CARTA DEI SERVIZI COMUNITÀ EDUCATIVA ASSISTENZIALE 2020 - Villaggio ...

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CARTA DEI SERVIZI COMUNITÀ EDUCATIVA ASSISTENZIALE 2020 - Villaggio ...
2020

AREA SOCIO SANITARIA - CENTRO BENEDETTO ACQUARONE

  CARTA DEI SERVIZI COMUNITÀ
   EDUCATIVA ASSISTENZIALE
CARTA DEI SERVIZI COMUNITÀ EDUCATIVA ASSISTENZIALE 2020 - Villaggio ...
INDICE
Indice                                                                                      2
1. L’impegno del Villaggio del Ragazzo a favore delle nuove generazioni: la storia dei
   nostri servizi                                                                      3
2. Mission                                                                                  5
3. Presentazione                                                                            6
4. Linee guida del progetto comunitario                                                     7
5. Equipe                                                                                   9
6. Servizi offerti                                                                         10
7. Utenza                                                                                  13
8. Fasi del progetto comunitario                                                           15
9. Dimissione                                                                              22
10. Contatti                                                                               23

  Area Socio Sanitaria Villaggio del Ragazzo - Carta Servizi Comunità Educativa Assistenziale - 2
CARTA DEI SERVIZI COMUNITÀ EDUCATIVA ASSISTENZIALE 2020 - Villaggio ...
1. L’IMPEGNO DEL VILLAGGIO DEL
   RAGAZZO A FAVORE DELLE
   NUOVE GENERAZIONI: LA
   STORIA DEI NOSTRI SERVIZI
Il Villaggio del Ragazzo nasce nel 1946. Ne è fondatore un giovane sacerdote, don
Ferdinando Negri, che, accogliendo l’invito dell’allora vescovo Amedeo Casabona,
aderisce alla campagna lanciata dalla Caritas “Salviamo il fanciullo” e inizia un’opera che
mira ad aiutare i bambini vittime della guerra, provvedendone ai bisogni essenziali e
garantendone l’assistenza alimentare e sanitaria.

In quella iniziale e provvidenziale scelta è racchiuso il senso profondo che ha pervaso
tutta l’attività di don Nando (fino al giorno della sua scomparsa, avvenuta il 6 luglio 2006).

Le attività del Villaggio del Ragazzo si sono enormemente sviluppate ed ampliate.
Avendo come polo propulsore il Centro di Formazione Professionale di San Salvatore di
Cogorno, l’Opera ha sviluppato attività in campo socio- sanitario con interventi a favore
di persone tossicodipendenti, disabili, anziani e in condizione di disagio.

L’attenzione ai bisogni ed alle necessità dei giovani ha da sempre occupato uno spazio
privilegiato nella mente e nel cuore di don Nando.

Ecco, quindi, succedersi negli anni un proliferare di iniziative ed attività rivolte alle nuove
generazioni del territorio.

Il Villaggio diviene sempre di più nelle sue sedi un polo di aggregazione giovanile, si
consolida come luogo di formazione ed educazione al raggiungimento di una adeguata
professionalità, luogo di incontro e dialogo, spazio di sostegno alla crescita e di
esperienza spirituale, “centro di interessi” in cui i giovani possono sperimentare le proprie
inclinazioni, aprendosi all’accoglienza di tutti.

Alla fine degli anni ‘90 nasce il Centro Polifunzionale Benedetto Acquarone, con sede a
Chiavari. Don Nando vuole con grande tenacia realizzare tale opera, da molti ritenuta
utopia. Il Centro Benedetto Acquarone è oggi concepito come un insieme di servizi rivolti
alla persona.

Don Nando vuole farne un luogo di accoglienza e cura per persone disabili, per persone
anziane o in condizione di disagio e svantaggio sociale, ma soprattutto vuole creare una
realtà aperta alla città ed auspica che nel Centro trovino spazio servizi rivolti ai cittadini,
trovino ospitalità gruppi ed associazioni di volontariato, vuole e realizza nel Centro
un’area verde fruibile da tutti.

  Area Socio Sanitaria Villaggio del Ragazzo - Carta Servizi Comunità Educativa Assistenziale - 3
Il Centro oggi ospita al proprio interno corsi di vario genere, convegni, servizi terapeutici
e riabilitativi rivolti a utenti e cittadini.

Vuole un’altra cosa don Nando: che i giovani entrino nel Centro per poterne respirare il
clima di solidarietà, di cura e di sostegno alla persona, fruendo inoltre di servizi a loro
specificamente destinati.

All’inizio del 2000 nascono in rapida successione il Centro di Aggregazione Giovanile e la
Comunità Educativa Assistenziale “La Casetta”.

Nel quadro dei servizi rivolti alle giovani generazioni e legate alla realtà del Centro
Benedetto Acquarone nasce nel 2005 il servizio Informagiovani con sede a Chiavari, nel
centro della città.

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2. MISSION
«È questo il segreto educativo del Villaggio del Ragazzo: favorire e sviluppare il senso
della libertà. spogliarsi il più possibile dalle dipendenze, favorire il senso critico della vita,
tendere sempre a promuovere la persona umana rispettando le idee dei singoli individui.
Il senso religioso del Villaggio è l’amore.»

                       don Nando Negri (1920-2006) - Fondatore del Villaggio del Ragazzo

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3. PRESENTAZIONE
3.1 CHI SIAMO
La Fondazione di religione Opera Diocesana “Madonna dei Bambini” Villaggio del
Ragazzo, fondata nel 1946 a Chiavari dal sacerdote chiavarese don Nando Negri, è un
ente ecclesiastico civilmente riconosciuto che persegue le finalità di assistenza, assistenza
sanitaria e socio-sanitaria, istruzione, educazione e formazione professionale.

3.2 COSA VOGLIAMO FARE
Il Villaggio del Ragazzo, seguendo i principi ispiratori del proprio fondatore, colloca al
cuore della sua attività l’educazione e la formazione delle nuove generazioni.

Per perseguire e realizzare tale compito il Villaggio del Ragazzo, presso la sede del
Centro Polifunzionale Benedetto Acquarone di Chiavari, offre ai giovani spazi e servizi a
carattere socio-educativo e assistenziale volti a promuovere il sostegno alla crescita, la
costruzione dell’identità personale, la realizzazione di un proprio progetto di vita e
l’esperienza di sani processi di socializzazione.

3.3 PERCHÉ VOGLIAMO FARLO
Riconosciamo nei giovani la presenza di bisogni educativi da soddisfare e di potenzialità
da promuovere e sviluppare.

Il Villaggio del Ragazzo, nel rispetto della centralità ed unicità della persona, si impegna a
favorire il raggiungimento di questi obiettivi al fine di tutelare i diritti fondamentali della
nuove generazioni e di garantire le condizioni di crescita e realizzazione personale cui
ogni giovane ha diritto.

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4. LINEE GUIDA DEL PROGETTO
   COMUNITARIO
Obiettivo portante del nostro servizio è quello di creare risposte, espresse in termini di
intervento educativo e assistenziale, ai bisogni e alle esigenze di minori in stato di
abbandono, di disagio e rischio di devianza.

A questo proposito la tendenza che emerge dalle normative dello stato italiano e della
comunità europea sembra dirigersi verso l’utilizzo di progetti educativi globali ed
individualizzati, da realizzarsi con la piena adesione delle comunità locali e degli
organismi dello stato sociale.

Il Villaggio del Ragazzo, attraverso la Comunità Educativa Assistenziale “La Casetta”,
promuove la realizzazione di un progetto educativo per minori a rischio: i ragazzi e le
ragazze accolti in comunità provengono non di rado da storie di separazioni traumatiche
delle figure genitoriali, da condizioni di maltrattamento fisico e psicologico, da situazioni
caratterizzate da deprivazione affettiva ed instabilità relazionale, da percorsi interrotti di
recupero emotivo-affettivo (es.: affidamenti familiari falliti), o da esperienze totalizzanti e
socialmente depauperizzanti (es.: ricoveri in istituto).

Tali situazioni possono indurre l’agenzia inviante (ad esempio i servizi sociali) a non
intravedere altra soluzione che l’allontanamento dalla famiglia ed il collocamento in
comunità, per garantire al minore la prospettiva di una normale vita socio-relazionale.

Tutto ciò per restituire al ragazzo una possibilità di sviluppo dal punto di vista personale e
sociale.

L’azione fondante di tale processo è l’educazione: il termine educare va visto nella sua
accezione più alta di accompagnare la persona nel cammino della vita, instaurando con
essa una relazione significativa, intenzionale e sistematica, volta a far esprimere il
massimo delle potenzialità della persona in crescita.

I ragazzi che, per diversi motivi, si trovano accomunati da una situazione di disagio,
attraverso la relazione educativa possono comunque sviluppare le loro potenzialità,
esprimendosi in modo completo e giungendo a vivere una vita sociale dignitosa ed
attiva.

L’arte e la scienza dell’educare richiedono una presenza continua e fraterna per ogni
persona a noi affidata, per conoscere da vicino il suo mondo interiore e le sue necessità.

Le figure professionali presenti all’interno della comunità assumono tutte, in questo
senso, un preciso rilievo educativo; esse puntano a divenire efficaci nell’instaurare

  Area Socio Sanitaria Villaggio del Ragazzo - Carta Servizi Comunità Educativa Assistenziale - 7
relazioni ricche da un punto di vista affettivo, volte a stimolare gli individui ed il gruppo
con proposte vitalizzanti e costruttive.

La prospettiva educativa non toglie rilievo al sostegno dell’autonomia primaria (igiene,
alimentazione, abbigliamento, ecc.).

“La Casetta” propone uno stile di vita attento ad una alimentazione sana e regolare,
all’igiene ed alla cura della persona, ad una accurata pulizia degli ambienti e al decoro
degli arredi.

Le necessità di ordine sanitario vengono seguite con scrupolo e tutte le iniziative volte a
promuovere la pratica sportiva, se ritenute idonee, vengono favorite ed incoraggiate.

Per quanto riguarda la disposizione degli spazi, nel rispetto della normativa vigente, la
comunità privilegia l’allestimento di ambienti a misura d’uomo, personalizzabili, volti ad
agevolare la creazione di un ambiente familiare.

4.1 TIPO DI STRUTTURA
La Comunità Educativa è una casa orientata al criterio della “civile abitazione”, in un
contesto sociale e territoriale idoneo e servito da tutte le strutture necessarie, sia a livello
sanitario, che a livello ricreativo, scolastico e sportivo.

4.2 TIPOLOGIA DELLE CAMERE E DEI POSTI LETTO
La Comunità è in grado di ospitare 10 minori. E’ dotata di 5 camere a due posti letto.

Ogni camera è dotata di apparato di riscaldamento. Dispone di 4 bagni di cui uno per
portatori di handicap.

Gli ambienti comuni sono: cucina, sala soggiorno (libreria, giochi, Tv, PC), ufficio degli
educatori.

4.3 COSTI DEL SERVIZIO
Il costo della retta è determinato dalla convenzione in atto.

4.4 APERTURA
La residenza di norma funziona 365 giorni all’anno.

  Area Socio Sanitaria Villaggio del Ragazzo - Carta Servizi Comunità Educativa Assistenziale - 8
5. EQUIPE
L’equipe educativa è composta da una figura di coordinamento e da quattro operatori
con qualifica di Educatore, in possesso della laurea in Scienze dell’Educazione e/o titoli
equipollenti e/o con una documentata anzianità di servizio, almeno triennale, nelle
strutture per minori.

L’organico di norma è composto da educatori di entrambi i sessi.

Il servizio si avvale della consulenza di una psicologa- psicoterapeuta che cura l’attività di
supervisione clinica. Tale attività si presenta come “azione di manutenzione del Sé-
strumento di lavoro”, come luogo di rielaborazione dell’azione educativa, delle
problematiche relazionali individuali e di gruppo e come momento di formazione rivolta
agli operatori.

Il contenuto degli incontri, redatto dalla coordinatrice, viene annotato nel verbale di
supervisione e custodito presso l’ufficio degli operatori.

Gli incontri di supervisione si svolgono con frequenza quindicinale.

Durante le riunioni di equipe vengono discusse le situazioni di tutti gli ospiti, come la
definizione degli interventi necessari e l’attribuzione dei compiti relativi a tali interventi.

Il contenuto delle riunioni, redatto dagli educatori, viene annotato nel diario di equipe e
custodito presso l’ufficio degli educatori.

La frequenza delle riunioni di equipe è settimanale.

La comunità prevede, inoltre, l’apporto di operatori volontari, tirocinanti e giovani del
servizio civile, adeguatamente formati e monitorati da operatori professionali.

Gli operatori della struttura sono impegnati in percorsi di formazione accademica.

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6. SERVIZI OFFERTI
La comunità offre ai suoi ospiti i seguenti servizi:

•    ambienti dotati di riscaldamento, acqua calda ed energia elettrica anche per uso
     personale

•    vitto a carattere familiare adatto alle esigenze degli ospiti, nel rispetto della tabella
     dietetica approvata dalla ASL 4 Chiavarese. È prevista la possibilità di diete
     personalizzate

•    consulenza infermieristica, eseguita da personale qualificato, assicurando, se
     necessario, l’accompagnamento presso le strutture territoriali del SSN

•    servizio di lavanderia

•    adeguata copertura assicurativa

•    accompagnamenti, se necessari, presso centri di aggregazione, cinema, teatri,
     strutture sportive, servizi specialistici sanitari, strutture scolastiche, luoghi di lavoro e
     sedi istituzionali (TM, ASL, ecc.)

Le prestazioni educative si articolano in:

•    guida (alle attività personali e collettive

•    supporto (correlato a momenti di difficoltà e disagio)

•    intervento (momento topico di natura pedagogica per il trattamento educativo)

•    Progetto Educativo Individualizzato (strumento per il trattamento), prioritari infatti,
     sono i progetti educativi individualizzati, i cui aspetti fanno riferimento allo sviluppo
     evolutivo dei ragazzi e riguardano:

         •   identità personale (interiorizzazione di norme, capacità di scegliere e
             pianificare, pensiero e autoriflessività)

         •   equilibrio affettivo (capacità di relazione, senso di responsabilità verso se stessi
             e verso gli altri, capacità di comunicazione)

         •   autonomia primaria (igiene, abbigliamento, ecc.)

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•   autonomia secondaria (uso del denaro, rispetto degli orari, ecc.)

         •   rapporto equilibrato con la famiglia di origine e/o affidataria

         •   accettazione di se stessi

         •   integrazione scolastica

         •   inserimento lavorativo

         •   rapporto con le agenzie del tempo libero

Le attività previste dal progetto educativo consistono:

•    nell’impegno e nella responsabilizzazione delle attività primarie (scuola e lavoro); nello
     specifico, al momento dell’inserimento presso la scuola, la comunità punta a costruire
     un rapporto di collaborazione con il dirigente scolastico o con referenti da lui indicati,
     al fine di concordare momenti di incontro programmati (ricevimento insegnanti,
     consegna delle pagelle, ecc...) o di prassi per la gestione delle emergenze. A tal fine
     la comunità garantisce la costante reperibilità, avendo cura di consegnare a ciascun
     dirigente scolastico copia della propria Carta dei Servizi. Per quanto concerne la
     dimensione lavorativa, la comunità sostiene il minore nel processo di ricerca del lavoro
     tramite attività di accompagnamento e collegamento con le agenzie del territorio; in
     particolare con il locale Centro per l’Impiego e con l‘ufficio Informagiovani, servizi
     peraltro gestiti interamente o parzialmente da dipendenti dell’Ente Villaggio del
     Ragazzo. Altra risorsa privilegiata è rappresentata dal quadro delle attività di
     formazione professionale (C.F.P.) erogate dall’ente Villaggio del Ragazzo (per ulteriori
     informazioni vedasi il sito del Centro Professionale del Villaggio www.villaggio.org)
     nella sede di San Salvatore di Cogorno e in particolare dall’ufficio che cura i rapporti
     con le aziende per gli inserimenti lavorativi. Ordinariamente gli operatori della
     comunità svolgono un ruolo di accompagnamento e di raccordo con le agenzie
     formative e di collocamento lavorativo del territorio

•    nella cura del proprio ambiente di vita (pulizia della camera, gestione del turno di
     cucina, ecc...). La comunità prevede la realizzazione di un percorso di educazione
     alimentare, seguito da un educatore, volto a migliorare l’attenzione e la cura dei
     giovani ospiti alla propria alimentazione ed a favorire l’acquisizione di competenze
     nella preparazione dei cibi

•    nella partecipazione ad attività esterne (momenti di socializzazione, feste,
     manifestazioni sportive, ecc.)

Nell’ottica del raggiungimento della propria autonomia e di una maggiore
responsabilizzazione il percorso comunitario può prevedere, con la dovuta gradualità,
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uscite assistite (accompagnamento del minore nel centro cittadino e su piste ciclabili) o
non sorvegliate (gestite direttamente dal minore). Per tali uscite può essere autorizzato
l’utilizzo di mezzi di trasporto pubblici o privati, quali motocicli e biciclette.

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7. UTENZA
La comunità accoglie ragazzi maschi e femmine, di età compresa tra gli 11 e i 18 anni,
che presentano problemi di disagio, di rischio di devianza e in particolare di
disadattamento sociale a livello:

•    familiare: famiglie problematiche, rifiutanti, genitori inabili o incapaci a provvedere alle
     necessità dei figli, affidi o adozioni fallite

•    scolastico: interruzione della scuola dell’obbligo, difficoltà di apprendimento o rifiuto
     dell’ambiente scolastico

•    lavorativo: mancanza di competenze e capacità operative, difficoltà a sostenere ritmi
     di ordine lavorativo, carenze formative

•    relazionale: difficoltà nella sfera sociale

La comunità non inserisce ragazzi maggiorenni e ragazzi con problemi di
tossicodipendenza.

La presa in carico di minori afflitti da problematiche afferenti alla sfera mentale viene
valutata caso per caso e in stretta collaborazione con i servizi proponenti l’ingresso nella
struttura.

I ragazzi che, durante il percorso comunitario, giungono al compimento del diciottesimo
anno di età possono, in accordo con i servizi invianti ed in base alla riformulazione di un
ulteriore progetto individualizzato, prolungare l’inserimento.

In taluni casi la comunità può rendersi disponibile ad accogliere minori di età inferiore a
quella sopra indicate.

7.1 DIRITTI DEI MINORI: DALLA TUTELA ALLA PARTECIPAZIONE
Il principio della partecipazione prevede che il minore non sia più solo soggetto di diritti
passivi, cioè con il solo diritto di essere tutelato, ma sia un soggetto attore e protagonista
delle scelte che riguardano la sua vita e il suo contesto, nella misura in cui la sua età e
maturità lo consentono:

•    il minore ha diritto di essere coinvolto nel percorso che conduce alla decisione
     dell’immissione in comunità

•    il minore ha diritto di conoscere il progetto educativo che lo riguarda, in altri termini
     quale sarà l’esito della sua permanenza in comunità e quali tempi preveda, nel caso in
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cui ci sia una situazione in evoluzione il ragazzo ha il diritto di sapere la verità sul suo
     future

•    il minore ha diritto di conoscere il posto in cui andrà a vivere, il ruolo, la funzione e le
     competenze delle persone che si prenderanno cura di lui. Deve avere subito la
     possibilità di orientarsi in casa e nel centro con sicurezza. Deve conoscere le regole
     vigenti nella comunità, sia quelle formali che le semplici abitudini o consuetudini

•    il minore ha diritto ad un equo ed imparziale trattamento da parte del personale

•    il minore ha diritto ad essere informato sulle terapie a cui sarà sottoposto, su eventuali
     trattamenti farmacologici prescritti e somministrati, affinché sia pienamente
     consapevole e partecipe delle cure

7.2 GARANZIA DELLA PRIVACY
Tutti i dati e le informazioni degli utenti sono gestiti in forma rigorosamente controllata
nell’assoluto rispetto delle leggi vigenti (D. Lgs. 196/2003) e, soprattutto, della
correttezza e della deontologia professionale degli educatori.

Tutti i dati e le informazioni sugli utenti devono rimanere segreti.

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8. FASI DEL PROGETTO
   COMUNITARIO
8.1 PRESA IN CARICO
La conoscenza il più possibile approfondita del percorso esistenziale che il ragazzo ha
compiuto prima dell’ingresso in comunità, risulta di fondamentale importanza non solo
per la qualità dell’accoglienza, ma per una equilibrata messa a punto del progetto
educativo individualizzato.

È pertanto opportuno che l’ingresso venga anticipato da incontri in cui il servizio inviante
e la comunità valutino congiuntamente il panorama delle problematiche esistenti e in cui
si realizzi la trasmissione delle informazioni sulla storia e sulle condizioni attuali del
minore.

Nella fase precedente all’ingresso in struttura è prevista la definizione di un progetto
educativo individualizzato che descriva gli interventi di sostegno necessari, i modi e i
tempi di realizzazione.

Il tema di una forte collaborazione tra comunità e servizi invianti è asse portante
dell’intervento da noi proposto: si punta pertanto alla costruzione di un percorso di fattiva
collaborazione che preveda la definizione di incontri periodici di aggiornamento
sull’andamento dei ragazzi e sull’evoluzione dei progetti educativi.

Per il raggiungimento dei suddetti obiettivi si richiede di realizzare almeno due incontri
con gli operatori referenti del Servizio proponente l’ingresso in struttura.

La decisione definitiva circa l’accoglienza del ragazzo avviene durante le riunioni di
equipe, nel corso delle quali si approfondisce ulteriormente la visione del caso.

L’ingresso viene valutato anche in relazione alla situazione complessiva della comunità.

Il parere vincolante all’ingresso è quello espresso dal coordinatore, che può decidere di
avvalersi della consulenza del supervisore della struttura.

A questo punto può risultare opportuna, se possibile, una prima visita del minore alla
comunità ed un primo colloquio con gli educatori, una sorta di reciproca presentazione in
cui esplicitare, tra l’altro, i contenuti del regolamento che la comunità prevede.

È dopo questo primo contatto che si stabilisce un primo “contratto” volto ad affrontare le
problematiche che l’ingresso comporta.

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Il momento dell’impatto iniziale, riveste particolare importanza, pertanto è opportuno che
il ragazzo si trovi di fronte ad un clima empatico ed accogliente, evitando atteggiamenti
di diffidenza o, peggio ancora, di accusa per il proprio passato.

Anche il quadro generale dei rapporti con le famiglie di origine viene valutato per ogni
singolo caso.

Dal momento dell’ingresso il primo obiettivo è quello di supportare il nuovo arrivato e di
favorire il fatto che, accantonata una prima e comprensibile diffidenza, riesca ad aprirsi
con almeno uno degli educatori allo scopo di comunicargli problemi, difficoltà ed
esigenze.

La comunità non assegna agli ospiti educatori di riferimento, durante l’evolversi del
percorso comunitario è il minore che può scegliere. Altro obiettivo di questa fase consiste
nella trasmissione e nell’apprendimento di alcune semplici regole di vita comune.

8.2 PERIODO DI OSSERVAZIONE
I primi 60 giorni di permanenza in struttura sono di osservazione: al termine di tale
periodo ed a seguito di una valutazione specifica da parte dell’equipe, si concorda con i
servizi invianti, l’eventuale inserimento del minore.

8.3 MODALITÀ DI ACCESSO ALLA STRUTTURA
I Servizi Sociali dei comuni possono rivolgersi direttamente alla struttura anche per via
telefonica al fine di verificare la disponibilità di posti. Accertata tale disponibilità, il
Servizio competente invia una relazione con relativa richiesta di inserimento presso la
comunità, la quale si impegna a rispondere attivando le prassi previste.

Ai fini del collocamento del minore presso la comunità è necessario produrre la seguente
documentazione:

•    dettagliata relazione di presentazione del minore a cura del servizio inviante

•    documento di identità valido

•    stato di famiglia

•    libretto e documentazione sanitaria

•    documentazione attestante l’iter scolastico

8.4 ATTIVITÀ DELLA VITA COMUNITARIA
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La comunità educativa è una casa, dove il minore trova adulti emotivamente vicini e
solidali, capaci di comprendere le sue difficoltà e sostenerne l’elaborazione.

Gli educatori sono pertanto chiamati a supportare i minori in ordine a:

•    attività di supporto e sostegno sul versante educativo

•    attività di socializzazione

•    attività legate alla cura ed al decoro della propria stanza, degli ambienti e degli
     oggetti

•    attività di sostegno allo studio e di promozione di interessi culturali e formativi

•    attività ludico/ricreative (es.: laboratori cinematografici)

•    attività di sostegno nelle fasi di avvio al lavoro, con attivazione di laboratori specifici
     (es. laboratorio di agraria)

•    attività di sostegno propedeutiche alla fase di dimissione

Il contesto rappresentato dal Centro Polifunzionale Benedetto Acquarone può consentire
ai ragazzi ospiti della comunità di fruire di alcune strutture in esso realizzate con
particolare riferimento agli impianti sportivi e agli spazi del Centro di Aggregazione
Giovanile.

8.5 IMPARARE A STUDIARE
Tra le attività della vita comunitaria viene prestata attenzione anche ad un miglioramento
del metodo di studio. Un buon metodo è sicuramente il miglior strumento compensativo
in bambini/ragazzi con difficoltà di apprendimento, consente di studiare con più facilità e
di ottenere risultati proporzionali all’impegno impiegato, andando a consolidare il proprio
senso di autoefficacia come studente, aspetto importante per migliorare la vita scolastica.

In alcuni casi viene attivato il programma di studio, denominato “imparare a studiare”: è
un programma individuale e specifico sul metodo di studio, viene svolto tenendo conto
delle caratteristiche individuali (valutate precedentemente con il QSM “questionario
metacognitivo sul metodo di studio e la considerazione degli stili cognitivi) e dei vissuti
del ragazzo.

Si lavora su schede che riguardano la motivazione allo studio, quindi su una riflessione
volta ad accrescere l’interesse per le attività scolastiche, poiché la motivazione è

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considerata, come tutte le teorie dell’apprendimento insegnano, una dimensione
fondamentale per un apprendimento profondo e duraturo.

Il programma ha come duplice obiettivo quello di fornire un repertorio di strategie mirate
per imparare a studiare e rendere il ragazzo capace di usarle con successo nelle varie
materie, sviluppando un atteggiamento cognitivo nei confronti dello studio.

Questo approccio cerca di rendere il ragazzo più sensibile ai problemi di studio, di essere
predisposto adeguatamente alla richiesta di studiare un certo contenuto e padrone di un
repertorio adeguato di strategie integrabili e alternative (strategie di apprendimento e di
studio), con un atteggiamento positivo e motivato verso il contesto scolastico e lo studio.

8.6 ATTIVITÀ SVOLTE IN COMUNITÀ: GIORNATA TIPO
Sono state strutturate alcune routine comunitarie che si svolgono durante tutto l’arco
della giornata.

8.6.1 ATTIVITÀ SVOLTE IN COMUNITÀ: GIORNATA TIPO -
MATTINO
•    Ogni ragazzo è dotato di una sveglia personale, nell’ottica del raggiungimento
     dell’autonomia nell’alzarsi

•    Igiene personale ed abbigliamento adeguato: gli educatori guidano i ragazzi nella
     pulizia personale e nella scelta del vestiario adatto all’attività giornaliera da svolgere
     (scuola o lavoro) per promuovere le autonomie primarie

•    Colazione: il “rito” del pasto mattutino, preparato dagli educatori, viene svolto
     collettivamente; il riordino della cucina è effettuato in modo collaborativo da tutti i
     ragazzi

•    Uscita dalla comunità: i ragazzi si recano a scuola o al lavoro utilizzando i mezzi della
     comunità (biciclette) o quelli pubblici, previo apprendimento dell’urbanistica e del
     senso dell’orientamento effettuato attraverso accompagnamenti e percorsi guidati con
     gli educatori, per imparare a muoversi autonomamente

8.6.2 ATTIVITÀ SVOLTE IN COMUNITÀ: GIORNATA TIPO –
PRIMO POMERIGGIO
•    Rientro in comunità: i ragazzi che non hanno rientri scolastici e/o lavorativi tornano in
     struttura

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•    Pranzo: la preparazione (ritirare i pasti dalla mensa del centro, apparecchiare,
     sparecchiare…) è strutturata secondo turni settimanali prestabiliti, gestiti dai ragazzi
     con il supporto degli operatori

•    Pausa: dopo il pranzo, viene riservato uno spazio collettivo di conversazione e di
     condivisione delle esperienze scolastiche e/o lavorative svolte durante la mattinata, al
     fine di promuovere le capacità di socializzazione comunitaria e il senso di
     appartenenza

•    Inizio attività pomeridiane: gli educatori controllano i diari scolastici e organizzano lo
     svolgimento dei compiti, che avviene in modo individuale con sostegno e verifica da
     parte degli operatori

8.6.3 ATTIVITÀ SVOLTE IN COMUNITÀ: GIORNATA TIPO -
POMERIGGIO
Le attività pomeridiane sono differenziate in base a esigenze e interessi dei singoli
ragazzi.

•    Attività ludico/ricreative: frequentazione del Centro Giovani, situato all’interno del
     Centro; uscite esterne individuali o di gruppo, con l’obiettivo di promuovere le
     competenze sociali e relazionali

•    Attività culturali e socio/educative (pomeridiane e serali): laboratorio teatrale e
     musicale “Ragazzi tra le stelle” all’interno del Centro; partecipazione a corsi musicali
     esterni, per imparare a suonare uno strumento. Laboratorio cinematografico e
     laboratorio di educazione alimentare condotti dagli educatori. Queste attività mirano
     a promuovere lo sviluppo identitario, le capacità personali e artistiche, e la
     socializzazione con il gruppo dei pari

•    Attività ginnico/sportive: Corsi di Acquafitness, Aerobica e Pallavolo all’interno del
     Centro; attività agonistiche (calcio e football americano) e dilettantistiche (nuoto
     libero) all’esterno della struttura, laboratorio di psicomotricità condotto da un
     educatore

Ogni ragazzo è fortemente stimolato dall’equipe educativa a praticare attività fisica, al
fine di incentivare la coordinazione, promuovere la socializzazione che offre lo sport,
attraverso le relazioni asimmetriche (con istruttori e operatori) e le relazioni simmetriche
(con i compagni), incrementando autostima ed autoefficacia.

8.6.4 ATTIVITÀ SVOLTE IN COMUNITÀ: GIORNATA TIPO - SERA
•    Igiene personale: prima del pasto serale i ragazzi devono fare la doccia

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•    Cena: la preparazione (ritirare i pasti dalla mensa del centro, apparecchiare,
     sparecchiare…) è strutturata secondo turni settimanali prestabiliti, gestiti dai ragazzi
     con il supporto degli operatori

•    Serata: l’operatore in turno concorda con i ragazzi l’attività serale quotidiana, che può
     variare tra: giochi di società (Monopoli, Risiko, gioco delle carte…), visione collettiva di
     DVD o TV con discussione critica degli argomenti, attività manuali creative (“Art
     attack”), al fine di promuovere lo sviluppo delle relazioni interpersonali, la creazione di
     un sereno clima comunitario, e favorire lo spirito di aggregazione e di appartenenza

8.6.5 ATTIVITÀ SVOLTE IN COMUNITÀ: ATTIVITÀ SETTIMANALI
Alcune attività sono strutturate con cadenza settimanale:

•    Pulizie della propria stanza e del proprio bagno: ogni ragazzo sceglie il giorno della
     settimana in cui svolgerle, per le quali viene ricompensato con una paghetta
     settimanale, il cui importo è concordato con l’equipe educativa, per favorire la
     responsabilizzazione e il senso di appartenenza

•    Gestione della casa: i ragazzi partecipano alla sistemazione degli spazi comuni (pulizia
     di corridoi, sala, terrazzo…), nell’ottica del rispetto reciproco e del materiale, delle
     attrezzature, dell'arredamento della Comunità

•    Servizio di lavanderia: ogni utente sceglie il giorno della settimana in cui effettuarlo,
     portando la propria biancheria nello spazio adibito; assistito dall’educatore, prepara la
     lavatrice, stende gli indumenti puliti e, una volta asciutti, procede alla sistemazione
     negli armadi. Ciò contribuisce alla responsabilizzazione e all’autonomia

•    Uscite: durante la stagione estiva vengono effettuate uscite collettive pomeridiane o
     serali di socializzazione sul territorio

•    Educazione stradale: sono previste uscite settimanali in bicicletta durante le quali gli
     operatori educano i ragazzi al corretto comportamento da tenere sulle strade,
     inizialmente su piste ciclabili, poi nel centro cittadino

8.6.6 ATTIVITÀ SVOLTE IN COMUNITÀ: ATTIVITÀ
STRAORDINARIE
Oltre alle attività strutturate con cadenza periodica, vengono effettuate escursioni, gite o
periodi di villeggiatura (gite al mare, a Gardaland, a Mirabilandia, villeggiatura in
Sardegna, in Valle d’Aosta, ecc.).

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Per eventi speciali, come compleanni, feste natalizie o promozioni scolastiche, vengono
organizzate serate nella Tavernetta all’interno del Centro oppure in pizzerie e ristoranti sul
territorio.

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9. DIMISSIONE
È una delle apicalità della vita comunitaria, in quanto apre spazi di riflessione di gruppo
intorno al dimissionamento di un minore e costituisce per l’equipe educativa un passo
ulteriore verso il perseguimento di uno degli obiettivi impliciti dell’educativa di comunità:
“imparare come andarsene”.

Si tratta di una fase delicata del percorso educativo, sia per dimissioni “accompagnate” e
“programmate”, sia per dimissioni “traumatiche”.

Nel primo caso, gli obiettivi generalmente perseguiti dalla comunità, e da attuarsi in
stretta collaborazione con i servizi invianti, riguardano quelli di favorire, dove possibile, un
graduale percorso di reinserimento del ragazzo presso il nucleo familiare di origine o
presso un nuovo nucleo.

Oppure di garantire il raggiungimento di una autonomia personale aiutando il ragazzo ad
individuare una soluzione abitativa praticabile ed una collocazione lavorativa
sufficientemente stabile, supportandolo nella realizzazione di questo obiettivo.

A conclusione del percorso di dimissione la comunità richiede la realizzazione di una
riunione conclusiva e congiunta tra operatori referenti del Servizio e della struttura in
presenza del minore.

Il rapporto con la struttura può essere naturalmente mantenuto attraverso visite alla
stessa, ai suoi ospiti e agli educatori.

Nel secondo caso, qualora si verifichi l’impossibilità di portare avanti il progetto
educativo, a seguito della valutazione dell’equipe della struttura, la dimissione diviene
inevitabile.

Tale dimissione prevede, nel contesto di un rapporto di stretta collaborazione con i servizi
invianti, una comunicazione formale a cui fa seguito una dettagliata relazione.

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10. CONTATTI
COMUNITÀ EDUCATIVA ASSISTENZIALE LA CASETTA
VIA SAN PIO X, 26 – 16043 CHIAVARI (GE)
Telefono:+39 01855906294 oppure +39 3316870059

Telefono Assistente Sociale: +39 0185 5906270

E-mail: enrica.tresigliani@villaggio.org (Enrica Tresigliani – Coordinatrice Comunità
Educativa Assistenziale)

Web: http://www.villaggio.org/online/centro-benedetto-acquarone/comunita-educativa-
assistenziale/

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VILLAGGIO DEL RAGAZZO – AREA SOCIO SANITARIA

                   CENTRO BENEDETTO ACQUARONE

                 VIA SAN PIO X 26 16043 CHIAVARI (GE)

                   TEL. 0185.5906266 FAX: 0185.5906271

                 EMAIL: ACQUARONE@VILLAGGIO.ORG

                         WEB: WWW.VILLAGGIO.ORG

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