Diritti umani - What-Europe-does-for-me.eu

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BRIEFING
Politiche dell'UE – Al servizio dei cittadini

                                      Diritti umani
SINTESI
Nei settant'anni trascorsi dall'adozione della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo – il primo
documento internazionale che abbia fissato standard comuni che tutti gli Stati dovrebbero garantire – il
ruolo cruciale e l'importanza morale, giuridica e politica dei diritti umani sulla scena internazionale sono
diventati indiscutibili. Tuttavia, nonostante i notevoli progressi compiuti in molti settori per quanto
riguarda il riconoscimento, la codifica e l'attuazione, i diritti umani hanno anche subito attacchi sempre
più violenti. Nei teatri di guerra o nell'arena politica, i diritti umani vengono ora spesso rifiutati per motivi
ideologici. La reazione cui assistiamo oggi non ha risparmiato neppure l'Unione europea. Negli Stati
membri, un'ondata populista ha dato autorità ad alcune forze politiche che mettono in dubbio, in
maniera sempre più perentoria, il significato di diritti umani imprescindibili, come il diritto alla libertà
d'espressione. In questi tempi oscuri per i diritti umani, i sondaggi d'opinione indicano che i cittadini
percepiscono tali diritti come uno dei valori più importanti per loro personalmente, oltre che come uno
dei valori che meglio rappresentano la stessa Unione europea.
I paesi europei sono emersi dalle atrocità della seconda guerra mondiale determinati a garantire una
pace duratura: l'Unione che essi hanno creato si fonda sul rispetto per la democrazia, lo Stato di diritto e
i diritti umani, che ne ispirano e determinano la legislazione e le politiche. Tra le azioni più recenti
intraprese all'interno dell'UE figurano una nuova legislazione sulla protezione dei dati e l'accesso alla
giustizia, il pilastro europeo dei diritti sociali e iniziative per combattere la disuguaglianza, la
discriminazione e l'incitamento all'odio. Si riconosce inoltre che occorre intensificare gli sforzi al fine di
completare il quadro giuridico per la lotta contro la discriminazione e potenziare i meccanismi interni
per preservare lo Stato di diritto. Inoltre, i diritti umani costituiscono un obiettivo generale dell'azione
esterna dell'Unione europea. L'Unione è impegnata a fondo nella promozione dei diritti umani sanciti
dai trattati internazionali, nel quadro dei propri rapporti con paesi terzi e con altre istituzioni multilaterali
regionali e globali. Nel corso dell'ultima legislatura del Parlamento, l'UE ha applicato e approfondito un
ventaglio di approcci strategici che ne rafforzano il ruolo e l'immagine di autorità normativa che funge
da esempio da cui trarre ispirazione. Portare avanti e consolidare questa strategia rimane essenziale per
preservare l'immagine e la credibilità dell'Unione europea in quanto autorità normativa, fondata su una
costellazione di valori, che ha la capacità di agire in un'epoca in cui il principio del multilateralismo viene
messo in dubbio sempre più spesso.
Questo è un aggiornamento di un briefing precedente pubblicato in vista delle elezioni europee 2019.

                                                      In questo briefing
                                                          Quadro della situazione
                                                          Aspettative dei cittadini riguardo                 al
                                                          coinvolgimento dell'UE
                                                          Quadro dell'UE
                                                          Risultati della legislatura 2014-2019
                                                          Potenzialità per il futuro

                      EPRS | Servizio Ricerca del Parlamento europeo
        Autori: Ionel Zamfir, Martina Prpic e Rosamund Shreeves, con Alina Dobreva
                               Servizio di ricerca per i deputati
                                  PE 628.293 – giugno 2019                                                          IT
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Quadro della situazione
I diritti umani sono valori fondamentali dell'intera comunità internazionale. Settanta anni dopo
l'adozione della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, il primo documento internazionale di
carattere generale sui diritti umani a fissare standard comuni cui tutti i membri delle Nazioni Unite
dovrebbero aspirare, i diritti umani sono diventati una pietra angolare del sistema internazionale e
sono stati riconosciuti quasi universalmente. Nella pratica, però, molto resta ancora da fare perché
ogni essere umano possa godere dei propri diritti fondamentali.
A livello globale, nonostante i progressi compiuti negli ultimi decenni in vari settori, i diritti umani si
trovano oggi di fronte a molteplici sfide. Dietro una facciata di ingannevole legittimità, regimi
autoritari sempre più aggressivi hanno leso gravemente i diritti umani, limitando le fondamentali
libertà civili e politiche e perseguitando i difensori dei diritti umani. Alcuni Stati respingono i diritti
umani, poiché li considerano contrari alle proprie tradizioni religiose e culturali, benché tali diritti
abbiano carattere universale. Inoltre, nei più violenti conflitti civili degli ultimi anni, come quelli che
hanno insanguinato la Siria e l'Iraq, sono state perpetrate atrocità su vasta scala che costituiscono
crimini contro l'umanità, crimini di guerra e persino genocidio. Molte relazioni segnalano tendenze
negative per quanto riguarda il rispetto dei diritti e delle libertà nel mondo. Secondo l'indice
presentato nella relazione 2018 di V-Dem, per esempio, nel 2018 il numero dei paesi in cui
l'uguaglianza di fronte alla legge e la libertà individuale sono peggiorate è maggiore di quello dei
paesi in cui sono migliorate. Anche Freedom House rileva che, a livello mondiale, nel 2017 le libertà
civili e i diritti politici hanno subito un deterioramento che li ha portati al livello più basso da oltre
un decennio, tendenza che è continuata nel 2018. Secondo l'indice 2018 e 2019 sulla libertà di
stampa nel mondo di Reporter senza frontiere, dal 2013 la libertà di stampa è peggiorata in tutte le
regioni del mondo a eccezione dell'Asia, ove ristagna a un livello bassissimo.
L'Unione europea stessa si fonda sul rispetto dei diritti umani, nonché della dignità umana, della
libertà, della democrazia, dell'uguaglianza e dello Stato di diritto. Secondo i criteri di Copenaghen,
per entrare a far parte dell'UE tutti i paesi candidati devono possedere istituzioni stabili che
garantiscano il rispetto dei diritti umani e dello Stato di diritto. In linea con il quadro dell'UE, la
maggioranza degli Stati membri dell'Unione riceve una valutazione assai elevata per quanto
riguarda il rispetto di questi valori in confronto al resto del mondo. La relazione 2018 di Freedom
House, per esempio, definisce "liberi" tutti gli Stati membri dell'UE, benché alcuni di essi di recente
abbiano fatto registrare dei regressi. Questa collocazione degli Stati membri dell'UE è stata
confermata dal Democracy index 2017 dell'Intelligence Unit dell'Economist, che include nei propri
punteggi il rispetto per le libertà civili. Secondo tale indice, tutti gli Stati membri dell'Unione sono
democrazie "complete" o "imperfette", ma rispetto all'anno precedente si rileva un deterioramento
dei punteggi. Altre classifiche, dedicate a libertà e diritti specifici, come la libertà di stampa, indicano
una situazione assai più variegata tra gli Stati membri dell'UE. Secondo il World Press Freedom Index
del 2019, 11 Stati membri dell'UE figurano tra i 15 paesi con il punteggio più alto per quanto riguarda
la libertà di stampa. Sei Stati membri lamentano però ancora gravi problemi, e la situazione di uno
di essi, la Bulgaria, è definita "negativa". L'ascesa di partiti populisti in alcuni Stati membri, partiti che
in qualche caso guadagnano consensi grazie agli attacchi contro le minoranze e alla repressione dei
diritti delle donne, ha messo a repentaglio i diritti fondamentali nell'Unione europea. Anche le
recenti uccisioni di giornalisti nell'UE sono una tendenza preoccupante, benché nel 2017 il loro
numero sia globalmente diminuito (ma non per le donne, dato che nel 2017 il numero delle
giornaliste assassinate è stato il doppio del 2016). Inoltre lo sviluppo di nuove tecnologie ha aperto
nuove strade a chi intende minacciare tali diritti, lanciando nuove sfide nel campo della protezione
dei dati, ma anche della libertà di espressione: l'incitamento all'odio online e la diffusione di "fake
news" esigono contromisure che trovino un punto di equilibrio tra l'esigenza di contrastare queste
pratiche e quella di proteggere il diritto dei cittadini di esprimersi liberamente. Anche la crisi
migratoria ha messo a dura prova gli obblighi degli Stati membri in materia di diritti umani.

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Diritti umani

Cosa si potrebbe fare di più?
Di fronte a queste molteplici sfide, il potenziale d'azione a favore dei diritti umani nel mondo diventa
ancor più significativo. I diritti umani sono essenziali per garantire lo sviluppo economico, oltre che
la democrazia e la pace. Saldamente radicata nei diritti umani universali, l'Agenda 2030 per lo
sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite riconosce gli stretti nessi tra lo sviluppo sostenibile e i diritti
umani e insiste sulla lotta contro la discriminazione e sulla promozione dell'uguaglianza, con
particolare riguardo per la parità di genere. Benché non siano esplicitamente formulati nel
linguaggio dei diritti, molti traguardi indicati negli obiettivi di sviluppo sostenibile da conseguire
entro il 2030 coincidono sostanzialmente con i diritti umani. I diritti umani sono altresì vitali per
preservare la pace e prevenire i conflitti, giacché gravi violazioni dei diritti umani figurano spesso tra
le principali cause di conflitto, come si rileva nella strategia globale 2016 dell'Unione europea. La
strategia sottolinea pure lo stretto legame tra diritti umani, democrazia e Stato di diritto, che
costituiscono vari aspetti delle "società resilienti". È pertanto estremamente importante migliorare
la coerenza tra la politica dell'UE in materia di diritti umani e altre politiche esterne, come gli aiuti
allo sviluppo e il sostegno alla democrazia.
Anche a livello di Unione europea il potenziale d'azione in favore dei diritti umani è notevole. L'UE
dispone già di un'infrastruttura per i diritti fondamentali, che però è necessario sviluppare
ulteriormente per affrontare le sfide vecchie e nuove. L'eterogeneità degli standard in materia di
diritti umani nei vari Stati membri, nonché i peggioramenti registrati negli ultimi anni, costituiscono
un altro motivo di preoccupazione. L'Unione ha introdotto numerose direttive basilari a tutela di
specifici aspetti dei diritti fondamentali, come la direttiva sulla parità di trattamento in materia di
occupazione e la direttiva sui diritti dei cittadini. Le prossime tappe dell'azione dell'UE potrebbero
essere: il sostegno a una migliore attuazione del vigente diritto dell'Unione; l'adozione di nuove
direttive che pongano rimedio alle attuali carenze in materia di protezione, che fra l'altro producono
una gerarchia artificiale di motivazioni; e il completamento della procedura di adesione dell'UE alla
convenzione europea dei diritti dell'uomo, che consentirebbe ai singoli cittadini di rivolgersi alla
Corte europea dei diritti dell'uomo in merito al trattamento ricevuto non solo da parte dei singoli
Stati membri, ma anche dell'Unione europea. Attualmente i singoli cittadini possono presentare
denunce contro l'UE dinanzi alla Corte di giustizia dell'Unione europea, ma l'adesione consentirebbe
un maggiore controllo esterno. Anche le minacce sistemiche allo Stato di diritto in alcuni Stati
membri dell'UE devono essere affrontate nell'ambito di un quadro UE adeguato ed efficace.

                                                                                                          3
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 Aspettative dei cittadini riguardo al coinvolgimento dell'UE 1
                                                        I cittadini europei percepiscono i diritti umani
Figura 1 – Diritti umani come più importante            come uno dei valori più importanti per loro
valore personale, per Stato membro, in %                personalmente, oltre che come uno dei valori
                                                        che meglio rappresentano la stessa Unione
                                                        europea. In un elenco di 12 valori stilato nel 2017
                                                        da Eurobarometro Standard 88, 2 solo il valore
                                                        della pace risulta più importante. In media il
                                                        42 % degli europei indica i diritti umani come
                                                        uno dei tre valori più importanti sul piano
                                                        personale; il 33 % li cita come uno dei tre valori
                                                        che meglio rappresentano l'Unione europea. La
                                                        percezione dell'importanza personale dei diritti
                                                        umani varia però notevolmente da uno Stato
                                                        membro all'altro. I diritti umani rappresentano il
                                                        valore più importante per una percentuale più
                                                        elevata di cittadini a Cipro (62 %) e in Svezia
                                                        (60 %); le percentuali più basse si riscontrano
                                                        nella Repubblica ceca (32 %), in Croazia (33 %) e
                                                        in Ungheria (34 %). Pur figurando come secondo
                                                        valore personale più importante nell'intera
                                                        Unione europea, i diritti umani sono al primo
                                                        posto in nove Stati membri, ossia Belgio, Cipro,
Fonte: Servizio Ricerca del Parlamento europeo, sulla   Italia, Lituania, Polonia, Portogallo, Romania,
base di Eurobarometro 88.                               Spagna e Svezia.

 La percentuale di cittadini che percepiscono i         Figura 2 – Diritti umani come valore che
 diritti umani come uno dei tre valori che meglio
                                                        meglio rappresenta l'Unione europea, per
 rappresentano l'UE varia dal 47 % del Belgio al
 21 % della Croazia. In sette Stati membri
                                                        Stato membro, in %
 rappresentano il valore che è percepito come
 quello che meglio di ogni altro caratterizza
 l'Unione europea. Si tratta di Belgio, Cipro,
 Irlanda, Lettonia, Portogallo, Romania e Regno
 Unito.
 Secondo uno studio del Pew Research Center,
 effettuato nel 2016, i paesi europei palesano
 opinioni alquanto differenziate sull'importanza
 di promuovere i diritti umani al di fuori
 dell'Unione europea. In un campione di dieci
 Stati membri dell'Unione, la percentuale di
 quanti ritengono che il miglioramento dei diritti
 umani nel mondo dovrebbe costituire uno dei
 più importanti obiettivi di politica estera
 dell'Unione era massima in Spagna (63 %) e
 minima in Ungheria (17 %).

                                                        Fonte: Servizio Ricerca del Parlamento europeo, sulla
                                                        base di Eurobarometro 88.

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Diritti umani

Quadro dell'UE
Quadro giuridico
L'UE ha elaborato un quadro per la protezione dei diritti fondamentali nell'ambito dell'Unione e per
la promozione dei diritti umani nel resto del mondo. Come si legge nel trattato sull'Unione europea
(TUE), l'Unione si fonda sul rispetto dei diritti umani, compresi i diritti delle persone appartenenti a
minoranze, della dignità umana, della libertà, della democrazia, dell'uguaglianza, dello Stato di
diritto; le politiche interne e le politiche esterne dell'Unione sono guidate da tali principi 3. All'interno
dell'UE, gli impegni stabiliti nei trattati costitutivi sono garantiti anche dalle costituzioni nazionali e,
a livello unionale, dalla Carta dei diritti fondamentali, adottata nel 2000, che sancisce tutti i diritti
personali, civili, politici, economici e sociali di cui godono le persone residenti nell'Unione europea4.
Nel 2009, con l'entrata in vigore del trattato di Lisbona, la Carta ha acquisito lo stesso valore giuridico
dei trattati: ciò significa che tutto il diritto dell'UE deve essere compatibile con i trattati e con la Carta.
I diritti fissati nella Carta sono vincolanti per le istituzioni e gli organismi dell'UE, nonché per i governi
nazionali; questi ultimi devono rispettarli allorché attuano il diritto dell'UE o agiscono nel suo ambito
di competenze. Ai sensi dell'articolo 7 TUE, le pertinenti istituzioni dell'UE possono agire anche in
situazioni in cui esista "un evidente rischio di violazione grave" da parte di uno Stato membro, o
qualora sussista una violazione grave e persistente dei valori dell'UE di cui all'articolo 2 TUE.

Per proteggere e difendere i diritti fondamentali, l'UE si impegna e ha la facoltà di agire per
combattere la discriminazione, anche introducendo una legislazione UE contro la discriminazione. 5
Sono state adottate leggi dell'UE per contrastare la discriminazione basata sul sesso, l'origine etnica
e razziale, la religione e le convinzioni personali, la disabilità e l'orientamento sessuale in settori
come l'occupazione. La proposta di direttiva orizzontale contro la discriminazione si estenderebbe
a motivi di discriminazione finora non contemplati e attuerebbe il principio della parità di
trattamento al di fuori del mercato del lavoro, indipendentemente dall'età, dalla disabilità,
dall'orientamento sessuale o dal credo religioso. La proposta tuttavia non ha ancora raggiunto
l'unanimità richiesta in seno al Consiglio.
La Corte di giustizia dell'Unione europea (CGUE) in Lussemburgo, cui singoli cittadini, imprese e
organizzazioni possono rivolgersi, svolge un ruolo importante per preservare tali diritti e garantire
che le leggi europee siano interpretate e applicate nello stesso modo in ogni Stato membro.

Impegni internazionali
Il quadro giuridico dell'UE è coerente con il diritto internazionale in materia di diritti umani. I trattati
impegnano l'Unione europea a rispettare il diritto internazionale, promuovere il rispetto per la Carta
delle Nazioni Unite e aderire alla Convenzione europea dei diritti dell'uomo (CEDU). 6 L'UE aderisce

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al più recente trattato delle Nazioni Unite in materia di diritti umani, la Convenzione delle Nazioni
Unite sui diritti delle persone con disabilità.
Gli Stati membri dell'UE hanno anche sottoscritto importanti impegni individuali nel quadro dei
trattati e degli accordi internazionali in materia di diritti umani, alcuni dei quali vanno al di là del
diritto dell'UE. Tutti gli Stati membri aderiscono alla Carta delle Nazioni Unite e alla maggioranza dei
trattati delle Nazioni Unite sui diritti umani. Aderiscono altresì alla CEDU, grazie alla quale i singoli
cittadini possono presentare ricorso alla Corte europea dei diritti dell'uomo del Consiglio d'Europa
a Strasburgo in caso di violazione dei propri diritti.

Quadro finanziario
La promozione dei diritti umani all'interno dell'Unione europea
Attualmente, il più importante programma di finanziamento dedicato alla protezione e alla
promozione dei diritti fondamentali nell'UE è il programma Diritti, uguaglianza e cittadinanza, che
ha una dotazione finanziaria di 439 473 000 EUR per il periodo 2014-2020. Il suo obiettivo dichiarato
è di "contribuire a migliorare l'efficacia pratica dei diritti e delle libertà dei cittadini, diffondendone
la conoscenza e rendendone più coerente l'applicazione in tutta l'UE", di "promuovere i diritti dei
minori" nonché "i principi della non discriminazione e della parità di genere".
Tra gli altri programmi di finanziamento concernenti la protezione e la promozione dei diritti
fondamentali nell'UE vi sono i Fondi strutturali e di investimento europei, in particolare il Fondo
sociale europeo, che promuove l'inclusione sociale migliorando l'accesso alla formazione e la
partecipazione al mercato del lavoro per le donne, i giovani che abbandonano prematuramente la
scuola, i migranti, i rom, i disabili e altri gruppi emarginati. Il programma Giustizia mira a garantire
un'applicazione efficace della legislazione dell'UE nel campo della giustizia civile e penale. Il
programma per l'occupazione e l'innovazione sociale (EaSI) combatte la povertà e l'esclusione
sociale e promuove l'occupazione di qualità; il programma Europa per i cittadini svolge opera di
sensibilizzazione in merito all'Unione europea, ai suoi valori e alla sua storia; e il Fondo Asilo,
migrazione e integrazione (AMIF) contribuisce ad attenuare l'impatto della crisi migratoria.
Promozione dei diritti umani nel mondo
Lo strumento europeo per la democrazia e i diritti umani, con una dotazione di 1,33 miliardi di EUR
nell'attuale quadro finanziario pluriennale (QFP), finanzia le organizzazioni della società civile che
attuano programmi a favore dei diritti umani a livello locale o globale. Fornisce anche assistenza
d'emergenza e sovvenzioni dirette a difensori dei diritti umani che si trovano in situazioni a rischio.
È concepito specificamente in modo che il finanziamento non richieda il consenso di governi di
paesi terzi, a differenza di altri strumenti finanziari esterni dell'UE. Lo strumento europeo di vicinato
(ENI) contribuisce a promuovere i diritti umani, le libertà fondamentali, lo Stato di diritto e la lotta
contro la discriminazione. Nel QFP 2014-2020 dispone di un bilancio totale di 15,43 miliardi di EUR.
Lo strumento di cooperazione allo sviluppo (DCI), con finanziamenti per 19,66 miliardi di EUR
nell'attuale QFP, è il principale strumento di bilancio dell'Unione europea per l'erogazione di aiuti ai
paesi in via di sviluppo. Almeno due terzi del suo bilancio sono dedicati a programmi geografici che
devono spendere almeno il 15 % della propria dotazione a favore dei diritti umani, della democrazia
e del buon governo.
Al di fuori del bilancio dell'UE, il Fondo europeo di sviluppo (FES) è il principale programma di
sostegno ai diritti umani. Avviato nel 1959, il FES fornisce aiuti allo sviluppo ai paesi dell'Africa, dei
Caraibi e del Pacifico ed è finanziato da contributi volontari diretti degli Stati membri dell'UE, con
30,5 miliardi di EUR nel QFP 2014-2020. Il FES sostiene i diritti umani direttamente (per esempio con
misure a favore della parità di genere) oppure indirettamente, per esempio promuovendo riforme
giuridiche o lo sviluppo delle capacità istituzionali.

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Diritti umani

Risultati della legislatura 2014-2019
Iniziative politiche nell'ambito dell'UE
La Commissione europea, il Parlamento e il Consiglio svolgono tutti un ruolo nell'assicurare la
conformità delle nuove leggi e politiche dell'UE (o della revisione delle leggi esistenti) agli standard
fissati nei trattati e nella Carta dei diritti fondamentali. Un organismo specializzato dell'UE, l'Agenzia
dell'Unione europea per i diritti fondamentali (FRA), è stato istituito nel 2007 per raccogliere e
analizzare informazioni sulla situazione all'interno dell'UE e per individuare i settori in cui è possibile
compiere dei progressi. Di seguito sono elencate alcune delle misure importanti adottate. 7
Dignità
      L'Unione europea è impegnata a prevenire e combattere la tratta di esseri umani e a
      proteggere le vittime. Nel dicembre 2017 l'Unione ha intensificato l'opera che stava già
      svolgendo sulla base della direttiva anti-tratta e della strategia dell'UE per l'eradicazione della
      tratta degli esseri umani 2012-2016. Le priorità comprendono la garanzia di un miglior accesso
      al sostegno per le vittime e lo smantellamento delle catene della tratta. Tra il 2004 e il 2015,
      l'UE ha finanziato 321 progetti in 26 paesi dell'Unione, incentrati sulla lotta contro lo
      sfruttamento del lavoro, la tratta di minori e lo sfruttamento sessuale.
Libertà
      Dal 25 maggio 2018, nuove norme UE garantiscono la protezione dei dati personali in tutta
      l'UE e qualora vengano trasferiti all'esterno. Le norme conferiscono agli europei anche il diritto
      di sapere in che modo siano raccolti i loro dati personali e se tali dati siano stati oggetto di
      fughe o violazioni. In base al "diritto all'oblio" i dati personali devono essere cancellati su
      richiesta, se un'azienda non ha ragioni legittime per conservarli. Con la sentenza Schrems del
      2015, la CGUE aveva già stabilito che i diritti alla vita privata sanciti dalla Carta devono
      applicarsi a tutti i trasferimenti transatlantici di dati; inoltre, attivisti impegnati nella difesa
      della vita privata hanno già utilizzato la nuova legislazione UE sulla protezione dei dati per
      intentare altre cause in materia di protezione dei dati.
Uguaglianza e non discriminazione
      L'indice sull'uguaglianza di genere dell'UE indica che, nonostante i progressi, la parità fra
      donne e uomini è un traguardo ancora lontano. A partire dal periodo 2016-2019, l'UE persegue
      cinque priorità nel quadro dell'impegno strategico per l'uguaglianza di genere, compresa la
      lotta alla violenza contro le donne e lo sforzo per colmare il divario retributivo di genere.
      Le indagini svolte dalla FRA in tutta l'UE hanno rivelato l'ampiezza delle discriminazioni e delle
      molestie cui sono esposti gli immigrati e i gruppi etnici minoritari. L'Unione ha adottato
      strategie per combattere l'antiziganismo e l'odio antisemitico e anti-islamico. Ha anche
      istituito un gruppo ad alto livello per migliorare i dati relativi ai reati generati dall'odio e per
      contrastare l'incitamento all'odio online. Una delle priorità consisteva nell'elaborare un codice
      di condotta, concordato con quattro grandi società (Facebook, Microsoft, Twitter e YouTube),
      che ora si stanno adoperando per eliminare una maggiore percentuale di contenuti che
      incitano illecitamente all'odio.
      La FRA ha lavorato sta effettuando un follow-up dell'indagine del 2014, la prima indagine a
      livello UE mai condotta su discriminazioni, violenze e incitamenti all'odio subiti da persone
      lesbiche, gay, bisessuali e transessuali nell'Unione europea. L'UE sta altresì mettendo in atto
      un elenco di azioni per promuovere la parità LGBTI.
      La strategia europea sulla disabilità 2010-2020 rappresenta il passaggio della politica dell'UE
      a un approccio basato sui diritti umani e mira a una partecipazione completa delle persone
      con disabilità all'istruzione, al lavoro, alle attività del tempo libero e alla vita pubblica. Le
      misure comprendono l'iniziativa pilota della tessera europea d'invalidità che offre pari accesso
      a determinati vantaggi negli spostamenti all'interno dell'UE, nonché una nuova legislazione
      unionale sull'accessibilità, comprendente una normativa che impone agli enti pubblici di

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      rendere più accessibili i propri siti web e le applicazioni per la telefonia mobile. Un'altra
      normativa dell'Unione europea adottata nell'aprile 2019 introdurrà norme comuni europee
      per beni e servizi quali apparecchi TV e per i trasporti aerei, ferroviari e in autobus.
      L'azione relativa ai diritti dei minori comprende la promozione di sistemi giudiziari a misura di
      minore e l'aiuto ai minori affinché possano lasciare l'assistenza istituzionalizzata per passare
      ad alternative in famiglia o in comunità. Il sostegno ai diritti dei minori è integrato anche nel
      più ampio quadro della politica dell'UE, compreso il pilastro europeo dei diritti sociali.
Solidarietà
      Il nuovo pilastro europeo dei diritti sociali, adottato nel novembre 2017, intende garantire ai
      cittadini diritti nuovi e più efficaci in materia di pari opportunità e accesso al mercato del
      lavoro, condizioni di lavoro eque, protezione sociale e inclusione. I prossimi atti legislativi
      dell'Unione europea riguarderanno l'equilibrio tra vita professionale e privata e condizioni di
      lavoro prevedibili.
      Nel 2016 l'Unione europea ha varato una piattaforma per la risoluzione delle controversie
      online, allo scopo di rafforzare la protezione dei consumatori.
Diritti dei cittadini
      La libertà di circolazione è uno dei principi fondamentali dell'Unione e conferisce ai cittadini
      dell'UE e ai loro familiari il diritto di vivere e lavorare ovunque nell'Unione. Un nuovo
      regolamento UE ridurrà gli oneri burocratici e i costi necessari per far riconoscere in un altro
      paese dell'Unione documenti quali un certificato di nascita o di matrimonio. Sono state
      adottate anche misure per aiutare le coppie internazionali a risolvere le controversie in materia
      di proprietà e garantire una miglior protezione ai minori nelle controversie transfrontaliere
      relative all'affidamento e nei casi di sottrazione di minori. Nel giugno 2018 la Corte di giustizia
      dell'Unione europea ha stabilito che i paesi dell'UE che non riconoscono i matrimoni
      omosessuali devono rispettare almeno il diritto di residenza dei coniugi dello stesso sesso che
      intendono vivere insieme nel loro territorio.
Giustizia
      Per sostenere il diritto a un processo equo, nel 2016 l'UE ha approvato l'ultima parte di un
      pacchetto di leggi volte a rafforzare i diritti degli indagati o degli imputati in procedimenti
      penali. La direttiva sul patrocinio gratuito, che doveva essere recepita nel diritto nazionale
      entro il maggio 2019, mira a garantire il patrocinio gratuito in maniera uniforme in tutto
      l'ambito dell'Unione europea. Le altre norme riguardano il diritto all'informazione (dal
      giugno 2014), il diritto all'interpretazione e alla traduzione (dall'ottobre 2015), il diritto ad
      avvalersi di un difensore (dal novembre 2016), il diritto alla presunzione di innocenza e a
      presenziare al processo (dall'aprile 2018) e speciali garanzie procedurali per i minori indagati
      o imputati nei procedimenti penali (dal giugno 2019).
Preservare il rispetto per i diritti fondamentali, la democrazia e lo Stato di diritto
      I valori dell'UE fanno parte dei criteri di adesione per i paesi che desiderano entrare nell'UE, ma
      le garanzie contro la possibilità che gli attuali Stati membri registrino dei regressi su questi
      valori sono più deboli. Alcune leggi recentemente introdotte in Polonia e Ungheria hanno
      riacceso il dibattito sull'efficacia delle procedure UE tese a preservare lo Stato di diritto
      all'interno dell'Unione; ciò ha spinto la Commissione europea ad avviare, per la prima volta, la
      nuova procedura del quadro dell'UE per lo Stato di diritto, introdotta nel 2014. Lo Stato di
      diritto rappresenta una delle basi del rispetto dei diritti umani.

8
Diritti umani

Azione del Parlamento europeo. Il Parlamento valuta la situazione dei diritti fondamentali nell'UE in
una risoluzione annuale. Nella risoluzione finale della legislatura 2014-2019, il Parlamento ha richiamato
l'attenzione su questioni specifiche e ha ribadito i suoi appelli a favore dell'istituzione di un nuovo
meccanismo per la democrazia, lo Stato di diritto e i diritti fondamentali, al fine di monitorare la
situazione all'interno dell'UE, fornire un approccio coordinato e informare i cittadini sui loro diritti ai sensi
dei trattati e della Carta.

Iniziative politiche nell'azione esterna
L'UE si impegna nello stesso modo per promuovere i diritti umani al di fuori delle proprie frontiere.
Per rafforzare la propria credibilità esterna, l'Unione deve assicurare la coerenza delle proprie
politiche interne ed esterne in materia di diritti umani: quest'obiettivo è posto in rilievo nel quadro
strategico sui diritti umani e la democrazia del 2012 e nel secondo piano d'azione sui diritti umani e
la democrazia, che riguarda il periodo 2015-2019. L'UE deve inoltre garantire l'integrazione dei diritti
umani in tutte le sue altre politiche esterne. Rispetto alla Cina, per esempio, che non subordina i
propri aiuti allo sviluppo a un sistema di valori, l'Unione europea può apparire agli occhi di alcuni
Stati partner un fornitore di aiuti allo sviluppo estremamente esigente.
      L'UE utilizza un'ampia gamma di strumenti politici e diplomatici per difendere i diritti umani.
      Rende numerose dichiarazioni pubbliche in cui esorta al rispetto per i diritti umani, e
      incoraggia le autorità dei paesi terzi a ratificare le pertinenti convenzioni internazionali, ad
      adeguare il proprio quadro giuridico e ad adempiere ai propri obblighi. L'Unione intrattiene
      periodici dialoghi sui diritti umani con le organizzazioni internazionali e molti paesi partner
      nel mondo. Tali dialoghi consentono all'UE di discutere i problemi più rilevanti, raccogliere
      informazioni e offrire il proprio sostegno nelle questioni riguardanti i diritti umani. Nel 2017
      l'Unione ha tenuto dialoghi sui diritti umani con oltre 30 paesi partner. I diritti umani sono
      anche parte integrante dei dialoghi politici che l'UE organizza periodicamente con i partner
      della regione dell'Africa, dei Caraibi e del Pacifico (ACP). Nel più recente dialogo sui diritti
      umani tenuto con la Cina nel luglio 2018, per esempio, l'UE ha affrontato temi come il
      deterioramento dei diritti civili e politici in quel paese, la detenzione e la condanna di un
      notevole numero di difensori cinesi dei diritti umani e infine i diritti delle minoranze, con
      particolare riguardo ai tibetani e agli uiguri. Nel 2017 l'Unione europea ha intrattenuto
      dialoghi anche con altre organizzazioni regionali, come l'Unione africana e l'ASEAN.
      L'UE è attivissima nella promozione dei diritti umani a livello multilaterale, in qualità di
      osservatore all'Assemblea generale delle Nazioni Unite e al Consiglio delle Nazioni Unite per i
      diritti umani. Nel 2017 la terza commissione (sociale, umanitaria e culturale) dell'Assemblea
      generale delle Nazioni Unite ha adottato una risoluzione sulla libertà di religione o di credo
      basata sul lavoro svolto dall'UE in tale ambito. L'Unione è impegnata nella cooperazione in
      materia di diritti umani con altre organizzazioni regionali, ad esempio con il programma
      finanziato dall'UE con l'Unione Africana "Rafforzare il sistema dei diritti umani in Africa". L'UE
      ha stabilito una cooperazione di ampia portata con il Consiglio d'Europa per promuovere i
      diritti umani nei paesi dell'allargamento e del vicinato.
      In quanto principale blocco commerciale al mondo, l'UE ha continuato a far leva sulla propria
      politica commerciale per promuovere i diritti umani. Gli accordi di libero scambio negoziati
      e conclusi dal 2014 in poi sono collegati alla clausola sui diritti umani e sulla democrazia negli
      accordi quadro politici, anche con paesi come il Canada e il Giappone, che non presentano
      problemi di rilievo in relazione ai diritti umani. Le disposizioni sul commercio e lo sviluppo
      sostenibile comprese nella nuova generazione di accordi commerciali dell'UE obbligano le
      parti a rispettare i fondamentali diritti dei lavoratori sanciti nelle convenzioni
      dell'Organizzazione internazionale del lavoro (ILO). Le preferenze unilaterali dell'UE in campo
      commerciale sono anch'esse subordinate al rispetto dei fondamentali diritti umani e dei
      lavoratori da parte del paese beneficiario. Essa monitora rigorosamente e assiste i beneficiari
      del proprio regime SPG+, che impone a questi di ratificare e applicare le pertinenti
      convenzioni internazionali, e ha pubblicato relazioni biennali per paese nel 2016 e nel 2018.

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      L'UE sta valutando la possibilità di revocare le preferenze commerciali concesse alla Cambogia
      nell'ambito del sistema "Tutto tranne le armi" a causa di gravi violazioni dei diritti umani e dei
      lavoratori. Nel 2016, l'UE ha modificato il proprio regolamento relativo al commercio di
      determinate merci che potrebbero essere utilizzate per la pena di morte e per la tortura,
      rendendo più rigorose alcune disposizioni in modo da tener conto dei problemi emersi
      durante l'attuazione. In sede di Nazioni Unite, l'UE ha promosso una proposta per
      l'introduzione di uno strumento internazionale che vieti tale commercio. Un altro
      regolamento adottato nel 2016 imporrà, a partire dal 2021, l'esercizio del dovere di diligenza
      per gli importatori di minerali provenienti da zone di conflitto. Nel 2018 il Parlamento europeo
      ha approvato a stragrande maggioranza una proposta legislativa della Commissione volta a
      modificare il regime dell'Unione riguardante il controllo delle esportazioni di prodotti a
      duplice uso, per impedire l'uso improprio di tecnologie di sorveglianza informatica da parte di
      regimi con discutibili precedenti in materia di diritti umani. Il Consiglio deve ancora
      concordare la propria posizione. Ulteriori progressi su questi fascicoli dipenderanno da come
      il nuovo Parlamento e le altre istituzioni decideranno di procedere.
      Per meglio integrare i diritti umani nella politica per lo sviluppo, nel dicembre 2014 la
      Commissione ha pubblicato un documento di lavoro dei propri servizi riguardante
      un'impostazione basata sui diritti, che copra tutti i diritti umani, nell'ambito della
      cooperazione allo sviluppo dell'UE.
      Nel quadro della politica di vicinato, l'Unione pone particolarmente l'accento sui diritti umani
      nei partenariati conclusi con i propri vicini. Incoraggia e sostiene tali paesi nei loro sforzi a
      favore dei diritti umani ed esegue un rigoroso monitoraggio a riguardo. La più recente
      relazione per paese sulla Tunisia (2018), segnala per esempio alcuni progressi nel campo dei
      diritti umani.
      In risposta a gravi violazioni dei diritti umani commesse da funzionari governativi o soggetti
      non statali, l'UE impone sanzioni rivolte alle persone individuate come responsabili, per
      esempio il congelamento dei beni o il divieto di viaggio. Proprio di recente, l'UE ha inflitto
      misure restrittive a ufficiali dell'esercito, della polizia di frontiera e della polizia di sicurezza del
      Myanmar/Birmania, coinvolti nelle atrocità commesse nei confronti della popolazione
      Rohingya. L'Unione ha comminato sanzioni analoghe a funzionari venezuelani sospettati di
      violazioni dei diritti umani e di aver compromesso la democrazia e lo Stato di diritto. Nei
      confronti dei paesi in cui infuriano guerre civili, l'UE impone embarghi sugli armamenti, spesso
      in linea con quelli proclamati dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, per ridurre al
      minimo i danni alla popolazione civile, come è avvenuto in Sud Sudan. L'Unione europea ha
      imposto restrizioni alle esportazioni contro la Siria, per le attrezzature e la tecnologia che
      potrebbero essere usate per la repressione interna oppure per monitorare o intercettare le
      comunicazioni telefoniche o via Internet; ha inoltre inflitto sanzioni individuali a oltre
      250 persone e più di 60 enti alla luce della violenta repressione sferrata contro la popolazione
      civile. In risposta alle gravissime violazioni dei diritti umani, che potrebbero rappresentare
      crimini contro l'umanità, perpetrate in Burundi contro oppositori politici e attivisti della società
      civile, l'UE ha sospeso temporaneamente il sostegno diretto al governo del paese nel marzo
      2016.
      L'Unione europea ha intensificato gli sforzi per garantire giustizia nei confronti dei crimini
      di guerra e dei crimini contro l'umanità. Sostiene il meccanismo internazionale, imparziale
      e indipendente per la Siria istituito dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite. L'Unione resta
      convinta sostenitrice della Corte penale internazionale e sostiene l'universalità dello Statuto
      di Roma, per la cui attuazione ha fornito assistenza a vari paesi, nonché sostegno finanziario
      per la promozione da parte della società civile.
      La protezione dei diritti umani dei migranti e dei rifugiati è un aspetto essenziale
      dell'approccio europeo ai problemi della migrazione sin dall'inizio della crisi migratoria nel
      2014. Le operazioni navali dell'UE nel Mediterraneo hanno salvato un gran numero di vite
      umane.

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Diritti umani

      Per l'UE è estremamente importante contrastare le violazioni dei diritti umani che si verificano
      in relazione alle attività economiche, soprattutto quelle svolte in paesi terzi da imprese con
      sede nell'Unione. L'UE si è impegnata a osservare i principi guida delle Nazioni Unite su
      imprese e diritti umani fissati nel 2011 (una serie di orientamenti per prevenire, affrontare e
      porre rimedio alle violazioni dei diritti umani commesse nelle operazioni economiche). La
      direttiva sulle informative non finanziarie (direttiva 2014/95/UE), entrata in vigore nel 2014
      con una scadenza per il recepimento fissata al 6 dicembre 2016, impone alle grandi imprese
      dell'UE che operano all'estero di divulgare informazioni sul rispetto, tra l'altro, delle norme sui
      diritti umani, comprese le procedure di dovuta diligenza applicate. L'UE si è impegnata con
      spirito costruttivo nei negoziati svoltisi in seno alle Nazioni Unite per un trattato vincolante in
      materia di imprese e diritti umani.
      L'Unione europea segue inoltre con attenzione coloro che si levano in difesa dei diritti umani,
      e ha elaborato una politica per la protezione dei difensori dei diritti umani in tutto il mondo,
      che prevede il rilascio di dichiarazioni, passi diplomatici riservati, sovvenzioni di emergenza e
      l'incoraggiamento agli Stati membri a emettere visti temporanei per coloro che si trovano
      nelle situazioni di maggior pericolo. Nel 2015 l'UE ha finanziato un consorzio di ONG per
      istituire un meccanismo di sostegno a favore dei difensori.
      Sulla base di una risoluzione approvata dal Parlamento europeo nel febbraio 2016, la
      Commissione ha creato la funzione di inviato speciale dell'UE per la promozione della libertà
      di religione o di credo al di fuori dell'Unione, al fine di promuovere il rispetto di tale diritto,
      che è leso in molte parti del mondo. L'UE ha anche sostenuto numerose risoluzioni delle
      Nazioni Unite su questo tema.
      La parità di genere e l'emancipazione delle donne nel mondo rappresentano un'altra
      priorità perseguita dall'Unione europea negli anni più recenti. Il secondo piano d'azione
      dell'UE sulla parità di genere 2016-2020 mira a integrare considerazioni di genere in tutte le
      politiche esterne dell'Unione.

Azione del Parlamento europeo. Il Parlamento è un fermo difensore dei diritti umani. Segue da vicino
le situazioni dei diritti umani nel mondo e adotta periodicamente risoluzioni urgenti in risposta alle più
gravi violazioni dei diritti umani. Tra quelle adottate nella scorsa legislatura figurano risoluzioni sulla
situazione dei profughi Rohingya, in particolare la difficile situazione dei bambini (giugno 2018), sulla
situazione dei difensori dei diritti delle donne in Arabia Saudita (maggio 2018), e sulla situazione nella
striscia di Gaza (aprile 2018). Il Parlamento adotta una risoluzione annuale sulla relazione annuale dell'UE
sui diritti umani e la democrazia nel mondo, in cui sottolinea le sfide che si pongono nel campo dei diritti
umani, nonché i settori che esigono una particolare attenzione da parte dell'UE. La sua sottocommissione
per i diritti dell'uomo (DROI) redige relazioni d'iniziativa e organizza audizioni e dibattiti, nonché visite in
paesi terzi. Per onorare coloro che si levano in difesa dei diritti umani in tutto il mondo, il Parlamento
europeo assegna ogni anno il premio Sacharov per la libertà di pensiero. Il premio è stato di recente
attribuito a Oleg Sentsov, un cineasta ucraino originario della Crimea detenuto in Russia, all'opposizione
democratica in Venezuela (2017), a Nadia Murad e Lamya Haji Bashar che hanno denunciato la
schiavizzazione sessuale inflitta alle donne yazidi dall'IS/Da'esh, a Raif Badawi, blogger progressista
saudita attualmente detenuto (2015), e a Denis Mukwege, ginecologo congolese che si è dedicato ad
aiutare le donne che hanno subito mutilazioni sessuali nel corso della guerra (2014).

Potenzialità per il futuro
Prospettive di bilancio
La promozione dei diritti umani all'interno dell'Unione europea
I finanziamenti per i diritti fondamentali nella proposta di QFP 2021-2027 sono ancora una volta
destinati a distribuirsi su differenti fondi, a seconda del settore strategico in cui vengono utilizzati. Il
fondo più importante, volto direttamente alla protezione e alla promozione dei diritti fondamentali,
è però il Fondo per la giustizia, i diritti e i valori. La sua dotazione complessiva dovrebbe essere

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all'incirca equivalente al quella del precedente QFP. Il Fondo si divide in due programmi separati: il
programma Diritti e valori, che si prefigge l'obiettivo generale di proteggere e promuovere i diritti e
i valori sanciti nei trattati UE e nella Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea, con una
dotazione totale di 641 705 000 EUR, e il programma Giustizia, che costituisce la continuazione
dell'attuale programma Giustizia, benché con un finanziamento lievemente inferiore (305 000 000
EUR rispetto a 377 604 000 EUR). Intende contribuire all'ulteriore sviluppo di uno spazio europeo di
giustizia fondato sullo Stato di diritto, sul riconoscimento reciproco e sulla fiducia reciproca, anche
agevolando l'accesso effettivo alla giustizia per tutti.
La proposta per il nuovo QFP ha introdotto una nuova condizionalità legata alla Carta per i fondi
disciplinati dal regolamento recante disposizioni comuni (il Fondo europeo di sviluppo regionale, il
Fondo sociale europeo Plus, il Fondo di coesione, il Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca e il
Fondo Asilo e migrazione, il Fondo per la Sicurezza interna e lo Strumento per la gestione delle frontiere
e i visti). In base alle modifiche, tutti i diritti sanciti dalla Carta dovrebbero essere attuati durante tutto il
ciclo del progetto utilizzando le risorse fornite da questi fondi. Nella scorsa legislatura il Parlamento ha
altresì appoggiato a un'altra importante proposta, che prevede l'introduzione di un nuovo meccanismo
per lo Stato di diritto nel QFP per proteggere il bilancio dell'UE dai rischi finanziari legati alle carenze
relative allo Stato di diritto negli Stati membri dell'Unione.

Promozione dei diritti umani nel mondo
In base alla proposta della Commissione per un nuovo strumento di finanziamento esterno per il
QFP 2021-2027 (lo strumento di vicinato, cooperazione allo sviluppo e cooperazione internazionale
(NDICI)), quasi tutti i precedenti strumenti esterni verranno fusi in uno strumento unico per
aumentare la flessibilità. Il nuovo strumento conserverà gran parte delle priorità e dei formati di
finanziamento delle componenti e dei programmi per i diritti umani esistenti nell'attuale QFP. La
parte tematica del nuovo strumento comprende quattro programmi: La sezione tematica dello
strumento comprende quattro programmi riguardanti diritti umani e democrazia, organizzazioni
della società civile, stabilità e pace e sfide globali, con una dotazione totale di 7 miliardi di EUR. Il
programma tematico sui diritti umani e la democrazia proseguirà a partire dall'EIDHR, con un
bilancio proposto di 1,5 miliardi di EUR. Conserverà le caratteristiche che definiscono l'EIDHR,
giacché fornirà assistenza indipendentemente dal consenso del governo del paese terzo e garantirà
una copertura globale. La proposta della NDICI raccomanda "un approccio basato sui diritti che
comprenda tutti i diritti umani, sia civili e politici che economici, sociali e culturali" (articolo 8,
paragrafo 1).
Nel marzo 2019 il Parlamento europeo ha adottato una risoluzione sul progetto di regolamento NDICI
che modifica la proposta della Commissione. Nella sua posizione in prima lettura, il Parlamento ha
proposto di portare ad almeno due miliardi di EUR i finanziamenti per i diritti umani, la democrazia e la
società civile in tutto il mondo nel quadro della componente tematica dei diritti umani. Ha inoltre chiesto
di rafforzare la condizionalità in materia di diritti umani. In caso di violazioni persistenti dei diritti umani,
il sostegno dell'UE dovrebbe essere parzialmente o totalmente sospeso. Ulteriori progressi su questi
fascicoli dipenderanno da come il nuovo Parlamento e le altre istituzioni decideranno di procedere.

Strategie politiche e dibattiti
Per quanto riguarda il rispetto e il progresso dei diritti umani nell'UE, le recenti relazioni
tematiche dell'Agenzia per i diritti fondamentali e le relazioni annuali di monitoraggio della FRA,
della Commissione e del Parlamento hanno messo in evidenza una serie di possibili approcci alle
sfide: la necessità di affrontare la situazione sempre più difficile per i diritti umani, di sensibilizzare i
cittadini in merito ai propri diritti e di rendere più accessibili a tutti i mezzi di ricorso per le violazioni
dei diritti, di migliorare l'attuazione dei diritti socio-economici, e infine di rendere più efficiente l'uso
del bilancio dell'UE per proteggere i cittadini e conferire loro maggiori poteri 8.
Di conseguenza, i diritti fondamentali hanno suscitato vivo interesse nei recenti dibattiti politici ad
alto livello. Nel discorso sullo stato dell'Unione del 2017, il presidente della Commissione Juncker ha

12
Diritti umani

proposto un "sesto scenario" per l'ulteriore evoluzione dell'Unione europea, fondato su un'unione
di valori (in aggiunta ai cinque proposti dal libro bianco della Commissione del 2017). Per il
presidente Juncker, l'UE rappresenta la libertà e l'uguaglianza fra i suoi Stati membri, senza cittadini,
lavoratori o consumatori di seconda classe. Nel suo discorso del 2018 ha anche formulato l'appello
a proteggere i giornalisti e la libertà di stampa, oltre ad auspicare che l'Unione europea si prenda
maggiormente cura della sua dimensione sociale. Nei dibattiti sul Futuro dell'Europa, anche
numerosi leader nazionali hanno manifestato il proprio impegno nei confronti dei diritti
fondamentali, sottolineando la necessità di mettere a disposizione i mezzi necessari per proteggerli.
Sono inoltre in corso discussioni sul modo di utilizzare la Carta con maggiore efficacia a livello
nazionale e di Unione europea. Il parere presentato su questo tema dall'Agenzia per i diritti
fondamentali al Parlamento europeo proponeva di ricorrere ad altre forme di consultazione, come
la consulenza di esperti indipendenti, per garantire che il diritto e le politiche dell'UE rispettino i
diritti fondamentali. Proponeva altresì attività di formazione per i giudici nazionali e per altri
operatori del diritto, nonché un più intenso scambio di informazioni tra l'Unione e i suoi Stati
membri; consiglia infine di sostenere il nuovo meccanismo per lo Stato di diritto contenuto nella
proposta del QFP. Nel febbraio 2019 il Parlamento ha adottato una risoluzione sull'attuazione della
Carta nel quadro istituzionale dell'UE.
Promuovere il rispetto per i diritti umani all'esterno è un arduo compito, poiché i governi partner
non sempre sono interessati a migliorare le proprie norme a riguardo, o talvolta sono addirittura
contrari. In varie occasioni il Parlamento europeo ha esortato l'UE a vigilare da vicino su situazioni
problematiche e, se necessario, a prendere in considerazione il ricorso a tutti i mezzi a propria
disposizione, sanzioni comprese. Un'altra sfida attende l'Unione: quella di garantire il consenso dei
propri Stati membri intorno alla propria politica esterna in materia di diritti umani. I diritti umani
sono uno dei tre settori in cui la Commissione prevede di ricorrere alla "clausola passerella"
contenuta nel trattato UE, per passare dall'unanimità alla maggioranza qualificata nelle decisioni su
problemi di politica estera. Tener fede all'impegno nei confronti dei diritti umani nel perseguimento,
all'esterno, dei propri interessi vitali (per esempio nel campo della sicurezza, della lotta contro il
terrorismo e della gestione della migrazione irregolare) costituirà ancora, nel prossimo futuro,
un'altra importante sfida per l'Unione europea.
Tramite il proprio trattato, l'Unione europea si impegna a rispettare il principio dell'universalità e
dell'indivisibilità dei diritti umani. Benché l'UE sia il più importante donatore di aiuti allo sviluppo in
tutto il mondo, come segnala una ricerca, vi sono ancora margini per concentrarsi con maggior
efficacia sui diritti sociali ed economici sia all'interno che all'esterno, in particolare nel momento in
cui le disuguaglianze globali si inaspriscono e in molti paesi in via di sviluppo la crescita economica
lascia indietro consistenti strati della popolazione. Consolidare i nessi tra cooperazione allo sviluppo
e azione nel campo dei diritti umani è un imperativo politico sottolineato dal Parlamento europeo.
Un ulteriore importante auspicio è che l'Unione europea integri i diritti umani in tutti gli accordi
commerciali e di investimento che conclude, allo scopo di garantirne la tutela.
Promuovere i diritti umani in tutto il mondo non è solo una questione di rispetto dei propri valori
fondamentali da parte dell'UE. L'impegno per i diritti umani è tradizionalmente uno dei più
importanti strumenti del potere di persuasione dell'UE nel mondo e ha apportato un prezioso
contributo alla credibilità e all'influenza dell'Unione, come ha riconosciuto il Parlamento europeo.
In un momento in cui il multilateralismo e i valori che ne costituiscono la base sono minacciati, l'UE
deve assumere il ruolo di grande attore geopolitico e sostenere con decisione il sistema globale.

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EPRS | Servizio Ricerca del Parlamento europeo

RIFERIMENTI PRINCIPALI
Relazione 2018 sui diritti fondamentali, Agenzia dell’Unione europea per i diritti fondamentali.
Sfide e opportunità per l'attuazione della Carta dei diritti fondamentali, Agenzia dell’Unione europea per
i diritti fondamentali, 2018.
Risoluzione del Parlamento europeo del 13 dicembre 2017 sulla Relazione annuale sui diritti umani e la
democrazia nel mondo nel 2016 e sulla politica dell'Unione europea in materia (2017/2122(INI)).
Relazione annuale dell'UE sui diritti umani e la democrazia nel mondo 2017, Consiglio dell'UE,

NOTE
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    La presente sezione è stata elaborata da Alina Dobreva, mentre l'infografica è a cura di Nadejda Kresnichka-Nikolchova.
2
    L'elenco completo dei valori comprende: pace, diritti umani, rispetto per la vita umana, democrazia, libertà individuale,
    uguaglianza, Stato di diritto, tolleranza, solidarietà e sostegno per gli altri, rispetto per le altre culture, autorealizzazione
    e religione.
3
    Gli articoli dei trattati pertinenti sono l'articolo 2, l'articolo 3 e l'articolo 21 del trattato sull'Unione europea (TUE).
4
    L'espressione "diritti fondamentali" è usata nell'Unione europea per esprimere il concetto di "diritti umani" in uno
    specifico contesto interno dell'UE.
5
    Gli articoli pertinenti dei trattati sono l'articolo 10 e l'articolo 19 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea
    (TFUE).
6
    Gli articoli pertinenti dei trattati sono l'articolo 21 TUE e l'articolo 6 TUE.
7
    Per alcuni dei settori che rientrano nell'ambito della Carta dei diritti fondamentali, tra cui la parità di genere, la
    protezione dell'ambiente, la diversità culturale, i consumatori e la migrazione, ulteriori informazioni sono reperibili in
    altre pubblicazioni della presente serie.
8
    Cfr. anche raccomandazioni del Forum sui diritti fondamentali del 2018 della FRA.

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