Dei Servizi Sociali di Municipalità e del Servizio Problemi del Lavoro maggio 2016 - ORIENTAMENTI PER IL SISTEMA DI WELFARE VENEZIANO
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ORIENTAMENTI PER IL SISTEMA DI WELFARE VENEZIANO A cura del Comitato di Direzione allargato ai Responsabili dei Servizi Sociali di Municipalità e del Servizio Problemi del Lavoro maggio 2016
Indice Premessa.......................................................................................................................................... 2 Politiche di welfare: verso una società più inclusiva......................................................2 Strategia europea per la crescita: Europa 2020......................................................................2 Unione Europea e immigrazione...................................................................................................3 Il sistema del Welfare comunale: sfide e logiche di sviluppo futuro...............................4 Fenomeni e problematiche sociali nel territorio veneziano.......................................7 1. Precarietà e impoverimento: i molteplici volti della povertà.......................................7 2. Fragilità dei cittadini..................................................................................................................... 8 3. Immigrazione e integrazione sociale......................................................................................9 4. Emergenza sociale e cronicità...................................................................................................9 5. Sicurezza e degrado.....................................................................................................................10 Linee guida e orientamenti per il sistema dei servizi sociali...................................11 Gli effetti sui servizi sociali del Comune di Venezia............................................................11 Obiettivi della riorganizzazione del Welfare del Comune di Venezia..........................12 Le funzioni strategiche................................................................................................................... 14 Le condizioni per costruire un sistema dei servizi sociali...............................................16
Premessa Su indicazione dell'Assessore alla Coesione Sociale si è costituito un gruppo di lavoro composto da Direttore, Dirigente e funzionari della Direzione Politiche Sociali, Partecipative e dell'Accoglienza, dai funzionari dei Servizi Sociali delle Municipalità o facenti funzione, e del Servizio Problemi del Lavoro al fine di elaborare un documento che indichi gli orientamenti sui quali realizzare una profonda riorganizzazione dei servizi sociali all'interno del sistema di welfare veneziano. Il gruppo di lavoro si è confrontato sui fenomeni e le problematiche sociali rilevate nel lavoro quotidiano con i cittadini, evidenziando punti di forza, elementi di contesto e possibili orientamenti e spunti di lavoro. La prima parte del lavoro, propedeutica alla costruzione di questo documento, è stata dedicata all'analisi del programma di mandato dell'Amministrazione e delle funzioni istituzionali dei Servizi. Il documento presenta le linee di sviluppo delle politiche di welfare dell'UE, una breve descrizione dei fenomeni e delle problematiche sociali che oggi i Servizi devono affrontare e indica alcune linee guida e orientamenti utili per avviare una profonda riorganizzazione del sistema di welfare comunale. La descrizione più ampia dei fenomeni che attraversano oggi le nostre comunità si trova nell'allegato “Schede di approfondimento su fenomeni e problematiche sociali”. Politiche di welfare: verso una società più inclusiva Strategia europea per la crescita: Europa 2020 La “strategia Europa 2020 per una crescita intelligente, sostenibile ed inclusiva” mira a rilanciare l'economia dell'UE puntando su cinque ambiziosi obiettivi riguardanti l'occupazione, l'innovazione, l'istruzione, la riduzione della povertà e i cambiamenti climatici/l'energia. In un mondo che cambia l'UE si propone di diventare un'economia intelligente, sostenibile ed inclusiva, ossia focalizzata sulla creazione di posti di lavoro e la riduzione della povertà al fine di favorire la coesione economica, sociale e territoriale: "crescita inclusiva significa rafforzare la partecipazione delle persone mediante livelli di occupazione elevati, investire nelle competenze, combattere la povertà e modernizzare i mercati del lavoro, i metodi di formazione e i sistemi di protezione sociale per aiutare i cittadini a prepararsi ai cambiamenti e a gestirli e costruire una società coesa” 1. La piattaforma europea contro la povertà e l'esclusione sociale è una delle sette iniziative faro della Strategia Europa 2020, costituisce la base di un impegno comune da parte degli Stati membri, delle istituzioni dell'Ue e dei principali soggetti interessati a combattere la povertà e l'esclusione sociale e fornisce un quadro d'azione dinamico. L'obiettivo generale è di garantire che i benefici della crescita e i posti di lavoro siano equamente distribuiti nell'Ue e che le persone vittime di povertà ed esclusione sociale 1 EUROPA 2020 Una strategia per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva, Commissione Europea, 2010. 2
possano vivere in condizioni dignitose e partecipare attivamente alla società. In Europa, anche per effetto della crisi economica, si registra una continua crescita della povertà e dell'esclusione sociale. Le cause sono legate alla difficoltà di accesso al mercato del lavoro degli individui in situazione di specifica fragilità sociale, giovani e donne, alla perdita delle competenze e delle abilità minime richieste, personali e professionali, al progressivo abbandono da parte delle persone dei percorsi di ingresso nel mercato del lavoro. I Regolamenti sui Fondi Strutturali e di Investimento Europei 2014-2020 prevedono che il 20% delle risorse del Fondo Sociale Europeo venga destinato alla lotta contro la povertà e l'emarginazione. Nell'ambito della crescita inclusiva Un'agenda per nuove competenze e nuovi posti di lavoro è un'altra iniziativa faro della Strategia Europa 2020 che mira a modernizzare i mercati occupazionali agevolando la mobilità della manodopera e l'acquisizione di competenze lungo tutto l'arco della vita al fine di aumentare la partecipazione al mercato del lavoro e di conciliare meglio l'offerta e la domanda di manodopera. Infine, la Strategia Europa 2020 prevede tra gli obiettivi prioritari dell'UE l'aumento del tasso di occupazione di donne e uomini tra i 20 e i 64 anni, che deve raggiungere almeno il 75%, e la diminuzione del tasso di abbandono scolastico sotto il 10%. Rispetto al sistema di protezione sociale si rileva che “i provvedimenti di austerità hanno ridotto la spesa in protezione sociale e in servizi pubblici, mettendo a repentaglio la capacità degli enti locali di fornire servizi essenziali ai loro cittadini e aggravando squilibri regionali nella disponibilità e nell'accesso a servizi di qualità. Una significativa riduzione dei fondi nazionali dedicati alle politiche sociali ha compromesso i sistemi di welfare locali”2. Una forte criticità è la frammentazione delle risorse a disposizione: “Le risorse non sono sufficienti e non sono armonizzate. I benefici sono sostanzialmente sotto le soglie di povertà e sono insufficienti a soddisfare le specifiche esigenze delle fasce più deboli, mentre manca un sistema coerente in grado di fornire sostegno al reddito delle persone e delle famiglie a rischio povertà”3. Unione Europea e immigrazione Quando si parla di povertà ed esclusione sociale, non si può non considerare le persone immigrate. Nella strategia "Europa 2020" la migrazione dei lavoratori è citata tra le questioni cruciali. La questione delle migrazioni, pur essendo formalmente di competenza degli stati membri, risponde sempre di più a politiche e misure stabilite dalla Commissione Europea per l'armonizzazione delle misure di integrazione e la necessità inderogabile 2 Valutazione dell'attuazione della Raccomandazione della Commissione Europea sull'inclusione attiva, uno studio sulle politiche nazionali - Italia, Unione Europea 2013. 3 Ibidem 3
di avere politiche comuni per affrontare i prossimi arrivi di massa, come avvenuto dal 2011 al 2016. Per assistere gli Stati membri nella gestione efficiente dell’immigrazione, l’UE offre finanziamenti per l’integrazione degli immigrati extra-UE e per il rimpatrio di quelli irregolari: 3,137 miliardi di euro mediante il Fondo «Asilo, migrazione e integrazione» (AMIF) a favore delle iniziative degli Stati membri per promuovere la gestione efficiente dei flussi migratori e l’attuazione, il rafforzamento e lo sviluppo di un approccio comune all’immigrazione a livello dell’Unione. Il Fondo punta a conseguire quattro obiettivi: a) sostenere la migrazione legale negli Stati membri dell’UE in linea con le esigenze del mercato del lavoro e promuovere l’integrazione efficiente dei cittadini extra-UE; b) sviluppare strategie di rimpatrio eque ed efficaci per combattere l’immigrazione clandestina; c) rafforzare l’impatto della migrazione e della mobilità sullo sviluppo; d) promuovere la tutela internazionale e migliorare la dimensione esterna dell’asilo. Nel quadro nazionale Venezia ha un ruolo specifico nelle rotte dei migranti: città di porto ed aeroporto, città di snodo delle vie di terra, rappresenta un polo di migrazione e di passaggio specialmente di target specifici (richiedenti asilo, minori non accompagnati). Negli ultimi anni il numero di immigrati residenti ha raggiunto il 13%. Pertanto ancora di più il tema della migrazione assume un posto di rilievo nell'agenda delle politiche sociali del territorio locale. Il sistema del welfare comunale: sfide e logiche di sviluppo futuro “Creare le condizioni affinché i diritti di cittadinanza siano rispettati è la premessa per lo sviluppo economico, sociale e culturale: il welfare sociale e socio-sanitario fa parte delle condizioni di contesto necessarie per lo sviluppo. Il benessere individuale e collettivo è tra i determinanti fondamentali della produttività, creatività e imprenditorialità di una comunità. Il capitale sociale, oggetto privilegiato di lavoro delle politiche sociali, è ritenuto, dal pensiero economico attuale, uno degli elementi che, più di altri, è in grado di spiegare il tasso di sviluppo economico, socio-economico e culturale di una comunità” 4. Negli anni '90 il sistema di welfare comunale veneziano ha conosciuto una fase di sviluppo e di forte innovazione sociale tale da rappresentare per molti aspetti un elemento di riferimento nazionale: si pensi ad esempio alle progettualità di prevenzione rivolte a bambini e ragazzi, agli interventi relativi all’emergenza profughi della ex-Jugoslavia con il superamento dei due grandi campi presenti nel territorio comunale, agli interventi di comunità, al rapporto con il volontariato, agli interventi volti all’inclusione delle persone disabili e alla tutela degli anziani, allo sviluppo di una rete di servizi educativi innovativi. Le forti trasformazioni sociali, economiche e demografiche che hanno attraversato il nostro paese, e quindi anche Venezia, impongono oggi una radicale trasformazione del sistema di welfare cittadino (in primis di quello comunale) per rispondere in maniera 4 Giovanni Fosti, Rilanciare il welfare locale, 2013. 4
adeguata ai bisogni dei cittadini. La sfida è quella di costruire un modello di welfare adeguato non solo all’oggi ma ai prossimi anni: è la sfida della sostenibilità dei servizi in relazione alla riduzione delle risorse e all’aumento della domanda di aiuto. Evidenziamo a titolo di esempio due delle principali trasformazioni socio demografiche che oggi ci investono pesantemente: la società sempre più multietnica, che richiede la costruzione di un sistema di servizi adeguato, e il progressivo invecchiamento della popolazione, che porta con sé un forte aumento di domanda di assistenza e tutela delle persone anziane. In ambito istituzionale l’elemento di forte cambiamento è dato dalla costituzione della Città Metropolitana di Venezia, elemento che rappresenta una grande opportunità per l’aggregazione dei sistemi di welfare locali comunali, che riduce la frammentazione delle risorse e permette di attuare politiche sovracomunali in ambito sociale. È in questa direzione che va la scelta di gestire in forma associata le funzioni sociali fatta dalle quattro amministrazioni comunali afferenti alla Conferenza dei Sindaci dell’ ULSS 12 Veneziana. L'attuale sistema del welfare comunale è caratterizzato da alcune criticità: una crescente domanda, relativa a bisogni sempre più gravi e complessi, che si accompagna ad una riduzione drammatica delle risorse pubbliche. La crisi economica che genera disoccupazione, insicurezza e povertà ha posto sotto assedio i servizi sociali, aumentando il senso di impotenza degli operatori ed evidenziando sempre di più gli attuali limiti di un welfare inteso come “il luogo delle risposte”; il mancato aggiornamento rispetto agli attuali scenari economici e sociali, che comporta la necessità sia di definire i criteri di priorità per organizzare i servizi e le loro funzioni obbligatorie e/o facoltative, sia di ridisegnare un sistema del Welfare in base ai cambiamenti sociali avvenuti; la frammentazione del sistema di governance dell'Amministrazione, dell'organizzazione dei Servizi, delle risorse del territorio sia finanziarie che umane; sotto il profilo organizzativo la frammentazione dell'organizzazione del welfare municipale in più direzioni e servizi aumenta i rischi di inefficienza e inefficacia degli interventi erogati5 e produce una molteplicità di punti di accesso che rende difficile per i cittadini trovare risposta ai propri bisogni; scarsi e limitati meccanismi di integrazione tra servizi dovuti soprattutto all'assenza di un sistema informatico delle prestazioni sociali; la complessità di attivare un patto sociale con i cittadini a causa della difficoltà di accesso da parte loro alle risorse del territorio (ad es. opportunità lavorative ma 5 Si rileva, infatti, la mancanza di una condivisione delle linee strategiche che permetta sia di coordinare e attuare interventi efficaci sul territorio, sia di utilizzare al meglio le risorse economiche e professionali disponibili 5
anche servizi di supporto) che consentano all'utente di portare avanti gli impegni assunti; la prevalenza della gestione diretta (o tramite affidamenti) dei servizi, che ha limitato il rapporto con il terzo settore (privato sociale, volontariato e cittadinanza attiva) ad una logica “esecutiva” e non di piena partnership. Si è così rinunciato alla gestione di una governance estesa ed allargata attraverso il coinvolgimento di attori pubblici, istituzionali e non istituzionali e privati operanti ai diversi livelli territoriali. Le logiche di sviluppo delle politiche sociali dovrebbero essere: avvicinare i servizi ai cittadini, creando punti di accesso unitari e integrati, ma diffusi nel territorio, che rispondano alla molteplicità di problematiche afferenti al sistema ampio di welfare (servizi sociali, politiche educative, giovanili, abitative e del lavoro); assicurare un livello di intervento mirato e/o specialistico anche attraverso la costruzione di progetti personalizzati di presa in carico che prevedano la compartecipazione di più servizi e un approccio multidisciplinare, laddove la domanda accolta evidenzi una multiproblematicità; promuovere le condizioni di benessere dei cittadini e la prevenzione delle condizioni di disagio, con l'obiettivo di intercettare precocemente il problema prima che diventi emergenza; superare ulteriormente l'intervento puramente assistenziale rinforzando la logica del patto con il cittadino al fine di valorizzare la restituzione sociale dei contributi economici erogati; promuovere un patto con la città che faccia della partecipazione un carattere distintivo, superando logiche gerarchiche in favore di una logica di rete, che riconosce al cittadino e ai diversi attori collettivi (comitati, associazioni, cooperative sociali, IPAB, altri Enti) un ruolo attivo nella costruzione del benessere della città solidale; sviluppare la governance del sistema dei servizi nella logica della co-progettazione e del co-finanziamento degli interventi tra pubblico e privato; sperimentare forme innovative di intervento sociale, potenziando ad esempio il lavoro con i gruppi di cittadini e con le comunità; sviluppare strategie di comunicazione (mirate) rivolte ai cittadini anche mediante l'utilizzo delle nuove tecnologie e potenziare sistemi informativi che garantiscano al cittadino l'accessibilità alle informazioni che lo riguardano nella logica delle smart city; prevedere possibili nuove forme di gestione dei servizi, che favoriscano la ricomposizione delle risorse territoriali, aprendo anche a future possibilità di integrazione, in un eventuale nuovo soggetto, di altre risorse pubbliche (es IPAB) e delle eccellenze del Privato Sociale. 6
Fenomeni e problematiche sociali nel territorio veneziano I fenomeni evidenziati riguardano nello specifico cinque ambiti tematici: 1. precarietà e impoverimento, intesi non solo in un'accezione economica, ma anche culturale, familiare e sociale; 2. fragilità dei cittadini; 3. immigrazione e integrazione sociale; 4. emergenza sociale e cronicità; 5. sicurezza e degrado. Nell'analisi dei fenomeni assume un'importanza cruciale la questione dell'integrazione tra servizi del territorio (socio-sanitaria, tra enti competenti, tra servizi del sistema di welfare) ma anche del patto con la città, in una logica di valorizzazione e coinvolgimento attivo del terzo settore (volontariato, associazionismo, cooperazione sociale) e dei cittadini nella costruzione di una città solidale e nella cura del bene comune. 1. Precarietà e impoverimento: i molteplici volti della povertà6 In questi anni i servizi sociali hanno rilevato un aumento delle richieste dirette e indirette da parte dei cittadini più fragili, che non sono soltanto di tipo economico, ma anche di aiuto e sostegno ad ampio raggio: aiuto nelle competenze genitoriali, supporto nelle situazioni conflittuali di coppia, sostegno nell'affrontare la solitudine. La crisi economica, la disoccupazione, la precarizzazione delle situazioni di lavoro, lo sfaldamento dei legami familiari e la disgregazione del tessuto sociale hanno esposto un numero maggiore di persone ad una condizione di precarietà e povertà non solo economica, ma anche sociale ed educativa. Impoverimento economico. Nell'ultimo periodo l'Italia ha registrato uno degli aumenti più elevati dei tassi di povertà e di esclusione sociale nell'Unione, con ripercussioni soprattutto sui minori. Nonostante si registri un'inversione di tendenza degli indici complessivi del mercato del lavoro, restano alti i tassi della disoccupazione di lunga durata che, come segnala il Consiglio dell'Unione Europea, è l'elemento che più contribuisce all'incremento della povertà e dell'esclusione sociale, in quanto più le persone restano fuori dal mercato del lavoro tanto più è difficile rientrarvi, in conseguenza dell'impoverimento delle proprie competenze. L'occupazione femminile, sebbene in crescita, rimane tra le più basse dell'Unione. La disoccupazione giovanile, inoltre, ha quasi raggiunto il 43 % nel terzo trimestre del 2014, e la percentuale di giovani tra i 15 e i 24 anni che non lavorano né sono impegnati in corsi di studio o di formazione è la più elevata dell'Unione. Inoltre, avere un lavoro non sempre è una garanzia contro la povertà: basse retribuzioni, scarse qualifiche, lavoro precario e contratti di lavoro a tempo parziale sono le cause alla base del fenomeno dei "lavoratori poveri". 6 Per approfondimenti si veda la scheda 1 “famiglie e persone tra precarietà e impoverimento” allegata. 7
Fragilità educativa. I cambiamenti troppo veloci e continui dovuti, per esempio, al rapido e costante rinnovamento delle tecnologie, all'arrivo sempre più massiccio di persone di svariate culture, ai cambiamenti degli stili di vita personali e familiari, rendono ciò che accade e si vive quotidianamente di difficile interpretazione agli adulti che dovrebbero “guidare la crescita dei più piccoli”, dinanzi ad una realtà che necessita di sempre nuove e aggiornate competenze. Si evidenzia, inoltre, la difficoltà delle istituzioni scolastiche e delle famiglie nell'affrontare i problemi specifici che manifestano bambini e ragazzi durante la crescita, anche a causa della scarsa fiducia reciproca che ostacola lo sviluppo di un'alleanza educativa. Precarietà familiare. Le trasformazioni sociali che negli ultimi cinquant'anni hanno attraversato la società occidentale hanno decretato la fine della famiglia patriarcale e il trionfo della famiglia mononucleare, ma la recente crisi economica e valoriale ha portato anche al venir meno della possibilità della famiglia allargata di fungere da ammortizzatore sociale e da supporto nelle funzioni di cura dei piccoli e degli anziani. Inoltre l'incremento delle separazioni conflittuali e il fenomeno dei ricongiungimenti familiari tra adulti immigrati e coniugi e/o figli che arrivano in città in un secondo momento, insieme alla fragilità economica e alla mobilità abitativa dei cittadini che contribuisce a rendere difficile il crearsi di reti di vicinato stabili, producono un'impennata della precarietà dei contesti familiari e un sempre più diffuso sfaldamento di quei legami che un tempo costituivano la “rete di salvataggio” delle persone nei momenti di criticità personale e familiare. Vulnerabilità sociale. La vulnerabilità sociale si manifesta nel momento in cui la persona o la famiglia non ha o non è in grado di utilizzare le risorse necessarie per far fronte ai cambiamenti della vita. Spesso la vulnerabilità sociale si correla alla disgregazione del tessuto sociale, di cui è talvolta causa e talvolta conseguenza, che può portare alla solitudine, all'acutizzazione dei problemi, alla percezione di insicurezza. 2. Fragilità dei cittadini7 Con il termine fragilità si intende una coesistenza di fattori che rendono l'individuo più vulnerabile agli eventi della vita e maggiormente esposto al rischio di isolamento e/o emarginazione sociale. La fragilità non è solo un concetto clinico, ma ha a che fare con l'ambito psicosociale e con la debolezza delle reti di riferimento. Tale condizione riguarda soprattutto le persone adulte, anziane o disabili che, in conseguenza a vicissitudini della loro vita o a causa di ridotte capacità e abilità dovute all'età o alla disabilità, sono particolarmente esposte al rischio di esclusione sociale: la fragilità modula la qualità e la durata della vita. 7 Per approfondimenti si veda la scheda 2 “fragilità dei cittadini” allegata. 8
Negli ultimi anni si è riscontrato un aumento di persone adulte e nuclei familiari “fragili” che si rivolgono ai servizi sociali territoriali, che non hanno una storia di assistenza o che non versano in condizione di povertà assoluta: sono persone in età lavorativa, deluse o stanche dalla ricerca di lavoro, con poche aspettative e/o incapaci di fare progetti e attivarsi in maniera autonoma rispetto alla propria vita. Fragilità si accompagna spesso a disabilità, al rischio di perdita dell'autosufficienza e riguarda persone disabili e anziane con stato di salute fisico psichico funzionale instabile, complicato da situazioni ambientali (materiali e sociali) ad elevato rischio di evoluzione, destinati ad incidere pesantemente sulla qualità della vita. L'invecchiamento della popolazione italiana è uno dei più grandi fenomeni socio- demografici dei nostri tempi, con importanti implicazioni in ambito sociale, culturale ed economico. Tale invecchiamento riguarda ovviamente anche le persone con disabilità e le loro famiglie, con conseguente diminuzione della capacità di cura. 3. Immigrazione e integrazione sociale8 L’immigrazione è stato uno dei fenomeni cruciali nello sviluppo sociale, demografico, culturale ed economico della città storica e della città di terraferma. Negli ultimi anni il numero delle persone arrivate con la migrazione ha raggiunto il 13% dei residenti, con zone della città dove la percentuale sale al 20-25%. Il territorio veneziano ha risentito di questo incremento anche per i tempi rapidi in cui è avvenuto, rispetto ad una maggiore gradualità di altre città venete. Non è solo il numero delle persone a caratterizzare il fenomeno, ma anche la modalità di arrivo, le caratteristiche culturali, le specifiche nicchie economiche occupate e gli aspetti di impatto che questi movimenti hanno avuto su tutta la vita della città, e nello specifico sulle istituzioni e sui servizi. Dagli inizi del 2000 il movimento migratorio prevalente è stato di lavoratori e famiglie ricongiunte, ma negli ultimi anni, con la crisi e la chiusura dei flussi di ingresso per lavoro, gli arrivi si sono concentrati sulle famiglie (ricongiungimenti) e sulle migrazioni forzate o simili (come i minori non accompagnati), che dal 2011 al 2016 costituiscono uno dei fenomeni nuovi a livello nazionale. 4. Emergenza sociale e cronicità Negli ultimi anni i servizi hanno rilevato un numero sempre maggiore di persone che si trovano in situazione di emergenza, ovvero che hanno la necessità di trovare risposta in tempi brevi alla propria richiesta di aiuto. La platea delle categorie sociali coinvolte è sempre più ampia, ne fanno parte ormai famiglie monoparentali, genitori single (separati o divorziati), giovani coppie, anziani soli, tutti i soggetti che vivono le diverse forme di precarietà lavorativa (come gli over 50) e gli esodati. 8 Per approfondimenti si veda la scheda 3 “immigrazione e integrazione sociale” allegata. 9
Le ricadute più rimarchevoli riguardano i soggetti già in condizioni di vulnerabilità e marginalità sociale: in questi casi l'inadeguatezza del reddito e la riduzione della capacità di autonomia inducono facilmente a situazioni di morosità e a gravi problematiche abitative. Il bisogno espresso può essere in primo luogo economico, con il conseguente problema abitativo, alimentare, sanitario ed educativo (in presenza di figli): aspetti di emergenza che riguardano anche e soprattutto i minori stranieri, in fase di ricongiungimento familiare con genitori che, già presenti e residenti nel territorio, sono in difficoltà nell'accompagnare l'integrazione sociale dei figli. 5. Sicurezza e degrado.9 Sicurezza e degrado spesso vengono associati, ma in realtà si tratta di fattori che riguardano ambiti non sempre sovrapponibili, anche se entrambi concorrono, assieme a molti altri, a formare la qualità della vita di una città. Venezia, per quanto riguarda la sicurezza, in alcuni parametri si trova in posizioni simili, o non particolarmente discostanti, dagli altri capoluoghi di provincia del Veneto, mentre in altri si avvicina, pur non raggiungendole mai, a città metropolitane di dimensioni non molto più ampie. Il divario positivo con le città più popolose resta, invece, notevole. Elementi di degrado come la prostituzione di strada, l'accattonaggio o la presenza di persone senza dimora, non differiscono dal punto di vista quantitativo, dalle altre città del Veneto. L'aumento della percezione di insicurezza dovuto alla compresenza di situazioni di microcriminalità e di marginalità, spesso ampliata dai media, porta inevitabilmente ad una diminuzione della frequentazione di una serie di spazi comuni. All'interno del territorio veneziano il non utilizzo o il vero e proprio abbandono di alcuni luoghi della città, dovuto anche alla mancanza di risorse pubbliche e private da investire, talvolta trasforma tali siti in una sorta di sostegno logistico sia per alcune persone in stato di grave marginalità sia per soggetti dediti ad attività illegali. 9 Per approfondimenti si veda la scheda 5 “sicurezza sociale e ordinata convivenza civile” allegata. 10
Linee guida e orientamenti per il sistema dei Servizi sociali “Di fronte all'aumento delle richieste di aiuto oggi non basta chiedere agli operatori di “fare di più”. Occorre mettere in discussione la delega esclusiva e onnipotente che la società ha consegnato loro… I servizi non possono fronteggiare da soli il disagio, è la sua complessità che oggi chiede che ci si metta tra più attori a sostenerne il carico…è importante che i servizi lavorino anche con la società, ossia cerchino di costruire delle interlocuzioni, delle connessioni, dei ponti…. per cercare di allargare la responsabilità sociale sui problemi” 10. Gli effetti sui Servizi sociali del Comune di Venezia Complessità delle richieste di aiuto. L'aumento del disagio della persona si traduce, se consapevole, in richieste ai servizi sia di tipo economico sia di presa in carico più complessiva sul piano sociale ed assistenziale. Una parte significativa di queste persone spesso è portatrice di una molteplicità di bisogni, ai quali i servizi devono imparare a rispondere attraverso interventi multidimensionali e multiprofessionali. In alcuni casi, infatti, il singolo servizio non ha gli strumenti per soddisfare l'insieme di richieste espresse (casa, lavoro, reddito dignitoso). Laddove il disagio non è consapevole, le persone a volte manifestano il proprio malessere con comportamenti aggressivi o eclatanti. Una sorta di richiesta di aiuto “urlata” e quindi pericolosa per sé e per gli altri (ad esempio si sono registrati episodi di violenza nei confronti del personale dei servizi, come anche occupazioni abusive da parte soprattutto di nuclei con figli). Delega totale ai servizi e rischio di assistenzialismo a vita. Per alcune situazioni le richieste ai servizi diventano vera e propria delega con relativo aumento degli oneri economici e rischio di assistenzialismo “a vita”. In questi casi la proposta di avviare progetti individualizzati di autonomia personale a persone beneficiarie di contributi economici, anche attraverso lo strumento del “patto sociale”, può essere rifiutata o accettata malvolentieri proprio a causa dell'incapacità di tenuta anche su piccoli progetti di autonomia (ricerca di un lavoro, cura della persona, piccole migliorie per l'abitazione). Il peggioramento delle condizioni delle persone già conosciute dai servizi comporta di fatto una presa in carico prorogata nel tempo dei nuclei familiari: l'utenza manifesta un bisogno emotivo e relazionale di restare agganciata ai servizi anche nella delega di competenze che debbono venir quotidianamente esercitate, come per esempio le competenze genitoriali, in assenza delle quali le persone più deboli (minori, anziani, disabili) perdono i punti di riferimento con serio rischio di implosione/esplosione. 10 Franca Olivetti Manoukian, Servizi sotto assedio in Animazione Sociale, 2004 11
La rarefazione delle reti familiari e sociali, inoltre, rappresenta ogni giorno di più una condizione di rischio di fragilità e di isolamento. Ad esempio, il momento della dimissione ospedaliera della persona fragile o non autosufficiente, anche nei casi in cui i servizi garantiscono un supporto assistenziale, diventa sempre più difficile da gestire se la rete parentale non è in grado di provvedere (direttamente o appoggiandosi a personale privato) rischiando di rendere inefficace anche l'intervento dei servizi. Incidenza di famiglie immigrate in situazione di povertà. A questi effetti sui servizi se ne aggiungono altri che sono connessi al tema dell’immigrazione come ad esempio: l’aumento di segnalazioni di minori da tutelare a seguito di conflitti intra familiari generati dalla presenza di modelli culturali, familiari e valoriali in transizione; l’aumento di minori stranieri, soprattutto se arrivati in città attraverso ricongiungimenti familiari in età adolescenziale, vittime (o attori) di fenomeni di bullismo, di discriminazione, di conflitto tra pari o con adulti; il verificarsi di episodi di conflitti nei condomini e quindi la richiesta di mediazione e di azioni di promozione della convivenza; lo specifico impatto dei centri di accoglienza per profughi sul territorio cittadino (criticità nell'individuazione, nella gestione e nell'inclusione delle persone in uscita); i riflessi dei fenomeni migratori sulle dinamiche sociali (es. dispersione scolastica dovuta ad una accentuata mobilità delle famiglie, “riseparazioni familiari” a causa della crisi, incremento dei rimpatri volontari). Di fronte all'aumento delle richieste di aiuto e alla loro complessità il sistema dei servizi sociali ha la necessità di attrezzarsi per rispondere meglio ai bisogni nuovi e sempre più complessi dei cittadini; allo stesso tempo dev'essere potenziato il lavoro di rete con altri attori del territorio (enti competenti, associazioni, cittadini) nella costruzione delle condizioni di benessere di una città solidale. Obiettivi della riorganizzazione del Welfare del Comune di Venezia Ciò premesso la riorganizzazione del welfare veneziano va attuata perseguendo i seguenti obiettivi: • facilitare l'accesso al sistema dei servizi da parte dei cittadini. Si propone di prevedere porte di accesso unitarie, ma diffuse nei territori, al fine di attivare interventi mirati e specifici per i singoli bisogni delle persone, e di promuovere parallelamente strategie che favoriscano l'avvicinamento dei servizi ai cittadini sia per l'intercettazione precoce dei segnali di disagio sia per accompagnarli nella formulazione della richiesta di aiuto; predisporre un accesso unitario che differenzi la fase di accoglienza e analisi della 12
domanda da quella dell'intervento, permettendo così anche la rilevazione di nuovi bisogni che oggi rischiano di non trovare ascolto e/o accoglienza da nessuno dei servizi attuali; consolidare la presa in carico multiprofessionale e la metodologia del case manager11; potenziare ulteriormente gli interventi basati sul patto con il cittadino nella definizione di un progetto di intervento condiviso che prevede l'attivazione della persona e del nucleo familiare; ottimizzare le risorse finanziarie a disposizione dell'Amministrazione Comunale tramite le possibili economie di scala e sviluppare strategie, a livello locale, che ricompongano le risorse finanziarie del territorio: si tratta di integrare le risorse pubbliche, del terzo settore, del settore privato con quelle che sono nella disponibilità diretta delle famiglie; potenziare i servizi amministrativi per meglio garantire efficienza, economicità ed equità nell'uso delle risorse assegnate alla Direzione. Chiaramente l'assegnazione di nuove funzioni tecniche deve essere accompagnata da una adeguata dotazione organica sia di personale tecnico che amministrativo. La ricerca di fonti di finanziamento esterne da parte dei servizi comporta un maggiore investimento di personale a causa delle sempre più complesse procedure di rendicontazione finanziaria dei contributi regionali, nazionali e comunitari; valorizzare le risorse umane presenti nei servizi (sia tecnici che amministrativi) e la pluralità delle competenze professionali, potenziando le azioni che sostengono il sistema motivazionale, la soddisfazione nel lavoro e l'interesse, in sintonia con i processi di cambiamento. Per orientare sempre di più la rete dei servizi nei confronti del cittadino e quindi introdurre nel sistema di welfare veneziano forti elementi di innovazione rispetto al modello attualmente in atto, è necessario essere consapevoli che: non si tratta di attuare un restyling del sistema esistente; non si tratta di collocare dentro una Direzione parti del sistema dei servizi attualmente inserite in una molteplicità di Direzioni; si tratta, invece, di ridisegnare totalmente il sistema dei servizi alla luce degli obiettivi sopra descritti. Sei sono gli elementi strategici a garanzia che la riorganizzazione si attui in maniera veloce, efficiente e riducendo al minimo le criticità: 11 Il case manager è chi si fa carico del percorso individuale di cura della persona in difficoltà del suo nucleo di appartenenza, divenendo responsabile dell'effettiva continuità del percorso stesso. Il case manager opera, infatti, per soddisfare tutte le esigenze del soggetto, intervenendo nei rapporti che egli ha con la famiglia, i vicini, le istituzioni ed anche il personale stesso dell'Ente e in tal modo egli è come se monitorasse il percorso dell'utente diventando garante dei suoi servizi e facilitando la comunicazione del cittadino e il personale sanitario o pubblico). 13
1. una adeguata dotazione di risorse finanziarie e umane: sarebbe un grave errore pensare di accentrare alcune funzioni oggi decentrate unicamente per “risparmiare”; obiettivo della riorganizzazione deve essere l'ottimizzazione nell'uso delle risorse finanziarie, non la riduzione delle stesse12; 2. una distribuzione territoriale delle porte di accesso al sistema complessivo di welfare che garantisca al cittadino di accedervi il più facilmente possibile rispetto ai suoi contesti quotidiani di vita, e quindi concepita secondo criteri di accessibilità rispetto al sistema trasporti, alle caratteristiche della popolazione servita e degli utenti in carico ai servizi, il tutto andando a superare la segmentazione delle porte di accesso per singolo servizio; 3. la costituzione di un settore amministrativo unico per l’insieme dei servizi del welfare comunale che permetta l’integrazione delle risorse, delle competenze e delle funzioni, ottimizzandone così l’efficienza complessiva; 4. lo sviluppo di un sistema informativo del welfare che permetta la rilevazione delle domande ed il monitoraggio delle risorse erogate a favore dei cittadini, nella logica delle smart city che quindi sappia dialogare con i cittadini medesimi; 5. un investimento nella formazione degli operatori che permetta loro di agire in modo efficace ed efficiente sia nei confronti dei cittadini che nei confronti dei colleghi degli altri servizi; 6. l'implementazione progressiva della nuova organizzazione nella logica di sperimentare le innovazione introdotte, possibilmente prevedendo un'attività di accompagnamento da parte di un soggetto esterno all'amministrazione sia nella fase di progettazione operativa che nella fase di sperimentazione. Se questi elementi strategici saranno garantiti, la riorganizzazione prospettata sarà anche l'occasione per coinvolgere gli operatori dei servizi tecnici e amministrativi in un percorso di forte rinnovamento e innovazione del sistema di welfare, affinché sia in grado di adeguarsi ai grandi cambiamenti sociali, demografici ed economici che stanno attraversando la nostra società. Le funzioni strategiche Ricomprendendo nel nuovo disegno strategico le funzioni sociali attualmente svolte dalle Municipalità, dalle Direzioni che si occupano delle problematiche della casa, e dei servizi educativi, del lavoro, delle politiche giovanili e dalla Direzione Politiche Sociali, Partecipative e dell'Accoglienza, si ipotizzano due livelli di azione integrati tra loro. 12 Bisogna superare la criticità rappresentata dal personale a tempo determinato, che incide per un 10% sul totale della dotazione organica attuale, prendendo definitivamente atto che si tratta di risorsa indispensabile per lo svolgimento delle attività quantomeno a parità di servizi che si vogliono garantire. 14
1° livello: accoglienza, informazione e orientamento dell'utenza, segretariato sociale, analisi della domanda, contatto con i servizi di 2° livello per l’avvio dei progetti personalizzati (prese in carico). Questo 1° livello si può attivare attraverso l'articolazione di tre porte di accesso così differenziate: a) accesso ai servizi che si occupano di bisogni di tipo socio-sanitario (anziani non autosufficienti, disabilità grave) riconducibile agli attuali Sportelli Unici Integrati presso i Distretti Socio-Sanitari; b) accesso ai servizi che si occupano di bisogni di tipo sociale (agenzia sociale) per cittadini residenti e stabilmente domiciliati da 0 a 100 anni, quali ad esempio: persone/nuclei familiari in situazione di povertà e/o altra vulnerabilità di tipo economico-lavorativa, con problematiche abitative, con presenza di fragilità educativa nei confronti dei figli, anziani fragili, oltre a raccolta di eventuali segnalazioni da parte dei cittadini di situazioni di difficoltà/disagio, ecc.; c) accesso ai servizi che si occupano di marginalità estrema e in situazione di emergenza (Pronto Intervento Sociale) per persone/nuclei familiari non residenti. E' un Servizio finalizzato a mettere tempestivamente in sicurezza le situazioni di marginalità più urgenti. L’obiettivo è quello di intercettare nei tempi più brevi possibili le richieste di aiuto più gravi, dare una prima risposta che assicuri le necessità vitali alle persone. Le porte di accesso a) e b) prevedono una dislocazione decentrata nel territorio. E' inoltre importante sottolineare che questi primi livelli di accoglienza e orientamento, una volta analizzata la domanda, laddove necessiti l’attivazione di un intervento sociale, hanno il compito di attivare il secondo livello necessario alla costruzione e gestione del progetto personalizzato della persona/nucleo/contesto. 2° livello: progetti di promozione del benessere, prevenzione del disagio e presa in carico per la persona, il nucleo familiare o il contesto di vita e il lavoro con la comunità I progetti personalizzati della persona/nucleo familiare/contesto di vita vengono avviati dal servizio che accoglie la problematica prevalente individuata dal punto di accesso di 1° livello. Il 1° livello attiva il servizio competente rispetto al bisogno del cittadino; nel caso di multiproblematicità della situazione, esso attiva tutti i servizi potenzialmente coinvolti, indicando quello che assume la funzione di “case manager”. Gli altri servizi del sistema sono “tenuti” a partecipare, nell'équipe muldimensionale di lavoro che si formerà, alla costruzione e gestione del progetto per quanto di propria competenza. Laddove non sia presente una multiproblematicità, il servizio competente procederà in proprio e/o attivando soggetti esterni al sistema comunale di welfare. La dislocazione territoriale deve essere decentrata in ambiti geografici più vasti delle attuali Municipalità. 15
Funzioni da definire Sarà da definire in modo più articolato e con l’aiuto della consulenza, la collocazione organizzativa delle funzioni di: - promozione della solidarietà e l’attivazione delle risorse territoriali; - modalità di presa in carico delle situazioni non multiproblematiche; - lavoro con la comunità sociale. Le condizioni per costruire un sistema dei servizi sociali Le condizioni necessarie per costruire il sistema di servizi sociali che concorra a sostenere la qualità della vita di un territorio e quindi renderlo competitivo anche dal punto di vista economico nel prossimo futuro sono: affidamento del compito di supportare la progettazione e l'implementazione della nuova organizzazione ad un soggetto terzo; adeguata formazione di tutto il personale, con particolare attenzione ai dipendenti utilizzati nel 1° livello; informatizzazione del sistema, con l'introduzione del “fascicolo elettronico dell'utente” e di procedure di comunicazione digitale tra i due livelli e con il cittadino; adeguata logistica; anagrafe informatizzata delle prestazioni erogate comprendente contributi, esenzioni o agevolazioni e servizi dal sistema comunale (aziende comprese). 16
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