Coinvolgimento delle imprese. Industria pilastro essenziale per la tenuta economica e sociale

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Coinvolgimento delle imprese. Industria pilastro essenziale per la tenuta economica e sociale
Edizione 2020 “TOP 500+ Monza Brianza e Lodi”

Il Covid brucia quasi un miliardo di export. Ma per il 2021 le
imprese confermano gli investimenti già pianificati: oltre il 30%
li manterrà inalterati per crescere, nonostante la crisi
Spada sul Recovery Fund: “È urgente definire progetti dettagliati, l’impiego delle risorse e il
coinvolgimento delle imprese. Industria pilastro essenziale per la tenuta economica e sociale”

Monza, 14 dicembre 2020 – Un tessuto imprenditoriale resiliente e dinamico, con una forte vocazione
manifatturiera e una crescente apertura ai mercati esteri, che oggi però sconta il clima di grande incertezza
dovuto alla pandemia e il deterioramento del clima di fiducia delle imprese per i mesi a venire, con valori
a novembre comparabili ai minimi della crisi del 2009 per i servizi e a quella del 2012 per il manifatturiero.

È il quadro delle realtà di impresa delle province di Monza Brianza e Lodi, illustrato attraverso l’analisi del
quadro congiunturale Covid-19 e dell’andamento economico previsionale post Covid, emerso durante il
“Top500+”, appuntamento annuale promosso da Assolombarda.

Gli scenari economici di fronte alla sfida del Covid per lo sviluppo del Paese e per il rilancio del sistema
produttivo sono stati i temi al centro del dialogo tra Alessandro Spada, Presidente di Assolombarda, e
Stefano Patuanelli, Ministro dello Sviluppo Economico, che intervistati dalla giornalista Monica Maggioni,
hanno aperto l’incontro.

“La tenuta del manifatturiero di fronte all’improvviso impatto del Covid sui nostri territori è un chiaro segnale
della competitività delle nostre imprese che, in questi anni, hanno continuato a investire per crescere e
rafforzarsi. Ma oggi più che mai, mentre torna a scendere il clima di fiducia di imprese e consumatori, occorre
tracciare in modo chiaro una direzione Paese per traguardare il futuro – ha dichiarato Alessandro Spada,
Presidente di Assolombarda –. Invece, in questi mesi abbiamo solo assistito a una successione di
provvedimenti di emergenza. La stessa Legge di Bilancio non sembra prevedere fondi nazionali diretti agli
investimenti nelle linee strategiche del futuro del Paese, se non attraverso Next Generation EU. Questo pone
le principali misure di interesse delle imprese, come ad esempio Transizione 4.0, subordinate a dinamiche
sovra-nazionali che non assicurano la certezza necessaria a investimenti importanti e di medio periodo.
Dobbiamo, inoltre, accelerare sul Recovery Fund, che purtroppo in questa fase sta mettendo in luce una
preoccupante incapacità del Paese di predisporre piani di investimento puntuali e progetti dettagliati, che
definiscano tempi e modi. Dobbiamo sapere come verranno impiegate le risorse e come verranno coinvolte
le imprese. È un’occasione che non possiamo perdere perché il futuro è d’obbligo. Non dimentichiamo che
nella crisi del 2009 quasi il 20% della capacità manifatturiera italiana è andata persa. E oggi sono di nuovo a

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rischio sopravvivenza importanti pezzi della nostra economia : a Monza e Lodi il 13% e il 20% delle aziende
che hanno subito una flessione dei ricavi nel 2020 a causa della pandemia ritiene irrecuperabile il fatturato
perso. Non possiamo permetterlo. Perché le imprese sono un pilastro essenziale per la tenuta e la crescita
economica e sociale di un territorio. E senza crescita non può esserci né lavoro e né futuro”.

L’evento è stato anche l’occasione per presentare il progetto di ricerca e di analisi dei dati economico-
finanziari delle maggiori realtà imprenditoriali dei territori, realizzato dal Centro Studi Assolombarda, in
collaborazione con PwC e Banco BPM. Tra gli altri, per parlare dell’impatto del Covid sui territori, delle
strategie messe in atto dalle imprese per fronteggiarlo e delle prospettive per il futuro, sono intervenuti
Andrea Dell’Orto, Presidente Sede Monza e Brianza di Assolombarda; Luca Manzoni, Responsabile
Corporate Banco BPM; Francesco Monteverdi, Presidente Sede Lodi di Assolombarda; Valeria Negri,
Direttore del Centro Studi Assolombarda; Fabrizio Sala , Vicepresidente Regione Lombardia; Giovanni
Andrea Toselli, Presidente e Amministratore delegato PwC Italia.

IL QUADRO ECONOMICO

Il tessuto economico di Monza e Brianza conta oltre 74mila imprese, che occupano circa 273mila addetti e
producono 24,6 miliardi di euro di valore aggiunto (l’8% dell’economia lombarda) e 9,7 miliardi di export.

A Lodi il capitale economico, sebbene sia numericamente più contenuto, è altrettanto vivace: 15mila
aziende per 58 mila occupati, con un valore aggiunto annuo di 5,5 miliardi di euro e 3,6 miliardi
esportazioni. In complesso un valore pari a circa il 2% della Lombardia.

Per entrambi i territori, il manifatturiero è il vero traino dell’economia. A Monza contribuisce con il 27% del
valore aggiunto e il 30% della forza lavoro e si fonda su specifiche vocazioni produttive. Prima di tutto legno
arredo e meccatronica, che comprende elettronica, metallurgia, meccanica. Seguite da chimica-
farmaceutica e gomma-plastica. Mentre a Lodi, dove genera quasi un quarto del valore aggiunto
provinciale (24%), l’agroalimentare è la storica specializzazione del territorio, a cui si affiancano
farmaceutica e chimica. In particolare, Lodi è la prima provincia in Italia e in Lombardia nella cosmetica.
Elettronica, gomma-plastica, meccanica e automotive completano il quadro delle specializzazioni
produttive del territorio. Tra i servizi, la logistica è un settore rilevante, soprattutto in termini di forza lavoro
occupata. Altrettando importanti per l’economia lodigiana sono i servizi di informazione e comunicazione.

“Le imprese brianzole hanno dimostrato di saper reagire durante la crisi economica del 2009 – ha affermato
Andrea Dell’Orto Presidente della Sede di Monza e Brianza di Assolombarda – e anche ora, nonostante il
lockdown dei primi mesi di quest’anno e l’attuale situazione d’incertezza, stanno dimostrando che,
rafforzando i loro punti di forza, come la ricerca e l’innovazione, possono guardare al futuro. Questa spinta in
particolare verso la digitalizzazione deve essere sostenuta dal rafforzamento della promozione di Transizione
4.0 oltre che da una politica economica che supporti il percorso di crescita delle imprese. Inoltre, vanno

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ripensate le politiche attive a sostegno del mondo del lavoro, solo così le nostre imprese supereranno l’attuale
situazione e la ripresa sarà reale”.

“I numeri ci dicono che le nostre imprese hanno tenuto – ha sottolineato Francesco Monteverdi, Presidente
della Sede di Lodi di Assolombarda –, nonostante l’emergenza Covid all’inizio di quest’anno ci abbia messo
alla prova in modo inaspettato e violento. Il territorio lodigiano è stato tra i più performanti della Lombardia.
Questo ha una ragione profonda, i nostri pilastri e le nostre specializzazioni, che più ci hanno permesso di
resistere allo shock pandemico, sono nelle radici del sistema produttivo del lodigiano, nelle nostre vocazioni,
in particolare quella agroalimentare e quella farmaceutica. Ma non solo. In questi ultimi anni le nostre
imprese hanno compreso molto bene che l’internazionalizzazione è una delle leve per la crescita. Su questo
si deve fondare la nostra fiducia per rendere solide le opportunità di sviluppo per le imprese e per il territorio”.

L’IMPATTO DEL COVID

Nei primi 9 mesi del 2020 la pandemia ha provocato una perdita ingente in termini di export per un valore
di 938 milioni di euro complessivi a Monza (-10%) e a Lodi (-8%). Per Lodi l’impatto negativo si registra già
a febbraio, quando diventa zona rossa, ma il vero crollo delle esportazioni arriva ad aprile: -43% a Monza,
che registra una forte caduta per gomma-plastica, chimica, e soprattutto meccanica e arredo design; stabili
farmaceutica ed elettronica. E -31% a Lodi, che performa comunque meglio della media lombarda, grazie
alle filiere dell’alimentare e della farmaceutica che intensificano l’attività durante la pandemia. Crollano
invece altre specializzazioni, come elettronica e meccanica e soprattutto chimica (dove troviamo la
cosmetica lodigiana).

La fine del primo lockdown, tra luglio e settembre, ha determinato un’importante risalita della domanda e
dell’offerta, che in molti settori si era sostanzialmente azzerata, rilanciando l’attività nell’industria, a
dimostrazione della vitalità e reattività delle imprese. Un rimbalzo che, nel terzo trimestre 2020, ha fatto
registrare un +15,9% di PIL in Italia. Tuttavia, considerando la flessione del primo trimestre (-5,5%) e il crollo
del secondo (-13%), la variazione acquisita per il 2020 è del -8,3%.

Oggi questo inizio di ripresa si è arrestato. Il nuovo rallentamento è evidente negli indicatori che
approssimano l’andamento dell’attività e degli scambi: da fine ottobre torna a flettere in modo consistente
il traffico di veicoli pesanti sulle tangenziali milanesi (-9% a fine novembre rispetto allo stesso periodo del
2019), così come la mobilità delle persone sia a Lodi, sia a Monza.

Infine, le difficoltà sul fronte del lavoro sono ben visibili dai dati locali di Cassa Integrazione: tra aprile e
ottobre 2020 il totale è di oltre 54 milioni di ore a Monza e di 11 milioni di ore a Lodi. Sulla base di recenti
dati Istat, nel terzo trimestre 2020 si registra un calo di -107mila occupati in Lombardia rispetto a un anno
fa.

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LE PROSPETTIVE DELLE IMPRESE

Secondo una survey condotta dal Centro Studi di Assolombarda sulle imprese del territorio di Monza
Brianza e Lodi, il 2020 si chiuderà con un aumento dei ricavi per appena il 18% delle imprese mentre il 69%
registrerà una flessione, che per un quarto delle aziende sarà addirittura superiore al -20%.

Ma nonostante la crisi, oltre il 30% delle imprese ha deciso di mantenere i progetti di crescita e di
investimento, pianificati prima della pandemia, e quasi il 60% rivedrà soltanto tempi o entità.

Per il 2021, la metà delle imprese si aspetta un aumento del fatturato, anche se il 13% a Monza e Brianza e
il 20% a Lodi valuta la perdita cumulata quest’anno come strutturale e non colmabile nel medio periodo.

MONZA - CLASSIFICA TOP 500+ SUI BILANCI 2019

Le 800 migliori realtà imprenditoriali della provincia di Monza e Brianza che rientrano nella classifica 2020
del “TOP 500+” hanno ricavi che vanno da 8,9 milioni a 3,9 miliardi di euro: il fatturato complessivo (record
anche quest’anno) è di 53,7 miliardi euro e il risultato di esercizio in somma algebrica è pari a 1,5 miliardi.

"Il Digital Economy Social Index 2020 vede l’Italia, in quartultima posizione solo prima di Romania, Grecia e
Bulgaria. Scomponendo l’indice però emerge che il forte ritardo è sul Capitale Umano - commenta Andrea
Toselli, Presidente e AD di PwC Italia -. Questo, valido per l’intero Paese, può essere un punto di attenzione
anche in aree più avanzate come Monza e Brianza dove le imprese per continuare ad eccellere devono
investire per rendere più veloce l’evoluzione digitale del Capitale umano. Considerando inoltre che, nelle
aziende con meno di 50 addetti più dell’80% ha un livello basso o molto basso di digitalizzazione, quota che
scende a meno del 45% tra le grandi, è evidente la necessità di colmare questo “gap digitale”. L’occasione del
Recovery Plan, che assegna quasi 50 MLD di Euro per interventi di digitalizzazione ed innovazione, può essere
fattore di evoluzione del capitale umano e di riduzione del gap digitale tra imprese grandi e PMI. Occorre, nel
contempo, evitare il rischio che la possibile complessità di accesso ai fondi penalizzi le aziende più piccole".

“Banco BPM anche quest’anno conferma la presenza a fianco di TOP 500, una manifestazione prestigiosa che
mette in luce le migliori aziende del territorio, consapevole dell’importante momento di dialogo e di confronto
con il tessuto economico locale, ancora di più in un momento difficile come quello che stiamo vivendo a causa
della pandemia – spiega Luca Manzoni, responsabile Corporate di Banco BPM –. Nell’area di Monza e
Brianza abbiamo una presenza del 14,7%, che a Lodi sale al 22,2%, dati che confermano la nostra leadership,
frutto di un rapporto privilegiato con i territori e della capacità delle nostre strutture di rispondere alle
necessità della clientela. Oltre ai fondamentali servizi tradizionali di commercial banking, Banco BPM offre
infatti anche quelli più sofisticati di investment banking, di supporto all’internazionalizzazione, di finanza
strutturata per la crescita e lo sviluppo delle nostre aziende ed eccellenze”.

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La top 10 dei fatturati: 6 aziende oltre il miliardo di euro
In cima alla classifica, le prime 6 aziende superano il miliardo di euro di fatturato: prima Esprinet S.p.A.
(Vimercate), seconda Mediamarket S.p.A (Verano Brianza), terza STMicroelectronics S.r.l. (Agrate Brianza),
quarta BASF Italia S.p.A. (Cesano Maderno), quinta Candy S.p.A (Monza), sesta Decathlon Italia S.r.l.
(Lissone). Seguono altre quattro aziende, che completano la top 10, con fatturati superiori ai 700 milioni
di euro: settima Roche S.p.A. (Monza), ottava SOL S.p.A. (Monza), nona Gruppo Fontana (Veduggio con
Colzano), decima Vender S.p.A. (Brugherio).

EBITDA e ROE
Al fine di analizzare la “gestione caratteristica”, l’analisi di Assolombarda-PwC-Banco BPM ha ordinato per
EBITDA (in percentuale sul fatturato) le prime 50 imprese che rientrano nella TOP500+. Questa classifica
“ristretta” è composta da imprese che presentano un EBITDA in rapporto al fatturato superiore al 20%, e
in particolare da una top five, che raccoglie società con l’indicatore superiore al 50%: Cisco Renting Italy
S.r.l. (96,68%), Ei Towers S.p.A. (61,10%), Hallstar Italia S.r.l. (53,80%), CHG-Meridian Italia S.p.A. (52,55%),
Dicomi S.r.l. (50,56%). Le 50 aziende analizzate hanno ricavi compresi in un ampio range che va da 9 a 904
milioni di euro, dimostrando che le performance nella gestione caratteristica vanno al di là della
dimensione del fatturato e che anche per le imprese più piccole è possibile raggiungere marginalità elevate
e addirittura superiori a quelle delle grandi imprese. Le top 50 della classifica EBITDA si caratterizzano per
il contenuto livello di indebitamento finanziario: 39 di loro, infatti, hanno un Debt/equity ratio sotto lo 0,3
e, per 22, l’indice è addirittura pari a zero. Inoltre, in termini di redditività del capitale proprio, ossia di ROE
(Return On Equity), ben 39 vantano un indice a doppia cifra.

LODI - CLASSIFICA TOP 500+ SUI BILANCI 2019

La TOP200 si compone delle 200 migliori realtà imprenditoriali della provincia di Lodi ordinate secondo i
loro fatturati, che vanno da un minimo di 6,2 milioni di euro a un massimo di 780 milioni di euro.
Complessivamente, i ricavi delle 200 aziende sono pari a 7,2 miliardi di euro e la somma algebrica dei loro
risultati di esercizio (ossia degli utili e delle perdite) sfiora i 300 milioni di euro. In particolare, le aziende in
utile sono l’89% del totale.

La top 10 dei fatturati: 8 su 10 le aziende industriali
Sul podio della classifica si trovano: Zucchetti Group S.p.a. (Lodi), Sodalis S.r.l. (Lodi Vecchio) e Aperam
Stainless Services & Solutions Italy S.r.l. (Massalengo).
Completano la top ten: quarta A.F. Logistics S.p.A. (Lodi), quinta Ibsa Farmaceutici Italia S.r.l. (Lodi), sesta
Unilever Italia Manufacturing S.r.l. (Casalpusterlengo), settima MTA S.p.A. (Codogno), ottava Inovyn
Produzione Italia S.p.A. (Tavazzano Con Villavesco), nona Itelyum Regeneration S.r.l. (Pieve Fissiraga),
decima Ferrari Giovanni Industria Casearia S.p.A. (Ossago Lodigiano).
Di queste prime dieci aziende della TOP200, ben 8 sono industriali, di cui 4 appartenenti al settore chimico,
mentre le restanti 2 rientrano nel settore dei servizi.

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Quasi il 60% del fatturato è concentrato in 5 comuni della provincia di Lodi
Analizzando la distribuzione territoriale, 69 delle 200 aziende hanno sede in soli due comuni: Lodi (42, ossia
il 21% della classifica) e Codogno (27, pari al 14%). In termini di fatturato, la concentrazione si accentua nel
comune di Lodi (2,4 miliardi di euro, il 34% del fatturato complessivo della TOP200), seguito dal comune di
Lodi Vecchio (685 milioni, il 10%), Codogno (502 milioni, il 7%), Massalengo (320 milioni, il 4%) e
Casalpusterlengo (314 milioni, il 4%). Questi 5 comuni rappresentano, così, oltre la metà dei ricavi: 4,3
miliardi sui 7,2 totali.

La ricerca e l’analisi del sistema economico dei territori di Monza Brianza e Lodi, oltre alla classifica delle imprese più performanti
sarà pubblicata rispettivamente da “Il CittadinoMB” (in edicola il 17 e il 19 dicembre) e da “Il Cittadino di Lodi” (in edicola il 15
dicembre).

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