EVOLUZIONE DEI SISTEMI DI RACCOLTA DEI RIFIUTI - Siena, marzo 201 - Zero Spreco Arezzo
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Evoluzione nella gestione dei rifiuti La storia dei rifiuti, ovvero, i rifiuti nella storia Un po’di storia “diversa” … Raccontata dalla 3B Fonte: https://greenschoolsforum.files.wordpress.com/2014/05
IL MONDO CAMBIA – NASCONO LE PLASTICHE L’Esposizione universale di Londra del 1862 tienne a battesimo la prima sostanza plastica artificiale derivata dalla cellulosa, la parkesina, inventata dall’inglese Alexander Parkes come alternativa alla gomma, ma non ebbe fortuna. Andò meglio all’americano John Wesley Hyatt che nel 1869 ottenne la celluloide a partire da nitrato di cellulosa e canfora sottoposti a temperatura e pressione elevate. Dalle prime plastiche (plastiche artificiali) ottenute dalla trasformazione di polimeri naturali quali cellulosa e caseina si passa poi a plastiche sempre più complesse ottenute dalla polimerizzazione o policondensazione degli idrocarburi (plastiche sintetiche ) D sempre più complesse e meno biodegradabili. Di seguito vengono riportate (in ordine cronologico) alcune tappe dello sviluppo delle prime materie plastiche. • 1861: Alexander Parkes brevetta il primo materiale plastico; • 1855: il chimico svizzero Georges Audemars produce in laboratorio il rayon; • 1869: lo statunitense John Wesley Hyatt scopre la celluloide; • 1907: il chimico belga-statunitense Leo Hendrik Baekeland produce la bachelite; • 1920: il chimico tedesco Hermann Staudinger ipotizza la struttura macromolecolare delle materie plastiche; • 1926: Waldo Semon della BF Goodrich introduce l'uso dei plastificanti per la sintesi del polivinilcloruro (PVC); • 1928: viene sviluppato il polimetilmetacrilato (PMMA); • intorno agli anni venti e trenta: vengono commercializzate le resine ureiche. • 1935: Wallace Hume Carothers della DuPont sintetizza il nylon; • 1937: vengono messe in commercio le resine polistireniche; • 1938: viene sintetizzato il politetrafluoroetilene (o PTFE, brevettato e commercializzato come Teflon nel 1950); • 1941: viene prodotta la prima fibra poliestere, il Terylene; • 1941: viene sintetizzato il poliuretano da William Hanford e Donald Holmes; • 1953: il chimico tedesco Karl Ziegler sintetizza il polietilene (PE; • 1954: il chimico italiano Giulio Natta produce il polipropilene isotattico (commercializzato con il nome Moplen).
UNA MONTAGNA DI RIFIUTI INVADE LA TERRA - LE PLASTICE, MATERIALI A BASSO COSTO SEMPRE PIU’ NON BIODEGRADABILI, SI ACCUMULANO. IN MENO DI UN SECOLO l’UOMO MANIFESTA UN IMPATTO CHE NON ERA RIUSCITO A MANIFESTARE IN OLTRE 5000 ANNI DI PRESENZA SUL PIANETA
Il luogo sopra «navigato» non è una delle discariche create dai vortici oceanici in cui si accumulano rifiuti ma è una delle tante aree fluviali-marine del modo dove vengono gettati i rifiuti. Spesso sono esse stesse l’origine del disastro sopra riportato.
L’ ISOLA DI NESSUNO - PACIFIC TRASH VORTEX E’ un’ «isola» originata da un vortice di spazzatura composto per l’80% da plastica e il resto da altri rifiuti, che si trova nell’Oceano Pacifico. Si tratta di un’isola di circa 2500 chilometri di diametro, profonda 30 metri. Questa discarica si è formata a partire dagli anni cinquanta, in seguito all’esistenza della North Pacific Subtropical Gyre, una corrente oceanica che si muove in senso orario a spirale. L’area è una specie di deserto oceanico, dove la vita è ridotta solo a pochi grandi mammiferi o pesci e in aggiunta causa la morte di più di un milione di uccelli e 100mila mammiferi marini l’anno. Quando il materiale della discarica finisce al di fuori del vortice può arrivare alle Isole Hawaii o addirittura in California. In alcuni casi la quantità di plastica che si arena su tali spiagge è tale che si rende necessario un intervento per ripulirle, in quanto si formano veri e propri strati spessi anche 3 metri. La maggior parte della plastica giunge dai continenti, per cui siamo noi a produrla…solo il resto proviene da navi private o commerciali e da navi pescherecce. Nel mondo sono ben cinque le aree oceaniche dove si accumulano immensi quantità di rifiuti trasportati dalle correnti marine. Queste «isole» poste sotto il pelo dell’acqua, sono visibili, utilizzando particolari tecniche, anche dai satelliti i quali mostrano la rapidità con cui tali ammassi si amplino.
NASCONO I SERVIZI DI IGIENE URBANA Fine 800 -Primi 900 Nelle citta si vedono i primi spazzini pubblici e nelle grandi citta vengono sperimentate le prime spazzatrici meccaniche o A Milano i NAVAZZARI con le loro NAVAZZE (carri botte trainati da somari o cavalli) svuotano i pozzi neri della citta mentre i RUEE ripulisce la RUERA e trasportano i rifiuti raccolti nelle campagne a beneficio dell’agricoltura.
A Milano, ancora nell’800 e per parte del ‘900, il protagonista vero del servizio di raccolta dei rifiuti domestici, non era l’addetto alla scopatura delle strade, che lavorava per lo più di notte, e che il cittadino, quindi, aveva meno possibilità di incontrare: era invece un personaggio ora scomparso, che possiamo considerare rappresentativo di tanti mestieri perduti, il ruee che, con la sua gerla in spalla, la scopa e la pala in mano, vuotava la cosiddetta ruera, cioè l’angolo del cortile dei caseggiati dove si ammucchiava la spazzatura delle famiglie. I ruee erano per lo più brianzoli, e provenivano specialmente da Missaglia. Erano ben organizzati e percorrevano tutta la città con carretti a mano o tirati da un asino, e sempre con la gerla in spalla, entrando, al mattino presto, in tutti i cortili. La destinazione di quanto essi raccoglievano, fino al 1910 non era unica, anche se l’immondizia veniva sempre portata fuori dei limiti urbani, ma in luoghi diversi, a seconda dei quartieri di provenienza. Nel 1910 il Comune volle però indicare un luogo unico per lo scarico. Venne così scelto un terreno in località detta delle Rottole, non lontano dall’attuale Cascina Gobba, che rimase in uso sino alla fine degli anni ’20. Alle Rottole si costituì un vasto insediamento, noto alla cittadinanza come “villaggio degli spazzini”, nel quale arrivarono ad essere impegnate alcune centinaia di persone, che vivevano praticamente in loco, tutte dedite alla raccolta, alla cernita ed al recupero dell’immondizia. Prima di tutto veniva prelevata la carta, poi gli stracci, i resti di pane, le ossa, le verdure, il legname, i metalli, ecc. La cernita produceva più di 30 differenti tipi di rifiuti, una parte dei quali era avviata alle industrie (le ossa, o i metalli e gli stracci, ad esempio), un’altra veniva portata nelle campagne per essere utilizzata come concime. Così, come nei secoli precedenti, le immondizie domestiche milanesi andavano ancora a concimare i campi della Brianza.
L’iniziativa privata dei brianzoli ebbe però termine verso la fine degli anni ‘20, non senza dolori e proteste. Il Comune di Milano aveva da tempo espresso l’esigenza di razionalizzare il servizio di raccolta dell’immondizia domestica, estendendolo ed integrandolo con quello della scopatura delle strade, ed anche di renderlo più igienico e consono ai tempi, uniformando, per esempio, i veicoli adoperati. In altri termini il Comune intendeva assumere in proprio anche il servizio di raccolta delle immondizie delle case, magari per darlo in concessione, ma mantenendone un controllo più diretto. In effetti alcune ditte a capitale privato avevano fatto capire di essere disponibili e di possedere i mezzi per aspirare alla concessione. Il Comune iniziò così a richiedere agli spazzini brianzoli sempre maggiori garanzie, ed essi in risposta si associarono in cooperativa (dati i tempi non c’è da meravigliarsi che si chiamassero Società Anonima Cooperativa Consorzio Fascista Spazzini Privati). Questa cooperativa ottenne dal Comune, nel dicembre del 1926, la concessione del servizio, ma solo in cambio della promessa di soddisfare precise garanzie. Nel contratto fra le parti il Comune dichiarava tra l’altro: “che pur non avendo nessuna difficoltà a concedere detto servizio intende però che si svolga in modo più decoroso e più rispondente alle norme igieniche ed in modi da seguire, anche per quanto riguarda la rapidità dei trasporti, l’evoluzione della città e le direttive dell’Amministrazione comunale, di abolire cioè la trazione animale”.
Le ruere vengono dotate dei primi bidoni. Resta il problema del prelievo dei rifiuti dagli scantinati dei palazzi
Anni 50 si assiste ad un aumento dei volumi raccolti per la presenza dei primi imballaggi e delle plastiche. Il rifiuto non è più solo organico e i vecchi carri a trazione animale vengono sostituiti con autocarri dotati di sistemi di compattazione e sollevamento dei bidoni. Il servizio di spazzamento è organizzato per squadre e sedi operative.
PASSATO E PRESENTE LA STORIA SI RIPETE
NASCE IL MODERNO SERVIZIO DI RACCOLTADEI RIFIUTI Gli anni 60-70 sono gli anni del boom economico ma anche gli anni in cui si assiste ad una crescita esponenziale dei rifiuti. I vecchi luoghi dove venivano gettati i rifiuti si saturano velocemente e diventa sempre più difficile trovare nuovi luoghi dove smaltire i rifiuti. E’ in questo momento che nascono i primi inceneritori per rifiuti e contemporaneamente si modernizza il sistema di raccolta. Nelle uree urbane ad alta densità abitativa vengono posizionati appositi contenitori sulla pubblica via. Il servizio si allaga alle periferie e ai centri urbani minori privilegiando sistemi di raccolta programmata con esposizione nella pubblica via del contenitore da parte dell’utente. Le raccolte diventano sempre più capillari e l’esposizione sempre più frequente. I pesanti contenitori metallici vengono sostituiti con bidoni in polietilene più maneggevoli e facili da pulire. I bidoni in ferro vengono velocemente soppiantati da bidoni e cassonetti in materie plastiche e sono sempre più capienti. G RACCOLTA SOSTANZIALMENTE INDIFFERENZIATA
EVOLUZIONE DELLA RACCOLTA STRADALE CON AUTOCOMPATTORE A CARICO POSTERIORE E SERVENTI PRIMA FASE Max 1700 litri 80-360 litri 660-1100 litri In alcune aree del territorio, specialmente del sud Italia, il sistema sopra esposto impiega tutto il novecento per svilupparsi mentre in altre aree subisce continui aggiornamenti attraverso la meccanizzazione spinta della raccolta sia indifferenziata che differenziata. Accanto alla classica raccolta indifferenziata si afferma già dagli anni 80 la raccolta di materiali cellulosici e successivamente delle plastiche, vetro e metalli. La raccolta dell’organico trova maggiori difficoltà.
D.P.R. 915/82 PRIMO TESTO ORGANICO IN MATERIA DI GESTIONE DEI RIFIUTI Con DPR 915/82 l’Italia si dà una specifica normativa sulla gestione dei rifiuti che spazia dalla raccolta allo smaltimento. Sono gli anni della chiusura di vari inceneritori accusati di produrre diossine nonché di discariche poste in zone vulnerabili. Questa operazione di regolamentazione e ammodernamento del sistema occupa tutto un decennio e porta gran parte dell’opinione pubblica a prendere coscienza dei problemi del recupero dei rifiuti come risorsa. Le citta crescono e conseguentemente la produzione dei rifiuti per cui vi è l’esigenza di adeguare il sistema alle nuove esigenze ma con un occhio anche agli aspetti economici del servizio stesso. Il mercato propone le prime macchine con presa e svuotamento automatizzato dei cassonetti cosi che i due operatori addetti al carico sono superati. Riduzione dei costi e velocizzazione delle fasi di raccolta ma anche attenzione alla sicurezza. Il traffico è caotico per cui è sempre più sentita l’esigenza di evitare operatori sulla pedana posteriore. In alcune zone le pedane vengono «vietate» e i serventi per cui i gestori devono trovare soluzioni alternative che oltre non essere vantaggiose sotto il profilo economico non sempre rispondono a quelle esigenze di sicurezza sperate. Il maggior volume richiesto impone l’uso di cassonetti sempre più capienti. Il servizio con autocompattore a carico posteriore e due serventi permette di utilizzare cassonetti con capacità massima di 1700 litri. Nelle zone dove si è previsto l’uso di monoopertaori a carico laterale è possibile utilizzare cassonetti stazionari con capacità superiore a 2400 litri. Fine anni 80 sulla spinta di un mercato sempre più affamato di volume fanno comparsa i primi cassonetti da 3200 litri movimentabili con le stesse macchine.
EVOLUZIONE DELLA RACCOLTA STRADALE CON AUTOCOMPATTORE A CARICO POSTERIORE E SERVENTI- AUTOCARRO CASSONATO CON CARICATORE SECONDA FASE 660-1100 litri 2000-3500 litri
EVOLUZIONE DELLA RACCOLTA STRADALE CON AUTOCOMPATTORE MONOOPERATORE A CARICO LATERALE SECONDA FASE 1000 -1100 litri 2000 -3200 litri
EVOLUZIONE DELLA RACCOLTA STRADALE CON AUTOCOMPATTORE MONOOPERATORE A CARICO LATERALE SECONDA FASE 1000 -1100 litri 2000 -3200 litri La soluzione viene sviluppata sia con soli cassonetti che con campane-cassonetti o Cassonetti- bidoni
MA COSA SUCCEDE NEI CENTRI STORICI? Alcuni dei nostri centri storici vedono il posizionamento indecoroso di contenitori di varia capacita svuotati con l’ausilio di piccoli mezzi satellite dotati di sistemi di aggangio e sollevamento. I rifiuti vengono raccolti e trasferiti in mezzi di trasporto di maggiore capacità. In altri centri storici il conferimento avviene con l’utilizzo di sacchi plastici esposti fuori del proprio portone. Sostanzialmente abbiamo un sistema di conferimento «Porta a Porta». Sostazialmente quelli che attualmente vengono definiti come moderni sistemi di raccolta differenziata pap non sono altro che un aggiornamento di sistemi esistenti. Differenza fra prima e ora sta nella differenziazione del rifiuto nelle sue principali componenti e la calendarizzazione delle varie raccolte.
IL PRIMO DECENNIO DEL 2000 SEGNA LA SVOLTA NELLA GESTIONE DEI RIFIUTI Con D.Lgs. 22/97, noto come decreto Ronchi, e con Decreto L.gs. 152/2006, noto come TUA, lo stato italiano recepisce importanti direttive comunitarie in materia dei rifiuti e detta la nuova politica in materia di gestione dei rifiuti ispirata al principio «chi inquina paga» e che vede nel recupero come materia ed energia la forma privilegiata di valorizzazione dei rifiuti.
QUALE E’ LA RISPOSTA DEL SISTEMA? Il sistema non risponde in nodo univoco agli indirizzi del legislatore invece di una soluzione ottimale si assiste all’ «adeguamento» delle varie esperienze fino ad allora condotte. - NORD EST -questa parte d’Italia è fra le prime ad abbandonare il sistema meccanizzato di raccolta con mono-operatore e sceglie per prima il passaggio a sistemi di raccolta domiciliare con piccoli contenitori o sacchetti; la scelta lentamente trova il consenso delle comunità Venete e Lombarde; - NORD OVEST - dopo una prima fase di difesa del sistema di raccolta stradale meccanizzata e la sperimentazione di soluzioni alternative come gli «ecopunti» sembra doversi rassegare definitivamente al pap; - AREA EMILIANA-ROMAGNOLA - conosciuta anche come l’area storica di HERA difende il sistema stradale introducendo una miriadi di varianti; sistemi stradali con controllo dei conferimenti si alternano a classici sistemi stradali o sistemi di prossimità nonché a pap più o meno vasti; - CENTRO ITALIA - (Toscana-Umbria-Marche) Dopo una difesa assidua del sistema stradale si presenta con una vasta gamma di soluzioni di difficile valutazione; e’ l’area dove si è sperimentato di tutto e spesso i risultati contrastano con il resto dell’Italia; - CENTRO SUD E ISOLE - sono le aree dove più lenta è stata l’evoluzione del sistema stradale e dove le raccolte differenziate hanno per diverso tempo stentato a decollare. Ora sistemi stradali di prima generazione sono soppiantati da pap prima maniera con risultati spesso accettabili.
SISTEMA STRADALE CON NONOOPERATORE A CARICO LATERALE E CASSONETTI DI ELEVATA CAPACITA’ ASPETTI POSITIVI - ECONOMICITA’ e AFFIDABILITA’ – l’utilizzo di un solo operatore rende possibile contenere i costi complessivi del servizio; esprime la sua maggiore economicità in servizi con rifiuti ad elevato peso specifico tipo RSU e con un adeguato livello di riempimento del contenitore; da 6 t./turno a 25 t/turno; da 60 a 150 cassonetti/turno; il numero varia in funzione dei km percorsi, della capacita e del livello di riempimento del cassonetto nonché della tipologia del rifiuto; i costruttori delle attrezzature, ormai rimasti in pochi, hanno raggiunto una elevata affidabilità; - FLESSIBILITA’ - con adeguamento dell’attrezzatura vi è la possibilità di movimentare cassonetti di varia tipologia (coperchio piano, coperchio basculante simmetrico e non) e di varia capacità (da 1000 a 3200 litri) sia destinati a normali RSU che a RD;
- IMPATTI – Il sistema stradale è di per se il sistema che permette massima liberta di conferimento da parte dell’utenza; alla possibilità di utilizzare cassonetti di elevata capacita consegue la riduzione del loro numero complessivo e la possibilità di massimizzare il poco spazio disponibile nonché ridurre la frequenza di svuotamento (meno passaggi , minore intralcio alla viabilità ordinaria, ecc); lavaggi e manutenzioni sono di competenza del servizio.
SISTEMA STRADALE CON NONOOPERATORE A CARICO LATERALE E CASSONETTI DI ELEVATA CAPACITA’ - NEGATIVITA’ - ECONOMICITA’ – dall’uso di autocarri con PTT min. 18- max. 32 t. discendono elevati consumi di carburante; il carburante rappresenta dal 7 al 10% del costo del servizio e pertanto è una voce importante dei costi; mezzi con portata da 6 a 15 t.; tara di 11-16 t.; Il mezzo si nuove sempre con un peso importante e pertanto sono elevati i consumi di fremi e gomme; è sollecitato il cambio, la frizione, il differenziale e gli assali; cambio automatico, fren motore e freno idraulico nonché maggiorazione di assali e differenziali hanno reso più efficienti questi mezzi; per gli elevati costi di esercizio di questi mezzi possono derivare costi unitari di raccolta (espressi come euro/kg, euro/presa) non sempre vantaggiosi; nella nostra realtà una buona gita di RSU indifferenziati ha un costo di circa 28 euro/t mentre una di carta può superare le 80 euro/t. Non positive le esperienze di «adattare» il cassonetto a sistemi di tariffazione puntuale.
SISTEMA STRADALE CON NONOOPERATORE A CARICO LATERALE E CASSONETTI DI ELEVATA CAPACITA’ - FLESSIBILITA’ – capacità di movimentare solo cassonetti posti solo in destra; esistono mezzi con presa in sinistra ma si giustificano solo in particolari realtà; scarso successo di mezzi con presa destra-sinistra; consistenti danneggiamenti nei cassonetti oltre i 2400 litri; all’uso di contenitori sempre più capienti deriva un oggettivo incremento dei rifiuti raccolti; Il solo passaggio da contenitori da 1000 litri a 2400-3200 litri produce un incremento delle raccolte dal 25 al 50%; - IMPATTO – la nostra viabilità mal si presta alle manovre di mezzi ingombranti sempre spinta al massimo della carrozzabilità; Il peso sempre elevato dei mezzi produce significativi danni alla pavimentazione stradale; - impatto significativo dei cassonetti sia per il loro posizionamento bordo strada sia per l’impatto visivo prodotto dalle notevoli dimensioni del contenitore; L’abbandono dei rifiuti all’esterno del cassonetto aggrava la percezione del degrado; alla massima libertà di conferimento corrisponde una irrazionale libertà di abbandono di rifiuti in prossimità di questi oppure il loro l’utilizzo per lo smaltimento abusivo di rifiuti speciali; l’abbandono di rifiuti oltre che essere un elemento di degrado urbano e una voce significativa dei costi del servizio;
EFFETTI DELL’UTILIZZO DI CONTENITORI DI ELEVATA CAPACITA’ CONFERIMENTO IMPROPRIO DI RIFIUTI CON AUMENTO DEI RIFIUTI RACCOLTI SCARSA PARTECIPAZIONE ALLA RD PER SCARSO MAGGIORE CONTROLLO E MANCANZA RICHIESTA DI DI STIMOLI CONTENITORI GRANDI CONTENITORI STIMOLO ALL’UTILIZZO DI IMPOSSIBILITA’ DI IMBALALGGI E ATTUARE UNA REALE DISINTERESSE PER TARIFFA PUNTUALE VUOTI A RENDERE
COME IL TIPO DI SERVIZIO INCIDE SULLA QUANTITA’ DI RIFIUTI RACCOLTI E CONSEGUNTEMENTE SULLA VOCE SMALTIMENTO
- 24%
SISTEMI DI RACCOLTA DOMICILIARE (P.a.P.)
PROGRAMMAZIONE DEI RITIRI RITIRO SULLA PUBBLICA VIA
P.aP. - Elevati livelli di RD – un sistema PaP produce risultati di RD di oltre il 65% mentre uno stradale non supera il 45%; buono il livello della qualita’ della raccolta; - Occupazione – maggior impego di manodopera a vantaggio della occupazione; Impatti ASPETTI POSITIVI – minor impatto del servizio per l’impiego di mezzi più piccoli; - Recupero di spazzi – la rimozione dei cassonetti restituisce spazzi pubblici spesso importanti; - Gradimento - dopo la fase di avvio tutte le indagini condotte mostrano un elevato grado di gradimento; - Rigidità – il sistema prevede il rigido rispetto di giorni e orari; con i cambiamenti avvenuti nella società tale aspetto ha assunto un peso notevole e le amministrazioni interessate stanno cercando dei correttivi; ASPETTI NEGATIVI - Costi – il costo del servizio di raccolta è oggettivamente superiore; il costo complessivo può essere contenuto; - Impatti – l’esposizione prolungata o furi orario/giorno o il mancato ritiro dei contenitori vuoti ha un impatto negativo sul decoro urbano; altro impatto spesso sottovalutato è legato alla salute del personale impiegato nel servizio; il sistema dovrà essere, per quanto possibile modernizzato; -
RICORDIAMOCI CHE IL RISPETTO DELLE REGOLE E’ PERO’ ALLA BASE DI QUALSIASI SISTEMA
ALUTE DEI LAVORATORI? PROBLEMA ANCORA SOTTOVALUTATO
COSTI DELLE RACCOLTE (Fonte FEDERAMBIENTE). RACCOLTA CON CASSONETTO STRADALE da 0,76 a 4,60 €/ab. CARTA RACCOLTA CON CAMPANE da 0,25 a 4,71 €/ab. RACCOLTA CON SISTEMA PORTA A PORTA da 0,49 a 9,29 €/ab. RACCOLTA CON CASSONETTO STRADALE da 0,55 a 2,20 €/ab. RACCOLTA CON CAMPANE da 0,32 a 1,50 €/ab. PLASTICA RACCOLTA MULTIMATERIALE da 0.01 a 2,57 €/ab. RACCOLTA CON SISTEMA PORTA A PORTA da 0,58 a 3,10 €/ab. RACCOLTA CON CASSONETTO STRADALE da 0,55 a 9,73 €/ab. UMIDO RACCOLTA CON SISTEMA PORTA A PORTA da 3,04 a 10,52 €/ab.
IL SERVIZIO CON RACCOLTA DOMICILIARE (PAP) COSTA PIU’ DI UN SERVIZIO DI RACCOLTA STRADALE? SI IL COSTO COMPLESSIVO DEL SERVIZIO E’ MAGGIORE? DIPENDE DIPENDE DA: COSTI DI SMALTIMENTO COSTI DI SMALTIMENTO • Tipo di territorio EFFETTI DI UN PaP • Servizi sviluppati • Volontà • Partecipazione • Stimoli COSTI DI RACCOLTA • Efficienza e tipo di servizio • Capacità di valorizzare le COSTI DI RACCOLTA RD RACCOLTA STRADALE RACCOLTA DOMICILIARE
MECCANIZZARE IL MECCANIZZABILE IMPERATIVO E’ TROVARE SOLUZIONI CHE RIDUCANO I COSTI E MIGLIORINO IL LAVORO Soluzione complementare
STRADALE – PORTA A PORTA - O ALTRO?
ALCUNE RISPOSTE DEL SISTEMA STRADALE IL CASSONETTO E’ BRUTTO? FACCIO il CUBO poi ……la sfera poi….. La piramide BELLI (quanto costano …..) BELLI (quanto durano …..) LI CALO SOTTO TERRA (positivo non si vedono ma…..)
Non riesco a superare il 40% di RD? Voglio una tariffa puntuale? OTTIMO Ma cosa succede?
FORSE TROPPA LIBERTA’ MA C’E ANCHE ALTRO
HO VINTO! Miseria non entra …….. TANTA RACCOLTA DIF……..FERENZIATA E LA QUALITA’?
L’INTERRATO COME SOLUZIONE ALTERNATIVA O SOLUZIONE COMPLEMENTARE RISERVATA A PATICOLARI REALTA’? L’INIZIO NON E’ TROPPO INCORAGGIANTE
Anche l’efficiente Trento,,,! Ma siamo proprio sicuri?
TRE SOLUZIONI DIVERSE APPARENTEMENTE UGUALI LIGURIA SVIZZERA FIRENZE
FIRENZE CAMPANE INTERRATE SISTEMA NORD SISTEMA POI ESTESO A ENGINEERING CAMPANE ESTERNE
LIGURIA - FIRENZE SISTEMA ELETTRO-IDRAULICO DI SOLLEVAMENTO
INTERRATO «EUROPEO»
SEMI-INTERRATO
IL PRIMA E IL DOPO
LO SVUOTAMENTO
UN PARTICOLARE SEMI-INTERRATO
UN’ AZIENDA TOSCANA PROPONE UN NUOVO SISTEMA INTERRATO (in realtà è una revisione di un sistema precedente) SISTEMA PRECEDENTE
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