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RIPARTIAMO DALLA NUOVA AREGOLADARTE Estate di San Martino: la leggenda popolare. Buongiorno a tutti e buon giovedì… è trascorso da pochi giorni l’11 Novembre, data in cui notoriamente si celebra la festa di San Martino. Si parla di “Estate di San Martino” quando durante i primi giorni di novembre arrivano in modo inaspettato delle splendide giornate di sole, con una temperatura molto mite, mentre ci si aspetterebbe un brusco abbassamento delle temperature in vista dell’inverno imminente. In passato questo periodo dell’anno era importante per gli agricoltori dato che durante l’estate di San Martino venivano rinnovati i contratti agricoli annuali e le famiglie contadine, approfittavano di questo periodo per traslocare le aziende a termine della stagione agricola, secondo le regole della mezzadria. Questa usanza si è consolidata, a tal punto che nel lessico dialettale di provincia, il trasloco viene detto “san martino”. La tradizione vuole anche che in questi giorni si aprano le prime botti del vino nuovo, da assaggiare con le castagne.
“L’estate di San Martino… dura tre giorni e un pochino” recita un’antica filastrocca… Ecco la leggenda che spiega l'origine di questa credenza. San Martino di Tours nacque intorno al 317 D.C. a Sabaria Sicca (odierna Szombathely, in Ungheria) in un avamposto dell'impero romano alle frontiere con la Pannonia. Il padre, tribuno militare della legione, gli diede il nome di Martino in onore di Marte, il dio della guerra. Visse in Francia dal 327 fino al 397 d.C. ed è stato uno dei primi santi non martiri della Chiesa Cattolica. Rivestiva la carica di "circitor" nella Gallia e il suo compito era la ronda di notte e l'ispezione dei posti di guardia, nonché la sorveglianza notturna delle guarnigioni. Durante una di queste ronde notturne visse l'esperienza che cambiò per sempre la sua vita e lo consegnò alla storia, alla leggenda e alla santità. Soldato umile e caritatevole una notte, mentre ispezionava i posti di guardia, incontrò un misterioso mendicante, il quale non avendo che pochi stracci addosso, era preda del freddo intenso. Così, il nobile Martino si dispiacque per quel poveretto e gli offrì metà del suo caldo mantello militare, tagliandolo con la spada. Martino, contento di avere fatto la carità, spronò il cavallo e se ne andò sotto la pioggia, che cominciava a cadere intensa, mentre un vento rabbioso sembrava volesse portargli via anche la parte di mantello rimanente. Ma dopo poco tempo smise di piovere, il vento si calmò e Martino poté finalmente riposarsi. Quella notte sognò Gesù che, vestito del suo mantello, raccontava agli angeli del soldato Martino che lo aveva riparato col suo mantello. Il sogno lo impressionò profondamente e ancora di più si stupì San Martino quando trovò al risveglio, il suo mantello completamente integro e il cielo oscurato dalle nuvole, ormai sereno e con un bel sole caldo. La temperatura era diventata mite e piacevole, un dono del Signore in ricordo del calore donato da San Martino al povero viandante e per premiare l’atto di carità del cavaliere. Martino, dopo la mistica esperienza, si convertì, fu battezzato e dopo vent'anni di carriera militare, divenne Vescovo di Tours nel 371, dove acclamato dai suoi cittadini, proseguì umilmente fino alla morte la sua opera pastorale. Il suo mantello miracoloso divenne reliquia e fu conservata dai Re Merovingi. Da allora chi conservava il mantello corto, detto appunto "Cappella", venne definito cappellano.
San Martino divide il suo mantello con un povero. Attribuito alla bottega di Domenico Ghirlandaio (1479/1480) Lunetta nell’Oratorio dei Buonomini a Firenze. Il santo San Martino è celebrato come il protettore dei pellegrini, dei viandanti di un tempo, ed in alcuni casi la giornata in cui si festeggia il santo, diventa un giorno di festa per i camionisti, i viandanti di oggi. La Festa di San Martino celebrata l'11 Novembre, giorno della sepoltura del Santo, è vissuta in vari modi, in Germania ad esempio dà inizio alle Feste di Natale, per la quale i bambini organizzano una processione con le lanterne e recitano una filastrocca propiziatrice. In Italia la Festa di San Martino fa rima con festa del vino, infatti, l'11 Novembre viene "battezzato" il vino novello durante allegri banchetti, accompagnato da carne, castagne arrosto e frutti di stagione. E a questa leggenda europea si collega anche l'Indian Summer canadese. La festa dei cornuti, è poi, una delle più curiose tradizioni associate alla festa di San Martino. Alcuni studiosi ritengono che questa derivi dal fatto che nel medio evo si svolgevano, in quel periodo dell'anno feste e fiere per il commercio di animali con le corna. Altri, invece, la associano al potere rappresentato dai copricapo a forma di corna, come le corone o le mitre dei vescovi. Le corna nell'antichità erano un simbolo regale, adornavano la fronte degli Dei, simboleggiavano potenza e luce nella tradizione cristiana; mentre nella tradizione greco-romana il “corno dell’abbondanza” era simbolo di fecondità e felicità. Da tanta storia e tanto intrinseco valore, le corna sono poi decadute così tanto nella tradizione popolare da arrivare a indicare la vittima del tradimento coniugale.
Simone Martini - Storie di San Martino - La divisione del mantello, 1313/1318 Chiesa Inferiore di San Francesco, Assisi. I colori della natura durante Cattedrale di San Martino - Lucca San Martino l’Estate di San Martino divide il suo mantello con un povero Nel 1562, in seguito alle lotte di religione, le sue spoglie vennero date alle fiamme dai protestanti. San Martino è uno dei santi più amati, sia in Italia che all’estero. Molte chiese, come la Cattedrale di Lucca, sono state dedicate a lui. La Basilica di Tours divenne meta di pellegrinaggio. E a confermare la tradizione, mercoledì 11 novembre è stata una magnifica giornata di sole.
Autore S. Tosi anno 1945 - San Martino a cavallo e il povero Buon proseguimento di settimana a tutti e cordiali saluti da tutto lo staff di AREGOLADARTE Stefania - Raffaella - Diego - Leonardo
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