COMUNE DI ALPIGNANO Provincia di Torino
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COMUNE DI ALPIGNANO Provincia di Torino Piano triennale di prevenzione della corruzione e per la trasparenza 2020/2021/2022 (Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell’illegalità nella Pubblica Amministrazione art. 1, commi 8 e 9 della legge 6 novembre 2012 numero 190) Approvato con deliberazione del Commissario Prefettizio n. 9 in data 30.01.2020 1
INDICE SEZIONE I – PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE 1 PNA 2019 2 Nozione di corruzione 3 I soggetti 4 Il Responsabile della Prevenzione della Corruzione e Trasparenza e i suoi compiti 5 Soggetti che concorrono alla prevenzione della corruzione 6 Approvazione del PTPCT 7 Analisi del contesto 8 Mappatura dei processi 9 Gestione del rischio 10 Identificazione del rischio 11 Ponderazione del rischio 12 Misure di prevenzione della corruzione 12.1 Codice di comportamento 12.2 Formazione 12.3 Obblighi di formazione dei Responsabili delle P.O. nei confronti del RPCT 12.4 Monitoraggio dei rapporti tra l'Amministrazione e i soggetti contraenti o interessati a procedimenti 12.5 Rotazione 12.6 Ricorso all'arbitrato 12.7 Incarichi e attività ai dipendenti pubblici 12.8 Divieto di svolgere attività incompatibili a seguito della cessazione del rapporto di lavoro (pantouflage) 12.9 Attribuzione degli incarichi e dell'assegnazione ad uffici 12.10 Adozione di misure per la tutela del whistleblower 12.11 Protocolli di legalità 12.12 Azioni di sensibilizzazione e rapporto con la società civile SEZIONE II – TRASPARENZA 1. Contenuti e finalità 2. Principio della Trasparenza 3. Struttura organizzativa 4. Coordinamento della Sezione Trasparenza con il PTPC 5. Responsabile per la trasparenza 6. Struttura di supporto al RPCT 7. Individuazione e modalità di coinvolgimento dei portatori di interessi diffusi (stakeholder) 8. Caratteristiche delle informazioni 9. Tutela dei dati personali e obblighi di trasparenza 10. Responsabili della trasmissione dei dati 11. Pubblicazione dei dati 12. Referenti per la trasparenza 13. Misure organizzative per garantire la regolarità dei flussi informativi 14. Controlli e monitoraggi 15. Dati ulteriori 16. Sanzioni ALLEGATI A) Schede per la valutazione del rischio B) Valutazione del rischio C) Ponderazione del rischio (capitolo 3 punto 3.3) D) Misure per il trattamento del rischio E) Tabella dei rischi F) Elenco degli obblighi di pubblicazione G) Codice di comportamento (Approvato con deliberazione della Giunta Comunale n. 17/2018 in data 1/02/2018) H) Schede di monitoraggio 2
SEZIONE I – PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE 1. PNA 2019 Con deliberazione n. 1064 del 13/11/2019 (resa nota il 25 novembre e pubblicata sulla G.U. del 7/12/2019) l'Autorità Nazionale Anticorruzione ha approvato in via definitiva - dopo l'approvazione della bozza preliminare e la consultazione pubblica dal 24/7/2019 al 15/9/2019 - il Piano Nazionale Anticorruzione 2019 che espressamente stabilisce il superamento delle indicazioni contenute nelle parti generali dei PNA e degli aggiornamenti adottati negli anni precedenti e costituisce atto di indirizzo per le pubbliche amministrazioni e gli altri soggetti tenuti all'applicazione della normativa in materia di prevenzione della corruzione e trasparenza. Le parti generali dei PNA 2013 e 2016 e dei suoi aggiornamenti confluiscono pertanto nel PNA 2019 che consolida e rivede gli indirizzi espressi, le problematiche e le esperienze maturate in un nuovo atto di indirizzo per l'adozione dei PTPCT per semplificare e agevolare il lavoro degli operatori dei diversi livelli di amministrazione e per responsabilizzare maggiormente le Pubbliche Amministrazioni. Sono invece confermati gli approfondimenti svolti nelle parti speciali del PNA 2016 (che aveva inaugurato la metodologia di affiancare alla parte generale approfondimenti tematici destinati ad amministrazioni e ambiti di materie) e dei suoi aggiornamenti, nonché le delibere e gli atti dell'Autorità che laddove richiamati si intendono parte integrante del PNA. 2. Nozione di corruzione La legge 190/2012, come noto, non contiene una definizione di “corruzione”: l’ANAC, in linea con la nozione accolta a livello internazionale, prende in considerazione un’accezione ampia del concetto di corruzione che comprende la “cattiva amministrazione”, la scarsa qualità e inefficienza dell'azione amministrativa e contesti in cui un soggetto abusi dei poteri conferitigli per ottenere vantaggi privati. La corruzione dunque non è soltanto quella (per la quale sono apprestate misure repressive) contemplata dalle fattispecie di reato - corruttivi e di natura corruttiva – previsti dal Libro Secondo - Titolo II del Codice penale, ma anche quella che si profila in situazioni in cui, a prescindere dalla rilevanza penale, l’amministrazione pubblica si piega a fini privati o sia influenzata dall'esterno e nei cui confronti occorre un'azione preventiva di contrasto e di organizzazione di un contesto sfavorevole alla sua realizzazione. 3. I soggetti L'art. 1 comma 2 bis della legge n. 190/2012 e l'art. 2 bis del D.Lgs. n. 33/2013, nonché le deliberazioni ANAC, individuano le categorie di soggetti pubblici e privati a cui si applicano le disposizioni in materia di prevenzione della corruzione e di trasparenza i cui principali destinatari sono le Pubbliche Amministrazioni che devono nominare i Responsabili per la prevenzione della corruzione e garantire la trasparenza (RPCT), approvare i Piani triennali di prevenzione della corruzione e per la trasparenza, pubblicare e aggiornare la sezione “Amministrazione Trasparente”, garantire l'accesso civico e generalizzato. 3
4. Il Responsabile della Prevenzione della Corruzione e Trasparenza e i suoi compiti L'art. 1 comma 7 della legge 190/2012 stabilisce che, negli enti locali, il Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza sia individuato, di norma, nel Segretario o nel dirigente apicale, salva diversa e motivata determinazione. Il Sindaco è l’organo competente alla nomina del RPCT (ANAC, FAQ anticorruzione n. 3.4) che deve ricadere su persone di condotta integerrima, escludendo i destinatari di provvedimenti giudiziali di condanna o di provvedimenti disciplinari. L'art. 43 del D.Lgs. n. 97/2016 di modifica del D.Lgs. n. 33/2013 ha riunito in un solo soggetto l’incarico di Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza (RPCT), rafforzandone il ruolo attraverso il conferimento di poteri idonei a garantire lo svolgimento dell’incarico con autonomia ed effettività. Cause ostative alla nomina, allo svolgimento e al mantenimento dell'incarico di RPCT, sono tutti i casi di rinvio a giudizio, le condanne in primo grado per i reati di cui all'art. 7 comma 1 D.Lgs. n. 235/2012 1 e le condanne per i reati contro la PA, in particolare quelli richiamati dal D.Lgs. n. 39/2013 che fanno riferimento al Titolo II, Capo I “Dei delitti di pubblici ufficiali contro la PA”. L'ANAC prende in considerazione anche condanne riportate dal RPCT per fattispecie diverse, rispetto alle quali le Amministrazioni possono attivare richiesta di parere per procedere a eventuali provvedimenti di revoca dell'incarico. Il Responsabile per la prevenzione della corruzione e per la trasparenza svolge i compiti seguenti: − elabora e propone all’organo di indirizzo politico, per l’approvazione, il Piano triennale di prevenzione della corruzione (art.1 comma 8 legge 190/2012); − verifica l'efficace attuazione e l’idoneità del piano anticorruzione e propone la modifica dello stesso quando sono accertate significative violazioni delle prescrizioni ovvero quando intervengano mutamenti nell'organizzazione o nell'attività dell'amministrazione (art. 1 comma 10 legge 190/2012); − comunica agli uffici le misure anticorruzione e per la trasparenza adottate (attraverso il PTPCT) e le relative modalità applicative e vigila sull'osservanza del piano (articolo 1 comma 14 legge 190/2012); − definisce le procedure per selezionare e formare i dipendenti destinati ad operare in settori di attività particolarmente esposti alla corruzione (articolo 1 comma 8 legge 190/2012); 1 a) coloro che hanno riportato condanna definitiva per il delitto previsto dall'articolo 416-bis del codice penale o per il delitto di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti o psicotrope di cui all'articolo 74 del Testo Unico approvato con decreto del Presidente della Repubblica 9 ottobre 1990, n. 309, o per un delitto di cui all'articolo 73 del citato Testo Unico, concernente la produzione o il traffico di dette sostanze, o per un delitto concernente la fabbricazione, l'importazione, l'esportazione, la vendita o cessione, nonché, nei casi in cui sia inflitta la pena della reclusione non inferiore ad un anno, il porto, il trasporto e la detenzione di armi, munizioni o materie esplodenti, o per il delitto di favoreggiamento personale o reale commesso in relazione a taluno dei predetti reati; b) coloro che hanno riportato condanne definitive per i delitti, consumati o tentati, previsti dall'articolo 51, commi 3-bis e 3-quater, del codice di procedura penale, diversi da quelli indicati alla lettera a); c) coloro che hanno riportato condanna definitiva per i delitti, consumati o tentati, previsti dagli articoli 314, 316, 316-bis,316-ter, 317, 318, 319, 319-ter, 319-quater, primo comma, 320, 321, 322, 322-bis, 323, 325, 326, 331, secondo comma, 334, 346-bis del codice penale; d) coloro che sono stati condannati con sentenza definitiva alla pena della reclusione complessivamente superiore a sei mesi per uno o più delitti commessi con abuso dei poteri o con violazione dei doveri inerenti ad una pubblica funzione o a un pubblico servizio diversi da quelli indicati alla lettera c); e) coloro che sono stati condannati con sentenza definitiva ad una pena non inferiore a due anni di reclusione per delitto non colposo; f) coloro nei cui confronti il tribunale ha applicato, con provvedimento definitivo, una misura di prevenzione, in quanto indiziati di appartenere ad una delle associazioni di cui all'articolo 4, comma 1, lettera a) e b), del decreto legislativo 6 settembre 2011, n. 159. 4
− individua il personale da inserire nei programmi di formazione della Scuola superiore della pubblica amministrazione, la quale predispone percorsi, anche specifici e settoriali, di formazione dei dipendenti delle Pubbliche Amministrazioni statali sui temi dell'etica e della legalità (articolo 1 comma 10 legge 190/2012); − d'intesa con il dirigente competente, verifica l'effettiva rotazione degli incarichi negli uffici che svolgono attività per le quali è più elevato il rischio di malaffare (articolo 1 comma 10 lettera b) della legge 190/2012), fermo il comma 221 della legge 208/2015 che prevede quanto segue: “(…) non trovano applicazione le disposizioni adottate ai sensi dell'articolo 1 comma 5 della legge 190/2012, ove la dimensione dell'ente risulti incompatibile con la rotazione dell'incarico dirigenziale”; − riferisce sull’attività svolta all’organo di indirizzo, nei casi in cui lo stesso organo di indirizzo politico lo richieda, o qualora sia il Responsabile anticorruzione a ritenerlo opportuno (articolo 1 comma 14 legge 190/2012); − ogni anno, trasmette all'OIV e all’organo di indirizzo una relazione recante i risultati dell’attività svolta, pubblicata nel sito web dell’Amministrazione; − trasmette all’OIV informazioni e documenti quando richiesti dallo stesso organo di controllo (articolo 1 comma 8-bis legge 190/2012); − segnala all'organo di indirizzo e all'OIV le eventuali disfunzioni inerenti all'attuazione delle misure in materia di prevenzione della corruzione e di trasparenza (articolo 1 comma 7 legge 190/2012); − indica agli uffici disciplinari i dipendenti che non hanno attuato correttamente le misure in materia di prevenzione della corruzione e di trasparenza (articolo 1 comma 7 legge 190/2012); − segnala all’ANAC le eventuali misure discriminatorie, dirette o indirette, assunte nei suoi confronti “per motivi collegati, direttamente o indirettamente, allo svolgimento delle sue funzioni” (articolo 1 comma 7 legge 190/2012); − quando richiesto, riferisce all’ANAC in merito allo stato di attuazione delle misure di prevenzione della corruzione e per la trasparenza (PNA 2016, paragrafo 5.3, pagina 23); − quale Responsabile per la trasparenza, svolge un'attività di controllo sull'adempimento degli obblighi di pubblicazione previsti dalla normativa vigente, assicurando la completezza, la chiarezza e l'aggiornamento delle informazioni pubblicate (articolo 43 comma 1 del decreto legislativo 33/2013); − quale Responsabile per la trasparenza, segnala all'organo di indirizzo politico, all'OIV, all'ANAC e, nei casi più gravi, all'ufficio disciplinare i casi di mancato o ritardato adempimento degli obblighi di pubblicazione (articolo 43 commi 1 e 5 del decreto legislativo 33/2013); − al fine di assicurare l’effettivo inserimento dei dati nell’Anagrafe unica delle stazioni appaltanti (AUSA), è tenuto a sollecitare l’individuazione del soggetto preposto all’iscrizione e all’aggiornamento dei dati e a indicarne il nome all’interno del PTPCT (PNA 2016 paragrafo 5.2 pagina 21); − può essere designato quale soggetto preposto all’iscrizione e all’aggiornamento dei dati nell’Anagrafe unica delle stazioni appaltanti (AUSA) (PNA 2016 paragrafo 5.2 pagina 22); − può essere designato quale “gestore” delle segnalazioni di operazioni finanziarie sospette ai sensi del DM 25 settembre 2015 (PNA 2016 paragrafo 5.2 pagina 17). Il legislatore ha assegnato al RPCT il compito di svolgere all’interno di ogni ente “stabilmente un’attività di controllo sull’adempimento da parte dell’amministrazione degli obblighi di pubblicazione previsti dalla normativa vigente, assicurando la completezza, la chiarezza e l’aggiornamento delle informazioni pubblicate nonché segnalando all’organo di 5
indirizzo politico, all’Organismo indipendente di valutazione (OIV), all’Autorità nazionale anticorruzione e, nei casi più gravi, all’ufficio di disciplina i casi di mancato o ritardato adempimento degli obblighi di pubblicazione” (art. 43, comma 1, d.lgs. 33/2013). Le modalità di interlocuzione e di raccordo sono state definite dall’Autorità con il Regolamento del 29 marzo 2017. Il RPCT è il soggetto (insieme al legale rappresentante dell’amministrazione interessata, all’OIV o altro organismo con funzioni analoghe) cui ANAC comunica l’avvio del procedimento con la contestazione delle presunte violazioni degli adempimenti di pubblicazione dell’amministrazione interessata. Tale comunicazione può anche essere preceduta da una richiesta di informazioni e di esibizione di documenti, indirizzata al medesimo RPCT, utile ad ANAC per valutare l’avvio del procedimento. Il Responsabile della prevenzione della corruzione e per la trasparenza del Comune di Alpignano è il Segretario Generale, Ilaria Gavaini, designato con decreto del Sindaco n. 14/2016 pubblicato sul sito istituzionale nella Sezione Amministrazione Trasparente sottosezione Altri contenuti > Prevenzione della corruzione. Il PNA 2019 conferma l'indirizzo (parte IV paragrafo 1 pag. 88) – formulato dall'aggiornamento 2018 al PNA 2016 – di escludere dall'OIV, ovvero dal Nucleo di Valutazione, il RPCT: già dal 2018 il Segretario Generale, RPCT, aveva segnalato all'Amministrazione la necessità di non poter più svolgere la funzione di Presidente del Nucleo di Valutazione, nominato in forma collegiale dal Sindaco con decreto n. 20/2017 in data 29/12/2017; con successivo decreto del Sindaco n. 4/2018 è stato nominato il Nucleo di Valutazione per il triennio 2018/2019/2020 che, nella sua composizione, non prevede più la presenza del Segretario Generale. L'entrata in vigore del Regolamento UE n. 679/2016 ha introdotto la nuova figura del Responsabile della Protezione dei Dati (RPD), individuabile in una professionalità interna o esterna, persona fisica o giuridica: l’ANAC, così come il Garante per la protezione dei dati personali, ritiene che l'RPD non possa coincidere con il RPCT in quanto “la sovrapposizione dei due ruoli [può] rischiare di limitare l’effettività dello svolgimento delle attività riconducibili alle due diverse funzioni, tenuto conto dei numerosi compiti e responsabilità che la normativa attribuisce sia al RPD che al RPCT”. Il Sindaco, con Decreto n. 11 in data 11/07/2018, ha nominato il dott. Stefano Paoli, individuato dal Centro Studi Enti Locali s.r.l. di San Miniato (PI), Responsabile della Protezione dei Dati RDP - DPO Data Protection Officer (sino alla data del 30/06/2020). 5. Soggetti che concorrono alla prevenzione della corruzione Concorrono al sistema di prevenzione della corruzione: 1) i Responsabili di P.O. che per l'area di rispettiva competenza sono tenuti a: a) dare immediata informazione al RPCT della conoscenza di fatti, attività o atti in contrasto con le direttive indicate nel presente Piano; b) applicare i principi del Piano e a vigilare sulla corretta applicazione degli stessi da parte di tutto il personale comunale assegnato alla propria area; c) fornire tempestiva informazione, comunicazione e/o relazione richiesta dal RPCT e necessaria allo stesso per l’espletamento delle proprie funzioni in maniera autonoma ovvero per la trasmissione del dato ad altri soggetti istituzionali; 6
d) adempiere tempestivamente a tutti gli obblighi informativi posti a loro carico dalla legge, dal presente Piano e dal Codice di Comportamento dell'Ente; e) proporre, in qualsiasi momento, azioni o attività correttive, migliorative e integrative ai fini del raggiungimento degli obiettivi del presente Piano e alla più agevole comprensione dello stesso da parte dei personale assegnato alla propria Area e della cittadinanza in generale. Il Responsabile preposto all'iscrizione e all'aggiornamento dei dati dell'Anagrafe Unica delle Stazioni appaltanti (AUSA) è l'arch. Franco Melano, Direttore dell'Area Lavori Pubblici. 2)Il Nucleo di Valutazione che: − partecipa al processo di gestione del rischio e tiene conto dei rischi e delle azioni inerenti la prevenzione della corruzione nello svolgimento dei compiti ad esso attribuiti; − utilizza i risultati inerenti l’attuazione del Piano ai fini della valutazione dei Responsabili di P.O. e del Segretario comunale; − svolge i compiti attribuitigli dall'art. 44 del D.Lgs. n. 33/2013 e smi; − esprime parere obbligatorio sul Codice di Comportamento dell'ente (art. 54 comma 5 del D.Lgs n.165/2001). 3) Tutti i dipendenti comunali che: − partecipano al processo di gestione del rischio; − osservano le misure previste nel PTPC; − segnalano al proprio Responsabile o all'ufficio procedimenti le situazioni di illecito e i casi di personale conflitto di interessi disciplinari. 4) La Giunta comunale che: − definisce gli obiettivi strategici in materia di prevenzione della corruzione; − adotta il PTPC e i suoi aggiornamenti annuali; − propone lo stanziamento di risorse necessarie ad attuare il Piano. 6. Approvazione del PTPCT Il PNA 2019 – che nel sistema di prevenzione della corruzione si pone come strumento strategico a livello nazionale - ribadisce l'obbligo per le amministrazioni pubbliche, dunque a livello decentrato, di adottare entro il 31 gennaio di ogni anno, i piani triennali di prevenzione della corruzione e della trasparenza. I Piani - la cui finalità è quella di individuare misure organizzative di contrasto della corruzione in relazione ai contesti, interno ed esterno, in cui si inseriscono, alla valutazione del rischio corruttivo e al suo trattamento - non devono essere standardizzati e concepiti come adempimento formale. Nel Comune di Alpignano si è consumata, alla fine dello scorso anno, una crisi politica conclusasi con la sospensione del Consiglio Comunale (si è in attesa del decreto di scioglimento) ex art. 141 (comma 1 numero 3) del TUEL 267/2000: il presente PTPCT sarà dunque approvato dal Commissario Prefettizio. Sarà cura del RPCT sottoporlo alla prossima Amministrazione comunale per le azioni di coinvolgimento auspicate da ANAC. Sul sito istituzionale dell'ente è stato pubblicato l'avviso per la presentazione di osservazioni, proposte e suggerimenti per l'approvazione del PTPC 2020/2021/2022: entro il termine del 04/01/2020 non sono pervenute proposte o suggerimenti. 7
Una volta approvato il PTPC 2020/2021/2022 sarà pubblicato nella Sezione “Amministrazione Trasparente” sottosezione Altri contenuti > Prevenzione della corruzione. Il PNA 2019 detta i seguenti principi guida utili a orientare la progettazione e attuazione dei piani: - strategici - metodologici - finalistici. Fra i principi strategici, è attribuito un ruolo pro-attivo all'organo di indirizzo politico che oltre a definire le strategie di gestione del rischio corruttivo, supporti a livello istituzionale e organizzativo il RPCT: alla struttura organizzativa viene richiesta una responsabilizzazione diffusa e una cultura di gestione del rischio che non deve riguardare solo il RPCT ma i Responsabili di area, il personale, gli organi di valutazione e controllo. Fra le difficoltà di attuazione del PTPCT si riscontra la mancanza di collaborazione delle P.O nei confronti del RPCT, solo parzialmente ascrivibile alla scarsità di risorse e di personale. Nel 2020, mancando in questo momento l'organo di indirizzo politico, si è concordato con il Commissario prefettizio di focalizzare l'attenzione sul monitoraggio, in particolare sulle schede di monitoraggio riferite al paragrafo 10 (schede di monitoraggio allegato H). Fra i principi metodologici, la principale novità del PNA 2019 è l'introduzione di un approccio alla valutazione e gestione del rischio di tipo qualitativo, maggiormente rispondente alle peculiarità e specificità degli enti con riguardo al contesto esterno e interno. L'Autorità, interpretando le difficoltà degli enti di piccole dimensioni, ammette uno sviluppo graduale delle diverse fasi di gestione del rischio: il Comune di Alpignano non è un ente di piccole dimensioni (n. 16.722 abitanti al 31/12/2019), tuttavia occorre segnalare che la dotazione organica del Comune - privo di dirigenza - è numericamente al di sotto di quella teoricamente prevista dal Decreto 10 aprile 2017 “Individuazione dei rapporti medi dipendenti-popolazione validi per gli enti in condizioni di dissesto, per il triennio 2017-2019” che prevede per la fascia demografica da 10.000 a 19.999 abitanti n. 105 dipendenti contro i 73 attuali (- 42%); questi dati evidenziano la difficoltà sia di istituire una struttura ad hoc di supporto al RPCT sia di raggiungere la piena e attiva collaborazione, auspicata dall'ANAC, del personale, direttivo e non. Altri principi metodologici sono la selettività, l'integrazione e il miglioramento e apprendimento continuo: la prima deve tradursi nell'individuazione di priorità di interventi, specifici e non generici, sempre con attenzione al contesto in cui vengono proposte le misure organizzative di trattamento del rischio; la seconda si riferisce alla necessità di integrare il ciclo di gestione della performance con la gestione del rischio insito in tutti i processi decisionali. Il miglioramento e apprendimento continuo si realizzano con un processo di feedback fra monitoraggio e valutazione dell'attuazione ed efficacia delle misure, la verifica del sistema di prevenzione e l'apprendimento che ne consegue. La metodologia si completa con i principi finalistici della effettività intesa come reale riduzione del livello di esposizione al rischio di corruzione senza pregiudizio dell'efficacia ed efficienza dell'azione amministrativa in una prospettiva di semplificazione delle procedure e di promozione di una cultura basata sull'integrità dell'orizzonte del valore pubblico inteso come benessere della comunità di riferimento attraverso la riduzione del rischio di erosione del valore pubblico a seguito di fenomeni corruttivi (PNA 2019) 7. Analisi del contesto L’ANAC individua nell'analisi del contesto - esterno e interno - la prima fase del processo di gestione del rischio, attraverso la quale acquisire le informazioni necessarie a comprendere come il 8
rischio corruttivo possa concretizzarsi all'interno delle amministrazioni per via delle “specificità dell'ambiente in cui essa opera” in termini di strutture territoriali e di dinamiche sociali, economiche e culturali, o per via delle caratteristiche organizzative interne (ANAC determinazione n. 12 del 28 ottobre 2015). a) Contesto esterno L'analisi del contesto esterno mira a evidenziare come l'ambiente e le sue variabili culturali, sociali ed economiche possa favorire i fenomeni corruttivi. L’ANAC consiglia ai responsabili anticorruzione degli enti locali ai fini dell'analisi del contesto esterno, di avvalersi degli elementi e dei dati contenuti nelle relazioni periodiche sullo stato dell'ordine e della sicurezza pubblica, presentate al Parlamento dal Ministero dell'Interno e pubblicate sul sito della Camera dei Deputati. Si riporta di seguito la parte relativa alle Regioni Piemonte e Valle d’Aosta “Relazione sull’attività delle forze di polizia, sullo stato dell’ordine e della sicurezza pubblica e sulla criminalità organizzata” relativa all'anno 2017 trasmessa dal Ministro dell’Interno alla Presidenza della Camera dei Deputati il 20/12/2018 (DOC. XXXVIII, N. 1 (VOLUME III) (pag. 1445-1447): “Il Piemonte si conferma tra le aree del territorio nazionale a più alta concentrazione ‘ndranghetista (82 82) con cosche provenienti dal vibonese e da Reggio Calabria. Quasi per una proprietà transitiva, la confinante Valle d’Aosta continua, invece, a subire l’influenza delle ‘ndrine stanziate in Piemonte. Le attività investigative degli ultimi anni hanno disvelato l’esatta riproduzione, su quest’area, delle strutture criminali calabresi, evidenziando la presenza di autonomie locali proiettate verso la gestione degli affari illeciti, cui concorrono anche le nuove leve (83 83). Nel I° semestre si sono avute importanti conferme di questa presenza, a partire dal mese di febbraio, quando la D.I.A. di Torino ha eseguito il sequestro (8484) di beni, per un valore di circa 1 milione di euro, nei confronti di un affiliato della cosca IETTO (di cui si è detto con riferimento al mandamento ionico di Reggio Calabria). L’imprenditore riciclava, in provincia di Torino, i capitali illeciti, utilizzando numerose società a lui riconducibili. Tra i beni confiscati figurano, infatti, 4 aziende, oltre 30 mezzi (tra camion e autovetture) e diversi rapporti finanziari. Ancora la D.I.A. di Torino ha portato a termine, il successivo mese di marzo, un’altra significativa investigazione, che ha colpito (8585) il patrimonio, del valore di diverse centinaia di migliaia di euro, riconducibile a uno dei soggetti già coinvolti nell’inchiesta “Minotauro”. Nel mese di maggio, a Torino, l’Arma dei Carabinieri ha tratto in arresto un latitante condannato ad oltre 13 anni di reclusione, sottrattosi alla cattura nel mese di giugno del 2015 a conclusione dell’operazione “Pinocchio 2013” (86 86). L’attività aveva colpito un sodalizio di matrice ‘ndranghetista attivo nel traffico internazionale di stupefacenti. La consorteria criminale, con base a Torino ed importanti ramificazioni nelle provincie di Milano e Reggio Calabria, organizzava imponenti spedizioni di cocaina dal Sudamerica, garantendo, in questo modo, cospicue e costanti forniture per le cosche operanti in Piemonte, Lombardia e Calabria. Da segnalare, ancora, il fatto che nel mese di giugno, in Milica (Spagna), è stato assassinato, a colpi d’arma di fuoco, un esponente della ‘ndrina NIRTA di San Luca, attiva in Torino. Ancora a giugno, l’Arma dei Carabinieri ha posto un altro importante tassello nel panorama conoscitivo della ‘ndrangheta piemontese. A conclusione dell’operazione “Panamera”, è stata eseguita un’ordinanza di custodia cautelare (8787) nei confronti di 12 soggetti, indagati per associazione di stampo mafioso e numerosi altri reati, tra cui tentati omicidi, usura, estorsione, rapina, incendio e detenzione illegale di armi. L’attività trae origine dai fatti di sangue verificatisi dall’anno 2012 nell’hinterland torinese, che rappresentavano il tentativo, da parte delle famiglie ‘ndranghetiste reggine GIOFFRE’- ILACQUA, di assumere il controllo del territorio chivassese, dopo il vuoto venutosi a creare agli esiti delle indagini “Minotauro” e “Colpo di coda”. Le investigazioni hanno dimostrato come la menzionata articolazione di ‘ndrangheta - operante nel territorio di Settimo Torinese (TO), Chivasso (TO), Leinì (TO) e zone limitrofe - fosse dotata di propria autonomia e di referenti in costante collegamento con la “casa madre” calabrese. Nel consistente patrimonio sottoposto a sequestro figurano beni immobili, polizze vita, conti correnti, autovetture di grossa cilindrata, cassette di sicurezza, gioielli e orologi di lusso, nonché alcune carrozzerie ed autolavaggi riconducibili, anche 82 Si annoverano, a titolo esemplificativo, le seguenti compagini: 1) locale di Natile di Careri in Torino; 2) locale di Cuorgnè (TO), emanazione dei locali di Grotteria, Mammola e Gioiosa Jonica; 3) locale di Platì a Volpiano (TO); 4) locale di Cirella di Platì a Rivoli (TO); 5) locale di Gioiosa Jonica a San Giusto Canavese (TO); 6) locale di Siderno a Torino; 7) locale di Cassari di Nardodipace a Chivasso (TO); 8) locale di Gioiosa Jonica a Moncalieri (TO); 9) “la bastarda”, articolazione di Salassa (TO), struttura non autorizzata dagli organismi di vertice insediati in Calabria, considerata espressione diretta della “società” di Solano intranea alla locale di Bagnara Calabra (RC); 83 Si tratta di soggetti di seconda o terza generazione che, nonostante i natali piemontesi, mantengono solidi e continui rapporti con la casa madre calabrese alimentando e tramandando antiche tradizioni fatte di giuramenti e riti d’altro genere ed evidenziando efficace abilità di adeguarsi alle nuove richieste del mercato, affinando sempre più marcate capacità di penetrare il tessuto economico ove reinvestire gli ingenti profitti illeciti; 84 Decreto nr. 22/17 DS e 6/17 SIPPI (nr.66/16 R.G.M.P.) del 31 gennaio 2017 – Tribunale di Torino; 85 Decreto di confisca nr.88/15 DD e 51/15 SIPPI. (nr. 11/14 R.G.M.P.) del 10 gennaio 2017 – Tribunale di Torino 86 P.p. 23946/13 RGNR e 14151/16 RGGIP Volume II Allegati 87 P.p. 23311/12 e 4338/13 RGNR e 21533/13 del Tribunale di Torino. 9
attraverso intestazioni fittizie, agli arrestati. Per il periodo d’interesse si segnala, ancora, il deposito delle motivazioni formulate, nel mese di gennaio, dal Tribunale di Torino e relative al processo conseguente all’operazione “Marcos” (88 88), eseguita dalla D.I.A. di Torino: il dispositivo ha confermato l’aggravante mafiosa contestata ai 6 imputati. L’indagine aveva fatto luce sulle attività di riciclaggio realizzate in Piemonte dalla cosca MARANDO, nel traffico di auto, nell’edilizia e nel movimento terra. Nel mese di marzo, sempre il Tribunale di Torino ha depositato le motivazioni della sentenza emessa nell’ambito del processo “San Michele” (8989), relativo all’individuazione, nel torinese, di una ‘ndrina diretta promanazione delle cosche di San Mauro Marchesato (KR). Il collegio ha riconosciuto l’esistenza, a far data dal 2011, tra Torino e provincia, di un gruppo di soggetti appartenenti alla ‘ndrina in parola, satellite della locale di Cutro. È del mese di giugno, invece, la pubblicazione del dispositivo di sentenza della Corte di Cassazione, relativo al procedimento, in rito ordinario, “Colpo di coda” (9090) che aveva portato alla luce la locale ‘ndrangheta della provincia di Vercelli, (precisamente a Livorno Ferraris) confermando peraltro l’operatività della locale di Chivasso (TO) (91 91). La Corte ha condannato, in via definitiva, 6 imputati per associazione mafiosa, rinviando per un nuovo giudizio alla Corte d’Appello di Torino i restanti 6 imputati. Sempre a giugno, il Tribunale di Torino ha emesso il dispositivo, nel giudizio abbreviato, relativo all’operazione “Alto Piemonte” (9292), che aveva individuato la nuova locale di ‘ndrangheta in Santhià (TO) (93), nonché un’altra (94 94) operante prevalentemente a Torino e dintorni. Il Tribunale, accogliendo le tesi dell’accusa, ha condannato per associazione mafiosa 10 imputati”. Il documento, riferito al 2017, pur non contenendo alcun riferimento al Comune di Alpignano, rappresenta il Piemonte come sito di grande interesse per la 'ndrangheta che vi investe i capitali accumulati nei settori imprenditoriali, commerciali, immobiliari ed edilizi. La Polizia Locale, interpellati la Compagnia della Guardia di Finanza di Susa e il Comando della Stazione dei Carabinieri di Alpignano, ha predisposto, su richiesta del RPCT, apposita relazione per l'anno 2019 che attesta che nell'ambito del territorio comunale non sono stati commessi reati corruttivi e legati alla criminalità organizzata. b) Contesto interno La struttura organizzativa dell’ente è articolata in Aree, servizi e uffici: al vertice di ogni Area la posizione organizzativa è assegnata a dipendenti inquadrati nella categoria D. Non è prevista la dirigenza. Per ciò che concerne le informazioni su organi di indirizzo politico, struttura organizzativa e relativi ruoli e responsabilità, politiche, obiettivi e strategie, risorse, conoscenze e sistemi tecnologici, personale, processi decisionali, relazioni interne ed esterne, esse sono presenti sul sito istituzionale sezione Amministrazione Trasparente. La dotazione organica del Comune di Alpignano risultante dalla deliberazione della Giunta Comunale n. 195/2018 prevede, alla data odierna, n. 84 dipendenti di cui coperti, alla data odierna n. 73. Le posizioni organizzative sono 7 di cui una vacante e assegnata, temporaneamente, ai sensi dell'art. 97 comma 4 lett. d) al Segretario Generale. 8. Mappatura dei processi La mappatura dei processi consente di individuare e rappresentare tutte le principali attività svolte da una pubblica amministrazione per identificare, valutare e trattare i rischi corruttivi. 88 P.p. 1258/08 RGNR della Procura della Repubblica di Torino. 89 P.p. 2059/11 RGNR e 4109/15 RG del Tribunale di Torino 90 P.p. 29052/10 della Procura della Repubblica di Torino 91 Struttura già individuata con il precedente procedimento “Minotauro”, del quale l’operazione in rassegna costituisce una filiazione. 92 P.P. 10270 /09 RGNR della Procura della Repubblica di Torino. operante anche nelle provincie di Biella, Vercelli e Novara, facente capo alla cosca Raso- Gullace- Albanese 94 Riferibile alla famiglia Dominello esponente della cosca Pesce-Bellocco di Rosarno 10
Nei precedenti PTPCT i processi di governo, espressione dell'indirizzo politico dell'Amministrazione in carica, non rilevavano in quanto la legge n. 190/2012 è destinata alla prevenzione e al contrasto della corruzione nell'ambito dell'apparato burocratico degli enti. Di seguito sono elencati, per completezza di informazione e per una migliore comprensione della materia, i processi di governo, riportati nel PTPCT 2019/2020/2021: n. Mappatura dei Processi di Governo 1 Predisposizione e approvazione delle “Linee programmatiche" 2 Predisposizione ed approvazione del Documento Unico di Programmazione (DUP) Predisposizione e approvazione del programma triennale dei lavori pubblici, del programma 3 biennale di forniture e servizi e dei relativi elenchi annuali 4 Predisposizione e approvazione del bilancio triennale e del PEG 5 Predisposizione e approvazione del piano dettagliato degli obiettivi 6 Predisposizione e approvazione del piano della perfomance 7 Predisposizione e approvazione del piano di razionalizzazione della spesa 8 Controllo politico amministrativo 9 Controllo di gestione 10 Controllo di revisione contabile 11 Monitoraggio della "qualità" dei servizi erogati La mappatura dei processi secondo il PNA 2019 è un'attività indispensabile sia per adottare misure di prevenzione adeguate sia per gestire nel migliore dei modi il rischio di corruzione: la mappatura non può prescindere dal coinvolgimento dei responsabili delle strutture organizzative dell'ente. L'ANAC, consapevole delle difficoltà che il RPCT e i Responsabili delle strutture possono incontrare nell'elaborazione delle fasi di identificazione, descrizione e rappresentazione dei processi, consente di procedere con gradualità nella rilevazione degli stessi. A tal fine l'ANAC suggerisce la creazione di un gruppo di lavoro coordinato dal RPCT: nel 2020 si procederà a identificare i processi, pervenendo alla formazione di un elenco che, provvisoriamente, è quello del PTPC 2019/2020/2021 affiancato dalle schede di valutazione del rischio elaborate con il criterio quantitativo che è stato superato dal PNA 2019. Si specifica che il nuovo approccio valutativo di tipo qualitativo illustrato nell’allegato 1 del PNA 2019 per la parte inerente il rischio corruttivo - che costituisce il documento metodologico per la predisposizione dei Piani triennali - verrà applicato in modo graduale non oltre l’adozione del PTPCT 2021/2023 come previsto dalla stessa ANAC (pag. 3 dell’allegato 1 PNA 2019). Si propone pertanto l'analisi del rischio adottata dal PTPCT 2019/2020/2021. Numero Mappatura dei Processi della scheda n. Operativi Sotto - processi operativi di analisi del rischio Servizi demografici, stato 1 civile, servizi elettorali, Pratiche anagrafiche 21 leva Documenti di identità 20 Atti di nascita, morte, cittadinanza e matrimonio Servizio elettorale Consultazioni elettorali 11
Numero Mappatura dei Processi della scheda n. Sotto - processi operativi Operativi di analisi del rischio 2 Servizi sociali Servizi assistenziali e socio-sanitari Servizi per minori e famiglie e per adulti in difficoltà 23 Integrazione di cittadini stranieri Alloggi popolari 3 Servizi educativi Asili nido 4-5 Manutenzione degli edifici scolastici 4-5 Diritto allo studio Trasporto scolastico 4 Mense scolastiche 4 4 Servizi cimiteriali Inumazioni, tumulazioni Esumazioni, estumulazioni Concessioni demaniali per tombe di famiglia Gestione, manutenzione e pulizia dei cimiteri Pulizia dei cimiteri Servizi di custodia dei cimiteri Servizi culturali e 5 sportivi Organizzazione eventi, patrocini 24 Gestione musei 24 Gestione impianti sportivi 24 Associazioni culturali 24 Associazioni sportive 24 Fondazioni 6 Turismo Promozione del territorio 24 7 Viabilità Manutenzione strade 4 -5 Segnaletica orizzontale e verticale Vigilanza sulla circolazione e la sosta Rimozione neve 4-5 Pulizia delle strade 4 -5 Illuminazione pubblica 8 Territorio e ambiente Raccolta, recupero e Smaltimento rifiuti 25 Isole ecologiche Manutenzione aree verdi 4 Pulizia strade e aree pubbliche 4 Servizio di acquedotto Sviluppo urbanistico del 9 territorio Pianificazione urbanistica generale 9 Pianificazione urbanistica attuativa 10 Edilizia privata Realizzazione opere pubbliche 4-5 Manutenzione di opere pubbliche 10 Servizi di polizia Protezione civile 8 Sicurezza e ordine pubblico 2 - 19 Vigilanza sulla circolazione e la sosta 11 Verifiche delle attività commerciali 19 Verifica delle attività edilizie 16 12
Numero Mappatura dei Processi della scheda n. Sotto - processi operativi Operativi di analisi del rischio 11 Attività produttive Agricoltura, industria, artigianato, commercio 8 - 19 Società a partecipazione 12 pubblica Gestione servizi pubblici locali 25 Servizi economico 13 finanziari Gestione delle entrate 12 Gestione delle uscite 13 Tributi locali 14 - 15 14 Servizi di informatica Gestione hardware e software Disaster recovery e backup Gestione del sito web 15 Gestione dei documenti Protocollo 22 16 Risorse umane Selezione e assunzione 1-2 Gestione giuridica ed economica dei dipendenti Formazione Valutazione 17 Relazioni sindacali Contrattazione decentrata integrativa 17 Segreteria Deliberazioni organi collegiali (Consiglio Giunta) Determinazioni Pubblicazioni all'albo pretorio online Gestione di sito web: amministrazione trasparente Contratti 18 Gare e appalti Gare d'appalto ad evidenza pubblica 4 Acquisizioni in "economia" 5 19 Servizi legali Supporto giuridico e pareri 3 Gestione del contenzioso 3 20 Relazioni con il pubblico Reclami e segnalazioni Edilizia residenziale 21 pubblica Alloggi popolari 26 9. Gestione del rischio Il PNA 2019 dopo aver individuato le tre fasi della mappatura di processi – identificazione dei processi, descrizione e rappresentazione – e precisato che i processi mappati non sono solo quelli esposti a rischio di corruzione, raggruppa gli stessi in “aree di rischio generali” comuni a tutte le pubbliche amministrazioni pubbliche e in “aree specifiche” riguardanti gli enti locali (allegato n. 1 del PNA 2019) elencate nella seguente tabella: AREE DI RISCHIO PROCESSI Reclutamento (concorsi per posti a tempo indeterminato e determinato, incarichi di collaborazione); 1 Acquisizione e gestione del personale Procedure di mobilità in entrata; Progressioni di carriera 13
AREE DI RISCHIO PROCESSI Definizione dell’oggetto dell’affidamento e della procedura di affidamento; Requisiti di qualificazione, criteri di aggiudicazione, valutazione delle 2 Affari legali e contenzioso offerte e della eventuale anomalia delle stesse; Procedure negoziate, affidamenti diretti, revoca dei bandi, crono programmi, varianti in esecuzione dei contratti, proroghe, subappalti 3 Contratti pubblici Tutte le attività della Polizia locale; 4 Controlli, verifiche, ispezioni e sanzioni Controlli in materia di tasse e tributi comunali; vigilanza urbanistica Controllo del regolare svolgimento del servizio da parte del soggetto 5 Gestione dei rifiuti gestore 6 Gestione delle entrate, delle spese e del patrimonio A). Pianificazione attuativa: 1. Piani attuativi di iniziativa privata; 2. Piani attuativi di iniziativa pubblica; 3. Convenzione urbanistica; B) Esecuzione opere di urbanizzazione: Governo del territorio 1. Permessi di costruire convenzionati; 7 2. Rilascio e controllo titoli abilitativi edilizi: 1. Assegnazione pratiche per l’istruttoria; 2. Richiesta integrazioni documentali; 3. Calcolo del contributo di costruzione; 4. Controllo dei titoli rilasciati; 5. Vigilanza. 8 Incarichi e nomine Pianificazione comunale generale: 1. Redazione del piano e approvazione del piano; 9 Pianificazione urbanistica 2. Varianti specifiche; 3. Pubblicazione del piano/varianti e osservazioni Provvedimenti ampliativi della sfera giuridica deiConcessione di sovvenzioni, contributi, sussidi, ausili finanziari, 10 destinatari con effetto economico diretto ed immediato perattribuzione di vantaggi economici di qualunque genere a persone ed il destinatario enti pubblici e privati Provvedimenti di tipo autorizzatorio (abilitazioni, approvazioni, nulla- Provvedimenti ampliativi della sfera giuridica deiosta, licenze, registrazioni, dispense, permessi a costruire); attività di 11 destinatari privi di effetto economico diretto ed immediatocontrollo di dichiarazioni sostitutive in luogo di autorizzazioni (ad per il destinatario esempio in materia edilizia o commerciale); provvedimenti di tipo concessorio (incluse figure analoghe: deleghe, ammissioni) Processi tipici comunali privi di rilevanza economica (gestione 12 Altri servizi protocollo, funzionamento organi collegiali, istruttoria deliberazioni etc.) 10. Identificazione del rischio Sulla base delle Aree di rischio dell'Ente si è effettuata una prima e parziale ricognizione riassunta nella tabella seguente: AREE DI PROCESSI RISCHI RISCHIO Previsione di requisiti di accesso personalizzati e insufficienza di meccanismi oggettivi e trasparenti idonei a verificare il possesso dei requisiti attitudinali e professionali richiesti in relazione alla posizione da ricoprire allo scopo di reclutare candidati particolari Abuso nei processi di stabilizzazione finalizzato al reclutamento di candidati particolari Acquisizione e Reclutamento gestione del Irregolare composizione della commissione di concorso finalizzata al reclutamento di personale candidati particolari (1) Inosservanza delle regole procedurali a garanzia della trasparenza e della imparzialità della selezione, quali, a titolo esemplificativo, l'anonimato nel caso di prova scritta, la predeterminazione dei criteri di valutazione delle prove allo scopo di reclutare candidati particolari Progressioni economiche orizzontali o di carriera illegittime per agevolare Progressioni di carriera dipendenti/candidati particolari 14
AREE DI PROCESSI RISCHI RISCHIO Definizione dell’oggetto Restrizione del mercato nella definizione delle specifiche tecniche, attraverso dell’affidamento l'indicazione nel disciplinare di prodotti che favoriscano una determinata impresa. Elusione delle regole di affidamento degli appalti, mediante l’improprio utilizzo del Individuazione della modello procedurale dell’affidamento di concessioni per agevolare un particolare procedura di affidamento soggetto Definizione dei requisiti di accesso alla gara e, in particolare, dei requisiti tecnico- Requisiti di qualificazione economici dei concorrenti al fine di favorire un’impresa (es.: clausole dei bandi che stabiliscono requisiti di qualificazione) Uso distorto del criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, finalizzato a Criteri di aggiudicazione favorire una determinata impresa Mancato rispetto dei criteri indicati nel disciplinare di gara cui la commissione Valutazione delle offerte giudicatrice deve attenersi per decidere i punteggi da assegnare all'offerta, con particolare riferimento alla valutazione degli elaborati progettuali Verifica dell’eventuale Mancato rispetto dei criteri di individuazione e di verifica delle offerte anormalmente anomalia delle offerte basse, anche sotto il profilo procedurale Utilizzo della procedura negoziata al di fuori dei casi previsti dalla legge al fine di Procedure negoziate favorire un’impresa Contratti Abuso dell’affidamento diretto al di fuori dei casi previsti dalla legge al fine di favorire Affidamenti diretti pubblici un’impresa (3) Abuso del provvedimento di revoca del bando al fine di bloccare una gara il cui risultato Revoca del bando si sia rivelato diverso da quello atteso o di concedere un indennizzo all’aggiudicatario Scarsa pianificazione dei tempi di esecuzione dei lavori, che consenta all'impresa di non essere rigorosamente vincolata a un'organizzazione programmata dell'avanzamento Redazione del crono dell'opera, creando in tal modo i presupposti per la richiesta di eventuali extra-guadagni programma da parte dello stesso esecutore. Pressioni dell'appaltatore sulla direzione dei lavori, per modificare il crono programma in funzione delle esigenze dell'appaltatore. Varianti in corso di Ammissione di varianti in corso di esecuzione del contratto per consentire all’appaltatore esecuzione del contratto di recuperare lo sconto effettuato in sede di gara o di conseguire ulteriori guadagni Accordi collusivi tra le imprese partecipanti a una gara per manipolarne gli esiti, Subappalto utilizzando il meccanismo del subappalto come modalità per distribuire i vantaggi dell’accordo a tutti i partecipanti allo stesso Utilizzo di rimedi di risoluzione delle controversie Condizionamenti nelle decisioni assunte all'esito delle procedure di accordo bonario, alternativi a quelli derivabili dalla presenza della parte privata all'interno della commissione. giurisdizionali durante la fase di esecuzione del contratto AREE DI PROCESSI RISCHI RISCHIO Provvedimenti di tipo autorizzatorio (incluse abilitazioni, approvazioni, Abuso nell’adozione di provvedimenti aventi ad oggetto condizioni di accesso a servizi nulla-osta, licenze, pubblici per agevolare particolari soggetti (es. inserimento in liste di attesa) registrazioni, dispense, permessi a costruire) Abuso nel rilascio di autorizzazioni in ambiti in cui il pubblico ufficio ha funzioni esclusive o preminenti di controllo al fine di agevolare determinati soggetti (es. controlli Provvedimenti finalizzati all’accertamento del possesso di requisiti per apertura di esercizi commerciali) ampliativi della Attività di controllo di Corresponsione di denaro o altre utilità in cambio di omissioni di controllo e “corsie sfera giuridica dei dichiarazioni sostitutive in preferenziali” nella trattazione di pratiche destinatari privi di luogo di autorizzazioni (ad effetto economico Richiesta e/o accettazione impropria di regali, compensi o altre utilità per l'espletamento esempio in materia edilizia o diretto ed delle proprie funzioni o dei compiti affidati commerciale) immediato per il Corresponsione di denaro o altre utilità per ottenere omissioni di controllo e “corsie destinatario preferenziali” nella trattazione delle proprie pratiche (11) Richiesta e/o accettazione di regali, compensi o altre utilità in connessione con Provvedimenti di tipo l'espletamento delle proprie funzioni o dei compiti affidati concessorio (incluse deleghe, Ambiti in cui il pubblico ufficio ha funzioni esclusive o preminenti di controllo (ad es. ammissioni) controlli finalizzati all’accertamento del possesso di requisiti) Uso di falsa documentazione per agevolare soggetti nell’accesso a fondi comunitari Rilascio di concessioni edilizie con pagamento di contributi inferiori al dovuto al fine di agevolare determinati soggetti 15
AREE DI PROCESSI RISCHI RISCHIO Provvedimenti ampliativi della Concessione ed erogazione di sfera giuridica dei sovvenzioni, contributi, Richiesta e/o accettazione di regali, compensi o altre utilità per l'espletamento delle destinatari con sussidi, ausili finanziari, proprie funzioni o dei compiti affidati; corresponsione di denaro o altre utilità per effetto economico nonché attribuzione di omettere controlli o per concedere “corsie preferenziali” nella concessione e liquidazione diretto ed vantaggi economici di di contributi; mancato rispetto dei criteri predeterminati nel regolamento comunale per immediato per il qualunque genere a persone l’erogazione di contributi destinatario ed enti pubblici e privati (10) − Violazioni delle norme e principi contabili del T.U.E.L. in materia di entrate e/o omissione di adempimenti necessari; alterazione situazione di debito/credito; omessa verifica e controllo sulla correttezza dei pagamenti effettuati; omessa approvazione dei ruoli; mancato recupero di crediti; omessa applicazione di sanzioni − Alterazione del corretto svolgimento delle procedure di alienazione del patrimonio − Concessione, locazione o alienazione di immobili senza il rispetto di criteri di Tributi locali, applicazione economicità e produttività tariffe e relative esenzioni, − Favoreggiamento, nella gestione dei beni immobili, di condizioni di acquisto o riscossioni, affitti passivi per locazione che facciano prevalere l’interesse della controparte rispetto a quello locazione immobili; affitti dell’amministrazione attivi per locazione edifici comunali; comodati d’uso − Inadeguata manutenzione e custodia dei beni gratuiti; predisposizione Gestione delle ruoli; accertamento e − Alterazione del corretto svolgimento delle procedure, con particolare riferimento entrate, delle definizione del debito alla determinazione delle indennità di esproprio spese e del tributario; alienazione del patrimonio patrimonio immobiliare, − Violazioni delle norme e principi contabili del T.U.E.L. in materia di spesa, (6) espletamento procedure emissione di ordinativi di spesa senza titolo giustificativo espropriative, con particolare riguardo alla determinazione − Emissione di falsi mandati di pagamento con manipolazione del servizio delle indennità di esproprio; informatico accordi bonari nell’ambito della procedura di esproprio; − Pagamenti effettuati in violazione delle procedure previste emissione di mandati di pagamento − Ritardata erogazione di compensi dovuti rispetto ai tempi contrattualmente previsti − Liquidazione fatture senza adeguata verifica della prestazione − Sovra fatturazione o fatturazione di prestazioni non svolte − Registrazioni di bilancio e rilevazioni non corrette/non veritiere − Pagamenti senza rispettare la cronologia nella presentazione delle fatture, provocando favoritismi e disparità di trattamento tra i creditori dell'ente. Difformità nelle procedure relative all’attività di vigilanza, controllo ed ispezione; omissione e/o esercizio di discrezionalità e/o parzialità nello svolgimento delle attività di verifica, consentendo ai destinatari oggetto dei controlli di sottrarsi ai medesimi e/o alle Controlli, prescrizioni/sanzioni derivanti con conseguenti indebiti vantaggi. Ispezioni, controlli, verifiche, verifiche, Comportamenti volti a evitare, in presenza di violazioni da sanzionare, la comminazione irrogazioni di sanzioni ispezioni e della sanzione e/o a determinare un’attenuazione dell’importo della sanzione. pecuniarie e/o di altra natura, sanzioni Sussistenza di situazioni di conflitto di interesse in capo al titolare dell’Ufficio e/o in verifiche urbanistiche; (4) capo al Responsabile del procedimento Interferenze esterne da parte dei soggetti coinvolti nei procedimenti volte a scongiurare l’ipotesi di avvio del procedimento sanzionatorio, l’applicazione delle sanzioni o a ridurne l’ammontare 16
AREE DI PROCESSI RISCHI RISCHIO Affidamento incarichi di collaborazione, consulenza, studio e ricerca “fiduciari” in assenza dei requisiti di legge e/o di regolamento. Mancato monitoraggio presenza di cause di inconferibilità ed incompatibilità. Cumulo di incarichi in capo ad unico funzionario o dipendente comportante concentrazione di potere su un unico centro decisionale. Assenza dei presupposti programmatori e/o motivata verifica delle effettive carenze Conferimento di incarichi di organizzative. Incarichi collaborazione, consulenza, e studio e ricerca, nomine degli Frammentazione di unità operative e aumento artificioso del numero delle posizioni da nomine organi politici; Incarichi ricoprire. (8) gratuiti; nomine commissioni Mancata messa a bando delle posizioni dirigenziali/apicali per ricoprirle tramite incarichi e comitati comunali; ad interim o utilizzando lo strumento del facente funzione. Uso distorto e improprio della discrezionalità (richiesta di requisiti eccessivamente dettagliati o generici). Accordi per l’attribuzione di incarichi. Eccessiva discrezionalità, nella fase di valutazione dei candidati, con attribuzione di punteggi incongruenti che favoriscano specifici candidati. Affidamento incarichi “fiduciari” in assenza e/o violazione dei requisiti di legge e/o di regolamento. Restrizione del mercato nella scelta dei professionisti attraverso l'individuazione nel disciplinare di condizioni che favoriscano determinati soggetti. Affidamento di incarichi Affari legali e Interferenze esterne da parte dei soggetti coinvolti nei procedimenti. legali, risoluzione delle contenzioso controversie per via Condizionamento nelle decisioni inerenti alle procedure di accordo bonario. (2) extra giudiziarie Gestione non rispondente all’interesse dell’Amministrazione volta a favorire la controparte. Rischio di applicazione distorta di metodi di risoluzione extragiudiziale per riconoscere alla controparte richieste economiche e compensi non dovuti. Gestione dei rifiuti Raccolta e smaltimento rifiuti L’affidamento è in house (5) Provvedimenti di Utilizzo improprio del potere di pianificazione e di regolazione per avvantaggiare singoli pianificazione urbanistica individui o gruppi di interesse; utilizzo improprio anche per effetto di un abuso quali- generale; gestione dei quantitativo delle stesse, di forme alternative e derogatorie rispetto alle ordinarie Governo del procedimenti di pianificazione modalità di esercizio del potere pianificatorio o di autorizzazione all’attività edificatoria; territorio e programmazione delle alterazione del corretto svolgimento del procedimento, errata interpretazione della (7 – 9) attività economiche; normativa; mancato controllo della regolarità della documentazione prodotta; rilascio di provvedimenti di titoli abilitativi errati/inesatti/incompleti a vantaggio del soggetto richiedente oppure pianificazione urbanistica erroneo diniego in danno del richiedente. attuativa 11. Ponderazione del rischio Dopo aver determinato il livello di rischio (vd. schede di analisi del rischio allegate) di ciascun processo o attività si procede alla “ponderazione”, una sorta di graduatoria dei rischi sulla base del parametro numerico “livello di rischio”. Si riporta di seguito la ponderazione integrata dal livello di rischio classificato in: − molto elevato corrispondente a una valutazione complessiva del rischio superiore a 5; − elevato corrispondente a una valutazione complessiva del rischio tra 3 e 5; − moderato corrispondente a una valutazione complessiva del rischio inferiore a 3. 17
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