FATTORI DI EMISSIONE DALLA COMBUSTIONE DI LEGNA E PELLET IN PICCOLI APPARECCHI DOMESTICI

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FATTORI DI EMISSIONE DALLA COMBUSTIONE DI LEGNA E PELLET IN PICCOLI APPARECCHI DOMESTICI
FATTORI DI EMISSIONE DALLA COMBUSTIONE DI LEGNA E PELLET

                                                                                                                                IdAAria
IN PICCOLI APPARECCHI DOMESTICI

                   Stefano Caserini1, Senem Ozgen1,*, Silvia Galante1, Michele Giugliano1,
                           Francesca Hugony2, Gabriele Migliavacca2, Carmen Morreale2
                                1
                                 Politecnico di Milano, Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale, Milano.
                                2
                                 INNOVHUB- Stazione Sperimentale per i combustibili, San Donato Milanese.

Sommario ­– Sono presentati i risultati di una campagna       Abstract – The aim of this study was to report emis-
sperimentale in cui sono state misurate le emissioni di       sion factors of pollutants (i.e., carbon monoxide, ni-
apparecchi domestici di combustione di biomasse le-           trogen oxides, non-methane hydrocarbons, particula-
gnose, 4 ad alimentazione manuale (camino aperto,             te matter, polycyclic aromatic hydrocarbons, dioxins)
camino chiuso, stufa tradizionale e stufa avanzata) e 2       from bio​mass burning residential heating appliances.
automatici a pellet. Gli apparecchi manuali sono stati        The influence of several factors such as biomass type,
testati utilizzando cicli di combustione in grado di simu-    appliance and combustion cycle was investigated.
lare le modalità di utilizzo riscontrate nella realtà.        Four manually fed (6-11 kW) firewood burning and
Sono stati effettuati 68 cicli di combustione su appa-        two automatic wood pellets (8.8-25 kW) appliances
recchi ad alimentazione manuale e 12 su apparecchi            were tested under real-world operating conditions in
automatici; per ciascun ciclo sono stati misurati i pa-       order to determine the actual environmental perfor-
rametri di combustione, nonché le emissioni di parti-         mance of the appliance. The experimental EFs were
colato (PM), monossido di carbonio (CO), ossidi di            also compared with the values proposed by the Euro-
azoto (NOx) e composti organici volatili non meta-            pean emission inventory guidebook used in the local
nici (COVNM). Sono inoltre state effettuate misure            inventory in order to evaluate their representativeness
aggiuntive di idrocarburi policiclici aromatici (IPA),        of real world emissions.
diossine, frazioni fini del particolato.                      The composite macropollutant EFs for manually fed ap-
I fattori di emissione medi relativi agli apparecchi ad       pliances are: for CO 5858 g GJ-1, for NOx 122 g GJ-1,
alimentazione manuale sono risultati: per il CO 5858 g        NMHC 542 g GJ-1, PM 254 g GJ-1, whereas emissions
GJ-1; per NOx 122 g GJ-1, per COVNM 542 g GJ-1, per           are much lower for automatic pellets appliances: CO
PM 254 g GJ-1. Si tratta di valori molto più elevati di       219 g GJ-1, for NOx 66 g GJ-1, NMHC 5 g GJ-1, PM
quelli riscontrati nel caso di apparecchi automatici (CO      85 g GJ-1. The open fireplace appears to have very high
219 g GJ-1, NOx 66 g GJ-1, NMCOV 5 g GJ-1, PM 85              emission factors, however traditional and advanced sto-
g GJ-1). Le emissioni di macroinquinanti più elevate si       ves show the highest overall CO EFs. Especially for the
sono riscontrate nel camino aperto, con l’eccezione del       advanced stove real-world emissions are far worse than
CO, che è risultato più elevato nelle stufe (tradizionale     those measured under cycles used for type testing of
ed avanzata). In molti cicli, la stufa avanzata è risultata   residential solid fuel appliances. No great difference is
avere emissioni molto prossime a quelle della stufa tra-      observed for different firewood types in batch working
dizionale.                                                    appliances, diversely the quality of the pellets is obser-
Le differenze nelle emissioni per le diverse tipolo-          ved to influence directly the emission performance of
gie di legna utilizzate non sono risultate statistica-        the automatic appliances. Benzo(b)fluoranthene is the
mente significative; viceversa i fattori di emissione         PAH with the highest contribution (110 mg GJ-1 for ma-
di PM dalla combustione di pellet di alta qualità in          nual appliances and 2 mg GJ-1 for automatic devices)
apparecchi automatici sono sensibilmente inferiori            followed by benzo(a)pyrene (77 mg GJ-1 for manual ap-
rispetto a quelli per il pellet di scarsa qualità; tale       pliances and 0,8 mg GJ-1 for automatic devices).
differenza si attenua in caso di utilizzo di pellet di
                                                              Parole chiave: materiale particolato; ciclo di combustione;
scarsa qualità.                                               pellet; stufe; caminetti.
Le emissioni di IPA sono risultate più di un ordine di        Keywords: particulate matter; emission factor; combustion
grandezza più elevate negli apparecchi ad alimentazione       cycle; pellets; stoves; fireplaces.
manuale rispetto a quelli ad alimentazione automatica.
Il Benzo(b)fluorantene fornisce il maggiore contributo        Ricevuto il 22-07-2014; Correzioni richieste il 01-10-2014; Ac-
alle emissioni di IPA (110 mg GJ-1 per apparecchi ma-         cettazione finale il 20-10-2014.
nuali, 2 mg GJ-1 per i dispositivi automatici) seguito da
benzo(a)pirene (77 mg GJ-1 per apparecchi manuali e           1. INTRODUZIONE
0,8 mg GJ-1 per i dispositivi automatici).
                                                              La combustione domestica della biomassa costitu-
                                                              isce un’importante fonte di emissioni in atmosfera,
* Piazza Leonardo da Vinci 32, 20133 Milano.
                                                              ed è anche una delle sorgenti la cui quantificazione
tel. +39-02-2399-6430; fax. +39-02-2399-6499,
senem.ozgen@polimi.it                                         presenta i più ampi margini di incertezza, sia per

                                                                                    Ingegneria dell’Ambiente Vol. 1, n.1/2014     27
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IdAAria    il suo carattere diffuso sia per la scarsità di studi       carbon (BC) e carbonio organico (OC) - sia per il
            specifici, soprattutto nel sud Europa.                      forte potenziale climalterante associato soprattutto
            Dal punto di vista della qualità dell’aria, la biomas-      al BC, sia perché l’OC rappresenta la frazione più
            sa ha un incidenza molto rilevante, oltre che per           tossica del particolato. Anche su questo tema, nei
            il materiale particolato (PM), per le emissioni di          contesti dell’Europa occidentale la combustione
            idrocarburi policiclici aromatici (IPA). La combu-          della legna rappresenta una delle sorgenti princi-
            stione a bassa temperatura, tipica delle biomasse           pali: costituisce anzi insieme al traffico la fonte di
            legnose, è infatti potenzialmente soggetta ad emis-         gran parte delle emissioni. Kupiainen e Klimont
            sioni specifiche molto alte di IPA, 100 volte supe-         (2007) hanno infatti stimato che combustione re-
            riore a quelle di una caldaia ad olio combustibile          sidenziale della legna e traffico sono responsabili
            (Ravindra et al., 2008); di rilievo risultano inoltre       nell’Europa occidentale del 60-67% delle emis-
            le emissioni di diossine (Lavric et al., 2004). La          sioni di BC e dell’85%-97% delle emissioni di
            presenza di queste sostanze rende il fumo da bio-           OC (con un 50% attribuibile alla biomassa). Uno
            massa una fonte di potenziali effetti nocivi per la         studio condotto sulla Lombardia (Caserini et al.,
            salute (Bolling et al., 2009).                              2013) ha stimato che il contributo della biomassa
            Una conferma dell’impatto derivante dalle bio-              è circa il 74% delle emissioni regionali di OC e il
            masse sulla qualità dell’aria viene anche dagli             31% di quelle di BC.
            studi basati sulla speciazione del particolato, che         Anche in Italia si va evidenziando la necessità di
            usano il levoglucosano (un prodotto intermedio              controllare gli impianti di combustione domestica
            di combustione della cellulosa), il potassio e più          della legna; tuttavia la ricerca scientifica su questo
            recentemente il rapporto 12C/14C come traccianti            argomento è particolarmente sviluppata nel mon-
            della combustione di legna. Il contributo comples-          do anglosassone e nel nord Europa, mentre nel sud
            sivo nella stagione invernale è stato quantificato ad       Europa gli studi sono ancora scarsi. Per le diverse
            esempio nel 10-20% per il particolato in Austria            caratteristiche climatiche e per le diversità culturali,
            (Caseiro et al., 2009) e nel 35-40% per la compo-           gli apparecchi a biomassa presentano caratteristiche
            nente organica del particolato in Svizzera (Lanz et         assai specifiche nei diversi contesti territoriali, che
            al., 2008). In Italia, uno studio specifico condot-         rendono i risultati ottenuti in altri paesi non imme-
            to in Lombardia (Gianelle et al., 2013) sui livelli         diatamente applicabili. Si veda ad esempio per i
            di contaminazione ambientale da IPA, ha rilevato            dispositivi di piccole dimensioni la prevalenza dei
            livelli di contaminazione più elevati non nell’area         camini aperti e chiusi in Italia (Caserini et al., 2007),
            urbana di Milano – dove risulta massima la con-             delle stufe in nord Europa o, per il pellet, l’utiliz-
            centrazione di altri macroinquinanti – ma nelle sta-        zo quasi esclusivo in stufe in Italia, laddove altrove
            zioni situate in aree montane, dove la combustione          prevalgono largamente le caldaie. Sempre per moti-
            della biomassa risulta la fonte prevalente.                 vi di diversità ambientale, variano anche le essenze
            La combustione della biomassa è sempre stata rite-          legnose prevalentemente utilizzate e le modalità di
            nuta un problema che riguardava, in Europa, essen-          stagionatura e di alimentazione in camera di combu-
            zialmente la Scandinavia e le aree alpine. Tuttavia         stione – anche in relazione alle caratteristiche clima-
            studi più recenti hanno dimostrato un’incidenza non         tiche prevalenti. Esistono inoltre fattori di variabili-
            trascurabile nelle aree urbane di Berlino, Londra           tà intrinsechi al processo: le emissioni più elevate
            e Parigi: a Parigi l’influenza della legna sulle con-       sono generalmente associate ad una combustione
            centrazioni di PM10 nelle aree periurbane si è di-          incompleta, che può essere determinata da una in-
            mostrata superiore a quella del traffico; contributi        sufficiente temperatura, da scarsità di ossigeno, da
            rilevanti sono stati stimati anche per Londra e Ber-        insufficiente tempo di residenza ed in generale dal-
            lino (si vedano gli studi citati in Fuller et al., 2013).   la variabilità delle condizioni ambientali all’interno
            Come segnalato anche da un editoriale della rivista         della camera di combustione (Van Loo e Koppejan,
            Amospheric Environment (Fuller et al., 2013), vi            2008; EC DG TREN, 2009; Nussbaumer, 2010).
            può essere il rischio concreto che la politica euro-        Questi elementi determinano un elevato grado di
            pea di promozione delle fonti rinnovabili produca           incertezza nei fattori di emissione utilizzati; in
            ulteriori incrementi delle concentrazioni di polveri        Lombardia, l’intervallo di confidenza al 95% per
            anche nelle grandi aree urbane, vanificando parzial-        le emissioni di PM dalla combustione domestica
            mente i miglioramenti della qualità dell’aria ottenuti      della biomassa è stato stimata pari al 60% del valo-
            grazie agli interventi degli ultimi decenni.                re mediano dell’intervallo (Pastorello et al., 2011;
            Un altro argomento che recentemente ha assunto              Caserini et al., 2013).
            interesse nella letteratura scientifica è quello del-       La campagna sperimentale presentata in questo la-
            le componenti carboniose del particolato - black            voro, realizzata nel corso del 2012 presso Innovhub

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FATTORI DI EMISSIONE DALLA COMBUSTIONE DI LEGNA E PELLET IN PICCOLI APPARECCHI DOMESTICI
- Stazioni Sperimentali per l’Industria - Divisione         di 6 kW e un rendimento termico (dichiarato)

                                                                                                                        IdAAria
Stazione Sperimentale per i Combustibili di San Do-         del 70%;
nato Milanese, nell’ambito di una ricerca congiunta       • la stufa avanzata dotata, di controllo manuale sia
fra DICA-Politecnico di Milano, ARPA Lombardia              dell’aria primaria che secondaria ha una potenza
ed ENEA (DIIAR, 2012; Ozgen et al., 2014), è stata          nominale di 8 kW e un rendimento dichiarato
condotta con l’obiettivo di stimare fattori di emissio-     del 75%.
ne più possibile rappresentativi della realtà italiana.
                                                          Tra gli apparecchi automatici sono invece state se-
                                                          lezionate una stufa e una caldaia a pellet; la stufa
2. MATERIALI E METODI                                     di piccole dimensioni rappresenta i dispositivi più
                                                          comunemente utilizzati in Italia, mentre la caldaia,
2.1 Apparecchi testati                                    dotata di sonda lambda, rappresenta la tecnologia
                                                          più avanzata disponibile sul mercato:
Per la determinazione dei fattori di emissione delle      • la stufa a pellet ha una potenza termica tra 2,6
biomasse legnose si è utilizzata un’ampia gamma              e 9 kW e un’efficienza del 91% è provvista di
di apparecchi di combustione, le cui caratteristiche         un serbatoio di alimentazione della capacità
in dettaglio sono riassunte in Tabella MS1 (mate-            di 18 kg, la camera di combustione è alimen-
riale supplementare). Questi dispositivi sono rap-           tata tramite una coclea che si attiva periodi-
presentativi delle principali tipologie in uso nel           camente. La stufa è inoltre provvista di una
settore domestico in Italia (Caserini et al., 2007) e        ventilazione forzata dell’aria calda che regola
in Europa (EEA, 2013).                                       simultaneamente l’ingresso dell’aria di com-
In particolare sono stati utilizzati 4 impianti ad           bustione;
alimentazione manuale di ciocchi di legno e 2 ad          • la caldaia a pellet ha una potenza termica da 7,3
alimentazione automatica di pellet (Figura 1). Tra           a 25 kW e un’efficienza del 93% è, collegata ad
gli apparecchi manuali sono stati selezionati due            un impianto idraulico di gestione del liquido ter-
camini e due stufe:                                          movettore e di misura e smaltimento dell’ener-
• il caminetto aperto è rappresentativo della bassa          gia termica prodotta dalla combustione. È prov-
   efficienza dei camini di vecchia generazione, ha          vista di un serbatoio interno per il pellet da 60
   una potenza nominale di 8 kW e rendimento ter-            kg e anche di un sistema di ricarica automatico.
   mico (dichiarato) del 51%;                                Tramite un sensore lambda la caldaia regola au-
• il caminetto chiuso, provvisto di uno scambia-             tomaticamente l’afflusso di aria e combustibile
   tore di calore a convezione forzata dell’aria e           all’interno della camera di combustione.
   di un sistema di controllo dell’aria primaria e
   secondaria è rappresentativo, dei modelli più          2.2 Combustibili
   avanzati, ha una potenza nominale di 11 kW e
   un rendimento termico (dichiarato) di 82%;             Per condurre i test di emissioni sulle stufe e ca-
• la stufa tradizionale è dotata del solo control-        minetti sono state utilizzate cinque tipologie di
   lo dell’aria primaria, ha una potenza nominale         legna: faggio, robinia, carpino, quercia e abete.

Figura 1 – Apparecchi utilizzati nella sperimentazione (da sinistra: caminetto aperto, caminetto chiuso, stufa
            tradizionale, stufa avanzata, stufa a pellet, caldaia a pellet)

                                                                             Ingegneria dell’Ambiente Vol. 1, n.1/2014     29
FATTORI DI EMISSIONE DALLA COMBUSTIONE DI LEGNA E PELLET IN PICCOLI APPARECCHI DOMESTICI
IdAAria    Queste tipologie sono state scelte per la loro va-     • EN 14785:2006, Apparecchi per il riscaldamen-
            sta diffusione nel nord Italia dove, la combustione      to domestico alimentati con pellet di legno-Re-
            della legna come riscaldamento domestico è mol-          quisiti e metodi di prova.
            to comune. I ceppi selezionati per i test avevano
            una lunghezza di circa 30 cm, conforme a quan-         L’uso quotidiano dei piccoli apparecchi a legna è
            to suggerito dal manuale di istruzione di ciascun      però spesso molto diverso da quello ben control-
            apparecchio e che garantisce una buona maneg-          lato indicato nei metodi di prova, specialmente per
            gevolezza durante il caricamento della camera di       gli apparecchi manuali in cui il processo di com-
            combustione. Per simulare il più possibile le con-     bustione mostra una grande variabilità durante le
            dizioni di utilizzo reale degli apparecchi la legna    varie fasi, causata dall’alimentazione manuale
            è stata utilizzata così come fornita dal rivenditore   dell’apparecchio (Van Loo and Koppejan, 2008).
            senza alcuna modifica come ad esempio scortec-
            ciamento o selezione dei ciocchi. Nella Tabella        2.3.1 Indagine sui cicli reali di combustione
            MS2 (materiale supplementare) sono riportati i
            risultati delle analisi condotte per ogni tipologia    Per stimare i fattori di emissione reali è quindi cru-
            di biomassa legnosa utilizzata. Le analisi sono        ciale la definizione di un ciclo di combustione il più
            state condotte seguendo i metodi standard UNI          possibile vicino a quello che si avrebbe durante un
            EN 15104- 2011 per l’analisi elementare (C, H,         uso quotidiano in ambito domestico, sia in termini
            N), UNI EN 14918-2012 per il PCI (potere calo-         di frequenza di ricarica della camera di combustio-
            rifico inferiore), ASTM D7582 per il contenuto         ne sia nella durata della fase di arresto e di avvia-
            di umidità e di ceneri e UNI 15289-2011 per il         mento. A tal fine è stata condotta un’indagine su 13
            contenuto di cloro e zolfo.                            apparecchi a carica manuale (camini aperti, camini
            Il contenuto di umidità è risultato compreso tra       chiusi, stufe) in 12 case nel nord Italia, registran-
            il 9,2% della robinia e il 10% della quercia ed è      do la temperatura all’interno dei focolari per una
            al di sotto della soglia massima indicata per un       media di 15 giorni ad apparecchio (per un totale di
            corretto utilizzo degli impianti di riscaldamento      circa 1300 ore di funzionamento). La campagna di
            alimentati con combustibili legnosi come indica-       misura è stata realizzata installando dei sensori di
            to dalla UNI EN 14961-5 (prima classe per tron-        temperatura nella canna fumaria e registrando le
            chi di legno
IdAAria
Figura 2 – Andamento della temperatura nella camera di combustione misurata in un ciclo reale di una stufa a
            legna.

te l’utilizzo di legnetti o tavolette accendifuoco       dei cicli standard. Le due stufe e il caminetto chiu-
collocati alla base di una catasta di legna di circa     so sono stati testati seguendo il metodo EN-13240
0,7 kg. In questa fase la valvola per la regolazio-      in cui è previsto un periodo di pre-test per preri-
ne dell’aria è stata tenuta completamente aperta.        scaldare la camera di combustione ed ottenere una
Dopo 15-20 minuti è stato aggiunto un quantitati-        combustione più stabile ed emissioni più ripetibili.
vo di legna pari al carico nominale di riferimento       Le emissioni sono state misurate durante tre ricari-
ed è stata chiusa parzialmente la valvola per la         che consecutive di durata non inferiore ai 45 min.
regolazione dell’aria (la chiusura è stata tale da       Il caminetto aperto è stato testato seguendo la EN-
consentire la durata della combustione per i suc-        13229; anche in questo caso è stato effettuato un
cessivi 60 minuti); le ulteriori 2 cariche (anch’es-     pre-test per preriscaldare la camera di combustione
se pari al carico nominale di riferimento) sono          prima delle misure di emissione, senza però porre
state effettuate ad intervalli successivi di 60 mi-      limiti sulla durata delle misure.
nuti l’una dall’altra. Tra una carica e l’altra quan-    Per gli apparecchi automatici il ciclo utilizzato (Ci-
do necessario si è provveduto al riattizzamento          clo P) ha previsto un preriscaldamento dell’appa-
del fuoco per non più di una volta.                      recchio di 1 ora per ottenere condizioni operative
Il ciclo B è rappresentativo dell’utilizzo serale de-    stabili e un successivo campionamento delle emis-
gli impianti; si è infatti osservato che gli apparec-    sioni per l’ora seguente con l’apparecchio imposta-
chi con focolare chiuso, nell’ultima carica serale,      to alla potenza nominale. Un riassunto delle prove
sono frequentemente sovraccaricati e successiva-         effettuate per ogni tipo di ciclo in relazione a ogni
mente viene chiusa la valvola di ingresso dell’aria      impianto è riportato in Tabella 1.
nel tentativo di prolungare il più a lungo possibile
la combustione durante la notte. Questo comporta-        2.4 Sistema di campionamento
mento è stato simulato, rispetto al ciclo A, aumen-
tando la quantità di combustibile del 50% durante        Per simulare le emissioni in atmosfera, cioè il
l’ultima ricarica e chiudendo la valvola dell’aria       raffreddamento dei fumi della combustione e
subito dopo aver introdotto la legna in camera di        la conseguente condensazione del particolato
combustione.                                             condensabile, per il campionamento si è scelto
Nelle prove con il caminetto aperto è stato utilizza-    di seguire il “Metodo Norvegese” (NS 3058-2),
to un terzo ciclo (ciclo C) in quanto i precedenti ci-   che prevede l’impiego di un tunnel di diluizio-
cli davano problemi in termini di emissioni di fumi      ne dei fumi in cui si effettua il mescolamento
dalla camera di combustione verso l’aria ambiente.       dei prodotti della combustione con l’aria am-
Per evitare questi problemi ogni carica è stata divi-    biente (Standard Norge, 1994). I fumi sono stati
sa in tre parti e i fumi sono stati campionati durante   diluiti circa di 10 volte; la regolazione è effet-
nove fasi di ricarica.                                   tuata tramite un aspiratore a potenza variabile e
Gli apparecchi manuali sono poi stati testati anche      la diluizione è stata verificata istantaneamente
secondo i metodi normati (Ciclo EN), per confron-        durante tutta la prova in base al rapporto della
tare le emissioni dei cicli definiti reali con quelle    concentrazione di CO 2 a monte e valle del siste-

                                                                           Ingegneria dell’Ambiente Vol. 1, n.1/2014     31
IdAAria    ma di diluizione. In questo modo la temperatura                                  CO2 fumi − CO2 BG
            dei fumi campionati è stata sempre mantenuta                        DRtunnel =                       (1)
                                                                                             CO2dil − CO2 BG
            al disotto dei 35°C previsti dal NS 3058-2, al
            fine di garantire la condensazione dei composti
            organici volatili non metanici (COVNM). Gli                dove:
            apparecchi sono tutti stati posti sopra una bi-            DR tunnel = rapporto di diluizione
            lancia con sensibilità di 50 g per misurare le             CO2fumi = tenore di CO2 nei fumi in uscita dalla ca-
            variazioni di peso durante la combustione, sono            mera di combustione
            inoltre state posizionate delle termocoppie per            CO2BG = tenore di CO2 nell’aria ambiente
            misurare le temperature all’uscita della camera            CO2dil = tenore di CO2 nel tunnel di diluizione
            di combustione e all’interno del tunnel di dilu-
            izione. Lo schema del sistema di misura è mo-              Il rapporto di diluizione medio DR è circa pari a
            strato in Figura 3.                                        10. Si nota però che in alcuni momenti il DR rag-
            L’utilizzo di un metodo di campionamento “a                giunge livelli molto elevati, indicando la scarsa
            freddo”, che prevede la miscelazione dei fumi di           portata di fumi e tanta aria di diluizione nel tunnel
            combustione con aria di diluizione all’interno di          (DR>26 per l’1% dei dati) con il probabile effetto
            un tunnel, consente di valutare anche la frazione          della diminuzione eccessiva della pressione parzia-
            semi-volatile del particolato, che per gli impianti        le delle specie semivolatili.
            di combustione della legna può avere una conside-
            revole incidenza, soprattutto in condizioni di com-        2.5 Tecniche di misura
            bustione non ottimali.
            Il rapporto di diluzione nel tunnel è un parametro         2.5.1 Gas
            importante in quanto una sua variazione durante
            le prove, agendo sulla tensione di vapore e pres-          L’analisi dei prodotti di combustione in fase
            sione parziale delle specie semivolatili, potrebbe         gassosa è stata effettuata con una serie di ana-
            influenzare le dinamiche della trasformazione di           lizzatori in linea collegati a moduli di campio-
            fase (gas-particolato) di queste, alterandone le con-      namento riscaldati a 160°C posti sul condotto
            centrazioni sia in termini di PM che di COVNM.             dei fumi rispettivamente all’uscita della camera
            Secondo Nussbaumer (2010) per i rapporti di di-            di combustione e lungo un tratto rettilineo del
            luizione (DR) superiori a 20 la quantità del parti-        tunnel di diluizione. Gli analizzatori utilizzati
            colato organico condensabile diminuisce per l’ec-          sono:
            cessiva diminuzione della pressione parziale delle         • analizzatore di NO/NOx a chemiluminescenza
            specie semivolatili coinvolte.                                Thermo Environmental Instr. 42H;
            In Figura 4 si riportano le statistiche descrittive        • sistema HORIBA PG-250 per la misura di O2
            dei rapporti di diluizione nel tunnel, calcolati per          con sensore paramagnetico, di CO, CO2, SO2
            le prove del caminetto chiuso, tramite la seguente            con sensori IR, degli ossidi di azoto (NOx) con
            relazione:                                                    metodo a Chemiluminescenza;

            Tabella 1 – N
                         umero di cicli di misura effettuati per tipo di apparecchio, ciclo di combustione e inquinante

                                                Tipo di ciclo                      Numero di cicli di misura
                                                      C               15              15            15             15
             Caminetto aperto
                                                     EN                1               1             1              1
                                                      A                5               5             4              5
             Caminetto chiuso                         B               13              13            13             10
                                                     EN                1                             1              1
                                                      A                5               5             5             5
             Stufa tradizionale                       B               10              10            10             10
                                                     EN                1               2             2             1
                                                      A                5               5             4             5
             Stufa avanzata                           B               10              10             8             10
                                                     EN                1               1             2             5
             Stufa a pellets                         P                 6              6              6              6
             Caldaia a pellets                       P                 2              2              2              6

32    Ingegneria dell’Ambiente Vol. 1, n.1/2014
IdAAria
Figura 3 – Schema del sistema di campionamento

• analizzatore di CH4, THC e NMHC a caldo, Mo-        ambiente prima di essere pesati, sono poi stati
  dello CAI 600 MHFID provvisto di catalizzato-       conservati a 20°C fino all’utilizzo. Dopo il cam-
  re per il taglio degli idrocarburi non metanici;    pionamento sono stati posti in essiccatore per 24
• analizzatore multiparametrico Fisher Rose-          ore e nuovamente pesati per determinare la mas-
  mount NGA 2000 per CO e CO2 a spettrometria         sa del PM.
  IR non dispersiva.                                  Il campionamento è iniziato subito dopo la carica
                                                      del combustibile e si è arrestato quando l’ultima
2.5.2 Particolato solido totale                       carica del ciclo si è esaurita.
                                                      Sono inoltre stati condotti dei test sulla stufa
Come precedentemente detto, per il campio-            avanzata con campionamento simultaneo delle
namento si è applicato Metodo Norvegese (NS           polveri a caldo, cioè all’uscita dalla camera di
3058-2), che prevede l’impiego di un tunnel di        combustione prima della diluizione, e a freddo,
diluizione. Il PM è stato determinato mediante        cioè dopo la diluizione dei fumi, per determina-
campionamento isocinetico dei fumi di combu-          re l’influenza delle condizioni di campionamen-
stione utilizzando filtri piani in fibra di quarzo    to sui fattori di emissione. Questi test sono stati
da 47 mm. I filtri sono stati pretrattati per 3 ore   condotti seguendo il metodo “Austriaco-Tede-
a 850°C per eliminare tutte le impurità, sono         sco”, come descritto nel documento UNI CEN
quindi stati posti in essiccatore a temperatura       EN TS 15883.

                                                                       Ingegneria dell’Ambiente Vol. 1, n.1/2014     33
IdAAria

            Figura 4 – Rapporto di diluizione nel tunnel durante le prove sul caminetto chiuso

            2.5.3 IPA e diossine                                         uniti con la condensa in un unico campione analiz-
                                                                         zato mediante gascromatografia interfacciata alla
            Per il campionamento di IPA e diossine si è fat-             spettrometria di massa ad alta risoluzione.
            to riferimento ai metodi ISO 11338-1 e UNI EN                I campioni di IPA sono stati analizzati per
            1948-1 (2006). Il sistema di campionamento è                 benzo(a)pirene (B(a)P), benzo(b)fluorantene (B(b)
            uguale per entrambi gli inquinanti ed è costituito           F),benzo(k)fluorantene (B(k)F) e indeno(1,2,3ecd)
            da una linea di prelievo composta da una sonda               pirene (IP).
            in titanio riscaldata e termostatata a 120°C, cor-
            redata di portacampione per l’alloggiamento del              2.6 Validazione dei dati
            filtro di raccolta del materiale particellare, tubo di
            Darcy per la misura della pressione differenziale            La base dei dati elaborati è costituita, oltre che dal-
            e termocoppia per la rilevazione della temperatu-            le concentrazioni di inquinanti in emissione, anche
            ra dei fumi.                                                 dai dati relativi alla modalità della combustione e
            In serie al dispositivo di filtrazione si sono collegati:    alle caratteristiche dei fumi, quali portata, tenore di
            • un sistema di refrigerazione a ricadere dotato di          O2 e CO2, temperatura dei fumi, temperatura am-
                serbatoio per la raccolta della condensa mante-          biente, peso del combustibile.
                nuto a +2°C;                                             I dati elementari, misurati in continuo ogni 5 secon-
            • una trappola contenente materiale adsorbente               di, sono stati controllati al fine di eliminare singoli
                (schiuma poliuretanica PUF) per la fissazione            dati anomali. I criteri per la validazione sono stati:
                della frazione non condensabile;                         • eliminazione di tutti i valori di concentrazioni
            • una centralina di aspirazione dei fumi in grado               di ossidi di azoto (NOx), monossido di carbonio
                di assicurare il campionamento in condizioni                (CO) e COVNM che risultano negativi o nulli,
                isocinetiche.                                               o che rappresentano valori molto elevati per pe-
                                                                            riodi molto limitati (es. di pochi secondi); questi
            I filtri e i PUF sono stati estratti insieme, gli estratti      valori non sono ritenuti validi per malfunziona-
            sono stati quindi concentrati a piccolo volume e ri-            mento del sistema di campionamento o misura;

34    Ingegneria dell’Ambiente Vol. 1, n.1/2014
• eliminazione dell’intero set di dati in corrispon-        dove:

                                                                                                                             IdAAria
  denza di valori non regolari del tenore di ossige-        XC = contenuto di carbonio nel combustibile (kgC
  no, ossia prossimi al valore di 20,9%, o quando           kgcombustibile-1)
  i valori di ossigeno aumentavano in pochissimi            Vmol = volume molare del gas (22,4 l NTP)
  secondi;                                                  MC = peso atomico del carbonio (12 g mol-1)
• eliminazione di alcuni dati di peso (ad esempio           CO2i = concentrazione di CO2 nei fumi all’istante i
  per la stufa avanzata) per malfunzionamenti del-          (%v di gas secco)
  la bilancia.
• Questo tipo di validazione ha permesso di eli-            Per il PM il fattore di emissione è stato determinato
  minare i dati anomali, di norma corrispondenti a          in accordo con la norma NS 3058-2, che definisce
  picchi molto accentuati dei valori di concentra-          il metodo del tunnel di diluizione. Il particolato,
  zione (DIIAR 2012; Ferrazzi, 2013). Nel com-              campionato a temperatura ambiente, viene deter-
  plesso sono stati eliminati circa il 2% dei circa         minato per via gravimetrica e riproporzionato ai
  477.000 dati elementari disponibili delle con-            m3 campionati e alla portata dei fumi utilizzando
  centrazioni degli inquinanti in apparecchi ma-            la seguente relazione semiempirica che quantifica
  nuali (2,13% per CO, 2,16 per COVNM, 1,86%                il valore in g h-1 (Eq. 4):
  per NOx), e circa lo 0,14% dei circa 6900 dati
                                                                                                           0 ,83
  disponibili per apparecchi a pellet.                                                 mn             
                                                                     E ad   = 1, 82 ⋅           ⋅ Qad            (4)
                                                                                       1000 ⋅ V
                                                                                               m       
2.7 Calcolo dei fattori di emissione
                                                            dove:
I fattori di emissione (FE) possono essere calcolati
                                                            Ead = emissione di PM in g h-1;
tramite la media delle concentrazioni nei fumi della
                                                            mn = quantità di PM raccolta (mg)
sostanza emessa e la media della portata volumetrica
                                                            Vm = volume di gas campionato su base secca (dm³
dei fumi in relazione alla quantità di combustibile uti-
                                                            in condizioni standard, 760 mmHg e 273 K)
lizzato (g kg-1 combustibile), o in relazione all’energia
                                                            Qad = portata media de fumi nel tunnel di diluizione
in ingresso al processo (g MJ-1). La prima metodologia
                                                            (dm³ h-1 in condizioni standard, 760 mmHg e 273
funziona bene per combustioni stabili con una portata
                                                            K)
volumetrica costante; per combustioni irregolari come
quelle ottenute in apparecchi manuali, in cui la combu-
                                                            Per ottenere il fattore di emissione in g GJ-1 si è uti-
stione varia nelle diverse fasi, si possono avere devia-
                                                            lizzato il PCI e la portata di combustibile misurata,
zioni rispetto alla media. In questo caso i FE possono
                                                            secondo la formula:
essere calcolati istante per istante basandosi sui valori
di concentrazioni osservati pesati sul volume specifico
                                                                                 E ad
dei fumi prodotti, secondo la relazione:                             FE =                 ⋅1000(5)
                                                                              PCI ⋅ Qcomb

                1                                           dove:
         FE =
                n   ∑ c ⋅V
                    i
                        i   spec ,i   ⋅ PCI −1 ⋅ 103 (2)
                                                            Qcomb = portata del combustibile (kg h-1).

Dove:                                                       2.8 Analisi statistica
FE = fattore di emissione (g GJ-1)
ci = concentrazione di inquinante osservata (g m-³)         Al fine di verificare la dipendenza dei FE da
all’istante i di n osservazioni                             diversi parametri si è avvalsi dei FE medi con
Vspec,i = volume di gas secco prodotto per kg di            i relativi intervalli di confidenza al 95% (bo-
combustibile secco (m³ kgcombustibile-1)                    otstrap). L’effettiva sussistenza di una differen-
PCI = potere calorifico inferiore (MJ kgcombustibile-1).    za statisticamente significativa tra i FE medi
Se il contenuto di CO2 nei fumi è noto, il volume           per ciascun parametro che potenzialmente può
di gas secco prodotto per kg di combustibile secco          influire sulle emissioni è stata indagata attra-
può essere calcolato con l’Eq. (3) assumendo una            verso rappresentazione grafica delle medie ed
combustione completa (Van Loo e Koppejan, 2008):            i relativi intervalli di confidenza. La differenza
                                                            tra i FE medi è rilevante da un punto di vista
                                                            statistico solo laddove non vi è sovrapponibilità
         Vspec,i = XCVmol / ( MC ⋅ CO2 i ) (3)             delle barre indicatrici degli intervalli di confi-
                                                            denza al 95% della media.

                                                                                  Ingegneria dell’Ambiente Vol. 1, n.1/2014     35
IdAAria    3. RISULTATI                                                del tipo di pellet utilizzato (certificato o non cer-
                                                                        tificato).
            Le Tabelle 2 e 3 mostrano un quadro riassuntivo             Come si può notare, l’influenza del tipo di pellet
            dei fattori di emissione medi per singolo appa-             utilizzato è notevole: in particolare, per le stufe a
            recchio, mentre il dettaglio dei risultati per tipo         pellet il fattore di emissione medio passa da 67 g
            di ciclo o tipo di IPA è mostrato nelle Tabelle             GJ-1 a 150 g GJ-1, mentre per la caldaia a pellet si
            MS3-MS7 nel materiale supplementare. Figure 5               passa da 20 g GJ-1 a 100 g GJ-1. L’aumento delle
            e 6 mostrano i FE medi ed i relativi intervalli di          emissioni di PM nei pellet con alti livelli di ceneri
            confidenza al 95% rispettivamente per le diverse            è collegato anche al processo di combustione meno
            essenze e per i diversi cicli.                              efficiente, come indicato dai maggiori FE di CO e
            Nelle successive elaborazione dei risultati sono            NMHC, e da inferiori livelli di NOx.
            trattati separatamente gli inquinanti gassosi – mi-         Per ciascun apparecchio sono stati effettuati due
            surati in continuo – ed il particolato, per il quale è      cicli di misura delle frazioni fini (PM2.5, PM10).
            disponibile una unica misura per ciascun ciclo di           Le percentuali PM2.5/PM e PM10/PM misurate
            campionamento.                                              per i diversi apparecchi (Tabella 4) sono quasi tutte
                                                                        congruenti con i dati di letteratura (EEA, 2013),
            3.1 Materiale particolato                                   che mostrano una netta predominanza della fra-
                                                                        zione fine (con percentuali PM2.5/PM nettamente
            I FE più elevati di PM sono stati misurati per il cami-     superiori al 90%), ad eccezione di un ciclo del ca-
            netto aperto, con valori in media superiori di quasi 3      minetto chiuso ed uno della stufa avanzata (valori
            volte a quelli del caminetto chiuso, stufa tradizionale e   di PM2.5/PM tra l’80% ed il 89%), e dei cicli della
            stufa avanzata. Gli apparecchi a pellets mostrano FE di     caldaia a pellet, in cui uno dei due rapporti PM2.5/
            emissione ancora inferiori.                                 PM è risultato pari al 65%.
            In Figura 7 è mostrato un quadro riassuntivo dei
            FE del PM per le diverse essenze legnose, suddivi-          3.2 Inquinanti gassosi
            si per tipo di apparecchio.
            Dal grafico si deduce che l’essenza legnosa ha              Per gli inquinanti gassosi misurati (CO, NOx,
            una influenza variabile sui livelli emissivi, e che         COVNM) si è provveduto al calcolo dei FE a par-
            altri fattori hanno un’influenza più rilevante; ad          tire dai dati di concentrazione misurati in continuo.
            esempio, l’essenza di tipo ‘softwood’ (abete), dal-         Le emissioni medie per ciclo dei quattro apparec-
            la quale ci si attendevano sulla base delle risultan-       chi a carica manuale utilizzando cinque essenze di-
            ze di letteratura (Meyer, 2012) le concentrazioni           verse sono rappresentate in forma grafica in Figura
            più elevate, non per tutti gli apparecchi è quella          10. La figura mostra la mediana, massimo, mini-
            con il maggiore fattore di emissione. Gli intervalli        mo, il range interquartile (la differenza tra il 75° e
            di confidenza al 95% delle medie si sovrappon-              il 25° percentile).
            gono ad indicazione che i FE ottenuti con diverse           Le emissioni gassose da apparecchi a carica ma-
            essenze legnose appartengono ad un’unica serie:             nuale sono altamente variabili durante il funzio-
            non vi è cioè alcuna differenza statistica tra i va-        namento, con picchi di emissioni di prodotti di
            lori ottenuti con legna di diverso tipo (Figura 5).         combustione incompleta in corrispondenza della
            L’influenza del tipo di ciclo, A o B (con sovracca-         ricarica di combustibile. Gli apparecchi automatici
            rico finale dell’apparecchio) sulle emissioni di PM         invece mostrano livelli emissivi relativamente co-
            è mostrata in Figure 8 e nella Tabella MS4 (mate-           stanti, con FE di CO e NMHC due ordini di gran-
            riale supplementare).                                       dezza inferiori a quelli dei sistemi a carica manua-
            L’apparecchio più sensibile al tipo di ciclo applica-       le. Per gli NOx la tipologia di apparecchio ha un
            to è la stufa avanzata, per la quale si ha un aumento       effetto minore.
            del 50% nelle emissioni medie nel ciclo B rispetto          Si nota in Figura 5 che, ad eccezione della quer-
            al ciclo A.                                                 cia nel caso delle emissioni di CO e la robinia nel
            Per gli altri due apparecchi (stufa tradizionale e          caso degli NOx, gli intervalli di confidenza al 95%
            caminetto chiuso), la variazione del tipo di ciclo          delle medie dei fattori di emissione sono sovrap-
            aumenta in misura maggiore la mediana, ad indi-             posti ad, indicare un’influenza statisticamente non
            care che i cicli di tipo B, che come detto meglio           significativa delle diverse essenze legnose sulle
            rappresentano condizioni reali, sono caratterizzati         emissioni degli inquinanti gassosi. Nel caso stu-
            statisticamente dalla presenza di valori più alti.          diato la maggiore formazione degli NOx durante
            Per quanto riguarda gli apparecchi ad alimentazio-          la combustione di robinia non è spiegabile col fat-
            ne automatica, in Figura 9 è mostrata l’influenza           to che la formazione di NOx negli apparecchi di

36    Ingegneria dell’Ambiente Vol. 1, n.1/2014
Tabella 2 – F
             attori di emissione medi per macroinquinanti

                                                                                                                         IdAAria
                                                                               intervallo di confidenza al 95%
                                                            numero di        FE medio
                                        Apparecchio                                         inferiore   superiore
                                                              prove        sperimentale
                                      caminetto aperto          15             5048
                                                                                              4417         5828
                                      caminetto chiuso          18             4471
                                                                                              3949         5030
                                      stufa tradizionale        15             7681
 CO (g GJ-1)                                                                                  6059        11131
                                        stufa avanzata          15             6232
                                                                                              4885         7829
                                        stufa a pellets          6               88
                                                                                               73           108
                                       caldaia a pellets         2              350
                                      caminetto aperto          15              134
                                                                                              121          148
                                      caminetto chiuso          18              120
                                                                                              105          140
                                      stufa tradizionale        15              100
 NOx (g GJ-1)                                                                                  91          110
                                        stufa avanzata          15              132
                                                                                               99          182
                                        stufa a pellets          6               60
                                                                                               32           90
                                       caldaia a pellets         2               71
                                      caminetto aperto          15             1011
                                                                                              853          1219
                                      caminetto chiuso          17             548
                                                                                              445           677
                                      stufa tradizionale        15             243
 COVNM (g GJ-1)                                                                               197           352
                                        stufa avanzata          12             366
                                                                                              266           701
                                        stufa a pellets          6              9,0
                                                                                              3,0            17
                                       caldaia a pellets         2              1,0
                                      caminetto aperto          15              512           434          611
                                      caminetto chiuso          15              183           152          219
                                      stufa tradizionale        15              178           140          225
 PM (g GJ-1)
                                        stufa avanzata          15              143           120          176
                                        stufa a pellets          6              109            75          139
                                       caldaia a pellets         6               61            30          103

Tabella 3 – F
             attori di emissione medi per inquinanti organici in traccia aggiungere (mg GJ-1)

 Apparecchio                          numero di prove         B(a)P            B(b)F         B(k)F          IP
 caminetto aperto                             5                 20              25             8,5          12
 caminetto chiuso                            10                 14              16             9,0          9,2
 stufa tradizionale                           8                122             200             64           97
 stufa avanzata                               7                152             198             95           99
 stufa a pellets                              2                 1,5             4,0            1,5          1,1
 caldaia a pellets                            2                0,06            0,07           0,05         0,03

combustione a scala piccola è maggiormente do-              denziate da minore emissione di CO e maggiore
vuta all’ossidazione del char (residui solidi dopo          emissione di NOx rispetto all’utilizzo del pellet
la devolatilizzazione) (van Loo e Koppejan, 2008)           non certificato. In tutti e due i casi le emissioni di
quindi al contenuto di azoto del combustibile, in           CO e COVNM sono molto basse rispetto agli ap-
quanto l’essenza con il più alto tenore di azoto è          parecchi a carica manuale, come del resto per il
l’abete (N= 0,72%secco, senza ceneri) mentre quello della   PM.
robinia è circa 0,44%secco, senza ceneri. Per quanto ri-    Per quanto riguarda l’influenza del tipo di ciclo
guarda i COVNM, il confronto degli intervalli di            (Tabella MS4-MS5), l’apparecchio più sensibile
confidenza mostra invece che non vi è alcuna dif-           al tipo di ciclo applicato è la stufa avanzata con,
ferenza statistica tra i valori ottenuti con legna di       aumenti per più di 50% nel caso di CO e COVNM
diverso tipo.                                               passando dal ciclo A ai cicli B. Non si evidenziano
Come per il PM, l’influenza del tipo di pellet utiliz-      comunque differenze statisticamente significative
zato è particolarmente marcata, in particolare per          tra i cicli reali A e B considerando l’insieme degli
le stufe a pellet (Figura 11), che vede per il pellet       apparecchi manuali (Figura 6). La differenza tra i
certificato migliori condizioni di combustione evi-         FE medi è rilevante solo nel caso delle emissioni

                                                                              Ingegneria dell’Ambiente Vol. 1, n.1/2014     37
IdAAria

            Figura 5 – Fattori di emissione medi con e relativi intervalli di confidenza al 95% per CO, NOx, COVNM e PM
                        per tipo di essenza legnosa (A: abete, C: carpino, F: faggio, Q: quercia, R: robinia)

            Figura 6 – Fattori di emissione medi con e relativi intervalli di confidenza al 95% per CO, NOx, COVNM e PM
                        per diversi cicli (A: ciclo A, B: cicli B, EN: ciclo EN)

38    Ingegneria dell’Ambiente Vol. 1, n.1/2014
IdAAria
Figura 7 – Fattori di emissione di PM per tipo di apparecchio ed essenza legnosa

Figura 8 – Fattori di emissione di PM per caminetto chiuso, stufa tradizionale e stufa avanzata – cicli “A” e “B”:
            mediana, 5° e 95° percentile, intervallo di variabilità tra 25° e 75° percentile (IQR)

di CO da stufa avanzata (Figura MS1 nel materia-           diverse tipologie impiantistiche (Tabella MS7), i
le supplementare). Il confronto dei risultati con il       cui valori medi sono riportati in Tab. 3.
ciclo EN mostra invece un incremento delle emis-           Il rapporto tra le concentrazioni misurate nelle
sioni di circa 2 volte per il CO e NMHC, e 1.4 volte       diverse tipologie di apparecchio è più o meno la
per le emissioni di NOx.                                   stessa per i quattro diversi composti considerati:
                                                           benzo(a)pirene, benzo(b)fluorantene, benzo(k)
3.3 Inquinanti organici in traccia                         fluorantene, indeno(1,2,3-cd)pirene. Sorprenden-
                                                           temente, per il benzo(a)pirene (Figura 12) il cami-
Per quanto riguarda le emissioni di IPA, sono di-          netto chiuso presenta lo stesso intervallo di valori
sponibili in totale i dati relativi a 34 prove per le      riscontrati per il caminetto aperto, ben al di sotto

                                                                               Ingegneria dell’Ambiente Vol. 1, n.1/2014     39
IdAAria

            Figura 9 – Stufa e caldaia a pellet – influenza del tipo di pellet sul fattore di emissione del PM: mediana, 5° e 95°
                        percentile, intervallo di variabilità tra 25° e 75° percentile (IQR)

            Tabella 4 – PM10/PM e PM2.5/PM misurato per le diverse tipologie di apparecchi

             Apparecchio                                      Prova                PM10/PM (%)              PM2.5/PM (%)
                                                               1                        99,4                      96,6
             Camino aperto                                     2                        97,4                      94,1
                                                              Media                     98,4                      95,4
                                                               1                        98,7                      96,0
             Camino chiuso                                     2                        86,6                      85,6
                                                              Media                     92,6                      89,3
                                                               1                        97,6                      96,5
             Stufa tradizionale                                2                        98,5                      96,7
                                                              Media                     98,1                      96,6
                                                               1                        96,2                      91,8
             Stufa avanzata                                    2                        94,1                      85,6
                                                              Media                     95,2                      88,7
                                                               1                        97,0                      94,0
             Stufa a pellet                                    2                        99,3                      98,7
                                                              Media                     98,2                      96,3
                                                               1                        85,0                      65,0
             Caldaia a pellet                                  2                        88,1                      74,3
                                                              Media                     86,6                      69,6
                                     Media complessiva                                  94,8                      89,3
                                          Mediana                                       97,2                      94,1

            delle emissioni misurate per le stufe; per queste ul-        Per gli apparecchi a pellet – ed in particolare per la
            time non si rilevano variazioni significative tra la         caldaia – si riscontrano valori estremamente bassi
            stufa tradizionale e la stufa avanzata.                      (p.es.: per il benzo(a)pirene inferiori ai 2 mg GJ-1
            Sono stati registrati alcuni FE molto elevati (ad            per tutte le misure effettuate su apparecchi a pel-
            esempio, per carpino nella stufa tradizionale, e per         let).
            abete nella stufa avanzata) in alcune prova con una          Per le diossine le due misure effettuate sul cami-
            difficile fase di accensione. Ripetendo le prove con         netto chiuso, per un ciclo di combustione del fag-
            lo stesso dispositivo e tipo di combustibile sono            gio ed uno dell’abete, mostrano un valore molto
            stati misurati FE inferiori di un ordine di grandez-         più elevato per l’abete (170 ng I-TEQ GJ-1) rispetto
            za.                                                          al faggio (77 ng I-TEQ GJ-1).

40    Ingegneria dell’Ambiente Vol. 1, n.1/2014
IdAAria

Figura 10 – Fattori di emissione di CO, NOx e COVNM per tipo di essenza legnosa

3.4 Influenza delle condizioni di campionamento       del PM “a caldo”, ossia nel gas di scarico caldo
                                                       prima del tunnel di diluizione, riproducendo quindi
Al fine di verificare l’effetto delle condizioni di    le condizioni di carico e di campionamento previ-
campionamento, le misure del PM durante i cicli        ste da alcune norme nazionali.
EN sono state effettuate con un campionamento          I corrispondenti FE sono risultati generalmente in-

                                                                         Ingegneria dell’Ambiente Vol. 1, n.1/2014     41
IdAAria    feriori a quelli misurati con tunnel di diluizione e      di campionamento possono influenzare sostanzial-
            con cicli di carico “reali” A e B (Figura 13). I FE       mente i FE di PM.
            misurati con tunnel di diluizione e con cicli rea-
            li sono risultati infatti superiori di 1,5 volte per il
            camino aperto, di 4 volte per il camino chiuso e la       4. CONFRONTO FRA I RISULTATI DELLA
            stufa tradizionale, di 11 volte per la stufa avanzata.        SPERIMENTAZIONE E I DATI DI LETTE-
            È un fatto noto che il tunnel di diluizione comporta          RATURA
            la conversione a PM delle specie condensabili, che
            sono presenti in forma gassosa nei gas caldi, au-         Il risultati della sperimentazione per i diversi in-
            mentando la concentrazione complessiva misurata           quinanti considerati sono stati confrontati con i
            del PM (Nussbaumer et al, 2008). Le differenze            valori medi e gli intervalli di confidenza proposti
            osservate possono essere associate quindi all’effet-      dall’Atmospheric Emission Inventory Guidebook
            to combinato sia dei maggiori livelli di COVNM            - AEIG (EEA, 20013), utilizzato come riferimen-
            durante i cicli di vita reali che alla maggiore con-      to per gli inventari locali e nazionali in Europa
            versione da gas a particolato quando il gas di sca-       (Figura 14). Si può notare come per gli inquinanti
            rico è diluito e raffreddato. La minore differenza        gassosi i FE rilevati nella campagna di misura si-
            riscontrata tra i due fattori di emissioni nel caso del   ano mediamente inferiori ai valori medi suggeriti
            camino aperto è probabilmente dovuta al fatto che         dall’AEIG, mentre l’intervallo dei dati misurati
            i fumi prodotti da questo tipo di apparecchio sono        non si discosta in modo significativo dall’inter-
            già altamente diluiti e raffreddati, quindi in con-       vallo proposto dall’AEIG, che risulta congruen-
            dizioni molto simile a quelle che si verificano nel       te con i dati riportati in generale nella letteratura
            tunnel di diluizione; va notato che le temperature        scientifica.
            rimangono comunque differenti, circa 100° C nei           Nettamente inferiori risultano i FE medi di PM sti-
            fumi del caminetto aperto e circa 35 ° C nel tunnel       mati per il camino chiuso, la stufa tradizionale e la
            di diluizione.                                            stufa avanzata; i valori medi dei FE di PM misurati
            Per comprendere meglio l’influenza dlle sole con-         per la stufa a pellet sono invece lievemente supe-
            dizioni di campionamento, sono state effettuate           riori a quelli della letteratura.
            alcune misure simultanee nei fumi caldi e diluiti         Un fattore da considerare è il grado di umidità
            della stufa avanzata alimentata con legno di fag-         della legna: i campioni di legna utilizzati per la
            gio con un ciclo EN. Si nota in Figura 13 come in         campagna sperimentale sono piuttosto secchi, con
            queste prove i FE del PM diluiti sono in media 4          umidità inferiore al 10%, che corrisponde usual-
            volte quelli a caldo, confermando che le condizioni       mente a due anni di stagionatura. Secondo diversi

            Figura 11 – Stufe a pellets: fattori di emissione di CO, NOx e COVNM per pellet di alta qualità (AQ) e di bassa
                         qualità (BQ)

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Figura 12 – Fattori di emissione di benzo(a)pirene misurate per diversi tipi di apparecchi

studi (Shen et al., 2013; Hays et al., 2003; Gras et       in Italia. Si tratta di stime caratterizzate da notevoli
al., 2002) un basso contenuto di umidità della le-         incertezze, la principale delle quali è proprio legata
gna può contribuire a determinare valori più bassi         alla scelta dei fattori di emissione; scelta non age-
dei FE di PM, seppur l’effettiva rilevanza di questo       vole perché, come visto in precedenza, molti sono
fattore dovrebbe essere confermata con prove spe-          i fattori che influiscono sulla variabilità e l’incer-
cifiche.                                                   tezza dei dati.
Contrariamente a quanto riportato in letteratura le        Riguardo ai tipi di combustibile, la sperimentazio-
emissioni più elevate si sono avute nei tre cicli di       ne ha considerato i tipi di legna più diffusi, pur se
alimentazione con la quercia (essenza ‘hardwood’)          non sono disponibili dati statistici affidabili sull’u-
e le più basse con l’abete (essenza ‘softwood’).           so dei diversi tipi di legna a livello nazionale; l’in-
Per gli inquinanti CO, NOx, COVNM in molti casi            fluenza del tipo di legna sui FE medi è ridotta e
le mediane dei dati disponibili sono simili ai valo-       non significativa dal punto di vista statistico per il
ri medi proposti dall’AEIG. Mentre per IPA i va-           PM, mentre maggiori emissioni di CO e NOx sono
lori medi misurati sono inferiori a quelli proposti        state rilevate rispettivamente per quercia e robinia.
dall’AEIG (Tab. SM7), per le diossine i due soli va-       Non va infine dimenticato che in condizioni reali è
lori misurati rientrano negli intervalli di letteratura.   frequente l’introduzione, nei piccoli apparecchi a
                                                           biomassa, di giornali e legname contaminato con
                                                           sostanze di diversa natura, il cui effetto sulle emis-
5. CONCLUSIONI                                             sioni è per ora di difficile quantificazione.
                                                           Un elemento di criticità delle misure condotte
La campagna sperimentale condotta ha reso di-              è legato all’umidità della legna utilizzata, tra il
sponibile una grande quantità di dati di fattori di        9 ed il 10%, indice quindi di una legna molto
emissione, relativi ai più diffusi tipi di apparecchi      secca che si può ottenere con due anni di buona
di combustione e di biomassa legnosa oggi utiliz-          stagionatura: si tratta di caratteristiche che diffi-
zati in Italia, in diverse condizioni di carico del        cilmente possono considerarsi rappresentative di
combustibile e con diverse modalità di misura del          un dato medio italiano.
particolato.                                               Un aspetto innovativo è il protocollo di carico del
Il database e i valori medi dei FE costituiscono un        combustibile utilizzato nel corso della campagna
utile supporto per la realizzazione delle stime delle      per gli apparecchi ad alimentazione manuale, defi-
emissioni in atmosfera dalla combustione domesti-          nito a seguito di una campagna di misura in campo
ca della biomassa negli inventari locali e nazionali       della temperatura di combustione, che ha inteso

                                                                              Ingegneria dell’Ambiente Vol. 1, n.1/2014     43
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            Figura 13 – Confronto fra i fattori di emissione di PM (g GJ-1) in diversi cicli e condizioni di misura. In alto: con
                         tunnel di diluizione, cicli A e B e cicli EN. In basso: cicli EN, con tunnel di diluizione e “a caldo”

            riprodurre nel modo il più possibile accurato l’uti-         COVNM, PM e B(a)P degli apparecchi a pellet
            lizzo reale degli apparecchi nelle abitazioni. Que-          sono molto basse rispetto a quelle degli apparec-
            sto ha portato ad esempio a considerare frequenze            chi a carica manuale, nel caso dei composti tossi-
            medie di ricarica del combustibile molto più basse           ci anche di un ordine di grandezza. Le elevate ri-
            rispetto a quanto suggerito nel manuale d’uso degli          duzioni delle emissioni possibili con il passaggio
            apparecchi, ed utilizzato nei protocolli standard di         da apparecchi manuali ad automatici possono in
            misura (UNI EN 13229, UNI EN 13240). Pur se il               parte essere attenuate nel caso di utilizzo di pellet
            ruolo del ciclo di carico merita di essere ulterior-         di scarsa qualità (con elevato contenuto di ceneri
            mente studiato, il presente studio conferma la sua           e di sostanze inorganiche), a cui sono associate
            influenza sui fattori di emissione.                          emissioni di PM e composti tossici nettamente
            La ricerca ha inoltre confermato l’importanza del            superiori rispetto a quelle del pellet di alta qualità.
            campionamento a freddo, tramite tunnel di dilui-             Seppur la stufa avanzata è caratterizzata da fatto-
            zione delle emissioni di polveri. Pur tenendo conto          ri di emissioni medi lievemente inferiori per CO
            degli inevitabili margini di incertezza connessi ai          e PM, le maggiori emissioni di NOx e COVNM
            metodi di misura delle emissioni delle polveri da            (precursori del particolato secondario), nonchè la
            piccoli impianti domestici, a causa della difficoltà         grande sensibilità delle stesse emissioni alle condi-
            del campionamento, della variabilità della portata e         zioni reali di conduzione dell’apparecchio non per-
            della diluizione dei fumi, le misure indicano come           mettono di delineare un’effettiva differenza reale
            il campionamento a caldo conduce a importanti                dagli altri apparecchi in termini di carico comples-
            sottostime dei FE rispetto alla condizioni reali; nei        sivo inquinante sull’ambiente.
            fumi emessi dai piccoli apparecchi domestici, di-
            luiti a basse temperature nell’atmosfera, si verifica        6. RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
            la conversione a PM di parte dei composti organici
            volatili.                                                    Bølling A K, Pagels J, Yttri K E et al. (2009) Health effects
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            ne alle caratteristiche degli apparecchi, dall’ana-            combustion conditions and physicochemical particle
            lisi dei risultati emerge come le emissioni di CO,             properties. Particle and Fibre Toxicology 6, 29-48.

44    Ingegneria dell’Ambiente Vol. 1, n.1/2014
IdAAria

Figura 14 – Dati sperimentali del presente studio (cerchi bianchi) e confronto con i valori medi (cerchi neri) e gli
             intervalli di confidenza al 95% suggeriti dall’Atmospheric Emission Inventory Guidebook dell’EEA

                                                                                Ingegneria dell’Ambiente Vol. 1, n.1/2014     45
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