Expert Workshop Monitoraggio della biodiversità nella regione biogeografica alpina
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Expert Workshop Monitoraggio della biodiversità nella regione biogeografica alpina Filippo Favilli – EURAC; Serena D’Ambrogi – ISPRA; Riccardo Santolini – Università Urbino MONITORAGGIO DELLA BIODIVERSITÀ IN AMBITO ALPINO: STRATEGIE E PROSPETTIVE DI ARMONIZZAZIONE EVENTO DI PRESENTAZIONE DEL 2° REPORT DELLA RETE SAPA – SISTEMA DELLE AREE PROTETTE ALPINE ITALIANE 12 LUGLIO 2019 | BELLUNO
• Finalità del monitoraggio e Riunione di presentazione contesto normativo • Oggetto e metodiche del Expert Workshop 2° Report SAPA Padova gennaio 2019 monitoraggio Milano maggio 2019 • Attività di formazione Luglio 2019 • Integrazione ed armonizzazione a livello normativo • Fonti di finanziamento dell’attività di monitoraggio • Rapporti con attività regionali di monitoraggio Altre esperienze a livello regionale o di Area Protetta
Le attività di monitoraggio - Essenziali per definire e valutare le azioni di tutela e gestione Approccio delle risorse naturali alpine. - Coordinate, integrate e sinergiche con le attività di monitoraggio previste da altre normative. Finalità del workshop tra esperti e addetti ai lavori, dentro e fuori la Rete SAPA Individuazione dei temi necessari e maggiormente critici, al rafforzamento ed al riconoscimento del monitoraggio come attività fondamentale e strategica per il Sistema alpino; condividere idee e proposte riguardanti: v una comune impostazione metodologica e di obiettivi di base; v tematiche volte a rafforzare le azioni legate al monitoraggio in termini di formazione, consultazione e raccolta dei dati, armonizzazione attività locali / necessità regionali / richieste nazionali e comunitarie; v l’individuazione di ulteriori ambiti di applicazione (es. Servizi Ecosistemici) anche attraverso l’integrazione tra le indicazioni di diverse Direttive UE (es. acqua e alluvioni) con la Strategia UE e Nazionale sulla Biodiversità (Azione 5 della Biodiversity Strategy); v la possibilità di replicare metodiche ed azioni già testati, in altri contesti del Sistema alpino.
Le attività di monitoraggio della biodiversità nell’area alpina: il percorso dell’Expert Workshop Raccolta delle Esperienze Schede esperienze di monitoraggio della biodiversità Annex 1 (in essere o concluse) nell’area alpina Cap. 3.3 Verso un sistema comune e condiviso di Temi caldi Azioni possibili monitoraggio per la regione PARTE II Expert Workshop biodiversità nella regione (Milano, 8 maggio 2019) biogeografica alpina biogeografica alpina” “Monitoraggio della Elementi per future azioni Confronto tra gli attori delle diverse della Rete SAPA della Rete SAPA sul tema esperienze presentate e la Rete monitoraggio della biodiversità SAPA (Expert Workshop)
Le Esperienze di monitoraggio della biodiversità nell’area alpina (presentate durante l’Expert Workshop) 1. Monitoraggio dello stato di conservazione di specie e habitat di interesse comunitario in Lombardia 2. Monitoraggio della biodiversità animale in ambiente alpino (PN Gran Paradiso/ Parco Alpi Cozie / Ossola + Val Grande / Stelvio / Dolomiti Bellunesi) 3. BioSTREAM - Piattaforma sovraregionale di condivisione dei dati da monitoraggio: come fare dialogare produttori e utilizzatori del dato (Prov TN / Reg. Veneto / Reg FVG / Fond. Dolomiti / MUSE) 4. Esperienze di monitoraggio a livello transfrontaliero: l’esperienza del Parco delle Alpi Marittime 5. Applicazione nel Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi delle linee guida ISPRA di monitoraggio per specie e habitat di interesse comunitario 6. Monitorare il cambiamento climatico nel territorio delle Aree protette della Valle Sesia 7. L’esperienza dei parchi regionali delle Dolomiti Friulane e delle Prealpi Giulie nell’ambito dei progetti INTERREG FanAlp, ALPBIONET2030 e Nat2care 8. Attività di monitoraggio di specie prioritarie e di relazioni ecosistemiche nel Parco Nazionale dello Stelvio 9. Lo sviluppo di metodi di monitoraggi standard nell'ambito della Direttiva Habitat - L'esempio di Lucanus cervus e Morimus asper/funereus (Prealpi Giulie + 4 aree non alpine) 10. Monitoraggio della Biodiversità dell’Alto Adige
Temi caldi (individuati dall’analisi delle Schede Esperienze) • È utile e possibile il coinvolgimento di personale volontario o non esperto (citizen science) nelle attività di monitoraggio? • Come organizzare il training preliminare? E’ possibile una sua standardizzazione comune nel Sistema alpino? • È possibile individuare delle attività di monitoraggio legandole ai fattori di pressione e di minaccia della biodiversità (turismo, climate change, consumo d I suolo, etc)? • E’ possibile un’armonizzazione degli indicatori per verificare l’efficacia delle misure di conservazione? • E’ possibile un’armonizzazione delle metodiche utilizzate in attività non legate al Reporting con le indicazioni delle Linee guida MATTM/ISPRA? Come? • Come relazionarsi alle indicazioni/ richieste delle direttive europee es. Habitat/Uccelli? • E’ possibile parametrare i costi delle singole azioni per individuare i canali di finanziamento più idonei ed efficaci?
Azioni possibili (individuate dall’analisi delle Schede Esperienze) • Attività di monitoraggio su specie/habitat di comune interesse per il Sistema alpino (per verifica delle azioni di gestione/ misure di conservazione); • Attivare sinergie tra esperienze in essere/concluse o effettuate localmente/a scala vasta in termini di metodiche e di strumenti di gestione e condivisione dei dati; • Attività di monitoraggio su taxa, o comunità di taxa, sull’intero territorio del Sistema alpino per comprendere e gestire le relazioni funzionali tra specie (e relative risposte) e le variazioni climatiche, ambientali e di uso del suolo, ecc.; • Attività per la raccolta e gestione di dati complessi, relativi a più attività di monitoraggio, al fine di individuare/analizzare l’effetto delle pressioni climatiche/territoriali e delle minacce su specie ed habitat.
Il monitoraggio della biodiversità nell’area alpina: Elementi per future azioni COSTRUIRE UN SISTEMA COMUNE E CONDIVISO DI MONITORAGGIO, REPORTING E VALUTAZIONE 1. Individuazione di obiettivi comuni e coerenti a scala di regione biogeografica che permettano di individuare i fattori di pressione e minaccia (e gli effetti sinergici tra loro) alla biodiversità e alla funzionalità degli ecosistemi, per definire azioni per una gestione adattiva dentro e fuori le AAPP; 2. Attività di valutazione della funzionalità ecologica, in particolare legata agli aspetti regolativi degli ecosistemi all’interno di ogni Unità Ecologica Funzionale delle AAPP, per individuare i servizi ecosistemici che caratterizzano il sistema territoriale di riferimento delle AAPP al fine di evidenziarne e quantizzarne la domanda ed i fornitori nonché il ruolo dell’AP rispetto al contesto territoriale più ampio; 3. Costruzione di un board sovraregionale di guida dell’attività di monitoraggio per la regione biogeografica alpina che coordini le azioni a livello di sistema in termini di condivisione delle informazioni/ di coordinamento scientifico/ di orientamento delle politiche regionali coerentemente agli impegni europei; 4. Costruzione/integrazione di una cartografia comune a livello di regione biogeografia alpina funzionale ad alle analisi territoriali coordinate e sinergiche;
Il monitoraggio della biodiversità nell’area alpina: Elementi per future azioni COSTRUIRE UN SISTEMA COMUNE E CONDIVISO DI MONITORAGGIO, REPORTING E VALUTAZIONE 5. Costruzione di una banca dati comune per il sistema alpino armonizzando protocolli di monitoraggio e tempistiche partendo dalle esperienze in essere; 6. Individuazione di variabili di risposta e indicatori comuni a tutte le AAPP da inserire nei piani di gestione e nei piani dei parchi della regione biogeografia alpina per verificare l’efficacia di comuni misure di conservazione; 7. Individuazione di modalità ed azioni per l’integrazione tra metodiche e set di dati per il Reporting delle Direttive Habitat e Uccelli e quelli provenienti dai siti Natura 2000, nonché da altre attività di monitoraggio (in essere o concluse); 8. Definizione di azioni di formazione e sensibilizzazione comuni di stakeholder non esperti che, perseguendo un approccio di citizen science, possano supportare le attività di monitoraggio esperto con riferimento al rilevamento di particolari specie, anche attraverso accordi non onerosi con le associazioni territoriali.
GRAZIE
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