10 febbraio 2019 - Biblioteca Gambalunga
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10 febbraio 2019 Carissim*, per il nostro prossimo incontro, sabato 9 marzo alla Biblioteca Gambalunga, ore 10.30, il libro da leggere – e condividere – è “Una storia d’amore e di tenebra” (Feltrinelli, 2003, trad. it. di Elena Loewenthal), di Amos Oz. A introdurlo per noi sarà Mario, che lo ha proposto e che ringrazio. Scomparso nel dicembre 2018, Amos Oz insieme a David Grossman e Abraham Yehoshua è considerato tra i più grandi scrittori di Israele, coscienza critica del paese, mente pensante. “Una storia d’amore e di tenebra”, autobiografia1 in forma di romanzo, subito diventata un classico, è forse il suo capolavoro. In questo libro Amos Oz tratteggia la storia della sua famiglia, i Klausner, una storia che si snoda per oltre 100 anni, mentre sullo sfondo imperversano le persecuzioni naziste, il terrorismo, la nascita dello Stato d’Israele e le guerre arabo-palestinesi. Una storia di amore e di tenebra è probabilmente il più noto dei suoi 18 libri. In realtà qui non ci sono finzioni: questo suo secondo romanzo si presenta come una rielaborazione molto più ricca e matura del primo, Michael mio. Amos racconta del trauma centrale di tutta la sua vita, il suicidio di sua madre Fania quando lui, figlio unico, era ancora dodicenne. Sullo sfondo si dipana l’epopea corale della nascita dello Stato di Israele. https://www.corriere.it/cultura/18_dicembre_28/morto-amos-oz-voce-sradicati-caccia- pace-una-patria-crudele-391b6b74-0ad1-11e9-807b-d85edec6e72a.shtml “Avevo capito da dove venivo: una matassa sfilacciata di tristezza e finzione, di nostalgia e sogghigno e miseria e sussiego provinciale, di educazione sentimentale e ideali anacronistici e paure soffocate e rassegnazione e disperazione”. Una storia di amore e di tenebra dipana questa matassa in un affresco indimenticabile. Sono pagine in cui incontriamo l’uomo, lo scrittore e l’epopea di un Paese che nasce. Amos Oz ci conduce in una Gerusalemme poverissima, fra gli anni trenta e cinquanta. 1 ma attenzione: “tutto è autobiografia”, scrive a questo proposito Oz, ma “il cattivo lettore”, travisando il significato letterario, romanzesco del termine, confonde l’autobiografia con la verità estrinseca, con la concretezza immediata del fatto, ed “esige di sapere, subito e immediatamente, ‘cosa è successo in realtà’ […]. Il cattivo lettore è una sorta di amante psicopatico che aggredisce e strappa i vestiti della donna capitatagli a tiro, e quando quella è completamente nuda continua, scorticandola, poi scartando con impazienza la carne, smontando lo scheletro, finché alla fine […] è soddisfatto: ecco. Adesso sono proprio dentro. Sono arrivato. Dove, è arrivato? […] Ma certo, i personaggi del libro sono in fondo nient’altro che lo scrittore in persona, i suoi vicini, e lo scrittore o i suoi vicini di casa, ovviamente, per quanto brave persone, dopo tutto sono sozzi come tutti noi. Prova a spellarli e arrivare al dunque, troverai sempre che ‘uno vale l’altro’”.
Siamo al crocevia della Storia ebraica: la seconda guerra mondiale è finita da poco, il Mandato britannico è agli sgoccioli, il 14 maggio 1948 David Ben Gurion proclama la nascita dello Stato d’Israele e si apre la straziante infinita stagione delle guerre. Il mondo pulsa di novità, ma i Klausner sono stretti in una vita povera, soffocante. Il padre Yehuda Arieh è originario di Vilnius, la città lituana che, per il suo fervore culturale, prima della Shoah era considerata la Gerusalemme d’Europa. Viene da una famiglia di eruditi, è uno studioso di letteratura ebraica, ma le sue aspirazioni sono destinate a restare deluse. La madre Fania è nata a Rovno, allora polacca, in una famiglia benestante e ha studiato storia e filosofia a Praga. Amos cresce in quest’ambiente carico di silenzi senza fratelli, sorelle o amici. Passa il tempo con la madre che adora. Infelice della vita matrimoniale e sopraffatta dalle sfide di una vita così diversa da quella che aveva sognato, Fania inventa per il figlio storie di viaggi e avventure destinate a segnarlo per tutta la vita, lo immagina scrittore, lo spinge a crescere. https://www.doppiozero.com/materiali/amos-oz-amore-ironia-e-passione-civile
Amos Oz è stato l’ultimo figlio del sogno: il sogno del kibbutz, di un’Israele laica, della soluzione “due popoli, due stati”. Eppure non era un utopista, non inseguiva ciò che non poteva essere realizzato e la sua letteratura altro non è stata che il racconto di storie e sentimenti reali, che ognuno poteva sentire propri: il tradimento, l’amore, la malinconia, il rapporto con l’altro, la quotidianità. “Se dovessi riassumere in una parola di cosa parlano le mie storie, direi: ‘famiglia’, in due parole ‘famiglie tristi’”, affermava Oz in un’intervista di alcuni anni fa. Questa tristezza, che era anche speranza in un altrove migliore, aveva certamente a che fare con la sua biografia. Nato Amos Klausner a Gerusalemme nel 1939, Oz proveniva da una famiglia di origine lituana e polacca emigrata nell’allora Palestina britannica e vicina alla destra sionista revisionista di Jabotinsky. Fu a seguito del suicidio della madre Fania, nei primi anni cinquanta, che l’adolescente Amos decise di rompere con l’ambiente famigliare. Modificò il cognome in Oz(“forza” in ebraico) e lasciò per sempre Gerusalemme, diventando membro del kibbutz Hulda e abbracciando l’ideologia sionista socialista allora dominante. Il kibbutz fu per molti anni la casa di Oz e molti kibbutzim immaginari fanno da sfondo alle sue opere: da Nof Harish, dal quale proviene il protagonista di uno dei suoi primi racconti giovanili (Attraverso il vento, pubblicato nel 1965 e inedito in italiano), fino a Granot di Una pace perfetta del 1982 (molti dei libri di Amos Oz sono usciti da Feltrinelli nella traduzione di Elena Loewenthal). https://www.lindiceonline.com/osservatorio/amos-oz-laura-magica-un-profeta-laico/ Il libro è anche un saggio su una letteratura: Cernichovskij, Berdyczewski, Bialik, Agnon, scrittori in ebraico, non in yiddish come i Singer o Shalom Aleichem. È la rievocazione di una Gerusalemme meno conosciuta, quella dell’immigrazione ebraica povera ma colta di prima ancora della guerra e delle persecuzioni naziste. È una lezione di storia di Israele. Storia di parte, non solo nel senso che la narrazione è di parte ebraica, ma nel senso che il punto di vista narrato è quello di una particolare componente intellettuale: un sionismo colto e conservatore, anziché quello socialista. Ed è infine una meticolosa cronaca familiare, con un caleidoscopio di fatti e personaggi storici (la nascita dello Stato di Israele, Žabotinskij, Begin, gli avversari, da destra, di Ben Gurion), e di parenti, nonni, zie e zii, ciascuno dei quali potrebbe essere un romanzo per conto suo. In una folla così c’è il rischio di perdersi anche quando si ha la possibilità di leggere, tornare indietro, sfogliare, ripensare rimeditare coi ritmi propri a ciascun lettore. https://www.repubblica.it/venerdi/articoli/2017/05/24/news/ il_film_di_natalie_portman_sul_amore_e_tenebre_di_amos_oz-166301895/ Intervista ad Amos Oz su “Una storia d’amore e di tenebra” http://archivio.feltrinellieditore.it/FattiLibriInterna/IntervistaInterna?id_int=1465 Giulio Busi intervista Amos Oz https://www.ilsole24ore.com/art/cultura/2018-12-28/gli-strumenti-un-grande- scrittore-163149.shtml?uuid=AEtogO6G Antologia dei brani scritti per il Corriere https://www.corriere.it/cultura/18_dicembre_28/amos-oz-famiglia-politica-scrittura- eterne-voci-nobel-3d7961ac-0ad2-11e9-807b-d85edec6e72a.shtml
l’autore Amos Oz ( ;עמוס עוזnato: Amos Klausner) Gerusalemme, 1939 - 2018, scrittore israeliano, ha scritto romanzi, saggi e libri per bambini. La precoce carriera letteraria di Amos Oz iniziò nel kibbutz, dove l’autore strappava le ore di scrittura al lavoro nei campi. Il primo libro — dei circa quaranta che compongono la sua opera narrativa e saggistica — a ottenere un notevole successo fu nel 1968 Michael mio (in Italia 2001, edito da Feltrinelli come gli altri suoi libri), storia di un matrimonio alla vigilia della Guerra dei Sei giorni. Tutti i romanzi di Oz, oggi tradotti in 45 lingue, intrecciano le vicende personali e intime dei protagonisti alla storia di Israele. Seguirono titoli come Il monte del cattivo consiglio (1976, in Italia 2011), Una pace perfetta (1982, in Italia 2009), Fima (1991). Nel 2002 pubblicò il suo libro più celebre, l’autobiografia Una storia di amore e di tenebra (in Italia 2003): la storia della famiglia, del suicidio della madre, della nascita di Israele dopo il protettorato inglese e infine l’esperienza del kibbutz. Dal libro è stato tratto nel 2015 un film diretto da Natalie Portman. Tra i libri, oltre al recente Finché morte non sopraggiunga (2018), anche numerosi testi dedicati alla politica israeliana: tra questi, il saggio Cari fanatici (2017), a favore del dialogo e della moderazione.Ha vinto i premi Catalunya e Sandro Onofri nel 2004, Principe de Asturias de Las Letras e Fondazione Carical Grinzane Cavour per la Cultura Euromediterranea nel 2007, Primo Levi e Heinrich Heine nel 2008, Salone Internazionale del libro nel 2010, il Premio Franz Kafka a Praga nel 2013. I suoi lavori sono tradotti in oltre quaranta lingue. https://www.corriere.it/esteri/18_dicembre_28/morto-scrittore-israeliano-amos-oz- f03af27e-0aaa-11e9-807b-d85edec6e72a.shtml Bio-bliografia http://www.treccani.it/enciclopedia/amos-oz/ https://www.lastampa.it/cultura/tuttolibri/tutti-gli-autori/tutti-libri-autore? nomeAutore=Amos&cognomeAutore=oz “Quand’ero piccolo, da grande volevo diventare un libro. Non uno scrittore, un libro: poiché le persone le si può uccidere come formiche. Anche uno scrittore, non è difficile ucciderlo. Mentre un libro, quand’anche lo si distrugga con metodo, è probabile che un esemplare comunque si salvi e preservi la sua vita di scaffale, una vita eterna, muta, su un ripiano dimenticato in qualche sperduta biblioteca, a Reykjavik, Valladolid, Vancouver.” ph. Fania Mussman con il marito e il piccolo Amos
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