Dott.ssa Vittoria Maria Patania - FACOLTA' DI SCIENZE DELL'UOMO E DELLA SOCIETA' ESTRATTO DALLE SLIDE SUL

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Dott.ssa Vittoria Maria Patania - FACOLTA' DI SCIENZE DELL'UOMO E DELLA SOCIETA' ESTRATTO DALLE SLIDE SUL
FACOLTA’ DI SCIENZE DELL’UOMO E DELLA SOCIETA’

  CORSI DI LAUREA IN SCIENZE DELLE ATTIVITA’
              MOTORIE E SPORTIVE

         ESTRATTO DALLE SLIDE SUL
            PILATES MATWORK

               Dott.ssa Vittoria Maria Patania

                 ANNO 2014/2015
Dott.ssa Vittoria Maria Patania - FACOLTA' DI SCIENZE DELL'UOMO E DELLA SOCIETA' ESTRATTO DALLE SLIDE SUL
STORIA
• Il pilates insorge intorno alla metà degli anni
  venti, grazie a Joseph Hubert Pilates (1880-
  1967), nato a Monchengladbach, una piccola
  città vicino a Dusseldorf, in Germania
• Il nome iniziale era “Pilatu” ed era di origine
  Greca, ma fu cambiato in Pilates.
• Dopo un’infanzia minata da malattie che lo
  avevano indebolito nel fisico, il giovane Joseph
  Hubert Pilates, determinato ad essere forte e
  attivo, si dedicò ad irrobustire il suo giovane
  corpo.
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• Durante questo periodo di trasformazione fisica,
  Joseph Hubert Pilates cominciò ad elaborare una
  sua filosofia sugli esercizi e sulla salute. Selezionò
  singoli elementi da varie attività differenti e
  concepi’ un programma di allenamento che gli
  potesse garantire il massimo livello possibile di
  benessere, forza ed elasticità.
• Durante la prima guerra mondiale a causa della
  sua nazionalità tedesca fu fatto prigioniero.
  Recluso in una prigione dell’isola di Man, le
  mansioni che dovette svolgere nell’ospedale del
  campo gli diedero l’opportunità di rivedere il suo
  programma di ginnastica, adattando gli esercizi
  alle varie esigenze dei suoi compagni.
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PRINCIPI

I principi delineati da Josef Pilates
si trovano nel suo libro, intitolato:
”Return to Life Through Contrology”
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PRINCIPI

• Concentrazione
• Respirazione
• Controllo
• Fluidità di movimento
• Precisione
• Centralizzazione
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PRINCIPI
• Concentrazione
  La pratica abituale del Pilates, favorisce un ritmo
  di attività più salutare. Durante la realizzazione
  degli esercizi, è fondamentale concentrarsi
  sull'area del corpo che sta lavorando e cercare di
  percepire l’attività che si sta svolgendo nella parte
  interessata. Il metodo Pilates non punta
  sull'automatizzazione dell'esercizio ma sulla
  piena consapevolezza di ciò che si sta facendo in
  modo tale da migliorare la qualità dell’esercizio.
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PRINCIPI
• Respirazione
  La corretta respirazione è parte integrante di
  ogni esercizio e va coordinata con ogni
  movimento; pertanto è essenziale. Un ritmo
  adeguato di inspirazioni ed espirazioni
  complete ripulisce i polmoni dall'aria viziata e
  li rifornisce di aria fresca. Una corretta
  respirazione contribuisce a rivitalizzare i
  movimenti e facilita la stabilizzazione e la
  mobilità della colonna vertebrale e delle
  estremità.
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• La respirazione è l’unica attività corporea che pur
  essendo involontaria per la maggior parte del
  tempo, può tuttavia essere posta sotto il controllo
  della volontà.
• Questa particolarità fa del respiro una sorta di
  “cancello della comunicazione”, fra il conscio e
  l’inconscio: quando la mente è agitata anche il
  respiro è agitato; quando la mente è calma anche
  il respiro è calmo.
• La conoscenza e l’applicazione del respiro
  conducono verso:
1. L’accrescimento dell’energia vitale
2. Il controllo degli stati emotivi
3. Lo stato di concentrazione mentale
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PRINCIPI
• Controllo
  Il Pilates si basa sul controllo della mente e sul
  controllo muscolare. Da quanto menzionato si
  può estrapolare anche il detto “ connessione
  mente-corpo ”. Si pone particolare attenzione al
  controllo della mente, perché la mente è
  indivisibile dal corpo. Attraverso il controllo
  muscolare invece, si evitano movimenti bruschi,
  casuali, irregolari o ripetitivi, in modo da
  prevenire l’insorgenza di lesioni. Josef H. Pilates,
  chiamò il suo metodo “Art of Contrology”. Il
  metodo che ha riscosso molto successo in
  passato è ancora vivo anche ai giorni nostri.
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PRINCIPI
• Fluidità di movimento
 Gli esercizi del metodo Pilates vanno eseguiti con fluidità, in
 modo né troppo rapido né troppo lento. Nel Pilates non ci
 sono movimenti singoli o statici; tutti seguono il fluire
 naturale del corpo. Da quanto esplicitato si evince quindi
 che si tratta di una ginnastica comoda e semplice da
 eseguire. Si passa all'esercizio successivo solo dopo che si è
 appreso quello precedente. Questo significa che il
 passaggio fluido da un movimento all’altro avviene solo
 dopo che il processo di apprendimento dell’esercizio base si
 è realizzato. Le pause hanno il loro momento e il loro
 spazio. La fluidità evita movimenti bruschi, accelerazioni e
 rallentamenti non necessari, e di conseguenza previene i
 dolori muscolari, le fitte e le lesioni. Secondo pilates la
 Fluidità del Movimento deriva dalla forza del baricentro.
PRINCIPI
Fluidità di movimento
PRINCIPI
   Precisione
• Gli esercizi previsti in una seduta di Pilates sottendono alla base, la qualità
  del movimento e non la quantità, quindi si evince che l’attenzione viene
  focalizzata molto sulla precisione dell’esecuzione. Un buon istruttore di
  Pilates non deve mai dimenticare questo principio. Ogni movimento ha
  uno scopo e la precisione è essenziale per l'esecuzione corretta
  dell’esercizio. Il laureato in scienze delle attività motorie e sportive che
  intende diventare istruttore di Pilates, rispettando il principio sopra
  descritto deve sviluppare la capacità di attenzione selettiva in modo da
  garantire al cliente un alto livello di precisione durante l’esecuzione di un
  esercizio. A tal proposito viene ribadita l’utilità delle pareti a specchio,
  ottimo mezzo per una maggiore percezione e consapevolezza del
  movimento da parte dell’allievo, con la possibilità di un’azione auto-
  correttiva da parte dello stesso. La precisione è un altro aspetto
  fondamentale che deriva dal controllo.
PRINCIPI
• Centralizzazione
    Josef Pilates nell’enumerazione dei principi del suo metodo,
   enfatizza molto la centralizzazione del corpo. Infatti secondo
   l’autore il centro del corpo chiamato anche “core” è essenziale in
   tutti i movimenti umani. Imparando ad usare correttamente il
   “core” si migliorerà la postura, si stabilizzerà la spina dorsale, e si
   migliorerà la qualità di movimenti. Il risultato ottenuto consisterà
   nell’avere , oltre ai benefici descritti, anche una parete addominale
   più tonica. Il corpo è una catena di movimenti nei quali un muscolo
   si appoggia all'altro e questo ad un altro ancora e così via. Il “centro
   energetico” di tutti questi punti di appoggio è localizzato tra la parte
   inferiore della schiena e le natiche, e tra l'addome e la cintura
   pelvica; cioè nella zona degli addominali. I muscoli tradizionali
   associati al “core”, sono:
1. Il muscolo trasverso dell’addome
2. I muscoli obliqui interni ed esterni
3. Il muscolo retto dell’addome
PRINCIPI

Centralizzazione
BENEFICI
Schematicamente i benefici apportati dalla pratica del
  metodo Pilates possono essere distinti come segue:
• Miglioramento della forza e del tono muscolare senza
  aumentare troppo la massa muscolare
• Miglioramento della postura
• Miglioramento della tecnica di respirazione
• Diminuzione della circonferenza del giro vita
• Miglioramento della fluidità dei movimenti
• Diminuzione e prevenzione dell’incidenza del mal di schiena
• Aumento della sicurezza in sé e diminuzione dello stress
• Finalità salutistiche e non solo estetiche, come accade per il
  “body building”, e quindi esclude del tutto comportamenti
  pericolosi come il ricorso a sostanze dopanti.
• La maggior parte delle persone trova che seguire un
  allenamento di Pilates due o tre volte alla settimana (a
  giorni alterni) dia migliori risultati. In ogni caso è
  preferibile praticarlo due volte a settimana se si intende
  includere altre attività fisiche nel proprio programma di
  allenamento settimanale; è particolarmente importante
  infatti effettuare una regolare attività aerobica in aggiunta
  ad un programma di Pilates.
• Questo perché, da solo, il metodo Pilates non migliora
  l’attività cardiovascolare. Bisogna quindi considerare che
  il Pilates migliorerà la struttura fisica, mentre la
  camminata veloce, la corsa (jogging), il nuoto o qualsiasi
  altro esercizio che acceleri il battito cardiaco, ma che duri
  almeno 30-40 minuti, garantirà l’allenamento aerobico.
• Un corpo in forma e in salute ha bisogno di entrambi.
Terminologia utilizzata nel pilates

Conoscere alcuni termini e le più importanti
linee-guida prima dell’inizio del corso, metterà gli
allievi in condizione di concentrarsi con più
energia sugli esercizi. Conoscere i singoli muscoli,
le posizioni e i movimenti aiuterà a isolare i
muscoli al fine di ottenere un corpo più
bilanciato. Il Pilates non è solo un programma di
allenamento che comprende una serie di esercizi,
è anche un sistema educativo che aiuta a trovare
un maggior accordo con il proprio corpo
Terminologia utilizzata nel pilates

1. Colonna neutra
  Elemento chiave per una buona postura.
  Quando la colonna è in posizione neutra
  significa che è in allineamento ottimale.
  Mantenere il corpo in questa posizione,
  permette di eseguire movimenti più liberi
  ed efficienti.
• Tempo di esecuzione: 30”
Terminologia utilizzata nel pilates

2. Connessione mente-corpo
   L'istruttore di Pilates utilizza questa
  espressione per intendere “una completa
  coordinazione di corpo, mente e spirito”. Un
  obiettivo del Pilates è l’esecuzione accurata
  degli esercizi, prestando un’attenzione totale
  ai movimenti e alla respirazione in modo da
  lavorare integrando l’aspetto fisico con quello
  mentale.
Terminologia utilizzata nel pilates

3. Contrology
   Il nome originale del metodo di esercizi
  inventato da Joseph Pilates, ora noto come
  Pilates. Egli defini’ il suo lavoro come un
  metodo per ristabilire la buona postura,
  l’equilibrio e la forza, senza costruire muscoli
  massicci..
Terminologia utilizzata nel pilates
4. Curva C
  La curva C descrive la posizione della parte inferiore della
  schiena quando si fanno alcuni esercizi come Spine Stretch
  (Allungamento della colonna). Mentre si tirano i muscoli
  addominali in dentro e in alto verso la colonna, ci si solleva
  dalle anche, verso l’alto, allungando la colonna ed
  estendendola fino alla testa, cosi da formare una curva a C
  con la parte inferiore della schiena. La posizione va mantenuta
  60”.
Terminologia utilizzata nel pilates
5. Arrotolare e srotolare le vertebre
   Uno degli obiettivi del Pilates è far compiere esercizio alla
   colonna vertebrale affinché mantenga le sue curve naturali
   e la sua flessibilità.
• Modalità di esecuzione
   Dalla posizione iniziale chiamata “stazione eretta”, si
   abbassa prima la testa, poi lentamente si continua a
   muovere il tronco in avanti, impegnando gli addominali, (si
   darà così alla colonna un buon allungamento), fino a
   toccare il pavimento con le punte delle mani e raggiungere
   la “posizione a raccolta”. Con il termine srotolare la
   colonna, si suole intendere il processo inverso, ovvero
   partendo dalla “posizione a raccolta”, la schiena si snoda
   vertebra dopo vertebra, dal basso fino al momento in cui si
   solleva la testa.
Terminologia utilizzata nel pilates
Terminologia utilizzata nel pilates

6. Esercizio funzionale
   Con questo termine, si indicano tutti gli esercizi
   che preparano il corpo ai movimenti funzionali
   quotidiani, come stare seduti, camminare,
   correre, piegarsi ecc. Gli esercizi del Pilates sono
   funzionali perché condizionano i muscoli del
   baricentro, gli arti e le articolazioni in maniera
   integrata, migliorando l’allineamento, conferendo
   una forza globale al corpo e ottenendo, come
   risultato, un movimento più efficace.
Terminologia utilizzata nel pilates

7. Ombelico verso la colonna o retroversione di bacino
   Questo termine descrive un movimento chiave negli
   esercizi del Pilates: quando si esegue un'esercizio, si
   devono impegnare i muscoli addominali per controllare
   il movimento e proteggere la parte inferiore della
   schiena, stabilizzando e sostenendo in tal modo la
   colonna. Per ottenere questo sostegno, si contrae il
   trasverso dell’addome e il pavimento pelvico. Con
   questo esercizio si migliora la flessibilità della parte
   inferiore della schiena, e si riduce la lordosi o
   iperlordosi lombare, che insorge a causa di addominali
   ipotonici.
Ombelico verso la colonna
o retroversione di bacino
Terminologia utilizzata nel pilates

8. Decubito Prono
   Questa posizione prevede la persona distesa
  sul ventre con arti superiori ed inferiori in
  atteggiamento lungo o in atteggiamento breve
Terminologia utilizzata nel pilates

9. Decubito supino
   Questa posizione prevede la persona distesa
  sul dorso con arti superiori ed inferiori in
  atteggiamento lungo o in atteggiamento breve
Terminologia utilizzata nel pilates

10. Decubito laterale
  Questa posizione prevede la persona distesa
  su un fianco con arti superiori ed inferiori in
  atteggiamento lungo o in atteggiamento breve
Terminologia utilizzata nel pilates

11. Raccogliersi a cucchiaio
 Questa espressione si riferisce alla spinta e al
  mantenimento degli addominali in alto e in
  dentro verso la colonna. Si immagini un
  cucchiaio dalla sua parte concava.
Terminologia utilizzata nel pilates

12. Sit bones ( ossa su cui ci si siede)
  Gli istruttori utilizano questa terminologia per
  descrivere due prominenze che si trovano nella parte
  inferiore del bacino, alla sua base. Quando il bacino è
  in posizione neutra si dovrebbe essere in grado di
  sentire a contatto con il suolo “le ossa su cui ci si siede”
  di ogni gluteo. A volte però questo non succede a causa
  di un'asimmetria di bacino, dovuta alla presenza di una
  cattiva postura o a scoliosi. Gli esercizi proposti nei
  programmi di Pilates, si prefiggono di ristabilire il tono
  muscolare e quindi eliminare tutti i vizi posturali che
  impedicono il normale svolgimento di esercizi.
SIT BONES (OSSA SU CUI SI CI SIEDE)
Terminologia utilizzata nel pilates

13. The box
 Termine utilizzato dagli istruttori di Pilates per
  descrivere il corretto allineamento. Il quadrato è
  formato dalle linee orizzontali delle spalle e dei
  fianchi e dalle linee verticali che vanno dai fianchi
  alle spalle. Mentre si eseguono gli esercizi, si
  devono mantenere le spalle in linea con i fianchi.
  La base di appoggio è ampia quanto la larghezza
  del bacino.
THE BOXE
Terminologia utilizzata nel pilates
14. The Powerhouse ( la sede del potere)
   Questo termine descrive l’area del baricentro su cui si concentrano
   gran parte degli esercizi del Pilates: i muscoli addominali (retto
   addominale, trasverso addominale, obliqui addominali interni, obliqui
   addominali esterni). L’obiettivo principale quando si parla di
   Powerhouse, è quello di rafforzare e integrare questi muscoli. Alcuni
   istruttori chiamano quest’area “la cintura della forza” perché
   rafforzando questi muscoli tutto il corpo è più forte e quindi si
   prevengono tutti quei fastidi derivanti dall'ipotonicità di tali muscoli.
   Quando una persona diventa cosciente della forza del nucleo, comincia
   a sentire il Pilates come una forma completamente diversa di esercizio:
   comincia ad avere la sensazione che il proprio corpo lavori come una
   totalità, in modo concentrato e localizzato. Quando si stabilizza il
   busto, si crea una contrazione muscolare. Ciò significa che i muscoli
   lavorano insieme per creare una sola unità. Nella maggior parte delle
   persone gli addominali sono ipotonici, ma sulla schiena possono essere
   tesi e rigidi. In questi casi, di solito la colonna perde il suo
   posizionamento corretto: questo provoca una postura inadeguata e un
   evidente rischio di traumi. La pratica del Pilates fortifica ed allunga i
   muscoli del nucleo: questo aiuta a correggere l’esistenza di squilibri.
PUNTI DI CONTATTO DELL’ ISTRUTTORE
     NEI CONFRONTI DELL’ ALLIEVO
Zone di scarsa sensibilita’ al tatto (SI)
• Testa
• Spalle
• Gomiti
• Ginocchia
• Scarpe

Zone di estrema sensibilità al tatto (NO)
• Pettorali
• Addome
• Glutei
STRUTTURA DELLA LEZIONE
1. FREQUENZA
   Le lezioni di Pilates vengono eseguite con una
   frequenza di 2 o 3 volte a settimana

2. DURATA
   La durata di una lezione di Pilates è di 60’

3. INTENSITA’
   L’ intensità cresce man mano che si passa
   dal livello principianti a quello intermedio a
   quello avanzato
PROGRAMMI DI ALLENAMENTO

  Il metodo Pilates prevede tre livelli di
  allenamento così distinti:

1. Livello principianti
2. Livello intermedio
3. Livello avanzato
LIVELLO PRINCIPIANTI

 Il programma di allenamento chiamato “Pilates
  principianti”, è adatto a:

A. Tutti coloro che non hanno mai praticato il metodo
   pilates e che sono in grado di svolgere le normali
   attività di vita quotidiana (BADL)
B. Tutte quelle persone che vogliono mantenersi in
   forma senza stressare troppo le articolazioni
C. Tutte le persone appartenenti alla fascia della terza
   età e che sono autosufficienti
CLASSIFICAZIONE DEGLI ESERCIZI
             LIVELLO PRINCIPIANTI

•   Hundred
•   Single leg stretch
•   Side kick
•   Leg circles
•   Spine stretch
1. THE HUNDRED
1.THE HUNDRED - REALIZZAZIONE
• La posizione di partenza prevede il soggetto
  sdraiato in decubito supino con gli arti superiori
  in atteggiamento lungo vicino ai fianchi, i palmi
  delle mani rivolti a terra e gli arti inferiori
  inatteggiamento breve
• Inspirare: preparazione
• Espirare: sollevare la testa e far scivolare la punta
  delle mani verso i talloni
• Inspirare ed espirare e contrarre perineo e parete
  addominale
• Inspirare ed espirare e avvicinare le ginocchia al
  petto
• Alzare e abbassare gli arti superiori
  mantenendoli tesi, senza toccare il suolo, con
  un rapido movimento di "galleggiamento"
  (altezza massima circa 25 centimetri)
• Muovere solo le braccia, tronco e arti inferiori
  devono rimanere immobili
• Contare mentalmente 5 ripetizioni fino ad
  arrivare ad un massimo di cento
• Inspirare per 5 movimenti
• Espirare per 5 movimenti
• MUSCOLI COINVOLTI
A.   Retto dell’addome
B.   Trasverso dell’addome
C.   Pavimento pelvico
D.   Muscoli obliqui
E.   Flessori iliaci
F.   Stabilizzatori scapolari
G.   Adduttori e quadricipiti in isometria
H.   Flessori del collo
I.   Muscoli delle braccia
• SCOPO DELL’ESERCIZIO
• Favorire la coordinazione della respirazione con il
  movimento
• Irrobustire i muscoli addominali e i muscoli degli
  arti inferiori

• MODALITA DI ESECUZIONE
• Eseguire 10 respirazioni per un totale di 100
  movimenti
• Questo esercizio di pilates si conclude facendo
  scivolare la gambe sul materassino ed
  appoggiando la testa
LIVELLO INTERMEDIO

  Il programma di allenamento chiamato
  “Pilates intermedio ”, è adatto a:
A. Tutte le persone che dopo aver raggiunto gli
   obiettivi del livello principianti, vogliono
   migliorare le loro performance ginniche (con
   particolare riguardo alle capacità di
   equilibrio, coordinazione motoria, resistenza,
   flessibilità)
B . A tutte le persone che attraverso gli
 esercizi          di       sensibilizzazione,
 mobilizzazione e dinamica del livello base
 hanno ridato al corpo un assetto
 equilibrato. Non ha senso impegnarsi in
 esercizi di livello superiore se non si sono
 appresi i fondamentali degli esercizi del
 livello base.
CLASSIFICAZIONE DEGLI ESERCIZI
              LIVELLO INTERMEDI
• Roll over
• Double leg stretch variante criss cross, scissor,
  up and down
• Open leg rocker
• Corkscrew
• Cobra più head
• Swan dive
• Leg kicksingle + double
• Posizione di riposo
• Neck pull
• Jack - knife
• Side kick variante bicycle, in and out,
  circles,charlot, adduttori, grand rond, scissor
• Teaser 1, 2, 3
• Hips circles
• Mermaid
1. ROLL OVER
1. ROLL OVER - REALIZZAZIONE
• La posizione di partenza prevede il soggetto
  sdraiato in decubito supino, con gli arti superiori
  in atteggiamento lungo vicino ai fianchi e gli arti
  inferiori in atteggiamento lungo in direzione del
  soffitto
• Inspirare ed espirare portando le gambe oltre la
  testa ma sempre parallele al suolo
• Inspirare, divaricare gli arti inferiori e portare i
  piedi in flessione dorsale
• Espirare , tornare nella prima posizione e portare
  i piedi in flessione plantare
• MUSCOLI COINVOLTI
A. Muscoli addominali
B. Gran pettorale
C. Tricipiti
D. Gran dorsale
E. Ileo-psoas
F. Quadricipiti

• MODALITA’ DÌ ESECUZIONE
  Eseguire 3-5 volte

• SCOPO DELL’ESERCIZIO
A. Coordinazione delle gambe e dei piedi
B. Controllo della muscolatura addominale
LIVELLO AVANZATO

• Il programma di allenamento chiamato
  “Pilates avanzato ”, è adatto a:
A. Tutte le persone che dopo aver acquisito gli
    obiettivi del livello principianti e intermedio,
    vogliono scoprire le potenzialità del proprio
    corpo con esercizi sicuramente più
    impegnativi
CLASSIFICAZIONE DEGLI ESERCIZI
             LIVELLO AVANZATO
•   Shoulder bridge (“ponte sulle spalle”)
•   Scissor (“forbici”)
•   Leg pull front (“stirare le gambe di fronte”)
•   Side Bend Twist 1
•   Swimming
1. SHOULDER BRIDGE
1. SHOULDER BRIDGE - REALIZZAZIONE
• La posizione di partenza prevede il soggetto sdraiato
  sul materassino con gli arti inferiori in flessione e
  abdotti in base alla larghezza del bacino; gli arti
  superiori sono distesi lungo i fianchi
• Inspirare: preparazione
• Espirare: sollevare il bacino dal materassino
• Inspirare: distendere una gamba verso il soffitto con il
  piede in flessione plantare
• Espirare: abbassare la gamba fino a portare le
  ginocchia in linea. Il piede esegue una flessione dorsale
• Inspirare: alzare l’arto inferiore verso il soffitto
• Espirare: poggiare il piede sul tappetino
• Inspirare: abbassare il bacino
• MUSCOLI COINVOLTI
A. Muscoli delle braccia
B. Retto dell’addome
C. Muscolo trasverso
D. Pavimento pelvico
E. Muscoli obliqui
F. Estensori dell’anca impegnati in modo
   concentrico per distendere l’anca e alzare il
   bacino.
G. Estensori dell’anca impegnati in modo
   isometrico per mantenere la posizione
H. Flessori dell’anca impegnati in modo concentrico
   alzare l’arto inferiore verso il soffitto
• SCOPO DELL’ESERCIZIO

A. Coordinazione
B. Irrobustimento dei glutei
C. Stabilizzazione del bacino

• MODALITA’ DI ESECUZIONE
  Eseguire 3 ripetizioni per lato
MATERIALI
• CERCHIO
  Conosciuto anche come circle, il cerchio
  rappresenta uno dei tanti attrezzi utilizzati
  durante un programma di Pilates per lavorare
  tutti i muscoli del corpo. L'attrezzo consente di
  eseguire nel modo più corretto ed efficiente
  numerosi esercizi
• Ø 38 cm
• Circonferenza cm 123 circa
MATERIALI
• FITBALL
MATERIALI
• FITBALL
  Conosciuta anche con il nome di swissball, la fitball è
  un grosso pallone dal diametro più o meno di 40 cm.
  Questo pallone ha la virtù di rendere più difficile
  qualsiasi esercizio grazie all'instabilità che crea, dando
  vantaggi sia di controllo motorio che di contrazione
  muscolare. Sia i pregi che i difetti di questo mezzo di
  allenamento ruotano attorno alla sua naturale
  instabilità, la quale richiede continui aggiustamenti
  posturali, necessari per mantenere l'equilibrio.
  L'instabilità della palla oltre che essere un pregio può
  rappresentare però un pericolo se il soggetto non ha
  praticità nell'uso dell'attrezzo. Risulta evidente come la
  swissball sia importante non solo a livello muscolare
  ma anche funzionale, dando forza, stabilità e controllo
  a tutto il corpo.
MATERIALI
• BALANCEFIT
  Il balancefit è un Training multifunzionale: perchè migliora
   equilibrio, coordinazione, forza, circolazione sanguigna!
   Inoltre:
A. Le sporgenze sulle superfici d’appoggio in due differenti
   spessori aumentano la percezione corporea
B. E' adatto per massaggio plantare e per attenuare e
   prevenire disturbi venosi
C. Puo’ anche essere usato come seduta attiva e dinamica
D. E' provvisto di una valvola ad ago per regolare la pressione
    a seconda delle esigenze individuali
E. Misure Ø 34 cm
MATERIALI

Thera-Band
MATERIALI

                     •THERA-BAND
IL THERA-BAND MIGLIORA LA RESISTENZA, MA PROTEGGE ANCHE
EFFICACEMENTE DAGLI INFORTUNI E DA ALTRE LESIONI
ARTICOLARI. GRAZIE ALLA SUA ESTREMA ELASTICITÀ E ALLA
POSSIBILITÀ DI MODIFICARE SECONDO NECESSITÀ LA RESISTENZA
DI ALLUNGAMENTO. CON LE BANDE ELASTICHE È POSSIBILE
ESEGUIRE TUTTI I GESTI MOTORI IN RIFERIMENTO AI MOVIMENTI
DEL CORPO UMANO. LA CARATTERISTICA PRINCIPALE CONSISTE
NEL FATTO CHE L'IMPEGNO NELL'ESECUZIONE DEGLI ESERCIZI VA
AD AUMENTARE CON L'AUMENTO DELLA DISTENSIONE DELLA
BANDA ELASTICA, PERTANTO L'ENTITÀ DELLA RESISTENZA
OFFERTA È MINIMA ALL'INIZIO DEL MOVIMENTO E MASSIMA
NELLA SUA FASE FINALE. NELL'APPLICAZIONE PRATICA LE BANDE
ELASTICHE PERMETTONO DI SVILUPPARE TUTTI I TIPI DI TENSIONE
                       MUSCOLARE.
MATERIALI

ZERO PILATES
MATERIALI
                   ZERO PILATES
• La piattaforma multifunzionale misura 70X70x13
  centimetri di diametro
• La superficie dell'attrezzo si modella a contatto
  con ogni parte del corpo
• L'azione dinamica, dovuta alla pressione del
  nostro peso corporeo, fa sì che i recettori neuro-
  muscolari siano costantemente stimolati alla
  ricerca dell'equilibrio del corpo e, quindi, mettano
  in contrazione continua la nostra muscolatura.
  Questo provoca un allenamento di contrazione
  muscolare che produce il tanto ricercato "tono
  muscolare".
MATERIALI
                  ZERO PILATES
                    UTILIZZO

La piattaforma viene utilizzata sia sul piano inclinato
che declinato. Nello specifico si usa per:
• L'allenamento della resistenza e per il
  rafforzamento della muscolatura di sostegno
• La mobilità articolare e l'allungamento ed il
  rilassamento di tutto il corpo
• L'equilibrio statico e dinamico
PILATES IN GRAVIDANZA

• La gravidanza è uno stato fisiologico normale
• Un’attività fisica svolta in maniera corretta,
  aiuta a controllare il naturale aumento della
  massa corporea, mantiene una buona
  funzionalità cardiovascolare, previene i
  problemi muscolo - scheletrici e dona una
  piacevole      sensazione      di    benessere.
  Correttamente applicato, il metodo pilates
  può essere una forma ideale di esercizio per il
  raggiungimento di questi fini.
• Durante la gravidanza, il corpo della donna
  subisce delle modificazioni significative nelle
  seguenti aree:
1. Bacino
2. Addome
3. Seno

• Il bacino subisce un incremento di
  anteroversione e di lordosi lombare a causa
  dell’aumento del peso del feto

• L’aumento del volume del seno incrementa la
  cifosi dorsale
• Le future mamme possono cominciare ad
  allenarsi (salvo diversa disposizione
  medica), già dal quarto mese di
  gravidanza, sotto la guida di insegnanti
  specializzati.
• Nello specifico, I programmi di Pilates in
  gravidanza hanno lo scopo di migliorare quanto
  segue:

1. Il controllo della respirazione (toracica e
   addominale. Essere consapevoli del proprio
   respiro, imparare le giuste modalità di
   respirazione aiuta ad eseguire gli esercizi in
   maniera corretta e quindi l’allenamento avviene
   con il minino dispendio di energia
2. imparare a tonificare i muscoli addominali per
   evitare che si separino e/o strappino facilmente
   sotto la pressione della gravidanza
3. Imparare a tonificare i muscoli delle spalle per
   ridurre la cifosi dorsale
4. imparare la fluidità dei movimenti
6. Imparare che lo sforzo non deve mai essere
   eccessivo.     Occorre       svolgere     l’attività
   lentamente, intervallandola con momenti di
   riposo. Uno sforzo moderato non diminuirà l’
   afflusso di sangue all’utero, e potrà regalare una
   piacevole sensazione di benessere. Quindi mai
   esagerare!
7. Incrementare la capacità di equilibrio
8. imparare a concentrarsi per ridurre tensioni
   fisiche, emozionali e mentali
9. Incrementare il controllo del portamento in
   quanto migliora la capacità di muoversi in modo
   armonico
LO SRETCHING NEL PILATES
• Il termine inglese “stretching”, tradotto in
  italiano, significa allungamento. Con questa
  espressione si definisce una serie coordinata di
  movimenti, che collega il corpo alla mente e allo
  spirito nel modo più naturale.
• Tutti i più aggiornati studi di anatomia funzionale,
  concordano sul fatto che lo stretching, sia un
  fondamento preciso sul piano fisiologico, e
  possiede altresì la capacità di sortire salute e
  benessere a quanti lo praticano correttamente.
• La finalità dello stretching è quella di aumentare o
  mantenere la capacità di escursione articolare di
  una data articolazione, “agendo sulle strutture
  muscolo tendinee”, responsabili del movimento
  che si produce in seno all’articolazione. Studi a
  riguardo hanno dimostrato che allungando tali
  strutture per un certo periodo di tempo si può
  incrementare la flessibilità
• Il mantenimento di un buon livello di flessibilità è
  importante non solo ai fini della prestazione
  sportiva, ma anche come misura di prevenzione
  degli infortuni.
Strutture coinvolte nello stretching

Nell’esecuzione dello stretching, intervengono:
A. FUSI NEUROMUSCOLARI
   Strutture che contraggono il muscolo quando
   l’allungamento risulta eccessivo. La frequenza di scarica è
   proporzionale alla velocità di allungamento del muscolo e
   si mantiene maggiore rispetto alle condizioni di riposo
   anche quando l'allungamento è terminato. La frequenza
   di scarica si interrompe momentaneamente durante
   l'accorciamento del muscolo e torna ai livelli di riposo
   quando la lunghezza muscolare è tornata normale. La
   pausa è dovuta all'inattivazione dei canali ionici della
   membrana del fuso neuromuscolare
B. OTG (ORGANI TENDINEI DEL GOLGI)
   Gli organi tendinei del Golgi rispondono
  principalmente alla tensione sviluppata dal
  muscolo scheletrico durante una contrazione
  isometrica (in cui non c'è accorciamento
  muscolare), e causa un riflesso detto riflesso
  inverso da stiramento. Nello specifico
  decontraggono il muscolo in caso di tensione
  eccessiva
FASI DELLO STRETCHING
• Tensione facile : dura 10 secondi, si deve raggiungere una
  tensione leggera, bisogna rilassarsi e mantenere la
  tensione. Se la sensazione di dolore con il
  mantenimento della posizione non scompare, allora
  bisogna alleggerire la tensione. Questa prima fase di
  stretching riduce il pericolo di strappi muscolari e prepara
  alla fase successiva.

• Tensione media: dura 10 secondi. In questa fase bisogna
  raggiungere una tensione media.

• Tensione di sviluppo: dura 10 secondi ed è la fase finale
  dello stretching. In questa fase si raggiunge la tensione
  massima e quindi la massima flessibilità.
BIBLIOGRAFIA
1. A.M. Cova (2010). Grande manuale illustrato di
   Pilates. Red Edizioni, Milano
2. J.H. Pilates (2008). Ritorno alla vita, Carocci
   Faber, Roma
3. A.M. Cova (2006). In forma con il Pilates.
   (Collana i manuali del Benessere), 5, in
   “Corriere della sera”
4. A.M. Cova (2006). Pilates, la ginnastica dolce,
   in “Riza Scienze”
GRAZIE PER L’ATTENZIONE
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