DIGITAL TRANSFORMATION VIEW - Banking in a Platform ANNO 2018 - Cetif

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DIGITAL TRANSFORMATION VIEW - Banking in a Platform ANNO 2018 - Cetif
DIGITAL TRANSFORMATION VIEW
Banking in a Platform
ANNO 2018

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LO STEERING         Il 26 febbraio 2018 si è riunito lo Steering Committee Digital Banking, composto da
COMMITTEE DIGITAL   Top Manager provenienti dalle aree Direzione Generale, Innovation, Marketing e
BANKING             Commerciale, Organizzazione e IT, nonché da docenti universitari il cui know-how possa
                    assicurare uno slancio alle attività di ricerca, formazione e laboratorio, con l’obiettivo di
                    condividere le priorità strategiche, interpretare le principali sfide di trasformazione
                    digitale ed offrire il miglior supporto al mercato bancario.
                    I trend e le strategie in atto e le principali esigenze avvertite dagli operatori di mercato
                    stanno riguardando la revisione dei modelli operativi delle banche e di approcci operativi
                    per la gestione e integrazione di servizi basati su API, in un’ottica banca piattaforma, con
                    conseguenze in termini di utilizzo efficace e monetizzazione dei dati e flussi
                    informativi. A questo si aggiunge che l’ecosistema dei servizi finanziari sta includendo
                    sempre più nuovi attori, Fintech e terze parti, dalla cui collaborazione le banche e gli
                    istituti tradizionali potrebbero trarne vantaggi strategici, non solo grazie alla loro
                    velocità di innovazione e usabilità, ma anche attraverso l’integrazione dell’offerta di
                    prodotti e servizi in ottica multicanale.
                    La rivoluzione introdotta dalla PSD2 e dall’apertura delle API (Application Programming
LA PORTATA
                    Interface) pone inevitabilmente le banche in un ambiente più competitivo, in cui dover
DISRUPTIVE DELLA
PSD2
                    concorrere con i nuovi prestatori di servizi che innovano sperimentando nuove tecnologie
                    e offrendo user experience migliori, ed invita a riflettere sulla logica di “Banking as a
                    Platform” e sulle implicazioni di business in termini di nuovi e potenziali modelli di servizio
                    per il cliente.
                    In questo scenario, emerge in maniera chiara la necessità di definire un rinnovato modello
                    di gestione del back end su cui andare a costruire un’abile piattaforma digitale.
                    Diventa molto importante per il banking capire che ruolo si intende giocare: se la logica
                    con cui la piattaforma è stata costruita permetterà a soggetti terzi di esporre ed erogare
                    servizi con un alto grado di libertà, potrebbe rendersi possibile sviluppare nuovi punti di
                    contatto e servizi a valore aggiunto con un minor costo e soprattutto disponendo di
                    informazioni che non sono tipicamente disponibili alla banca, compreso l’accesso alla
                    customer base. Ne consegue naturalmente la necessità di affinare le capacità di analisi dei
                    dati, di rivolgere un’attenzione crescente ai device e a terze parti (ad es. Fintech e GAFA),
                    con le quali potrebbe rivelarsi vantaggioso avviare partnership e collaborazioni.
                    La portata disruptive della PSD2, tuttavia, non sono le API in sé ma la mole di informazioni
                    in entrata e in uscita contenute in esse, che se pensate anche in ottica GDPR fanno
                    emergere come la banca sia responsabile nei confronti del cliente del governo di questi
                    flussi informativi. La gestione e il monitoraggio delle informazioni può consentire alla banca
                    – piattaforma – di interagire in più ambienti offrendo servizi a valore aggiunto grazie
                    all’interazione nella catena del valore di terze parti.

I VANTAGGI DELLA    I bisogni del cliente da soddisfare e, in generale, la customer centricity si impone sempre
PIATTAFORMA         più come logica di fondo alle numerose esigenze di trasformazione e innovazione, con
Digital Transformation View 2018

particolare attenzione al tema dell’istantaneità da garantire nella user experience alla luce
delle crescenti spinte in questa direzione da parte dei nuovi competitor e Fintech.
Riuscire ad implementare, in una gestione ordinata, una piattaforma strutturata
capace, da un lato, di utilizzare tecnologie, tool e sistemi di artificial intelligence,
dall’altro, di trasformarsi in modello di servizio e offerta evoluta e moderna per i
clienti, consentirebbe di elevare il livello di qualità dei servizi e di soddisfazione dei clienti;
di incrementare con cross-selling l’intensità di relazione con i clienti; di raggiungere un
adeguato livello di cost to serve. Bisogna ragionare in una matrice multidimensionale
che richiede di individuare le adeguate modalità di gestione del cliente nelle diverse fasi
della customer journey e coniugando per ogni fase content, sistemi di firma, intercettazione
bisogni, etc.; rivedendo e sistemando i canali di accesso e il way to serve dei vari cluster
di clientela a cui abbinare inevitabilmente attività di profiling sempre più spinte
utilizzando, perché no, dati di terze parti.
Esistono realtà che, per impostazione strategica diversa, nascono come sistemi open e ciò                   PARTNERSHIP &
consente loro di utilizzare tecnologie di terzi per creare valore aggiunto; tuttavia la vera                        DATA
differenza sulla user experience la fa la velocità di adattare i processi e quindi la                       MONETIZATION
capacità di lavorare alle API interne dei processi, in modo da condurre senza troppe
legacy, sperimentazioni e test di soluzioni fintech o terze parti.
Ne discendono chiaramente implicazioni in termini di competenze, tecnologie e costi
legati in primis alla digitalizzazione dei processi interni: non è pensabile trasformare
in digitale un processo nato analogico. È importante, a tal proposito, cogliere le
opportunità, non ancora mai sfruttate a pieno, derivanti dalla monetizzazione della
mole di dati già in essere in banca. Nel fare ciò c’è chi si avvale di collaborazioni con
terze parti e GAFA volte a trarre vantaggio dalle loro superiori capacità di data
management.
Gli strumenti con cui realizzare una data monetization sono sicuramente una maggiore
qualità, progettazione e governo dei dati. Si sta infatti assistendo ad un cambio di
paradigma che non vede più centrale il processo ma il dato, attorno al quale andare a
costruire l’IT e i nuovi progetti.
Sul tema arricchimento dati e competenze, esistono realtà bancarie che hanno
sperimentato con successo collaborazioni con i GAFA, in una prospettiva volta non
alla protezione dei propri asset, ma alla generazione di maggior valore: ad oggi tra le
priorità di molti operatori, in un’ottica banca come centro servizi, sono migliorare
l’engagement del cliente online e il cross-selling a clienti ibridi con l’obiettivo di seguire
piani “fast follower” e cercando di limitare l’erosione di revenue.
In ottica di convergenza con la rete fisica e per garantire al cliente più canali di accesso,
                                                                                                                   SERVICE
alcune realtà stanno lavorando a piattaforme di campaign multichannel con l’obiettivo
                                                                                                              INTEGRATION
di integrare tutti i nuovi canali con meccanismi di “near” real time marketing; l’obiettivo
da perseguire dovrebbe essere entrare nella quotidianità dei clienti, pensando a nuovi
canali, processi e servizi non bancari. Ad oggi l’offerta integrata di prodotti e servizi

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sfocia nel fenomeno bancassurance; ad esempio, sfruttando le sinergie e le interazioni
                          con società del gruppo, alcune banche sono attualmente impegnate nell’integrare
                          sempre più l’offerta innovandola con contenuti tecnologici avanzati e personalizzandola
                          con prodotti, widget e servizi accessori al conto corrente volti a soddisfare bisogni non
                          solo bancari. Tra i prodotti bundle, si annoverano mutui alla cui accensione viene
                          rilasciato un kit smart con centralina, impianto d’allarme, sensore antifumo, etc., che
                          consentirebbe inoltre di applicare anche una serie di scontistiche sulle coperture
                          assicurative. È evidente come ciò consenta di avere informazioni utili per targettizzare
                          in maniera più puntuale l’offerta.
                          Tuttavia in un ecosistema allargato in cui gli utenti da raggiungere sono molteplici, se può
                          sembrare semplice ragionare su potenziali prodotti e servizi a valore aggiunto da
                          offrire al cliente retail, lo è ancor di più cercare di capire quali sono i servizi a valore
                          aggiunto da offrire al mondo, ancora poco affollato, delle PMI. Inoltre far vendere
                          in filiale prodotti o servizi di terzi implica un’approfondita conoscenza di tali prodotti
                          e servizi da parte dei consulenti finanziari e quindi l’importanza di sviluppare una cultura
                          digitale in primis all’interno delle banche stesse.
                          Al di là delle competenze da sviluppare negli addetti di rete, il tema della filiale e di come
CONCLUSIONI
                          portare le innovazioni tecnologiche al suo interno resta uno dei temi più dibattuti. Per
                          molte banche la rete commerciale resta uno degli asset principali e per la quale sono
                          in corso attività di digitalizzazione dei processi e di scouting su conversational
                          banking e intelligenza artificiale per offrire, ad esempio, una comunicazione
                          commerciale personalizzata.
                          Per sfruttare a pieno le opportunità dell’essere una “Banca aperta” è quindi necessaria
                          un’evoluzione delle capacità di analisi dei dati e nelle tecnologie per farlo.
                          L’aggregazione dei dati e la successiva derivazione di insight con cui identificare
                          nuovi bisogni della clientela ed attivare nuove opportunità di cross selling sono
                          attività percorribili con una forte evoluzione del comparto Analytics.
                          Tutto ciò dà la sensazione di star assistendo ad un passaggio che vede il termine “bank”
                          diversamente declinato: da “bank as a platform” a “bank in a platform”, con la quale si
                          intende indicare la banca come uno dei vari attori partecipanti alla “piattaforma”.

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DIGITAL BANKING 2018
STEERING COMMITTEE MEMBERS

Michele Bussoni, Credem
Pierpio Cerfogli, BPER Banca
Andrea Coppini, Iccrea Banca
Giuseppe D’Antonio, UBI Banca
Alberto Fiorino, Credito Valtellinese
Antonio Fratta Pasini, CheBanca!
Milo Gusmeroli, Banca Popolare di Sondrio
Milko Hascher, Crédit Agricole
Andrea Lecce, Intesa Sanpaolo
Massimiliano Mosca, Monte dei Paschi di Siena
Gianluca Scola, Banca 5
Claudio Susca, Unipol Banca

                                                                               5
TEAM CETIF:
                       Chiara Frigerio
                       Paolo Gatelli
                       Gabriella Pitagora
                       Federico Rajola

                       CONTATTI:
                       CeTIF - Università Cattolica del Sacro Cuore
                       Via San Vittore, 18
                       20123 Milano
                       Tel. +39 02 7234.2590
                       Fax +39 02 7234.8340
                       E-mail: cetif@unicatt.it
                       www.cetif.it

                       Pubblicato nel mese di marzo 2018
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                     DISCLAIMER: CeTIF assicura che il presente documento è stato realizzato con la massima cura e con tutta
                     la professionalità acquisita nel corso della sua lunga attività. Tuttavia, stante la pluralità delle fonti
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                     nei confronti di terzi) esplicitamente o implicitamente l'esattezza, l'affidabilità o la completezza di tali
                     informazioni. CeTIF, pertanto, declina qualsiasi responsabilità per eventuali danni, di qualsiasi tipo, che
                     possano derivare dall'uso delle informazioni contenute nel presente rapporto.
                     Si evidenzia, inoltre, che il presente rapporto potrebbe contenere proiezioni future o altre dichiarazioni in
                     chiave prospettica, circostanza che comporta rischi e incertezze. Si avvisano pertanto i lettori che tali
                     affermazioni sono solamente previsioni e potrebbero quindi discostarsi in modo considerevole dagli effettivi
                     riscontri ed eventi futuri. CeTIF declina fin d’ora qualsiasi responsabilità e garanzia in relazione a tali
                     proiezioni.

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