Estate, calciatori poliamorosi, chiusura dei teatri.
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URL :http://espresso.repubblica.it/ Espresso.repubblica PAESE :Italia TYPE :Web Grand Public 28 luglio 2020 - 05:51 > Versione online Estate, calciatori poliamorosi, chiusura dei teatri. Milano al tempo del lockdown. © Gianfranco Falcone All’isola Thikombia nelle isole Fiji ci sono ventisei gradi. Il cielo è parzialmente nuvoloso. È una bella giornata. A Milano ci sono trentun gradi, l’asfalto si scioglie, il respiro è corto, le pale dei ventilatori ruotano vorticosamente. Gli impianti per l’aria condizionata funzionano a pieno regime. Sono tra i fortunati che passeranno l’estate in città. Luglio l’abbiamo quasi svoltato. Ce l’abbiamo fatta grazie al teatro e alla grande offerta dei pochi coraggiosi che si ostinano ad andare in scena. Per comprendere il livello dell’offerta teatrale nei teatri milanesi basti pensare soltanto alla programmazione della settimana scorsa. Lunedì ai Bagni Misteriosi del Teatro Parenti ho ascoltato Rita Pelusio con Lucia Vasini, Alessandra Faiella, Livia Grossi, in ApPPUNTI G, esilarante e caustica commedia sulle abitudini sessuali e affettive degli italiani. Bello, davvero bello. Si ride e si pensa. Non è cosa da poco. Rita Pelusio in ApPUNTI G. Martedì è stata la volta di Michele Serra al Piccolo, nel chiostro Nina Vinchi. È un vero signore della parola. Prima dell’inizio dello spettacolo ho scambiato qualche parola con Masiar, il fotografo ufficiale del teatro. È stato gentile e chiaro. Mi ha dato qualche dritta, e per la prima volta in dieci anni sono riuscito a fare qualche fotografia decente agli attori sul palco. Bello il nome Masiar, è il nome di un generale. È un nome di origini persiane. La sua mamma è iraniana. Tutti i diritti riservati
URL :http://espresso.repubblica.it/ Espresso.repubblica PAESE :Italia TYPE :Web Grand Public 28 luglio 2020 - 05:51 > Versione online Michele Serra in L'amaca di domani unplugged © Gianfranco Falcone Sempre al Parenti Giovedì ho assistito al balletto Scacco Matto del coreografo Raphael Bianco. Quello del balletto è un linguaggio ostico per me. Mi ha colpito la preparazione atletica e il perfetto controllo del corpo da parte dei ballerini. Mi emoziona sempre vedere quel tipo di controllo. Per me che vivo in carrozzina quella disciplina del corpo è al di fuori della mia portata. A dire il vero sarebbe stato fuori dalla mia portata anche prima, quando mi muovevo sulle mie gambe, considerate le mie abitudini sedentarie. Scacco Matto di Raphael Bianco. © Gianfranco Falcone Venerdì ho ceduto alle lusinghe di Diego Mattiello, il direttore di sala del Teatro Parenti e sono andato a vedere Ivana Monti in Una vita che sto qui. Diego era talmente entusiasta di quello spettacolo che non ho potuto fare a meno di esserci. Gli ho solo detto per gioco che se lo spettacolo non mi avesse convinto avrebbe dovuto rimborsarmi il costo del biglietto. Non solo me l’ha offerto lui, ma gli dovrò offrire una birra. Ivana Monti era semplicemente grandiosa. Tutti i diritti riservati
URL :http://espresso.repubblica.it/ Espresso.repubblica PAESE :Italia TYPE :Web Grand Public 28 luglio 2020 - 05:51 > Versione online Ivana Monti dopo lo spettacolo Una vita che sto qui. © Gianfranco Falcone Domenica sono stato alla biblioteca centrale di Milano ad ascoltare Gabriella Greison, che dalla Corte d’Onore di Palazzo Sormani ha recitato il suo 1927 Monologo Quantistico. Volevo già vederlo questo inverno, ma causa lockdown l’ho perso. Straordinaria questa artista scienziata, che tanto per dirne una è laureata in fisica nucleare con una tesi sullo studio sperimentale della propagazione di elettroni veloci in una camera a vuoto. Incredibile la capacità e semplicità con cui ci fa accostare alla meccanica quantistica, rendendola non solo comprensibile, ma anche divertente. Superba. Gabriella Greison al firma copie dopo lo spettacolo 1927 Monologo Quantistico. © Gianfranco Falcone A Milano ci sono trentun gradi. Per fortuna che c’è il teatro e c’è l’aria condizionata. Comunque il respiro è corto. I pensieri sono torpidi e faccio fatica a mettere insieme pensieri ragionevoli.C’è una cosa soprattutto che non riesco a capire. Perché i calciatori possono scendere in campo, abbracciarsi, strusciarsi, dribblarsi, fare falli. Tutte cose che implicano contatto fisico e gli attori invece devono mantenere le distanze? Tra l’altro tra giocatori, possibilità di sostituzioni, cinque per squadra, allenatori, massaggiatori, arbitro, guardalinee, in campo scendono almeno una cinquantina di persone per volta. Fa caldo. Non capisco. Ci ho messo un po’ di tempo a formulare un’ipotesi credibile. Tutti i diritti riservati
URL :http://espresso.repubblica.it/ Espresso.repubblica PAESE :Italia TYPE :Web Grand Public 28 luglio 2020 - 05:51 > Versione online Nel mondo del calcio, al contrario di quanto avvenuto in ambito teatrale, c’è stato un generale coming out. Per giunta si sono dichiarati tutti poliamorosi. Per cui, risultando tutti congiunti, possono abbracciarsi, strusciarsi, dribblare, fare falli. All’isola Thikombia nelle isole Fiji ci sono ventisei gradi. Il cielo è parzialmente nuvoloso. È una bella giornata. A Milano ci sono trentun gradi. Calcio e poliamore. © Gianfranco Falcone Condividi: Tutti i diritti riservati
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