, si recano immediatamente nell’allevamento. Il personale che entra nell’azienda sospetta deve essere numericamente lo stretto indispensabile ed entrare contemporaneamente. Quando i veterinari giungono in azienda, dovranno: - parcheggiare la propria autovettura all’esterno dell’azienda o comunque a debita distanza; - indossare l’abbigliamento monouso in equipaggiamento presente nei kit, avendo cura di riporre nella zona dove è avvenuto il cambio dei vestiti 2 sacchi di plastica capienti, del disinfettante, un paio di guanti in lattice; - portarsi al seguito il rimanente materiale dei kit 1 e 2 (Sezione 9). 2.1.1.3 VERIFICA DEL SOSPETTO Il Veterinario Ufficiale in collaborazione con il personale dell’IZS competente per territorio, procede a:
MANUALE OPERATIVO FEBBRE CATARRALE DEGLI OVINI Sezione n. 2 Titolo della sezione : SOSPETTO/CONFERMA DI CIRCOLAZIONE Rev. n. 1, aprile 2007 VIRALE Pag. 3 di 6 - verificare la presenza o meno di sintomi riferibili a Bluetongue; - sottoporre a visita clinica tutti gli animali presenti in azienda e rilevare la temperatura corporea a tutti gli animali sospetti; - sottoporre ad esame anatomo-patologico gli animali morti o gli animali abbattuti in stato preagonico. 2.1.1.4 INFONDATEZZA DEL SOSPETTO Quando con la visita clinica e gli eventuali esami anatomo-patologici sia possibile escludere la presenza di Febbre catarrale degli ovini e di qualsiasi malattia denunciabile secondo la legislazione vigente, il Veterinario Ufficiale lascia l’allevamento senza applicare alcuna misura di restrizione. 2.1.1.5 FONDATEZZA DEL SOSPETTO Quando i sintomi osservati o l’esame anatomo-patologico evidenziano segni riferibili a Febbre catarrale degli ovini, il Veterinario Ufficiale in collaborazione con il personale dell’IZS competente per territorio, procede a : i. prelevare i campioni di siero e di sangue con EDTA dagli animali con sintomatologia clinica e i campioni di organi dagli animali morti o abbattuti perché in stato preagonico. Il tipo di campione, le modalità di conservazione e di invio dei campioni sono specificate al punto 2.5; ii. se giudicato necessario dal CESME o dall’Osservatorio epidemiologico regionale territorialmente competente, in collaborazione con il referente per l’entomologia dell’IZS competente per territorio, posizionare nell’allevamento una trappola per gli insetti vettori ed effettuare le catture per due notti consecutive; iii. porre l'azienda sotto sequestro cautelativo (Sezione 9) con il divieto di spostamento degli animali all’interno dell’allevamento e di movimentazione degli animali delle specie recettive da e per l’allevamento, tenendo conto del ruolo dei vettori; iv. effettuare il censimento ufficiale degli animali, con indicazione, per ciascuna specie, del numero di animali già morti, infetti o suscettibili di essere infetti avendo cura di raccogliere le informazioni richieste dalla Scheda SBT01 (vedi Sezione 8); v. predisporre l’aggiornamento settimanale del censimento per tutto il periodo del sospetto ed effettuare visite cliniche settimanali per tutto il periodo di sospetto ed eventualmente di focolaio attivo registrando le informazioni nelle Schede SBT02 e SBT03 (vedi Sezione 8); vi. effettuare un’attenta indagine epidemiologica secondo lo schema riportato sulla Scheda di indagine epidemiologica (vedi Sezione 8) inviandone copia all’Unità di Crisi Regionale ed al CESME; vii. rintracciare e registrare le informazioni relative agli animali introdotti e usciti nei 3 mesi precedenti al sospetto; viii. censire i luoghi che possono favorire la sopravvivenza del vettore o che possono contenerlo e, in particolare, dei siti propizi alla sua riproduzione; ix. disporre l’isolamento degli animali durante le ore di attività dei vettori, qualora esistano i mezzi necessari per l’applicazione di tale misura; x. disporre, se ritenuto utile in funzione della situazione riscontrata, il trattamento degli animali con insetticidi autorizzati per gli stessi, nonché il trattamento all’interno e nei
MANUALE OPERATIVO FEBBRE CATARRALE DEGLI OVINI Sezione n. 2 Titolo della sezione : SOSPETTO/CONFERMA DI CIRCOLAZIONE Rev. n. 1, aprile 2007 VIRALE Pag. 4 di 6 dintorni dei fabbricati di stabulazione, in particolar modo nei luoghi ecologicamente propizi all’insediamento di colonie di culicidi; xi. disporre la distruzione, l’eliminazione, l’incenerimento o il sotterramento delle carcasse degli animali morti nell’azienda secondo le modalità previste in Sezione 5; xii. porre sotto sequestro l’allevamento e comunicare il sospetto /insorgenza di malattia all’Autorità competente; xiii. denunciare il sospetto/insorgenza di malattia al Responsabile del Servizio Veterinario della AUSL competente per territorio che provvederà a comunicare via fax il sospetto di malattia infettiva alla DGSAFV (06-59946185) ed al competente Servizio Veterinario della Regione; inviare contestualmente via fax la scheda SBT01 (vedi Sezione 8) all’IZS competente o ai Servizi autorizzati di alimentare il SI. Tutti i campioni inviati all’IZS competente per territorio o al CESME devono essere accompagnati dalla scheda SBT05 (Sezione 8), nel caso di sangue e organi, e dalla scheda SBT06 (Sezione 8) nel caso di insetti. Ciascuna scheda deve essere completa di tutte le informazioni richieste. 2.1.2 SEGNALAZIONE DI POSITIVITÀ SIEROLOGICA SU ANIMALI SENTINELLA O NEL CASO DI POSITIVITÀ SIEROLOGICA NEL CORSO DELLA SORVEGLIANZA IN AREA A In caso di positività sierologica al test ELISA, l’IZS competente per territorio informa il Servizio Veterinario dell’AUSL ed invia il campione o i campioni di siero al CESME per la conferma. Il servizio veterinario dell’AUSL competente per territorio provvede a: - prelevare un campione di siero e uno di sangue con EDTA da ciascun animale sentinella (o da un campione rappresentativo dell’allevamento in area A facendo riferimento alla tabella 1); le modalità di conservazione e di invio dei campioni sono specificate al punto 2.5. - compilare la Scheda SBT05, barrando la casella «motivo 2 - a seguito di precedente positività nell’azienda», come motivo di prelievo del campione; - inviare al più presto i campioni con le relative schede al CESME. 2.1.3 SEGNALAZIONE DI POSITIVITÀ VIROLOGICA SU INSETTI VETTORI In caso di positività virologica alla PCR o di isolamento del virus della Febbre catarrale degli ovini da insetti vettori, il CESME comunica la positività alla DGSAFV, all’ente competente che ha prelevato i campioni ed al Servizio Veterinario Regionale. La positività virologica è in questo caso considerata conferma della circolazione virale (vedi punto 2.2.2) e viene inserita direttamente nel SI. 2.2 CONFERMA DELLA CIRCOLAZIONE VIRALE La conferma di circolazione virale può avvenire in seguito a: conferma della presenza della malattia; conferma della presenza dell’infezione durante le attività di sorveglianza sierologica ed entomologica .
MANUALE OPERATIVO FEBBRE CATARRALE DEGLI OVINI Sezione n. 2 Titolo della sezione : SOSPETTO/CONFERMA DI CIRCOLAZIONE Rev. n. 1, aprile 2007 VIRALE Pag. 5 di 6 2.2.1 CONFERMA DELLA PRESENZA DELLA MALATTIA In un territorio indenne da infezione la presenza del virus viene confermata sulla base degli esiti degli esami di laboratorio (sierologici e virologici). In caso di epidemia, l’autorità competente può anche confermare la presenza in base a risultati clinici o epidemiologici. 2.2.2 CONFERMA DELLA PRESENZA DELL’INFEZIONE DURANTE LE ATTIVITÀ DI SORVEGLIANZA Durante le attività di sorveglianza sierologica ed entomologica la presenza dell’infezione è confermata quando: campioni di siero o di sangue di uno o più animali sentinella (o nel corso della sorveglianza in area A) risultati positivi all’ELISA sono confermati in SN o PCR o isolamento virale dal CESME; è stata evidenziata la positività virologica su insetti vettori. 2.3 REVOCA DEL SOSPETTO Quando gli esami sierologici e virologici escludono la presenza del virus della Febbre catarrale degli ovini, il Veterinario Ufficiale revoca i provvedimenti di cui al punto 2.1.1.5, lettere iii), e ix). Provvede inoltre a comunicare la revoca del sospetto al Ministero della Salute, al Servizio Veterinario Regionale ed all’IZS competente o ai Servizi autorizzati ad alimentare il SI. 2.4 DEFINIZIONE DELLA ZONA DI PROTEZIONE E DELLA ZONA DI SORVEGLIANZA Quando la presenza della malattia o dell’infezione è confermata ufficialmente, il Ministero della salute definisce la zona di protezione e la zona di sorveglianza (vedi Sezione 3). 2.5. CAMPIONI PER GLI ESAMI DI LABORATORIO 2.5.1 CAMPIONI DA PRELEVARE IN CASO DI SOSPETTO FOCOLAIO Devono essere prelevati i seguenti campioni: a. siero di sangue b. sangue intero c. milza, linfonodi meseraici, midollo osseo d. carcasse di animali, feti abortiti, animali, nati morti o malformati e. insetti 2.5.2 MODALITÀ DI CONSERVAZIONE E INVIO DI CAMPIONI Siero di sangue: i campioni devono essere separati dal coagulo, essere raccolti in provette sterili di plastica o di altro materiale infrangibile ed identificati singolarmente. Quantità minima da inviare: 4 ml. I campioni devono essere conservati a 4°C.
MANUALE OPERATIVO FEBBRE CATARRALE DEGLI OVINI Sezione n. 2 Titolo della sezione : SOSPETTO/CONFERMA DI CIRCOLAZIONE Rev. n. 1, aprile 2007 VIRALE Pag. 6 di 6 Sangue intero: I campioni devono essere prelevati con EDTA da animali con sintomi di malattia o in ipertermia e identificati individualmente. Quantità minima da inviare: 6 ml. I campioni devono essere conservati a 4° C (NON VANNO CONGELATI!) Milza, linfonodi meseraici, midollo osseo: la milza e i linfonodi devono essere prelevati da animali morti o abbattuti perché in fase preagonica. Il midollo osseo può essere prelevato in caso di carcasse in cattivo stato di conservazione. I campioni devono essere inviati in contenitori a tenuta stagna, ad una temperatura di 4°-8° C all’IZS competente per territorio che procederà all’immediato invio al CESME. I campioni inviati oltre le 48 ore devono essere conservati a – 80°C Carcasse di animali, feti abortiti, animali, nati morti o malformati: quando non è possibile effettuare in campo l’esame necroscopico o il prelievo di organi le carcasse sono trasportate in sacchi di plastica ben chiusi o in contenitori a tenuta stagna, ad una temperatura di 4°-8° C, all’IZS competente per territorio, che procederà alla raccolta dei campioni e all’invio al CESME. I feti abortiti e le carcasse degli animali nati morti o malformati devono pervenire all’IZS competente per il territorio entro 24 ore dall’aborto o dal decesso e al CESME entro 48 ore dall’aborto o dal decesso e devono essere conservati a 4°C. I campioni inviati oltre le 48 ore devono essere conservati a – 80°C. In entrambi i casi durante la spedizione va garantita la catena del freddo. Insetti: i campioni devono essere raccolti in alcool etilico al 70% o , in caso di necessità di isolamento virale, in PBS antibiotato e inviati entro 24 ore dal prelievo al CESME. Tutti i campioni per gli esami di laboratorio devono pervenire al CESME entro 48 ore dal prelievo e durante la spedizione va garantita la catena del freddo. Quando risulti impossibile rispettare i tempi previsti il Servizio Veterinario Regionale, sentito l’IZS di competenza, dispone che l’invio dei campioni al CESME avvenga a cura del Servizio Veterinario delle AUSL.
MANUALE OPERATIVO FEBBRE CATARRALE DEGLI OVINI Sezione n. 3 Titolo della sezione : ZONA DI PROTEZIONE E ZONA DI Rev. n. 1, aprile 2007 SORVEGLIANZA Pag. 1 di 6 ZONA DI PROTEZIONE E ZONA DI SORVEGLIANZA 3.1 MISURE SANITARIE PREVISTE IN PRESENZA DI CIRCOLAZIONE VIRALE............... 2 3.1.1 COMPETENZE DEL LIVELLO CENTRALE – Autorità Centrale ................................... 2 3.1.1.1 Definizione della zona di sorveglianza e di protezione ............................................. 2 3.1.1.1.1 Confini della zona di protezione............................................................................ 2 3.1.2 COMPETENZE DEL LIVELLO REGIONALE – Autorità regionale .............................. 3 3.1.3 COMPITI DEL LIVELLO TERRITORIALE – Servizi Veterinari Locali .......................... 3 3.2 ATTIVITÀ NELLA ZONA DI PROTEZIONE ........................................................................... 3 3.2.1 ATTIVITÀ NELL’ALLEVAMENTO CON CIRCOLAZIONE VIRALE.......................... 3 3.2.2 ATTIVITÀ NEL TERRITORIO .............................................................................................. 4 3.3 ATTIVITÀ NELLA ZONA DI SORVEGLIANZA ..................................................................... 5 3.4 REVOCA DELLA ZONA DI PROTEZIONE.............................................................................. 5 3.5 REVOCA DELLA ZONA DI SORVEGLIANZA........................................................................ 5 Tabella 3.1 – Numero di bovini da esaminare per ciascuna azienda....................................... 6
MANUALE OPERATIVO FEBBRE CATARRALE DEGLI OVINI Sezione n. 3 Titolo della sezione : ZONA DI PROTEZIONE E ZONA DI Rev. n. 1, aprile 2007 SORVEGLIANZA Pag. 2 di 6 3.1 MISURE SANITARIE PREVISTE IN PRESENZA DI CIRCOLAZIONE VIRALE Quando la presenza della malattia o dell’infezione è confermata ufficialmente l’Autorità centrale, i Servizi Veterinari territoriali ed il Servizio Veterinario Regionale, ciascuno per le proprie competenze, adottano le misure di seguito indicate. 3.1.1 COMPETENZE DEL LIVELLO CENTRALE – AUTORITÀ CENTRALE Il Ministero della Salute definisce, con il supporto del CESME, le zone di protezione e di sorveglianza, aggiorna la loro estensione sulla base delle attività di sorveglianza effettuate sul territorio interessato e ne dà comunicazione all’Unione Europea. I criteri e le modalità per stabilire la zona di sorveglianza e di protezione sono riportati al punto 3.1.1.1. Il Ministero della Salute stabilisce nelle zone di sorveglianza e di protezione il divieto di movimentazione degli animali appartenenti alle specie sensibili, del loro sperma, ovuli ed embrioni verso la restante parte del territorio nazionale, verso gli altri Stati membri dell’Unione Europea nonché verso i Paesi terzi. Sulla base del livello di rischio di diffusione del virus nel territorio dove è stata confermata la circolazione virale, il divieto di movimentazione può interessare più territori provinciali, un solo territorio provinciale o parte di esso. Il Ministero della Salute definisce le condizioni per eventuali deroghe al divieto di movimentazione e le diffonde attraverso specifiche disposizioni. Sulla base del livello di rischio di diffusione del virus nel territorio, il Ministero della Salute stabilisce inoltre i territori provinciali o comunali ove è fatto obbligo di vaccinazione. 3.1.1.1 DEFINIZIONE DELLA ZONA DI SORVEGLIANZA E DI PROTEZIONE La Zona di Sorveglianza (ZS) comprende di norma tutto il territorio della provincia dove si è verificata la circolazione virale. Sulla base del livello di rischio di diffusione del virus, la zona di sorveglianza può interessare più territori provinciali, un solo territorio provinciale o parte di esso. La ZS è definita periodicamente dall’Autorità centrale con Ordinanza ministeriale. La Zona di Protezione (ZP) si estende di norma per un raggio di 20 km intorno all’azienda dove è stata evidenziata circolazione virale. 3.1.1.1.1 Confini della zona di protezione La zona comprende se sono disponibili le coordinate geografiche dell’azienda con infezione in atto, il territorio di tutti i Comuni inclusi anche parzialmente in un raggio di 20 km attorno all’azienda con infezione in atto; se non sono disponibili le coordinate geografiche dell’azienda con infezione in atto, il territorio di tutti i Comuni inclusi anche parzialmente in un raggio di 20 km attorno ai confini del Comune dove insiste l’azienda con infezione in atto. I confini della zona di protezione possono essere modificati in seguito alla disponibilità di ulteriori informazioni, quali: acquisizione delle coordinate geografiche delle aziende infette; acquisizione delle informazioni relative allo stato sanitario dei territori circostanti l’azienda infetta ed all’estensione della circolazione virale;
MANUALE OPERATIVO FEBBRE CATARRALE DEGLI OVINI Sezione n. 3 Titolo della sezione : ZONA DI PROTEZIONE E ZONA DI Rev. n. 1, aprile 2007 SORVEGLIANZA Pag. 3 di 6 acquisizione di informazioni meteorologiche od entomologiche; livello di copertura vaccinale delle popolazioni interessate; ulteriori informazioni raccolte mediante indagini ad hoc. I confini della zona di protezione infine possono essere ridotti quando la circolazione virale è evidenziata in un’area a rischio meno elevato. La riduzione della zona di protezione in questo caso dipende dal livello e dai risultati della sorveglianza sierologica effettuata sul territorio negli ultimi 60 giorni. L’elenco dei Comuni inclusi nella zona di protezione è pubblicato settimanalmente sul sito www.izs.it/emergenze/bluetongue, salvo specifiche richieste od esigenze che ne impongano una pubblicazione immediata. 3.1.2 COMPETENZE DEL LIVELLO REGIONALE – AUTORITÀ REGIONALE L’Autorità Regionale competente, anche tramite il Servizio veterinario regionale, provvede a: a. convocare l’Unità di Crisi Regionale b. disporre ed aggiornare, se previsto, le zone di protezione (ZP) e di sorveglianza (ZS) secondo le indicazioni del Ministero della Salute c. diffondere le norme e le disposizioni stabilite dal Ministero della Salute e dell’Unione Europea d. disporre, coordinare e verificare le attività previste sul territorio di propria competenza e. assicurare l’invio dei dati e delle informazioni al sistema informativo nazionale (SI) e la loro diffusione a livello regionale f. organizzare corsi di formazione ed addestramento per il personale dei Servizi Veterinari e degli Istituti Zooprofilattici Sperimentali in collaborazione con la DGSAFV ed il CESME. 3.1.3 COMPITI DEL LIVELLO TERRITORIALE – SERVIZI VETERINARI LOCALI Quando è confermata la presenza di sintomatologia clinica riferibili a Febbre catarrale degli ovini il Servizio Veterinario Locale notifica la conferma via fax alla Direzione Generale della Sanità Animale e del Farmaco Veterinario (06-59946185), al Servizio Veterinario della Regione, al Sindaco (o ai Sindaci) e al CESME. Di concerto con le autorità competenti e l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale, competenti per il territorio, attua tutte le misure previste ai successivi punti 3.2 e 3.3 per: documentare il decorso della malattia nell’ambito dell’allevamento e del territorio sede di focolaio limitare, per quanto possibile, la diffusione dell’infezione sul territorio stabilire l’ampiezza della diffusione dell’infezione sul territorio 3.2 ATTIVITÀ NELLA ZONA DI PROTEZIONE 3.2.1 ATTIVITÀ NELL’ALLEVAMENTO CON CIRCOLAZIONE VIRALE Il Servizio Veterinario della A.ULS competente per territorio procede a: a. Posizionare nell’allevamento (se giudicato necessario dal CESME o dall’Osservatorio epidemiologico regionale territorialmente competente e se non già posizionata al
MANUALE OPERATIVO FEBBRE CATARRALE DEGLI OVINI Sezione n. 3 Titolo della sezione : ZONA DI PROTEZIONE E ZONA DI Rev. n. 1, aprile 2007 SORVEGLIANZA Pag. 4 di 6 momento del sospetto) una trappola per gli insetti vettori in collaborazione con il referente in materia dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale competente per territorio ed effettuare le catture per due notti consecutive. La prima cattura dovrà essere effettuata entro 24 ore dalla comunicazione dell’avvenuta conferma di positività. Inviare le catture e le relative schede SBT06 (Sezione 8) debitamente compilate al Centro di Referenza Nazionale per le Malattie Esotiche – per il tramite dell’Istituto Zooprofilattico sperimentale competente per territorio – entro 24 ore dalla cattura stessa. b. effettuare - se non già effettuata al momento del sospetto - entro 48 ore dalla conferma ad una approfondita indagine epidemiologica (Sezione 8), in collaborazione con l'Istituto Zooprofilattico Sperimentale competente per territorio ed inviare immediatamente copia della scheda all’Unità di crisi Regionale e al CESME; c. In caso di presenza di malattia, c.1. qualora sussistano particolari condizioni epidemiologiche o motivi di benessere animale e sentiti la DGSAFV ed il CESME, abbattere tutti gli animali malati o infetti o parte di essi e contestualmente prelevare, ove richiesto dall’IZS competente per territorio o dal CESME, i campioni per il laboratorio (Sezione 2) c.2. effettuare una visita clinica settimanale, con esame clinico degli animali presenti e, ove praticabile e/o richiesto, esame autoptico dei morti e registrare i dati e le informazioni delle visite cliniche nelle schede SBT02 ed SBT03 (Sezione 8). La scheda SBT02 e la scheda SBT03 devono essere inviata all’Istituto Zooprofilattico Sperimentale competente o ai Servizi incaricati dalla Regione di alimentare il Sistema informativo Nazionale tramite apposito software disponibile on-line sul sito www.izs.it. c.3. Verificare l’aggiornamento del registro di stalla con la registrazione di tutti gli animali nati o morti nel periodo. 3.2.2 ATTIVITÀ NEL TERRITORIO Il Servizio Veterinario della A.ULS competente per territorio, di concerto con le autorità competenti, procede a: a. effettuare il censimento, ove non esistente ai sensi del DPR 317/96, di tutte le aziende con animali sensibili alla Febbre catarrale degli ovini nel raggio di 20 km dall’azienda nella quale è stata confermata circolazione virale e rilevare le coordinate geografiche relative all’ubicazione di ciascun allevamento; nelle aree A e B (vedi sezione 7) b. effettuare visite cliniche periodiche per almeno 15 giorni in tutti gli allevamenti ovi- caprini nel raggio di b.1. almeno 20 km dall'azienda o dalle aziende dove è stata confermata la presenza della malattia b.2. almeno 4 km dall’azienda con sieroconversione o con PCR positiva sugli insetti. In ciascuna azienda ovi-caprina dovranno essere effettuate almeno 2 visite a non meno di 7 giorni l’una dall’altra. Le visite cliniche effettuate dovranno essere registrate nella scheda SBT03 (Sezione 8) barrando, nella colonna motivo della visita, la casella relativa alla dicitura "Monitoraggio zone a rischio". I dati contenuti nelle schede SBT03 devono alimentare almeno settimanalmente il SI tramite l’apposito software disponibile on-line sul sito www.izs.it.
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